[CSV] Space Junk?!

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    void

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    Distorsione spazio-temporale di classe 8.
    Spazio profondo. Universo parallelo 42.

    Capitano.
    Segnalo delle irregolarità nel SdD ed un calo di potenza nei motori.
    Sembra quasi che qualcosa ci stia risucchiando.


    Che cazzo vuol dire "risucchiando"??

    CaPitANo.
    RIleVatE poTenZA nEl caNULarE pSIcoATtivo.


    Ok, fantastico, mi sono pure giocato il computer di bordo...
    Perso nello spazio e non potrebbe andare peggio!


    Quando il capitano del vascello spaziale si accorse di aver pronunciato le funeste parole, avrebbe volentieri sacrificato la polena della Calipsian ed il proprio braccio dominante pur di riavvolgere il corso degli eventi ed evitare a sè stesso di commettere un simile errore. Mai dire che non può andare peggio, specie se ci si trova nello spazio, da soli e con il computer di bordo che sembra reduce da una nottata insonne trascorsa completamente a bere rum corretto con distillato di fiori di Cassiopea (rinomati famigerati per il loro effetto allucinogeno nell'intero sistema che prende il nome dalla costellazione).

    SIgnOr grINch?!
    stA aRriVandO. BabBO NanANanAnaNAtaLe, StA aRRivAndo!


    E che diavolo dovrebbe significare??
    Bah! Inutile che lo chieda a questo cretino...


    Ammise sconsolato il capitano della Calipsian, sbattendosi sonoramente il palmo della mano sulla fronte; quasi come in risposta a quel gesto, anche la nave emise un rumore simile, ma molto più forte... e a dirla tutta, più simile ad un'esplosione che ad un facepalm. A dirla tutta, non ci fu soltanto il rumore di quella fantomatica esplosione, tant'è che l'intero vascello tremò come scosso dalle più forti scosse sismiche. Il Capitano cadde a terra e da quel momento la sua mente divenne buia più delle profondità dell'universo, lontano da qualsiasi stella, specialmente da quella della buona sorte.


    Cieli di Endlos, altitudine elevata.
    Direzione Daleli.

    L'aria tremò per alcuni istanti; quasi come un miraggio, iniziò a farsi strada in quel mondo qualcosa di simile ad un vascello pirata d'altri tempi (e d'altri luoghi, a dirla tutta). A momenti denso quanto il vapore o solido come la realtà. All'improvviso, in quella direzione, sì udì la prima di alcune esplosioni ed infine, poco prima che la nave si materializzasse definitivamente in quel mondo (tanto in alto da risultare invisibile praticamente a chiunque). Mentre l'imbarcazione volante, od almeno fluttuante, guadagnava il proprio posto nelle altitudini di Endlos, da quella partì una scia di luce. Il detrito spaziale, fatalmente attratto dal suolo, si trasformò ben presto in ciò che tutti scambiarono per una cometa; la luce della sua scia trasformò la notte in giorno, anche se solo per pochi istanti ed il suo frastuono fu talmente forte che pareva il cielo stesso si stesse strappando, dividendosi nei due lembi prodotti dal suo passaggio.

    Quando ciò che poteva segnare l'inizio della fine cadde finalmente a terra, stranamente non provocò alcun cratere. Semplicemente, la luce si spense ed il frastuono si placò. Come poteva qualcosa che sembrava mortale fino a pochi istanti prima, schiantarsi al suolo con gli stessi effetti di una piuma? Questa domanda rimbalzò nelle menti dei più, trasformandosi ed assumendo diverse forme o sfumature a seconda delle pieghe della mente entro la quale si formava. La maggior parte delle creature, tuttavia, si limitò a fuggire da quel rumore o semplicemente optò per un più rassicurante "incubo" notturno (sempre meglio dell'apocalisse, no?).



    CITAZIONE
    QM point:

    Intro: Bene, benvenuti a questo mio piccolo esperimento; spero di riuscire ad essere all'altezza delle aspettative o perlomeno riuscire a portare avanti una storia che possa interessare sia i giocatori che l'eventuale lettore.

    Note: La "cometa" viene avvistata, e sentita, all'incirca nel pieno della notte, le esplosioni possono aver facilmente svegliato i vostri personaggi, ma a meno di abilità particolari non sarete in grado di avvistare l'origine dei suoni (cioè la Calipsian); poco dopo, sentirete e vedrete la "cosa" che si stacca dal vascello (la scia è poco meno luminosa del sole invernale ed il rumore potrebbe essere paragonabile a quello di un fortissimo tuono). La direzione del pezzo, lo vedrete e lo capirete, sarà un punto imprecisato nei pressi di Daleli. Ultimo appunto: il vostro viaggio inizierà non prima dell'alba (sul perché vi lascio libertà, il motivo non è una cosa essenziale dopotutto).

    Ora come ora avete due scelte: la prima dirigervi immediatamente verso il "luogo dell'incidente" (nel caso scegliate questa opzione, vi fermerete all'ingresso delle rovine di una piccola cittadina, descriverò questa ed il resto dell'ambiente circostante quando ci arriverete) mentre la seconda possibilità è quella di fermarvi in un accampamento di una tribù nomade per raccogliere informazioni od altro (l'accampamento consiste in tre o quattro tendoni, circa 4x6m, abbastanza bassi e colorati ciascuno con una diversa sfumatura del rosso scuro, probabilmente ottenuto da pigmenti naturali e dunque non riproducibile identicamente da una tenda all'altra). A voi la scelta, volendo potrete fare un giro di post "di preparazione" nel quale vi incontrerete e discuterete sulla scelta da intraprendere; tenete conto che risparmiare tempo potrebbe rubarvi possibili aiuti e che, viceversa, raccogliere informazioni potrebbe costarvi tempo prezioso.

    Turni: La turnazione è libera per ora e direi che l'ideale sarebbe riuscire a concludere il primo giro al massimo entro il 22. Per le segnalazioni, richieste e problemi vari e di varia natura, ho predisposto in Bacheca un topic apposito (in alternativa, mandatemi pure un MP).

     
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  2. Huo Yin Lei
     
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    Ingabbiato da una promessa, anzi, un maledetto vincolo di Onore, il Terzo Guardiano, avvolto nelle ombre del suo nero cuore, seguiva di malavoglia gli studi del Vampiro, soprattutto perché aveva avuto poco della ricompensa pattuita. Quello sembrava più dedito alla sabbia di Daleli che ai cristalli di cui doveva andare in cerca. Maledetto, dannato Saggio. Sembravano studi infiniti, di giorno riposando e di notte procedendo furtivi: l'esperienza dell'Essenza di cacciare e uccidere, al servizio di un morto che passava tutto il tempo abbassato a guardare per terra. Amarth l'avrebbe pagata, oh sì, l'avrebbe pagata cara. Per fortuna, poche notti prima ebbero un piacevole incontro con dei predoni, un incontro indimenticabile per la voglia di Yin, che finalmente aveva saziato la sua cupa fama, e prima di ucciderli mostrò loro gli affetti più cari e tutte le cose a cui tenevano, essere state corrotte e traditrici, insinuando macabre bugie nelle loro orecchie; così, quelli morirono nel dolore e nella rabbia, ed il loro sangue ne era superbamente impregnato. Solo il ricordo di quella giocosa esperienza poté trattenere il guardiano dallo sbuffare troppo spesso, anche perché quando s'avvicinava al Saggio, il potere di lui imbruttiva la terra e distorceva le cose, e la ricerca del Morto non andava avanti. Se non altro, ogni tanto poteva divertirsi a mettere i bastoni fra le ruote ad Arthur: mascherare il dispetto con la curiosità.

    Quella sera, però, seguiva da una lunga giornata di cammino, perché il vampiro aveva evitato il riposo per approfondire le cose, e aveva fatto percorrere al Terzo un tragitto opprimente e mortalmente noioso, senza nulla con cui divertirsi. S'erano da poco fermati, perché Arthur, di nuovo, guardava la sabbia, e l'Essenza aveva trovato riposo dall'estenuante "passeggiata culturale", quando una scia di luce attraversò le loro teste, finendo proprio in mezzo al complesso di villaggi di Daleli, nelle cui zone le due creature stavano, portandosi dietro un tuono di morte, un rumore assordante, il tremito di tutta la terra. Benché il Terzo amasse le catastrofi, in compagnia del Saggio quell'evento poteva voler dire una cosa sola:

    -Immagino, Signor Morto, che adesso non vedi l'ora di andare a vedere che è successo, vero?-

    Annoiato e visibilmente contrario, l'Essenza domandò qualcosa di banale, perché sapeva la risposta essere affermativa, e anche rapida. E così si preparò a camminare. Di nuovo.

     
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    Daleli: Rovine dei Villaggi Distrutti
    Presidio Meridionale, Endlos.

    Erano trascorsi non molti giorni dal loro incontro, e mai periodo di studio fu più stressante; in quella stretta e fastidiosa convivenza forzata era tuttavia riuscito a comprendere alcune caratteristiche del Terzo, tra cui quella fastidiosissima di rendere corrotto e ripugnante ogni cosa fosse nei suoi dintorni, rendendo la sua cerca più difficile del previsto. A tal proposito lo aveva convinto a sostare in lontananza e, chissà perchè, ogni volta che non gli era vicino riusciva a riacquistare la sua solita calma e freddezza, dunque poteva procedere con maggior concentrazione i propri studi così da raggiungere risultati migliori di quelli che avrebbe ottenuto diversamente.
    E così fu, anche se continuava a borbottare senza tregua nonostante gli avesse dato il permesso di far strage di alcuni beduini, chiudendo un occhio e promettendo di non dire nulla agli altri Guardiani -Amarth compreso- solo per tenerlo zitto qualche ora. Quasi gli sembrava di essere tornato a far la balia ai piccoli Galanodel, solo che quello non era affatto piccolo, tendenzialmente buono, e nemmeno lontanamente carino. Non per i suoi gusti, almeno.
    Tuttavia, alla fine, accadde qualcosa che riuscì a distoglierlo totalmente dal risentimento che aveva verso di lui.
    Una cometa -o almeno così credette- attraversò il cielo in un boato forte e terribile, segno di imminente catastrofe, in grado di mettere in fuga qualunque spettatore fosse presente a quella scena magnifica ed allo stesso tempo orrenda. Qualunque spettatore che non fosse un Saggio di Palanthas (troppo fissati sulla conoscenza da rendersi effettivamente conto dei pericoli che correvano) oppure l'Essenza del Male incarnata quale era il suo compare. Insomma, a nessuno di loro fece caldo o freddo, anzi... il vampiro si sentì oltremodo incuriosito.

    -Immagino, Signor Morto, che adesso non vedi l'ora di andare a vedere che è successo, vero?-

    Sul volto pallido del vampiro si disegnò un sorriso ampio abbastanza da far intravedere i canini appuntiti, mentre fissava Yin con sguardo complice.

    -Prendi le nostre cose... sono sicuro che ci divertiremo.

    Scegliamo la busta numero uno! :asd: (Ci dirigiamo direttamente alla zona di impatto della cometa.)
     
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    Era notte, nello Yuzrab. Le creste delle dune bluastre erano scompigliate da una lieve brezza, e i viticci di sabbia che ne spiravano via sembravano ciocche di biondi capelli. In lontananza, un pallore grigiastro appena percettibile annunciava che nel giro di poche ore il Sole sarebbe sorto di nuovo, portando con se arsura e insopportabile calore.
    Afzal meditava. Erano passati tre giorni da quando aveva abbandonato la carovana di nomadi che lo aveva condotto da un estremo all’altro del deserto, avvicinandolo alle propaggini della regione di Daleli. La battaglia combattuta contro i misteriosi sicari che avevano aggredito la tribù gli sembrava tuttavia incredibilmente lontana nel tempo... La routine l’aveva assorbita e ne aveva reso sfumata la memoria, con le interminabili marce a dorso di cammello e i riposi diurni all’ombra della tenda che aveva acquistato.
    La sua cavalcatura, un vecchio animale che aveva, anche questo, acquistato dai nomadi, era morto poche ore prima, accasciandosi con un fiacco gemito di stanchezza sulla sabbia ancora tiepida, così il giovane aveva dovuto completare l’ultima tratta della sua traversata a piedi, lasciandosi dietro tutto il bagaglio che non poteva portare con se, compreso il riparo. Per fortuna, l’anziano cammello aveva deciso di spirare quando le prime rovine delle antiche metropoli di Daleli non distavano più che un paio di miglia.
    In uno dei primi edifici in rovina che aveva incontrato, Afzal aveva deciso di arrestarsi, per riprendersi dalla faticosa avanzata sulla sabbia che inghiottiva i suoi piedi, e per trovare rifugio dal frizzante vento notturno. Doveva essersi trattato, a giudicare dalle dimensioni ridotte, di qualche sorta di luogo di preghiera.
    Lo Yuzrano era rannicchiato contro un angolo che ancora si ergeva, pressoché intatto, sulla sabbia che ne seppelliva la base. Uno dei due muri si sgretolava dopo pochi metri in un ammasso di sassi, mentre l’altro proseguiva per una lunghezza tale da presentare ancora un paio di vecchie finestre ad ogiva, contornate da pietre nere e arancioni.
    Non gli sembrava possibile che, finalmente, stesse per raggiungere la sua meta. I nebulosi misteri che lo attendevano fra le rovine di Daleli agitavano i suoi sonni da diverse notti, ed eccitavano le sue fantasticherie diurne. La lontana prospettiva di andare a Merovish per unirsi alle fila degli Eversori, la misteriosa organizzazione di cui aveva promesso di entrare a far parte, non era paragonabile per concretezza e interesse alle biblioteche e ai tesori che giacevano, dimenticati e senza padrone, nei recessi di quelle città conquistate e spopolate dall’avanzata del deserto.
    Una vampata di cupidigia scosse le sue membra, ed il giovane fu costretto a stringere con forza le dita sui lembi del suo mantello di lana di dromedario per non esserne sopraffatto. Presto, tutte quelle cose, che ora erano materia di logorante desiderio, sarebbero state fisicamente a portata delle sue mani, e allora l’appagamento lo avrebbe piacevolmente inebriato. Per ora, tanto valeva concentrarsi sul viaggio, e mantenere l’equilibrio.
    Appoggiando la schiena al muro di pietra, reclinò la testa all’indietro, e lasciò che il suo sguardo si perdesse oltre le stelle che trapuntavano, splendenti, il cielo nero.
    Era così difficile non lasciarsi dominare dalle passioni... Sulla scia di quella considerazione, un po’ per svago e un po’ per mettersi alla prova, indugiò nel pensare a tutto ciò che poteva turbare la sua quiete: i misteri di conoscenza che ancora non poteva studiare, i mucchi d’oro che l’avrebbero reso ricco e potente, in grado di dominare sulla stupida moltitudine delle genti. Le genti... quanti vizi, quanti difetti, quante orribili mancanze le macchiavano e le rendevano odiose! Ripensò alla stupidità del suo primo amore, il cui atteggiamento aveva condotto lei alla morte, e lui a rinnegare ogni legge, ogni morale, ogni vincolo...
    E più oggetti di passione richiamava al pensiero, più il suo cuore si metteva a pompare con violenza, inondando le vene di una roboante corrente di sangue. Proprio quando dovette chiudere gli occhi, sopraffatto da quel miscuglio di bramosia, disprezzo, odio e malessere, la sua nera energia sembrò sfogarsi nel cielo: improvvisamente, una lunga serie di fragorosi tuoni squarciò il silenzio, riportando Afzal alla realtà.
    Che diavolo stava succedendo? Spalancò le palpebre con aria sorpresa, in tempo per contemplare, pieno di meraviglia, un’abbagliante scia di luce attraversare il cielo in diagonale, riversando una luce intensissima tutto attorno a se, e disegnando sulla sabbia improvvisamente gialla le nere ombre delle colonne e delle pareti diroccate. Il velo nero della notte venne squarciato da quella candida lancia, rivelando sotto di se la sterminata distesa di rovine di Daleli. Uno spettacolo impressionante. E fugace, dal momento che nel giro di pochi istanti la cometa, come era apparsa, così scomparve, atterrando senza un suono e senza un tremito della terra proprio in mezzo ai resti degli edifici in lontananza.

    ۰ ~ ۰ ~ ۰



    Rapidamente, il sole stava raggiungendo il suo trono in cima alla volta celaste. Afzal camminava rapido e leggero sulla sabbia finissima. L’apparizione della cometa non era durata abbastanza perché il giovane potesse ricordare con precisione il luogo del suo atterraggio, tuttavia non gli era stato difficile incamminarsi nella direzione approssimativa di esso. La decisione di andare alla ricerca del misterioso oggetto (perché di un oggetto indubbiamente doveva trattarsi) precipitato dal cielo non aveva necessitato di più di una manciata di istanti, tuttavia prima di riprendere il cammino lo Yuzrano aveva deciso di concedersi qualche ora di sonno, per ristorare il suo corpo e recuperare preziose energie.
    Chissà, chissà! Una roccia lunare? Un meteorite? Un Angelo ripudiato? Stralci di studi di astronomia e magia affollavano la sua immaginazione mentre, un passo dopo l’altro, il mantello che gli svolazzava alle spalle, saliva e discendeva lungo i fianchi delle dune sempre meno scoscesi man mano che la foresta di rovine si infittiva. Di qualunque cosa si fosse trattato, di certo valeva da solo la lunga traversata dello Yuzrab ed il denaro elargito ai nomadi perché lo conducessero fin lì. Se prima era ansioso di penetrare gli anfratti dell’antica metropoli, ora lo era cento volte di più. Avrebbe voluto essere in grado di dominarsi, ma davvero al momento ciò gli sembrava inutile e impossibile.
    Degli immensi bastioni sormontati da merlature a coda di rondine si opposero alla sua marcia. Al contrario degli edifici circostanti, forse a causa del loro incredibile spessore, delle mura restava una parte piuttosto considerevole, che fuggiva via da una parte e dall’altra per diversi metri. In mezzo ad esse, un enorme portale, i cui battenti dovevano essere stati divorati dal dall’erosione del vento e della sabbia da ormai lungo tempo. Afzal lo attraversò con sicurezza, accedendo così ad un vasto spiazzo, al centro del quale fu sorpreso di scoprire segni di vita recente. Così recente, che diversi cammelli bramivano legati ad una traversa, ed un gruppo di bambini giocavano a rincorrersi fra le loro gambe familiari.
    Altri nomadi.
    Con stupore, il giovane contò quattro tende che variavano dal rosso all’arancione, basse e squadrate.
    Quell’inaspettata vicinanza di altri esseri umani gli impose un contegno, non poteva mostrarsi loro nel pieno della sua impazienza.
    Non pensò neppure per un attimo, infatti, di evitarli e di proseguire per la sua strada senza presentarsi loro. È vero, la compagnia altrui non gli offriva alcun piacere o sollievo, ma di certo lo facevano i rifornimenti di cibo e acqua che una tribù rappresentava, e inoltre non era da escludere che quegli uomini potessero dirgli qualcosa riguardo all’apparizione della cometa.
    Visto lo scarso numero di tende e di cammelli, poi, era del tutto escluso che essi potessero rappresentare per lui una minaccia, pertanto avrebbe sempre potuto ucciderli, se essi si fossero dimostrati ostili nei suoi confronti, oppure intenzionati a non condividere la scoperta dello strano fenomeno.
    Respirando profondamente per scacciare i residui di iperventilazione, Afzal si incamminò con calma verso l’accampamento.


    CITAZIONE
    Stato fisico ۰ ~ Ottimale.
    Ferite ۰ ~ Nessuna.
    Stato psicologico ۰ ~ Lievemente turbato.
    Energia ۰ ~ 100%

    Finalmente, posté. L’ho scritto fra l’una e le due di notte, sono stanco morto, e non ho una goccia di ispirazione letteraria. E credo si noti.

     
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    Yin & Arthur
    Il percorso verso il luogo dove credete sia atterrata "la cosa" procede se non tranquillo almeno senza grossi imprevisti (un po' di sabbia nelle scarpe è sempre meglio che uno spadone in mezzo al petto, no?) o perlomeno così è fino a quando l'aria non inizia a farsi un po' più pesante -che sia il caldo?- e tremolante, proprio come quel particolare fenomeno che causa i miraggi, ma ad un palmo dal vostro naso. Ignorando o meno tale fenomeno, decidete comunque di proseguire fino a quando, steso al suolo, trovate quello che riconoscete perfettamente come mezzo cammello.

    Dato uno sguardo in giro, notate che il cammello non è l'unica cosa ad essere stata tagliata in due, lasciandone a terrà solo una metà; i resti paiono formare parte di una circonferenza molto grande, ma ciò che è più strano è che le chiazze di sangue sotto gli animali, ormai asciutte, mostrano come il sangue si sia diffuso solamente al di sotto della parte animale restante.

    Probabilmente, potreste pensare, non è opera di un folle con troppo tempo libero: troppo preciso, troppo netto, in altre parole, semplicemente "troppo".


    Afzal
    La fortuna sembra essere dalla tua parte, lo sparuto gruppo di nomadi non solo ti accoglie all'interno della tenda (leggermente) più grande, ma quello che sembra essere il capo ti offre il té più forte tra quelli che possiede, servito, naturalmente, ad una temperatura quasi "lavica" come nella loro migliore tradizione.

    °Raccontame, de quale tribù sei? No, no, famme indovinare: Birésh?
    No, anzi! A'ril? Ho indovinato, vero?°

    Ti chiede con tono gioviale l'uomo, coperto quasi completamente dalle sue vesti arancioni ed oro, tutt'altro che mimetico, insomma. Scusatosi infine per averlo dimenticato prima, infine si presenta: Adrian è il suo nome, non esattamente il tipico nome da tribù nomade, vero?



    CITAZIONE
    QM point:

    Turno abbastanza libero per tutti e tre, qui di seguito le istruzioni e le opzioni per entrambe le squadre in cui per ora(?) siete divisi.

    Yin & Arthur: Animali, roccie, rovine e cactus sono divisi in due e, come già detto, non sembra siano stati nè tagliati nè altro, semplicemente ora sono così. Potete:
    > Ispezionare la zona;
    > Buttarvi a capofitto oltre la line immaginaria(?) delineata dalle parti mancanti di carcasse e relitti.
    (Naturalmente se aveste voglia di fare altro, fate pure, quelle sono le due scelte "basilari")

    Afzal: Già, ti è andata di lusso per quanto riguarda l'accoglienza, ora però ti tocca destreggiarti con la diplomazia, le tue scelte sono:
    > Bere o meno il té offerto;
    > Presentarti o meno (ed eventualmente se con la tua vera identità o no);
    > Fare o meno domande riguardanti la "cometa".
    Oltre a queste scelte principali, potrai comunque muoverti come più preferisci, queste sono quelle "principali", diciamo (se non sei interessato ad eseguire una o più azioni, naturalmente sei liberissimo di non farle, comunque non sei obbligato a scrivere che non le fai; se non le descrivi, prenderò per buono che non le hai fatte, ovviamente XD)

    Turni: Possibilmente prima posti una squadra e poi l'altra, ma non è indispensabile, è solo per tenere i fatti un po' più ordinati; per quanto riguarda la scadenza, avete fino a domenica 8, possibilmente non oltre (però se riuscite a postare entro il 3 sera dovrei riuscire a fare un altro post prima delle "vacanze").

     
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  6. Huo Yin Lei
     
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    Dopo un'altra passeggiata noiosa e spiacevole, nella quale il Vampiro fremeva per arrivare sul luogo dell'impatto il Terzo desiderava solo trovare qualche cosa da macellare per ingannare un tempo infinito, ecco che i due giunsero dove credettero fosse avvenuto lo schianto. Lo spettacolo che si parò dinnanzi ai loro occhi fu buffo, senza dubbio:

    -Tutto questo per un cammello tagliato?-

    Sbuffò il Fulmine, benché dell'ironia ed un sincero divertimento (nel sapere fallita la grande ambizione di Arthur) erano sul suo volto malefico e nella sua voce ingannatrice. E però presto dovette ricredersi, perché ogni altra cosa, come passata a filo di lama, era spezzata, ed il cammello sanguinava soltanto dove era visibile. Pietre e case erano divise, una parte scomparsa d'improvviso, come se qualcuno avesse tolto semplicemente quel punto di Daleli. Non solo: la spartizione non era casuale, ma procedeva tonda ed in tutte le direzioni; una cupola di assenza si era formata di fronte ai due, i cui segni in terra erano ben evidenti, come del resto sulle costruzioni e su tutto l'ambiente.

    -Studierai questa cosa, vero?-
    Chiese, sicuro della risposta affermativa del Saggio; ma subito il Guardiano sorrise schietto e precisò
    -Ehi, non credere che ti lasci buttarmi dentro quell'ammasso di niente per vedere se mi affetto anche io come il cammello!-
    Prese una pietra da terra, che giaceva intatta perché fuori da quell'anomalia
    -Proviamo con questa, prima. Se non funziona ehi! Sei tu lo studioso, ti lascio la precedenza!-

    E la scagliò oltre il cammello, oltre l'inganno.

     
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    -Tutto questo per un cammello tagliato?-

    Nonostante fosse quello più desideroso di sapere, Arthur arrivò per secondo, superato in velocità dal Terzo, abile guerriero e decisamente più allenato di lui.
    Ma tanto.

    -A quanto pare...

    Rispose il vampiro, mentre lo sguardo freddo vagava su tutto il paesaggio, cercando dettagli da analizzare. C'era un cammello tagliato a metà, ad esempio, e sebbene già fosse sorprendente di come un taglio ipotizzato "comune" potesse essere così ben netto, ancora più strana era la presenza, anzi, l'assenza di sangue dove sarebbe dovuta essere la parte mancante. Le conclusioni erano due, ed avrebbe optato per quella di un Chupacabra se non fosse stato per la sparizione di un'intera metà di un cammello e, controllando più attentamente, anche metà di altri oggetti. La cosa più inquietante era che il "taglio" non era affatto di lungo, ma una sorta di circonferenza...

    -Studierai questa cosa, vero?-

    Arthur annuì al compare con fare pensoso.

    -Ehi, non credere che ti lasci buttarmi dentro quell'ammasso di niente per vedere se mi affetto anche io come il cammello!-

    E mentre Yin si abbassava a raccogliere una pietra, Arthur gli sorrise affabile.

    -E' un vero peccato, dolcezza. Se non ti fossi lamentato, ti avrei perfino accompagnato a fare shopping, dopo!

    Ma Yin continuò.

    -Proviamo con questa, prima. Se non funziona ehi! Sei tu lo studioso, ti lascio la precedenza!-

    Quando poi era sul punto di lanciarlo, il vampiro si sarebbe avvicinato a lui, ponendo le braccia conserte ed osservando la scena con fare assorto. Chissà quali pensieri affollavano la testa di quel vampiro studioso.

    -Beh, anche se sei un pò tocco devo ammettere che questa è stata la tua migliore idea fino ad ora. Tira pure, poi vediamo.

    E la scagliò oltre il cammello, oltre l'inganno.

     
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    Yin & Arthur
    Pochi attimi dopo che Yin lancia il sasso oltre "la barriera", quello ritorna verso di lui con la medesima velocità e, trattandosi di un oggetto inanimato, sicuramente primo di intenzioni cordiali, tant'è che conclude il suo tragitto sul tuo petto. Sorpreso?

    A quanto pare, le cose sono ben più complicate di quel che appaiono, ma davanti a voi nulla è mutato al passaggio della pietra; dopo il lancio l'avete vista, poi non più ed infine c'era di nuovo, ma stavolta viaggiava nella direzione opposta (verso Yin, nel vostro caso).

    Arthur si concede dunque qualche attimo per godere appieno della scena cui ha appena assistito, nonchè per esaltare la mancata dote di schivare sassi del proprio compagno di avventura (in breve, se la ride prendendolo in giro).

    Tuttavia, lo sapete, non vi trovate in quel luogo per improvvisarvi un duo comico alla Stanlio & Ollio (a voi la scelta di chi sarebbe l'uno e chi l'altro) e la vostra prossima meta, l'aldilà del "muro", vi attende.



    CITAZIONE
    QM point:

    Yin & Arthur:: Ultimo turno d'introduzione per voi; concluse le reazioni e le riflessioni a ciò che avete appena vissuto od osservato, vi fate coraggio e "varcate la soglia" immaginaria.

    Afzal: Essendo "per conto tuo", per stavolta si può fare semplicemente che tu e l'altro gruppo non stiate andando esattamente di pari passo; ad ogni modo, mancare anche il prossimo turno, ti escluderà dalla quest (non per fare il cattivo, visto che la storia è appena iniziata, non avrebbe senso per me portarmi dietro un PG PNG-zato sin da ora; non volermene, dunque ^^).

    Turni: Possibilmente prima posti una squadra e poi l'altra, ma non è indispensabile, è solo per tenere i fatti un po' più ordinati; per quanto riguarda la scadenza, avete fino alla sera di martedì 24.

     
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    Osservò divertito lo strano comportamento del sasso lanciato a Yin. Contro ogni previsione logica e fisica, infatti, questo scomparve nel nulla, per poi tornare indietro sparato, quasi fosse finito contro una molla o qualcosa in grado di dargli un impulso pari ad una forza uguale ed opposta a quella impressa dal Guardiano. Non era assolutamente convinto delle leggi matematiche che si sarebbero potute adattare a quel bizzarro fenomeno, ma di certo era divertente. Scene così si vedevano raramente, e donavano delle emozioni assolutamente impagabili.

    -Oh, come sei maldestra, Bridget!

    Esclamò il vampiro con un mezzo sorrisino, canini in mostra.
    Una delle poche cose belle dello stare con Yin era poter mostrare la sua vera natura senza porsi tanti problemi, ridendo tranquillamente senza dover mostrare la sua dentatura strana e, ovviamente, poterlo chiamare con nomi femminili senza che lui potesse farci nulla, per un semplice ma tuttavia complesso patto tra Guardiani.
    Nomi frufrù, ovviamente.

    -La prova non è andata a buon fine, dunque non ci resta che sperimentare il fenomeno noi stessi.

    Un gesto di galanteria gli avrebbe concesso la prima mossa, fissando tuttavia un punto in quel "vuoto" che non sarebbe dovuto esserci.

    -Prima le signore.

     
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  10. Huo Yin Lei
     
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    Lo sguardo insanguinato del Terzo cercava di penetrare la linea che tanto crudelmente, e con cura, aveva tranciato a metà il cammello presso di lui, quando la pietra lanciata tornò indietro, colpendolo in pieno petto; l'Essenza fece un passo indietro, vinto più dalla sorpresa che dal dolore, il quale in verità non venne percepito che lievemente: del resto, era un piccolo sasso, non certo una montagna. Puntuale, invece, fu l'odiosa risposta del vampiro, che si premurò di offendere il Nero Guardiano, chiamandolo col nome che certe sciacquette vantano di possedere. Amarth avrebbe ripagato fino all'ultima lettera la voce di Arthur: come solo aveva osato costringere il Fulmine a servire quel topo che non voleva decomporsi? Ora che avrebbero dovuto indagare sulla questione del cammello, Yin ameno sperava si rivelasse semplice e breve, così da liberarsi di quel morto: che studiasse per conto suo, era abbastanza grande da difendersi da solo!

    -Oh, come sei maldestra, Bridget!-
    Storcendo la bocca, il Terzo fece il verso al Saggio
    -Ridi pure, cadavere, ma un giorno verrà un paletto a bucarti quella prugna rinsecchita che hai al posto del cuore, e allora riderò io.-

    Disse, velenoso; pulendosi l'abito nero, ascoltò poi il caldo suggerimento della Corona: voleva gettarsi a capofitto nello studio eh? E non solo! Yin avrebbe dovuto essere il primo, perché lui grande tessitore di menzogne, era "la signora" dei due. Povero stupido cane morto, si divertiva per il patto di Amarth: ma anche quello sarebbe giunto alla fine, e allora il sangue avrebbe servito un nuovo vampiro.
    Tuttavia, in un attimo di follia, il Fulmine sembrò tutto contento all'idea di passare la linea, quasi ignorando di essere appena stato chiamato "signora", ed il perché fu presto detto:

    -Con piacere, maritino.-
    Gli rispose, atteggiandosi a donna; poi tornò serio e schifato, e pregò
    -Spero di morire come il cammello, così non dovrò rivederti tanto presto su Endlos.-
    E, in una finta verve, concluse
    -Nuovo corpo, aspettami!-

    E camminò oltre.

     
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    void

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    Anche se magari con qualche incertezza, vi decidete finalmente a varcare la linea immaginaria(?) che misteriosamente separa il cammello in due, lasciandovene vedere solo metà.

    Già a metà strada, vi accorgete che ciò che state attraversando non è semplice aria, ma una qualche sorta di portale, un enorme portale a forma di cupola o, forse, una bolla di sfasamento dimensionale... o qualcos'altro di cui a Yin probabilmente non potrebbe importare di meno.

    Ma come fare ad essere certi di questa ipotesi? Be' un forte dubbio potrebbe scuotervi quando, dall'abbagliante luce dell' "altra parte", vi ritrovate ad essere illuminati solo dalla luna, le stesse e da un pilastro di luce che, dal terreno, si scaglia nel cielo. Lì, probabilmente, troverete ciò che cercate, potete quasi sentirlo chiamare il vostro nome (non letteralmente, naturalmente).


    Yin
    Tu, che sei il primo a varcare la porta tra i due "mondi", ti accorgi subito che c'è qualcosa di strano, di diverso. Ciò che è solitamente intristito, rabbuiato e corrotto attorno a te, lo noti luminoso, raggiante ed ai tuoi piedi, dove la luce che emani tocca il suolo, vedi spuntare graziosi fiorellini a sovrastare un tappeto di corta ed ordinata erba verde.

    Non ti senti diverso, ma il tuo corpo, be', è quasi come non fosse più esattamente il tuo, sembra quasi sprigionare vita, vitalità e gioia. Inoltre, nonostante qualcuno potrebbe essere abbagliato dalla tua luce, tu non potresti vedere meglio.

    Arthur
    Entrando anche tu nella cupola, senti qualcosa che non sentivi da tempo. All'inizio ti fa quasi male, poi non più di un fastidio ed infine riesci ad abituartici nuovamente. E' il tuo cuore. Batte di nuovo, irrorando i tuoi muscoli di nuova vita. Per un attimo, poi, percepisci che l'assenza dell'anello al tuo dito, ma presto ti accorgi che esso ciondola circa 5cm più in basso del pomo d'Adamo da una collanina leggera che ti accarezza il retro del collo.



    CITAZIONE
    QM point:

    Yin & Arthur:: Benvenuti dall'altro lato; vi lascio liberi di azione, ma considerate che potete assumere di essere nella stessa zona topografica di dove "dovreste essere", semplicemente è notte (invece che giorno) e c'è un pilastro di luce (lo riconoscete come la "scia" del "meteorite") a qualche chilometro da voi.

    Afzal: A quanto pare non reggi proprio il thè di quella tribù e svieni. Per ora considerati semplicemente fuori dalla quest (se hai proposte, richieste o altro, contattami via MP o scrivi nel topic di supporto della quest).

    Turni: Liberi sabato 5 / domenica 6.

    Note: In SPOILER le modifiche principali ai vostri personaggi (a livello di passive, per il resto ci siamo già accordati in via privata ^^; se però avete dubbi, chiedete pure).

    Yin:
    Dove c'era buio ora c'è luce, dove c'era il fulmine ci sono ora le piante e dove c'era il fuoco c'è ora l'acqua. Il tuo Manto del Crepuscolo è ora più che altro un Manto dell'Alba (emani gioia e luce e ciò che appare corrotto e marcio lo trasformi, vicino a te, in bello o piacevole). Il tuo aspetto fisico cambierà come abbiamo discusso, assecondando le nuove caratteristiche del tuo corpo (tipologia di vesti, capelli, occhi e quant'altro, a tua discrezione), stesso discorso per le armi ("Morcarch, Zanna di Speranza", in particolare, quando usata per parare un colpo ti concederà un bonus difensivo pari al 5% ed inoltre, a discapito del non poter più danneggiare né viventi né cose, ha ora in sé il potere di curare ferite leggere o di far sopportare il dolore di quelle un po' più gravi) e per gli effetti delle tecniche Attive.

    Arthur:
    Non sei più in balia del vampirismo o dei suoi effetti, ma avendo comunque un corpo "particolare" sei comunque in grado di cose impensabili o difficilmente realizzabili per un comune umano: Velocità e Resistenza (nel senso di "Difesa") potenziate del 25% ciascuna e capacità di pensiero aumentate (sei cioè capace di valutare le situazioni in intervalli di tempo minori rispetto ad un comune umano, può essere utilizzata come aiuto nel valutare la potenza di una tecnica avversaria o semplicemente per avere "più tempo per decidere", anche se a conti fatti sei tu che pensi in modo veloce).
    Il tuo anello ora non possiede più gli effetti che aveva, non avendone tu più bisogno; il suo effetto ti è ancora sconosciuto, almeno finché non deciderai di metterlo alla prova :8D:
     
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  12. Huo Yin Lei
     
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    Il giorno tramontò nell'attimo in cui il Terzo varcò la soglia invisibile, che tanto orrore aveva scaricato sul cammello, la cui metà chissà dov'era finita! Dove prima ardeva il sole di Endlos, ora stagnava una notte nera: il Guardiano dovette passare un'aria strana, insolita, un portale invisibile che schiuse l'accesso a quel mondo notturno, una seccatura, per dirla tutta. Arthur si sarebbe fermato a studiarlo, pensava, per altre ore di supplizio: perché non era morto nell'attraversamento, come il fortunato cammello aveva fatto? A quest'ora sarebbe potuto essere in un nuovissimo e cattivissimo corpo, e invece stava ancora scodinzolando dietro al Vampiro, senza opportunità di uscita: maledetti i Guardiani, maledette le Leggi, e maledetto Amarth che se le ricordava tutte. Sempre.

    In cielo, a ogni modo, vi era la scia del meteorite che pensarono essere caduto proprio in quella zona, quello stesso meteorite che aveva fatto scattare ineluttabilmente Arthur alla caccia di informazioni. Maledetto Vampiro, maledetta la sua curiosità, maledetto il suo cervello.
    Ma quando si rese conto di essere troppo illuminato, lui che di norma viveva nel velo di tenebra che emanava, e poiché la luce della scia era troppo distante per una corretta illuminazione, Huo Yin Lei si accorse della più orribile delle cose orribili che ad un orribile Guardiano orribile potesse orribilmente capitare. Orribile!

    -Sono diventato una cazzo di lampadina!-

    Urlò dalla amarissima sorpresa, e già sentiva la furia ribollirgli nel sangue come un veleno dolce e dannato; come mosse le mani, nella rabbia, vide il suo abito di un colore assurdo, una tonalità che normalmente gli avrebbe bruciato la pelle, per quanto detestava: verde. Si era ritrovato vestito di verde. Il suo logoro abito nero, consunto dal Male, era adesso un perfetto abitino verde prato. Un bellissimo, e buonissimo abitino color erba. Una cosa che neanche la checca più convinta avrebbe indossato: non a caso lo portava Yoe. La sua voce fu ancora più serpentina e furiosa, e gli occhi guizzarono indemoniati:

    -Che cazzo è questo!!!! Perché sono vestito da scolaretto finocchio??? TU!-
    Puntò il dito contro Arthur, più che mai fuori di sé
    -E' una tua invenzione, non è vero? O è un trucco di Amarth? Cosa complottate?-
    Sbuffò, furioso
    -Non mi importa, hai i secondi contati.-

    Stese le mani, e volendo scagliare fervide saette dalla destra e cupi fuochi dalla sinistra, per investire quello stupido Saggio che si era divertito alle sue spalle, ma l'effetto fu ancora più spiacevole della veste color foglioline: i fulmini, invece di crepitare elettrici, ebbero il suono del legno, e la mano, invece di riempirsi di scariche d'oro, si coprì di rami profumati e floridi. L'altra, invece, non avvampò di fiamme, ma un guscio d'acqua pura cominciò a vorticarvi attorno, come se la sinistra producesse adesso quell'elemento, invece degli ustionanti fuochi.
    Huo Yin Lei sgranò gli occhi, che non sapeva essere diventati azzurro cielo, allibito come non lo era mai stato: il suo corpo, il suo abissale corpo era diventato uno scherzo di elementi: non solo emanava luce, e scopriva essere accompagnata da speranza e buoni sentimenti, ma aveva sviluppato alcuni dei poteri della Seconda, uno slancio vitale che egli non Poteva avere.
    Subito guardò al fianco, per controllare la fidata lama, e la vide orrenda: il taglio era azzurro e l'elsa bianca. Non ebbe parole, restò quasi paralizzato: non solo, ma come si inchinò per controllare, si accorse di un ulteriore cambiamento; i lunghi capelli neri, ispidi e maledetti, ora ricadevano lunghi e biondi come grano. Li prese in mano e li portò davanti agli occhi, e gettò un urlo bestiale:

    -AAAAAAAAAAARGH!!!! CHE CAZZO HANNO I MIEI CAPELLI??? SONO DIVENTATO UNA CHECCA!!!-

    Ma quella non fu l'ultima maledizione, purtroppo: cominciò a sentire una dolce fragranza, una puzza per il suo gusto, provenire proprio da lui; anzi, dai suoi piedi. Guardò in basso, di nuovo e si accorse che dove stava era cresciuta erba e fiori belli: invece della morte e del dolore, vita, bontà e fiori, tanti fiori. Troppi fiori. Maledetti.
    Allora capì: né Arthur, né Amarth da solo avevano potuto osare tanto su di lui, perché se avrebbero scherzato sul potere, Amarth stesso, e gli altri Guardiani, avrebbero Dovuto subire lo stesso effetto. Il passaggio! Era stato il passaggio! Il cammello era stato segato, e lui si era trasformato nel figlio gay di Yang e Yoe. Doveva andarsene, immediatamente. Ma sapeva che Arthur avrebbe indagato, e se quello lo avrebbe fatto, lui lo avrebbe Dovuto seguire. Maledette le Leggi, maledetti tutti quanti.
    Così, in quell'istante di riflessione che scattò alla vista dei fiorellini, il Terzo si gettò per terra urlando, e afferrò ogni erba, ogni stelo, e lo strappò via con tutte le forze che aveva in corpo. Ma più ne svelleva, più questi ricrescevano, sempre diversi, sempre bellissimi e floridi. Si mise le mani ai capelli, in preda alla furia più nera, e più ne strappava biondi, più ricrescevano fluenti e perfetti. Allora usò la spada, ma questa non tagliava: invece sanava le erbe e le faceva tornare coese alla terra donde erano state tolte. Provò ad uccidersi, preso da una vergogna più che giustificata, ma la lama non penetrò la carne, né causò dolore, ma lo rinvigorì: Morcarch si era trasformata in uno strumento di cura e di benedizione.

    -Non sono solo vestito da finocchio. Ho i capelli da finocchio, i poteri da finocchio e le armi da finocchio. Sono diventato...-
    Non credette alle sue parole
    -...Una fatina dei boschi.-
    Silenzio. Poi un urlo fendette le tenebre della notte, un urlo scoppiato dal cuore del Terzo, vituperato e infangato da poteri non suoi, che lo mangiavano ogni secondo di più
    -AAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAARRRRRRRRRRRRRRRRRGH!!!!!!-



    Edited by Eru Elen Amarth - 1/5/2012, 17:36
     
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    A dire il vero, gli era già capitato di varcare qualcosa di simile.
    No, non è come pensate; sebbene Arthur non avrebbe mai e poi mai potuto immaginare gli orribili quanto strani "effetti collaterali" che sarebbero insorti non appena avessero lui e Yin varcato quella linea immaginaria, la stessa che aveva tagliato il cammello, il vampiro era piuttosto "allenato", se così era possibile definirsi, riguardo gli attraversamenti di portali et simili. Scienza a parte, infatti, non era la prima e non sarebbe stata nemmeno l'ultima volta che gli fosse successo, e la sensazione provata nel farlo, a parte con piccole sfaccettature diverse volta per volta, sarebbe rimasta sempre quella.
    Sempre.
    Eppure, sebbene all'inizio non gli fu tanto difficile accettare l'idea, differentemente da tutte le sue esperienze precedenti, il peggio venne dopo. E no, non avevano fatto la fine del cammello, come non erano andati in nessun altro luogo. Forse.

    -Sono diventato una cazzo di lampadina! Che cazzo è questo!!!! Perché sono vestito da scolaretto finocchio???-

    Ignorando completamente Yin, il Saggio si massaggiò il petto, mentre qualcosa di fastidioso come e peggio di una indigestione andava ad offuscare la sua mente, già di base lucida. Ma che diavolo era?

    -TU!-

    Non appena il Terzo gli puntò il dito, alzando improvvisamente il tono della voce, anche peggio di prima, la povera Corona della Via della Genesi si sarebbe accasciata piano, in preda a spasmi tutt'altro che piacevoli. Proprio in quel momento, infatti, aveva sentito le interiora esplodere e saltargli in gola, quasi a volerlo soffocare. Che cosa gli stava accadendo? Il suo organismo aveva forse deciso di dichiarargli guerra?

    -E' una tua invenzione, non è vero? O è un trucco di Amarth? Cosa complottate?-

    Cercò di dire qualcosa, a vuoto, per poi riaccasciarsi al suolo. Il secondo sforzo gli riuscì meglio, e gli fu possibile rispondergli, nonostante si sentisse malissimo.

    -Ti sembra che sia così idiota da farmelo da solo?

    Credeva di morire, eppure il dolore si fece pian piano meno fastidioso, e dopo due o tre minuti -mentre il Terzo cercava inutilmente di fare harakiri- Arthur ebbe perfino la speranza di potercisi abituare. Altri tre minuti trascorsero infatti, e questo potè nuovamente tornare in piedi... e saltellare. Si, saltellare, oltre che grattarsi e tirarsi schiaffi da solo. "Perchè?" vi chiederete voi, ma la risposta è più che scontata. Avete presente il formicolio che causa il sangue una volta ritornato in circolo ad un braccio o un piede? Ecco, ora si immagini tale formicolio ovunque. Insomma, nulla di piacevole.

    -Oh, Violetta, perchè strappi i fiorellini?

    Disse questa volta con fare curioso, rivolgendosi a Yin e continuando a saltare e schiaffeggiarsi.
    E si, si sentiva stupido. Tanto stupido. Ma proprio una cosa che non si capisce.
    Sperava solo che passasse, come il dolore di prima...


     
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  14. Huo Yin Lei
     
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    Stupido vampiro: con che faccia sfotteva il Terzo dopo essersi contorto e schiaffeggiato, e aver saltato come uno stupido Saggio stupido? Gli rise in faccia, come se quella scena gli avesse riportato l'umore vulcanico che Yin era solito avere, e che, invece, il passaggio della confine sembrava avergli tolto per sempre: certo, aveva un orribile vestito, faceva spuntare fiori e i suoi poteri erano adesso acqua e natura, ma almeno non aveva perduto la sua cattiverai e la sua mente oscura. E questa fu la più grande vittoria che ebbe contro quel luogo:

    -Almeno io non ho perso il cervello. Chissà come ci rimarranno i Secchioni quando dirò che il loro caro Arthur è diventato uno cretino? Ah, già che ci sei, ex-Secchione, tirati due schiaffi anche da parte mia, ma che siano forti, molto forti.-

    Ghignando, si rialzò in piedi, e pure ogni volta che si muovesse il puzzo dei fiori gli saliva al naso, osservare il comportamento della Corona lo divertiva al punto che non voleva pensare a quale imbarazzo fosse diventato: non sarebbe stata la prima volta che fosse costretto in un corpo diverso dal solito, ma questa sensazione di mescolanza non l'aveva provata mai, e ora capiva perché: si sentiva sporco, imperfetto, vulnerabile. Come poteva gestire quel nuovo potere che non conosceva?

    -Beh, visto che ora sei diventato stupido, sarò io a condurre la carretta mentre tu ti diverti a riempirti di lividi.-

    Con la spada sulle spalla destra, cominciò a fare qualche passo in direzione della scia di fuco nel cielo: evidentemente era stata quella a creare la distorsione, e siccome era sfortunatamente sicuro che Arthur non avrebbe abbandonato lo studio finché non avesse capito cosa cadde su Daleli, il terzo avrebbe dovuto proteggerlo e scortarlo. Stupidi patti tra Guardiani. Maledetti patti tra Guardiani.

    -Muoviti, zombie. Prima finiamo, prima non ti rivedrò più.-

    Ciò detto, con una tracotanza paradossale per ciò che stava facendo, cominciò a camminare a passo più spedito verso il la fine della infuocata strada celeste.

     
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    -Sta zitta, Charlotte!

    Imprecò il vampiro, dopo l'ennesimo schiaffo, questa volta al braccio.
    E gli fece male.
    Tanto, tanto male.

    -Qui abbiamo un problema.

    Disse poi saltellando prima sul piede destro, e poi sul sinistro. Santo cielo, quanto fastidio! L'unica cosa che lo portava avanti era l'istinto, oltre alla consapevolezza che probabilmente sarebbe tutto finito abbastanza presto. Si, ne era sicuro, anche perchè la mente divenne abbastanza lucida da permettergli di fare una supposizione sensato su ciò che era successo. O quasi, almeno.

    -Il mio cuore ha ripreso a battere e tu sembri un viados.
    Il tutto dopo che siamo entrati in quel cerchio che tagliava il cammello.


    Sbuffò secco, grattandosi la gamba.

    -Abbiamo varcato un sigillo, o magari siamo in una sacca dimensionale.

    Dunque si stiracchiò, continuando a grattarsi mentre gli si avvicinava.

    -Io sono propenso per la seconda, e sicuramente è colpa della stella cadente.

    Sorrise, mostrando stavolta una dentatura normale, umana.

    -Andiamo.

     
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