[LAM] Lavoro extra

Arruolamento di Yuki nella Squadra Verde.

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  1. Virginia Naïlo
     
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    Albero Casa, Latifondo.
    Presidio Errante, Endlos.

    Alla fine, anche il Ballo d'Inverno era giunto alla sua conclusione, mentre il Nuovo Anno su Endlos faceva capolino irradiando il cielo di una curiosa quanto stupefacente aurora boreale. Non era certo il tipo che adorava vantarsi, eppure si disse che probabilmente nessuno più degli abitanti di Laputa di cui lei faceva parte sarebbe mai stato nel punto più adatto per osservarla nel suo complesso, sospeso nel cielo ed a questa prossimo. Avvolti da quella meraviglia, la fanciullina condusse il suo paziente lungo una scalinata che portava verso le basi di quell'isola volante dalla forma piramidale, più precisamente al secondo girone, dove cresceva -o era stato costruito?- l'Albero Casa, sede principale della gilda degli Aviatori. A prima vista, soprattutto se di notte, sarebbe apparso ai loro occhi come la sagoma di un enorme, gigantesco albero dalle larghe fronde, alle cui radici vi erano le porte d'ingresso, tutte sorvegliate da sentinelle notturne. Appena la videro, la salutarono, riconoscendola. Dunque la fecero passare, osservando bene in volto il giovane sconosciuto che l'Aviatrice Verde portava con sè. Entrambi salirono lungo una scala a chiocciola, raggiungendo il primo piano ancora vuoto dove erano gli uffici dei Burocrati. Decine e decine di sportelli burocratici, intervallati quà e là sa colonne in stile corinzio, si facevano spazio lungo le braccia della pianta a croce greca, mentre nella zona centrale dominava su tutto una grande fontana dodecagonale i cui bordi assumevano la forma di graziose panchine. Sugli angoli ben 4 scale a chiocciola, anch'esse in pietra chiara come i muri e diversamente dal pavimento ricoperto di mosaici dai temi naturalistici, tutte comunicanti col piano superiore e quello sottostante. L'intera volta era un trionfo di affreschi in stile rinascimentale, raffiguranti tutti un cielo limpido e azzurro solcato da mitiche creature alate mentre la luce proveniva da lampadari in cristallo, posti in sostituzione delle enormi bifore con disegni naturalistici ottenuti dall'incastro di vetri colorati da cui passavano i raggi solari durante le ore diurne. Era tutto magnifico, e probabilmente di giorno sarebbe apparso tutto ancora più bello. Salirono ancora, ed ancora, e dopo tante scale raggiunsero una piccola infermeria, al momento vuota.

    -Eccoci qui!

    Proclamò soddisfatta la biondina.

    -Adesso siediti e togliti la maglia che ti devo ascultare.

     
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  2. Y u k i ~
     
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    _Un'offerta che non si può rifiutare_
    I


    Saliva, saliva e saliva ancora, per una serie di scale che sembrava infinita... e questo non migliorava le cose, visto che era in ansia. Possibile che gli dovessero capitare proprio tutte a lui? Per un semplice boccone di torta alla fragola - che neppure aveva mangiato di sua volontà! - si ritrovava ora in una pessima situazione, dalla quale sarebbe volentieri fuggito se solo avesse potuto farlo. Però non poteva... quella ragazzina lo aveva salvato dopotutto, e scappare da lei come un cane che non voleva fare il bagno non sarebbe stato carino nei suoi confronti.

    « ... »

    E così mentre proseguiva al suo fianco, continuava a rimuginare su che genere di esami gli avrebbe fatto l'apparente crocerossina. Sperava vivamente che non gli prelevasse il sangue, poiché sarebbe risultato certamente anomalo se osservato al microscopio. E poi avrebbe dovuto dare spiegazioni? E che si sarebbe inventato? E se... insomma, era così preso da tutti quei pensieri che neppure si accorse di quanto bello fosse il posto in cui era stato trascinato dalla ragazza.

    Si rese però benissimo conto di essere arrivato a destinazione, quando mise piede in quella che pareva essere un'infermeria. E in quel momento una forte rassegnazione s'impadronì del suo spirito.

    « ...d'accordo. »

    Rispose un po' sconsolato alla ragazza, togliendosi la giacca dello smoking portato al ballo e poi la camicia, restando solamente a petto nudo. Infine si accomodò dove gli era stato indicato, sbuffando sonoramente. Se il nuovo anno iniziava in quel modo... poteva solo immaginare come sarebbe finito.

     
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  3. Virginia Naïlo
     
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    Se non fosse stata totalmente preda dell'amore verso il suo Signore, probabilmente la ragazzina avrebbe notato un non trascurabile apprezzamento il fisicaccio del giovane Yuki. Probabilmente lo avrebbe fatto anche se non fosse morta prima. Ma lei era morta, aveva vissuto nell'aldilà ed era poi tornata; ora come ora, gli unici canoni di bellezza da lei accettati o riconosciuti riguardavano soltanto le anime nascoste dietro quelle corazze di carne ed ossa che ne facevano da contenitori. Presi gli strumenti da lavoro, la suorina tornò a lui con visino felice ed innocente, dunque prese ad ascultarlo sulla schiena, totalmente ignara del possibile effetto che avrebbe fatto il metallo gelido sulla schiena. Avrebbe continuato per un bel pò, per poi liberarlo da quella tortura, rivelando le sue scoperte con faccina dolce e felice.

    -Ok, non stai morendo!

    ...

    Ok, magari non era proprio una cosa impensabile, ma la prudenza non è mai troppa, ecco.

    -In ogni caso, direi che al novanta per cento ti sei sentito male per una reazione allergica.

    Annuì convintissima.

    -Al che direi di farti una visita speciale dove controllo ciò che ti fa male, in modo da renderti consapevole dei tuoi problemi ed evitare che tu ti ammazzi da solo alla prossima occasione buona, ok?

    Gli si avvicinò con un piccolo ago in mano.
    No, non era una siringa, piuttosto un semplice filamento di ferro ben disinfettato.
    Non gli avrebbe prelevato il sangue... ma l'ago c'era comunque.

    -Dammi il braccio.

     
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  4. Y u k i ~
     
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    _Un'offerta che non si può rifiutare_
    II


    « Ah no? Pensavo il contrario... »

    Rispose ironicamente alla prima affermazione della ragazza, con il volto ancora corrucciato per essere stato costretto dal suo stupido orgoglio a seguire quella tizia senza neppure opporsi. Il fastidio causato dallo stetoscopio gelido era niente in confronto. Ma dopotutto se l'era cercata lui, non poteva mica dare la colpa a lei: oltre ad averlo guarito dall'intossicazione era stata anche così premurosa da portarlo... no, costringerlo a seguirla all'infermeria. Era stata gentile in fondo! Sì...?

    « Oh... non l'avrei mai detto. »

    Non era un bravo attore ma alla seconda frase cercò di apparire stupito, un po' per dar soddisfazione alla sua salvatrice e un po' perché se avesse ammesso di sapere d'essere allergico chissà cosa avrebbe pensato di lui: chi era così idiota da mangiare qualcosa a cui sapeva di essere intollerante? Non che l'avesse fatto veramente di sua iniziativa, ma spiegare le circostanze dell'accaduto era più complicato e soprattutto ridicolo di quanto ci si poteva immaginare. Quando la crocerossina si avvicinò a lui con qualcosa di simile ad un ago, Yuki sentì distintamente tutti i peli del corpo rizzarsi in una manifestazione inconscia di terrore: odiava gli aghi... riportavano alla mente brutti ricordi. Cose che avrebbe desiderato cancellare dalla mente. E questa volta fu impossibile per lui nasconderlo.

    « A-aspetta... che vuoi farci con quello? »

    Si fece un po' più indietro con il busto, mentre cominciava ad agitarsi. Aldilà dell'odio per gli aghi e le siringhe, quello che più lo preoccupava al momento era evitare in tutte le maniere di farsi prelevare dei campioni di dna qualsiasi. E se doveva fare la figura dello scemo per riuscirci, allora non avrebbe esitato.

    « N-non c'è bisogno! Sono sicurissimo che le fragole siano l'unica cosa a cui sono allergico! »

    Pronunciò quella frase senza pensarci sopra, e non si accorse che nessuno aveva mai parlato di fragole lì dentro. Poi si alzò dal lettino, e fece qualche passo barcollante in direzione della giacca, che aveva appoggiato su un tavolino poco distante.

    « Ma grazie comunque, eh! Apprezzo le tue premure! »

    Insomma, era chiaro e limpido come la rugiada mattutina: voleva scappare.

     
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  5. Virginia Naïlo
     
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    La suorina lo guardò, sbuffando visibilmente seccata.
    Perchè così tanti uomini avevano così paura delle medicine, ed in particolar modo degli aghi? Cosa c'era di così spaventoso? Bah... lei di certo non era tipo da costringere qualcuno per sport, ma non poteva permettersi che si facesse del male. Come era allergico alle fragole, poteva esserlo per qualunque altra cosa, e se lui lo avesse scoperto in modi peggiori non se lo sarebbe mai perdonato. Pur di salvarlo, era disposta a tutto.

    -Ho capito, niente punture...

    Disse, lasciando l'ago sulla scrivania lì vicino. Poi prese una cosa simile ad un flauto artigianale.
    O almeno così pareva.

    -Guarda qui.

    Esclamò rapida e con naturalezza, in modo da non fargli nemmeno rendere conto del pericolo, quasi volesse mostrargli un giocattolo. Peccato che dal giocattolo sarebbe schizzato un liquido arancione che, immancabilmente, lo avrebbe macchiato. Quel liquido non era vernice, ma una tossina dai potentissimi effetti suporiferi, usata per addormentare i grifoni ed i pazienti irrequieti.
    Virginia non era il tipo da costringere la gente, ma per il bene di quel giovanotto avrebbe fatto questo ed altro.
    E questo, a volte, poteva rivelarsi un problema...

     
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  6. Y u k i ~
     
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    _Un'offerta che non si può rifiutare_
    III


    Yuki tirò un sospiro di sollievo quando la ragazza gli disse di voler rinunciare alla puntura, ma non fece in tempo a sistemarsi la giacca prima che gli chiedesse di avvicinarsi: voleva mostrargli qualcosa, che sembrava essere una sorta di flauto. Lui apprezzava gli strumenti musicali, e anche la musica a dire il vero, anche se non aveva mai imparato a suonare niente... e fu dunque con particolare curiosità che avvicinò la testa all'oggetto, chinando il busto in avanti.
    Che cosa voleva farci con quel coso?

    « Uh? »

    Splat! Qualcosa lo colpì all'altezza del naso: un liquido di qualche sorta che la sua "infermiera" gli aveva evidentemente sparato addosso a tradimento. Indietreggiò di scatto, un po' sorpreso:

    « H-hey! Ma ti pare il caso di... »

    ... scherzare? No, non era una burla quella: riconosceva qualcosa di tremendamente familiare nell'odore di quella roba. E quando immediatamente dopo cominciò ad avere dei capogiri con tanto di vista annebbiata, comprese di non aver frainteso: quella maledetta gli aveva sparato un qualche sonnifero!

    « Ma... t-tu... »

    Non riuscì a terminare la frase: barcollò per qualche istante e dopo appena un paio di passi crollò pesantemente al suolo, svenuto. Come si suoleva dire? Non c'era due senza tre? Beh, a questo punto si poteva solo sperare che non vi sarebbe stata una terza facciata al pavimento per il povero Yuki.
    Due bastavano e avanzavano.

     
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5 replies since 13/1/2012, 23:28   148 views
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