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Mago guerriero, amante dei gufi e signore della piromanzia.
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- Alcuni dicono dal cimitero, altri dal cielo notturno... Decidete voi da dove vengo.
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Endlos è sempre stato un luogo incredibile, pieno di fascino, misteri e di stranezze, anche molto pericolose per gli incauti e gli sprovveduti. Ma anche in mezzo alle bizzarrie più varie, c'era qualcosa che poteva risultare strano persino per ciò che era già stravagante per natura. La Foresta di Fanedell, casa degli spiriti silvani del semipiano, ne aveva già offerto numerosi esempi nella sua "storia", esempi di cui erano al corrente praticamente solo gli storici, i testimoni diretti, se ancora vivi, e gli occhi degli osservatori più attenti.
E in quell'occasione ce n'era uno piuttosto preoccupato...
Da un giorno all'altro, nulla sembrava cambiato, ma tutti in Endlos sapevano che era possibile che tutto potesse cambiare anche solo da un secondo all'altro. E così era, nonostante le apparenze di normalità: dappertutto, da Istvàn a tutti i villaggi raccolti attorno alla splendida foresta fino alle pendici di Rockmore era comparso uno strano avviso, richiesto da un anonimo esploratore, il quale avvisava della presenza a Fanedell di strane creature e chiedeva a chiunque fosse disposto a rimediare alla situazione di presentarsi entro un'ora dopo mezzogiorno in un punto prestabilito, indicato in una mappa allegata abbastanza chiara da indicare un punto sulla strada tra la foresta e la capitale del Presidio dell'Est proprio poco fuori dalla prima.
E così aspettò: la situazione si stava aggravando. Nessun viaggiatore occasionale si trovava per fortuna a passare da lì, altrimenti lo avrebbe avvertito e persuaso a tornare indietro, renendolo consapevole che la foresta non era sicura... o per meglio dire, lo era ancora meno del solito.
Lui invece era sempre più preoccupato: oramai aveva capito che quel fenomeno era tutt'altro che naturale e che il Maelstrom non aveva molta rilevanza in quel fenomeno... anzi, se possibile era addirittura estraneo ad esso. E ciò era molto più preoccupante. Ed era per quella stessa ragione che per una volta aveva chiesto un aiuto. Onestamente non era la prima volta da quando era su Endlos, ma le circostanze si erano sempre rivelate più che giustificate.
Alla fine la sua attesa venne premiata quando iniziarono a comparire delle persone che non avevano esattamente l'aria dei viandanti e che si fermarono bene o male nel punto stabilito.
*Sette... Uno in più rispetto a quelli che hanno risposto a Rockmore. Questi però mi sembrano un po' più affidabili di certi altri* si disse analizzandoli a prima vista. Anche se qualcosa non lo convinceva del tutto, doveva accontentarsi: l'ora era quella e salvo quale imprevisto ritardatario, non si sarebbero fatti vivi altri individui.
"Benarrivati" disse, palesando la propria presenza e saltando giù da un ramo, comparendo quindi alle spalle del gruppo e tra esso e la foresta, mostrandosi per quello che era: un ninja, vestito di nero da capo a piedi e ben equipaggiato per affrontare le situazioni più varie. Qualcuno lo avrebbe anche potuto facilmente riconoscere, perché già in passato aveva avuto a che fare con lui. "Sono Masahiro Echtele, Esploratore dell'Est e causa della vostra convocazione."
Prima di proseguire con i dettagli però, lasciò implicito che gli altri si presentassero o che reagissero in qualche modo a quella scarna ammissione dello shinobi.CITAZIONEAngolo di Narrazione
Questo è il prologo della vostra avventura.
Dal momento che ognuno di voi ha un bg e un'origine troppo diverse, alcune addirittura legate a doppio filo con Fanedell, dovrete essere voi ad inventarvi il vostro motivo e il vostro esordio sulla base della scarsa traccia che vi ho lasciato. Le uniche avvertenze che dovete rispettare sono che tutti voi siete fuori da Fanedell prima dell'inizio delle vicende e che in qualche modo ne venite a conoscenza e vi ritrovate tutti sotto il sole dell'una del pomeriggio nel punto indicato. Non è necessario che leggiate direttamente l'avviso: potete anche solo averne sentito parlare da altri, a fantasia vosta.
Buon inizio!
Turni liberi, prossimo intervento il 13 febbraio
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Harium.
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I can't stop the rain
But I can stop the tears.
Oh, I can't fight the fire
But I can fight the fear.
No more.
I just can't live with y o u
No more.
I can't take it,
Can't take it.
No more.
What do we stand for
When we all live in fear?Troppo tempo fa, nell’Empireo lontano lontano, il giudizio Finale si consumava prima dell’effettiva creazione del mondo.
Da un lato c’era Harium, piccola anima confusa e profondamente colpevole.
Dall’altro c’era la Luce, circondata da una moltitudine luminescente di anime salvate. Un anfiteatro di Giustizia stava avvolgendo nelle sue spire il Drago. Miliardi di sguardi erano puntati su di lui, e su lui solo.
Giunse il verdetto, pesante come l’intero universo.
O con Lui, o senza di Lui.
Nell’impeto di un falso coraggio, Harium decise di seguire una strada personale.
E cadde nelle profondità oscure, rinnegando la Luce.Si svegliò repentinamente.
Era solo l’ennesimo incubo. I tristi ricordi tornavano a tartassare il suo riposo.
Provò a rigirarsi e chiuse gli occhi, sperando che il passato rimanesse al suo posto, lontano da lui.
Arrivò il momento di rimettersi in cammino, quando il sole ridestò tutti i viventi, segnando l’inizio di un nuovo giorno.
Arrivò all’ora stabilita nel tratto di strada segnalato dal bando. I suoi doveri di aviatore l’avevano portato a indagare sui misteri che recentemente avevano cinto la foresta di Fanedell.
Harium si presentava come una sagoma imponente, che raggiungeva i due metri di altezza. Era avviluppato in una mantella nera, il cappuccio copriva le fattezze draconiche del suo muso.
Il suo occhio mentale sentì la presenza di una persona nascosta tra le fronde. Lo sconosciuto era fermo e occultato sui rami. L’Astro decise di aspettare e vedere cosa sarebbe successo.
Arrivarono altre persone, probabilmente attirate dal bando affisso in molti centri abitati, e l’uomo misterioso si mostrò ai presenti.
Salutò i convenuti e disse di chiamarsi Masahiro. Il suo abbigliamento e le sue armi tradivano la sua identità di guerriero.
Il Drago rispose con la sua voce profonda e savia.
Io sono Harium, Sergente degli Aviatori di Laputa.
Cosa sappiamo di queste creature comparse nella foresta?
Dritto al punto, pochi convenevoli.
Aveva già perso abbastanza tempo durante la sua vita, non aveva intenzione di buttarne via dell’altro.
Ma quando si tratta di miliardi di anni di esistenza, ogni periodo vitale perde spessore, smarrendosi come una goccia nell’oceano degli eoni.SPOILER (clicca per visualizzare)Armi naturali:
- 5 artigli su ciascuna mano, lunghi ciascuno 10 cm, affilati come rasoi e molto resistenti.
- 2 speroni, uno per gomito, lunghi 25 cm, possiedono le stesse caratteristiche degli artigli.
- Coda lunga un metro e mezzo
Passive:
Ali Spirituali
Harium possiede delle ali che consentono il volo (limitato nei combattimenti ai 5 metri di altezza). Queste ali sono intangibili e olografiche e perciò non possono nè attaccare nè difendere il personaggio, ma nemmeno essere ferite o manomesse.
Mente Spettroscopica
La mente di Harium possiede un sonar energetico che gli ha permesso di orientarsi nell'Universo captando le energie circostanti. Tuttora il drago possiede questa abilità che gli permette di sentire la presenza e la posizione di energia in qualunque forma essa si presenti nel raggio di 30 metri. Il personaggio riesce ad analizzare il tipo di energia avvertita e l'intensità della stessa attraverso questo Sesto Senso.. -
Frøzen.
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Stava accadendo ancora.
L'occhio sinistro di Nicolas era fisso su quel pezzo di carta attaccato a una delle tante bacheche della Capitale, e ancora non accennava a voler dimettere quell'espressione allarmata.
Con una rabbia che non era da lui ed un fremito impossibile da dominare, il giovane Araldo staccò velocemente il foglio e lo tenne in mano. rLo rilesse minuziosamente, con un'attenzione estrema. Non voleva crederci: altre creature non originarie di quel piano dimensionale si erano fatte vive a Fanedell. Lo stesso luogo in cui avevano trovato quelle. Com'era possibile che fenomeni del genere si manifestassero a così breve distanza l'uno dall'altro? Oppure lui e la sua compagnia non erano stati in grado di liberarsi del problema pur risalendo alla radice, forse? Il giovane scosse la testa. Come non ricordare, poi, quei poveri alberi ammalati e deformi, pustolenti. Quelli che aveva dovuto distruggere usando i suoi poteri, appena arrivato a Istvàn.
Troppe coincidenze, troppi fenomeni simili. Si sentiva obbligato, in un certo senso, a fare delle ricerche.
... E sarebbe partito esattamente da lì.Si presentò in orario sul luogo dell'appuntamento. C'era già qualcuno ad aspettare e ciò lo incuriosì: c'erano forse altri così interessati all'ecosistema di Fanedell? Oppure erano i soldi di ricompensa a far gola? In ogni caso non aveva certo intenzione di giudicare - avrebbe collaborato con chiunque pur di arrivare alla radice del problema e riuscire ad eliminarla. Perciò, determinato, entrò nel campo visivo dei due individui che lo avevano preceduto. Cominciò a studiarli, e quando notò che una delle due auree gli era stranamente familiare rimase di stucco. Quando arrivò a pochi passi da loro, lo stupore si trasformò presto in una sorta di entusiasmo: sulle labbra livide del giovane si disegnò un pallido sorriso, e l'unico occhio dorato visibile emise uno scintillio soddisfatto, quasi.
- Masahiro Echtele. E' forse Lei l'autore del bando?
chiese con voce cristallina.
- Sarebbe un piacere, per me, combattere ancora al suo fianco.
Naturalmente fece un cenno di saluto anche all'altro membro del gruppo, e man mano anche a chi arrivava.
- Il mio nome è Nicolas, ma alcuni mi chiamano anche La Folgore...
A voi la scelta di come chiamarmi, quindi.
si presentò con voce chiara e sicura.
Non si aspettava certo una risposta, ma se doveva esserci collaborazione non poteva certo inimicarsi un possibile alleato. Nicolas, comunque, gradì molto la domanda fatta da Harium - nome molto particolare, c'era da aggiungere: gli piaceva il suo modo di fare.. -
Grifis:..
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Fanedell.
Aveva passato così la nottata, sveglio per pensieri che nessuno dovrebbe nutrire, o che dovrebbe tenere bene a freno. Lui no, invece. E quando le prime luci dell'alba gli salutarono il nuovo giorno, il Falco vide qualcosa che finalmente lo aiuto a dimenticare...
La sua casa. La sua dimora. Non c'era tornato più, da molto tempo: aveva lasciato che l'arruolamento nei LAM lo portasse via, distante, dai luoghi che era solito abitare da ragazzino. Quando era poco più alto d'un metro, quando era ancora troppo giovane per vincere la voglia di giocare, e pur avendo già in sé il desiderio di un più grande sogno, quante ore aveva speso a giocare per quegli alberi.
Loro erano gli Spiriti Silvani che l'avevano sempre abitata, quel popolo di elfi della Tribù dei Minos: alti, belli e slanciati. Tutti dai capelli biondo cenere e lo sguardo penetrante. Ma anche fra essi, lui era ancor più particolare: mai si sarebbe ricordato un'elfo più bello di lui, in tutta la storia della sua famiglia. Era come uscito da una fiaba, proiettato verso chissà quale leggenda.
Ma era passato troppo tempo.
Parte della sua tribù si era spostata, l'altra parte aveva imploso in sé qualche strana ambizione; e alla fine cos'era rimasto? Case vuote, sospese negli alberi... vite perdute o spostatesi chissà dove, a far parlar di sé solo quei pochi che ne avevano una memoria. E lui, Grifis, passeggiava per le stradine ove da fanciullo correva, guardando il cielo e sognando di poterci volare un giorno come Aviatore. Ed eccolo ora: Comandante dei Bianchi, Aviatore e Cavaliere della Dama del Vento. Il Falco, lo chiamavano... Generale, ossequi, ossequi. Gli dicevano. Quante vittorie nella sua lunga carriera, e quante sconfitte: ed erano quest'ultime a bruciargli in petto più delle fiamme di un'incendio. Ed era strano, freddo com'era, non avrebbe dovuto provare nient'altro. Invece, qualcosa dentro di lui si animava: era oscuro e tetro come un'abisso, e di tanto in tanto aveva l'ardire di sbucare fuori e gridargli contro tutto ciò che, a stento, teneva nascosto entro di sé. Fin da quando aveva incontrato l'Idea del Male, fin da quando aveva desiderato le ali... ma per volare dove?
Strappò il volantino da un'albero e ne lesse avidamente il contenuto. Strane creature stavano spopolando a Fanedell e si chiedeva l'intervento di qualche baldo guerriero. S'incuriosì. Anche se era passato molto tempo, lui non aveva dimenticato la sua patria né la sua casa: avrebbe fatto qualsiasi cosa per epurare il Bosco da presenze sgradite. La fortuna volle inoltre ch'avesse dato appuntamento al Drago Harium sulla strada che portava proprio al punto indicato sull'avviso. Così, si affrettò a raggiungere il posto prestabilito facendosi accompagnare dal fido Sergente."Benarrivati"
Disse un'uomo balzando da un ramo. Dall'aria sembrava un'assassino, di quelli che s'usavano in tempi ormai perduti per conoscere ogni informazione possibile sul proprio nemico, o per ucciderlo di soppiatto. Grifis si voltò lentamente per guardarlo, e solo allora notò che Aeriel, altro aviatore bianco, l'aveva seguito - chissà da quanto."Sono Masahiro Echtele, Esploratore dell'Est e causa della vostra convocazione."
Un leggero sospiro seguitò. Il Comandante Bianco non sembrò particolarmente predisposto ad una rapida risposta, o almeno non credette inizialmente d'avere a che fare con un'esploratore. Tuttavia, giacché non era buon costume ignorare l'altrui presentazione, decise di presentarsi a sua volta:Grifis Minos, Comandante della Squadra Bianca dei Liberi Aeris Milites, al servizio della Dama dei Venti.
Non azzardò a presentare gli altri, in fondo erano ben capaci di farlo - e Harium, per altro, aveva perfino anticipato il suo Comandante.. -
.Quel giorno era iniziato un po' come tutti gli altri. La notte era passata ed Aeriel, nel suo comodissimo sgabuzzino, aveva pazientemente atteso che i primi passi riecheggiassero nel corridoio, indici del fatto che qualcuno era sveglio e che quindi probabilmente anche il Sole era sorto. Non che l'elementale avesse bisogno della luce del giorno, ma per qualche motivo, la gente che lo vedeva di aggirarsi di notte urlava con molta più intensità durante la notte rispetto al giorno, raggiungendo intensità che infastidivano persino lui.
L'Aria varcò la porta chiusa emettendo il solito e mattutino lamento (mentre i contadini avevano il gallo a segnare il nuovo giorno, i più "fortunati" tra gli Aviatori avevano quello che a quasi tutti sembrava uno spettro), infine decise che quel giorno avrebbe seguito quello che gli avevano detto essere un suo superiore... qualsiasi cosa volesse dire: Grifis, il Comandante della Squadra Bianca degli Aviatori dell'Isola Volante. Ma, poichè non solo di notte ma anche di giorno la sua figura generava urla in chi lo osservava (e nessuno di loro che si degnasse di spiegargli cosa avesse fatto, se avesse sbagliato a mettersi il rossetto... o se per caso il rossetto se lo fosse messo per davvero), Aeriel ritenne opportuno utilizzare un camuffamento.
Nulla di troppo radicale, certo; semplicemente, assunse le sembianze di un umano di una certa età ma dall'aria energica e dinamica, abito bianco e scarpe nere, candida la chioma, così come i baffi e la barba che copriva solo il mento; ad adornare la bianca camicia, un laccio texano mentre calati sul naso, portava un semplice paio di occhiali da vista.
Si recò in fretta fino alle stanze del bersaglio e lì avrebbe iniziato a cercarlo ed una volta trovatolo non lo avrebbe perso di vista per un attimo. Che Aeriel volesse forse scoprire i suoi punti deboli? Che aspettasse il momento buono per farlo fuori e prenderne il posto? Nulla di più lontano dalle sue intenzioni, semplicemente era curioso di scoprirne le abitudini. Perchè seguirlo con tanta maniacalità ed attenzione? Per nessun motivo, semplicemente ne aveva il tempo e non sapeva come usarlo altrimenti.Svariate ore dopo.La sua indagine proseguì in apparentemente tranquillità e senza che il bersaglio paresse accorgersi di alcunchè, nonostante la figura del vecchio che camminava in modo abbastanza scomposto (l'elementale si dimenticò il piccolo particolare che non era "allenato" a camminare"), fluttuando ad un paio di centimetri dal suolo, mentre al suo fianco svolazzavano due cosce di pollo fritte, una decisamente poco felice della situazione mentre l'altra in uno stato d'animo tra l'imbarazzato ed il demoralizzato.
La missione prese una piega inaspettata quando Grifis si incontrò con un essere molto simile a quello che l'Aria aveva incontrato alla festa di qualche tempo prima ed a cui aveva regalato una spazzola per capelli. Probabilmente si trattava di un incontro volto all'accoppiamento, od almeno così decise Aeriel. Le cose si fecero ancora più strane quando la coppia si unì ad altri individui.
-Che sia una sorta di rituale di accoppiamento di gruppo?
Come quella volta che...-
Pensò l'elementale, interrompendosi volutamente prima di rimembrare cose che andavano oltre la sua comprensione degli usi di quelle orribili creature, prive di qualsivoglia arto, completamente ricoperte di aculei e con un unico orifizio nella parte più bassa del corpo, simile ad una banana.
Alcuni erano già presenti, mentre altri si unirono solo dopo l'arrivo della colorita coppia; l'ultimo fu un tizio in pigiama che si buttò giù da un albero, che subito li salutò, presentandosi poi come Masahiro Echtele, Esploratore dell'Est. Poi fu la volta della presentazione di Harium (quello della spazzola rosa), che chiese subito informazioni sulla fauna locale; Nicolas La Folgore venne subito dopo di lui; infine fu la volta di:
°Grifis Minos, Comandante della Squadra Bianca dei Liberi Aeris Milites, al servizio della Dama dei Venti.°
Colto alla sprovvista, non aspettandosi di essere notato anche lui (nonostante in quel momento si fosse dimenticato di fare anche una sola cosa per occultare la sua presenza), Aeriel cercò di sfruttare i pochi elementi che aveva udito dalle parole degli altri, per presentarsi in modo credibile e non far scoprire che si trovava lì perchè stava seguendo uno di quelli che erano lì (e che, a quanto aveva capito infine, non dovevano accoppiarsi, non subito almeno).
Ehm... Io, sì. Mi presento: Kevin Frédérique Chaplin.
Uhm... e, certo... Anche io sono qui per combattere assieme alle bestie...
Cioè... Volevo dire "contro": contro le bestie.
Si corresse, intravedendo nello sguardo dello scoiattolo sul ramo dell'albero dietro il ragazzo in pigiama, quello che sarebbe potuto essere dubbio (o semplicemente fame).
Ah! E loro...
Sono delle normalissime cosce di pollo fritte.
Ahahah!SPOILER (clicca per visualizzare)Abilità Passive:CITAZIONE-> Aria Viva
Così come l'aria, ora Aeriel non può morire (nè ha bisogno di respirare o di nutrirsi) ed ha la capacità di volare (fino a 5m al di sopra del livello del suolo); sempre come l'aria è inoltre intangibile e non può sanguinare, tuttavia qualsiasi colpo ricevuto, pur passandogli attraverso, lo danneggia lo stesso. Inoltre, essendo incorporeo, gli sarà impossibile utilizzare qualsiasi equipaggiamento che non possedesse già al momento della trasformazione del proprio corpo (cioè gli abiti che indossa, la maschera e le manette), eccezion fatta per oggetti opportunamente adattati (ovvero dotati di un'apposita abilità passiva). Ultima caratteristica è che, se colpito mortalmente (o ucciso in altro modo) od anche nel caso in cui esaurisca completamente la riserva di mana, Aeriel semplicemente si dissolverà nell'aria fino a quando non avrà recuperato abbastanza energie per potersi rigenerare.CITAZIONE-> Sensi dell'Aria
Aeriel non ha bisogno di vedere, in quanto, essendo divenuto ciò che è ora mentre già era "legato" alla maschera, le sue capacità sensoriali si sono evolute di conseguenza. Le nuove capacità acquisite, rispetto ai normali sensi, sono state l'essere in grado di percepire chiaramente ogni variazione nell'aria circostante (nel raggio di 15m): il nuovo senso è in grado di sostituire tatto, vista (che diventa di fatto qualcosa di più simile alla percezione dello spazio di un pipistrello che non alla vista di un umano) ed udito (che rimane quasi identico, salvo che può sentire ciò che "dice" l'aria; abilità, quest'ultima, che può essere usata esclusivamente sotto consenso del quest master).
Equipaggiamento:CITAZIONE-> Manette
Un grosso paio di manette unite da una grossa catena lunga circa 2m che porta sempre ai polsi. Costruite in normale acciaio, a seguito dell'esperimento sul soggetto I-002-A esse hanno acquisito caratteristiche simili a quelle del corpo di Aeriel, rimanendo tuttavia utilizzabili in combattimento come se fossero solide. Facendo ormai completamente parte di Aeriel, qualora le manette venissero distrutte o la catena recisa, a fine scontro esse tornerebbero in breve allo stato precedente (rimane però il fatto che con un simile danneggiamento, Aeriel subirebbe dei danni).
Da notare che, avendo creato un'illusione su sè stesso, le manette non risultano visibili, restano tuttavia udibili (a discrezione vostra se notarle o meno XD)
Note:
Spero gli interessanti non se la prendano, ma Aeriel vede le cose un po' a modo suo. -
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Con un cenno d’assenso, sollevò il braccio e raccolse il dispaccio che gli stava venendo porto, accettando con esso anche l’incarico che rappresentava; lasciò scorrere gli occhi bigi sulle righe che vi erano state vergate con grafia elegante una volta soltanto, poi ripiegò il volantino in quattro, e rivolse un leggero inchino ai suoi pari mentre si voltava, prima di affiancarsi alla Dama Rossa per prendere con lei congedo da Palanthas.
Avanzare per il bosco non gli era difficile, in parte perché gli ambienti dominati dalla natura erano per lui più piacevoli da percorrere delle strade cittadine, e in parte perché la riverenza che la sua accompagnatrice ispirava sugli spiriti silvani sembrava suscitare l’irrazionale sensazione che ogni albero, cespuglio o filo d’erba si facesse da parte per non bloccar loro il passo.
Le coordinate segnate sulla mappa contenente le indicazioni per il punto di ritrovo erano piuttosto chiare, così giunsero nel luogo stabilito in perfetto orario, e gli occhi grigi del gigante dai capelli blu elettrico passarono in rassegna tutti i figuri che già si erano radunati: uno era alto e massiccio, con un cappuccio dalla larga faglia calato sul volto, il secondo era un giovane ragazzo umano, con una benda che gli celava un occhio; l’ultimo era elfo vestito d’armatura.
Li abbracciò tutti in una sola occhiata, poi il corno aureo che gli sormontava il capo coronato di crine blu fu percorso da una crepitante scintilla azzurrina, e -silenziosamente- il Raitei avanzò fino a loro arrestando il suo incedere accanto al drappello.
"Benarrivati"
li accolse allora la presenza rimasta tra i rami, abbandonando il suo nascondiglio
"Sono Masahiro Echtele, Esploratore dell'Est e causa della vostra convocazione."
Io sono Harium, Sergente degli Aviatori di Laputa.
si introdusse in risposta l’uomo ammantato di nero
Cosa sappiamo di queste creature comparse nella foresta?
- Masahiro Echtele. E' forse Lei l'autore del bando?
Sarebbe un piacere, per me, combattere ancora al suo fianco.
esclamò il ragazzo bendato, riconoscendo lo shinobi, prima di presentarsi agli altri
- Il mio nome è Nicolas, ma alcuni mi chiamano anche La Folgore...
A voi la scelta di come chiamarmi, quindi.
Grifis Minos, Comandante della Squadra Bianca dei Liberi Aeris Milites...
sciorinò infine l’elfo biancovestito
...al servizio della Dama dei Venti.
« Brifos, Corona di Regalia, la Via delle Leggi. »
si annunciò, con sguardo insondabile, e voce piatta e profonda
« Qui per volontà del Conclave dei Saggi di Palanthas. »SPOILER (clicca per visualizzare)Status Fisico: Normale
Status Psicologico: Pronto all'azione
Energie Residue: 100%
Mantra: Grazie alla sua particolare genesi, il Raitei è sensibile alle alterazioni del campo magnetico emesso dalla massa dei corpi e dagli spostamenti d'aria attorno a lui; questo gli dona capacità di vedere a 360° -sia alla luce del giorno che nell’oscurità più profonda- e di captare gli spostamenti di qualsiasi cosa entro un raggio di 30 metri, individuando eventuali nemici nascosti (mimetizzati, sdoppiati et similia), riconoscendone l’esposizione all’elemento.
Tale abilità sfrutta un livello superiore di percezione che viene anche chiamato “occhio interiore”: si vocifera che alcuni ciechi siano in grado di utilizzarlo in sostituzione della normale vista, e molti sostengono che in realtà le percezioni sono offuscate dall’inganno dei sensi, senza i quali sarebbe possibile oltrepassare senza difficoltà quelli che gli umani credono i loro limiti; questa consapevolezza rende più sensibili e difficilmente influenzabili da allucinazioni, suggestioni e concretizzazioni psichiche. [Vista Cieca + Difesa Illusoria]
Rianimazione: L’elettricità che scorre nel suo essere, come il sangue nelle vene, fa in modo che il Ratei non muoia mai: gli impulsi elettrici continuano ad alimentare l’encefalo, a mantenere attivo il circolo cardiaco e a preservare perfettamente reattive le funzioni motorie e i suoi riflessi. Può restare K.O. per qualche tempo, ma il Signore del Fulmine si riprenderà sempre, dopo la sconfitta.
Edited by Brifos - 12/2/2012, 23:54. -
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« …e quindi potresti condire le focaccine con miele o sciroppo d’acero. »
Pausa.
« Mh. Miele. »
Altra pausa.
« …però, anche lo sciroppo d’acero… è così buono…! »
La fanciulla dalla chioma di rubino sbuffò di indecisione, facendo svolazzare un ciuffo soffice come bambagia dinnanzi al visetto di porcellana.
« Insomma, è proprio questione di gusti, Brifos. »
Annuì decisa, avanzando senza difficoltà al lato del gigante blu.
Camminava senza sforzo, come se le radici, i sassi nascosti sotto il tappeto soffice e odoroso di muschio non fossero un problema per i suoi delicati piedini di Fata. Amelie era decisamente ansiosa di giungere a destinazione, sia per la curiosità di conoscere chi avesse affisso l’annuncio, sia perché ardeva dal desiderio di comprendere cosa stesse accadendo alla sua adorata casa…
Perché quello era Fanedell, per lei; non solo perché viveva nella Radura Arcobaleno col suo futuro sposo, ma anche perché, come figlia della stirpe dei Túatha Dé Danann, la Rosa aveva precisi doveri nei confronti degli spiriti silvani di quei luoghi.
Seguendo le coordinate di cui il Raitei era in possesso, le Corone arrivarono in perfetto orario al luogo prestabilito, dove si era già riunito un piccolo capannello. La fanciulla li osservò tutti, ma uno su tutti spiccò per il suo aspetto… quell’anziano vestito di bianco, con quel sorriso e quella barba così candida, le sembrò per un attimo proprio Babbo Natale. Gli sorrise cordiale.
"Benarrivati"
"Sono Masahiro Echtele, Esploratore dell'Est e causa della vostra convocazione"
Amelie ebbe una folgorazione, limpida come il cielo a primavera: quell’individuo… lo conosceva!
« Masahiro!!! »
Esclamò stupita, sgranando i grandi occhioni verdi e senza proferire altro, per non interrompere le presentazioni in corso.
Io sono Harium, Sergente degli Aviatori di Laputa.
Cosa sappiamo di queste creature comparse nella foresta?
L'uomo intabarrato fu il primo, e non perse tempo: centrò immediatamente la questione senza badare agli orpelli dell'etichetta.
- Masahiro Echtele. E' forse Lei l'autore del bando?
Sarebbe un piacere, per me, combattere ancora al suo fianco.
seguì il ragazzo; anche lui sembrava conoscere l'elfo
- Il mio nome è Nicolas, ma alcuni mi chiamano anche La Folgore...
A voi la scelta di come chiamarmi, quindi.
Grifis Minos, Comandante della Squadra Bianca dei Liberi Aeris Milites...
con pacatezza l'elfo dal bianco aspetto si unì al coro
...al servizio della Dama dei Venti.
Ehm... Io, sì. Mi presento: Kevin Frédérique Chaplin.
Uhm... e, certo... Anche io sono qui per combattere assieme alle bestie...
Cioè... Volevo dire "contro": contro le bestie.
Uh, Babbo Nachele si era presentato!
Ah! E loro...
Sono delle normalissime cosce di pollo fritte.
Ahahah!
Ma, a quella notizia, Amelie ci restò male. Molto male. Per fortuna, poi toccò al suo compagno.
« Brifos, Corona di Regalia, la Via delle Leggi.
Qui per volontà del Conclave dei Saggi di Palanthas. »
« Io, invece, sono Amelie Gwenhwyfar Menethil, Corona di Obeah, la Via della Guarigione. »
annunciò con voce gentile e un dolce sorriso sulle labbra di melograno
« E anche io sono qui per volontà del Conclave. »
Li osservò, ancora, con una strana saggezza racchiusa nello scrigno del suo giovane sguardo.
« Onorata di conoscervi tutti. »SPOILER (clicca per visualizzare)Candore del Giglio
L’aspetto puro e innocente della giovane incarna l’angelico candore delle Fate tanto decantato dai bardi di ogni tempo e tramandato di bocca in bocca in tutte le leggende popolari; non è difatti un caso che le Fate siano descritte come creature di una bellezza radiosa, ma il fascino di Amelie spinge persino ad abbandonare ogni riserva, avversione o diffidenza nei suoi riguardi -donando in cambio un forte senso di tranquillità e conforto-, e la sua sensibilità suscita un tenero istinto di protezione in chi la contempla, facendole spesso guadagnare aiuto e tutela.
É talmente delicata e dolce -un fiore così puro e inviolato- che offrirle sostegno e riparo sarà un gesto spontaneo e disinteressato, perché la sua tristezza risulta insostenibile anche per il più inaridito dei cuori, e il suo sorriso splendente e bello come la più luminosa delle stelle.
L’attrazione che promana spezza paura e timori, ispirando il desiderio di aprirsi e confidarsi per la grande pace e serenità sperimentate in sua presenza -sensazioni calde e lenitive come un balsamo guaritore-, purificando e alleggerendo l’aria da ogni negatività e pensiero maligno.
Tale ascendente inconscio è utile per dirimere questioni spinose, superando qualsiasi differenza -oggettiva o soggettiva che sia- e diffidenza tra le creature; è da considerarsi attivo su chiunque la guardi, sebbene l’intensità della sua bellezza -che lascia spesso piacevolmente storditi, come ebbri- possa provocare reazioni inconsulte in soggetti deboli, animi particolarmente traumatizzati, o semplicemente deviati.. -
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Accompagnato da una lieve brezza faccio il mio ingresso nella radura indicata dalla mappa.
Altri sei individui sono presenti e fortunatamente molti di loro sono conosciuti: Grifis, comandante degli aviatori con cui ho avuto il privilegio di duellare; Masahiro, esploratore dell'Est e membro dei Cavalieri Celesti ed infine Brifos e Amelie entrambi Saggi di Palanthas di cui fino ad ora l'onore di conoscerli mi è stato negato dal fato sebbene serviamo tutti l'Alfiere dell'Est.
Rivolgo a tutti i presenti un cenno di saluto ed un sorriso a Grifis, cicatrici fresche marchiano il mio corpo e portano la sua firma.
"Salute a voi signori.
Sono Kizan, guardia del corpo di Lady Kalia e sono qui per sua volontà."
Masahiro ne aveva sicuramente parlato alla Dama e la sua insistenza ha piegato la mia riluttanza; sebbene io sia un frutto della foresta e sia mio dovere difenderla lasciare il fianco della Dama mi lascia un senso di inquietudine come freddo compagno.
Devo sistemare alla svelta questa faccenda.. -
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Mago guerriero, amante dei gufi e signore della piromanzia.
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- Alcuni dicono dal cimitero, altri dal cielo notturno... Decidete voi da dove vengo.
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Di coloro che erano sopraggiunti, qualche volto gli era già noto: uno era Nicholas la Folgore, che ironicamente aveva incontrato mentre indagava sulle prime e meno sospette apparizioni nella Foresta e a cui si era unito per concludere tutt'altra battaglia; un secondo volto noto era l'ultimo arrivato, ovvero nientemeno che la guardia del corpo della Dama Azzurra e giunto lì per volontà stessa della loro comune signora, che doveva evidentemente aver saputo della situazione e riconosciuto la mano dello shinobi dietro quella richiesta anonima; la terza persona nota gli fu all'inizio meno riconoscibile, ma fu solo guardandola meglio che gli parve di riconoscerla da alcuni tratti distintivi, primi tra tutti gli occhi e i capelli molto particolari, oltre all'aura magica che percepiva... solo ad una seconda occhiata riconobbe in lei Armand Croqvist, il guaritore al servizio della Dama Azzurra... che si presentò, rivelando la sua vera identità, assieme ad un altro individuo molto più gargantuesco, specie rispetto alla stessa Amelie, appartenente come lei alla congregazione dei Saggi di Palanthas.
*La notizia si è espansa molto più velocemente dell'altra volta e ha raggiunto sfere molto più alte rispetto alla richiesta che ho fatto per Rockmore...* si disse, constatando il numero e la qualità dei presenti
Gli altri individui gli furono meno noti, ma si presentarono tutti, ognuno a modo propio: alcuni si rivelarono personaggi piuttosto marziali e piuttosto diretti, provenienti dai ranghi dei Liberi Aeris Milites, mentre quello vestito tutto di bianco e che si presentò come Kevin Frédérique Chaplin gli parve un completo squilibrato... ma d'altronde in Endlos finiva di tutto e quella situazione lo testimoniava ampiamente.
Lo shinobi avrebbe voluto e potuto rispondere, ma ci fu un improvviso rumore di qualcosa di melmoso che si spostava chiaramente in loro direzione. Lo shinobi allora si voltò e tutti poterono veder emergere dal sottobosco una creatura piuttosto particolare, una creatura che letteralmente rovinò le piante sulle quali era saltellato, imbrattandole di fango e rendendole improvvisamente piuttosto marce: le piante forse si sarebbero forse salvate, ma le foglie erano diventate tutte marce al solo contatto con la bestia, una creatura tozza e tonda, senza gambe, dotata di due braccia corte e munite di un solo artiglio per braccio e di una testa a tubo, da cui spuntavano dei grossi denti biancastri.
"Eccone uno" disse con calma lo shinobi, il quale non si scompose minimamente e prese il suo Shuriken Boomerang e lo lanciò contro il collo della bestia di un verde scuro piuttosto putrido anche solo a vedersi. L'arma viaggiò e tornò in mano al suo propietario, squarciando il collo della bestia da entrambi i lati. La testa della creatura tuttavia non cadde a terra e neppure il suo corpo, che invece prese ad agitarsi come in preda alle convulsioni. Capo a cinque secondi dopo, quella stessa creatura letteralmente esplose, diffondendo nell'area di un metro un sacco di fluidi di natura sconosciuta e di effetti acidi su tutta la vegetazione.
"Un esemplare molto giovane, ancora non ancora del tutto formato... probabilmente un esploratore sacrificabile. Abbiamo guadagnato un po' di tempo per le dovute spiegazioni" concluse richiudendo e riponendo la sua arma da lancio.
Voltandosi si rivolse verso Nicholas e disse: "Quelle sono le creature sulle quali stavo indagando quando ci siamo incotrati per la prima volta." Arrivò ad abbracciare tutti con lo sguardo prima di continuare: "Si tratta di creature parassitarie. So da dove vengono e sono stato anche nel loro mondo d'origine e vi posso assicurare che creature del genere non sono esattamente apprezzate. Come ho già detto si tratta di parassiti e come potete vedere, si tratta di bestie che consumano senza dare nulla alla natura e trasformano gli ambienti che colonizzano in acquitrini e poi in paludi melmose fino a che non resta più nulla di cui nutrirsi. Molte foreste sono già state trasformate in paludi molto difficili da bonificare." Fece una pausa per fare in modo che tutti, o quasi, comprendessero le implicazioni di quelle parole e la necessità di fermare quelle creature, purtroppo nel modo peggiore possibile. "Combattere i Bloedzuger non è facile: potete al massimo sperare di mozzare loro gli arti, ma colpire i punti vitali sarà molto più difficile negli esemplari adulti e soprattutto molto rischioso, perché ogni Bloedzuger in punto di morte esplode, facendo scoppiare tutti i propri fluidi in un'area di due metri. I metodi migliori per combattere queste creature sono quello a distanza e quello corpo a corpo con colpi rapidi e precisi."
Fece quindi un'altra pausa perché tutti memorizzassero quelle informazioni utili e poi passò ad una fondamentale: "Il ritmo di riproduzione dei Bloedzuger è purtroppo aumentato e non posso più starvi dietro. Ho individuato sei aree che sono state particolarmente danneggiate da quelle creature e credo che dovremo dividerci per depurarle tutte dalla loro presenza, aspettando che poi la natura riesca a fare il suo corso una volta che avrà riacquisito il suo equilibrio..."
Quelle parole suonarono piuttosto inquietanti e non poteva non essere così: bastava infatti dare un'occhiata più approfondita alle sue spalle, soprattutto per chi a Fanedell era nato o vissuto, per notare come essa fosse più oscura del solito e del dovuto... e il fatto che quelle creature fossero collegate ad un simile sconvolgimento era quantomeno...
Un altro rumore, simile a quello precedente, ma molto più forte provenne dalle spalle del gruppo. Lo shinobi si dimostrò già pronto e si portò immediatamente in posizione di guardia... e quella reazione fu più che giustificata, perché direttamente dalla foresta provennero, rovinando tutto al loro passaggio, ben cinque esemplari adulti di Bloedzuger!
"Devono aver sentito la morte del giovane. A questi penso io, voi andate!" disse il ninja, pronto a coprire l'allontanamento degli altri prima di darsi al combattimento vero e proprio.CITAZIONEAngolo di Narrazione
Cominciamo ad entrare nel vivo. Ognuno può decidere come reagire a questa nuova apparizione o seguendo le istruzioni dello shinobi oppure restare a combattere con lui.
Le aree segnalate sono effettivamente sei e fate conto che il ninja ve le abbia dette prima della comparsa dei nemici. Di queste, Masahiro stesso vi ha detto che ne ha "riservata" per sé una a nord a centocinquanta metri dalla vostra posizione di rendez-vous.
Rispetto a quella stessa area, le altre sono ad ovest, a est, a nord-nord-est, sud-ovest e nord-ovest. Non preocucpatevi per la distanza al momento, perché sarà chiarita al prossimo intervento e nessuno avrà confini o interferenze dalle altre aree.
Nel prossimo post dovete quindi decidere dove andare o se restare a combattere con Masahiro.
Quelli che entreranno nella foresta alla volta delle varie aree, oltre a vedere la foresta effettivamente più tetra di quello che dovrebbe essere (o come suppongono che debba essere), saranno tutti colti da una strana sensazione di oppressione e disagio, variabile a seconda del proprio legame specifico con la magia e/o con la natura: coloro che hanno un auspex magico percepiranno una sensazione come di una presenza o di essere osservati, sensazione momentanea che sparirà dopo una decina di metri; i selvaggi e tutti quelli legati (per classe) alla natura percepiranno invece un innaturale ed inspiegabile silenzio della natura... sensazione che permarrà, a differenza della sensazione di percezione magica. Coloro che hanno entrambe le "caratteristiche" percepiranno entrambe le cose.
Turni liberi, prossimo intervento il 20 febbraio.
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°Eccone uno°
Disse la guida turistica (Masahiro), prima di mettere mano ad uno strano e gigante shuriken uncinato e di lanciarlo contro la "creatura", se così si voleva chiamare quell'abominio, appena apparsa dalla vegetazione alle sue spalle; quella, venne colpita in quello che probabilmente era il suo collo, la "testa" cadde al suolo, contorcendosi come anche il resto del corpo per qualche istante ancora, infine esplose, ricoprendo di una sostanza acida gli esemplari di vegetazione a cui stava più vicino.
°Un esemplare molto giovane, ancora non ancora del tutto formato... probabilmente un esploratore sacrificabile. Abbiamo guadagnato un po' di tempo per le dovute spiegazioni°
Spiegòil bambinoil ragazzol'uomo(non è che l'elementale avesse proprio chiara l'età di lui nè di chiunque altro; e nemmeno gli importava, a dirla tutta, però doveva pur definirlo in qualche modo, altrimenti pensarlo, e narrarlo, sarebbe stato alquanto complicato: scelse dunque il nome più generico per un particolare essere vivente, "tizio") il tizio vestito da
-Ah! Ma non è un pigiama! E' un ninja!!-
Pensò Aeriel, ricordandosi improvvisamente di una delle tappe del suo infinito viaggio e di come quel popolo chiamasse i tizi vestiti in quella maniera. O meglio, quella parola avrebbe altresì potuto avere un diverso significato, ma quello che identificasse quegli individui gli era sembrato il più plausibile.
°Quelle sono le creature sulle quali stavo indagando quando ci siamo incotrati per la prima volta.°
Iniziò a spiegare il tizio, anzi, il ninja, rendendo poi partecipe il gruppo intero delle informazioni in suo possesso. Infine, quasi come punto per la frase, si udì nuovamente uno strano rumore, questa volta, però, erano ben cinque gli abomini ed anche decisamente più grossi e brutti.
°Devono aver sentito la morte del giovane. A questi penso io, voi andate!°
Tuttavia, ciò che il ninja non poteva sapere, era che quelle orride bestie erano talmente brutte, ma talmente brutte che Aeriel dovette combattere tra gl'istintivi conati di vomito ed un feroce ed ardente desiderio di far sparire per sempre quelle creature. Che gli avevano fatto di male? Nulla, semplicemente erano davvero troppo orribili per restare in vita.
Stella Titanica! Centrale! Collo!
Urlò quindi l'elementale camuffato da pacifico vecchietto texano(?) di bianco vestito, prima che una delle due cosce di pollo fritte al suo fianco si lamentasse della situazione (a quanto diceva, per "lei" era già abbastanza andare in giro in quel modo, figurarsi prendere ordini) e scagliasse una mini-sfera di fuoco diretta esattamente verso il collo del mostro centrale. Partito l'attacco, il "signor K.F.C." pensò a voce alta:
Spero che questi BloodSugar non siano ignifughi...
Lanciando contro gli altri quattro delle piume di grifone elementali ed altamente perforanti, mirando anche lui al collo, così come avevano fatto sia Masahiro che la coscia di pollo.SPOILER (clicca per visualizzare)Tecniche attive utilizzate:CITAZIONEStella Titanica
Le dimensioni contano, è vero, ma anche le proporzioni! Quella che infatti nelle mani di Lavi sembra una sfera infuocata di enormi dimensioni, rapportata a dimensioni più canoniche... be' si tratta di una sferetta non troppo grande (30cm di diametro), ciò che però non varia è la potenza del fuoco in essa racchiusa. All'impatto, la Stella Titanica non si distruggerà completamente ma da essa scaturiranno delle "gocce" di fuoco che andranno a distribuirsi vicino alla zona dell'impatto. Insomma, è un po' come un gavettone, però brucia!
Consumo: variabile (all'aumentare del consumo, aumenta anche il diametro di 5cm per ogni livello energetico sopra il Basso)
Durata: istantanea
Utilizzata con consumo Basso (diametro: 30cm)CITAZIONEChiave del Cielo
L'elementalista creerà una serie di piume d'aria con la fattezza di piume di grifone (la parte che normalmente risiede dentro le ali della bestia mitologica ha un forte potere di perforazione). Una volta create, le piume si disporranno alle sue spalle, a mo' di ali, e potranno essere scagliate come fossero normali proiettili esplosi da un'arma da fuoco, semplicemente pensandolo (anche se generalmente Aeriel preferirà imporre una delle due mani, in modo da dare maggiore pathos alla scena). La quantità di piume e la loro gittata dipendono dal consumo utilizzato: 4 piume in un raggio di 5m a Basso, 6 piume in un raggio di 7m a Medio, 8 piume in un raggio di 10m ad Alto e 10 piume in un raggio di 15m a Critico. Le piume svaniranno se si verifica una delle seguenti possibilità: se si esaurisce il tempo a loro disposizione sul piano dimensionale ove verranno evocate, se si allontaneranno troppo dal loro evocatore (un massimo di 15m a Critico, seguendo la tabella poco sopra). Finché rimangono nello "spazio di esistenza", Aeriel è inoltre in grado di modificare la loro traiettoria, pur non potendola stravolgere naturalmente.
Consumo: variabile
Durata: 1 Turno
Usata con consumo Basso (4 piume)
Note:
Sto facendo conto che siano abbastanza vicini da poterli colpire, in alternativa, si consideri come se mi fossi mosso per avvicinarmi il tanto sufficiente da poterli colpire.. -
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Bestie viscide, melmose e acide.
Questi sono i nostri avversari, la minaccia della mia nuova casa.
Il ninja rivela tutta la sua abilità e la sua prontezza e la sua insuperabile efficienza.
Non solo fino adesso si è occupato da solo di tutta questa faccenda ma ha anche scoperto le principali zone infestate setacciando quasi tutta Fanedell! Il degno Falco dell'Est.
Forse la soluzione migliore sarebbe restare uniti ed esplorare tutte le zone una alla volta ma impiegheremmo troppo tempo e la foresta sta soffrendo.
Non vorrei abbandonare nessuno dei miei compagni da dubito che un ninja di tale esperienza assuma da solo il peso di cinque avversari senza essere certo della propria vittoria ed inoltre stava ricevendo supporto da uno dei presenti a me sconosciuto.
"Molto bene. Mi occuperò della zona Ovest, se qualcuno volesse farmi compagnia sarà più che benvenuto. A tutti gli altri auguro buona fortuna. Mi auguro di rivedervi tutti sani e salvi. Ci rivedremo qui a missione terminata."
Dopo lo sbrigativo saluto mi dirigo nella foresta seguendo le indicazioni dell'esploratore e vengo subito colto da disagio. La foresta è tetra e silenziosa, i suoi spiriti non sono rigogliosi ma moribondi, queste infami creature portano con se un'afflizione che colpisce persino il mondo spirituale.
Devo porre fine a tutto questo ad ogni costo.
E inizio a correre più veloce.. -
Harium.
User deleted
Creature ripugnanti, parassiti della natura, abomini putrescenti.
Le istruzioni furono chiare e il ninja Masahiro non dovette attendere molto per mostrare ai paladini uno di quei luridi vermoni. Colpita dall'arma da lancio del guerriero, la bestia morì, priva di scampo. Eppure nel suo rantolo di morte riuscì a deturpare il mondo che si apprestava ad abbandonare.
Il suo canto del cigno fu una colata acida, che fece avvizzire il rigoglioso prato circostante.
Giunsero altri individui, molto più grossi e minacciosi del primo venuto.
Il ninja se ne volle occupare personalmente e indicò agli altri convenuti le rimanenti zone da depurare.
Aeriel scelse di rimanere sul posto a fronteggiare gli individui, mentre Kizan rivendicò per sé l’area Ovest.
Harium era sicuro della scelta da intraprendere: quelle bestie andavano estirpate da Fanedell.
Il risentimento non derivava dal loro aspetto orripilante o dalla loro composizione viscida, ma dalla semplice constatazione che quelle creature erano un male per la foresta. Il delicato ecosistema non avrebbe retto una tale quantità di parassiti estranei.
La vita dei Bloedzuger significava la morte della selva più rigogliosa di Endlos.
Il Drago levò il mantello che lo copriva, mostrandosi ai presenti le sue fattezze draconiche.
Spalancò le ali e comunicò agli altri le sue intenzioni.
Io andrò in perlustrazione aerea verso sud-ovest. Attaccherò queste bestie dal cielo, sperando di coglierle di sorpresa… se qualcuno è in grado di volare e desidera seguirmi, è il benvenuto. Per tutti gli altri, in bocca al lupo.
Guardò verso il Comandante, completando il discorso con uno sguardo solo per Grifis, dal significato piuttosto chiaro: insieme avrebbero combattuto meglio.
Saltò e spiccò il volo, sollevato nell’aria dalla veemenza delle sue ali incorporee. Acquisì un assetto di volo stabile e virò verso la direzione scelta. Chissà se qualcuno l’avrebbe seguito?
L’Astro planò sopra le arboree cime, scrutando dall’alto il terreno paludoso e innaturale.
Tutti i suoi sensi avvertivano che qualcosa era lì ad aspettarlo.
E lui non si sarebbe tirato indietro.SPOILER (clicca per visualizzare)Armi naturali:
- 5 artigli su ciascuna mano, lunghi ciascuno 10 cm, affilati come rasoi e molto resistenti.
- 2 speroni, uno per gomito, lunghi 25 cm, possiedono le stesse caratteristiche degli artigli.
- Coda lunga un metro e mezzo
Passive:
Ali Spirituali [Passiva di volo]
Mente Spettroscopica [Auspex di raggio 30 metri]. -
Grifis:..
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Avrebbe voluto rammaricarsi. Non ci riuscì: il suo glaciale cuore fermò le emozioni, tale che solo in superfice il Falco sembrò affranto da ciò che stava vedendo. Eppure Fanedell, ch'era la sua dimora, ch'era il luogo in cui era vissuto fin da giovanissimo, adesso stava per diventare un posto degno solo delle peggiori malattie; un regno dominato da ratti, arbusti, acquitrinii e dio solo sà quali altre aberrazioni del creato. Avrebbe dovuto modificare il viso in una smorfia, nell'estremo tentativo di mostrare, tanto a sé quanto agli altri, di poter ancora provare una qualsiasi cosa che testimoniasse il suo interesse verso Fanedell. Ma non ci riuscì.
E intanto guardava, con gli occhi freddi come il gelo invernale, quel mostro gelatinoso che arrancava verso di loro. Allo Shinobi quanto bastò per ucciderlo? Due secondi, forse tre. La sua arma gli recise il collo, e questi per ripicca esplose. Fortuna volle che fosse troppo distante, cosicché le sue budella corrosive non furono di minaccia per nessuno. Eppure, ciò non bastò a rassicurare il Falco che, guardandosi attorno, iniziò a chiedersi quanti dei presenti avessero le giuste facoltà offensive per tenere a freno una simile minaccia. Domande, le sue, che non trovarono spazio alcuno in quella concitata fase d'eventi: ben altri cinque sbucarono fuori dal nulla, maligni quali erano. Succhiavano via la linfa vitale - parassiti - e si nutrivano della vita senza dar nulla indietro di ciò che sottraevano.
Fu allora che qualcosa batté nel cuore del Falco.
Una fiamma creduta spenta. Un sentimento così forte da sciogliere la distesa glaciale che ammantava il suo animo: odio forse? O chissà, un ricordo. Sì, il viso della giovane Anthea, morente fra le braccia di Harium, tolse Grifis dalla sua inamovibilità. Adesso riusciva a mostrare qualcosa sul suo volto, e non era più affranto per Fanedell, o preoccupato per i mostri: bramava stringere i suoi artigli attorno al collo dell'assassino di Laputa, lui che, ancora libero, giocava con le vite delle donne. Non avrebbe concesso a quei mostri altrettanto!Non affrontate queste creature da soli, e siate gli uni di supporto agli altri. Questo è un'ordine!
Benché si fosse rivolto ai suoi compagni, avvalendosi della sua posizione di Comandante, il Falco in un certo senso aveva gridato a tutti i presenti. Lui avrebbe seguito il Drago, ma anziché volare come questi preferì muoversi via terra, cosicché il primo potesse scrutare dall'alto la situazione, offrendo al suo superiore le informazioni e l'aiuto dall'alto necessari.
E frattanto, com'era sua capacità, Grifis avrebbe fatto ricorso al suo potere, ovvero trasformare l'ambiente che lo circondava in un modo freddo, glaciale, austero e quasi ostile alla vita. Non poté sapere fino a dove avrebbe esteso il suo potere, ma confidava che quelle creature non trovassero più congeniale muoversi e vivere nel Regno del Falco, lì dove l'Inverno è Generale.Al mondo solo una cosa è importante, ma tutto il resto... è ghiaccio.
Avrebbe bisbigliato. Era per lui come una filastrocca, che sempre recitava al termine del suo potere, neanche fosse una sorta di rito propiziatorio per la battaglia. O forse, invero, credeva realmente nel senso intrinseco di quelle sue enigmatiche parole...CITAZIONE
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Frøzen.
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Nicolas era inorridito dalle pessime notizie che l'amico e compagno guerriero aveva portato loro. Tale emozione si accentuò nell'istante in cui uno di quei mostri, un Bloedzuger, apparve dal sottobosco cancellando ogni singola traccia di vita al suo passaggio. In quell'istante aveva sentito le mani formicolargli, ed era sicuro che questa volta non era stata colpa delle folgori che accarezzavano sempre sinuosamente la sua pelle diafana e vi danzavano sopra. Era stata la voglia di far estinguere quelle bestie immonde, così come qualsiasi altra malattia, dalla faccia di Endlos, e soprattutto di Fanedell. Quella foresta, ora, gli stava troppo a cuore per vederla marcire sotto la tirannide di quelle creature. Abomini, come lui... ma molto diversi e più pericolosi.
Una volta assistito alla morte del giovane Bloedzuger, Nicolas e i nuovi compagni ebbero poco tempo per discutere di tattica: per fortuna Masahiro aveva già provveduto a identificare le zone più colpite e a dividerle, rendendo in questo modo il lavoro già molto meno difficile. L'Araldo osservò uno ad uno i compagni andarsene: ad averlo colpito era stato uno degli ultimi arrivati, Kizan, Guardia del corpo della stessa Lady Kalia. Il giovane conosceva bene il valore di Masahiro, il ninja sapeva cavarsela anche in situazioni apparentemente disperate, perciò non ci mise molto a decidere chi seguire.
Scattò, all'inseguimento di quell'uomo che, inutile non ammetterlo, lo aveva incuriosito anche per la loro somiglianza - capelli neri e occhi dorati.
- Maestro Kizan!
lo chiamò.
- Vengo ad Ovest assieme a Voi, se non Vi disturba!
Sperò che lo avesse sentito e lo accettasse come compagno d'azione. L'Araldo non si sarebbe comunque arreso, e avrebbe continuato a seguirlo, in attesa di scorgere il nemico e liberarsene.
Non una delle sensazioni che avrebbe dovuto captare, comunque, lo sfiorò: il suo essere non era legato di per sé alla natura, non poteva avvertirne sulla pelle il malessere quanto avrebbero potuto fare invece un mago o una manifestazione stessa della natura quali elementali o fate o esseri simili a loro. La sensazione che Nicolas avvertì fu un semplice fastidio, e il pensiero che qualcosa decisamente non andava, come si era già visto, continuò a rimbombare nella sua testa per tutto il tempo.. -
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Strappando un crepitante guizzo azzurrino al suo corno aureo, un suono viscido dirottò l’attenzione del Demone delle Tempeste dal volto del ninja alla boscaglia alle spalle di questi, e prima ancora di vedere di cosa si trattasse, il gigante dai capelli blu mosse un passo per mettersi davanti alla Fata.
Da quella posizione, gli occhi grigi del Raitei osservarono con asettica curiosità gli effetti prodotti sul verde sottobosco della radura dal semplice contatto con lo strano e grottesco esserino: le foglie erano imputridite all’istante. Che fenomeno affascinante...
"Eccone uno"
Il commento compassato dello shinobi anticipò l’esecuzione compiuta dalla sua arma quando squarciò quello che doveva approssimativamente essere il collo della creatura... ammesso e non concesso che la loro anatomia fosse riconducibile a quella degli altri organismi che aveva avuto modo di visionare in un bel libro pieno di figure molto minuziose. Stava giusto formulando il pensiero che sarebbe potuto essere proficuo per i suoi studi conservarne il cadavere per approfondire l’analisi insieme agli altri Saggi quando quello esplose in un schizzo di icori dall’aria repellente.
"Un esemplare molto giovane, non ancora del tutto formato... probabilmente un esploratore sacrificabile. Abbiamo guadagnato un po' di tempo per le dovute spiegazioni"
Masahiro rinfoderò lo shuriken, e poi si volse a interloquire con Nicholas
"Quelle sono le creature sulle quali stavo indagando quando ci siamo incontrati per la prima volta."
Ascoltò il resto della spiegazione in silenzio, lasciando che le piccole e sporadiche scintille elettriche danzassero sul lungo il corno aureo che gli sormontava il capo e sancendo così la sua partecipazione al processo cognitivo di quel briefing, quando dal bosco alle loro spalle cinque repliche in scala maggiore dell’esemplare osservato solo poco prima fecero irruzione nella radura.
"Devono aver sentito la morte del giovane. A questi penso io, voi andate!"
dispose il coordinatore di quella missione
Stella Titanica! Centrale! Collo!
replicò invece l’anziano in bianco, scagliando fuoco e piume contro i mostri
Spero che questi BloodSugar non siano ignifughi...
"Mi occuperò della zona Ovest, se qualcuno volesse farmi compagnia sarà più che benvenuto.”
annunciò il custode di Kalia, prima di voltarsi e allontanarsi
“A tutti gli altri auguro buona fortuna. Mi auguro di rivedervi tutti sani e salvi.
Ci rivedremo qui a missione terminata."
- Maestro Kizan! Vengo ad Ovest assieme a Voi, se non Vi disturba!
si propose il giovanotto con la benda sull’occhio, seguendo il Mannaro
Io andrò in perlustrazione aerea verso sud-ovest.
Attaccherò queste bestie dal cielo, sperando di coglierle di sorpresa…
l’incappucciato si liberò del mantello, rivelando ali e fattezze draconiche
...se qualcuno è in grado di volare e desidera seguirmi, è il benvenuto.
Per tutti gli altri, in bocca al lupo.
Non affrontate queste creature da soli, e siate gli uni di supporto agli altri.
si raccomandò il Falco, prima di svanire nella foresta insieme all’Astro
Il Raitei mosse solo un quieto cenno del capo, e mentre il canto del Mantra continuava incessante il suo angoscioso lamento per la natura in agoni, prese la mano della Fata... così da vegliare su di lei lungo il tragitto che li avrebbe portati a Est.SPOILER (clicca per visualizzare)Status Fisico: Normale
Status Psicologico: Incuriosito e attento
Energie Residue: 100%
Mantra: Grazie alla sua particolare genesi, il Raitei è sensibile alle alterazioni del campo magnetico emesso dalla massa dei corpi e dagli spostamenti d'aria attorno a lui; questo gli dona capacità di vedere a 360° -sia alla luce del giorno che nell’oscurità più profonda- e di captare gli spostamenti di qualsiasi cosa entro un raggio di 30 metri, individuando eventuali nemici nascosti (mimetizzati, sdoppiati et similia), riconoscendone l’esposizione all’elemento.
Tale abilità sfrutta un livello superiore di percezione che viene anche chiamato “occhio interiore”: si vocifera che alcuni ciechi siano in grado di utilizzarlo in sostituzione della normale vista, e molti sostengono che in realtà le percezioni sono offuscate dall’inganno dei sensi, senza i quali sarebbe possibile oltrepassare senza difficoltà quelli che gli umani credono i loro limiti; questa consapevolezza rende più sensibili e difficilmente influenzabili da allucinazioni, suggestioni e concretizzazioni psichiche. (<i>Vista Cieca + Difesa Illusoria)
Rianimazione: L’elettricità che scorre nel suo essere, come il sangue nelle vene, fa in modo che il Ratei non muoia mai: gli impulsi elettrici continuano ad alimentare l’encefalo, a mantenere attivo il circolo cardiaco e a preservare perfettamente reattive le funzioni motorie e i suoi riflessi. Può restare K.O. per qualche tempo, ma il Signore del Fulmine si riprenderà sempre, dopo la sconfitta. (Immortalità - al di fuori dei duelli).