[LAM] I soldi del fantasma

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  1. ~ Canario
     
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    Era una giornata normalissima per Fay all'albero casa e, come tante altre volte, la mamma gli aveva dato un compito importante.
    Erano infatti mesi e mesi che un membro dei Liber Aeris Milites non passava presso gli uffici burocratici a ritirare il proprio stipendio.
    Aeriel era il suo nome e a quanto diceva la magica mappa di mamma Dru in quel momento era chiuso in uno sgabuzzino al terzo piano.
    Non trovò nulla di strano in tutto ciò, semplicemente prese i 2 enormi sacchi di monete e iniziò a trascinarli per le scale.
    Stremato fece una pausa al secondo piano e dopo aver mangiato le briciole dei biscotti che gli erano rimaste in tasca riprese la sua marcia verso lo sgabuzzino.

    *Sono contento di trascinare questi sacchi se me l'ha detto la mamma, in fondo quel poverino di Aeriel sicuramente non ha ancora finito l'album delle figurine*

    Arrivato davanti alla porta fece quasi per bussare ma si fermò; un pensiero malato guizzò nella sua mente folle:

    *Aspetta, questi due sacchi sono pieni di caramelle, se me ne frego una e gli lascio qualcosa in cambio l'amico della mamma non si offenderà penso*

    Detto questo aprì il sacco e prese una moneta, la mise in bocca come se fosse una mentina e prese a succhiarla.
    Subito dopo, dalla sua borsa, recuperò il pacco dei tele-fusilli e ne svuotò un chilo circa in uno dei due sacchi.

    *Magari ne vuole un pò anche la mamma!*

    Presto fatto, il biondo ne prese un ulteriore manciata e spendendo un po' di energia magica la teletrasportò direttamente tra le vesti della dama del vento.

    *Sono proprio bravo io*

    Pensò soddisfatto; dopodiché, ancora con la moneta in bocca, bussò alla porta del ripostiglio.

    "Sono Fay! Mamma mi ha detto di portarti questi sacchi! Sei in casa Aeriel?"

     
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    Avere tempo libero e non sapere come riempirlo? Questo era decisamente il caso di Aeriel, che quel giorno aveva deciso semplicemente di passarlo fermo nella propria stanza. A dire il vero, quella non era nemmeno la sua stanza, ma siccome non si era informato sugli alloggi destinati agli Aviatori, non volendo disturbare, si era messo a cercare una stanza libera e la prima che trovò fu proprio quella: uno sgabuzzino.

    Aveva atteso un paio di giorni che qualcuno arrivasse a reclamarlo, ma a quanto pareva, il piccolo stanzino era in disuso e dunque l'Aria si convinse di poterlo infestare abitare, senza che la cosa potesse creare problemi ad alcuno.

    Tornando al racconto, al solito battere dei tacchi sulla superficie del corridoio (ancora Aeriel si chiedeva se la cosa fosse davvero strettamente necessaria per gli altri) si era quel giorno unito anche lo strascichio di sacchi di iuta pieni e pesanti, a giudicare dal rumore (sì, anche la tipologia del materiale di cui erano composti i sacchi fu ipotizzata a partire dal rumore che produceva sfregando sul corridoio).

    °Sono Fay! Mamma mi ha detto di portarti questi sacchi! Sei in casa Aeriel?°

    L'elementale, istintivamente si affacciò fuori dalla porta, senza naturalmente premunirsi di aprirla, scardinarla o sfondarla ed il gesto gli procurò una discreta quantità di dolore, che esternò come urla e lamenti; ripresosi, dopo alcuni istanti, disse al biondo ragazzino:

    Prego, entra pure, non fare complimenti.

     
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  3. ~ Canario
     
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    Quel ragazzo aveva davvero attraversato la porta con la testa?! Era forse un fantasma?
    Per una volta la mente di Fay era riuscita a trarre una conclusione sensata; purtroppo le urla di dolore di Aeriel gli fecero cambiare idea:

    *Sembrava addolorato, allora non è un fantasma... Forse è una scimmia, cavolo avrei dovuto portargli le banane non le caramelle... va bè...*

    Ripresosi l'aviatore quindi invitò il biondo ad entrare nello sgabuzzino. Fay afferrò i sacchi, se li caricò in spalla e con un passo deciso camminò verso la porta...

    *E pensare che per tutta la mia vita ho perso tempo ad aprire le porte!*

    ... chiusa.
    Prima una botta: la sua testa contro la porta.
    Poi il fragore: i sacchi di monete che si rovesciavano sul pavimento.
    Infine un tossire spasmodico: la moneta che aveva in bocca gli andò di traverso.
    Tossì e tossì in maniera violenta per una ventina di secondi; portò le mani al petto, iniziava a far male; cadde in ginocchio e posò i palmi a terra preso da conati soffocanti.
    Dopo sbavanti momenti di agonia, il pazzo riuscì con un colpo di tosse ben assestato a sputare la moneta; riprese a respirare anche se dolorosamente e lanciò uno sguardo a quello spicciolo assassino sul pavimento.

    "Wow Menta forte!"

    Detto questo rimise i soldi rovesciati nei sacchi e si avviò nuovamente verso la porta.
    Bussò ancora.

    "Aeriel come funziona questa porta? Non riesco ad entrare! Ah e toglimi una curiosità! Sei una scimmia?"

     
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    Il ragazzo parve accettare subito l'invito ad entrare, ma per qualche motivo, invece di varcare la soglia si limitò a tentare di sfondarla, non riuscendoci; tale accadimento parve scatenare in lui una strana reazione: tossì, tossì forte, quasi come per espellere un corpo estraneo. Gli era capitato, una volta, di osservare un umano espellere in quel modo una notevole quantità di acqua, che a quanto pareva non si sarebbe dovuta trovare in fondo alla sua gola.

    Ripresosi, esclamò qualcosa riguardante della "menta forte", probabilmente, rapportandola al contesto, si trattava di un qualche tipo di divinità, invocata come salvatrice dal rischio della morte, poi chiese:

    °Aeriel come funziona questa porta? Non riesco ad entrare! Ah e toglimi una curiosità! Sei una scimmia?°

    Oh già... La porta... Non puoi attraversarla?
    Uhm... Allora credo che tu debba praticare un particolare rito sull'oggetto metallico che sporge dalla porta, in genere vedo gli altri fare così:
    prova ad accarezzarlo, se poi non funziona fa come se dovessi strangolarlo.
    Dovrebbe funzionare... Credo.

    Ah, e comunque... Cos'è una scimmia? In ogni caso, io sono Aria.

     
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  5. ~ Canario
     
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    "Facile, se non sei un fantasma sei una scimmia ma solo se mangi le banane, io per esempio non sono una scimmia anche se non so perchè. Ma forse se sei aria cambia tutto, anche se pensavo che l'aria stesse solo nei palloncini... una volta mi pare di aver mangiato qualcosa condito con l'aria, forse erano verdure..."

    Detto questo quindi, si avvicinò nuovamente alla porta, questa volta osservò la maniglia con attenzione e nonostante per una vita aveva aperto le porte normalmente, per la prima volta quell'oggetto gli sembrava il più complicato dei marchingegni.

    "Senti io ci provo, se poi non va chiamiamo Drusilia e ci facciamo dare una mano."

    Posò i sacchi a terra e prese quindi a dare delle leggere carezze alla maniglia, come se volesse fargli una coccola; provò anche con un grattino ma ovviamente la porta non si aprì.
    L'espressione del biondo allora si intristì un po' e con gli occhi leggermente lucidi si rivolse alla maniglia.

    "Mi sono prodigato tanto per te, perché non accetti le mie coccole? Ci ho messo tutto il mio amore e la mia gentilezza! Sei gelida... Da quando il nostro rapporto ha preso questa piega?"

    I suoi occhi bagnati di tristezza si fecero d'improvviso stizziti e arrabbiati, con le mani iniziò ad accarezzare sempre più veloce e con un po' di pressione; pressione purtroppo esercitata nel verso contrario a quello d'apertura.

    "Non è che c'è un altro? Cos'è? Non mi rispondi?"

    Alzò la voce sino quasi ad urlare.

    "CAVOLO VUOI DIRMI QUALCOSA?! SEI UNA STRONZA IO MI FIDAVO DI TE! E INVECE È VENUTA FUORI QUESTA STORIA ORRIBILE! COSA NE È STATO DI NOI E DELLE PICCOLE PORTE? COSA NE È STATO DEI WEEKEND SUL LAGO?!"

    Inspirò con il naso e in quel momento strinse forte la maniglia...

    "VUOI RISPONDERMI?!"

    ... sino ad aprire la porta.
    Questa quindi si mosse rivelando ancora la figura del ragazzo d'aria; Fay lo osservò con lo sguardo ancora furente ma in un momento tutto finì.
    Si scordò del litigio appena avvenuto con la maniglia e il viso diventato leggermente paonazzo si schiarì rapidamente.

    "Eccomi quindi!"

    Raccolse i sacchi posati per terra e li porse verso l'aviatore.

    "Questi sono i tuoi mesi di stipendio. Non so se ti piace la menta forte; occhio perché è proprio fortissima!"

     
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    Da quel che gli spiegò il ragazzo, in quel mondo, se non si era fantasmi, allora si era scimmie, tranne lui, lui per qualche motivo anche a lui sconosciuto, non lo era; poi gli rivelò che, in effetti, considerando il fatto che Aeriel fosse aria, probabilmente nemmeno lui era una scimmia.

    -Certo che qui hanno delle classificazioni poco chiare su chi sono.
    Probabilmente sono una razza ancora abbastanza primitiva...-


    Su quel pensiero di vaga superiorità intellettuale rispetto agli esseri viventi di quel mondo, l'elementale si perse per qualche istante, mentre nel frattempo, il ragazzo non assicurava il fatto di poter riuscire nell'impresa di portare a compimento il rito descritto poco prima dall'elementale; tuttavia egli tentò e, nonostante in un primo momento avesse fallito e si fosse fatto prendere da sconforto ed ira indirizzata al metallo sporgente dall'uscio, finalmente riuscì e la porta si schiuse.

    °Eccomi quindi!°

    Disse lui, con tono decisamente tranquillo, specie se si pensa all'accesa disputa tra lui e la maniglia, avvenuta nemmeno un battito di ciglia prima, prese nuovamente in mano i sacchi che aveva poggiato a terra durante il rito e li porse all'Aria, probabilmente in attesa che lo liberasse dal peso, infine concluse:

    °Questi sono i tuoi mesi di stipendio. Non so se ti piace la menta forte; occhio perché è proprio fortissima!°

    Uhm... Non preoccuparti, tanto io non mangio.
    Comunque... Quindi è questo che voi chiamate "slipenbio", giusto?
    Ah! Dimenticavo!


    Si interruppe bruscamente l'elementale, chiedendosi dove fossero finite le sue buone maniere (od almeno quelle che lui credeva fossero "buone maniere").

    Il mio nome già lo conosci, ma non mi sono debitamente presentato:
    io sono Aeriel, Aeriel Glade...

    ...ma tu puoi chiamarlo babbeo! Ahahah!
    Dai, Lavi, non ci si comporta così...
    C-Chiedi s-scusaa.

    Ma cosa vuoi che gliene freghi ad Eiji?
    Ehm...
    Oh, non rompere Eiji!
    Scuuusaa... Contento adesso?!
    Vado a farmi un giro, ci si vede... babbei.

    Ehm...

    Un lampo di luce rosse si liberò dal buio del fondo dello sgabuzzino, uscendo dalla porta passando vicino all'orecchio sinistro del ragazzo.

    Ehm... Scusalo, per favore. E' un po' una testa calda...
    Comunque sì, se preferisci puoi chiamarmi anche tu Eiji, come fanno loro.
    Oramai mi ci sono abituato...



    Note:
    In rosso e viola, sono segnati rispettivamente i dialoghi di Lavi e Devi, i due spiritelli elementali che accompagnano Aeriel (da loro chiamato Eiji, per via delle sue iniziali); i due non sono visibili, essendo per quasi tutto il tempo della scena all'interno dell'ombra di Aeriel (per essere precisi, si trovano nel Mondo d'Ombra) tranne per un breve istante durante il quale Lavi è uscito, fiondandosi fuori dalla porta (la scia rossa era lui).
    Per dettagli riguardanti i due, si rimanda alla scheda di Aeriel :epicre:
     
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  7. ~ Canario
     
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    Quasi un pò deluso dal rifiuto dell'aviatore, Fay corrugò la fronte e assunse un espressione triste.

    "Si è lo slipenbio... mi spiace che tu sia allergico davvero, lo riporterò alla mamma..."

    Aeriel quindi si interruppe per presentarsi formalmente ma venne a sua volta interrotto da due voci. Il biondo rimase quasi spaventato dalla prima arrogante e sbruffona, trovò invece la seconda soave e gentile.
    Finito di battibeccare un lampo rosso schizzò via dal buio dello sgabuzzino accanto alla testa del pazzo che spaventato si scansò trattenendo un grido.

    "Ehm... Scusalo, per favore. E' un po' una testa calda...
    Comunque sì, se preferisci puoi chiamarmi anche tu Eiji, come fanno loro.
    Oramai mi ci sono abituato..."


    Qualcosa da tutto il discorso gli sfuggì ma per quanto fosse strano decise di non esternare la sua confusione.

    "Penso che ti chiamerò solo Aria, è più facile. Adesso mi sa che devo andare perché a qualcuno lo slipenbo lo devo pur dare. Senti, visto che non l'hai preso e a me spiace, passa un giorno dalla mamma che ti da un abbraccio, glielo dico io che te lo meriti. Oppure se vuoi ti faccio una bella torta... Se non sai dove trovarmi, chiedi alla mamma che ha la mappa magica, io mi chiamo Fay Denn.... No, Fay Flowright Gala... Uffi! Cerca solo Fay va! Che è meglio."

    Detto questo fece un leggero inchino e salutò il ragazzo ritrascinando i sacchi verso il primo piano.

    *Magari con tutte queste caramelle posso chiedere alla mamma di farci una festa.*

     
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    L'avrebbe chiamato Aria, così aveva deciso il biondo: nessuno l'aveva mai effettivamente chiamato con quel nome, non per identificare lui in particolare perlomeno, anche se, in effetti, quel nome lo descriveva decisamente bene, ovviamente.

    Poi Fay, prima di presentarsi a sua volta, decise di riprendersi il denaro (probabilmente visto che Aeriel non mangiava), tuttavia in cambio avrebbe messo una buona parola per lui in modo che Drusilia lo abbracciasse; Aeriel rabbrividì per un attimo, pensando al dolore che avrebbe comportato un gesto tanto violento quanto un abbraccio. L'alternativa sarebbe stata una torta... Non propriamente utile per uno che gli aveva appena detto che non aveva bisogno di mangiare.

    Ah, ehm, tranquillo, non c'è bisogno...

    Rispose con tutta la compostezza che riuscì a radunare in risposta sia alla "minaccia" che all'inutile (per lui) alternativa; poi Fay si esibì in un accenno d'inchino, riprese i sacchi e fece per andarsene, al che l'Aria ricambiò il suo saluto, imitandone i gesti.

    "E fu così che il nostro Aeriel non ricevette mai quei mesi di stipendio."
    Così si sarebbe conclusa la narrazione, se si fosse trattata d'una fiaba e non d'una scena tra due personaggi di un gioco di ruolo via forum, lasciando all'eventuale lettore (presumendo l'esistenza di tale mitologica creatura) il compito di trovare una morale.

     
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7 replies since 12/2/2012, 23:11   118 views
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