Il Caso non Esiste.

[LAM]

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    La storia ha orrore dei paradossi.

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    Anni addietro nel mondo originario di Sergei Serfagorn, esisteva un luogo, il Celentir, dove quattro casate tra alleanze e battaglie si contendevano il territorio, in un'atmosfera perenne di malcelato odio ed inequivocabili tradimenti. Un mondo duro, a cui la fenice di smeraldo era ormai abituata.
    La cosa strana era che tale atmosfera sembrava perseguitarlo, l'avvertiva nel piano di Endlos, la sentiva nell'aria come l'orrido puzzo di carogna che avvolgeva le creature che un tempo egli stesso richiamava.
    Eppure tutto questo passò in secondo piano, quando conobbe il nome di colei che ora gestiva il luogo che il Cronoguardiano aveva deciso di abitare, quasi ci fosse un destino beffardo, quasi che gl'antichi spettri del passato volessero nonpiù lasciarlo libero. Perchè colei che ora controllava la zona di Laputa in vece del Goblin, era Drusilia, Drusilia Galanodel. Quel cognome... La discendenza di quella stirpe che aveva corrotto lo spirito fanatico dei Von Seamond, quel cognome che era appartenuto a colei che un tempo avrebbe definito come Sorella, a colei che ora era a capo dei Guardiani del tempo, in vece di Cry Hinote, Mialee Galanodel.
    Alcuni avrebbero definito questo come Destino, ma per Sergei Serfagorn, il Caso era soltanto una parola che utilizzavano i mortali per definire un qualcosa che non eran capaci di comprendere. Tutto al mondo aveva una causalità: azione e reazione, causa ed effetto. Se vogliamo, il Caso era il modo preferito dagli uomini per rinunciare definitivamente al loro libero arbitrio.
    Ma c'è sempre una scelta. Serfagorn era un cognome demoniaco, apparteneva difatti all'antico Bethrezen, demone umanoide che trent'anni prima gettava nel caos il mondo degli uomini. Eppure suo figlio era tutt'altro, era un martire, un folle fanatico se volete, un visionario crociato di un mondo corrotto e decaduto. Tutti al mondo hanno una scelta, uomini, demoni, Dèi, ognuno di loro è capace di cambiare l'esito della propria esistenza, di mutare ciò che il Destino, il Caso, il Fato aveva in mente per lui. Perchè esse sono solo parole, e nient'altro.

    Il Cronomago si osservò intorno quasi compiaciuto. Si sarebbe immaginato lo sfarzo più sfrenato, le ville più grandi ed appariscenti, ed invece era tutto estremamente... modesto. V'era molto più verde tutt'intorno che non case, quasi fosse un antico villaggio elfico, e non certo la zona "vip" di Laputa.
    Eppure era proprio quella la zona, e quel piccolo edificio, non assai diverso dalle altre sporadiche abitazioni che sbucavano quì e li fra la curata vegetazione, apparteneva proprio a lei, alla fondatrice degli aviatori braccio destro dell'alfiere di laputa, Drusilia Galanodel.
    Sergei era lì per incontrarla di persona, aveva avuto solo modo d'intravederla durante il grande ballo, e distrarla dalle attenzioni del suo compagno Volpeschi non sarebbe stata certo una buona idea.
    Si avvicinò al modesto portone della modesta villetta... C'era qualcosa in tutta quella sì calma atmosfera che lo stordiva, ma non vi badò molto.
    Bussò tre volte.
    « E' Permesso? »

     
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    "Devo studiare politica e la guerra in modo che i miei figli abbiano la possibilità di studiare la matematica e la filosofia, la navigazione, il commercio e l’agricoltura, per poter fornire ai loro figli la possibilità di studiare la pittura, la poesia e la musica".
    John Adams.


    Aldilà di quella semplice porta, una musica soave avrebbe accarezzato l'udito del Cronoguardiano, danzando nell'aria leggera e gentile come una brezza primaverile, eppure malinconica, dal retrogusto autunnale. Un violino, ecco lo strumento da cui tutto era generato; oggetto assai complicato da usare, perchè bastava un movimento sbagliato, un'inclinazione dell'arco errata, ed ogni melodia sarebbe stata spezzata dalla più stridente e fastidiosa delle note. Era per quella ragione che ci volevano anni per diventare abbastanza bravi e sciolti, perchè infondo era come una disciplina il cui talento non sarebbe mai bastato a raggiungere certi livelli. E la musica oltre quella porta sapeva quasi di magia ultraterrena, sì armoniosa e sciolta da sembrare distante anni luce dal mondo reale, molto più vicina alle stelle di Endlos, vere o finte che fossero.

    angelsanctuaryv08012
    Accadde tuttavia che improvvisamente quel suono tacque, e dopo un lungo e curioso silenzio, ecco giungere il rumore della maniglia che si apriva. Sarebbe potuta essere la Volpe, cosa tuttavia improbabile perchè a lavoro al Magisterium, oppure la Dama del Vento che Serfagorn cercava. Tuttavia, dallo spiraglio che si aprì, apparvero ad altezza uomo due curiosi occhi verdi d'infante che, diventati in un attimo tranquilli come se di fatto qualcosa lo avesse assicurato sulle non cattive intenzioni dello sconosciuto, sparirono nuovamente dietro il legno. Passarono pochi secondi, intervallati da due scatti meccanici, e poi la porta si aprì totalmente, mostrando interamente la figura di un bambino di appena due anni galleggiante nell'etere. Il piccolo gli sorrise, come se fosse perfettamente a proprio agio, dunque parlò per primo.

    -Tau!

    Agitò la manina, stringendosi poi al petto il pupazzo di un coniglio.

    -Come ti chiami?

     
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    Per alcuni istanti fu cullato da una dolce litania, un meraviglioso suono che si propagava nell'aere, ed annullava ogni sensazione sgradevole che potesse attraversargli la mente. Tuttavia come tutte le cose belle, la musica presto finì, lasciando tornare il cronomago con i piedi per terra. Passarono pochi attimi, e la massiccia porta della piccola villa si schiuse leggermente, lasciando intravedere due piccoli occhietti verdi che scrutavano curiosi, poi, prim'ancora che lo stregone potesse aprir bocca, scomparvero rapidi, la porta si richiuse, il chiavistello (o qualunque altro meccanismo) venne tolto, e l'uscio venne definitivamente aperto, lasciando il tessitore libero di guardare il possessore di quello sguardo così simile al suo. Apparteneva ad un bimbo.
    La domanda dell'infante lo fece sorridere appena, era da tanto tempo che non aveva la fortuna di assistere ad un così grande miracolo. L'innocenza.

    « Ciao piccolo, io mi chiamo Sergei. »

    Si piegò appena sulle ginocchia, continuando a sorridere dolcemente a quella piccola creatura che ora teneva stretto il suo orsacchiotto. Non era un bimbo normale, daltronde stava chiaramente lievitando, ma ciò non doveva togliergli il diritto di poter avere un'infanzia felice e spensierata, lontana da ogni guerra, da ogni duello od addestramento. L'infanzia che Serfagorn non aveva mai potuto avere.

    « Drusilia è in casa? Sono... Un amico di famiglia. »

    Dopotutto non era una menzogna. Se il Von Seamond c'aveva visto bene, tra la volpe d'argento e questa giovane fanciulla v'era molto piu' che semplice amicizia. Tanto da definirla famiglia? Perchè no, daltronde tutti hanno bisogno di una famiglia, prima o poi.

     
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    Il bimbo sorrise ancora, annuendo con la testolina tonda e castana. Poi, prese a svolazzare verso l'interno della dimora, sedendosi su una delle poltrone di quel salotto non particolarmente grande, eppure occupato da mobilia di buona fattura e gusto. Lì accucciato avrebbe preso tra le mani il violino nero lì vicino posato, e dalle dimensioni era evidente fosse il suo, ricominciando a suonare con rapidità e maestria shockanti. Prima di questo, tuttavia, alzò la voce, chiamando la persona per cui era giunto il visitatore.

    -Mamma! Un signoe ti cecca!

    In effetti faceva un pò strano vedere un bambolotto che non era nemmeno perfettamente in grado di parlare destreggiarsi così bene con uno strumento tanto complesso... Ma infondo, per quanto curiosa, questa cosa sarebbe passata in secondo piano perchè a distanza di pochi attimi sarebbe giunto il suono di passi leggeri sul pavimento lucido. A mostrarsi quella volta fu una dama di singolare bellezza. Gli occhi verdi come quelli del piccolo, smeraldi preziosissimi, brillavano al pari di due gemme rarissime incastonate su di un volto eburneo e perfettamente ovale, incorniciati da una cascata fatta d'onde di seta del colore dell'ebano. Indossava un lungo abito bianco, che perfettamente si posava sulle sue forme morbide e conturbanti, scivolando leggero ad ogni suo movimento come l'aria che lei stessa dominava. Si, quella creatura era bellissima, tuttavia lontana dai soliti canoni di donna, molto più vicina ad un angelo. La sua pelle irradiava una luce impalpabile.

    -Oh, salve...

    Disse, fermandosi di scatto, e fissandolo con sguardo confuso.
    No, non ricordava di averlo mai visto prima.
    E allora perchè il piccolo l'aveva fatto entrare?

    -Drusilia Galanodel, per servirla.

    Disse presentandosi con un leggero inchino, lanciando un'occhiata al piccolo, completamente incurante della faccenda e totalmente perso nella musica del suo violino. Le labbra rosse si mossero, sfiorandosi morbide e sensuali, lasciando scivolare via una voce dolce e gentile.

    -Lowarn, potresti andare in camera?

    Come per magia, il pargolo si risollevò in aria senza fermarsi nel suo suonare, dunque percorse l'aere fino a giungere alla soglia di una porticina lasciata aperta, e lì scomparire, mentre la musica si faceva sempre più lontana.
    Lei, intanto, fece cenno all'ospite di accomodarsi dove meglio desiderava, dunque si sarebbe seduta anche lei, immediatamente dopo, accavallando le gambe ed offrendo bon-bon da una guantierina di leccornie.

    -A cosa devo questa visita?



    luxva

    crocedrusilia
    » Status Energetico: 110%

    » Status Fisico: illesa

    » Status Psicologico: curiosa

    » Note: //

    Oggetti:
    Armi:
    • Alcarcalime
      (arco+frecce= 2pt)
      IMMAGINE ALLEGATA
      Dimensioni: 1m circa
      Materiale con cui è fatto: Lega proibita argentata con rune elfiche in oro ricamate lungo tutto l'arco.
      Descrizione: Arco di una gittata elevatissima: circa 30m.

    • Nanatsusaya
      (spadone semplice= 1pt)
      IMMAGINE ALLEGATA
      Dimensioni: 1m circa
      Materiale con cui è fatto: Caos cristallizzato.
      Descrizione: Una lama di raffinata bellezza, appare come uno spadone di un singolare materiale trasparente con ben sette punte. In più emana una inquietante aura violacea.


    Famiglio:
    • Grifone adulto
    Descrizione in scheda.


    » Abilità Passive

    →Aura di Venere» {malia d'Amore}: L'amore è un sentimento intenso e profondo, simile all'affetto, alla simpatia ed all'adesione, ma molto più violento ed incontrollabile, impossibile da rendere appieno per chi non ha avuto mai modo di viverlo, rivolto verso una persona, un animale, un oggetto, o verso un concetto, un ideale. Oppure, può semplicemente essere un impulso dei nostri sensi che ci spinge verso una determinata persona. E' tuttavia soggettivo, ed è forse quello a renderlo così complesso; per alcuni è il volere che gli altri siano felici, un sentimento incondizionato e che richiede molto coraggio e accettazione, per altri è ciò che avvicina l'uomo ad un Dio lontano, altri lo ritengono semplicemente una utopia, qualcosa di non concreto. Sono infiniti i modi di pensare e vederlo, così tanti quanti sono le creature di ogni universo e dimensione. Drusilia Galanodel, insieme al fratello Quarion, rappresenta ogni singolo aspetto della carta di Arcani di cui sono i concetti incarnati. Loro son l'Amore, il due di Coppe, e lei è uno dei due calici traboccanti rappresentati dalla carta. Il due significa polarizzazione delle correnti; l'anima androgina dell'asso si è divisa ora in due parti che adesso cercano di ricongiungersi. Ecco perchè l'attrazione erotica non è solo di tipo sessuale, di cui è vessillo il gemello, ma in Drusilia diviene spirituale, visto che in lei v'è la ricerca dell'anima perduta. La carta mette enfasi sul collegare, indica l'occuparsi dell'amore e dell'armonia anche attraverso il pensiero, ed è proprio quello a suscitare effetti nelle menti di chi incontra la Dama del Vento. In termini gdr, costoro vedranno in lei ciò che amano, e per questo un musicista la riconoscerà come propria musa, o sentirà dolci melodie provenienti dai suoi passi, ed un pittore la vedrà come opera d'arte vivente, o un chierico fedele vedrà in lei l'impronta del suo dio. Tali reazioni possono essere infinite, come lo sono coloro che la incontreranno, assaporandone la persona, omaggiando la sua bellezza.
    NB: è una passiva (malia) di caratterizzazione, abbastanza di libera interpretazione.


    →Aura dei Giusti» {malia di Carisma}: Altro non è che una aura di "cárisma" che circonda alcuni degli appartenenti alla gilda. Tale aura è invisibile tuttavia splendente per chi è in grado di guardarla, ed è un concentrato di Salvezza, Misericordia e Grazia. Coloro che avranno modo di osservare un portatore di tali doni, vedranno nelle sue gesta, anche quelle non apprezzabili, la manifestazione più alta di Giustizia, perchè Aviatore è colui che scelse di avere il dono di una vita spesa al servizio dei fratelli "Ciascuno metta al servizio degli altri il dono che ha ricevuto". [cit.]

    →Resistenza alle Manipolazioni Psichiche» {anti-malia}: descrizione in scheda.

    →Volontà di ferro» {Bonus enegetico del 10%}: descrizione in scheda.

    →Essenze e presenze nascoste» {auspex passivo 15m}: descrizione in scheda.

    →Vista Ultra - Sviluppata 1» {scurovisione}: descrizione in scheda.

    →Vista Ultra - Sviluppata 2» {potenziamento vista}: descrizione in scheda.

    →Librarsi in volo» {volo fino a 5m}: descrizione in scheda.

    →Istant Casting» {potenziamento rapidità magica}: descrizione in scheda.

    →Wind speed» {Bonus Velocità 50%}: descrizione in scheda.

    →Angel's Fall» {Bonus Destrezza/Agilità 50%}: descrizione in scheda.

    →Nature Reverence» {comando agenti atmosferici}: descrizione in scheda.

    →Veritas» {discernere bugie}: descrizione in scheda.

    →Arciere Arcano» {frecce magiche}: descrizione in scheda.

    →Chaos» {spada mutaforma}: descrizione in scheda.

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    Il tessitore varcò la soglia d'entrata, osservandosi attorno in un'atmosfera tranquilla di vita familiare. Quel bimbo era dunque il figlio di Drusilia, ed a quanto pareva doveva aver ereditato straordinari poteri; Un giorno, quando sarebbe diventato adulto, forse sarebbe stato da tener d'occhio, ma quello non era il luogo ne il momento adatto per simili pensieri.
    Dovette mantenere un certo autocontrollo quando Drusilia fece la propria comparsa, il candido viso della fenice non mutò di una virgola, ma qualcosa dentro di lui avvampò come la fiamma della fede. Era come se quella donna fosse un Angelo, una creatura celeste dotata di grande forza e bellezza. Ma c'era dell'altro, era come se Drusilia fosse la reincarnazione terrena di Kronos, come se fosse il braccio che al suo signore e padrone mancava per portare in un clima di pace un mondo in decadenza. Non comprese la ragione di quelle sensazioni, daltronde la conosceva solo da pochi istanti, eppure le avvertiva in profondità nell'animo, senza sapersi dare un perchè.

    « Sergei Serfagorn, onorato. »

    Rispose all'inchino con un leggero cenno del capo, e seguì la padrona di casa in salotto, dove accettò - stranamente, viste le abitudini del cronomago - di sedersi s'una piccola sedia in legno massiccio, dopodichè, declinò gentilmente l'invito ai dolciumi.

    « Innanzitutto, volevo porgerle i miei omaggi. Da poco ormai ho deciso di trasferirmi definitivamente a Laputa, viste le conoscenze con la Volpe d'argento ed il Goblin a capo della zona. Tutti noi proveniamo dallo stesso mondo, e forse mosso dalla nostalgia, o dalla mancanza di conoscenze, ho deciso infine di scegliere questa zona come... Base, se vogliamo. »

    Più passava il tempo, più i dubbi e le incertezze su quelle sensazioni scemavano, ed il Tessitore prendeva coraggio. « Dunque, mi sembrava doveroso dover almeno incontrare colei che è a capo degl'aviatori, e che in questo luogo conta quasi più dello stesso alfiere. » Sorrise appena. In quel momento comprese cosa Saddler vi trovasse in quella donna. Praticamente tutto.

     
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    Lo straniero si rivelò alquanto gentile, o almeno lo fu abbastanza per ricambiare il suo saluto ed accettare l'invito a sedersi, cosa tuttavia abbastanza ovvia, considerando che era giunto da lei per parlare. Declinò tuttavia l'offerta dei cioccolatini, dunque la Dama posò il cestino altrove, accavallando le morbide gambe ed ascoltando ciò che l'uomo aveva da dire. Si presentò con il nome di Sergei Serfagorn, amico di vecchia data del suo carissimo nonno-Raylek da poco scomparso e della volpe d'argento che con lei condivideva la dimora. Le disse che era sua intenzione restare a Laputa in onore dei bei tempi andati, e di renderla sua... base? Un sopracciglio sottile si incurvò leggermente a quella parola, curiosa di entrare maggiormente nei dettagli; vero era che l'essere amico di Raylek e Yoko lo rendeva meno sospetto di quanto potesse esserlo un naufrago qualunque, certo, ma di sicuro la prudenza non era mai troppa, almeno per lei che ormai da più di due anni era a capo dell'esercito del Presidio, oltre che della propria gilda di aviatori. Intanto lo lasciò continuare, e le gote eburnee si tinsero di un tenue rosa pastello quando questi le disse di contare più dell'Alfiere stesso.

    -Il piacere è mio, signor Serfagorn.

    Interloquì con tono garbato, e la sua voce profonda lambiva l'aria intorno a loro.

    -E no, temo le abbiano dato informazioni sbagliate...

    Sorrise mesta, arrossendo ancora, bella come una venere.

    -Secondo le leggi e le tradizioni di Endlos, l'Alfiere è colui che per primo rappresenta e regge il Presidio, mentre gli Ufficiali sono soltanto le sue spalle.

    Corresse con gentilezze.

    -Dunque no, non conto nè come, nè più di lui, sebbene mi adoperi altrettanto per mantenere viva e florida questa terra. Raylek 'ap Quelt Od'Nast è re assoluto di questi luoghi sospesi nel cielo, rispettato ed obbedito da ogni abitante, sia questo soldato, mercante o cittadino, mentre io son solo colei che due anni orsono è succeduta per necessità al nobile Khalesis nella guida degli eserciti del Presidio Errante. In ogni caso mi fa piacere le abbiano parlato bene di me.

    Terminò il discorso con uno sguardo dolce, prima che le dita affusolate andassero a portare una ciocca castana dietro l'orecchio.

    -Ma mi dica un pò più di lei...

    Disse, facendoglisi vicino con amabile cortesia.

    -E' forse un viaggiatore di mondi? A cosa sarà adibita la vostra... base?
    Volendo potrei esservi d'aiuto!



    Passive di prima sempre attive.
     
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    Le parole della ragazza erano come le quattro mura che sorreggevano la sua dimora, solide ed estremamente modeste.
    Non v'era proprio nulla da fare, concettualmente fra Drusilia e la Regina del Tempo le cose in comune erano pressochè inesistenti, erano troppo diverse, sia come donne che come leader, pareva infatti che l'accomunasse solamente quel maledetto cognome. Questo era decisamente un punto in più per la dolce ragazza, poichè riuscì facilmente a dissolvere ogni dubbio restante come un sottile strato di neve lasciato al sole. E poi...

    « Khalesis? Khalesis del clan Dothraki, la tigre bianca? »

    La fissò dritto negl'occhi, stringendo forte i braccioli della sedia. Khalesis era stato come un fratello maggiore per lui, erano entrambi appartenuti alla casata dei Von Seamond ed avevano lottato insieme per la difesa del Tempo. Egli era la Lama di Fiamma, ovvero colui che gettava scompiglio e disperazione fra i nemici di Kronos, lui, che era secondo solamente al principe del Tempo.

    « Non sapevo fosse qui... Conoscevo bene anche lui. Eravamo compagni di casato. »

    Ma qualcosa era cambiata. Khalesis fu colui che non si oppose al volere di Galanodel, che restò a guardare mentre il nemico ebbe la libera entrata nel Casato che conservava ciò che v'era di più prezioso. Non impedì che l'onta di Hinote rimanesse tale, e non fece niente per evitare che la peste della vigliaccheria imperversasse nei cuori di coloro che dovevano invece essere Martiri. Non fece niente di ciò, prese solo bagagli e bagaglini e lasciò tutto, dritto nel piano di Endlos (Ora lo sapeva) e per cosa? Per diventare un gran "Capo" al comando di immense truppe? Così forte era in lui la delusione per non esser stato proclamato nuovo signore dei Cronoguardiani, da cercare titoli altisonanti in un altro luogo solo per sentirsi realizzato?
    Dannato lui, dannata Mialee e dannati i suoi sudditi. Il marciume che ora rappresentavano era un oltraggio al nome stesso di Von Seamond.
    Le labbra di Sergei vibrarono leggermente, mentre la sua funesta ira veniva placata solamente dal forte influsso che aveva Drusilia su di esso.
    Prese un lungo respiro.

    « Ma lei ha preso il suo posto no? Dunque devo immaginare che Khalesis sia morto o scomparso. »

    Ci sarebbe stato tempo per rispondere ai quesiti posti da Drusilia, ma ora era il caso di snocciolare altre faccende assai importanti per il Cronomago.

     
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    L'ospite non rispose alla sua domanda, piuttosto sembrò particolarmente interessato ad un nome da lei soltanto accennato. Ma infondo doveva aspettarselo; aveva detto di provenire da Celentir, la stessa terra dove Yoko e Raylek erano vissuti, e questo implicava che conoscesse anche Khalesis che tanto era legato all'Alfiere. Sospirò, prendendosi del tempo per rispondere ed allungandosi verso la cesta dei bon-bon, così da prenderne uno, scartarlo e portarlo alle belle labbra. Cioccolata. Esisteva qualcosa di più buono?

    -Khalesis del clan Dothraki, esattamente.

    Annuì per poi tirare un morso. Era una sorta di cioccolatino ripieno di riso soffiato, specialità di un paesino dell'Ovest che lei si era presa la briga di importare sull'isola volante. Perchè? Bastava assaggiarlo per comprendere le motivazioni.

    -Ha militato prima di me e con me come Generale dell'Esercito di Laputa. Tuttavia devo ammettere che sfortunatamente potrei non conoscerlo quanto lei, essendoci incontrati ben poche volte. L'ultima, se non sbaglio, è stato al Consiglio di Guerra immediatamente precedente alle quattro giornate di Klemvor, durante le Guerre di Fondazione, terminate più di due anni fa.

    Forse non avrebbe dovuto parlarne con un uomo appena conosciuto, tuttavia quel Consiglio le aveva lasciato vagamente l'amaro in bocca, considerando che in una situazione così delicata erano stati invitati anche individui non appartenenti alle forze del Presidio e dalle dubbie capacità tattiche e militari. Tuttavia, a coloro che in passato le chiesero di quel giorno, non ne aveva mai parlato male, mantenendo il silenzio e lasciando alla questione del goblin e dello straniero il beneficio del dubbio. Chi lo sa, magari l'Alfiere aveva altri piani per quei tizi...

    -Immagino che lei non ne abbia mai sentito parlare, ma son stati giorni duri, quelli. Sono morti un numero spropositato di nemici, alleati e civili, oltre che personalità importanti, pilastri di Laputa. Perfino Dorian Gray, braccio destro dell'Alfiere, ha dato la propria vita, e per il nostro presidio è stata una perdita tremenda.

    Posò la carta vuota sul tavolino.
    L'aria si era fatta più tesa.

    -Terminate le guerre, Raylek ha ridistribuito tutte le risorse umane, ed è da allora che ho avuto pieno potere come Ufficiale. Tuttavia è da quel momento che non ho più rivisto la Tigre Bianca, dunque non le so dire se è morto in guerra, scomparso, esiliato o partito in una qualche missione a lungo termine.

    Terminò la frase con un sospiro, dunque attese che il signor Serfagorn facesse chiarezza nella propria mente.

     
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    Attese che la donna finisse col proprio affascinante racconto, ritrovandosi a soppesare attentamente ogni parola. Dunque la tigre non aveva vissuto giorni particolarmente felici li, questo dopodutto lo rinquorò appena. Inoltre dubitava che Khalesis fosse tipo da abbandonare le schiere senza prima avvertire, ciò significava probabilmente che l'antico Von Seamond doveva esser morto, e se non lo fosse stato, al suo ritorno Sergei sarebbe stato lì, giustiziere pronto a riscattare il pagamento di fedeltà mancata.
    Tuttavia nulla di questo trasparì dal volto diafano del Cronomago, che mantenne un'espressione seria ed uno sguardo ferreo per tutto il discorso.

    « Comprendo... La guerra imperversa un pò ovunque di questi tempi, ed il futuro sembra sempre più cupo. »

    Il profumo dei dolciumi s'insinuò su per le narici dello stregone, dando prova d'una fragranza fuori dal comune. Dopotutto potevan essere anche quelli incantati, chissà, non era poi così raro che i pasticcieri utilizzassero alcuni aiuti "Magici" oltre che materie prime di finissima qualità.
    Tuttavia, esso rimase fermo nella propria decisione di non addentarli, anche se doveva ammettere un pò a malincuore.

    « Ma ora mi sembra più che ragionevole rispondere alle vostre domande, Milady. » Sorrise, colpevole di non aver precedemente colmato la curiosità della padrona di casa.

    « Si, potrei definirmi come Viaggiatore Dimensionale. Io ho il compito di controllare che nessuna infrazione del Codice del Tempo avvenga nel Multiverso. Ovviamente non sono solo, esistono molte entità come me. Nel mondo di Celentir erano addirittura un Casato intero, e prendevano il nome di Von Seamond, mentre qui e negli altri piani, i pochi discepoli di Kronos che votano la loro esistenza alla protezione del Tempo, vengono solitamente definiti Apostoli, o discepoli del Tempo. »

    Si fermò un secondo, aspettando che l'ingente mole di informazioni venisse assimilata dall'angelica donna.

    « Vivendo qui avrei più possibilità di trovare dei validi alleati e di far conoscere alla vostra gente la pericolosità che si cela dietro l'uso della magia temporale, da parte di chi non è stato autorizzato dai piani alti... Questo ovviamente, solo se ciò sarà permesso da vostra signorìa. »

     
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    Serfagorn era un Cronomago.

    Eh si, la Dama del Vento ne aveva già sentito parlare più volte, anche se non ricordava esattamente dove. Forse lo aveva ascoltato da Yoko e Raylek durante i loro racconti del passato, o forse chissà, erano alleati della sua famiglia prima che si estinguesse. In ogni caso il culto di Kronos restava uno dei più conosciuti nel multiverso, più che altro per la semplice ragione che, a prescindere dalle diversità intrinseche di ogni dimensione, il Tempo era lo stesso per tutti. Ed in ogni caso era Kronos stesso a gestirlo, lui ed i suoi Cronoguardiani.

    -Capisco...

    Disse la bella Dama, morbidamente seduta sulla poltroncina.

    -E devo ammettere che la vostra reputazione di Cronoguardiani vi precede.

    Sorrise, bella come il sole, e luna e stelle nella notte.

    -E' un compito onorevole quanto delicato il vostro, e non posso fare a meno di ringraziarvi in anticipo per tutto ciò che avete fatto, fate e farete per tutti noi.

    Avrebbe chinato leggermente il capo, prima di continuare.

    -In ogni caso, se cercate alleati siete nel posto giusto. Qui a Laputa, infatti, esiste una gilda guidata da me medesima piuttosto devota alla conservazione dell'ordine in generale. Endlos è un piano dimensionale piuttosto bizzarro quanto pericoloso, e chi ha buon cuore e non ha intenzione di osservare ancora l'incedere delle ingiustizie, spesso entra fra le nostre fila come volontario, ben consapevole che l'unione di più persone unite da uno stesso ideale di giustizia sia più forte e decisiva di un semplice paladino errante, per quanto bravo sia.

    Lo guardò intensamente, per poi avvicinargli un pò il cestino dei dolci, come un silente quanto discreto invito a non aver timore di rivedere le proprie decisioni, qualora il naso cuore glielo avesse suggerito.

    -Sebbene questa gilda sia formata soltanto da volontari, essendo comunque un corpo militare, siamo ordinati gerarchicamente, più che altro per essere maggiormente versatili ed uniti nelle situazioni più complicate. Molti di noi sono validi combattenti al servizio della legge, piccola o universale che sia; il Comandante stesso della squadra aerea è l'Autarca del dio della Legge, ad esempio, mentre colui che guida gli apparati burocratici è il supremo Guardiano delle forze del Bene. Oltre a loro non credo vi siano nomi importanti, ma molti tra i comandanti, i sergenti ed i soldati comuni sono altrettanto valorosi quanto in gamba, e meritano ogni onore.

    Lo guardò, ed una fiamma scalpitava negli occhi smeraldini.
    Sembrava profondamente convinta delle proprie parole.

    -Alcuni mi hanno affiancata alle Guerre di Fondazione, arrivando addirittura a salvare i propri nemici politici davanti alla minaccia degli Orki sanguinari. Altri hanno dimostrato onore restandomi fedeli anche quando non ve ne era più bisogno, altri ancora rispettando le spoglie dei caduti in guerra e riportandoli a casa per essere degnamente sepolti. Abbiamo combattuto per due lunghi anni, tutti insieme, e ci siamo espansi, abbiamo riportato la speranza lì dove era stata dimenticata, abbiamo ristabilito ordine lì dove era possibile. Chi è protetto dalle nostre, dalle loro ali, non ha più paura.

    Improvvisamente il volto si fece rosso, e la Dama del Vento si rese conto di avere ormai perso il filo del discorso.

    -Ma perdonami se divago, è il mio orgoglio verso di loro a parlare.

    Sorrise imbarazzata.

    -In ogni caso, se lo desidera, saremo tutti ben felici di aiutarla, perchè infondo i nostri ideali non son poi così dissimili come sembra. Se poi un giorno lo desidererà, saremo ben felici di averla nella nostra famiglia, tuttavia questa è una scelta soltanto sua, ed io non sono nessuno per convincerla. Ritengo che sia più proficuo che i miei gildani si uniscano per loro volontà, così che possano attingere la propria forza dal loro animo e dalle loro convinzioni.

    Sospirò infine, prima di lasciargli il tempo di rispondere e riflettere.

    -Non ha senso obbligare qualcuno, non in un lavoro, una missione come la nostra.
    Il libero arbitrio è troppo importante in questi luoghi ed in questi tempi per essere ignorato.


    Ed infine il silenzio.



    Edited by Drusilia Galanodel - 30/1/2012, 14:07
     
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    Il Libero arbitrio.
    Era strano sentirne parlare. Solitamente nessuno osava mai tirar fuori l'argomento con un Cronomago, come se il mondo fosse convinto che i Cronoguardiani avessero una risposta certa al dubbio che corrodeva il cuore di molti, ovvero se appunto, il libero arbitrio fosse realtà o solo illusione; E come se temessero una risposta negativa, come se fossero più che sicuri che i Discepoli del Tempo gl'avessero riso in faccia... Essi non ne facevan mai parola, fino a quel momento. Che Galanodel l'avesse detto con cognizione di causa era ovvio, con un coraggio ed una tranquillità quasi fuori dalla sfera umana, giacchè in effetti, lei probabilmente non lo era.

    « Non deve inchinarsi a me, mia signora. Io sono solo un messaggero, e nientepiù. »

    Sorrise appena, mentre allungava la mano verso il vassoio impercettibilmente avvicinato dalla Dama verso d'egli, accaparrandosi un piccolo cioccolatino; Rifiutare due volte un invito così gentile era indubbiamente scortese, perfino per un Cronoguardiano.

    « Mi farebbe molto piacere collaborare con lei e la vostra gilda, sono certo che i nostri obiettivi possano collimare in più occasioni, e poi... »

    Aggiunse, scartando il piccolo e preziosissimo confetto al cacao e ponendolo in bocca.

    « L'Autarca del Dio della Legge non posso proprio perdermelo. »

    Passarono alcuni istanti, in cui lo sguardo della fenice indugiò forse un pò troppo su quelli di Galanodel. Sentiva di potersi fidare ciecamente di lei, forse era davvero una sorta di lascito vivente di Kronos, benchè lei non ne avesse memoria. Per quanto ne sapeva poteva perfino essere la reincarnazione di un'antico Apostolo, uno dei primi dodici messi nel multiverso dal signore del Tempo.

    « Senta... Posso farle una domanda? »

    Il suo viso s'incupì appena. In realtà avrebbe preferito non farla, non avrebbe voluto mettere a disagio od intristire la dama dei venti, ma proprio perchè in lei vedeva un qualcosa di così simile alla propria causa, doveva sapere quanto il suo senso di giustizia fosse superiore al sentimento primario, forse il più bello e potente fra le emozioni, umane e non. L'amore.

     
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    Annuì leggermente al Cronomago, profondamente lieta di una nuova alleanza con un uomo che, a quanto si diceva, fosse un guardiano della legge del tempo; averlo fra le proprie forze avrebbe significato infatti un maggior controllo sul territorio tutto, e magari anche un supporto valido qualora la Riscrittura avesse fatto danni rilevanti. A quanto dicevano i Saggi, questa riguardava solo degli spostamenti fisici dei luoghi e delle persone, tuttavia lei nutriva qualche dubbio in proposito; questo non spiegava la differenza di anni che aveva notato al suo ultimo incontro con Rain, prima suo coetaneo, ora più anziano di parecchi anni, e nemmeno la ragione per cui, del passato, su Endlos si ricordava ben poco. In poche parole, la Riscrittura rappresentava forse un nemico per tutti loro, ed anche per lui, e se Drusilia non era ancora a conoscenza delle ragioni, pensò che forse Kronos l'aveva mandato lì per quello.

    -L'Autarca sarà ben felice di fare la vostra conoscenza.

    Sorrise quando lo vide prendere un cioccolatino, dunque gli lasciò la cesta dei bon-bon vicino.

    -Mi dica pure, sono qui per esserle d'aiuto.

    Dunque attese il famoso quesito, che pareva in grado di mettere a disagio perfino lui.

     
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    Attese ancora qualche secondo, rimuginando attentamente sulle parole da utilizzare, fin quando non si rese conto che non v'era altro modo, se non quello più diretto.

    « Ipotizziamo ora che una grave minaccia si manifesti, e lei venga messa d'innanzi ad una difficile scelta... »

    Quando era il cuore a comandare sulla mente, gli effetti potevan essere disastrosi. Una madre per un figlio sarebbe stata capace di sterminare centinaia di vite innocenti, al solo scopo di mantenere in vita la persona più amata.
    Era una cosa ovvia, una cosa che molti avrebbero compreso... Ma non sarebbe stata la scelta giusta. La vera giustizia è sacrificio, è trovare il coraggio di mettere il bene della comunità, il bene di ciò che oggettisticamente parlando è più importante, al di sopra dei propri sentimenti, al di sopra dei propri sogni e delle proprie speranze. Spesso, per seguire la vera giustizia, bisogna perfino essere martiri.

    « Se la vita della persona a lei più cara, e quella dell'intera gilda degli aviatori fosse in pericolo, e lei avesse la possibilità di poter salvare qualcuno fra loro... Se le venisse posta la scelta fra la vita di suo figlio e quella degli Aviatori... Lei, chi sceglierebbe? »

    Spesso, per seguire la vera giustizia, bisogna fare ciò che risulta necessario.

     
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    La Dama del Vento vide l'uomo farsi improvvisamente serio, ed in un primo momento si preoccupò sulla possibilità di aver detto qualcosa di sgarbato alle sue orecchie. Certo, non era sua abitudine essere fastidiosa, ma di certo non si poteva mai sapere cosa piaceva o disturbava una creatura proveniente da un altro mondo, perchè spesso anche oltre il buonsenso si celavano differenze incolmabili.

    « Ipotizziamo ora che una grave minaccia si manifesti, e lei venga messa d'innanzi ad una difficile scelta... »

    Anche lei si fece improvvisamente seria, eppure si tranquillizzò, considerando che quella premessa significava ben altro. La stava mettendo alla prova, anche se non era certa sulle ragioni che spingessero Sergei Serfagorn a farlo. Poco male, infondo; fino a che si manteneva un dialogo tranquillo e cortese, ogni argomento era il benvenuto.

    « Se la vita della persona a lei più cara, e quella dell'intera gilda degli aviatori fosse in pericolo, e lei avesse la possibilità di poter salvare qualcuno fra loro... Se le venisse posta la scelta fra la vita di suo figlio e quella degli Aviatori... Lei, chi sceglierebbe? »

    Le labbra si curvarono in un sorriso rassicurante, in netto contrasto, forse, alla reazione che si sarebbe aspettato l'uomo a quella domanda. E forse si sarebbe anche aspettato una risposta secca, un'affermazione improvvisa ed istintiva, perchè infondo sarebbe stato così che una madre avrebbe risposto, lei lo sapeva. Ma Drusilia non era soltanto una madre, e non era soltanto una Gerarca. Lei era ben altro, e sebbene dubitava che un Cronomago la riconoscesse, non poteva esimersi dallo spiegare le proprie motivazioni, perchè un conto era provare amore per qualcuno o qualcosa, sentimento più personale ed istintivo che altro, un conto era essere l'Amore; non erano emozioni campate in aria le sue, ed ogni suo ragionamento ed azione aveva un filo logico reale, esattamente come ci si aspetterebbe da chi era il Demiurgo di tante vicende, storie a lieto fine o tragedie che fossero, fonte eterna di un concetto così intrinsecamente radicato in un anima da divenire anima stessa.

    -A prescindere dal fatto che una condizione simile implicherebbe che io abbia fallito ogni tentativo precedente di lavorare per la loro salvaguardia, sia come madre, sia come Gran Maestro, cosa inammissibile e disonorevole...

    Lei non era soltanto una madre.
    Lei non era soltanto una Gerarca.

    -Ma credo che la risposta giunga da ciò che le ho detto poco fa.

    Era realmente difficile comprendere l'Amore, oltre che provarlo, ma infondo non la disturbava affatto.
    Sapeva che era sempre stato così, e nulla mai sarebbe mutato.
    Sarebbe sempre esistito qualche povero disgraziato che, preso dai suoi venti, sarebbe caduto nelle proprie debolezze, perdendo tutto ciò che aveva, e contro di lei avrebbe urlato mille maledizioni. Ci sarebbe sempre stato qualcuno che avrebbe voluto cancellarla dagli animi umani al solo fine di renderli forti, perfettamente convinto che la sua essenza fosse un segno di fiacchezza.
    Ma lei non era una debolezza, perchè Amore era ciò che metteva ciascuno davanti a sè stesso.
    Lei era solo l'ago della bilancia, lei era la prova.
    Chi cadeva era un debole.

    -Immagino ricorda cosa le ho detto riguardo noi aviatori. Siamo dei volontari, perchè ciascuno è libero o meno di dedicare la propria vita alla difesa degli altri. Infondo è questo il libero arbitrio, no? Chi sceglie questa strada sa perfettamente ciò che gli aspetta, nel bene e nel male, ed entrando nella Gilda di propria volontà se ne assume le responsabilità.

    Dunque sospirò, prendendo altra cioccolata.
    Aprì la confezione con garbo, portandosi il confetto sulla bocca rossa.

    -Mio figlio non ha colpa di essere nato nel mio ventre, ed ha come unico difetto la propria ingenuità, come tutti i bambini. Sia il frutto del mio ventre o qualunque altro cucciolo su questa terra, non ha ancora scelto come impiegare la sua vita, esattamente come ogni altro fanciullo. Ed è giusto che sia così, perchè hanno ancora molto da imparare.

    Sorrise gentile, e la sua voce sapeva di miele, i capelli di rose fresche.

    -Lei mi chiede di scegliere tra una creatura innocente ancora troppo giovane per prendere le proprie decisioni con criterio, oppure validi soldati, consapevoli di rischiare ogni giorno la propria vita, coscienti del rischio che ne deriva, sia per la loro missione, sia per la mia stessa vicinanza. E' un pò come decidere se mandare in guerra o non so, in una operazione suicida un bambino o un soldato.
    Lei chi sceglierebbe?


    Le trame dell'Amore erano assai fitte, e le prove ardue.
    Chi cadeva era un debole.

     
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    -Lei mi chiede di scegliere tra una creatura innocente ancora troppo giovane per prendere le proprie decisioni con criterio, oppure validi soldati, consapevoli di rischiare ogni giorno la propria vita, coscienti del rischio che ne deriva, sia per la loro missione, sia per la mia stessa vicinanza. E' un pò come decidere se mandare in guerra o non so, in una operazione suicida un bambino o un soldato.
    Lei chi sceglierebbe?


    La fissò per alcuni istanti, sentendo la forte presa che aveva su di lui la dama dei venti allentarsi appena.
    Lei non era affatto un lascito di Kronos, e non era nemmeno ciò che inizialmente Sergei aveva creduto. Ma questo non era per forza un fattore negativo, semplicemente, Drusilia Galanodel era ciò che la fenice avrebbe dovuto aspettarsi. Ne più, ne meno.

    « Io sceglierei mio figlio. »

    Rispose con trasparenza, lasciando da parte il paragone parzialmente inesatto mosso dalla padrona di casa.
    Si alzò dal divano, avvicinandosi alla finestra più vicina per gettare uno sguardo alla vegetazione circostante, per gettare uno sguardo al mondo.

    « Tutto ciò che ha detto è condivisibile e razionale. Il bimbo non ha alcuna colpa, ne ha manifestato alcuna volontà al riguardo; Mentre tutti gli aviatori sono soldati, sono pronti a qualunque sacrificio, e probabilmente morirebbero col sorriso in bocca se sapessero di immolarsi per salvare una vita così innocente. »

    Disse tutto questo continuando a fissare tutto e niente, immerso nei suoi pensieri e nell'immensità del mondo.

    « Ma... » e torno a concentrare la sua attenzione su Galanodel, muovendo qualche passo verso di lei.

    « Questo mondo non ha bisogno di un bimbo capace di suonare il violino. Questo mondo, le persone la fuori, centinaia di altri bimbi, di altre donne, di altre innocenti creature quanto e forse più di suo figlio... Hanno diritto di essere protetti da qualcuno. Gli aviatori sono la giusta speranza di questo mondo, sono un nutrito quanto potente gruppo di persone che proteggono ciò che è giusto proteggere! Ognuno di loro, ha il diritto di immolarsi per un bimbo o la vita di chiunque. E' una sua scelta, è una grande ed onorevole scelta, ed è la manifestazione del proprio libero arbitrio.
    Ma per chi è al comando la risposta non è tanto semplice ne felice.
    Se tutti gli aviatori non esistessero più, chi proteggerebbe questo mondo? Ci vorrebbero anni, forse decenni per riuscire a mettere insieme uno squadrone così imponente. Il male, la disperazione e l'odio imperverserebbero nel mondo, senza che le forze del bene, prive di gran parte della loro energia possano farci nulla.
    Mio figlio, se mai ne avessi uno... Dovrebbe avere più diritto di vivere di altre migliaia di persone?
    »

    Si chinò sulle ginocchia, abbassandosi quindi all'altezza di Drusilia, ad un metro scarso da lei.

    « Non la sto giudicando. Comprendo benissimo la sua risposta, e la rispetto. »

    Cercò di sorridere, seppure la sua espressione triste sembrava ormai avergli segnato il volto.
    Lui avrebbe lasciato morire suo figlio, sarebbe stato il mostro che avrebbe compiuto la scelta che mai nessuno avrebbe compreso. Avrebbe fatto ciò che oggettivamente parlando sarebbe servito al bene dell'umanità intera. Perchè essere un Apostolo del tempo significava anche quello, vedere molto oltre le proprie scelte, essere redentori, ed a volte distruttori.
    Gli occhi iniziarono a diventare quasi lucidi, come se il suo corpo tentasse di squotersi dal gioco della malia che lo pressava. Egli non lo sapeva, ma dentro di se la sua volontà era come se lottasse per manifestarsi, imprigionata da invisibili catene.
    Sergei non aveva più un demone dentro di se, e non era nemmeno protetto dal velo posto sui propri sentimenti dalla propria ex non vita. Lui ora era come un uomo qualunque, e come tale provava le stesse cose, amplificate dall'inesperienza di avere un cuore così vivido e pulsante, ed era... Difficile, fottutamente difficile.
    Ma non avrebbe ceduto, la sua fede ormai incrollabile lo aiutava, avrebbe sempre messo il bene superiore sopra ogni cosa, anche se poi i sentimenti ed il senso di colpa, avessero finito per ucciderlo.

    « Ed in fondo... Forse vorrei sentirmi dire la stessa cosa. »

    Quando si comprende di avere un compito destinato a portare solo tristezza nel cuore delle persone... Quando ti rendi conto di essere un Mostro, benchè le tue azioni siano mosse dal desiderio di portare solo del bene. Allora, ti rendi conto di essere solo.
    Ti rendi conto di essere ancora nel buio dell'inferno.

     
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