[LAM][CC] Singolar Tenzone

Non molto tempo dopo il ballo d'inverno, Grifis aveva accolto con estremo piacere la richiesta dei Cavalieri Celesti di condividere, foss'anche per un breve periodo, l'ospitalità di quelle terre. Terre che per il Falco non erano certo nuove, ma che in ogni caso decise comunque di visitare: come rappresentate dell'armata Bianca dei Liberi Aeris Milites era suo preciso compito non solo stabilire rapporti proficui con le alte sfere del luogo, ma anche con gli Ufficiali, e con tutti coloro che, in un modo o nell'altro, erano estremamente prossimo all'Alfiere. Non sarebbe rimasto per molto, invero: altre faccende urgenti chiedevano la sua presenza, ma perché crucciarsi con impegni futuri quando Taldor aveva così tanto da offrire?

Ed eccolo che se ne stava davanti ad una finestra, baciato dalla luce. Guardava altrove, laddove i giovani e aspiranti Cavalieri si addestravano all'arte della guerra, del combattimento e della strategia. Apprezzò così tanto quel preciso schema d'addestramento che, si ripromise, avrebbe fatto altrettanto anche con i suoi futuri sottoposti; e che aiuto avrebbe mai potuto dare alla Dama Azzurra, altrimenti? I Bianchi avrebbero eguagliato il prestigio dei Celesti, e di chiunque alleato, per poter meglio offrire supporto alla comune causa della giustizia. E poi...

Fu allora che qualcuno, notando la sua presenza, gli chiese di mostrare ai giovani qualcosa. Discendendo verso le reclute dalla sua posizione, il Falco non estrasse nemmeno la sua spada e, cogliendo a caso, chiese a qualche giovine d'attaccarlo. Questi riluttante eseguì, solo per vedersi schivato con un brevissimo ed elegante volo. A quel punto, freddo ma imparziale, arrivò il consiglio del Capitano:

Non siate mai frettolosi. Non attaccate per primi se non sapete chi avete davanti, o fatelo con cautela se sapete d'affrontare un avversario più forte; attaccate per primi, solo quando saranno gli altri a temporeggiare nei vostri confronti.

Concluse, salutando i giovani che tornarono subito al loro addestramento, ma proprio quando stava per ritornare alla sua precedente posizione gli parve di notare qualcuno...
Chi mai poteva essere?

CITAZIONE

Equipaggiamento
[ Armatura d'Argento del Grifone ]
Mentre su Endlos la storia di Phemt divenne una leggenda, per altro ormai quasi del tutto dimenticata, il cui ricordo è vivo solo in un'iscrizione a conoscenza di pochi - se non di nessuno -, il Bejelit Scarlatto finì il suo viaggio in un mondo sconosciuto. Quivi, la popolazione nativa ne fece un oggetto sacro e, più tardi nel tempo, lo incastonò all'interno di una corazza d'argento avente le effigi del loro dio: il Grifone. Non molti anni dopo, un'Elfo precipitò in questo mondo assieme a uno di quegli animali adorati dalle popolazioni indigene; egli fu subito proclamato Re e gli fu fatta in dono questa Armatura d'Argento. Il cristallo incastonatovi, inoltre, cambiò colore da cremisi a verde, in un processo che mai nessuno avrebbe potuto comprendere. Con indosso le vestigia del Dio Grifone, il Re Elfico condusse quei popoli alla pace e alla vittoria; e dopo cinquant'anni, fu richiamato al suo mondo di origine portando con sé la corazza. Avrebbe poi scoperto che questa era dotata di particolari poteri.
[ Armatura ]

[ Spada degli Spiriti Silvani ]
La spada ha la forma di una Nodachi, una grande lama giapponese. E' una spada larga avente guardia oblunga e coperta da una sorta di pelliccia bianca, munita di fodero in pelle nera decorata con varie croci bianche, dalla base fino all'apertura dove è presente un piccolo pezzo di corda rossa. L'arma è piuttosto larga, a differenza delle normali katane, e ciò la rende difficile da maneggiare se non si possiede la giusta abilità. Proprio in virtù di ciò, il taglio e la rapidità di una spada superano quelle di una comune katana; lunga 1.50, completamente in acciaio, è un'arma formidabile dotata di un particolare potere.
[ Arma ]

[ Bussola d'Oro, Rosa dei Venti ]
Altro non è, come dice il nome, che una piccola bussola d'oro, comoda da indossare con una catena o portarla semplicemente in tasca. Differentemente dalle altre, però, non ha alcun ago magnetico: ha quattro lancette ed un quadrante con simboli strani. La lancetta blu indica la direzione fisica da seguire per raggiungere ciò che si cerca, mentre le rosse indicheranno simboli che suggeriranno il "modo" più consono per raggiungerlo.
[ Oggetto ]

Abilità Passive

~ S I L E N T H I L L ~
Silenzio.
E' solo una parola. Silenzio: è tutto ciò che il mondo vuole.
Le parole sono soltanto una violenza, s'infrangono inutilmente nel vento.
Lo stuprano, senza ritegno: non fanno che inutile male. Così l'imperativo dell'Elfo si fa più forte, e la sua figura elegane e imperiosa non può che ricondurre ogni cosa allo stato originario: la gioia del silenzio.
Tace l'uomo spergiuro, quello bugiardo e millantatore, come quello lusinghiero e traditore, che dietro le spalle accusa e dirimpetto tace; e che dire dell'uomo che si fregia di menzognere storie, o di quello che si fa adulatore per profitto proprio, che nasconde il vero a chi gli sta davanti, e ne dipinge ben diverso aspetto?
A tutti costoro a cui è data bocca solo per darsi vanto, a coloro che parlano pur non avendo nulla da dire, e che spendono numerose parole senza aver espletato concetto alcuno; a tutti costoro è chiaro il monito al silenzio che il Falco porge loro.
S'immagini una silente collina, dove soltanto s'onde il canto degli usignoli: medesimo scenario andrebbe palesandosi in un luogo ricolmo di futili chiacchiere, o nei riguardi di chi tutto dice e nulla ottempera.
E' un'aura di riverenza, quella di Grifis, un'energia sottile e flemmatica che lo circonda e che può indurre il prossimo a tenere a freno la lingua su determinati argomenti oppure in specifiche situazioni.
E' chiaro che il suddetto potere è soggetto all'interpretazione dell'altra persona che ne subisce l'influsso, allorquando si verifichino le condizioni per cui il monito al silenzio del Cavaliere possa ritenersi soddisfatto o soddisfacente.
[ Passiva di Charme "Riverenza" ]

~ F E A R L E S S ~
Vi son cose che possono mutare l'animo di un uomo.
E tutto ciò che non t'uccide, si dice, può solo renderti più forte!
E' così per Grifis, l'uomo che ha viaggiato al di là e al di quà della tempesta furente conosciuta come Maelstrom. Non sono pochi a naufragare su Endlos, ma quanti possono vantar d'aver compiuto due volte lo stesso, tragico, viaggio: l'andata, il ritorno... la tempesta certo non perdona, e chiede per sé un pedaggio che a volte può costare anche la vita. Per Grifis quel dazio fu invece la paura, la folle consapevolezza che la morte stesse ormai avvinghiando a sé.
E nessuno sa cos'abbia visto o vissuto nel mondo alternativo, il cui trauma è visibile dal momento che Grifis non ha ricordo di quel suo viaggio, né della permanenza; rammenta solo di avervi trascorso ben cinquant'anni. Nulla più.
Ma è dopo essere tornato su Endlos che gli effetti di quell'esperienza si son fatti vivi nell'Elfo, al punto ch'esso può non sembra più nemmeno se stesso; in termini di gioco, Grifis della Tribù dei Minos detiene un naturale resistenza a quei poteri che dell'alternazione dei sentimenti fanno il proprio vanto. Dunque abilità di charme/malia - vedi auree di terrore - fino a un livello medio troveranno nell'integrità psichica del Falco un valido baluardo.
[ Passiva Resistenza Psionica Medio Livello ]

~ E T L R E T H, T H E W H I TE A L B U M ~
Quanto avvenne nell'Etlerth rimase sconosciuto ai più, perfino all'unica testimone del cambiamento radicale di Grifis, ovvero Drusilia. Qualsiasi cosa sia avvenuta in quella baita abbandonata nelle infinite distese di ghiaccio, ha radicalmente trasformato l'elfo, a tal punto da farlo entrare in simbiosi con l'ambiente che, con un manto di ghiaccio, accolse il suo spirito e ne sigillò il cuore dagli agenti esterni.
Non è soltanto il poter evocare le forze gelide del ghiaccio e delle tempeste di neve, ma anche l'ergersi come signore di quelle lande; e chiamarle a sé ovunque egli desideri. Difatti, l'aura glaciale di Grifis è solita manifestarsi non come una sensazione, o come qualche genere di avvertimento energetico, bensì come un vero e proprio paesaggio. Neve, ghiaccio, composizioni cristalline, stalattiti e/o stalagmiiti; l'Etlerth s'impadronisce del luogo ove il Falco è intento a combattere oppure ad affrontare un avversario (in termini di gioco, il cambio di scenario è valido solo in duelli o in quest dov'è in corso un combattimento).
Poiché si tratta però di una sola manifestazione dei poteri dell'Aviatore Bianco, l'apparizione delle gelide distese non rappresenta un pericolo o un impedimento nell'altro... a patto che l'elfo non adoperi un'abilità attiva apposita e con relativo consumo di mana.
[ 5 PT - Passiva Cambio Scenario ]

~ C O M P A S S ~
[...] In termini di gioco, in duello quest (previo consenso del QM) o scene GDR l'oggetto è considerabile dotato di una passiva di Auspex, suscettibile ad eventuali difese apposite fino a livello medio; potrà indicare senza errore la posizione e le modalità per ottenere quel che il Falco desidera avere più.
[ Passiva Auspex ]

~ V E S T I G I A ~
[...] L'armatura assai leggera e maneggevole, non impedendo alcun movimento.
[ Passiva Peso Leggero ]

Le sue ali possono altrimenti essere usate per volare: in termini di gioco, con esse è possibile percorrere notevoli distanze sulle ali del vento (previo consenso del QM in questo o ruolate), o magari è concesso sorvolare il campo di battaglia per non oltre cinque metri d'altezza.
[ Passiva Volo ]

Abilità Attive

Mana & Consumi 100%

Info mi sono permesso di dare un input al tuo post, perché mi dicevi d'aver avuto un blocco ho pensato che magari suggerirti da cosa iniziare potesse sbrogliarti il compito. Detto ciò, la passiva White Album non è ancora "in uso".

Chiunque avesse visto il Falco sorridere, avrebbe forse giurato che mai vi fu sul suo viso un'espressione più fredda e accondiscendente; eppure non stava fingendo un sentimento che non era capace d'avvertire, semplicemente qualcosa dentro di lui aveva smosso tanto ghiaccio da ravvivare un fuoco non spento, ma nemmeno più capace d'ardere come un tempo.

E' un vero onore fare la vostra conoscenza, messere Kizan. Ammetto che anch'io ho valutato la possibilità di un incontro amichevole, non per rivalità ma per capire quanto e come potremmo essere d'aiuto gli uni agli altri.
Per questo accetto con gioia la vostra sfida.

Quando la sua voce elegante aveva smesso di parlare, la sua figura era tornata esattamente al centro di quel piccolo spiazzale d'allenamento. Chiese, con molto garbo, che reclute e addestratori si allontanassero dal posto il più possibile; avrebbero potuto assistere, ma solo in una posizione sufficientemente sicura. Il motivo, lo palesò di lì a poco.

Si dice che per taluni uomini sia sufficiente lo sguardo per capire cosa accadrà, ma per Grifis era ancor più vero che, oltre allo sguardo, ogni altra fibra del suo corpo sapeva palesare le intenzionalità del guerriero che entro gli ruggiva; e così le iridi cristalline incantarono per qualche attimo il dintorno, che si vestì d'Inverno. Sovvertì, con la sola volontà battagliera, una stagione e perfino un luogo: ghiaccio, cristalli, fiocchi di neve... L'Etlreth pareva aver appena divorato un pezzo della caserma. E Grifis, che sostava esattamente nel mezzo, neanche fosse stato egli stesso parte integrate di quella frazione dell'eterne distese di ghiaccio.

Frattanto che la Pantera approfittasse di quel tempo concessole per alzare la guardia, il Falco sguainò lentamente la sua nodachi, una lunga lama giapponese chiamata Spada degli Spiriti Silvani perché da secoli sigillata nei boschi di Fanedell.

So di essere scortese con la mia richiesta, ma in quanto ospite della Caserma, oltre ad essere stato sfidato, vi cedo l'opportunità del primo attacco.
E ve ne prego, non porgetemi alcun riguardo. Voglio combattervi al massimo delle vostre capacità!

Com'è poc'anzi aveva spiegato ai giovani in allenamento, il Falco non era folle abbastanza da sferrare il primo attacco a Kizan, specialmente perché, pur non conoscendolo, ne comprese d'istinto la potenza: non arrischiare ad attaccare qualcuno di cui ignori le potenzialità, ma anzi inducilo a scoprire le sue carte. Le battaglie non si combattono soltanto con le armi, ma anche con la mente.

Grifis Minos, Comandante della divisione Bianca dei Liberi Aeris Milites: qui per servire.

Concluse, terminando la presentazione. Il campo era pronto e la sua spada già si alzava a guardia, mentre dietro di lui le ali metalliche vibravano bramando, in un'orgasmico desiderio, la libertà del volo e dello scatto improvviso; i suoi occhi e la sua anima, ora di nuovo ghiaccio, tacevano nella lenta consapevolezza che sempre l'accompagnavano prima di un duello. No, non era paura né sconsideratezza: sceglieva il silenzio, perché ben più cose, di lì a poco, avrebbero detto le sue azioni.

CITAZIONE

Equipaggiamento
[ Armatura d'Argento del Grifone ]
già citata
[ Armatura ]

[ Spada degli Spiriti Silvani ]
già citata
[ Arma ]

[ Bussola d'Oro, Rosa dei Venti ]
già citata
[ Oggetto ]

Abilità Passive

~ S I L E N T H I L L ~
già citata
[ Passiva di Charme "Riverenza" ]

~ F E A R L E S S ~
già citata
[ Passiva Resistenza Psionica Medio Livello ]

~ E T L R E T H, T H E W H I TE A L B U M ~
Quanto avvenne nell'Etlerth rimase sconosciuto ai più, perfino all'unica testimone del cambiamento radicale di Grifis, ovvero Drusilia. Qualsiasi cosa sia avvenuta in quella baita abbandonata nelle infinite distese di ghiaccio, ha radicalmente trasformato l'elfo, a tal punto da farlo entrare in simbiosi con l'ambiente che, con un manto di ghiaccio, accolse il suo spirito e ne sigillò il cuore dagli agenti esterni.
Non è soltanto il poter evocare le forze gelide del ghiaccio e delle tempeste di neve, ma anche l'ergersi come signore di quelle lande; e chiamarle a sé ovunque egli desideri. Difatti, l'aura glaciale di Grifis è solita manifestarsi non come una sensazione, o come qualche genere di avvertimento energetico, bensì come un vero e proprio paesaggio. Neve, ghiaccio, composizioni cristalline, stalattiti e/o stalagmiiti; l'Etlerth s'impadronisce del luogo ove il Falco è intento a combattere oppure ad affrontare un avversario (in termini di gioco, il cambio di scenario è valido solo in duelli o in quest dov'è in corso un combattimento).
Poiché si tratta però di una sola manifestazione dei poteri dell'Aviatore Bianco, l'apparizione delle gelide distese non rappresenta un pericolo o un impedimento nell'altro... a patto che l'elfo non adoperi un'abilità attiva apposita e con relativo consumo di mana.
[ 5 PT - Passiva Cambio Scenario ]

~ C O M P A S S ~
già citata
[ Passiva Auspex ]

~ V E S T I G I A ~
già citata
[ Passiva Peso Leggero ]

già citata
[ Passiva Volo ]

Abilità Attive

Mana & Consumi 100%

Info a te l'onore di aprire le danze

Lento il suo respiro scandiva i secondi. Gli occhi andavano, ondeggiando brevemente, soffermandosi su ghiaccio e quindi sul nemico. Lo sentiva, il potere che trasudava dal suo mana ancora taciuto: era come guardare una fiera dritta negli occhi e sapere a cosa si andava incontro, prima ancora ch'essa abbia ruggito o tratto gli artigli. E in fondo, il dirimpettaio non era un signor nessuno. Bastavano i titoli a parlar di lui più di quanto avesse potuto fare chiunque altro, e sarebbero bastati ancora per suggerire al Falco che, davanti a lui, v'era una preda non solo grande ma anche capace di ribellarsi. Avrebbe potuto stringerlo nelle sue grinfie? Fin dove avrebbe intinto la sua spada? Non aveva che da scoprirlo.

Uno spiffero di vento - chissà da dove giungeva - spinse i fluenti capelli biondo cenere dell'Aviatore. Il suo sguardo era fisso, incapace di sottrarre alla Pantera la giusta attenzione; e quando lo vide calarsi, saggiare il freddo con la mano, subito la sua arguzia gli gridò a gran voce "attento!". Perché solo uno sciocco avrebbe frainteso quel gesto, e lui era un Comandante! Così aprì le ali in una strana manifestazione di potenza, mentre la sua Spada si issava a guardia. Non considerò affatto i rampicanti che gli si stringevano addosso, perché lo preoccupava di più quell'altra mano a lui protesa. Quella da cui vide uscire una palla di fuoco.

Spettacolare.

Fu solo un bisbiglio, appena sufficiente affinché il vento se lo portasse. Uno strano vento prese a soffiargli contro, mentre il ghiaccio risalì lungo il suo corpo fino a quando non fu una statua cristallina ed eternamente destinata al gelo. Perché imbrigliarsi in questo modo? Perché quando la palla di fuoco giunse a infrangersi sulla barriera glaciale, trovò in questa un baluardo; l'armatura di cristallo si ruppe, lasciando che solo una parte dell'offensiva altrui si riversasse addosso al Falco. Il resto delle fiamme, invece, avrebbe avviluppato i vicini rovi distruggendoli. Così libero, e circondato da una nuvoletta bianca alzatasi dallo scontro con le fiamme, il Falco eseguì uno scatto in volo. Un movimento laterale destinato ad accorciare le distanze, portando lo scontro sul corpo a corpo. Giunto sul fianco sinistro del Kizan, infatti, avrebbe eseguito un colpo orizzontale verso destra diretto alle gambe, quindi un affondo diretto e spietato sul costato. Colpi fisici apparentemente inutili, eppure capaci di congelare quanto colpito o sfiorato dalla spada... per un tempo sufficiente a rendere difficoltosi e seccanti anche i movimenti più elementari.

E mai i suoi occhi avrebbero perso di vista la preda...

Forti così, no mai ne aveva conosciuti.
Era il suo come un brivido che, non di freddo ma di gioia, riempiva le membra così tese. Voleva sorridergli, come un'amico che si bea dei progressi di chi gli sta davanti, ma come poteva mostrar un così nobile sentimento, lui che di sentimenti ne aveva solo il ricordo? Ammantò di ghiaccio anche il viso, non tradendo la serietà con cui osava infilzare l'altrui ardore; e nel mentre, in segreto, l'ammirava: notava con quanta genuina flessione i muscoli della Pantera disegnassero nell'aria la sua sagoma nera, tanto repentino fu lo spostamento. Cosa poteva farci la spada? Finire nel vuoto, magra consolazione per aver incalzato un nemico dotato di così fulminee gesta. Non si lamentò, e benché le ali non fossero che una mera utopia, non azzardò la resa dinnanzi al suo avversario: aveva detto ai giovani che mai si attacca chi non si conosce, o che ancora si deve attaccare nella piena consapevolezza di sé. E così lui era, sicuro dei propri mezzi e delle proprie capacità. Perché chiunque al suo posto avrebbe pensato, nel veder Kizan scattare con gli artigli già pronti, ad una disfatta pronta da servire all'incauto Falco. I suoi artigli non avevano stretto la preda come auspicato, né le sue ali potevano batter veloci abbastanza da superare la Pantera nel suo elemento. Laddove il fisico lasciava il passo al mana, un'esigua spesa, non più di un sussurro nel suo corpo, bastò a coadiuvare il ruolo che di solo era dell'armatura e dell'armatura soltanto.

M E L F O R C E

La mano si aprì al dibattito, lasciando per qualche attimo l'elsa della spada. Solo qualche istante, nulla di più. Gli artigli di Kizan erano già vicini, quando l'incanto prese a vorticargli attorno; così alla tempesta altrui si contrappose il candido e leggero valzer di cristalli glaciali, i quali come anelli cinsero la figura bianca e regale del Falco.
Non furono invero sufficienti a fermare la furia della Pantera, ma non erano stati pensati per questo: dovevano soltanto ammortizzare i danni, permettendo alla corazza d'assorbirli meglio che poteva. Così il Grifis ne sarebbe uscito con il pettorale scheggiato, e con alcuni tagli visibili solo sul collo e sul viso. Tutto ciò si era reso necessario, al fine di permettere al Comandante Bianco un'attacco che Kizan non potesse più schivare semplicemente spostandosi.

En Garde!

Gli gridò mentre faceva saettare la Spada degli Spiriti Silvani verso le braccia, e poi verso le gambe. Due fendenti a mezzaluna, con ancora intriso il potere, prima evocato, del suo Crystallize: perché, anche stavolta, il suo obiettivo era immobilizzare tale Kizan.

Per un tempo sufficiente a fargli ammettere la sconfitta.

E giunse il buio.
Era tetro, era freddo. Aveva con sé la tragedia del male.
Portava sventura, perché si dice sempre che la Notte serve i figli del Male.
Perché chi lo sa cosa si trama nel buio... che cosa si muove, lì dove non puoi nemmeno vederlo?
Un piccolo rumore s'ingigantisce. Le sagome si deformano. I sentimenti, diamine, s'amplificano.
E così che scese il buio, coprendo in un attimo il mondo di ghiaccio che Grifis aveva eretto solo per se stesso. Ingoiò lui e la Pantera, eppure il Falco sapeva... avrebbe giurato d'averne sentito gli artigli raschiare più in là.
Chissà dov'era adesso, a tramare contro di lui.

Fu un baleno.
Un'istante fugace che, sfuggendogli, riaprì il tempo al dibattito e alla pugna... Si guardò attorno, il Falco: aveva gli occhi più brillanti e cristallini che qualcuno mai avrebbe potuto scorgere. E sembrava quasi squarciare la magia del Kizan attraverso i suoi strali neri, come se fosse sempre stato una creatura del buio, prima ancora che del ghiaccio. Non un sussulto ruppe la sua postura, né lo spavento governò la sua mano anche quando questa, malamente colpita, cedette di schianto e liberò la spada dalla presa ferrea. Essa cadde e tintinnò sul ghiaccio, scivolandogli più in là. Avrebbe potuto afferrarla ma non lo fece. Lesse in quelle tenebre il desiderio del nemico di portare lo scontro su tutt'altro livello, laddove solo la mente e l'abilità di un'assassino avrebbe potuto risollevare le sorti. E così il Falco, Comandante dei Bianchi Aviatori, liberò - fosse anche per l'ultima volta - un'anelito di voce:

Siete voi Kizan guerriero degno del mio massimo rispetto.
E' la prima volta che tremo pensando.. pensando che forse non supererò questo scontro da vincitore, bensì da sconfitto. Non sussulta il mio cuore, ma sappiatelo: trema il mio spirito. Siate voi per i vostri nemici ciò che oggi siete per la mia anima!

Se il suo avversario non aveva ancora attaccato, era forse perché stava aspettando qualcosa. L'attimo che precedeva la tempesta si trascinò su di lui come una tetra consapevolezza. Kizan non avrebbe atteso in eterno, presto i suoi artigli avrebbero reclamato le piume del Falco.
Quando lo tirò fuori dall'armatura, aveva una sagoma piccola.
Era d'oro, con tre lancette: una blu indicava ove trovare quanto desiderato, l'altre due rosse dove si trovava e come ottenerlo.
E cosa voleva il Falco? Kizan.
E dov'era Kizan? Lì, poco più avanti nascosto.
Grazie, mia Signora
Bisbigliò, per ultimo.
Grazie, Drusilia.

Quando si riaprì alla battaglia, l'animo del guerriero dentro di lui ora ruggiva verso nuove offensive. La Pantera ancora non aveva esordito, e la Bussola d'Oro ancora segnava la lancetta verso di lui. Non si era mosso e, da quanto ricordava il Falco, il suo braccio era in parte un cumulo di ghiaccio... Presto lo sarebbe divenuto tutto il corpo.

Venga il gelo e fermi il tempo;
cada sul mio nemico...
F A L L I N G D O W N

E che altro potrebbero raccontarvi, questi occhi?
Scese la neve così come Grifis l'aveva invocata, e ancor prima che avesse pronunciato il nome della magia. La dispersione improvvisa dei cristalli, dipartita dalla sua mano, avrebbe cinto un'anello largo sette metri, e in questi avrebbe operato a favore del Falco: ghiaccio, neve e gelo avrebbero posto sulle spalle della pantera un nuovo peso. Al braccio tramutato in cristallo, forse si sarebbe aggiunto anche tutto il corpo. Perché sapesse...
perché capisse che Grifis vedeva.
Lo vedeva anche nel buio.

E il suo respiro di colpo era rallentato.
Il petto s'ingrossava sotto alla pettorina scheggiata dagli artigli del Pantera, mentre la sua concentrazione si condensava dentro di lui. Un leggero vento freddo gli accarezzava il viso, graffiato anch'esso dalla furia del felino nero; e baciava il sangue che rigava le gote d'avorio, mentre gli occhi profondi e vitrei si guardavano nei ditorni resi buio dall'incanto nemico. Sentiva il ticchettìo frenetico della Bussola, la quale gli diceva sempre dov'era il suo nemico, e spostandosi d'ingranaggio ad ingranaggio, gli suggeriva la sua posizione. Kizan si era spostato, forse nel tentativo di sfuggire alla presa del gelo, ma con quella notte buia poteva non poteva sapere se e fin dove aveva coperto d'un manto cristallino il corpo fiero dell'avversario. No, forse avrebbe dovuto considerarlo più un nemico... perché in battaglia non c'è spazio per simili distinzioni, e chi ti sta davanti, foss'anche un'amico, nel momento in cui impugnava le proprie armi e ruggiva contro di te andava considerato un nemico. Qualcosa da superare o distruggere. Qualcuno che devi vincere, a cui devi far conoscere la tua superiorità.

Poi, il vento s'alzò. La tempesta che aveva rivolto contro l'altro innalzò i suoi capelli biondo cenere, rinfrescando il bruciore delle ferite e del sangue raggrumato, congelatosi sopra la bianca epidermide. E chiuse gli occhi come a volersi assopire in uno strano sonno, o forse voleva soltanto aumentare la concentrazione: il buio gli nascondeva la vista del nemico, eppure tutt'intorno il suo mondo di ghiaccio c'era ancora. C'era sempre.
E fu solo per questo che s'accorse per tempo di quell'attacco che gli giungeva contro; il dardo di fuoco era qualcosa di troppo incandescente, se paragonato al bianco mondo di ghiaccio che Grifis aveva decritto per sé e per l'altro. Ma quando il calore della fiamma fu abbastanza vicino da riscaldare il vento, fu anche il momento meno fortunato per approntre una difesa. Era troppo vicino a lui, e non poté fare altro che battere le sue ali cosicché, nell'atto di farsi indietro a gran rapidità, queste fungessero da scudo per lui. Vi esplose contro il dardo, in una vampa che aumentò soltanto la violenza del movimento rapido. Sbatté. Rotolò. Cadde. Tre volte girò e tre volte incontrò il freddo pavimento. Il rumore metalico testimoniò il danno dell'ala destra, della quale un frammento giaceva ora chissà dove. Ma quando ebbe l'occasione, anche se lentamente, si rialzò. Aggravati erano i danni che ora tempestavano il suo corpo, e l'appendice metallica danneggiata ora rendeva impossibile il volo.

D I A M O N D

...

..

Le sue mani già si agitavano, preparando il prossimo - e si spera anche ultimo - colpo del repertorio.
Non poteva e non avrebbe mancato il bersaglio.

CITAZIONE

Grifis Equipaggiamento [ Armatura d'Argento del Grifone ] già citata [ Armatura ] [ Spada degli Spiriti Silvani ] già citata [ Arma ] [ Bussola d'Oro, Rosa dei Venti ] già citata [ Oggetto ] Abilità Passive ~ S I L E N T H I L L ~ già citata [ Passiva di Charme "Riverenza" ] ~ F E A R L E S S ~ già citata [ Passiva Resistenza Psionica Medio Livello ] ~ E T L R E T H, T H E W H I TE A L B U M ~ già citata [ Passiva Cambio Scenario ] ~ C O M P A S S ~ già citata [ Passiva Auspex ] ~ V E S T I G I A ~ già citata [ Passiva Peso Leggero ] già citata [ Passiva Volo ] Abilità Attive ~ V E S T I G I A ~ * [...] E' inoltre dotata di un paio di ali che hanno sia funzione propulsiva, ovvero concedono rapidi spostamenti - rettilinei o curviformi - in un raggio di cinque metri. [ 1 PT - Attiva Offesa/Istantanea, Consumo Basso ] Mana & Consumi 65% -15% (Consumo Basso, più Medio del consumo Alto partizionato nel turno precedente) = 50% Condizioni Fisiche Danni da fuoco di media entità, estesi come ustioni non gravi su tutto il corpo; graffi di bassa entità su collo e viso; contusione alla mano provocata dal calcio; armatura scheggiata in più punti e ala destra gravemente danneggiata. Info La tecnica Diamond Dust viene solo "chiamata", non usata. La tecnica FallingDown si completa, e si conclude, in questo turno. Per il resto, passo la palla al mio avversario PS: ho modificato la decrizione dei danni fisici, aggravando quelli da fuoco subiti ora che precedentemente.

D I A M O N D

...

..

L'eco delle sue parole lo inseguì brevemente.
La resa del suo avversario, invece, l'avrebbe accompagnato per molto tempo a venire. Frattanto, pur se lentamente, le ostilità del Falco scemavano dietro alla brina del suo stesso paesaggio, che venuto a mancare il presupposto della contesa, ecco che si sfaldava come se il Sole di un deserto l'avesse di colpo sciolto.
Grifis non osò chiamare la Pantera, comprendendo bene cosa animasse ora il suo corpo, e cosa l'avesse indotto a cedere resa, a trarsi di spalle verso l'uscita. Così mentre Taldor tornava al suo stato originario, l'Aviatore semplicemente tornava verso la sua Spada. Adesso l'aria era anche libera della scura notte del Kizan, rendendo più chiari ad entrambi quella ch'era stata la contesa che si era consumata.
E che l'altro potesse vederlo o meno, il Bianco Comandante eseguì verso di lui un'inchino riverenziale.
Un grazie taciuto, un complimenti velato.

Perché tra guerrieri non vigono nient'altro che le gesta.
Non vi sono parole da scambiare, se non quelle che si delineano tramite il confronto.
E ora il Falco sapeva chi era la Pantera, e la Pantera aveva riconosciuto il valore del Falco. Perché un domani, insieme, non più l'uno contro l'altro armati, avrebbero messo da parte artigli e spada per combattere assieme il nemico comune...