La raccomandata di Amarth

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    "Il grande vantaggio del giocare col fuoco è che non ci si scotta mai.
    Sono solo coloro che non sanno giocarci che si bruciano del tutto".
    Oscar Wilde

    Geisine, Culla Rossa delle Fiamme
    Presidio Meridionale, Endlos.

    Caldo.
    Fuori e dentro, e pareva giungere fino alla parte più intima delle anime disgraziate che percorrevano quei luoghi impervi e maledetti da Dio. Si, quello era l'Inferno, ma l'uomo che lo percorreva procedeva con assoluta calma, passo tranquillo e postura perfettamente eretta. Perchè? Semplice, non sentiva caldo. Non poteva sentire caldo. Nessun'anima da tormentare, nessuna coscienza da annerire. Non con la maledizione che si portava dietro.
    Fuoco.
    Buciava qualche metro sotto ad un enorme ponte in pietra. Bruciavano corpi abbandonati e putrefatti, forse sventurati avventurieri o prede inconsapevoli e non. L'odore riempiva le narici, come un pessimo arrosto di un banchetto fatto di carne, sangue e vermi. Ma l'uomo che oltrepassava il ponte precedeva ancora, senza nemmeno posare la mano pallida e fredda sul proprio naso per coprire l'odore riluttante. Perchè? Semplice, lui non sentiva odori. Non poteva... a meno che non fosse sangue fresco, ovviamente, linfa di vita, materia prima della sua maledizione.
    Lava.
    Percorreva le insenature come fiume di sangue, illuminando il buio di una luce rossastra e malefica, come se venisse direttamente dall'oltretomba, e sulle pietre si infrangeva, disegnando oscure ed inquietanti ombre sulle pareti, piccoli demoni osservatori in attesa del momento giusto per uscir fuori dalla loro dimensione e saltare alla gola del nuovo arrivato. Ma l'uomo che passeggiava in quella grotta naturale non degnò loro nemmeno di uno sguardo, e dritto procedette verso la tana della Bestia. Nessun timore di morire, nessun rimorso o ripensamento per la propria incolumità. Perchè? Semplice. Era un vampiro.

    -Huo Yin Lei.

    Una voce profonda e seria rimbombò fra le rocce vulcaniche.

    -Mostrati, sono qui per portarti un messaggio.



    Edited by Drusilia Galanodel - 13/3/2012, 18:21
     
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  2. Huo Yin Lei
     
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    nessun rumore, né un fiato si mosse nell'antro sanguinolento e nero del Terzo, quasi egli non fosse presente, andato a caccia in luoghi dimenticati. Poi, ecco che un sussurro si perse nell'aria scura della pietra, ed era simile ad un riso lieve, un sogghigno sibilante; un serpente che strisci sottopelle, non già un cane che s'avventi contro un malcapitato.

    -Uh...Sono già diventato famoso?-

    Un'altra risata, inquietante e sottile-, era come un'ombra che avvolga piano, col calore di un'amante e la ferocia di un assassino. Dei passi accompagnavano la voce grave e strisciante, calda e tremenda; erano leggeri ma svelti.

    -Chi è che viene a dis...!-
    Si fermò quando vide l'ospite, deluso
    -Ah. Sssei tttu.-

    Il suono divenne scocciato, imbronciato come un bambino cui gli si neghi un bel giocattolo od una buona merenda. Davanti al vampiro stava ora il Terzo Guardiano, alto e vestito di nero, gli occhi rossi come un fuoco di sangue e i capelli lunghi e irti, e neri d'abisso. Una bocca sottile, divoratrice e sempre affamata stava sul viso scuro, bronzeo come di chi abbia preso troppo sole. Al fianco pendeva una spada che l'essere non si curava di tenere in una custodia; sulla lama rossa gocce di sangue bollivano, e nell'aria già si spargeva l'odore di bruciato. Tutto attorno, adesso la caverna sembrava un luogo devastato, imbruttito dal tempo e dal veleno che l'Essenza emanava; e lo strazio dei corpi e degli arti appesi e buttati e insanguinati era inguardabile, e tutto ciò che potesse soffrire, ebbene soffriva terribilmente, e l'oscurità si era fatta più densa e angosciante.

    -Ti eri stancato di tenere la testa dentro ai libri? Ah, no. Tu sei quello che fa il vagabondo, vero? Voi secchioni siete tutti uguali per me.-



    CITAZIONE

    Morcarch (Zanna della Tenebra)

    "Quando l'insaziabile fuoco bruciò le tempeste e le sprofondò nell'Abisso, lì prese forma Morcarch: oscuro vessillo di tutto ciò che in questo mondo è male e corruzione, questi esalta l'empia malignità, dilaniando ogni cosa sia santa e pura..."

    La perversione di Morcarch tutta s'inerpica per la nera elsa della katana, sulla quale danzano folli simboli di fulmini e brutture, e da questa continua la tetra marci nella rossa lama. Quest'ultima è la vera Morcarch: la lama che, per la grande avidità del fuoco s'è fatta rossa, sanguigna e tanto ardente da poter bruciare anche solo alla vista, e ciò che un occhio attento riesce a scrutare in questa sono fiamme vive e terribili, danzanti nella follia dell'abisso da cui si generano. Ad ogni modo, ben più oscuro dello perfidia dell'oggetto, è ciò che questo è in grado di operare: la tetra lama non si cura degli spiriti, né di gusci vuoti; Morcarch colpirà il corpo del mondo, dilaniandolo.

    Analisi dell'arma:

    Lunghezza elsa: 30 cm

    Lunghezza lama: 120 cm

    Lunghezza complessiva: 150 cm

    Analisi dell'abilità:

    La lama passa attraverso fantasmi, spiriti e tutte le essenze incorporee, come fosse una normale spada; nel caso colpisse una creatura dotata di anima, la lama provocherà terribili dolori, al pari di una mutilazione effettuata con uno strumento ad altissima temperatura; nel caso si trattasse di materia inerte, il taglio sarà semplicemente molto profondo a causa dell'elevata affilatura dell'arma.


    CITAZIONE

    Manto del Crepuscolo

    <i>"Dovunque sia Luce, il Terzo porterà l'Ombra; dovunque sarà pace, il Terzo porterà disperazione; dovunque è santità, il Terzo la muterà in empio peccato..."

    Sorgente del male più terrificante, puro ed oscuro, il Terzo Guardiano getterà nella disperazione chiunque lo accosti, ed il mondo appare sporco, come se il bene venisse distrutto ed ogni traccia di serenità cancellata: un cadavere in pace apparirà sofferente e deturpato, ogni speranza morrà ed il bene avrà difficoltà ad attecchire; la buona realtà attorno al Guardiano si ridurrà, poiché tutto il male e tutta la corruzione del Mondo sono da lui rappresentate, e per lui riversate nel Mondo.


    Analisi dell'abilità:

    Raggio d'azione: 7 metri con centro Yin

    CITAZIONE
    Nota 1: L'effetto svanisce al di fuori dell'area, ed il Guardiano ne è immune,godrà del bene e del male nell'esatta misura in cui gli sarà stato causato (qualora dovesse subirne).

    CITAZIONE
    Nota 2: Questa abilità non riscontra effetto qualora il Fulmine sia impegnato in un combattimento.


    CITAZIONE

    Nero sguardo di serpe

    "...Il Terzo non teme la Tenebra, poiché egli la domina e da essa trae blasfemo piacere, i segreti svelandone..."

    Nessuna cosa può nascondersi agli occhi del Guardiano, nessuna che si creda tanto scaltra da rifugiarsi nella scura tenebra: i rossi occhi di Huo Yin Lei penetrano i cupi veli del Buio, poiché questi dal buio vengono, e con loro tutto lo spirito dell'Essenza. Che sia notte o che ci si sia privati di luce, il Fulmine potrà osservare e vedere, perché è l'oscurità la sua vera luce.


    Analisi dell'abilità:
    Gli occhi del Terzo Guardiano non sono influenzati dalla condizione di buio, sia essa naturale (notte) oppure indotta (da tecniche oppure da azioni, come ad esempio chiudere porte e finestre), pertanto egli avrà una visione perfettamente nitida di cose e persone, assolutamente uguale a quella che normalmente possederebbe in condizioni di luce.

     
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    Il vampiro gli si avvicinò calmo e pacato come suo solito, ma ad ogni passo verso l'Essenza avrebbe sentito sempre più l'animo agitarsi ed il sangue ribollire, se solo li avesse avuti. Ma lui non aveva nè anima nè sangue di uomo, tuttavia il risultato fu il medesimo; quasi provò per lui lo sdegno ed il disprezzo provato tempo addietro per un tale Aren, un tipo spocchioso e rompiscatole che era riuscito a rovinare una missione di vitale importanza.
    Già... Yin era insopportabile come lui.

    -Almeno io mi occupo di qualcosa di utile, caro.

    Lo guardò con un leggero scintillio negli occhi grigi e freddi, mentre le labbra si incurvavano in un sorriso affilato.

    -In ogni caso sono qui perchè mi ha mandato Amarth...

    Continuò con nonchalance, posando per terra uno zaino nero che portava sulle spalle.
    Avrebbe iniziato a frugare tra ampolle e sacche contenenti roba strana emananti odori che andavano dagli acidi al sangue.

    ...non certo perchè mi faccia piacere vederti.

    Si sentì in dovere di aggiungere, chissà perchè.
    In genere era un uomo tanto educato...

    -Eccola qui.

    Continuò chiudendo tutto e rialzandosi con tutta tranquillità.
    In effetti, quella fra le sue mani era proprio una lettera di Amarth.
    Cosa voleva?

    -Avanti, hai paura che ti morda?

    Un sorriso sornione era dipinto sulla sua faccia.

     
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  4. Huo Yin Lei
     
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    -Chi ti dice che io non lo faccia? Sei venuto da me per sbattermi in faccia che sei un topo di biblioteca?-

    Disse, scattando come una vipera che s'avventi per mordere; Arthur voleva giocare col fuoco, e allora perché non concedergli il rosso dolore delle fiamme? Suvvia, ognuno può trovare il bello in tutto!

    -Oh! E io che mi ero messo il vestito bello solo per te!-

    Con una mano sul petto e un'espressione triste, deturpata dalla sua incapacità in tale sentimento, sicché appariva assai bene quanto fosse una presa in giro nei confronti del Saggio, il Nero Guardiano stava odiando ogni secondo passato davanti a quel morto. Fortunatamente, l'idea di teneri gattini sventrati e rosicchiati gli appagava lo spirito, e non eccedette nella collera.

    -Chi ti dice che non mi piaccia?-

    Leccandosi le labbra come stesse pregustando un sontuoso banchetto, il Terzo rispose all'ultima affermazione del vampiro, prima di prendere la lettere dalle sue mani, visibilmente infastidito per ciò che stava facendo quel noioso di Amarth.

    -Quello non sa che cosa vuol dire isolamento. Deve rompere pure da lontano...E non bastano tutti gli appuntamenti davanti alla sfera, in compagnia del suo zerbino Yang e di Yoe...Beh..Almeno c'è lei...-
    Sorrise perverso
    -Vediamo che cosa vuole...-

    Prese la missiva e questa andò in fiamme, e quando queste si consumarono, l'involucro di carta nella quale era contenuta non c'era più, e i bordi della lettera restavano un po' neri, come se qualcuno vi avesse soffiato sopra della fuliggine.

    -
    "La Corona di Khymeia si troverà nel Presidio Sud per proseguire i suoi studi; mi chiese di accompagnarlo ma, come ti è noto, non ho la facoltà di spostarmi da Palanthas, se non i casi di estremo bisogno. Il mio pensiero non poteva che arrivare a te, benché tu sia il meno adatto ad accompagnare un Saggio, e questo lo sai."-
    Un espressione di scherno si dipinse sul nero volto del Guardiano, e mentre leggeva imitava con sdegno il tono dello Zero
    -"E tuttavia ti prego di accettare, in virtù dell'Onore che Ci lega. Ricorda: le mie azioni dipendono dalla Sorte. Il Destino ti ha richiesto, dovrai accettare o ti travolgerà. Nessuno di Noi vorrebbe ripetere l'esperienza di Ottocentosettantasei anni fa. Confido nella tua scelta.
    Eru Elen Amarth"
    Stronzo.
    -

    Il labbro dell'Essenza si muoveva frenetico, come una bestia che stia per infuriarsi e distruggere tutto attorno a sé: e la lettera, colpita da un fulmine, s'infiammò e di lei non rimase che cenere. DI sicuro il vampiro sarebbe stato compiaciuto di vederlo colpito da quella maledizione, ma a tempo debito avrebbe fatto pagare anche a quello la sua insolenza.

    -Perché dovrei accompagnarti? Non ce la fai da solo, poverino? Vuoi la balia, piccolo cadavere...-



    Edited by Eru Elen Amarth - 14/3/2012, 13:16
     
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    -Oh! E io che mi ero messo il vestito bello solo per te!-

    Aveva affermato il terzo con tono teatrale.

    -Ma che dolce confettino...

    Aveva ironicamente commentato tra sè il Saggio.

    -Chi ti dice che non mi piaccia?-

    Quella volta, tuttavia, non una parola era uscita dalle sue labbra pallide e sottili. Non era certo una volontà di fare la pace, quella, ma un attimo di stasi prima di pregustare il momento di massima soddisfazione possibile che sarebbe a breve seguito. Mentre l'Oscura Tenebra leggeva, infatti, il sorriso del vampiro si fece sempre più ampio, un pò per la rabbia che la lettera provocava nell'animo del suo nuovo compagno e rivale, un pò perchè si sentiva piacevolmente tranquillizzato dalla protezione dello Zero.
    Tutto a discapito di Yin, ovviamente.
    Se avesse potuto gongolare lo avrebbe fatto.
    Eccome se lo avrebbe fatto!

    -Perché dovrei accompagnarti? Non ce la fai da solo, poverino? Vuoi la balia, piccolo cadavere...-

    Ecco, si. Ora il sorriso era abbastanza largo da mostrare i canini appuntiti fino alla radice.
    In effetti, visto in quel modo, il tranquillo e pacato Arthur aveva un che di decisamente inquietante.

    -Devo trovare dei cristalli alchemici, ma per la loro dimensione ridotta mi ci vuole tempo e concentrazione per riconoscerli.

    Sospirò, ed era visibile che anche lui non gradisse la presenza dell'altro.

    -Mi serve qualcuno che mi protegga nei miei momenti di concentrazione.
    Non posso studiare e difendermi, o rischierei di fare male entrambe le cose.


    Lo sguardo d'argento si incrociò con il rosso fiamma del Guardiano.

    -Ed Amarth non gradisce che un suo collega finisca morto per una ricerca, quando proprio lì vicino c'è una delle altre tre essenze. Lo hai letto pure tu, nevvero?

    Sorrise ancora, con una certa qual vena di sadismo.

     
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  6. Huo Yin Lei
     
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    -Sei uno schifoso serpente, Arthur Friederick Giles.-
    Disse il Guardiano, strisciando tutti i suoni, come fosse un'anaconda che, lenta, s'avvinghi alla preda. Poi ghignò, imprevedibilmente.
    -Mi piace.-

    Sfortunatamente, fu questione di un soffio, poiché subito tornò a guardarlo con occhi storti e un espressione quasi disgustata. Quelli sotto l'ala di Amarth erano, purtroppo, incorruttibili. E non perché egli non sapesse in che modo traviarli, bensì perché lo Zero in persona li benediceva del suo potere, neutrale e pertanto non modificabile; solo il Bene di Yang era il nemico dei Yin, non il potere di altri; e solo il suo Bene poteva distorcere.

    -Naaah...Ti odierò sempre, quattrocchi.-
    Estrasse la spada dalla cintola, e in un attimo piazzò la lama contro la parete e strofinò, per pulire il sangue rimasto
    -E come fai a sapere che non ti ucciderò mentre sei chino a fare il sapientone?-
    Sorrise macabro
    -Chi ti dice che rispetterò il patto?-

     
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    -Eheh...

    Si trovò a ridacchiare il vampiro alle domande del Terzo.
    Come faceva a saperlo?

    -Beh, sapendo come sei fatto, immagino che tu stesso sappia che una persona colta e con un minimo di criterio non possa in alcun modo fidarsi di te, e così sono anche io. Credere alle tue parole sarebbe più assurdo ed insensato di gettare come fondamento della scienza una teoria mai provata sperimentalmente.

    Sorrise, serio ed enigmatico.

    -Le parole sono soltanto suoni al vento, e basta essere bravi con i numeri per far quadrare qualunque calcolo.
    La possibilità di deviare è inversamente proporzionale alle proprie capacità, e direttamente proporzionale alla cultura e preparazione dell'altro.
    Sono cose che un Saggio sa, e ciascun individuo dovrebbe sapere.


    Dunque si sistemò il bagaglio sulla schiena, socchiudendo gli occhi e girando il proprio corpo verso l'uscita.

    -Tuttavia mi fido ciecamente delle parole di Amarth, mio maestro in tale sapere di cui io non sono esperto.
    Non ancora.


    Prima un passo, poi l'altro ancora, ed il nosferatu si era allontanato, sostando poi in attesa che l'improvvisato bodyguard lo raggiungesse.

    -Allora?
    Suvvia! Scommetto che ci divertiremo un sacco!

     
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  8. Huo Yin Lei
     
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    le parole del vampiro strisciarono come piccole bestie, danzanti maledizioni contro un cuore già marcio, che altro non fecero se non acuirne la bieca ira. E tuttavia si poteva comunque trarre dell'utile anche nell'odio, perché ogni cosa possiede lati neri che possono essere forzati. Amarth avrebbe dovuto ricompensare il Guardiano come egli avrebbe desiderato, poiché l'Onore è in entrambi i versi, e certamente il Terzo non aveva bisogno di ulteriori spiegazioni. Allo stesso modo, Arthur stesso avrebbe dovuto dare qualcosa in cambio:

    -E va bene, scienziato pazzo!-
    Lo sbeffeggiò acido
    -La tua blàblàblàsità mi ha conquistato...Ti farò da tenero orsacchiottino di scorta, come il signor Amarth comanda.-

    Il ghignò burlesco e palesemente offensivo non riusciva a scomparire dal suo volto cupo, tanto avvezzo a parole di scherno e senza rispetto. Poi, quando fu presso l'uscita, e la spada di nuovo nel fodero, allungò un braccio per metterlo attorno al collo dell'uomo e, prendendolo come fra compagni, gli domandò con un sorriso truce:

    -Non crederai che io venga senza un prezzo, Amarth o no. Che cosa mi dai in cambio? Come allieterai il mio bellissimo animo?-

     
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    Il vampiro si fermò appena sotto un'enorme arcata di pietra vulcanica.
    Si sarebbe voltato, fissandolo male.

    -Se non sapessi che mi odi la prenderei come molestia.

    Sorrise, aggiustandosi una ciocca corvina dietro l'orecchio, lì dove posavano anche i suoi occhiali.

    -Al momento non ho nulla, ma dove dovremo andare è pieno di artefatti ed oggetti curiosi. Se sei fortunato possiamo trovare anche qualche arma che ti possa piacere.

    Non si mosse, nè gli si avvicinò.
    La sua ricerca gli premeva più di ogni altra cosa, e passare la giornata in quel buco che sembrava scavato al centro della terra non era proprio ciò che maggiormente desiderava in quel momento. Poi se doveva starci pure con Yin, l'indice di gradimento si abbassava vertiginosamente.

    -Oppure boh, magari troviamo qualche mostriciattolo con cui tu possa giocare... chi lo sa...
    Potrei perfino chiudere un occhio se fai il cattivone con chi incontriamo, dicendo ad Amarth che tutto è andato bene.
    Mi basta che tu mi difenda quando ho altro a cui pensare.


    Sbuffò, aggiustandosi ancora quello zaino sulle spalle.
    Odiava portarsi dietro tanta roba, ma gli strumenti del mestiere gli erano necessari.

    -Ora vieni?

     
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  10. Huo Yin Lei
     
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    Una smorfia pensierosa si dipinse sul volto maligno del Terzo, come se fosse assieme presente e disinteressato; poi parlò, ed il tono era un po' dispiaciuto benché di scherno:

    -Morcarch, cara Morcarch...-
    Ripeté, carezzando l'odiosa lama
    -Oggi niente teste di vampiri, poveretta...-

    Precedendo il Saggio, il Guardiano riemerse dalla nuda roccia presso cui abitava e muovendo il collo di scatto, produsse con le ossa un suono, come si fossero rotte, e parimenti con le mani e le dita; si leccò le labbra ancora una volta, odorando l'aria malsana e infernale di Geisine, e sussurrò:

    -Vediamo di rimediare, non ti lascio a stomaco vuoto...-

    Si voltò verso l'uomo, sorridendo di sfida, e tuttavia non contro quello, bensì un'improvvisa intesa! Se ci sarebbe stato un guadagno, che male schierarsi con un nemico? O con un secchione odioso. E poi, morte e corruzione non cercano bersagli, purché ci siano.

    -Allora, compare...-
    Sottolineò con molta cura quella parola
    -Dov'è che andiamo?-

     
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    Il vampiro voltò lo sguardo verso la strada che li avrebbe portati all'uscita mentre il Terzo si metteva a parlare con la propria spada, ed allora pensò che gli sarebbe parsa più lunga del previsto. Forse pure Yin avrebbe pensato lo stesso...o magari se ne sarebbe accorto dopo.
    Non sembrava tanto intelligente...
    ...preferiva decisamente Amarth.

    -Allora, compare...-

    Iniziò Yin, mentre sul volto di Arthur il sopracciglio destro si curvava perplesso.
    Compare...

    -Dov'è che andiamo?-

    Sospirò, aprendo una cartina che aveva conservato fra le proprie tasche.

    -Alle rovine di Daleli, compare.

    E poi via, verso una nuova avventura, la coppia più insolita che si potesse mai trovare.

     
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