[LAM] Approfondire i Ranghi

Aveva sempre trovato rilassante la pace e la tranquillità di cui si poteva disporre a quell'altitudine, e lui, che non condivideva gli stessi bisogni delle creature mortali, in quell'ambiente si trovava perfettamente a proprio agio.

Là, dove nemmeno le aquile osavano avventurarsi, Aeriel riposava, tranquillo e leggermente rarefatto, così come il resto dell'aria attorno al lui. Non avendo nemmeno bisogno di dormire, generalmente l'elementale amava prendersi un'oretta o due al giorno per rilassarsi, più che un bisogno fisiologico, forse un comportamento residuo di tempi antichi, quando quella non era ancora la sua forma.

Infreddolito, tremante e con due piccoli ghiaccioli che gli uscivano dal naso, giunse inaspettato un messaggero; egli allontanò le braccia dal corpo, in quella posizione probabilmente per diminuire l'esposizione al gelo di quell'altezza, solamente per il saluto, poi spiegò il motivo della sua visita.

Il Capitano dei Liber Aeris Milites, Divisione Bianca desiderava avere un colloquio con l'elementale, spiegò il messaggero prima di scusarsi per il fatto di avere un altro "impegno della massima urgenza" a cui doveva "urgentemente" recarsi (ad un ascoltatore più attento, la spiegazione si sarebbe rivelata come palese scusa per allontanarsi e scendere ad un'altitudine più... umana).

Non avendo particolari impegni, ed essendosi rilassato per più del necessario (cioè un quantitativo casuale di tempo), Aeriel decise di assecondare immediatamente la richiesta e si buttò in picchiata, superò il messaggero al limite dell'ipotermia, salutandolo, dirigendosi infine verso l'ufficio indicato.

Per comodità, decise di passare per la finestra, ma trattandosi di un suo superiore (o almeno così gli avevano spiegato, non che gli importasse veramente), pensò di bussare; la sua mano destra attraversò un paio di volte la lastra di vetro prima di ricordarsi di essere un "poco" incorporeo. Chiese quindi alla piccola Devi di uscire dal Mondo di Ombra per bussare al suo posto; riluttante per la timidezza, la piccola spiritella si rifiutò ed il suo posto fu preso dal ben più focoso Lavi, che bussò con tanta energia che sarebbe potuto sembrare provasse un certo rancore verso quella specifica finestra.

Aeriel avrebbe infine atteso che il "capo" gli concedesse di entrare nel proprio ufficio, fino a che non avesse ricevuto tale permesso, l'elementale sarebbe semplicemente rimasto fuori dalla finestra, fluttuante ed in attesa. Non aveva fretta.

Con calma e gesti moderati, il Capitano della Squadra Bianca accolse l'Aria nel suo ufficio e gli indicò di accomodarsi, al che, l'elementale guardò stranito il "capo" anche se sicuramente egli non avrebbe potuto notarlo, considerando la maschera che nascondeva completamente il suo viso. Tuttavia, per non inimicarsi subito quello che gli era stato indicato come suo superiore, decise di acconsentire alla richiesta.

Per quelli che forse furono un paio di minuti, Aeriel tentò di sedersi, o meglio di fluttuare poco al di sopra della superficie della sedia, cercando di non farsi trapassare dai due braccioli... invano. Decise quindi di porre rimedio a quella situazione, sedendosi (o meglio, fluttuando in posa "seduta") a fianco alla sedia; naturalmente, considerando il suo essere all'incirca "aria dotata di intelletto", tale posa si rivelò decisamente meno faticosa di quel che si potrebbe pensare.

Come già sa, io sono Aeriel; tuttavia devo correggerla, non è il vento a soffiare in me: io sono aria.

Non parlò per fare il saccente o per il puro gusto di far notare un errore, ma proprio in quello stesso spirito con cui, gli aveva spiegato poco prima egli stesso, il Capitano aveva deciso di convocarlo nel suo ufficio: conoscersi meglio.

Ad ogni modo, per rispondere alla sua domanda...
Semplicemente, come l'aria, sono stato portato fin qui forse dal vento.
Finchè rimarrò in questo piano, credo vi darò una mano.
Sempre se lo vorrete.

Marcò la parola "vento" quasi si trattasse di un'entità viva, come lui, o forse alludendo un poco al destino che permeava l'universo ed un poco alla Dama del Vento, che lo aveva portato in questo Mondo, ricambiando la sofferenza dell'essere evocati con la rottura della noia dello spazio infinito.

Quando Aeriel ebbe finito di parlare, il suo interlocutore sorrise gentilmente e l'Aria fece altrettanto di rimando, anche se l'altro, naturalmente, non avrebbe potuto nè vederlo nè notarlo, potendo osservare unicamente una maschera tanto bianca quanto inespressiva, ma ciò nonostante tanto unita al suo portatore da essere praticamente una vera e propria parte di egli stesso.

Il Capitano dei Bianchi si soffermò per alcuni istanti su un (apparentemente inutile) discorso sul destino e su come questo sia già stato scritto; infine, chiese all'elementale davanti a lui di aiutarlo ad inseguire "quel sogno di giustizia e di pace, e di libertà", poi sorrise ancora una volta.

Uhm...
Ok.

Fu rapida la risposta di Aeriel ed altrettando concisa; lui era aria, non certo un oratore. Probabilmente il suo interlocutore si sarebbe accontentato del significato delle poche parole dell'elementale, ovvero che una delle essenze più libere dell'universo aveva acconsentito alla richiesta di un mortale (od almeno tale lo credeva Aeriel).

Comunque...
Sarei curioso di sentire il racconto di quando si è perso nel Minestrol...
E magari se potesse spiegare cos'è, il Milestrom,
mi renderebbe la spiegazione ancor più chiara.

Curiosità. Una delle pecche di quella capricciosa essenza che è l'Aria, che può conoscere solo ciò con cui entra in contatto. Nulla avrebbe potuto fermare la sua sete di risposte, nemmeno l'universo stesso.

Il Comandante non seppe dirgli molto riguardo al Maelstrom, anche se certamente più di quanto non sapesse pochi attimi prima... E quel poco di cui venne a conoscenza, lo spinse a pensare a voce alta:

Uhm... Sembra interessante.
Credo che un giorno andrò a dargli un'occhiata da vicino.

Poi, come se non avesse detto nulla, parlò, stavolta cosciente del fatto che l'altro l'avrebbe sentito.

Tranquillo, dimenticare è naturale... Per voi...
Sì, insomma, ecco... Mortali.

Infine, l'elfo(?) gli diede il benvenuto nella gilda, ringraziandolo in anticipo per l'aiuto che avrebbe fornito; era in piedi, davanti all'Aria, così anche l'elementale si "alzò" in piedi (sì, certo, a qualche centimetro dal suolo) e fece per avvicinargli la mano per stringerla, l'aveva visto fare spesso in quelle occasioni, poi...

Oh, già... Ehm...

Ed infine avvolse la mano dell'altro con una morbida corrente di aria tiepida (circa la temperatura che doveva avere un corpo umano in vita ed in salute).

Nel caso mi debba cercare, le sarà sufficiente sussurrare il mio nome al vento, l'aria porterà il suo richiamo a me...

Se l'interlocutore non lo avesse fermato (plausibilmente in modo non "fisico"), Aeriel si sarebbe infine congedato con un semplice quanto rispettoso "Arrivederci".