[CSV] Reminiscenze

Le Cronache di Sangue ~ Prologo

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  1. L'Eremita Leggendario
     
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    "Chissà se te ne sei andata in pace.
    Hai sofferto negli ultimi momenti? Avevi paura?
    Ora le tue mani sono fredde e chiuse".


    Mio Signore, non comprendo questa scelta.

    Apparii vestito in abiti scuri dalla fitta nube grigiastra, polvere di stelle morte, ricordi di un fulgore ormai estinto. Cielo su di Me che su mondi e dimensioni troneggio al pari dei Miei fratelli dall'inizio del Mondo, fulgidi e chiari esseri fatti di Vera Giustizia, essenze al di sopra d'ogni tentazione. E così era anche la Mia veste, il corpo mortale di cui Mi servivo da breve tempo. Un prete cattolico, fino a quel momento l'unico in grado di ospitarMi senza tentare il suicidio. O esplodere. A volte i sensi di colpa diventano distruttivi, e gli esseri umani non son capaci di provare dolore.

    Non credo sia tempo nè luogo propizio per tali rivelazioni.
    Non dopo quello che sta per giungere.


    Era realmente raro che apparissi in quella forma in quel luogo, ma negli ultimi tempi davvero molte cose erano cambiate. Esattamente come era cambiato Lui, anche se infondo potevo comprenderlo. Era tutto così complicato, e Noi stavamo perdendo le briglie di quel progetto lungo migliaia di anni. Qualocosa si stava mettendo in mezzo, e lavorare nelle retrovie e come semplici osservatori non bastava più. Erano necessarie soluzioni, ma quello era troppo.

    angelomeccanico

    Il susseguirsi degli eventi è divenuto incontrollabile, Mio Hesediel.

    Il mio sguardo salì a Lui, che sopra di me osservava. Un volto bellissimo, manifestazione di comprensione e saggezza, ed in esso era possibile scorgere grandezza, potenza, vittoria e maestà, perché infondo si innalzava come testa su ogni cosa, splendida Arte, inumana Scienza, sempiterno astro per tutti loro irradiante Fede dalle sue sei ali bianche.

    Sarà complesso fare in modo che Mi credano...

    Egli mosse il capo, ed i capelli biondi ondeggiarono come spighe mature alla Luce di sè stesso, e lo sguardo colmo di pietà mi sfiorò, intimandomi di tremare davanti a quei diamanti incastonati ad un corpo di cui non era possibile definire il sesso, tanto brillante da accecare occhi che non fossero quelli della mente.

    Sarò Io ad occuparmene.



    "Ma le labbra rosse e i capelli sciolti al Vento
    mi fanno pensare che tutto questo sia stato solo un incubo.
    Quindi feriscimi con l'amore che non potrai mai provare".


    Edited by Drusilia Galanodel - 21/11/2013, 17:16
     
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  2. Dan Mihai Simion
     
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    Toc-Toc!
    Un rumore leggero di nocche contro la superficie lignea delle porte di Palanthas risuonò per i corridoi deserti della Biblioteca. Non era un orario adeguato ad una visita di cortesia, certo, ma era abbastanza sicuro che almeno uno dei Saggi fosse ancora in sede, più che altro per assistere il suo capo, il Magister Saddler, recatosi qualche giorno prima in visita da loro per alcuni studi. Entrare, tuttavia, fu più semplice del previsto; era bastato affermare di essere l'assistente di Yoko -quale difatti era- per oltrepassare quella soglia da tutti vista con reverenza ed un briciolo di timore. Ad accoglierlo vi furono degli uomini dalla lunga tunica e dal capo coperto.

    -Desidera che le chiami il Magister, signor Simion?

    Il biondino sorrise affabile, muovendo il capo e lasciando danzare i capelli d'oro alla luce delle torce.

    -In realtà avrei bisogno di un pò di gente, ma per il momento direi che il Magister e la Corona di Dharma possano andar bene, grazie!

    Il monaco di Dea Conoscenza scomparve, ed il giovane mago rimase lì all'entrata, mostrando tuttavia un'aria vagamente agitata.
    Portava con sè un enorme tomo stretto fra le braccia sottili.
    Cosa era a turbarlo in quel modo?
    Cosa aveva trovato?

     
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    Da alcuni giorni, oramai, il Magister Yoko Saddler aveva fatto visita al Palanthas la Grande, volendo egli studiare alcuni volumi che la Biblioteca conteneva, sicché s'era attardato nel palazzo, trovando riposo solo per poche ore, e le altre spendendole tutte nell'amato studio. Parimenti i Saggi, onorati della presenza di lui, fiero alleato, avevano trascorso ogni loro momento libero conversando con quello, perdendosi in bei ricami e pensieri invisibili che le menti elette possono comprendere: le altre, per complessità o per tedio, nemmeno vi aspirano.
    Ora, vi furono delle ore nelle quali il Palazzo restò muto, il demone volpe avendo lasciato le mura per girare la città, e le Corone tutte prese dai loro impieghi; allora il rumore del legno si sparse nell'aria, il portone della Biblioteca sfiorato dal tocco di qualcuno che aveva bussato al Tempio del Sapere. Poiché lo Zero stava chiuso nel suo studio e non desiderava che il viaggiatore attendesse il suo arrivo dal secondo piano, incaricò le Vesti Blu di accoglierlo in sua vece, mentre quello si affrettava a scendere al pian terreno. E quando il giovane ragazzo varcò la soglia dell'ingresso, ecco che l'argenteo potere della costruzione mosse i propri passi, e concesse al Guardiano il dono della Vista, sicché egli poté osservare e udire il biondo ragazzo che era entrato, e mentre attraversava i corridoi e le gradinate, lo riconobbe come Dan Mihai Simion, l'assistente di Yoko Saddler. Con passi leggeri e fors'anche lesti, come il silenzioso incedere della Sorte per gli uomini, il Numero Zero giunse in cima alla rampa centrale, che con la sua maestosità guardava tutto l'ingresso e buona parte di quel piano: era come un soffio di nube che si stagliasse contro la pietra, un brillare dei colori dell'iride, tutti che veleggiavano sul suo corpo e sul Cerchio del Destino, Amarthrind, che sempre lo accompagnava e che adesso galleggiava; così, spiegata la voce, atona e vuota, ma ben più rilassata del solito, si rivolse al giovane:

    -Hai domandato e hai ottenuto, Dan Mihai Simion.-
    Disse, scendendo qualche gradino
    -Tuttavia Yoko Saddler adesso non è fra queste mura, ma se ti è indispensabile posso mandare a chiamarlo.-

    Cosa strana per Amarth, nella sua neutrale giustizia s'era fatto largo un sentimento di salutare distensione, forse dovuto alla presenza dell'abile e saggio ragazzo, o alle belle giornate trascorse studiando in compagnia delle Corone e del Magister, a dispetto delle settimane precedenti tutte dense di impegni e nervosismi.

    -Ad ogni modo, cosa ti ha spinto a un viaggio tanto lungo? Il pensiero che covi dovrà essere un pesante fardello, corroso dalla fretta e dalla necessità. Parla, dunque; io ti ascolterò.-

     
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  4. Dan Mihai Simion
     
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    Doveva ammettere che per quante se ne dicessero a riguardo, dal Vivo Eru Elen Amarth era decisamente più figo di quanto si potesse pensare!
    No, cioè, davvero... per quanti mondi avesse visitato, uno così non gli era mai passato davanti agli occhi.
    Nemmeno di sfuggita!

    -Hai domandato e hai ottenuto, Dan Mihai Simion.-

    Che figo, che figo!
    Lui si che aveva stile, con il volto inespressivo, la postura e gli atteggiamenti regali, mentre il corpo tutto assorbiva in un chiarore perlaceo ogni colore, per poi rilasciarlo come luce da lui stessa emanata. Sembrava impregnato di Magia Antica, perchè di fatto sia la Bianca che la Nera avevano tutto e niente in comune. Qualcosa di raro e bellissimo, perchè sapeva, conosceva perfettamente quanto potente e singolare fosse tale magia.
    A volte incontrollabile, se a plasmarla non v'erano le mani adatte.

    -Tuttavia Yoko Saddler adesso non è fra queste mura, ma se ti è indispensabile posso mandare a chiamarlo.-

    Dan fece una smorfia di disappunto, non certo rivolta al Saggio, quanto all'urgenza di quella situazione.

    -Si, temo che sarebbe il caso...

    Continuò il biondo, eppure lasciò ad Amarth la parola. Si trattava più che altro di rispetto considerando che, a dispetto della sua agitazione, la Corona di Dharma restava sempre e comunque il "padrone di casa".

    -Ad ogni modo, cosa ti ha spinto a un viaggio tanto lungo? Il pensiero che covi dovrà essere un pesante fardello, corroso dalla fretta e dalla necessità. Parla, dunque; io ti ascolterò.-

    Bene, nonostante le voci che giravano attorno alla sua figura, il Bibliotecario pareva gentile, e questo non faceva altro che rendere tutto meno complicato.

    -Beh ecco...Oggi è giunto in accademia un tipo strano, totalmente avvolto di un mantello candido ed irradiante luce.

    Iniziò titubante l'assistente di Saddler.

    -Mi ha dato questo, e poi è scomparso senza lasciar traccia.

    Continuò, porgendogli il tomo.

    -Ho dato una lettura veloce, e sembra narrare una storia. Beh, si, detto così non è nulla di strano ma... parla di Endlos, ed il mondo da cui proviene non è Endlos. Il mio sospetto è che si tratti di una terra precedentemente appartenuta al semipiano. Magari qualcuno a quei tempi sapeva controllare i fenomeni del Maesltrom e chissà... magari ha lasciato qualcosa che possa servire proprio a questo.

    Riflettè fissando la copertina.

    -Se qualcuno non meritevole prendesse le informazioni e le nozioni giuste, potrebbe trasportare persone, cose, terre... o anche strapparle via, creando un caos inimmaginabile. Non ci sarebbe altra ragione per cui mi è stato consegnato questo libro, no?

     
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    Quando il giovane disse che Endlos era citato in un volume non appartenente a quel mondo, ecco che, colto dal bisogno, il Celebliant avvampò d'azzurro, sì che la sua veste ora appariva del tutto simile, nel colore, a quella dei Monaci che avevano accolto il biondo ragazzo: questo segnale, tutti gli attendenti si mossero lesti, trafficando in ogni angolo del Palazzo, alcuni uscendo veloci, altri salendo scalee scrutando stanze. Azzurre formiche in un leggendario formicaio erano all'opera per trovare e portare a Palanthas Yoko Saddler, poiché sì era giunto il tempo che Saggi e Magisterium collaborassero.

    Benché non avesse detto una sola parola, nel suo cuore s'agitavano molti pensieri, tutti rivolti al libro e alle parole di Dan la cui scienza era adesso velata dall'ansia e dalla fretta. Allora il Guardiano alzò la mano destra, volendo zittire il mago, che già aveva terminato di raccontare ciò che sapeva, e nel contempo chiedere permesso di parlare; il gesto più abituale dello Zero, segno che era tempo di parole speciali:

    -Il Destino opera per vie ignote, mago. Non sappiamo ancora dove questo ci porterà. Ma a Palanthas le Corone della Conoscenza hanno il potere e il giusto mezzo per custodire tale segreto, e tale è la devozione loro al sapere che tratteniamo solo per avere e imparare, non già per usare. Su questa terra non vi sono luoghi dove simili eventi possano essere tenuti in tale segretezza, o in tale imprendibilità.-
    Osservò il libro, volendone scandagliare i pensieri, che rimasero muti
    -Resta pure qui, se il tempo e la voglia lo concedono. Non appena Yoko Saddler farà ritorno, indirò il Consiglio.-
    Cominciando ad organizzare i pensieri, domandò qualche altra cosa
    -parlami di quella creatura: cosa ha detto, di che colore era il suo cuore lo sai? Anche i messaggeri hanno valore nelle storie, e se questi fu l'artefice e non il mezzo, sapere di lui è ancora più importante.-

     
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  6. Dan Mihai Simion
     
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    -Avete presente le prime luci dell'alba?

    Rispose il giovane alla richiesta del Saggio di una descrizione più accurata del messaggero.

    -Sono lievi e non fanno male agli occhi. Ecco, la luce che traspariva da quel mantello aveva su di me il medesimo effetto, senza tuttavia mescolarsi al cielo, creando giochi di luce rosei ed incantevoli. Quella era una luce a sè stante, nobile, incapace di legarsi naturalmente alla luce normale.

    Si, in effetti sarebbe potuto apparire folle, tuttavia la minuziosità di quella descrizione destava fortemente il sospetto del vero e del credibile.

    -Sinceramente non so chi fosse, e non mi è stato in alcun modo possibile vederlo, nonostante la mia magia. Era una creatura potente, tuttavia non ne ho avvertito alcuna minaccia.

    Disse, facendo spallucce mentre cercava ulteriori dettagli.

    -Anche lui sembrava andare di fretta. Infatti mi ha letteralmente lanciato il tomo addosso, e non ho potuto far molto perchè ho preferito afferrarlo in modo da non romperlo o rovinarlo piuttosto che rincorrerlo nella vana speranza di acciuffarlo.

    Infine lo sguardo azzurro si levo su di lui, speranzoso.

    -Dite che sarebbe possibile uno studio immediato?

    Continuò, congiungendo le mani come fosse in preghiera.

    -Soltanto voi siete in grado di comprendere a fondo la faccenda, e ve ne sarei eternamente grato...


     
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    -Capisco.-

    Rispose l'Essenza, alle sue orecchie non giungendo il sibilo delle falsi serpi; tanto meno, se Yoko ebbe deciso di porre il ragazzo quale proprio assistente, lo Zero non aveva di che dubitare, circa la lealtà di lui. Orbene, avendo quello raccontato cosa avvenne, benché non potesse dire con precisione quale creatura fosse, la descrizione che ne fece indusse la Corona a trarre qualche conseguenza.

    -Il Male non si nasconde nella luce, e pure si mascheri, porta dentro un'ombra. Ma tu sei saggio, e se dici che nel cuore di questo non vi erano macchie, io ti credo. Se quindi era essere di luce, assai probabilmente sarà volto al Bene, e qualunque cosa il volume sia in grado di fare e custodire, non credo verrà a nuocerci.-

    Non poteva esserne sicuro, e tuttavia gli spiriti lucenti erano latori di Buone cose, egli sapeva, sicché per il momento fu tranquillo, e benedicendo l'intervento di Dan che ebbe sottratto a malfattori la possibilità di appropriarsi del testo, continuò:

    -Farò come chiedi, perché le sorti di Endlos sono le nostre sorti.-
    Poi alzò un poco entrambe le mani, e quello fu il segnale più grande e imperioso
    -Saggi, Corone della Conoscenza! Voi che siete a Palanthas avete udito e visto ciò che ora è accaduto. tenetevi pronti per il ritorno del Magister: il Consiglio sarà allora immediato.-
    E infine, per la prima volta, apostrofò pubblicamente quei monaci che erano rimasti nella Biblioteca
    -Monaci! Andate, cercate per Istvàn, per l'Est e per Endlos! Portate qui tutti i Saggi che potete, perché noi siamo stati chiamati.-

    Abbassò le mani, che ricaddero immobile sui fianchi del Guardiano; per quanto avesse facoltà, non poteva operare più velocemente, ché la Conoscenza aveva spinto in viaggio alcuni dei Saggi, e sperava i servitori del Sapere riuscissero a radunarne il più possibile, sebbene non credesse potessero essere presenti tutti e Sette, essendo Endlos grande e quelli lontani. E tuttavia sperava di averne un buon numero per studiare ogni ambito di quel testo, ogni sua caratteristica.

    -Più rapido di così, non mi è concesso andare. Spero tu possa comprendermi.-

     
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  8. Dan Mihai Simion
     
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    Il giovane chinò il capo biondo al suo cospetto, segno di comprensione e rispetto per ogni scelta del Guardiano.

    -Siete voi i Sommi Custodi della Conoscenza, io non posso fare altro che ringraziarvi e sentirmi sollevato di una vostra collaborazione.

    E con il capo, piegò anche il busto in un profondo inchino.

    -Ma devo declinare il vostro invito ad unirmi a voi.
    Perdonatemi, ma non sono ancora pronto.

    Dunque si levò di nuovo, e dopo un cortese gesto del capo abbandonò gli ampi corridoi vuoti di Palanthas, a breve testimoni di una storia antica di migliaia di anni. Forse una favola, forse una leggenda, forse storia; solo loro avevano i mezzi per trovare la Verità.
    Tutto il resto giaceva nelle mani del Destino.

     
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