Aldilà

home in a home land
where there's no home

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    Linee dure, spigolose. Ombre scure e decise, luce monocorde che delinea solo campiture nette.
    Rosso, rosso ovunque.

    Non c'era nulla della plancia dell'ass Argonath che fosse pensata per la comodità o l'aspetto estetico - quello era un luogo per il combattimento, senza quartiere e senza pietà. La luce cremisi nobn lasciava spazio alla morbidezza, solo alla funzionalità: quella di vedere ogni cosa alla perfezione nonostante il fumo e le esplosioni. Lì davanti a lui c'erano i controlli degli scudi, della corazza, delle paratie di contenimento e del campo magnetico che isolava l'antimateria nel motore, posti nel punto più lontano da tutte le entrate nel caso di assalto. A destra, sullo stesso piano, diversi prospetti olografici sfarfallavano incerti accanto alla console da cui si manovravano le numerose batterie di armi laser e plasma a disposizione della corazzata, e oltre la torre di controllo i comandi dei motori. A sinistra - più vicino alle entrate - c'erano i sistemi secondari come il teletrasporto, i boccaporti e i sistemi olografici. Sapeva che più vicino allo schermo c'erano altri sistemi importanti, ma la torre di controllo gliene impediva la vista: la massiccia predella alta come un uomo, dove sedeva il capitano e i primi ufficiali assieme ai controlli del sistema vitale e accessi prioritari a tutti gli altri sistemi, era imponente come una fortezza in quell'ambiente ristretto. E proprio di 'fortezza' era il suo scopo: l'ultimissima linea di difesa contro un assalto ponte dopo ponte, paratia dopo paratia. Un sol uomo da quella postazione poteva governare l'intera nave finché non si verificava la necessità di effettuare interventi di manutenzione... e difendersi contro un'armata di incursori.
    O da lui.

    Non era sicuro che il nemico si fosse accorto della sua presenza. I sensori della nave avrebbero sicuramente potuto avvertirlo, ma oramai non funzionavano più. Nulla a dire il vero sembrava funzionare... poteva essere fortunato che gravità e supporto ambientale fossero ancora attivi. A fatica.
    La luce si spense ancora una volta, coprendo il suo furtivo sgattaiolare fino a subito prima dei gradini tortuosi che conducevano alla torre di controllo. Era fermo prima che si riaccendesse, più incerta di prima. Attendere il buio, salire sulla torre e colpire: questo era il suo piano, l'unico che poteva permettersi armato della sola spada laser. Non era un gran piano.
    La luce si spense ancora una volta. Stava per iniziare l'assalto quando si rese conto di una cosa, una cosa che era proprio davanti a lui.

    Lo schermo.
    Non c'era.

    Oltre il gigantesco squarcio nella paratia c'era lo spazio intergalattico, puro e non contaminato dalla trasparenza traslucida di alcun campo di forza. Ovunque lui vedesse, per anni e anni luce, relitti di astronavi squarciate da innumerevoli bordate roteavano senza costrizioni - scontrandosi, incastrandosi, separandosi con sporadici scoppi ed esplosioni che come piccole stelle irroravano il vuoto di luce. Era un qualcosa che aveva già visto... non riusciva a ricordare bene ma l'aveva già visto con i suoi stessi occhi, non tramite ologrammi... qualcosa di una bellezza terrificante, così assoluta da mozzare il fiato: come essere sul ciglio dell'abisso, in punta di piedi, e guardare giù sapendo che il minimo sbilanciamento avrebbe condotto ad una caduta senza fine e senza luce, così lunga da avere tutto il tempo di impazzire nel buio prima di schiantarsi contro il più possente, il più agitato dei mari. Sotto i suoi occhi, proprio di fronte all'Argonath, un incrociatore che non riconobbe si scontrò con la Shinzon ed esplose con essa, scagliando detriti fumanti come razzi ovunque attorno a loro.
    Era bello, era la bellezza del terrore.

    « È da tanto che aspetto. »

    Lei si girò a guardarlo senza paura, sorridendo come se si fidasse perfettamente di lui. Difficile da credere con la punta ronzante della sua spada laser sospesa a pochi millimetri dalla gola, pronta ad ucciderla alla minima esitazione. Indossava un'uniforme della marina asghabardiana, marinaio semplice, ma le uniformi possono essere ottenute in vari modi. Cosa più importante, non sembrava avere armi. Relativamente importante quando il corpo stesso poteva essere un'arma.
    Chissà perché però dubitava che quello fosse il caso.

    « Tu chi sei? E perché non siamo morti? » domandò Jattur, accennando con la testa al vuoto davanti a loro.
    Un lampo di confusione passò nei suoi grandi occhi nocciola, « Davvero non ti ricordi? » disse, guardandolo addolorata. « Neppure il mio nome? »
    « ...Alysia. » disse lui senza pensare. L'istante dopo socchiuse leggermente gli occhi, guardandola sospettoso. « Come faccio a sape...? »

    Un lampo di ricordi, poi ricordò.
    Ricordò tutto.


    Titolo:
    CODICE
    <font face="Times" color=darkred size=3>Aldilà</font>

    Sottotitolo:
    CODICE
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    ...alysia...

    Camminava ormai da quelle che sembravano settimane intere, ma che più probabilmente erano poche ore al massimo. Il tempo sembrava scorrere in modo strano, lì: a volte denso come melassa, altre volte scorrevole come l'olio. Il sole era rimasto congelato sul posto durante tutto il tempo, ora caldo come una fornace. Non che cambiasse molto, dopotutto. C'era ancora qualcuno che guardava il cielo scuotendo la testa, ma erano pochi. I più semplicemente si erano abituati all'assenza di regole. Quel deserto, per esempio: quando vi era entrato era una foresta di alberi spogli e secchi, coperta di neve, in una notte senza luna e senza stelle, con un freddo micidiale e occhi ostili che sembravano fissarlo mentre non guardava. Non sapeva dire quando il panorama era cambiato... semplicemente, era successo. Nessuna regola. Nessuna spiegazione. Tutte le risposte dovevano essere strappate con brutalità all'ambiente circostante, quel grezzo mondo ostile in cui le tue peggiori paure si rintanavano spaventate sotto il letto, terrorizzate dagli incubi che inseguivano quelli come lui - ed erano i più deboli fra i tormenti. Dolore costante, incessante: un tormento eterno. Roba da impazzire.
    Per fortuna avevano trovato un aiuto.

    Ad un certo punto si fermò e si guardò attorno, cercando di orientarsi. Sabbia e sale ovunque potesse guardare, fin nell'orizzonte, ma il debole filo di potere nero che lo collegava alla sacerdotessa era ben teso dietro le sue spalle. Due, forse trecento miglia: non una grande distanza in quel posto in cui si scavalcavano burroni chiudendo gli occhi e facendo un passo in avanti. La ragazza lo aveva guardato storto quando aveva detto che sarebbe andato "in ricognizione", ma aveva lasciato correre. Sapevano entrambi che non aveva molto senso discutere: loro avevano bisogno di certe cose, cose per cui bisognava correre dei rischi. Era crudele, ma ci era abituato. Quello che davvero non riusciva a sopportare era l'incredibile boria degli esseri che governavano quel posto. "Le anime sono deboli", aveva detto la sacerdotessa... beh, gli sembrava di aver già dato ampie prove del contrario. Sfortunatamente, loro non sembravano della stessa opinione.
    Chiuse gli occhi. Sbuffò.
    Cosa doveva fare affinché lo prendessero sul serio?

    « Fatela finita. » disse soltanto. « So che siete lì. »

    Ci fu un momento di pausa -immaginò- imbarazzata, poi sagome nere comparvero ovunque attorno a lui. Esseri tozzi, di fattura vagamente umanoide ma i cui lineamenti sembravano sciolti come la cera e riplasmati male: alcuni snelli e allungati, altri forti e massicci. Daemons, li chiamava la sacerdotessa, esseri nati in quel mondo. Di basso rango notò Jattur, pericolosi solo per il numero. Ed era davvero un gran numero: dozzine, più vicine al mezzo centinaio che ai venticinque. Tuttavia, ancora non sufficiente.

    « Tu non dovresti essere qui, anima. » ringhiò uno di loro, facendo un mezzo passo in avanti. Probabilmente quello avrebbe dovuto essere un atteggiamento minaccioso, ma ai suoi occhi l'intera faccenda era ridicola. Se non avesse avuto bisogno di testare la sua teoria non avrebbe mai fatto da esca così.
    Il soldato annuì gravemente, nascondendo l'irritazione dietro un'espressione cortese. « Hai ragione. Temo di essermi perso, ma forse voi potete darmi una mano: sto cercando il portale per il nono girone. »

    Questo attirò la loro attenzione. Fu come guardare una ressa di gatti rizzare il pelo tutto all'improvviso: un'onda di tensione elettrica passò attraverso le schiere di Daemons mentre schiene si raddrizzavano, occhi si socchiudevano, ali si spiegavano, artigli si allungavano, corna si rizzavano. « Tu non dovresti essere qui, anima. » ripeté il Daemon passandosi la lingua sulle fauci frastagliate. « Ma ti aiuteremo comunque... più o meno. »
    « Io ho un'idea diversa. » replicò Jattur, imperturbabile. « Voi vi arrendete e io non vi uccido. »
    Il Daemon che aveva parlato per primo sogghignò crudelmente e si diede la spinta con le ali, scagliandosi contro di lui più veloce di quanto potesse fare lui con le sue gambe.

    Il soldato sbuffò di nuovo, poi alzò le braccia e le incrociò all'altezza dei polsi.
    Col senno di poi, forse, non l'avrebbe fatto.

     
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    Comparvero dal nulla.
    Tre esseri deformi, dalla pelle scura e l'animo nero, armati di lame nefaste e intenti crudeli. Non conoscevano la pietà o la compassione, ma vivevano per il fragore della battaglia e l'alito rancido della violenza. Attorno a loro la desolazione d'una piana cruda, coperta da pochi arbusti morti, in una notte senza luna e senza stelle. L'unica luce era quella delle anime - migliaia, milioni, miliardi, incalcolabili quantità, piangenti e disperanti, che spandevano la flebile scintilla di quel poco che rimaneva loro nella morte.
    Tutte, senza nessuna eccezione, incatenate da ceppi di un metallo nero come la dannazione.

    Avanzarono con passo implacabile, il suono delle loro calzature chiodate il rintocco di una campana a morte, allontanando a manate le greggi di esseri derelitti. Nessuna considerazione per quelli che consideravano puntualmente degli scarti. Ad un tratto si fermarono, immobili come statue, e uno di loro si fece avanti.

    Alto, massiccio e muscoloso, con indosso soltanto un gonnellino di pelle, aveva un imponente palco di corna in testa e una linga lingua biforcuta da rettile, che usò per saggiare l'aria. « Vuoi giocare a nassscondino, dissgusstosso ribelle? » sibilò l'essere.

    Si mosse lentamente, con la grazia felpata di un predatore, descrivendo ad ogni passo un cerchio di malvagie intenzioni e sfida. Nella sua mano roteava con gesto pigro un'ascia nera e arcuata, il cui profilo era reso lucente dalla magia.

    « Io ti sssento. » sussurrò il Maestro Daemon, e il suono della sua voce fece rabbrividire quel mondo di incubi e dannazione eterna. « Sssento l'odore della tua paura. »

    Un passo.
    -le anime attorno a lui iniziarono a tremare-

    « Sssa di rancido, di cossse andate a male. »

    Un passo.
    -nessuna osava guardarlo; stavano lì, rannicchiati nel buio, stretti nella morsa della paura-

    « È un odore gusstosso. » Le labbra del Daemon si schiusero rivelando una dentatura degna di uno squalo. « Fa venire voglia di sgranocchiare, e divorare. »

    Un passo.

    All'improvviso una delle forme luminescenti scattò in piedi e fuggì via. Il Daemon si dissolse in una nube nera; un'altra, identica, riapparve davanti all'anima e si condensò nella figura minacciosa dell'essere. L'anima in uniforme si fermò sul posto e corse nella direzione opposta. Il Maestro Daemon lo inseguì con un ghigno crudele, alzando l'ascia letale... quando all'improvviso qualcosa gli si mise in mezzo alle gambe e lo fece inciampare di faccia. Voltatosi di scatto, vide la gamba tesa di una giovane donna in uniforme stesa a fargli lo sgambetto. Il suo volto, pallido e coperto brina, non mostrava alcuna traccia di paura e nei suoi occhi si conservava una scintilla di malizia.

    « Oops! » disse la donna, portandosi le mani alla bocca con aria di scuse. « Che maldestra che sono. »

    Il Daemon lanciò un ululato di pura furia e si rialzò in piedi, ordinando agli altri di inseguire il ribelle attraverso il legame che tutti i servi di Gokukara condividevano. La donna si raddrizzò con un movimento sinuoso, molleggiando sulle gambe.

    « Ti avverto: da piccola volevo essere una ballerina. » lo ammonì l'anima-donna, agitandogli un dito sotto al naso.
    « Se vuoi danzare, ti posso accontentare! » ringhiò il Daemon.

    Si scagliò contro di lei, menando un tremendo fendente con l'arma che spaccò il suolo e scagliò la terra in cielo - ma la donna piroettò con grazia di lato, schivando il colpo senza sforzo apparente. Un urlo di dolore strozzato in lontananza passò imperturbato tra i due, che l'ignorarono.

    « Déboulés. » spiegò lei con una scrollata di spalle. « Non dire che non ti avevo avvertito. »

    Il ringhio del Daemon s'innalzò di un paio di tacche. L'essere alzò ancora una volta la massiccia arma e fece per gettarsi all'attacco con furia cieca, quando due braccia si protesero da dietro, lo afferrarono al mento e alla fronte e torsero con violenza.
    Lo schiocco dell'osso che si rompeva accompagnò la caduta del corpo inerte.

    L'uomo che aveva dato inizio inizio alla caccia la guardò ansante, lo squarcio provocato dal globo di plasma che aveva posto fine alla sua vita chiaramente visibile nel suo petto.

    « Tu » disse Gnrraul ad occhi sgranati « sei una donna pericolosa, Alysia Shattur. »
    Le labbra di Alysia si schiusero in un sorriso biricchino. « Oh, e non hai ancora visto niente.... »

     
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  4. † Morte †
     
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    But whether on the scaffold high,
    Or in the battle's van,
    The fittest place where man can die
    Is where he dies for man.
    ·


    Capitolo Ultimo






    Gridò quando la Lama Nera cozzò contro il suo incantesimo, sentendosi come se quel che sentiva come 'polmoni' si fossero lacerati per lo sforzo, ma riuscì a resistere... a stento. Sopra di lei il daemon maggiore ghignò e alzò ancora l'arma, intenzionato a schiacciarla una volta per tutte. Si lasciò sfuggire un rantolo disarticolato, un verso nato da frustrazione e immane stanchezza, poi evocò ancora una volta il dono di Gokukara.

    La spada infusa di nero potere affondò verso di lei. Il suo scudo magico si spezzò come carta velina, disintegrandosi con uno sfarfallio cristallino. La terra sussultò ed esplose, scaraventata verso il cielo nero in mille minuscoli frammenti.
    Ma lei non era più lì.

    Il daemon girò la testa appena in tempo per vederla piombare sulla sua gigantesca spalla. Si aggrappò goffamente agli spuntoni dell'armatura di ferro nero, temendo per un istante che sarebbe caduta a terra e il daemon l'avrebbe uccisa - questa volta per sempre. Riuscì a trovare una presa salda solo con tre dita, l'altra l'infilò nell'interstizio fra due delle placche dell'armatura del daemon.
    Non pensò, non rifletté sulle conseguenze: incanalò tutto il suo potere e lo rilasciò nella fessura.
    Fu accecata dal lampo nero, il tuono l'assordò, e per un istante tutto quello che riuscì a fare fu reggersi con presa disperata. Poi la mano del daemon la spazzò via come una mosca. Roteò in aria, cieca e sorda, per quello che le parve un'eternità. Colpì qualcosa, qualcosa di morbido, e fu scagliata a terra con un gemito che non aveva emesso lei. Lo sentì appena: il grido di dolore del daemon sovrastava ogni cosa, lacerando l'aria stessa nell'agonia. Troppo tardi pensò, nella nebbia di dolore che l'avvolgeva: la maledizione che gli aveva scagliato era crudele, l'avrebbe ucciso lentamente... ma l'avrebbe ucciso, di questo era certa. Ben presto i ruggiti divennero rantoli, e poi il silenzio.

    Una mano le strinse la spalla. Lei, ancora cieca, l'afferrò in risposta.

    Si sentì tirare in piedi, manovrare come una marionetta spezzata con un braccio attorno alle spalle di qualcuno e trascinare lontano. Glielo lasciò fare; stordita com'era, non le importava. Non percepiva malvagità attorno a lei, i daemon che rimanevano dovevano essere morti o morenti, e per il resto...
    ...un momento.

    Deglutì a vuoto, cercando disperatamente di spremere qualche goccia di saliva per inumidire le labbra. Fallì. Tentò lo stesso.
    « ...Jattur? » gracchiò. « Dov'è...? »



    Qm Report †
    † Aviatori: Drusilia Galanodel, Yoko Saddler, Grifis Minos, Ryusang Galan
    Siete agli Inferi e, come vi aspettavate, non sarà una passeggiata.

    Siete apparsi nella fase finale di una battaglia campale fra demoni e umani. Tutti gli umani hanno almeno una ferita mortale che ignorano bellamente, classificandosi dunque come anime, e la maggior parte ha uniformi da ssa. Tre di essi li riconoscete abbastanza facilmente: sono Alisa Shattur (Alysia in asghabardiano), Gnrraul e Jattur. Una quarta persona sta combattendo quello che sembra un arcidemone alto tre metri; non la riconoscete, ma tutti voi capite che lei -a differenza di ogni singolo asghabardiano incontrato nelle vostre visioni- sa usare la magia. Quanto potente sia esattamente, non è facile dirlo avendo visto solo lo scambio finale. Il post è scritto dal suo PoV.
    I demoni stanno avendo la peggio e tra poco saranno tutti morti. Nessuno sembra fare caso a voi.

    Tutte le anime presenti sembrano indossare collari e bracciali di ferro nero.
    Il Marchio che Gesso ha impresso sul polso di Drusilia nel Limbo pulsa ed emana potere.

    Vi ricordo che manca ancora un ultimo compito secondario da portare a termine: consegnare il Bastone dei Cavalieri del Verbo a Margareth, membro disperso della compagnia degli Spettri. Fino a quel momento tuttavia potete provare ad usarlo in ogni momento; vi basterà scrivere che cercate di far funzionare l'artefatto o vi affidate a lui, e il qm (io) descriverà gli eventi successivi.

    Turnazione libera: potete già postare, se così desiderate.

    † Gli aiuti e le difficoltà: Marchi, bastoni, inferi
    Nello spoiler finale sono elencate tutte le passive a vostro vantaggio e a vostro svantaggio, che avete accumulato risolvendo compiti secondari e apprendendo informazioni su Jattur. Dategli una bella letta, perché oltre ad essere una lista di bonus/malus hanno qualche contenuto di background. Allego alcune F.A.Q. alle passive cui siete soggetti; qualora abbiate altre domande sulle stesse, ovviamente, potete chiedere nel topic in bacheca.

    L'influsso dell'Inferno, fatto percepire da Peste a Yoko e Grifis, è qui vivo e pulsante. Drusilia ne è immune poiché la sua passiva di difesa dalle malie è di origine razziale, dunque divina essendo lei stessa un angelo. Volendo Drusilia può scegliere di sacrificare tale protezione per proteggere gli altri tre Aviatori, tuttavia questo la espone alla piena potenza dell'influsso.

    I demoni (daemon in asghabardiano) non si accorgono di voi per via del Manto di Ombre castato da Gesso sul polso di Drusilia, poco prima di uscire dal Limbo. L'occultamento ha un raggio di 30m, come una normale passiva, e cessa nel preciso istante in cui eseguite un'offensiva. Una volta conclusosi l'attacco tornate completamente invisibili/immuni agli auspex dei demoni. Sperabilmente se sarete prudenti nessuno si accorgerà di voi in mezzo alla selva di anime quando l'occultamento sarà abbassato. La donna asghabardiana dotata di magia è soggetta al Manto di Ombre come i demoni.

    Le anime invece non possono percepirvi coi sensi della vista e dell'udito per via della passiva Reame dei Morti, ma ogni percezione extrasensoriale funziona perfettamente. Inoltre ogni vostra tecnica viene vista e udita come di norma, e agisce come di norma sia sulle anime sia sui demoni. Semplici attacchi fisici trapasseranno le anime senza danno a meno che le armi con cui portate i colpi non possano ferire l'astrale, l'etereo e/o lo spirituale.

    Yoko: i tuoi compagni usano la deduzione, ma tu se l'Avatar di Guerra e vai oltre le considerazioni più ovvie. In condizioni normali è impossibile che delle anime facciano a pezzi i loro carcerieri in questo modo; questo significa che qualcuno ha trovato il modo di aggirare gli incantesimi che asserviscono le anime dell'inferno alle loro punizioni eterne. L'ovvio candidato è la donna dotata di magia, ma il tuo auspex ti informa che la sua magia è la stessa usata dall'arcidemone e dagli Spettri - ossia, anche lei è una serva di Gokukara. A differenza degli altri non presenta ferite mortali evidenti, quindi potrebbe essere come non essere ancora viva.

    Per ultimo: mi scuso sinceramente per il corposo "regolamento aggiuntivo" per l'ambientazione infernale; io e i miei fratellini stavano cercando di snellirlo, ma poi son svaniti tutti e... beh, lasciamo stare. :look:



    Passiva per Dru (estesa al resto dei LAM per vicinanza):
    CITAZIONE
    Disegnatore folle

    Il talento di Gesso -talento? orgoglio, passione, la vita intera!- è il disegno. Il ragazzo non è uno stregone, o un accolito di Gokukara: è un artista. E in quanto tale i suoi incanti sono più opere d'arte che vere e proprie magie.
    Il problema con l'arte è che non è sempre adatta come strumento d'incanalamento magico; in particolare le opere create con il gesso -suo strumento preferito- tendono ad essere particolarmente effimere: spazzate via dalla prima pioggia, o da un robot per pulire le strade. A meno di non usare un pizzico di magia per renderle eterne, beninteso...
    In termini di gdr, Gesso è in grado di trasformare una sua tecnica, applicata su un oggetto o una persona, in una passiva di quell'oggetto o quella persona. Ciò è possibile solo in scene gdr e quest, e nel secondo caso col consenso del qm.
    { passiva (gdr-only) di permanentizzazione di tecniche di disegno ~ usata su quinto sigillo, posto su Drusilia }



    V Sigillo ~ Il Manto di Ombre
    Narra la tradizione che Gokukara si avvicini alle sue vittime avvolta da un nero manto dotato della capacità di occultare chi lo indossa da ogni senso, non importa quanto acuto o sovrannaturale. Dato che nessuna delle prede della dea è sopravvissuta alla caccia è difficile confermare una simile diceria, ma la storia è cionondimeno diventata assai popolare tra i suoi fedeli - al punto da far spopolare gadget capaci di rendersi invisibili per qualche secondo!
    Esistono tuttavia anche incantesimi più seri che permettono, se non di rendersi completamente impercettibili, perlomeno invisibili ai nemici propri e dei propri alleati. Il Quinto Sigillo in particolare occulta completamente a qualunque tipo di vista e auspex passivo e attivo fino a potenza media, resistendo persino a quelle percezioni ultraterrene normalmente in grado di oltrepassare simili incanti. L'incanto cessa però nell'istante in cui si effettua un attacco, per poi rialzarsi l'istante successivo.
    <font size=0 face="Times" color=black>{ consumo alto-critico ~ II turni }

    { doppia passiva di occultamento da (vista+auspex) nei riguardi dei seguaci di Morte + passiva anti-passive di occultamento }



    Passive per tutti:

    CITAZIONE
    Reame dei Morti

    Mondo che vai, regole che trovi.
    Esiste un curioso capovolgimento delle leggi naturali secondo cui tanto più ci si addentra in un reame bipolare rispetto al proprio quanto più le caratteristiche che differenziano gli abitanti dei rispettivi mondi vengono accentuate e capovolte. Nella fattispecie: poiché i morti nel Reame dei Vivi sono pressocché impossibili da sentire alle persone comuni, nel Reame dei Morti sono i vivi ad essere trattati a meno di apposite tecniche come impercettibili spettri dal resto dei... beh, defunti. Metodi comuni per aggirare suddette difficoltà sono le tavole spiritiche (in cui è il morto che legge il messaggio del vivo), manifestazioni pseudoexstoplasmatiche che altrove passerebbero per il passaggio di un poltergeist, ecc. È comunque consigliabile iniziare con un defunto che possieda esperienza nell'ambito della comunicazione tra morti e vivi, a meno di non causare situazioni alquanto surreali...
    { passiva di comportamento spettrale }


    CITAZIONE
    I n f e r n o

    Dimora delle anime peccatrici, fonte prima e assoluta di ogni dannazione. Nell'intricata struttura di un asse dimensionale può esistervi più d'uno, connessi fra loro da appositi portali (e sono dunque chiamati 'gironi') o separati da criteri mutevoli da asse ad asse; condividono tuttavia un unico allineamento atto a renderla patria natia dei peggiori incubi delle razze dei mondi "di sopra" e temuta dimora eterna di quanti incorrono nei crimini puniti dalle loro religioni. Chiunque oltrepassi i suoi cancelli non si aspetti di resistere a lungo, poiché il dolore delle anime punite fin dalla creazione sovrasta, sia pur latente, ogni protezione spirituale non provenga da un'entità forte almeno quanto un dio.
    { passiva di dolore spirituale + passiva anti-passive di dolore spirituale di origine non divina }



    Edited by † Morte † - 26/4/2013, 12:02
     
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    « Ecco, lo sapevo »

    Esordì il Demone Volpe alla vista di ciò che parve sembrare il termine di un conflitto assai lungo e spietato.

    « Ci hanno fatto fare tardi alla festa! »

    Maledetti Cavalieri dell'Apocalisse... manco fossero pattuglie della polizia, che ad ogni incrocio dovevano interrompere il loro viaggio per controllare (e mica superficialmente) patente e libretto.

    « Ma noi abbiamo comunque un invito... Ufficiale, non è vero?»

    L'occhiolino scoccò in direzione del Falco d'argento. Ah, se avrebbe capito, ne era più che sicuro!
    Quella era in effetti l'incancellabile natura di un Magister mascalzone, fin dentro al midollo. Persino avvolto dalle fiamme degli inferi, circondati da orribili demoni in lotta con ben noti asgabardiani (non era sicuro quale dovesse essere la fazione da temere), ed oppressi da quella sgradevole sensazione che poco tempo prima il Dottore pustoloso gli aveva già lasciato assaporare in anteprima.
    Beh, di buono c'era che per il momento tutti quanti li stavano beatamente ignorando; avrebbero dovuto approfittarne...?

    « Vediamo. »

    Intanto che rifletteva su come sarebbe stato meglio muoversi, sarebbe stato utile riferire ai compagni ciò che i super poteri da guerrafondaio gli avevano sussurrato.

    « Il nostro anonimo ma fidato benefattore mi suggerisce con una notevole arguzia quanto non sia normale che degli umani siano in grado di ribellarsi in questo modo ai carcerieri che dovrebbero tipicamente massacrarli. »

    In effetti, fin qui ci poteva arrivare persino un Ryusang ubriaco.
    La parte più succosa della comunicazione sarebbe arrivata a breve.

    « Quella donna. »

    Lasciando intendere ai propri compagni il riferimento a colei che lottava contro il gigante di tre metri, prima di esser trascinata via esausta.

    « Utilizza la magia di Gokukara. »

    Il che la rendeva l'indiziata principale di quel casino, essendo gli asgabardiani negati per definizione con qualsivoglia tipo di arte magica.
    Ma, sopra ogni altra cosa...

    « Go-ku-ka-ra. »

    Scandì bene quella parola, affinché i ricordi (un tantino lontani in effetti) riaffiorassero con la dovuta cautela nella mente degli eroi laputense.
    Chi altri si riferiva all'oscura Signorina capricciosa in quel modo?

     
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    Il Nibbio

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    E poi Boom!, si ritrovarono all'Inferno. Era probabile che ci fosse stato qualcosa nel mezzo tra i bagordi e il teletrasporto, ma non se lo ricordava, o non ci aveva fatto particolarmente caso: aveva le idee un po' annebbiate, il Nibbio, e gli occhi cerulei studiavano con aria stranita la superficie del Bastone che gli Spettri avevano dato loro nel Limbo quasi un'eternità prima.

    Clangore di metallo e rumori di colluttazione richiamarono l'attenzione del biondino, e ci volle qualche momento prima che il cervello riprendesse a carburare almeno il minimo sindacale necessario per notare che gli omini impegnati a combattere contro demoni (erano demoni quei cosi in armatura...?) vestivano tutti le divise Ashgabardiane.

    E c'erano Jattur, e c'era Alysia, e persino Gnarraul...! Nel riconoscerli, dette in una risatina beota, e nello stato alterato in cui non c'è filtro tra pensiero e azione, Ryusang trovò che fosse normale alzare la manina per far loro ciao-ciao e salutarli tutti
    (perché Kalia ci teneva che facesse il ragazzo educato!), anche alla tizia sconosciuta che stava usando la magia.

    « Ecco, lo sapevo: ci hanno fatto fare tardi alla festa! »
    la voce di Yoko, catalizzò sulla Volpe gli occhi blu del Sergente
    « Ma noi abbiamo comunque un invito... Ufficiale, non è vero?»

    Perplesso, il biondino reclinò la zazzera arruffata da una parte e rimase in ascolto... in ascolto delle deduzioni del Magister e degli umidi brontolii che si levavano dal suo stomaco: l'aria di quel posto iniziava ad affliggerlo con un ineffabile malessere che gli stava facendo venire la nausea.

    « Vediamo. Il nostro anonimo ma fidato benefattore mi suggerisce con una notevole arguzia quanto non sia normale che degli umani siano in grado di ribellarsi in questo modo ai carcerieri che dovrebbero tipicamente massacrarli. »
    riprese il Magus, lasciando spaziare gli acuti occhi d'oro per il campo di battaglia
    « Quella donna. Utilizza la magia di Gokukara. Go-ku-ka-ra. »

    « Eh-eh...! Gokukara...! »
    ripetè, ridacchiando perché aveva un suono buffo
    « Magari è Gufo...! Oppure è Morte... Eh-eh, quella stronza... »

    Nonostante il sistema cognitivo fosse palesemente andato a passeggiatrici, il corpo giovane ma allenato del Nibbio rispose con disciplina ai suoi intenti, e il giovanotto non vacillò minimamente quando -impugnatone il corpo centrale con ambo le mani- sollevò il Bastone sopra la testa facendolo roteare con maestria, prima di conficcarne un'estremità nel suolo davanti a lui, strappando un rintocco all'arida terra dell'averno; anzi, a dirla tutta, Ryusang sembrava ancora più sciolto e reattivo che au nature.

    In silenzio, assistette al comportamento della Reliquia -o alla sua assenza-, ma dopo un momento uno spasmo lo fece sussultare; fece appena in tempo a lasciare l'artefatto in mano a Drusilia prima di spostarsi più in là di una manciata di metri, piegarsi in due, e vomitare tutto quello che aveva ingurgitato dall'inizio della traversata, tranne l'anima (ah-ah: visto dove ci troviamo, quella se la sarebbe tenuta ben stretta).

    Dopotutto, non gliene si poteva fare una colpa: massicce dosi di alcolici -e improbabili misture degli stessi- sono una pessima combo con i viaggi dimensionali e le passeggiate all'aria sulfurea dell'Inferno.
    Se non lo sapevate, sapevatelo!


    Ryusang prova a far funzionare l'artefatto affdatoci dagli Spettri, ma poi si sente male e lo passa a Drusilia XD
     
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    Inferno.

    Esattamente come in tutti gli altri cambi di scena, i quattro eroi si ritrovarono catapultati in un altro luogo, questa volta estremamente diverso dai primi. C'era aria di guerra, ma profondamente diversa da quella di Asghabard. C'era zolfo e magia... una sensazione opprimente e sovrannaturale che poco aveva a che fare con la concretezza di un mondo fatto per i viventi. Poco distanti da loro, distrutti in seguito ad una dura battaglia, vide Alysia, Gnarraul, altri Asghabardiani in divisa e, nonostante ciò, seppe di non essere più in una visione dei Cavalieri. Quella era la realtà.
    Quello era l'Inferno.

    « Ecco, lo sapevo: ci hanno fatto fare tardi alla festa! »

    La voce allegra del Magister ruppe il silenzio che si era creato in quel frangente, solare ed in estremo contrasto con il volto cupo della Dama. Mille dubbi riaffioravano ben visibili nei suoi verdi smeraldi, estremamente criptici ed oltremodo pesanti.

    « Vediamo. Il nostro anonimo ma fidato benefattore mi suggerisce con una notevole arguzia quanto non sia normale che degli umani siano in grado di ribellarsi in questo modo ai carcerieri che dovrebbero tipicamente massacrarli. »

    Lo sguardo di Drusilia spaziò sul vasto campo di battaglia per alcuni secondi senza tuttavia coglierne i dettagli, persa com'era nei suoi pensieri.

    « Quella donna. Utilizza la magia di Gokukara. Go-ku-ka-ra. »

    Come in un riflesso condizionato, mentre Ryusang si lasciava andare in una sonora risatina, Drusilia ebbe l'istinto di coprirsi il disegno sul proprio braccio. In realtà non conosceva nemmeno quella donna, nè aveva una vaga idea di quali fossero le sue intenzioni, tuttavia in quel momento non era in grado di sentirsi più sicura di niente. Rimase in silenzio, non rispondendo nemmeno ai vaneggiamenti del biondino; si limitò ad afferrare il bastone quando le fu dato in consegna, poco prima che il Sergente si piegasse a vomitare tutto ciò che aveva toccato in quell'orribile viaggio.
    Per un attimo, un solo attimo, intravide il volto di Jattur poco più distante, e fu quasi certa che i loro sguardi si fossero incrociati. Il suo cuore iniziò a battere di gioia, preda di un'inconsistente quanto sciocca speranza... ma lui guardò oltre, e sparì nuovamente tra la folla, ignorandola come se non fosse mai esistita.
    In quel preciso istante Drusilia si sentì sprofondare.

    -... non dovremmo essere qui.

    Si ritrovò a dire con voce estremamente abbattuta.

    -Lui... lui non vorrebbe tornare. Probabilmente ci ha dimenticati: è questo il suo mondo, sono loro le persone a cui è davvero legato, non noi. Noi siamo degli estranei: potremmo farlo, questo è vero, ma perchè dovremmo spezzarle, queste maledette catene?

    La sua voce si tinse di toni più alti, duri, mentre le dita sottili si stringevano con rabbia attorno al bastone.

    -Se lui non lo volesse... noi che diritto abbiamo di allontanarlo da loro?

    Nessuno, questa era la risposta esatta.
    Lo sguardo smeraldino della Dama si abbassò lentamente, distrutto da quella tremenda consapevolezza, e per la prima volta da quando avevano varcato la soglia dell'oltretomba si ritrovò a versare una lacrima. Al diavolo l'orgoglio, che guardasse pure quell'idiota di Guerra: andasse al diavolo pure lui, lui e tutti i suoi fratelli.
    Si sentiva stanca, estremamente stanca.

     
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    Era una situazione un po' così. Se l'inferno era la singolare espressione di un'anima, decisa a restare, sola, lontana dalla luce; allora quella strana visione di morte e sofferenza aveva un suo preciso perché. C'era da dire che, dal momento in cui avevi messo piede in quel postaccio, le cose erano andate male: lo soffrivi, lo soffrivi come se avessi una spada ficcata nel cuore. Una cosa non atroce in senso fisico ma egualmente orribile da sopportare. Eri sia un'anima estranea ma, al tempo stesso, parte integrante di quell'assurdo convivio di dannati. La differenza è che tu non eri ancora morto.

    Ascoltasti le parole di tutti. In fondo era normale che ognuno avesse qualcosa da dire, ma prestasti maggior attenzione a Drusilia, che sembrava soffrire a suo modo quella situazione. Qualcosa dentro di te si mosse, come un'ingranaggio che prese ad oliare le vecchie ruote dentate del tuo orgoglio. Cos'eri, un vecchio reduce di guerra stanco della vita moderna e disilluso dei giovani ribelli, oppure un soldato fresco e forte che doveva adempiere ad una missione?

    La tua mano avrebbe saggiato la spalla della Dama del Vento.
    La tua voce l'avrebbe raggiunta come un sussurro.

    Perché io non sono venuto quaggiù per farmi dire che mi sono fatto il viaggio a vuoto.

    Un sospiro, stavolta per tirar via la pesantezza nel tuo animo.

    Io un motivo ce l'ho.

    Facesti, involontariamente avanzando oltre tutti.

    Non me ne frega niente se quella testa di rapa non vuole tornare. Io so soltanto che sono venuto a riprendermi un compagno Aviatore. E per Aulë, io non me ne torno indietro senza di lui!

    Diamine, a che pro gettarsi a terra ora che erano a due passi dal loro obiettivo? Jattur non voleva tornare? Lo avreste costretto. Avrebbe opposto resistenza? Due sberle e vedi come si sta zitto. Lì c'era sua moglie? Al limite gli avresti presentato Sylvanas, magari gli sarebbe passata la voglia pure di volerla una famiglia!

    Per tutto questo e tanto altro, che l'inferno si fotta e che marciscano tutti.

    Che diavolo stiamo ancora facendo qui come un gruppo di salami?
    Andiamo a prendere Jattur, che ho fame e voglio tornarmene a casa!


    C'era da dire pure che alle volte eri proprio un bambino...
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    Condizione fisica 100%, Ottimale
    EquipArmatura d'Argento del Grifone

    già citata
    [ Equip Armatura + Passiva Volo + Passiva Peso Leggero + Attiva Movimento Rapido ]

    Spada degli Spiriti Silvani

    già citata
    [ Equip Spada + Passiva Affilatura Migliorata + Attiva Evocazione Spiriti ]

    Bussola d'Oro, Rosa dei Venti

    già citata
    [ Equip Oggetto + Passiva Auspex ]
    PassiveSilent Hill

    già citata
    [ Passiva - Riverenza ]

    Fearless

    già citata
    [ Passiva Resistenza Psicologia fino a livello Medio ]

    Etlreth, The White Album

    già citata
    [ Passiva Malus passivo pari al 50% ai Riflessi ]

    già citata
    [ Passiva Istant Cast ]

    Reame dei Morti
    [ passiva di comportamento spettrale ]

    I n f e r n o
    [ passiva di dolore spirituale + passiva anti-passive di dolore spirituale di origine non divina ]

    passive estese a Grifis perché vicino a Dru

    Disegnatore folle
    [ passiva (gdr-only) di permanentizzazione di tecniche di disegno ~ usata su quinto sigillo, posto su Drusilia ]

    V Sigillo ~ Il Manto di Ombre
    [ doppia passiva di occultamento da (vista+auspex) nei riguardi dei seguaci di Morte + passiva anti-passive di occultamento ]

    Attive



    Altro faccio il figo della situazione dai :geez:
     
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    Si arrampicò con fatica sulla collina di polvere, arrancando in uno strato di pulviscoli alto fino al ginocchio. Sentiva tanfo di morte e decomposizione, ma dopo quello che aveva visto da quelle parti si limitò semplicemente ad ignorarla - o era un'illusione progettata per tormentare anime, e dunque non era pericolosa per lei, o era reale e quindi non era rimasto nessun pericolo. Beh, nessun pericolo vivo. Alle sue spalle sentì l'invettiva sussurrata della sua guardia del corpo. Ignorò pure quello. Come esattamente suo marito credeva che quel piagnucolone avrebbe protetto lei, andava oltre la sua comprensione. A meno che farli scoprire da una pattuglia di daemon fosse parte di un elaborato piano volto ad eliminare ogni minaccia tramite un 'rischio calcolato', o come diamine l'aveva chiamato lui. ssa! Davvero, ora che ne conosceva un po' era stupita che qualcuno di loro fosse sano di mente, per dirla con un eufemismo.

    Stava per salire sulla cima della collina quando una mano l'afferrò per il collo e la schiacciò nella polvere all'improvviso. ll pulviscolo inghiottì il suo singulto di sorpresa... e il guaito di dolore del cretino quando il suo gomito accidentalmente colpì una parte molto morbida e delicata dell'anatomia maschile.

    « Maledetta scavezzacollo! » imprecò Gnrraul, a voce un filino più acuta del normale. « Vuoi farti ammazzare, per caso? »
    « Ti vorrei ricordare, genio, che sono già morta. » replicò Alysia, dolcemente. « E pure tu. »
    « E gradirei parecchio non morire una seconda volta perché un'indisciplinato mozzo decide di tuffarsi di testa in una battaglia campale, grazie tante. »
    Alysia sospirò, levando gli occhi al cielo. « Dimmi, per caso la paranoia è una caratteristica distintiva di tutti gli ssa? »
    « Si, e questo include tuo marito. » tagliò corto Gnrraul. « Sta' zitta e striscia! »

    Lentamente strisciarono assieme sul ciglio della collina, alzandosi quel tanto che bastava per far spuntare gli occhi oltre la nube di polvere. A circa un chilometro da lì la distesa di polvere assolata in cui erano finiva bruscamente per diventare roccia nera e venata occasionalmente da lava incandescente. I confini fra le due zone erano una linea frastagliata di nebbia e follia completamente incongruente, là dove due differenti aree di punizione si scontravano. I dettagli dell'altra zona erano indistinti dalla loro posizione, ma sembrava che la roccia s'innalzasse all'improvviso a perdita d'occhio formando un'enorme barricata di roccia lavica incisa da tre linee incavate innaturalmente dritte la cui fine si perdeva nella tempesta di fulmini che riempiva il cielo di là. Volendo essere un po' fantasiosi, i battenti incisi di un garguantesco portone.
    E ai piedi del portale si vedeva distintamente il proseguire di una battaglia.

    « Hanno iniziato senza di noi! » sibilò Alysia, incredula. « Non dovevamo colpire assieme? »
    « Sempre che i daemon non li abbiano scoperti prima. Quegli esseri hanno i sensi acuti. » bisbigliò Gnrraul, gli occhi fissi con concentrazione maniacale sulla battaglia. Analizzando, deducendo, valutando. « Va bene, facciamo così: io li distraggo e tu... Alysia? Alysia?! »

    Alysia, una decina di metri oltre la base della collina, salutò con la mano e partì di corsa verso la battaglia.
    Gnrraul si sbatté una mano sulla faccia. Forte.

    « Se non mi fa impazzire l'inferno, ci riusciranno gli Shattur... » mormorò prima di correrle dietro.




    Combatteva danzando in una ragnatela di catene, spesse gomene di maglie d'acciaio nero che si dipanavano in continuazione dai due bracciali che aveva ai polsi - piroettando e sgusciando, saltando e scivolando, costringendo con ogni movimento i simboli viventi della sua condanna a trovare sempre nuovi modi per bloccarlo, ostacolarlo, schiacciarlo a terra. E in quella nube di metallo freddo lui prosperava, intralciando i daemon e costringendoli a schivare serpenti di acciaio lunghi decine di metri pur di arrivare a lui. I corpi strozzati di quelli che ci erano riusciti ora decoravano le gomene più spesse e vecchie, come monito.
    Ma lui era un ssa.

    « NON DATEGLI TREGUA! »

    Un'anima è più vulnerabile se priva di un corpo aveva spiegato loro l'aspirante sacerdotessa, ha meno energia, meno potere, e si stanca molto prima. Ed era vero: anche con tutto il suo addestramento dover combattere in continuazione era uno sforzo continuo. Si sentiva stanco - più che stanco, esausto - e l'aver oltrepassato a piedi tre gironi certo non aiutava. Ma una pausa non era granché indicata al momento.
    Torse il polso in un rapido movimento circolare che mandò una catena fra le gambe di un daemon, facendolo inciampare, e un'altro soldato lo uccise con una di quelle lame spettrali che loro, povere anime derelitte, riuscivano a toccare. Una delle tante cose assurde di quel posto: alcune cose potevano toccarle, altre no. Avevano imparato, di solito nel modo più duro.
    Erano un popolo testardo.

    Un bagliore improvviso lo accecò, anche se era partito dalle sue spalle, e scagliò il daemon contro cui stava combattendo in una frenesia di urla e contorsioni inspiegabili. Lo finì rapidamente, poi si guardò attorno e intrecciò le dita dietro la nuca. Era una posa stupida da mantenere nel mezzo di un campo di battaglia, ma era l'unica che sembrava calmare le catene che erompevano dai suoi bracciali e dargli un po' di tregua. Non che avesse reale bisogno di mantenere oltre la posizione di combattimento: qualunque incantesimo avesse scagliato la sacerdotessa, stava uccidendo tutti i daemons rimasti sul campo - dolorosamente, per giunta. Il suo sguardo andò a cercare la giovane donna e, come previsto, la trovarono riversa a terra e apparentemente priva di sensi. L'angolo della sua bocca ebbe un fremito: per un mago normale fare un simile incantesimo sarebbe stato proibitivo, ma per un'anima...

    Corse da lei, ma a raggiungerla per prima fu Gnrraul. Era stato sorpreso di vedere il suo vecchio mentore all'inferno, all'inizio: era ancora vivo quando era partito da Asghabard, incaricato dall'Imperatore Tanek Asjurbag in quella cerca che lo avrebbe condotto su Endlos. « Come sta? » chiese.
    « Bene... credo. » rispose esitante Gnrraul. « Ma con la magia non si sa mai dire. Specialmente quando non dovrebbe essere neppure in grado di usarla. »
    « Ha mandato giù quel coso come un birillo. » disse una voce alle sue spalle. « Ti sorprende che sia stanca? »

    Jattur si girò.
    Erano passati -quanto?- sei mesi da quando era riuscita a sbloccare i suoi ricordi e fargli ricordare, ma ancora non riusciva a guardarla all'improvviso senza rimanere a corto di fiato. Alysia sorrise, come se sapesse l'effetto che gli faceva - quel sorriso furbetto e maliziosamente consapevole che aveva adorato fin dalla prima volta che era riuscito a scorgerlo, all'undicesimo appuntamento, e che continuava ad adorare anche se le sue labbra ora erano color blu congelato. Quante, quante cose aveva dimenticato! Fra la sua pazzia quand'era ancora vivo e la dannazione che lo aveva colpito alla sua morte, aveva dimenticato tanto - troppo, decisamente troppo: come aveva fatto a non capire che non aveva più veramente vissuto da quando la sua metà migliore era morta su quella astronave, tanti e tanti anni fa? Era davvero ironico che proprio adesso, da morto e nel pieno della sua dannazione, fosse in grado di sentire la cosa più importante della sua vita fra le sue braccia, contro il suo petto, sotto le sue labbra...

    Un discreto colpo di tosse rimandò l'idillio.
    « Eh, Jattur? » Gli occhi di Gnrraul erano ben piantati sul demoniaco cielo sopra di loro, con giusto un'accenno di sorriso sulle labbra. « Credo che la sacerdotessa voglia parlare con te. »
    « Sai, se il tuo amico non fosse già morto credo che l'avrei ucciso io. » disse piattamente Alysia, girandosi appena per fulminarlo con gli occhi.
    « Ah, avresti dovuto metterti in fila! » La baciò ancora, più castamente. « Anche se conoscendoti, credo che piuttosto sarebbe stata la fila ad aspettare te. »
    Alysia lo guardò, le labbra improntate ad un finto broncio. « L'ho sempre detto io.... » « ...la cavalleria è morta! » concluse Jattur ridendo

    Si separarono... a malincuore... e Jattur oltrepassò uno sghignazzante Gnrraul per andare ad inginocchiarsi accanto alla sacerdotessa. « Si? » domandò. La donna parlò, a fatica - poche, bisbigliate parole che non avrebbe mai udito se non avesse appoggiato l'orecchio alla sua bocca. « ...va bene, ci penso io. » disse.
    Si concentrò.

    Anche da defunto avere a che fare con la magia non era semplice. In teoria un'anima poteva cedere parte della propria essenza ad un'altra, ma lui dovette sforzarsi molto per qualcosa che la sacerdotessa riusciva a fare con estrema facilità: donare energia. Agli occhi degli altri sembrò che il suo corpo divenne più sfocato, quasi indistinto mentre si appoggiava più pesantemente al terreno, colto da un'improvvisa ondata di sfinimento quale neppure il combattimento era riuscito ad infondergli - come se il peso del mondo gli fosse piombato sulle spalle a tradimento, volendo schiacciargli la faccia nel fango. La donna prese un respiro rauco e improvviso, i suoi occhi si spalancarono di botto e si guardarono attorno. Spaesati, confusi, assaliti dalle mille sensazioni di un mondo ostile.
    Lui era già in piedi.

    « Voglio un perimetro di sicurezza attorno al portale... sentinelle a tre zone di distanza. » Traballò, subito sostenuto da Alysia - quando esattamente gli si era messo al fianco? Si massaggiò distrattamente le tre ferite slabbrate alla gola, giusto sopra il collare di ferro nero, e cercò di scuotere via la nebbia che offuscava i suoi pensieri. Concentrazione, gli serviva concentrazione... « Prendete tutte le armi che potete. Margareth- » si rivolse alla sacerdotessa « -tu apri il portale. Al resto pensaci tu, Gnrraul. »
    « Stai bene? » chiese Alysia, tesa.
    « No. » ammise. « Ma starò bene. Tra poco. »

    Nella nebbia, le parole di Margareth lo colpirono come un coltello.

    « ...non siamo soli.... »



    » Premessa - Status generale

    Status - Fisico »
    Status - Psicologico »
    Status - Energetico »
    Sforzi »
    Ottimale
    Stanco
    5%
    0xBasso, 1xAlto;

    .................................................





    » Note - Appunti del giocatoreRiassunto azioni »

    Prova, uno, due...

    Note »

    Cedo il 20% del mio mana alla sacerdotessa






    D a m n e d

    Catene. Pesanti, freddi ceppi di metallo nero che penetrano in profondità in quella che appare come pelle, scavando nei recessi più profondi dell'anima umana. E tirano, lacerano, squarciano e rimestano, finché di quanto era una volta non rimane che un relitto. La giusta punizione per chi in vita si macchiò delle peggiori colpe, lordando la propria anima di peccati irremovibili. Non c'è leggerezza nell'aldilà, nessuna pietà per chi pietà non ha dimostrato né conosciuto:
    E la dannazione è e t e r n a.
    { passive: ceppi indistruttibili e irrimovibili }
    ~
    Prima Catena dell'Omicida
    Non uccidere.
    Un comando per proteggere le persone; affinché non provino l'immenso dolore di una morte prematura, di una vita ingiustamente strappata via prima della scelta di Atropo. Chi lo infrange non rimane impunito: giudicato colpevole alla propria morte, la sua dannazione sarà addossarsi su di sé lo stesso dolore inflitto ad altri e riviverlo costantemente, giorno dopo giorno.
    In eterno.
    { passiva: il dannato sente il dolore di ogni persona che ha ucciso }
    ~
    Seconda Catena dell'Omicida
    Non uccidere.
    Un comando per proteggere se stessi, oltre che altre persone: perché la macchia di un omicidio non svanisce mai. Dolore e senso di colpa sono come catene, ceppi saldi che ti ancorano al passato e ti impediscono di vedere il futuro. Che ti strangolano, buttandosi a peso morto sui tuoi sforzi. Che ti tirano indietro, trascinandoti via da quello che desideri finché non sei paralizzato.
    Così era in vita, così è nella morte.
    { passiva: +50% in velocità alle catene }
    { passiva: se il dannato manifesta intenzioni offensive dai ceppi si estendono automaticamente catene che si ancorano al più vicino punto di ancoraggio e tirano finché il dannato non è immobilizzato }
    ~
    Terza Catena dell'Omicida
    Non uccidere.
    Un comando semplice, ovvio, intuitivo. Preserva la vita, poiché la vita è il dono concessoti. Toglierla non è solamente un furto ma anche un peccato di arroganza - chi si arroga il potere di togliere la vita suppone di averne il diritto, diritto che non gli spetta: e nel manifestarsi dell'arroganza, la caduta. Poiché non v'è morte senza dolore, e tale dolore è infinitamente maggiore se la morte è costretta: così come in vita l'Omicida causò dolore agli altri, così ora quel dolore è suo.
    Per sempre.
    { passiva: il dannato sente il dolore fisico e spirituale di ogni persona nel raggio di 30m }
    { passiva: eventuali passive di difesa o conversione contro le malie e il dolore non impediscono al dannato di percepire il dolore del difeso }
    { passiva: ogni sensazione di dolore fisico o spirituale è raddoppiata }
    ~
    Catena di Amore
    Esiste una tecnica mentale ssa chiamata punto fisso che permette al suo utilizzatore di creare un "nucleo" mentale dentro la sua psiche, riempirlo con i tratti essenziali della sua personalità e chiuderlo a chiave, irraggiungibile per chi non conosca come accedervi. È un metodo di resistenza ultima ad attacchi alla propria mente, l'ultima risorsa disponibile, l'unica che non può essere invertita dall'ssa stesso. Nonostante quanto affermato dai suoi istruttori, Jattur non è mai riuscito a sviluppare questa tecnica. Perlomeno, così ha sempre creduto. In realtà Jattur vive sfruttando la tecnica del punto fisso, utilizzata inconsapevolmente su un'astronave di nome Sphinra per proteggere se stesso da una scelta che all'epoca non era in grado di affrontare... e continuando a vivere con parte della sua mente chiusa a chiave in uno spazietto dimenticato.
    Una parte legata al suo unico, vero amore.
    Può essere dimenticata, può essere nascosta, ma quella parte esiste e non si accontenta di rimanere inosservata. La ragione per cui Jattur non è mai riuscito a sviluppare un punto fisso è che Alysia Shattur è il suo punto fisso, e un uomo non ha bisogno di altro scudo all'infuori dell'amore stesso.
    { passiva: condivide una passiva con gli alleati (scelta nel turno: resistenza alle manipolazioni psichiche, drusilia galanodel) }
    ~
    Catena di Lealtà
    Conosco la guerra, signorina Galanodel. Laputa non ancora.
    Parole schiette, prive di invidia e tuttavia inevitabili portatrici di una distinzione netta e assoluta fra l'angelo e il soldato di allora: il dolore di lei era personale, acuto e urlante, quasi insopportabile perché la colpiva direttamente; quello di lui era il placido e sommesso sussurrare di triliardi di individui sofferenti per la maledizione di un popolo. Quello fu l'inizio di un legame, un vincolo perdurato persino nella morte, basato sull'unica cosa che poteva unire due creature forgiate nel sangue e nella sofferenza.
    Lealtà, e un ideale di speranza che la rendeva desiderabile.
    Seppur Jattur stesso si consideri asghabardiano, nel mondo di endlos egli ha trovato qualcosa che la sua patria natia non poté dargli. E un briciolo di quel qualcosa è rimasto, intonso, anche dopo la morte.
    { passiva: il benedetto ottiene una copia esatta di una passiva di Drusilia Galanodel (usata nel turno: resistenza alle manipolazioni psichiche) }






    Benedizione di Gokukara, la Dea-Mantide
    m o r t e


    Vita e Morte.
    Due facce della stessa medaglia, unite eppur distinte: poiché mai un uomo dovrebbe avere il potere di dare la vita e dare la morte, o egli ne sarà reso lentamente schiavo. Capita raramente che i poteri di un sacerdote si sviluppino in entrambi gli aspetti di Gokukara e sempre in una situazione di pericolo estremo, di estremo sbilanciamento per l'equilibrio del mondo, di bisogno estremo. Capiterà allora che il sacerdote apporrà la sua Benedizione sul capo di un individuo di sesso opposto, ergendolo a paladino contro il male incombente, suo Guardiano e custode di una giusta causa e di un giusto potere. E lui e lei saranno vicendevoli fulcri per i loro poteri, essendo una cosa sola dinnanzi alle leggi della magia e degli Dei.
    { passiva di legame: i poteri magici attivi e passivi di Jattur e ??? possono diramarsi da entrambi }
      Prima Benedizione: Prudenza________

        Il libero arbitrio, la capacità di scindere il proprio cammino dalla volontà divina, è inutile senza strumenti che ci permettano di discernere autonomamente gli intrinsechi elementi della nostra vita. Bene e Male, la trama e l'ordito nel disegno di Lachesi, non sono colori netti e brillanti nella loro antitesi quanto piuttosto sfumature pallide e indistinte agli occhi del Privo di Virtù, che in essi trova inadeguatezza e infine perdizione. La Prudenza permette al Benedetto di distinguere il Bene dal Male ovunque egli li trovi, dipanando l'intreccio del mondo in una trama ai suoi occhi lineare e compiendo il primo passo per aiutare sé, oltre che altri.
        { passiva: auspex nei confronti del male }






    I n f e r n o

    Dimora delle anime peccatrici, fonte prima e assoluta di ogni dannazione. Nell'intricata struttura di un asse dimensionale può esistervi più d'uno, connessi fra loro da appositi portali (e sono dunque chiamati 'gironi') o separati da criteri mutevoli da asse ad asse; condividono tuttavia un unico allineamento atto a renderla patria natia dei peggiori incubi delle razze dei mondi "di sopra" e temuta dimora eterna di quanti incorrono nei crimini puniti dalle loro religioni. Chiunque oltrepassi i suoi cancelli non si aspetti di resistere a lungo, poiché il dolore delle anime punite fin dalla creazione sovrasta, sia pur latente, ogni protezione spirituale non provenga da un'entità forte almeno quanto un dio.
    { passiva di dolore spirituale + passiva anti-passive di dolore spirituale di origine non divina }


    Io, Anima

    Essere un'anima significa più che non possedere un corpo, significa esistere di pura energia e pensiero. Un'anima è meno forte, più debole di un essere corporeo, ma al tempo stesso non "muore" né "sviene" se la sua energia scende: gli basta riposarsi perché essa si ripristini naturalmente, o accettare il dono di un'altra anima.
    { passive: max. mana al 25% | +5% mana per ogni turno senza spese | no svenimenti-morte al 10-0% | possibilità di cannibalizzare mana di altre anime se scambio volontario }





    » Abilità Passive
    Shii-Cho »

    <b>Addestramento standard » +25% agilità e resistenza;

    Soresu »

    Guardia standard » Percezione a 360° dei pericoli;

    ??? »

    Tecnica ignota » Effetto ignoto, 0/2;









    » Tipologia della tecnica - slot n°1

    ____ Nome della tecnica »
    _ Descrizione della tecnica
    .................................................



    » Tipologia della tecnica - slot n°2

    ____ Nome della tecnica »
    _ Descrizione della tecnica
    .................................................

     
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  10. † Morte †
     
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    To me the honour is sufficient of belonging to the universe — such a great universe, and so grand a scheme of things. Not even Death can rob me of that honour. For nothing can alter the fact that I have lived; I have been I, if for ever so short a time.
    ·


    Capitolo Ultimo

    Asmodeus sorrise.



    Erano passati anni da quando aveva sorriso l'ultima volta, decenni da quando la sua piccola bolla di pace negli inferi era scoppiata; per sempre, così sembrava. Il mondo era cambiato, ma lui era rimasto lo stesso - gli uomini, con la loro sciocca idiozia e i loro sacri principi, avevano distrutto equilibri che si reggevano in piedi dalla creazione dell'universo. I servi prediletti del Verbo, i Custodi dei Quattro Sigilli, erano rimasti impotenti di fronte alla consunzione che stava dilagando nella realtà. Il Verbo ovviamente era rimasto a guardare. Non che qualcuno si aspettasse realmente che il Vegliardo intervenisse. Che il mondo vada in rovina! Che l'universo planare crepi, che le schiere sovrannaturali siano estinte, se questa è la volontà dell'uomo! A distanza di interi eoni lo sorprendeva che ci fossero degli Ala Dorata disposti a seguirlo ancora. La vita, per i suoi fratelli minori tanto quanto gli stessi Ala Dorata, era divenuta un inferno di noia.
    Eppure adesso sorrideva.
    Per la prima volta da oltre quarant'anni aveva qualcosa da fare.

    « ...f i n a l m e n t e ! »

    Le schiere di vermi che circondavano il suo trono fremettero all'udire il suo ringhio soddisfatto, tremando d'una paura incontenibile. Asmodeus non se ne accorse neppure, ritenendo il terrore un giusto tributo alla sua potenza. Si levò in piedi, lo sguardo cieco riempito dalla visione delle Ombre che aveva sguinzagliato come spie alla misera guarnigione dei portali. Le formiche credevano in una grande vittoria... le misere e potenti anime che sconfiggono e uccidono i loro padroni liberandosi dal giogo della schiavitù... ma nessuna di loro, nessuna di loro aveva capito cosa realmente li rendeva schiavi in quella landa di punizione!
    Ma prima che la loro ciecità li distruggesse lui, Asmodeus, Sire dell'Ottavo Cerchio, si sarebbe preso il suo buon divertimento.

    « S g u i n z a g l i a t e · i · S e g u g i ! · P o r t a t e m i · l e · t e s t e · d e i · m i s c r e d e n t i ! »

    Sogghignò, ebbro di crudele malvagità.

    « Q u e s t ' o g g i · s c a t e n e r e m o · u n a · C a c c i a · S e l v a g g i a ! »


    ††


    Non ebbe tempo di finire di parlare, l'asghabardiano alla guida di quelle anime derelitte, che il silenzio dei morti fu infranto dal prorumpere di una moltitudine di versi; prima uno, poi dieci, poi mille, poi centomila. Erano latrati, ululati, ringhi festosi e versi animaleschi d'ogni genere e specie, che si abbatte sulle vostre menti come schegge di ghiaccio affilate e gelide che raschino l'interno dei vostri crani, dilaniando e svellendo ogni traccia di pensiero razionale per lasciare solo alla bestia cieca che è dentro ciascuno di noi, folle di terrore.
    Sono richiami di caccia.

    « Santissime ombre... » sussurrò la sacerdotessa, sgomenta. « ... sono centinaia. »
    « Questo l'avevo capito. » disse Gnrraul. « Quello che voglio sapere è come trattare il problema. »
    La sacerdotessa scosse la testa. « Sono Segugi Infernali... lupi in pratica, ciechi e addestrati a seguire le tracce dello spirito della loro preda. Cacciatori infallibili e spietati, che amano mangiucchiare la preda prima di riportarla ai loro padroni. »
    « Carino. E come li si ammazza? »

    La sacerdotessa sorrise tristemente, il suo giovane viso improvvisamente invecchiato di mezzo secolo. « Ancora non capisci? » disse con dolcezza.

    « Non possiamo. »



    Qm Report †
    † Aviatori: Drusilia Galanodel, Yoko Saddler, Grifis Minos, Ryusang Galan
    Tre esseri stanno osservando invisibili il gruppetto di anime, chi ha una passiva di auspex può notarli. Non sono demoni, anzi hanno quasi la stessa traccia energetica delle altre anime... quasi.

    I medesimi auspex rivelano inoltre una forza di oltre ottanta unità in avvicinamento da lontano - trattasi della ripetizione di una tecnica di multievocazione di livello alto. Al momento i Segugi sono troppo lontani per intraprendere azioni... al momento!

    Turnazione non libera: prima posteranno due qualunque di voi, poi di nuovo Morte (l'arrivo dei Segugi), poi gli ultimi tre. Notare che da qui in poi Jattur è considerato nello stesso gruppo degli Aviatori, e posta come uno di loro.



    Passiva per Dru (estesa al resto dei LAM per vicinanza):
    CITAZIONE
    Disegnatore folle

    Il talento di Gesso -talento? orgoglio, passione, la vita intera!- è il disegno. Il ragazzo non è uno stregone, o un accolito di Gokukara: è un artista. E in quanto tale i suoi incanti sono più opere d'arte che vere e proprie magie.
    Il problema con l'arte è che non è sempre adatta come strumento d'incanalamento magico; in particolare le opere create con il gesso -suo strumento preferito- tendono ad essere particolarmente effimere: spazzate via dalla prima pioggia, o da un robot per pulire le strade. A meno di non usare un pizzico di magia per renderle eterne, beninteso...
    In termini di gdr, Gesso è in grado di trasformare una sua tecnica, applicata su un oggetto o una persona, in una passiva di quell'oggetto o quella persona. Ciò è possibile solo in scene gdr e quest, e nel secondo caso col consenso del qm.
    { passiva (gdr-only) di permanentizzazione di tecniche di disegno ~ usata su quinto sigillo, posto su Drusilia }



    V Sigillo ~ Il Manto di Ombre
    Narra la tradizione che Gokukara si avvicini alle sue vittime avvolta da un nero manto dotato della capacità di occultare chi lo indossa da ogni senso, non importa quanto acuto o sovrannaturale. Dato che nessuna delle prede della dea è sopravvissuta alla caccia è difficile confermare una simile diceria, ma la storia è cionondimeno diventata assai popolare tra i suoi fedeli - al punto da far spopolare gadget capaci di rendersi invisibili per qualche secondo!
    Esistono tuttavia anche incantesimi più seri che permettono, se non di rendersi completamente impercettibili, perlomeno invisibili ai nemici propri e dei propri alleati. Il Quinto Sigillo in particolare occulta completamente a qualunque tipo di vista e auspex passivo e attivo fino a potenza media, resistendo persino a quelle percezioni ultraterrene normalmente in grado di oltrepassare simili incanti. L'incanto cessa però nell'istante in cui si effettua un attacco, per poi rialzarsi l'istante successivo.
    <font size=0 face="Times" color=black>{ consumo alto-critico ~ II turni }

    { doppia passiva di occultamento da (vista+auspex) nei riguardi dei seguaci di Morte + passiva anti-passive di occultamento }



    Passive per tutti:

    CITAZIONE
    Reame dei Morti

    Mondo che vai, regole che trovi.
    Esiste un curioso capovolgimento delle leggi naturali secondo cui tanto più ci si addentra in un reame bipolare rispetto al proprio quanto più le caratteristiche che differenziano gli abitanti dei rispettivi mondi vengono accentuate e capovolte. Nella fattispecie: poiché i morti nel Reame dei Vivi sono pressocché impossibili da sentire alle persone comuni, nel Reame dei Morti sono i vivi ad essere trattati a meno di apposite tecniche come impercettibili spettri dal resto dei... beh, defunti. Metodi comuni per aggirare suddette difficoltà sono le tavole spiritiche (in cui è il morto che legge il messaggio del vivo), manifestazioni pseudoexstoplasmatiche che altrove passerebbero per il passaggio di un poltergeist, ecc. È comunque consigliabile iniziare con un defunto che possieda esperienza nell'ambito della comunicazione tra morti e vivi, a meno di non causare situazioni alquanto surreali...
    { passiva di comportamento spettrale }


    CITAZIONE
    I n f e r n o

    Dimora delle anime peccatrici, fonte prima e assoluta di ogni dannazione. Nell'intricata struttura di un asse dimensionale può esistervi più d'uno, connessi fra loro da appositi portali (e sono dunque chiamati 'gironi') o separati da criteri mutevoli da asse ad asse; condividono tuttavia un unico allineamento atto a renderla patria natia dei peggiori incubi delle razze dei mondi "di sopra" e temuta dimora eterna di quanti incorrono nei crimini puniti dalle loro religioni. Chiunque oltrepassi i suoi cancelli non si aspetti di resistere a lungo, poiché il dolore delle anime punite fin dalla creazione sovrasta, sia pur latente, ogni protezione spirituale non provenga da un'entità forte almeno quanto un dio.
    { passiva di dolore spirituale + passiva anti-passive di dolore spirituale di origine non divina }

     
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    Perché io non sono venuto quaggiù per farmi dire che mi sono fatto il viaggio a vuoto. Io un motivo ce l'ho.

    La risposta del Sergente Minos giunse rapida e violenta come un ceffone in pieno volto. Forse era un tentativo di rassicurarla -la mano sulla spalla non era certo un gesto ostile- tuttavia non fece altro che affossare ulteriormente il suo umore, ormai ai minimi storici. Perchè oltre al dubbio riguardo quale fosse la volontà del soldato, ora si aggiungeva anche il senso di colpa nell'averli trascinati in quello schifo. I pugni si strinsero fino a farle male, dentro di sè un desiderio prepotente di scappare ed abbandonare tutto.

    Non me ne frega niente se quella testa di rapa non vuole tornare. Io so soltanto che sono venuto a riprendermi un compagno Aviatore. E per Aulë, io non me ne torno indietro senza di lui!

    Le lasciò la spalla, ma il Gran Maestro continuò a fissare il vuoto.
    Si rese improvvisamente conto di aver paura: entrambe le strade percorribili non portavano a nulla di buono, e l'unica cosa giusta da fare era scegliere il male minore. Ma quale era davvero il male minore? Se Jattur non voleva andarsene via loro non potevano obbligarlo. Non era solo ingiusto, ma anche sconveniente: quale comandante sarebbe mai riuscito a gestire un soldato che lo disprezzava?
    E se invece Jattur avesse voluto seguire lei nel mondo dei vivi...
    ...Drusilia non lo avrebbe mai perdonato.

    Gli occhi verdi ed in parte gelosi si posarono in un insensato atto masochista sui due amanti abbracciati poco più in là. Tutta quella tenerezza... non l'avrebbe mai perdonato se avesse dimenticato la moglie un'altra volta. Se è per questo non l'aveva ancora perdonato della prima, ed al diavolo l'auto-ipnosi o tutte quelle idiozie mediche di cui aveva parlato Peste: lei ricordava ogni cosa dello sterminio del suo casato. Lei ricordava tutti i volti dei suoi familiari, dei suoi amici, le torture, il sangue e gli stupri consumati fra quelle sacre mura. Le aveva viste nei propri sogni, ogni dannatissima notte per cinque anni della sua esistenza, fino al suo incontro con la Luna. Ogni orribile, macabro dettaglio, i loro occhi ormai privi di vita ancor prima che sui corpi massacrati calasse la Nera Falce.
    Ogni volto di defunto, i sorrisi dei traditori e le bugie di chi l'aveva abbandonata.

    Lei non avrebbe mai dimenticato: il suo tormento era il giusto tributo a quelle anime, unica moneta di scambio per un debito di vita, nonostante tutto. E non serviva il potere degli inferi per ricordarglielo: nonostante i sorrisi e le belle parole, tutte le ferite di Amore bruciavano ogni giorno della sua vita come cicatrici lacerate, anche a distanza di quasi un decennio.

    Che diavolo stiamo ancora facendo qui come un gruppo di salami?
    Andiamo a prendere Jattur, che ho fame e voglio tornarmene a casa!


    Tirò un profondo sospiro, i pugni ancora stretti.

    -Grifis... sei un bambino.

    Infilzò il bastone nel terreno come se volesse pugnalarlo, dunque si fece avanti con tutta la rabbia e la frustrazione che aveva in corpo, ancora convinta che andarsene non fosse poi una cattiva idea; odiava ammetterlo, ma a volte comprendeva perchè il Padre avesse la tendenza a non intervenire nelle faccende umane. Gli era quasi vicina, se non per l'idea che avrebbe dovuto progettare gli uomini un pò meglio, a partire dai problemi di memoria.
    Levò le braccia, ed indicò un punto non molto distante.

    -Ci son tre presenze nascoste da quella parte- la mano si spostò verso un'altra direzione -I segugi di cui parla la donna, invece, sono là. Dovrebbero essere più di un'ottantina.

    Abbassò il braccio, il bastone nero ancora stretto nel proprio pugno.
    -...e non so di chi dei due preoccuparmi maggiormente.

    Non faccio molto perchè non c'è molto da fare. In più non improvviso perchè al momento Dru è in crisi di coscienza :geez: .
     
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    « "Non possiamo" un corno. » replicò Jattur.

    Appoggiò le mani sulle spalle della sacerdotessa, costringendola a guardarlo in viso. Sapeva che era morta da molto, almeno mezzo secolo, quindi non aveva idea di com'era la società di Asghabard odierna. Probabilmente qualcosa aveva saputo, parlando con le altre anime dell'inferno, ma non come se avesse davvero vissuto questi nuovi tempi disperati - mai come se avesse provato sulla sua pelle. Nessuno poteva capirlo, non senza provarlo di persona. E se avesse avuto un dio in cui pregare, Jattur avrebbe chiesto che nessuno dovesse più essere costretto a capire.

    « Sono quarant'anni che noi asghabardiani combattiamo contro tutto il resto della galassia, e siamo ancora in piedi. "Non possiamo", dici? Io dico di si. »

    Non sembrò particolarmente convinta dalle sue parole. Non si aspettava che lo fosse. Probabilmente non lo voleva neppure. « Vorrei che fosse così. » disse, ancora con quella voce dolce - come se lui non sapesse di cosa stava parlando. Ironia della sorte, era lei che non lo sapeva. « Ma questo è un nemico che non possiamo combattere. »

    Jattur sorrise. E in quel sorriso mise tutta la gelida indifferenza, l'agghiacciante impietosità e la spietata razionalità che gli erano stati inculcati durante il suo addestramento da ssa, marchiati a fuoco fin nella sua anima. « E chi ha detto che voglio combattere? » sussurrò.
    Qualunque cosa lei vide nei suoi occhi, bastò a farla rabbirividire.

    « Ascoltatemi tutti quanti! »
    Urlò a squarciagola, attirando l'attenzione di tutti.
    « Voglio che ognuno di voi prenda il cadavere di un daemon e lo squarti in due. Squarciategli la gola e il ventre, spillategli fino all'ultima goccia di sangue - poi cospargetevene. Aiutatevi l'un con l'altro, rotolatevi in una pozza di sangue se necessario: fra sessanta secondi non voglio vedere un sol lembo di pelle visibili sotto il sangue, capito? »

    Era ordini come quelli che permettevano di distinguere a colpo d'occhio i civili dai militari, i comuni soldati dai ssa: le occhiate disgustate di chi non aveva combattuto; gli sguardi combattuti di chi si, aveva combattuto e ne aveva viste di cose schifose, ma questa l'avrebbe evitata volentieri; le occhiate perplesse di quelli che avrebbero fatto questo e altro, ma non capivano.

    « Buona idea, ma perché il sangue? » domandò Gnrraul - con lo stesso tono che avrebbe usato se il vecchio studente avesse proposto di mangiare un cono gelato a partire dalla punta. « Questi 'segugi' danno la caccia all'odore dello spirito, non del corpo delle prede. »
    « E tu come credi che i daemon possano toccarci, se non fossero qui in puro spirito? »

    Un lampo di comprensione passò nei suoi occhi, e Jattur gli fece l'occhiolino prima di voltarsi verso la sacerdotessa.

    « Noi mettiamo in sicurezza l'area. » disse. « Tu apri quella porta. »



    » Premessa - Status generale

    Status - Fisico »
    Status - Psicologico »
    Status - Energetico »
    Sforzi »
    Ottimale
    Stanco
    10%
    -1xBasso, 1xAlto;

    .................................................





    » Note - Appunti del giocatoreRiassunto azioni »

    Prova, uno, due...

    Note »

    Cedo il 20% del mio mana alla sacerdotessa






    D a m n e d

    Catene. Pesanti, freddi ceppi di metallo nero che penetrano in profondità in quella che appare come pelle, scavando nei recessi più profondi dell'anima umana. E tirano, lacerano, squarciano e rimestano, finché di quanto era una volta non rimane che un relitto. La giusta punizione per chi in vita si macchiò delle peggiori colpe, lordando la propria anima di peccati irremovibili. Non c'è leggerezza nell'aldilà, nessuna pietà per chi pietà non ha dimostrato né conosciuto:
    E la dannazione è e t e r n a.
    { passive: ceppi indistruttibili e irrimovibili }
    ~
    Prima Catena dell'Omicida
    Non uccidere.
    Un comando per proteggere le persone; affinché non provino l'immenso dolore di una morte prematura, di una vita ingiustamente strappata via prima della scelta di Atropo. Chi lo infrange non rimane impunito: giudicato colpevole alla propria morte, la sua dannazione sarà addossarsi su di sé lo stesso dolore inflitto ad altri e riviverlo costantemente, giorno dopo giorno.
    In eterno.
    { passiva: il dannato sente il dolore di ogni persona che ha ucciso }
    ~
    Seconda Catena dell'Omicida
    Non uccidere.
    Un comando per proteggere se stessi, oltre che altre persone: perché la macchia di un omicidio non svanisce mai. Dolore e senso di colpa sono come catene, ceppi saldi che ti ancorano al passato e ti impediscono di vedere il futuro. Che ti strangolano, buttandosi a peso morto sui tuoi sforzi. Che ti tirano indietro, trascinandoti via da quello che desideri finché non sei paralizzato.
    Così era in vita, così è nella morte.
    { passiva: +50% in velocità alle catene }
    { passiva: se il dannato manifesta intenzioni offensive dai ceppi si estendono automaticamente catene che si ancorano al più vicino punto di ancoraggio e tirano finché il dannato non è immobilizzato }
    ~
    Terza Catena dell'Omicida
    Non uccidere.
    Un comando semplice, ovvio, intuitivo. Preserva la vita, poiché la vita è il dono concessoti. Toglierla non è solamente un furto ma anche un peccato di arroganza - chi si arroga il potere di togliere la vita suppone di averne il diritto, diritto che non gli spetta: e nel manifestarsi dell'arroganza, la caduta. Poiché non v'è morte senza dolore, e tale dolore è infinitamente maggiore se la morte è costretta: così come in vita l'Omicida causò dolore agli altri, così ora quel dolore è suo.
    Per sempre.
    { passiva: il dannato sente il dolore fisico e spirituale di ogni persona nel raggio di 30m }
    { passiva: eventuali passive di difesa o conversione contro le malie e il dolore non impediscono al dannato di percepire il dolore del difeso }
    { passiva: ogni sensazione di dolore fisico o spirituale è raddoppiata }
    ~
    Catena di Amore
    Esiste una tecnica mentale ssa chiamata punto fisso che permette al suo utilizzatore di creare un "nucleo" mentale dentro la sua psiche, riempirlo con i tratti essenziali della sua personalità e chiuderlo a chiave, irraggiungibile per chi non conosca come accedervi. È un metodo di resistenza ultima ad attacchi alla propria mente, l'ultima risorsa disponibile, l'unica che non può essere invertita dall'ssa stesso. Nonostante quanto affermato dai suoi istruttori, Jattur non è mai riuscito a sviluppare questa tecnica. Perlomeno, così ha sempre creduto. In realtà Jattur vive sfruttando la tecnica del punto fisso, utilizzata inconsapevolmente su un'astronave di nome Sphinra per proteggere se stesso da una scelta che all'epoca non era in grado di affrontare... e continuando a vivere con parte della sua mente chiusa a chiave in uno spazietto dimenticato.
    Una parte legata al suo unico, vero amore.
    Può essere dimenticata, può essere nascosta, ma quella parte esiste e non si accontenta di rimanere inosservata. La ragione per cui Jattur non è mai riuscito a sviluppare un punto fisso è che Alysia Shattur è il suo punto fisso, e un uomo non ha bisogno di altro scudo all'infuori dell'amore stesso.
    { passiva: condivide una passiva con gli alleati (scelta nel turno: resistenza alle manipolazioni psichiche, drusilia galanodel) }
    ~
    Catena di Lealtà
    Conosco la guerra, signorina Galanodel. Laputa non ancora.
    Parole schiette, prive di invidia e tuttavia inevitabili portatrici di una distinzione netta e assoluta fra l'angelo e il soldato di allora: il dolore di lei era personale, acuto e urlante, quasi insopportabile perché la colpiva direttamente; quello di lui era il placido e sommesso sussurrare di triliardi di individui sofferenti per la maledizione di un popolo. Quello fu l'inizio di un legame, un vincolo perdurato persino nella morte, basato sull'unica cosa che poteva unire due creature forgiate nel sangue e nella sofferenza.
    Lealtà, e un ideale di speranza che la rendeva desiderabile.
    Seppur Jattur stesso si consideri asghabardiano, nel mondo di endlos egli ha trovato qualcosa che la sua patria natia non poté dargli. E un briciolo di quel qualcosa è rimasto, intonso, anche dopo la morte.
    { passiva: il benedetto ottiene una copia esatta di una passiva di Drusilia Galanodel (usata nel turno: resistenza alle manipolazioni psichiche) }






    Benedizione di Gokukara, la Dea-Mantide
    m o r t e


    Vita e Morte.
    Due facce della stessa medaglia, unite eppur distinte: poiché mai un uomo dovrebbe avere il potere di dare la vita e dare la morte, o egli ne sarà reso lentamente schiavo. Capita raramente che i poteri di un sacerdote si sviluppino in entrambi gli aspetti di Gokukara e sempre in una situazione di pericolo estremo, di estremo sbilanciamento per l'equilibrio del mondo, di bisogno estremo. Capiterà allora che il sacerdote apporrà la sua Benedizione sul capo di un individuo di sesso opposto, ergendolo a paladino contro il male incombente, suo Guardiano e custode di una giusta causa e di un giusto potere. E lui e lei saranno vicendevoli fulcri per i loro poteri, essendo una cosa sola dinnanzi alle leggi della magia e degli Dei.
    { passiva di legame: i poteri magici attivi e passivi di Jattur e ??? possono diramarsi da entrambi }
      Prima Benedizione: Prudenza________

        Il libero arbitrio, la capacità di scindere il proprio cammino dalla volontà divina, è inutile senza strumenti che ci permettano di discernere autonomamente gli intrinsechi elementi della nostra vita. Bene e Male, la trama e l'ordito nel disegno di Lachesi, non sono colori netti e brillanti nella loro antitesi quanto piuttosto sfumature pallide e indistinte agli occhi del Privo di Virtù, che in essi trova inadeguatezza e infine perdizione. La Prudenza permette al Benedetto di distinguere il Bene dal Male ovunque egli li trovi, dipanando l'intreccio del mondo in una trama ai suoi occhi lineare e compiendo il primo passo per aiutare sé, oltre che altri.
        { passiva: auspex nei confronti del male }






    I n f e r n o

    Dimora delle anime peccatrici, fonte prima e assoluta di ogni dannazione. Nell'intricata struttura di un asse dimensionale può esistervi più d'uno, connessi fra loro da appositi portali (e sono dunque chiamati 'gironi') o separati da criteri mutevoli da asse ad asse; condividono tuttavia un unico allineamento atto a renderla patria natia dei peggiori incubi delle razze dei mondi "di sopra" e temuta dimora eterna di quanti incorrono nei crimini puniti dalle loro religioni. Chiunque oltrepassi i suoi cancelli non si aspetti di resistere a lungo, poiché il dolore delle anime punite fin dalla creazione sovrasta, sia pur latente, ogni protezione spirituale non provenga da un'entità forte almeno quanto un dio.
    { passiva di dolore spirituale + passiva anti-passive di dolore spirituale di origine non divina }


    Io, Anima

    Essere un'anima significa più che non possedere un corpo, significa esistere di pura energia e pensiero. Un'anima è meno forte, più debole di un essere corporeo, ma al tempo stesso non "muore" né "sviene" se la sua energia scende: gli basta riposarsi perché essa si ripristini naturalmente, o accettare il dono di un'altra anima.
    { passive: max. mana al 25% | +5% mana per ogni turno senza spese | no svenimenti-morte al 10-0% | possibilità di cannibalizzare mana di altre anime se scambio volontario }





    » Abilità Passive
    Shii-Cho »

    <b>Addestramento standard » +25% agilità e resistenza;

    Soresu »

    Guardia standard » Percezione a 360° dei pericoli;

    ??? »

    Tecnica ignota » Effetto ignoto, 0/2;









    » Tipologia della tecnica - slot n°1

    ____ Nome della tecnica »
    _ Descrizione della tecnica
    .................................................



    » Tipologia della tecnica - slot n°2

    ____ Nome della tecnica »
    _ Descrizione della tecnica
    .................................................



    Edited by Jattur Shattur - 19/5/2013, 19:07
     
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  13. † Morte †
     
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    Death is the universal salt of states;
    Blood is the base of all things - law and war.
    ·


    Capitolo Ultimo



    Arrivarono in ordine sparso,
    musi ferini, zanne sguainate, ringhi feroci,
    ticchettio di artigli su roccia - il ricco sapore del sangue già sulle loro lingue.

    Come lupi in caccia sbucarono dalle nebbie che separavano l'onirico dal reale, disponendosi in un ampio semicerchio attorno alla montagna. Il silenzio ora era assoluto, spettrale. Sentivano odore di carne, carne succosa e sanguinolenta, e il dolce odore di sangue d'anima di quanti fra le loro prede avevano visto la loro stessa essenza ferita dalle armi dei demoni difensori.
    E si fermarono.

    Confusi.
    Inquieti.
    Ingannati.

    Perché le loro prede sembravano svanite, i loro odori concludersi sul nulla, e altri -ben diversi- farsi preponderanti nei loro nasi. Un ringhio collettivo li scosse tutti al lezzo terrificante che penetrò nelle loro narici, odio puro cristallizzato in una tormenta gelida che va bene oltre il fisico, e i Segugi caricarono con foga indicibile - azzuffandosi, mordendosi, saltando gli uni sugli altri pur di arrivare primi alla fonte del puzzo. Alcuni, più lontani e ancora ignari dell'essenza angelica che tanti aveva scosso, si fecero avanti naso a terra fiutando la scia lasciata dietro dalle loro prede fuggitive, dirigendosi ignari là dove cinquanta anime attendevano col fiato in gola...




    « ...è uno scherzo? » sussurrò il vecchio addestratore. I suoi occhi sono fissi a terra, sulle orme che vanno formandosi su polvere e sangue, poi in aria sui respiri congelati che dal nulla sorgevano come tante nuvolette nell'aria rovente. « Sono cani invisibili? »
    Un respiro appena trattenuto si fece largo fra gli asghabardiani ricoperti di nero, una cinquantina appena di anime spaventate e provate di fronte ad un'orda di nemici spietati, nelle loro mani solo spade e lance di una tradizione ormai dimenticata. Gnrraul contò velocemente i nemici, raggruppando alla buona impronte e sbuffi: uno, tre, cinque, dieci, venti... troppi, maledizione. « Tutti gli ssa Gamma in prima fila, svelti. » disse a voce bassa e controllata. I suoi occhi freddi, pervasi dal gelo dell'assassinio imminente. « E assicuratevi che il primo colpo sia letale. »

    « Maritino mio, se hai uno di quei trucchi ssa di riserva ti conviene usarli. »
    Alysia deglutì forte, sentendosi scorrere nelle vene una paura mai provata. Aveva provato indicibili tormenti prima che suo marito si riunisse a lei aiutandola a sopportare la maledizione dei dannati, assieme avevano superato terribili pericoli e nemici infidi prima di trovare la sacerdotessa ed avere la protezione della sua magia, ma quelli... quelli erano la ragione per cui gli uomini scrutavano nel buio con timore, e rannicchiati si stringevano attorno al rosso fuoco. Con il terrore negli occhi si girò per guardarsi indietro, verso le immense porte che significavano la salvezza, aperte, o la distruzione. Un flebile velo di nera ombra si dipanava dalle mani serrate della sacerdotessa, abbandonata contro il portale come se morta o priva di forze. Aveva visto altre volte la scena, sapeva che non significava nulla vederla così inerte... ma era comunque troppo - non lì, non in quel momento!

    Un verso sommesso riempì le sue orecchie, un sussurro recante tutta l'ira e l'iracondia del mondo.
    E quando si voltò ebbe la netta sensazione che almeno uno dei Segugi stesse guardando proprio lei.

    « Tana libera tutti. » sussurrò Gnrraul. « Adesso arrivano. »

    Lo fecero; seguendo d'un sol battito di ciglia il parlare dell'anima.



    Qm Report †
    † Aviatori: Drusilia Galanodel, Yoko Saddler, Grifis Minos, Ryusang Galan

    @Tutti: L'incanto di Gesso vi protegge da vista e auspex, ma il semplice olfatto non è incluso nella protezione - questi segugi possono sentirvi!

    @Ryusang: A quanto pare ai Segugi Infernali l'odore dell'alcol non piace: una mezza dozzina di loro decide infatti di lasciare perdere il folto gruppetto di pecore anime e caricare più o meno nella tua direzione. Conta come una tecnica fisica di livello Critico e durata un turno in attacco, con power-up del 50% in forza.
    @Grifis: A confronto con l'Aviatore Verde il tuo odore è a malapena percepibile, cionostante la complessiva vicinanza del gruppo fa si che un quartetto di allegri Segugi salti proprio sopra di te, concretizzandosi nell'attacco di una tecnica fisica di livello Alto e durata un turno con power-up del 50% in forza.
    @Yoko: Sei un demone in una terra governata da demoni, quindi sei sostanzialmente ignorato nella carica generale. L'unico problema è che un Segugio in particolare cerca di coccole si struscia contro la tua gamba, cosa che considerate le sue dimensioni approssimativamente simili a quelle di un pony e il power-up del 50% alla forza tramutano la manifestazione d'affetto in qualcosa di più contundente...

    @Drusilia: La tua 'puzza' di angelo si fa sentire forte e chiaro: dieci Segugi infatti puntano distintamente gli occhi infuocati nella tua direzione e si scagliano contro di te... salvo fare con ampio sconcerto e guaiti sorpresi un frettoloso dietro-front a meno di cinque metri da te. Scopri così che il Bastone del Verbo emana un'aura di terrore passiva nei confronti di tutte le creature di Gokukara, tranne -perchè?- la sacerdotessa. Non tutti i Segugi riescono tuttavia a fermarsi e alcuni inciampano fra di loro, ruzzolando nella tua direzione. Conta come una tecnica fisica a potenza Media, senza power-up.
    @Jattur: Il trucco funziona... all'inizio. A distanza ravvicinata l'odore del sangue di demone non basta a sopraffarre quello di tre distinte maledizioni, e i Segugi capiscono l'inganno. Hai guadagnato qualche istante prezioso, ma sei anche esattamente al centro dello schieramento delle anime - ossia nel punto dello schianto. La Caccia Selvaggia conta per te come una tecnica fisica di livello Critico+Alto con power-up del 50% in forza. Gnrraul e Alysia, o alternativamente le due anime più vicine a te, sono anch'esse coinvolte nell'attacco e possono contribuire alla difesa; partono dal 25% di mana come di default per un'anima e usa il parco tecnica della tua scheda meno passive ed equipaggiamenti.
    @Anime varie: Solo chi ha due o più maledizioni è scoperto dai Segugi, quindi essenzialmente gli SSA.

    Turni liberi. Potete postare nuovamente tutti e cinque, Drusilia e Jattur inclusi. Vale il consiglio di prima: organizzatevi.



    Passiva per Dru (estesa al resto dei LAM per vicinanza):
    CITAZIONE
    Disegnatore folle

    Il talento di Gesso -talento? orgoglio, passione, la vita intera!- è il disegno. Il ragazzo non è uno stregone, o un accolito di Gokukara: è un artista. E in quanto tale i suoi incanti sono più opere d'arte che vere e proprie magie.
    Il problema con l'arte è che non è sempre adatta come strumento d'incanalamento magico; in particolare le opere create con il gesso -suo strumento preferito- tendono ad essere particolarmente effimere: spazzate via dalla prima pioggia, o da un robot per pulire le strade. A meno di non usare un pizzico di magia per renderle eterne, beninteso...
    In termini di gdr, Gesso è in grado di trasformare una sua tecnica, applicata su un oggetto o una persona, in una passiva di quell'oggetto o quella persona. Ciò è possibile solo in scene gdr e quest, e nel secondo caso col consenso del qm.
    { passiva (gdr-only) di permanentizzazione di tecniche di disegno ~ usata su quinto sigillo, posto su Drusilia }



    V Sigillo ~ Il Manto di Ombre
    Narra la tradizione che Gokukara si avvicini alle sue vittime avvolta da un nero manto dotato della capacità di occultare chi lo indossa da ogni senso, non importa quanto acuto o sovrannaturale. Dato che nessuna delle prede della dea è sopravvissuta alla caccia è difficile confermare una simile diceria, ma la storia è cionondimeno diventata assai popolare tra i suoi fedeli - al punto da far spopolare gadget capaci di rendersi invisibili per qualche secondo!
    Esistono tuttavia anche incantesimi più seri che permettono, se non di rendersi completamente impercettibili, perlomeno invisibili ai nemici propri e dei propri alleati. Il Quinto Sigillo in particolare occulta completamente a qualunque tipo di vista e auspex passivo e attivo fino a potenza media, resistendo persino a quelle percezioni ultraterrene normalmente in grado di oltrepassare simili incanti. L'incanto cessa però nell'istante in cui si effettua un attacco, per poi rialzarsi l'istante successivo.
    <font size=0 face="Times" color=black>{ consumo alto-critico ~ II turni }

    { doppia passiva di occultamento da (vista+auspex) nei riguardi dei seguaci di Morte + passiva anti-passive di occultamento }



    Passive per tutti:

    CITAZIONE
    Reame dei Morti

    Mondo che vai, regole che trovi.
    Esiste un curioso capovolgimento delle leggi naturali secondo cui tanto più ci si addentra in un reame bipolare rispetto al proprio quanto più le caratteristiche che differenziano gli abitanti dei rispettivi mondi vengono accentuate e capovolte. Nella fattispecie: poiché i morti nel Reame dei Vivi sono pressocché impossibili da sentire alle persone comuni, nel Reame dei Morti sono i vivi ad essere trattati a meno di apposite tecniche come impercettibili spettri dal resto dei... beh, defunti. Metodi comuni per aggirare suddette difficoltà sono le tavole spiritiche (in cui è il morto che legge il messaggio del vivo), manifestazioni pseudoexstoplasmatiche che altrove passerebbero per il passaggio di un poltergeist, ecc. È comunque consigliabile iniziare con un defunto che possieda esperienza nell'ambito della comunicazione tra morti e vivi, a meno di non causare situazioni alquanto surreali...
    { passiva di comportamento spettrale }


    CITAZIONE
    I n f e r n o

    Dimora delle anime peccatrici, fonte prima e assoluta di ogni dannazione. Nell'intricata struttura di un asse dimensionale può esistervi più d'uno, connessi fra loro da appositi portali (e sono dunque chiamati 'gironi') o separati da criteri mutevoli da asse ad asse; condividono tuttavia un unico allineamento atto a renderla patria natia dei peggiori incubi delle razze dei mondi "di sopra" e temuta dimora eterna di quanti incorrono nei crimini puniti dalle loro religioni. Chiunque oltrepassi i suoi cancelli non si aspetti di resistere a lungo, poiché il dolore delle anime punite fin dalla creazione sovrasta, sia pur latente, ogni protezione spirituale non provenga da un'entità forte almeno quanto un dio.
    { passiva di dolore spirituale + passiva anti-passive di dolore spirituale di origine non divina }

     
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    Ascoltò senza intervenire l'intero scambio di battute dei defunti Asghabardiani e, nonostante fosse dell'idea che ogni cosa potesse essere distrutta, l'avvertimento della Sacerdotessa la mise in un un certo senso in guardia. Che una donna in grado di ammazzare un Daemon immensamente più grosso di lei -come aveva appena fatto pochi attimi prima- ritenesse delle semplici bestie indistruttibili, implacabili, era un dato da non sottovalutare affatto. Evidentemente erano resistenti ad attacchi fisici e, considerando le affermazioni della donna, anche alla magia di Gokukara.

    Restava il ora il dubbio su quale fosse il loro punto debole.

    Sta di fatto che la Dama del Vento non avesse tuttavia considerato il proprio punto debole, e cioè l'incompletezza di quel curioso stato di "spettri nel mondo dei morti"; sia la diversità d'essenza che le protezioni di Gesso, infatti, non erano stati in grado di salvarli dall'esser percepiti dai mastini, ragion per cui l'intero gruppo divenne improvvisamente il primo bersaglio di quella caccia. Dieci segugi infernali puntarono chiaramente verso di lei -forse attirati dall'odore del suo sangue- ma quando ormai furono a pochi metri dalla loro preda angelica alcuni di essi si fermarono all'istante, guaendo e retrocedendo come spaventati a morte da qualcosa.
    Gli occhi smeraldini si posarono irrimediabilmente sul bastone che portava con sè.

    -Ah, però...

    Alcune bestie, nella foga, inciamparono maldestramente fino a raggiungerla, travolgendola in parte con la loro mole: se non fosse stato per l'immediata attivazione del Ten, risultato di mesi d'allenamento in Accademia, o per la repentina comparsa di bianche ali dietro la schiena in grado di sollevarla prontamente in volo con un balzo, probabilmente Drusilia si sarebbe fatta molto, molto più male e non ci sarebbe sicuramente andata di mezzo solo una gamba.

    -Il bastone...sarà questo il punto debole?

    Immersa nel suo elemento e momentaneamente salva dall'attacco di quelle bestiacce, il Gran Maestro degli Aviatori si lasciò andare alle più svariate ipotesi su quello strano quanto inaspettato retro-front ma, considerando che il comportamento degli animali fosse estremamente semplice ed istintivo nella quasi totalità dei casi, da domatrice di creature ritenne che la soluzione fosse quella più banale: se avevano paura del bastone, evidentemente questo poteva far loro del male.
    Persa nelle sue supposizioni, lo sguardo fisso nel vuoto, la Dama si trovò ad osservare da una prospettiva diversa l'intero campo di battaglia dall'alto: orme estremamente grosse segnavano la terra al passaggio di decine e decine di segugi, ed uno in particolare sembrò dirigersi oltre le schiere di ssa, minacciando la fanciulla così legata al suo sergente da ottenere gran parte delle sue attenzioni.

    -Sono la donna più stupida del mondo.

    Si disse impugnando con maggior vigore l'arma nera. Che ad ogni sua azione avesse il sospetto di fare una cazzata apocalittica era ormai evidente, eppure quella volta scelse di far spallucce ed intervenire lo stesso: non vantava la freddezza di un ssa e nemmeno quella di una persona comune, se doveva essere sincera con sè stessa. Non era mai stata una stratega particolarmente accorta e l'unico punto di forza era l'instabilità di fondo che governava ogni sua azione, rendendola di fatto imprevedibile agli occhi del nemico. Quindi... in barba all'organizzazione o al solo guadagnar tempo per riflettere, senza spiegare ai propri compagni nè il come nè il quando, la Dama del Vento catalizzò parte della propria luce sacra nel bastone mentre un inspiegabile vento si levava al cielo con la sola volontà di raggiungerla, correndole incontro fino ad agitare con violenza le piume delle tre bianche ali ora completamente spiegate. Come una spada, il bastone fu guidato dalle mani dell'angelo in un poderoso affondo che, spezzando l'aria in mille frammenti, andò a generare decine di petali abbaglianti e, confluendo nello stesso punto in una spirale, liberò un raggio di luce incandescente. Rapida e vigorosa, avrebbe raggiunto il mastino: Drusilia non sapeva se fossero deboli alla Luce, ma sperava che la combinazione con il Bastone del Verbo funzionasse. Nel caso peggiore avrebbe comunque richiamato l'attenzione della bestia su di sè, salvando così la ragazza.

    Un'ombra la coprì per un istante e, sollevando il capo, Drusilia si rese conto della presenza di Aeglos, l'unico in grado di vedere anche al suo posto e di concederle il privilegio della doppia prospettiva in ogni situazione. In realtà una parte di lei sapeva già della sua presenza: non si sarebbe spiegata altrimenti quella panoramica così estesa dall'alto. Sorrise fra sè, contenta di riavere la propria cavalcatura in quel momento critico, dunque scese in picchiata così da afferrare il suo bambino -stanco, frustrato e con seri ma momentanei problemi con l'alcool- e tirarlo su dal campo di battaglia, lì dove i mastini non potevano raggiungerli.

    -Riprenditi, tesoro: è il peggior momento possibile per sentirsi male.

    Nonostante la volontà di ammonirlo, la voce del Gran Maestro risuonò dolce e carezzevole come quella di una mamma preoccupata -perchè infondo era proprio così- ed in un gesto gentile quanto attento sollevò il suo bambino scavezzacollo fino all'altezza della chimera albina sospesa nell'etere, lasciandolo così salire in sella in modo da riposarsi qualche istante, lontano dalla carica, la violenza e la battaglia: da quel punto perfino i suoni sembravano ovattati.

    -Resta un pò qui: sei messo peggio di noi e non posso tollerare che ti prendano.

    Un dolce bacio sulla guancia lo avrebbe dissuaso dall'euforia della guerra, ora avvolto dal morbido abbraccio di Drusilia.

    -Quando ti sentirai meglio potrai scendere.


    crocedrusilia
    » Status Energetico: 110-5-5= 100%

    » Status Fisico: morso di entità bassa al polpaccio.

    » Status Psicologico: :botte:

    » Riassunto: Mi difendo solo parzialmente dall'attacco del cane usando il Ten a livello basso e prendendomi un danno basso.

    Mi sollevo in aria usando la passiva di Librarsi in Volo, dunque mi accorgo attraverso Occhi Congiunti (passiva condivisa con il mio grifone che mi permette di vedere le impronte) + Essenze e Presenze Nascoste (auspex per le auree dei cani) che un segugio sta per attaccare "lei". Non ho capito se si tratta di Alysia o la Sacerdotessa, ma credo faccia lo stesso.

    Sapendo che è morta da ragazzina (non è ssa) lancia l'attacco Affondo dei petali di stelle su quel mastino per difenderla, combinando il potere con il bastone ed usandolo al posto della Nanatsusaya come spada di luce. L'attacco è di livello basso.

    Terminato l'attacco, vedo che Ryusang è in difficoltà e lo sollevo per la collottola. Poi lo faccio salire sul mio grifone.

    Per ogni tecnica o azione mi avvalgo di Wind Speed (PU del 50% in velocità) ed Angel's Fall (PU del 50% in destrezza) e Istant Casting.

    A fine turno mi sposto di qualche metro, così da non essere nella stessa posizione di quando son diventata visibile. Ordino la stessa cosa al grifone, che agisce di conseguenza.



    rosadru

    Oggetti:
    Armi:
    • Alcarcalime
      (arco+frecce= 2pt)
      IMMAGINE ALLEGATA
      Dimensioni: 1m circa
      Materiale con cui è fatto: Lega proibita argentata con rune elfiche in oro ricamate lungo tutto l'arco.
      Descrizione: Arco di una gittata elevatissima: circa 30m.

    • Nanatsusaya
      (spadone semplice= 1pt)
      IMMAGINE ALLEGATA
      Dimensioni: 1m circa
      Materiale con cui è fatto: Caos cristallizzato.
      Descrizione: Una lama di raffinata bellezza, appare come uno spadone di un singolare materiale trasparente con ben sette punte. In più emana una inquietante aura violacea.


    Famiglio:
    • Grifone adulto
    Il grifone è una creatura leggendaria con il corpo e la coda di leone, artigli, ali (qualora si trattasse di un esemplare femmina) e testa d'aquila. Questa ha orecchie molto allungate; sono a volte descritte come da leone ma spesso anche da cavallo, a volte anche piumate. Simboleggia custodia e vigilanza, e solitamente son creature perfette da mettere a protezione di tesori particolarmente rari. Inoltre la sua figura riunisce in sè l'animale dominante sulla terra, il leone, con quello dominante in cielo, l'aquila, dunque è anche simbolo di perfezione e potenza. L'esemplare in questione è l'unico grifone albino vivente nel territorio di Endlos, una femmina, unico per la sua bellezza, tuttavia particolarmente delicato. Questo è caratterizzato da un piumaggio candido come la neve, esattamente come lo è il manto da felino del corpo di chimera. Unica macchia di colore, quasi ad impreziosirlo più che a sporcarlo, è l'oro di due grandi occhi lucenti. Si dice che, differentemente dai suoi fratelli, questa creatura sia stata trovata dal Gran Maestro nel Presidio del Nord, e che l'abbia portata con sè perchè colpita dalla sua bellezza esotica ed il candore lunare. E' anche un esemplare particolarmente grande; infatti è lungo quasi tre metri, con un'apertura alare di ben 6 m.

    [Punti base famiglio (3pt) + taglia grande (5pt) + volo (5pt) + artigli (1 pt) + becco (1 pt) = 14pt TOT]

    Nonostante il suo piumaggio albino, non si può certo dire che Aeglos sia una creatura delicata; abituato alle temperature più impervie e alle bestie più selvatiche e pericolose, la creatura dimostra una particolare capacità di resistenza agli attacchi, che gli permette di riportare meno danni rispetto un normale esemplare della medesima specie. In termini gdr, si tratta di un bonus passivo del 50% all'attributo "Resistenza".
    Come se non bastasse, è dotato di una muscolatura corta e possente che, sebbene non gli permetta una particolare agilità o rapidità, lo rende capace di compiere sforzi di molto superiori rispetto agli altri grifoni, come ad esempio trasportare più gente sul proprio dorso o fare dei danni ad un avversario con un semplice colpo fisico.
    In termini gdr, si tratta di un bonus passivo del 50% all'attributo "Forza".


    [Punti bonus Resistenza (5pt) + bonus Forza (5pt)= 10pt TOT]

    Occhi congiunti
    Aeglos non è un grifone come gli altri, e non lo è soltanto per il piumaggio candido, gli occhi d'oro ed il portamento aggraziato eppure maestoso, oltre ad essere la cavalcatura scelta del Gran Maestro del Liberis. Lui è molto di più. Lui, anzi lei, ha superato un lungo ed estenuante addestramento all'Albero Casa, delicati esperimenti da parte della Corona della Via della Genesi uniti a cure per migliorare la sua vita e le sue prestazioni a causa della debolezza fisica dovuta allo stato genetico di albinismo. Ha superato tutto, e non è stato facile, eppure la soluzione è giunta dal sangue stesso della sua padrona. Come narrano alcune leggende, infatti, il sangue degli angeli che in parte scorre nelle vene di Drusilia, ha proprietà particolarmente potenti per chi è in grado di sfruttarle, davvero molto simili a quelle decantate per la famosa "pietra filosofale". Il risultato? Oltre ad un recupero totale da tutte le carenze e malattie da esse generate, il volatile possiede ora anche un legame empatico con il Gran Maestro; Drusilia sarà in grado, infatti, a seconda del suo semplice desiderio, di vedere tutto ciò che passerà sotto lo sguardo vigile della chimera, come se i suoi occhi fossero i propri.

    [Punti passiva Occhi Congiunti (5pt)]


    » Abilità Passive

    →Aura di Venere» {malia d'Amore}: descrizione in scheda.

    →Avatar dell'Amor Sacro» {anti-malia}: descrizione in scheda.

    →Aura dei Giusti» {malia di Carisma}: descrizione in scheda.

    →Resistenza alle Manipolazioni Psichiche» {scopre intrusioni mentali+illusioni}: descrizione in scheda.

    →Volontà di ferro» {Bonus enegetico del 10%}: descrizione in scheda.

    →Essenze e presenze nascoste» {auspex passivo 15m}: Drusilia, inquanto Dama del Vento, è giunta ad un livello tale della comprensione del suo elemento, da poter considerarsi "tutt'uno" con esso.
    Partendo da tale presupposto, la giovane Galanodel è in grado, attraverso la meditazione, di poter "sentire" ogni molecola d'aria presente nel raggio di 15m da lei; quando qualcosa (persone, oggetti o tecniche che implicano forti spostamenti d'aria) si trova all'interno dell'area, la Dama è in grado di stabilire la sua esatta posizione nello spazio o un suo qualsiasi movimento o un semplice respiro.


    →Legame con la Fonte» {resistenza a veleni e malattie}: descrizione in scheda.

    →Linfa degli Angeli» {proprietà del sangue dei Galanodel}: descrizione in scheda.

    →Corpo Celeste:» {emana luce e non ha ombra}: descrizione in scheda.

    →Vista Ultra - Sviluppata 1» {scurovisione}: descrizione in scheda.

    →Vista Ultra - Sviluppata 2» {potenziamento vista}: descrizione in scheda.

    →Librarsi in volo» {volo fino a 5m}: Poichè derivano da creature del cielo, se ben allenati, sono in grado di sollevarsi in aria (max 5m) galleggiando in essa grazie al pensiero (tale tecnica è a volte accompagnata all'apparizione di tre bianche ali che, però, hanno puro effetto scenico).

    →Istant Casting» {potenziamento rapidità magica}: Drusilia non è un mago, e per quanto si sia allenata, ciò che è in grado di fare attraverso la magia non è dovuto ad ore ed ore di studio o pratica, piuttosto alla linfa vitale che scorre nel suo corpo. Lei non è umana, bensì una creatura magica, celeste, mistica, e la sua capacità di generare, manovrare, evocare elementi è assolutamente pura ed istintiva, dettata solo ed esclusivamente dalla sua volontà. Dunque la distanza che intercorre fra pensare un incantesimo, catalizzare energie, crearlo e rilasciarlo per colpire è praticamente inesistente.

    →Wind speed» {Bonus Velocità 50%}: Il vento è l'esito dei moti che l'aria compie nel cielo libero. Esso è un fenomeno naturale e consiste nel movimento ordinato di masse d'aria, intangibili, eteree eppure a volte immensamente rapide e potenti. Tuttavia, per quanto caotico o inspiegabile, esiste per ristabilire l'equilibrio fra gli innumerevoli frammenti di cielo, e pare sia tanto rapido quanto pochi sono gli ostacoli che incontra, o la grandezza della disarmonia fra le masse da riportare ad uno stato placido e tranquillo. La Dama del Vento, esattamente come l'elemento a cui è devota, con il tempo e l'esperienza è giunta ad un tale livello di comprensione della propria materia da assumerne le caratteristiche, e come l'aria è in grado di spostarsi, veloce come il vento di cui è sovrana.
    In termini gdr, Drusilia ha un bonus passivo del 50% all'attributo "Velocità".


    →Angel's Fall» {Bonus Destrezza/Agilità 50%}: Mai vi fu nulla più mobile dell'aria e del vento, mai vi fu più grazia di ciò che nel cielo sconfinato si muove. Inquanto Dama del Vento, Drusilia gode di particolarità fisiche molto simili a quelle del suo elemento, riadattate tuttavia su un corpo di Galanodel. Possiede ad esempio una elasticità muscolare fuori dalla norma, la capacità cioè di compiere movimenti particolarmente complessi con l'aiuto del proprio fisico scattante. Grazie a tale caratteristica, è facilitata enormemente nel maneggiare oggetti, in particolar modo armi, evitarne di altri, compiere movimenti agili in maniera repentina. In termini gdr, Drusilia ha un bonus passivo del 50% all'attributo "Agilità/Destrezza".

    →Nature Reverence» {comando agenti atmosferici}: descrizione in scheda.

    →Veritas» {discernere bugie}: descrizione in scheda.

    →Arciere Arcano» {frecce magiche}: descrizione in scheda.

    →Chaos» {spada mutaforma}: descrizione in scheda.


    » Tecniche Attive

    →Ten » {origine: elementalista+cavaliere}:
    E’ il primo dei Quattro Principi del Nen, ed implica la meditazione e la capacità di concentrarsi sui propri obiettivi per raggiungere le proprie mete e concretizzare gli scopi prefissati; una buona padronanza del Ten permette un controllo sull’aura che riveste ogni essere vivente, evitandone in questo modo la dispersione inconscia. A questo stadio è possibile concentrare l’aura all’interno del proprio corpo, provocando un sensibile e sostanziale incremento della resistenza fisica ai danni, cosa che fa apparire molto più resistenti di un uomo normale.

    Tipo: Difesa.
    Durata: Istantanea

    Consumo: Variabile Basso (5%)



    →Affondo dei petali di stelle » {origine: elementalista+cavaliere}:
    Drusilia evoca tra le mani una spada di luce. Qualora avesse la Nanatsusaya, questa inizierebbe a brillare non più di aura violacea, bensì di un chiarore di stelle e luci diffuse. Al che, la Dama Galanodel si inginocchierà, e mentre il vento le andrà incontro (effetto scenico), compirà un affondo di spada, spezzando quel vortice e generando innumerevoli petali luminosi di rosa bianca, suo simbolo di Arcano (ancora effetto scenico), che confluiranno in un unico punto, creando un potente raggio di luce che si propagherà in linea retta, investendo l'avversario. Ha un effetto penetrante, perforante e tagliente. Qualora investisse un personaggio di natura malvagia o un elementale dell'Oscurità o Sacrilego, la tecnica avrà maggior effetto.

    Tipo: attacco
    Durata: istantanea

    Consumo: Variabile Basso (5%)


    rosadru

     
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    Il Nibbio

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    Quando sei piegato in due su un sasso a vomitare anche le budella vien da sé che rischi di perderti qualcosa di quello che ti accade attorno, e così fu per il Nibbio, a cui ringhi e ruggiti di bestie feroci piovvero addosso senza che ne comprendesse bene il perchè; il fatto di non scorgere niente e nessuno quando ebbe sollevato la testa bionda per controllare di che si trattasse, certamente non lo aiutò a chiarirsi le idee, ma... diciamo che se vedi una scia di impronte -più simili ad esplosioni- che ti corrono incontro in linee rette che convergono verso di te, il pensiero di essere in pericolo poco poco ti viene.

    Mentre -in risposta alla sua volontà- le correnti d'aria si addensavano attorno alla sua figura per dar vita ad un bozzolo protettivo, il Sergente Verde fece appena in tempo a raddrizzarsi nella sua altezza e a sputare per terra un ultimo grumo di saliva acidula che gli impastava la lingua, prima che un paio di braccia lo staccassero dal suolo... allontanandolo dal pericolo degli Hellhound, e provocandogli un nuovo stravolgimento di stomaco.

    -Riprenditi, tesoro: è il peggior momento possibile per sentirsi male.
    lo riprese dolcemente il Gran Maestro, deponendolo in groppa al grifone bianco
    -Resta un pò qui: sei messo peggio di noi e non posso tollerare che ti prendano.
    un abbraccio gentile e un bacio lieve sulla guancia per dissuaderlo
    -Quando ti sentirai meglio potrai scendere.

    Molto concentrato sul controllare le peristalsi in rivolta del suo tubo digerente, il giovanotto dagli occhi blu si limitò ad annuire con il faccino stanco e l'aria ubbidiente; poi, non appena la mamma Dama del Vento si fu allontanata da lui, Ryusang si sporse oltre il fianco della cavalcatura e vomitò un ultimo fiotto di quella mistura disgustosa composta da alcol e bile che ancora si annidava nel suo stomaco – probabilmente dritto dritto sui segugi infernali che lo avevano assaltato poco prima.

    Adesso si sentiva un pò meglio. Un po' debole, forse, dal momento che quella prova lo aveva lasciato
    letteralmente svuotato... e fu allora, in reazione a quel pensiero, che le viscere iniziarono di nuovo a gorgogliare, e a brontolare, e a reclamare sordamente il loro giusto tributo.
    E quand'è così, non c'è altra scelta.

    Rovistandosi le tasche, il Nibbio estrasse un'altra barretta della sua scorta ashgabardiana, e dopo averla scartata -appallottolandone l'involucro e gettandolo sul campo di battaglia sottostante-, cominciò serenamente a sbocconcellarla in allegria come se non avesse vomitato a spruzzo fino a solo un istante prima. Come la saggezza popolare direbbe,
    “a cuor stomaco non si comanda”.


    Status Fisico: In ripresa
    Status Psicologico: Un po' svanito
    Energie Residue: 110% - 40% = 70%

    Crysalis: Adoperando la propria affinità con l’indomito Vento, il giovane può racchiudere sé stesso o un alleato in un bozzolo fatto di correnti d’aria; in questo modo, certi tipi di attacchi potranno essere smorzati, mitigati o annullati dal vento violento.
    Il bozzolo di vento si muove insieme al bersaglio su cui è stato applicato; entrarvi in contatto vuol dire ritrovarsi la parte interessata flagellata da lame di vento.
    Consumo: Variabile > Critico
     
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