[LAM] Cercando frammenti di un uomo

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    Fase due.
    Una volta superato il picco emotivo esistevano solo due possibili alternative: disperazione e accettazione. Fortunatamente Drusilia aveva scelto quest'ultima... cosa della quale l'Argonath non era affatto sicura prima di intervenire verbalmente. Se fosse riuscita a rinforzare questo feedback positivo e si fosse appoggiata alle persone che conosceva e amava, allora Drusilia non avrebbe avuto particolari difficoltà a superare la pstd. In un certo senso era incoraggiante che fosse stata Drusilia stessa a cambiare argomento.

    « A parte me stessa, non ha lasciato nulla. » rispose, scuotendo appena la testa. « Io si, però. »

    Si scostò da lei, alzando la mano in un'inutile gesto del braccio mentre accendeva i proiettori olografici della stanza per creare una rappresentazione visiva del database della nave. Dovette rallentare la ricerca del file per consentire a Drusilia di seguire la ricerca. « Sono stata creata per essere un'intelligenza artificiale attiva; significa che sono capace di formulare da sola i problemi che devo risolvere. Ciò è fatto per consentirmi una capacità attiva di analisi e deduzione da mettere autonomamente a servizio di chi deve usufruire delle mie capacità. » spiegò nel frattempo l'Argonath. « Parte delle mie analisi includono lo stesso Jattur. E c'è un'incongruenza di cui tu devi essere messa al corrente. »

    Le indicò col dito uno dei file, poi lo aprì mostrando un volto familiare nell'angolo in alto a destra di una pagina fitta di informazioni testuali: un profilo personale.
    Quello del tenente Shattur.

    « Questo è il dossier di Jattur: in esso è contenuto ogni evento della sua vita adeguatamente commentato dai suoi superiori. Allegati vi sono le cronologie delle modifiche e delle visite, le note, i file referenziali e oggetti chiamati 'bot', ossia piccoli programmi non dotati di intelligenza che svolgono automaticamente compiti minori. Non è raro che i dossier personali contengano decine o centinaia di bot, a seconda dell'arco temporale percorso dal dossier stesso. » Alzando il braccio l'Argonath cambiò prospettiva, passando dal nero intenso dello sfondo ad un blu meno cupo su cui si stagliavano file e file di informazioni temporalmente ordinate. « Questa è la cronologia delle visite al file. Secondo questo documento l'ultima visita risale a prima dell'inizio della missione di Jattur, il che è coerente con l'essere l'unico umano a bordo, tuttavia l'elaborazione di dati in entrata e in uscita dal file dice che qualcuno -qualcosa- ha visitato il dossier di Jattur una volta al giorno, ogni giorno, da quando Jattur è divenuto un ssa. Non è un bot, ma un programma con un grado di intelligenza artificiale paragonabile al mio che agisce come un virus: periodicamente controlla il profilo di Jattur e ogni file correlato, li visiona in cerca di qualcosa ed esce dal file. E ciò che cerca è questo. »

    Tornò indietro al profilo ed effettuò un altro accesso. Immediatamente la risposta si concretizzò con una seconda finestra in sovrimpressione dai colori accesi e minacciosi... come sottilmente minaccioso era il contenuto stesso del pop-up.

    Attenzione

    Si sta cercando di accedere ad una sezione protetta del file. Prego emettere necessaria autorizzazione_


    « Parte del dossier di Jattur è stato occultato con notevole abilità: semplicemente per sapere che esiste una sezione protetta è necessario un livello di autorizzazione Theta, posseduto da meno di un milione di persone in tutto l'Impero Asghabardiano. » disse Argonath, voltandosi a guardare Drusilia negli occhi. « L'autorizzazione necessaria ad accedere alla sezione appartiene invece al livello Omega... che prima di questa storia non sapevo neppure esistesse. » aggiunse, più sottovoce.
     
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    Doveva ammettere che non si aspettava una risposta simile.
    Tutto ciò che l'Argonath disse non fece altro che metterle dubbi su altri dubbi, primo fra tutti perchè Jattur l'aveva indirizzata sulla sua nave se non aveva lasciato nient'altro. Motivo per cui la sua prima domanda fu più che giustificata.

    -Jattur ne era al corrente?

    Ma fu qualcos'altro ad ottenere la precedenza nelle sue riflessioni. Primo fra tutti il mistero riguardo il suo sergente. Non che ci capisse qualcosa di quella roba, sia chiaro: anche solo far partire il colpo da una pistola senza sbagliare mira o ferirsi con il rinculo era per lei missione assai ardua, figurarsi parlare riguardo accessi ed autorizzazioni di un mondo totalmente tecnologico come quello del Sergente. Theta, Omega... che poi lei di greco ne aveva sentito solo parlare negli anni della sua infanzia spiando le lezioni riservate ai maschi della sua casata. Ovviamente non aveva mai imparato la lingua -e come avrebbe potuto?- però sapeva associare qualche lettera ad alcuni simboli. Theta proprio non se lo ricordava, ma l'Omega doveva essere quella sorta di c rovesciata con l'apertura verso il basso e due piedi alla base. Ne era abbastanza certa perchè l'aveva vista sulla tomba del suo bisnonno Ecatl... si, ne era certa. Ricordava anche la risposta di Arthur alle sue domande, e cioè che, essendo l'ultima dell'alfabeto, era usata simbolicamente come rappresentazione della fine in genere, in questo caso della morte.
    ...Morte...
    ...
    Fu come un lampo.

    -Omega... Morte.

    E se non fosse giunta per ripicca, ma per Jattur?
    E quel virus che controllava ogni giorno da anni, cosa voleva da quel file? Maledizione a lei che era stata così egocentrica da non arrivarci prima, o anche solo considerarlo! Così occupata a pensare e ripensare ai suoi dissidi con Morte che neanche aveva lontanamente immaginato che una delle sue rivali cercasse proprio lui inquanto tale, e non perchè suo. Anche perchè suo, in effetti, non lo era mai stato, quindi...

    -E il virus è riuscito ad accedere a questa roba?

    Riuscì soltanto a dire, mentre fra i suoi pensieri continuava a darsi dell'idiota. Che poi... cosa voleva da lui, se lo cercava? Bramava di toglierlo di mezzo per qualche oscura ragione oppure... che volesse renderlo suo Emissario come Hamelin? Mai! Ricordava bene cosa la Nera Signora lo costringeva a fare; quasi le sembrò di rivivere il momento in cui, spaventato, il violinista la guardava nella penombra della stanza in Accademia durante le sue visite notturne, mentre con parole appena sussurrate le diceva che la Morte non era la cosa peggiore. Probabilmente non avrebbe mai saputo a cosa esattamente Hamelin si riferisse, ma il suo dolore le era giunto chiaro e forte, spaventandola e poi spingendola sull'orlo del pianto nel momento in cui le dava le spalle e l'abbandonava di nuovo, ancora, ancora ed ancora, ogni volta come fosse l'ultima.
    E poi, semplicemente, non era più tornato..
    Come un fantasma, come un sogno passeggero.

    -Ja-Jattur è... in ... in pericolo.

    Tremò letteralmente al solo pensiero di una cosa simile; poco importava se Argonath l'avrebbe presa per svitata. Anche perchè probabilmente lo era: mai come allora le sarebbe bastato tornare a casa e continuare le sue faccende per tenersi lontana da ulteriori problemi, perchè più di così obbiettivamente non le era possibile fare. Ma Drusilia non brillava per astuzia, e nemmeno per spirito di autoconservazione. La sola idea di Jattur, del suo Jattur fra le grinfie di quella vecchia isterica le fece girare la testa e mancare il respiro quel tanto che bastava per cercare appiglio a qualche elemento di mobilia al solo scopo di non cadere. Ed al diavolo "suo" o "non suo"... anche se aveva sempre ricevuto la concessione di una porta aperta per andarsene, Jattur non l'aveva mai fatto, e nel bene o nel male con il trascorrere delle stagioni si era ritagliato un posto nel cuore della Dama. Andarsene via da Laputa, Endlos o dalla dimensione dei viventi non sarebbe bastato a cancellare tutto. E qualunque fosse stato il desiderio dell'uomo, Drusilia non voleva vederlo schiavo come Hamelin. Lei... non voleva vedere di nuovo quello sguardo.
    Non su di lui.
    Non sul suo Jattur.

    -Io devo... riportarlo indietro.

    Bisbigliò quasi fra sè, portandosi le mani al volto dopo essersi seduta.
    Per un attimo ricordò le parole dell'uomo durante il suo avanzamento. Diceva che avrebbero risolto i loro problemi, sconfitto i loro avversari insieme. Se Jattur era nei guai, allora lei lo avrebbe tirato fuori. No, lei non lo avrebbe abbandonato.

    -Devo allontanarlo da Morte.

    Già, ma come?
    Mai come allora la lotta si faceva impari.
    Cosa poteva lei contro la Nera Signora? Lei che era una semplice mortale, sì in parte angelica ma così limitata e debole da far scoppiare a ridere perfino altri mortali, figurarsi un Cavaliere dell'Apocalisse? Era debole, sola e terrorizzata. E quella volta -ironia della sorte- non c'era nemmeno Jattur a prenderla per le spalle e dirle di respirare profondamente. Il risultato fu che caddero altre lacrime dal suo volto; pochi singhiozzi prima che le venisse in mente qualcosa.

    -Potrei... legarlo a me.

    Esisteva una leggenda nel suo casato, qualcosa che anche un Galanodel poteva realizzare, eredità delle stirpi celesti da cui provenivano. Era solo una leggenda, ma ogni leggenda si fondava su qualcosa di vero. Doveva informarsi su possibili precedenti fra i suoi familiari e... perchè non sperare? E' vero, non aveva mai fatto una cosa simile, nè tantomeno si sarebbe sognata di utilizzarla davvero su qualcuno: se mai Jattur avesse accettato nulla avrebbe più potuto separare le loro esistenze... ma era davvero ciò che desiderava? E Jattur, cosa voleva Jattur?

    -Maledizione...

    Poi guardò Argonath, e la sua voce tornò alta come prima. Sospirò afflitta, poi continuò il suo dialogo.

    -Ti prego, voglio sapere cosa ne pensi. Io sono... pessima in queste cose. Ho ancora difficoltà a usare il palmare di Jattur, figurati questa roba da cervelloni. Io non...

    Sospirò ancora.

    -... non ne sono capace. Non ho idea se la cosa è grave oppure nella norma, nè tantomeno so come si accede. Bisogna dire qualcosa? Scrivere qualcosa? Ti prego, aiutami...



    Edited by Drusilia Galanodel - 12/8/2012, 18:34
     
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    Per una frazione di millisecondo Argonath rimase interdetta quando la sua nuova amica confessò la sua ignoranza in materia di informatica. Una simile mancata previsione da sola sarebbe stata più che sufficiente a giustificare il defrag immediato e un controllo approfondito sulle sue subroutine processorali, se non fosse per il pensiero che quella fosse il suo primo contatto con una forma di vita non appartenente all'ambiente asghabardiano: sotto simili condizioni gli errori erano concessi... all'inizio. Riesaminare il diario di Jattur per dedurne la sua strategia in materia relazionale sarebbe stato il suo primo passo, una volta sola.
    Per il momento doveva semplicemente elaborare una strategia didattica personalizzata.

    « Generalmente i sistemi operativi asghabardiani sono impostati per ricevere imput da tre sensi, ossia: vista, tatto e udito. » spiegò dopo una pausa appena percepibile. « Ciò significa che per effettuare una determinata azione, come cercare un file e successivamente aprirlo, puoi: impostare il comando verbalmente, toccare la sezione dedicata nello schermo di output oppure mantenere lo sguardo sulla sezione dedicata. Quest'ultima opzione è diffusa tra i militari perché permette di utilizzare il computer anche quando si hanno le mani impegnate e non è mai l'unica modalità di imput, dunque la puoi ignorare. Se hai dei dubbi su cosa fare o come farlo, esprimi il dubbio ad alta voce o seleziona l'icona contrassegnata da un punto interrogativo: ti appariranno un elenco di suggerimenti contestualizzati, più un'opzione per inserire una domanda personalizzata se i suggerimenti non ti sono di aiuto. »

    « Per quanto riguarda il livello Omega, non penso si tratti dell'entità Morte: il virus risale a molto prima che Jattur addirittura arrivasse ad Endlos. »
    « È più probabile che sia stato creato da una sezione governativa della cui esistenza non sono al corrente, una al corrente dell'esistenza della magia (tutto quello che la riguarda è classificato Theta) e che ha avuto a che fare con Jattur poco prima che divenisse un ssa. Comunque no, Jattur non ne ha mai saputo nulla. » La guardai significativamente negli occhi. « Il programma me lo ha impedito. »

    Era per questo che si era accorta che il virus era un'AI.
    Una che, non era difficile intuire, aveva più mezzi del computer di un incrociatore da battaglia ssa...

     
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    -Oh...

    Si lasciò sfuggire con una meraviglia quasi fanciullesca davanti alle esclamazioni dell'Argonath. Che strana materia l'informatica! Però aveva un che di affascinante... Peccato, davvero un peccato che Arthur non l'avesse mai insegnata. Per quanto riguardava i termini scientifici, se doveva essere sincera, si sentiva vagamente insicura, ma riusciva comunque a seguire il discorso, quindi andava bene.

    « Per quanto riguarda il livello Omega, non penso si tratti dell'entità Morte: il virus risale a molto prima che Jattur addirittura arrivasse ad Endlos. »

    Beh, il fatto che il singolare fenomeno avveniva da prima che Jattur arrivasse ad Endlos non voleva dire che il virus non potesse essere collegato a Morte, ma se lo diceva Argonath che era improbabile, allora poteva fidarsi. Infondo le macchine non dovrebbero dire bugie: al massimo non parlano e basta, no?

    « È più probabile che sia stato creato da una sezione governativa della cui esistenza non sono al corrente, una al corrente dell'esistenza della magia (tutto quello che la riguarda è classificato Theta) e che ha avuto a che fare con Jattur poco prima che divenisse un ssa. Comunque no, Jattur non ne ha mai saputo nulla.
    Il programma me lo ha impedito.
    »

    La Dama del Vento reclinò la testolina con fare perplesso ed allo stesso tempo dispiaciuto. Chissà come si sentiva Argonath, ritrovatasi in questa situazione assai fastidiosa -un'intelligenza artificiale poteva provare sentimenti?- ma se aveva il divieto su di Jattur non necessariamente lo aveva con lei. Forse poteva ottenere altre informazioni... anche se dubitava di avere un'autorizzazione "Omega" come lei diceva.
    Bah, provare non guastava, se poi andava male avrebbe trovato una soluzione comunque, anche perchè ormai si era convinta di dover andare a recuperare Jattur dal regno dei morti per salvare la sua anima, quindi al loro ritorno avrebbero avuto modo e tempo di risolvere insieme il pasticcio. Delle aspettative davvero alte, ma la sua filosofia era pensare in grande, aggrapparsi ad un sogno, anche se lontano, forse irraggiungibile.
    Jattur si sarebbe salvato, e sarebbe tornato da lei.
    Ogni cosa sarebbe tornata di nuovo al suo posto, esattamente come prima dell'arrivo di Morte.
    Ma un passo alla volta...

    -Ed a me? Puoi dire a me ciò che non hai detto a lui? Se si, puoi rivelarmi tutto ciò che sai a riguardo?

     
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    « Naturalmente. » rispose, sorridendole maliziosa. « Per quanto possa essere intelligente questo programma, l'essere divenuta l'erede di Jattur ha... per dirlo con una vostra locuzione... cambiato le regole del gioco. »

    Le strizzò fugacemente un occhio prima di aprire di nuovo la cronologia, evidenziando alcune parti in modo e indicandole a Drusilia.

    « Le sezioni del profilo analizzate sono: effetti personali, famiglia, amici e conoscenti, rapporti personali, profili psicologici, valutazioni dei diretti superiori, test attitudinali, registrazioni di conversazioni e telefonate, modelli comportamentali, gusti, preferenze, abitudini, sfumature anche irrilevanti di quanto viene usualmente definita 'vita quotidiana'. Volendo sintetizzare, informazioni personali descriventi la mente di Jattur. Inoltre controlla e verifica analoghe informazioni dai profili di tutti coloro cerchino di accedere ai medesimi contenuti, di fatto filtrando la totalità delle interazioni di Jattur. Con questo genere di informazioni si può capire che tipo di persona sei in realtà, ciò che vuoi dalla vita, cosa cerchi in un amico o una compagna, quale morale regola le tue azioni, cosa sei disposta a fare e quali limiti sei disposta ad infrangere se la situazione lo richiede. »

    Lasciò sedimentare quelle parole per tutto il tempo che era necessario, sapendo che Drusilia non avrebbe trovato facile digerire quella notizia. Il controllo governativo sui cittadini, ad Endlos, era quasi inesistente: l'idea che qualcuno volesse assicurarsi il dominio totale su una simile massa e tipologia di informazioni... e che in seconda analisi ciò fosse normale, ad Asghabard... avrebbe richiesto un considerevole sforzo.

    « C'è un'altra cosa che non quadra, e questa volta puoi vedere con i tuoi stessi occhi. » disse l'Argonath, allargando le braccia. « Questi alloggi sono spogli, quasi privi di vita. Non rivelano nulla della personalità di Jattur, sono improntati alla pura e semplice efficienza. Ho controllato le ricostruzioni olografiche del domicilio di Jattur ad Asghabard e la cosa non è molto diversa. In effetti, senza le informazioni verificate quotidianamente dal programma sconosciuto è praticamente impossibile farsi un'idea di che tipo di persona sia Jattur senza incontrarlo personalmente. È estremamente probabile che le due cose siano correlate, ma non dispongo di sufficienti dati per fare supposizioni. » finì, facendo spallucce.

     
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    « Le sezioni del profilo analizzate sono: effetti personali, famiglia, amici e conoscenti, rapporti personali, profili psicologici, valutazioni dei diretti superiori, test attitudinali, registrazioni di conversazioni e telefonate, modelli comportamentali, gusti, preferenze, abitudini, sfumature anche irrilevanti di quanto viene usualmente definita 'vita quotidiana'. Volendo sintetizzare, informazioni personali descriventi la mente di Jattur. Inoltre controlla e verifica analoghe informazioni dai profili di tutti coloro cerchino di accedere ai medesimi contenuti, di fatto filtrando la totalità delle interazioni di Jattur. Con questo genere di informazioni si può capire che tipo di persona sei in realtà, ciò che vuoi dalla vita, cosa cerchi in un amico o una compagna, quale morale regola le tue azioni, cosa sei disposta a fare e quali limiti sei disposta ad infrangere se la situazione lo richiede. »

    Il labbro della giovane si curvò asimmetricamente verso il basso, segno di quanto poco approvasse una cosa simile e che bene si abbinava alla nuova posa assunta, braccia conserte sul petto. Sinceramente le interessava poco quali fossero gli schemi governativi del mondo di Jattur, semplicemente non concepiva anche solo l'idea di controllare qualunque cittadino esistente sul suolo asghabardiano, così da tenere tutto sotto controllo. Non aveva mai detto nulla al suo sergente, ovvio, ma quella che sentì fu solo l'ennesima conferma di ciò che già pensava a riguardo, e cioè che nonostante la tecnologia estremamente avanzata, la distinzione tra uomini e macchine poteva essere perfino più sottile di quanto si immaginasse.
    Ah, il progresso tanto enfatizzato nel suo vecchio mondo!
    Comodo si, peccato che si pagava a caro prezzo, qualcosa che lei non avrebbe mai concesso a nessuno, come infondo era sempre stato, nonostante tutti i problemi che aveva causato. Nessuno avrebbe preso la sua libertà.
    Nessuno.

    « C'è un'altra cosa che non quadra, e questa volta puoi vedere con i tuoi stessi occhi. Questi alloggi sono spogli, quasi privi di vita. Non rivelano nulla della personalità di Jattur, sono improntati alla pura e semplice efficienza. Ho controllato le ricostruzioni olografiche del domicilio di Jattur ad Asghabard e la cosa non è molto diversa. In effetti, senza le informazioni verificate quotidianamente dal programma sconosciuto è praticamente impossibile farsi un'idea di che tipo di persona sia Jattur senza incontrarlo personalmente. È estremamente probabile che le due cose siano correlate, ma non dispongo di sufficienti dati per fare supposizioni. »

    La bella si portò una mano al mento, riflettendo con calma.
    Un governo rompiscatole, un uomo invisibile, un virus che lo spia, delle informazioni segrete. Che Jattur non fosse un tipo loquace lo aveva sempre pensato, e per rispettare la sua volontà non aveva mai chiesto chiarimenti che non fossero necessari -anche perchè ne aveva davvero tante di cose da chiarire- ma che ci fosse una discrepanza con organi governativi era alquanto strano, soprattutto considerando che genere di soldato era. Che avesse sbagliato anche lei a giudicarlo?

    -Non mi interessano i dettagli come il suo cibo preferito o i risultati dei suoi test attitudinali: è mio desiderio conoscere una sintesi ottenuta dai dati analizzati da questo programma.

    Se si fosse trovata nuovamente a vagare nel nulla, probabilmente se ne sarebbe andata così da riflettere con calma sul da farsi e magari organizzare un piano anche lontanamente fattibile. Soffriva, certo, e probabilmente non riusciva nemmeno a riflettere lucidamente in quello stato, tuttavia sapeva che continuare a frignare come una ragazzina appena mollata dal suo ragazzo non aveva alcun senso nè avrebbe risolto la situazione. Aveva già pianto disperatamente in passato, completamente sola, tradita da coloro che amava e pedinata da un numero improponibile di gente particolarmente interessata a vederla bruciare insieme ai resti del casato decaduto. E dopo tanti anni, doveva dire che aveva finalmente imparato a reagire, ancor più se restava in lei una speranza di rivalsa. Al tradimento non c'è soluzione... ma alla morte forse si. Così era su Endlos almeno, esattamente dalla prima notte in cui era arrivata, la stessa in cui aveva ricevuto il Figlio del Sogno come ultimo testamento di Hamelin.
    No, nonostante la maledizione di Morte di cui non si era nemmeno resa conto essere vittima, Drusilia non aveva mai perso la speranza.
    Era questa la sola ed unica in grado di proteggerla dalla disperazione.
    Non se ne sarebbe mai separata.

     
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    « Impossibile dirlo con esattezza senza forzare le difese del programma. » disse tranquillamente, gli occhi scintillanti di complicità. « Però, se proprio devo fare un'ipotesi... direi che tecnicamente parlando il comportamento umano è prevedibile, sia pure con estrema difficoltà. Anche solo tradurre in numeri le quasi infinite possibilità di azione e pensiero è difficile, e lavorare con un simile, complesso formato di dati implica che qualunque calcolo eseguito su di essi sul lungo andare tenderebbe a divergere e divenire poco coerente. Avere una grande base di dati iniziali, come per esempio le informazioni raccolte dal programma, renderebbe molto più attendibile qualunque previsione sull'evoluzione del modello... o della mente di Jattur, volendo proseguire l'esempio. La ragione per cui un'ente governativo a me sconosciuto dovrebbe voler controllare a distanza i pensieri di Jattur va tuttavia oltre la mia comprensione. Dubito comunque che ciò vada a svantaggio di Jattur. » aggiunse poi l'Argonath, convinta. « Simili circostanze sono senza alcun dubbio straordinarie, tuttavia se vi fosse stato il benché minimo sospetto che Jattur potesse essere una minaccia per Asghabard non gli sarebbe mai permesso di diventare un ssa, e questa è l'unica ragione per cui il governo dovrebbe prendere misure restrittive nei confronti dei suoi cittadini. »

    Rimase silente per qualche secondo, lasciandola assorbire come al solito le sue parole.

    « Posso farti una domanda? » disse all'improvviso, la voce sfumata da genuina curiosità. « Perché pensavi che ci fosse un legame tra il programma e l'entità Morte? »

    Di tutto il lungo discorso fatto, quello era l'unico passaggio logico nei pensieri, nelle supposte emozioni percepite e nelle parole di Drusilia Galanodel. Parte di quanto aveva detto e sentito poteva essere considerato come parte della sua asd, ma quello... quel piccolo particolare da solo bastava a ventilare un'ipotesi alternativa e coincidente con molti altri dettagli osservati fino a quel momento.
    Se aveva ragione...

     
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    Osservò in silenzio l'alter ego dell'Argonath fare le sue considerazioni senza intervenire, più che altro perchè abbastanza convinta della sua obbiettiva carenza di conoscenze sia nella materia trattata che per quanto riguardava esperienze di vita vissuta. Che poi, anche se si fosse voluta esprimere in proposito, non avrebbe fatto altro che notare e rimarcare quanto fosse intrinsecamente debole un impero, sì enorme e pieno di forze armate, ma tuttavia abbastanza insicuro da privare i suoi stessi cittadini della loro libertà trasformandoli da persone a dati, dati in numeri, e poi chissà... magari anche cavie. Sospirò portandosi una mano al petto, e senza rendersene conto si ritrovò a pensare che più sentiva parlare di questo impero asghabardiano, più avvertiva un profondo senso di tristezza.

    « Posso farti una domanda?
    Perché pensavi che ci fosse un legame tra il programma e l'entità Morte?
    »

    La voce femminile dell'Argonath la fece improvvisamente tornare con i piedi per terra, motivo per cui non rispose immediatamente, piuttosto dopo aver iniziato a cercare qualcosa nelle proprie tasche.

    -Beh... in realtà è complicato. Vedi, il mondo e la famiglia da cui provengo sono molto diversi da voi ed Asghabard. Il mio mondo d'origine è pari o appena superiore a quello di Endlos per quanto riguarda la tecnologia, e per il nostro modo di pensare siamo molto più... "religiosi", si.

    Commentò leggermente insicura sul vocabolo scelto.

    -Nel mio mondo non esiste il concetto di magia nel senso più puro del termine, e coloro che la praticarono in passato si contano sulla punta delle dita. Tuttavia in molti possediamo poteri particolari che vanno oltre l'umano, ma questi non sono altro che manifestazioni della nostra anima nel mondo fisico, un'energia che fa parte di noi e ci rende ciò che siamo. Questa è la ragione per cui a differenza dei maghi io uso i miei poteri d'istinto, senza un vero e proprio studio, ed è anche il motivo per cui da piccola possedevo abilità profondamente diverse da quelle che ho ora: basta un trauma, un evento importante o un'abitudine modificata ed anche il potere muta insieme alla personalità di chi lo gestisce. Gli studiosi del mio mondo chiamano questa energia "Nen", e non vi è cosa più studiata ed approfondita.

    Sorrise gentile, mentre nella testa le tornavano in mente tutte le lezioni seguite in Accademia.

    -Da ciò potrai comprendere che in ogni caso l'anima è il centro attorno cui ruotano gran parte delle attenzioni e del potere conosciuto nella mia dimensione, da tutti riconosciuta scientificamente come certezza essenziale per lo studio dell'essere umano e dei vari campi del progresso. Oltre alla sua esistenza, si sa anche che questa continua ad esistere dopo la morte, e quando non resta nel mondo concreto sottoforma di desiderio persistente, va in un luogo dagli scienziati solo ipotizzato, diverso per ognuno a seconda delle azioni svolte in vita e sostanzialmente irraggiungibile, quindi non ancora adatto a studi concreti ma solo a teorie o dottrine religiose.

    Ne seguì un attimo di pausa in cui la Dama soppesò bene le parole che stava per pronunciare. Fino a quel momento aveva soltanto fornito dati: da ora in avanti avrebbe continuato in un campo misterioso ed assai difficile da comprendere, perfino e soprattutto per una macchina.

    -La mia famiglia era molto, molto religiosa... ed infondo aveva le sue ragioni per esserlo. Loro credevano che esistevano tre luoghi dove giungevano le anime: Paradiso, Purgatorio ed Inferno, rispettivamente lande di beatitudine, espiazione e tormento. Qui le anime dei defunti pagavano o riscuotevano delle azioni compiute in vita in attesa dell'Apocalisse, in seguito alla quale le anime torneranno ad unirsi ai corpi riportati in vita così da godere a pieno nel caso dei beati, o patire sofferenze infinitamente peggiori nel caso dei dannati. Il Purgatorio sarà distrutto ed ai suoi abitanti saranno aperte le porte del Paradiso. Non esisteranno più vie di mezzo, ed anche i desideri persistenti cesseranno di esistere. Ci saranno solo giusti e dannati nelle lande dove meritano di essere in due regni oltre la fine del mondo, indicata con la lettera Omega perchè l'ultima dell'alfabeto.

    Sorrise, e le mani tornarono alle sue tasche, continuando a cercare quel qualcosa che non trovava.

    -E' stata la lettera a farmi pensare a Morte. Nei testi sacri è il simbolo dell'Apocalisse, ma la ricordo soprattutto perchè, diversamente dall'alfa che ne rappresenta il giorno di nascita, è utilizzata dalla mia famiglia per indicare la data di morte sulle lapidi dei defunti, come a ricordare che giungerà anche per noi l'Apocalisse, ed i defunti torneranno a nuova vita.

    La mano nelle tasche si placò, e Drusilia estrasse un bigliettino.

    -Inoltre ho pensato a lei perchè ho trovato questo al mio ritorno alla base, immediatamente dopo il decesso di Jattur.

    "Ad Hamelin,
    con i migliori auguri di un nuovo inizio.

    M".

    -Sono assolutamente certa che sia di Morte verso mio figlio, il bambino per cui Jattur si è sacrificato.

    Sussurrò mostrandoglielo.

    -Se Morte aveva accettato l'esistenza di mio figlio, a che pro creare tutto quello scompiglio fino a fingere un rapimento? Perchè ha ucciso Jattur se non era adirata con me? Probabilmente voleva qualcos'altro, e centra con Jattur ma non so di cosa si tratta. Quindi se Morte è collegata a Jattur e qualcosa lo ha sempre spiato accennando nelle autorizzazioni un simbolo che io riconduco a Morte... Non potevo non pensare che centrasse lei in questa storia, tutto qui.

    Sospirò.

    -Dici che è possibile?

     
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    Bevve la dettagliata spiegazione di Drusilia senza dubitare di alcuna parola, semplicemente archiviando tali nozioni assieme alle (poche) altre accumulate da Jattur con una fiducia che forse alcuni avrebbero definito ingenuità pura e semplice. Esistenza di una quantità costante oltre il decesso. Siti di stoccaggio e trattamento per tali quantità, dislocati in modo presumibilmente parallelo all'universo conosciuto. Simbolismo criptico. Tutte cose che difficilmente gli asghabardiani, nella cui lingua la parola 'religione' semplicemente non esisteva, avrebbero accettato. E tuttavia ridotto ai minimi termini, in sé era perfettamente logico: l'unico criterio richiesto da un'intelligenza artificiale per assimilare correttamente un'informazione.
    Ed elaborarci sopra dati pre-acquisiti.

    « Impossi- » -tacque all'improvviso, poi lo contò come reale e ripercorse il ragionamento all'indietro. I suoi driver fecero inclinare leggermente la testa del suo avatar, l'equipollente di una reazione istintiva e non del tutto conscia - possibile solo in momenti in cui la pressocché totalità della sua potenza di calcolo era impiegata a considerare una ridda di diramazioni logiche in un postulato deliberatamente presupposto assurdo all'interno di quella che si stava rivelando come non essere, alla fine, una dimostrazione per assurdo. « ...mm, sottile. » sussurrò, affascinata. « Assurdo coi dati attuali, nondimeno possibile. »

    Alzò lo sguardo in modo repentino, fissando le iridi verde smeraldo della sua nuova amica con una controllata determinazione che era la migliore espressione che l'asettica intelligenza artificiale poteva fornire al momento del suo flusso di pensieri.

    « Lo scontro in cui ha perso la vita Jattur presenta un'incongruenza tattica nelle azioni dell'entità Morte che non riesco a spiegarmi. » spiegò concitatamente a Drusilia. « Prima essa ha distrutto la magia di tracciamento di Yoko Saddler spingendovi a separarvi, poi ha lanciato contro te e Yoko attacchi psicologici e fisici incapaci di trattenervi per molto, infine si è posta fra Ryusang e Jattur isolando fisicamente i due. Ogni mossa è stata progettata per costringervi a dividervi in due gruppi separati, incapaci di aiutarvi a vicenda, uno dei quali era maggiormente facilitato nelle iterazioni con l'entità e veniva a sua volta bipartito nella mossa successiva... finché non ha selezionato uno solo di voi. Se la mia analisi è corretta - e nota che ho detto se è corretta - ne deriva che Hamelin era solo l'esca e che colpire te, Drusilia, era solo un gradito sovrappiù. »

    « Quello che non riesco a comprendere è: perché? Tutto il ragionamento ha come ipotesi di fondo che la morte di Jattur fosse tatticamente vantaggiosa per l'entità, equivalentemente che Jattur avesse o sapesse qualcosa che l'entità non voleva fosse accessibile al LAM; tuttavia l'unico suo punto di forza prevalente rispetto agli altri Aviatori è la conoscenza della tecnologia ed essa è ancora nelle vostre mani, sia grazie a me sia per le vaste risorse di Klemvor. Al contrario Jattur era fortemente svantaggiato nelle più basilari conoscenze magiche e 'religiose', in vostro possesso fin dalla più tenera età, e né le sue mansioni né le sue recenti attività non erano tali da giustificare un simile raid. Quindi, perché ucciderlo? »

    Cessò di parlare e si concentrò sul problema richiamando dalla sua memoria i dati sulla magia raccolti da Jattur, il precedente dialogo, il duello fra gli Aviatori e l'entità Morte. Se esisteva un movente da lei intuibile, doveva essere lì. Anime, magia, intenzioni malvagie, una possibile correlazione con un progetto governativo top secret...

    ...in seguito alla quale le anime torneranno ad unirsi ai corpi riportati in vita...

    « Esiste un modo per verificare se il modo in cui usi il tuo Nen ha subito alterazioni? » chiese all'improvviso. « In particolare un'alterazione piccola, apparentemente naturale viste le circostanze ma accentuata nel suo modulo. »

    Questo poteva avere un senso. Se tale alterazione fosse effettivamente esistita, naturalmente.

     
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    Rimase sorpresa a dire il vero riguardo la possibilità che il suo Nen fosse cambiato. E' vero, era già capitato che si modificasse radicalmente in seguito allo sterminio del Galanodel, ma col senno di poi era giunta alla conclusione che non era solo il trauma della perdita ad averla cambiata, ma qualcosa di infinitamente più sottile, come un rito magico a cui aveva fatto parte inconsapevolmente e che aveva richiesto un debito di sangue delle creature più pure esistenti nel suo ed in molti altri mondi, chissà. Sta di fatto che non c'era una vera e propria risposta a quella domanda.

    -Nel mio mondo esiste solo un modo per capire in linea di massima che tipo di Nen possiedi.

    Estrasse dalla tasca un altro bigliettino ed un pennino che quasi sempre portava dietro quando girava per Laputa, considerando il suo lavoro di "ufficiale tuttofare", dunque disegnò un esagono, riportando agli angoli ed all'interno strane lettere e simboli. Lo mostrò all'Argonath.

    nenhxxh

    -Queste sono le sei grandi categorie del Nen. Un modo esatto per comprendere a quale si appartiene è la cerimonia dell'acqua. Si prende un bicchiere colmo d'acqua fino all'orlo e qualcosa che vi sia a galla, in genere una foglia. A quel punto si impongono le mani sull'acqua concentrando in esse la propria volontà, così da attivare il Ren, una delle manifestazioni di base della propria anima. A seconda del comportamento dell'acqua e della foglia, è possibile capire a che gruppo appartieni.

    Senza commentare oltre, si diresse negli alloggi e cercò qualcosa di concavo così da riempirlo d'acqua. Poi, non avendo la foglia, spezzò il foglio di pergamena e lo posò sulla superficie, attenta a non far traboccare il recipiente. Dunque pose le mani davanti alla bacinella e queste presero ad illuminarsi di uno strano candore.
    Il foglio prese a muoversi da solo.

    -La foglia si muove: significa che appartengo al gruppo dei Manipolatori, esattamente come lo ero prima della morte di Jattur. Dal nome è evidente che siamo in grado di manipolare qualcosa, sia questa materia inerte che esseri viventi, dipende dalle nostre abilità specifiche. Siamo fondamentalmente riflessivi e logici, solitamente autodidatti. Tra i vari tipi di Nen siamo coloro che si preoccupano maggiormente di proteggere le persone care. In più è praticamente impossibile influenzarci. Di contro, raramente diamo ascolto agli altri se hanno idee che vanno in attrito con i nostri scopi. Questa è la concretizzazione della mia anima.

    Sorrise, mentre la luce continuava ad aumentare fino a che, in un solo attimo, questa andò ad avvolgersi all'intero corpo, concentrandosi sulla schiena e concretizzando tre bianche ali piumate. Immediatamente la foglia smise di muoversi, tuttavia si sollevò in aria mentre l'acqua prese a disegnare piccole spirali nell'etere come se improvvisamente fosse diventata senza peso.

    -Questo, invece, è il potere ereditato dai miei antenati. Quando cambio forma, anche il mio potere si modifica, e divento del gruppo della Caratterizzazione. Essendo un gruppo estremamente eterogeneo non ci sono termini comuni per definirci. Alcuni sostengono che siamo individualisti, altri dicono che è il carisma il nostro punto di forza. Sta di fatto che siamo sempre circondati da altre persone.

    La luce si affievolì, le ali scomparvero, e l'acqua tornò placidamente nel suo contenitore, esattamente come il foglio di pergamena.

    -Da questo esame risulta che non è cambiata la tipologia del mio Nen attuale in nessuno dei due casi. Ad ogni modo questo non esclude la possibilità che ci sia stato un cambiamento, non del gruppo, ma dei poteri ad esso legati. Per quello, tuttavia, non esiste nulla in grado di stabilirlo. Magari un giorno anzichè usare il vento potrei manipolare un'ombra o i ricordi di una persona, o ancora le percezioni, il corpo, l'anima... non potrò saperlo fino a che non sarò io stessa ad usarlo. Idem varrebbe per il lato della caratterizzazione, anche se lì è un pò più difficile essendo ereditario e non propriamente personale.

    Abbassò lo sguardo, intristita.

    -Mi spiace, ma su questo non posso essere molto d'aiuto.

     
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    « Ma questo esame non è sufficientemente accurato per il tipo di verifica richiesto... » completò l'Argonath, meditabonda. Un ulteriore indizio... che non era sufficiente come prova. Un'intelligenza artificiale maliziosa avrebbe pensato che tutto ciò era volutamente studiato per qualche forma di umana ironia.

    « Purtroppo neppure io posso esserti ulteriormente di aiuto con le informazioni certe in nostro possesso. » disse a Drusilia, « Tuttavia ti consiglio di rimanere in guardia, qualunque cosa tu voglia fare: perché se quanto da me supposto è più che mere congetture, allora questo era solo il preludio e l'entità Morte non ha finito con te. »

     
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    -Cattivi presagi, dunque.

    Sorrise maliziosa ed ironica al tempo stesso.

    -Quale novità per questa povera disgraziata!

    E nonostante ciò prese a ridere da sola, portandosi le mani in tasca mentre la posa tornava rilassata. Forse era un pò matta, ed in effetti erano in molti a pensarlo, tuttavia proprio quel suo lato del carattere l'aveva preservata da continue sventure e tutto ciò che ruotava attorno ad esse. E' vero, come confermava il rito dell'acqua era una persona fondamentalmente riflessiva, ma dove la logica perdeva consistenza Drusilia era la prima a riconoscere che prendere le cose alla leggera poteva rivelarsi una sorta di autodifesa assai vantaggiosa. E lei sapeva essere anche quello, esattamente come l'Aria di cui era Signora, capace di passare dalla placida calma alla tempesta in un battito d'ali e viceversa.

    -Se Madama Morte non ha finito con me, che venga pure: non sono così boriosa da affermare di poterla prendere a calci, ma nemmeno così vigliacca da aver paura di lei.

    Si voltò, avviandosi verso l'uscita.

    -Starò attenta, te lo prometto, ma nulla mi fermerà dal tentativo di riportarlo a casa.

    Sorrise gentile, mentre la porta si apriva e ne varcava la soglia per poi sparire.

    -Anche se non lo ha mai detto... e forse non l'ha mai creduto.
    E' questa la sua casa.

     
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