[EM] Cercare un ago in un pagliaio

Ed eccolo lì, ancora una volta, in giro per le terre di Endlos, per svolgere un lavoro.
Un'altra missione, l'ennesima, per gli Eversori di Merovish.
E quella volta, soprattutto quella, non si sarebbe potuto nemmeno lamentare.
Già, perchè quell'incarico lo aveva procurato lo stesso von Schneider. E come poteva dimenticarselo.
Il volto di quella bella e giovane donna che aveva incontrato nel Presidio dell'Est.
Gli aveva chiesto una mano, e lui la aveva indirizzata verso la propria Gilda.
I grandi capi avevano approvato la missione, mandando alcuni informatori segreti a sondare il terreno per quelli che poi sarebbero stati i due veri e propri Eversori incaricati.

Si incamminò di buon ora il Malkavian, lui e la graziosa Nike. Sì, perchè i superiori avevano deciso che ad accompagnarlo sarebbe stata proprio la perturbante evocatrice.
E quello non gli dispiaceva affatto, decisamente.
Una volta incontrata anche l'altra - sempre se l'avessero incontrata - il triangolo piccante sarebbe stato inevitabile.
Almeno, lo era per la mente contorta del Vampiro.

I due Eversori raggiunsero il luogo dell'incontro in perfetto orario. Il Malkavian non era mai stato ad Undarm e fu proprio per quello che non smise di guardarsi intorno per tutto il viaggio, affascinato e incuriosito dai luoghi dell'Ovest.

Nel luogo e all'orario concordati, comunque, la figura che si palesò dinanzi agli occhi dei due mercenari fu quella di una persona incappucciata, avvolta da un lungo mantello nero, che impediva di intravederne i tratti somatici.
Un ostacolo di poco conto, se si considera che l'auspex del Sicario aveva già individuato in quella persona la stessa che aveva incontrato in quella taverna poco tempo prima.
Alcuni passi, lenti, per avvicinarsi al committente.
« Ci si rivede, quindi. »
Poche parole, condite dal solito timbro rude e graffiato della sua voce.
Poche sillabe, che però non avevano bisogno di altre frivolezze, per rompere il ghiaccio.

Il Malkavian ascoltò le parole della donna con molta attenzione.
Forse apparentemente non sembrava affatto, eppure c'era qualcosa in quella storia ce incuriosiva il Vampiro.
Qualcosa di poco chiaro e limpido, che sarebbe venuto a galla, probabilmente, soltanto con il passare del tempo.

« Periferia sud-est di Undarm hai detto... » trasalì il Mercenario, per poi scoccare uno sguardo verso Nike, per verificare se anche lei fosse stata attenta alla spiegazioni della loro committente.
Avrebbe avuto bisogno anche del suo aiuto per quella missione.
« Sì. ce l'ho una domanda... » disse il Sicario, andando a infilarsi le mani nelle tasche del cappotto nero, rigorosamente lungo ed elegante « Come facciamo ad avvicinarci a questi tizi? Se sono così in gamba come dici, di certo saranno altrettanto cauti e prudenti con chi non conoscono. »
Terminò, per poi attendere la risposta della donna, andando a concludere con la mancina a sostegno del mento.

Un Klaus von Schneider attento e riflessivo, una rarità.
Un'aspetto di lui che stava divenendo però sempre più realtà, da quando era giunto su Endlos.
Non contavano soltanto forza e abilità, ma anche altre doti che prima di allora il Vampiro riteneva relative e secondarie.
Lo stava capendo bene, e in fretta anche.

Abbastanza approssimativa.
Gli sembrò così la ragazza, nel momento in rispose alla sua domanda.
Continuava a evidenziare il fatto che i tizi che dovevano trovare sapessero usare soltanto un tipo di magia, ma con quello non aveva spiegato affatto come avvicinarli.
Comunque, la cosa che attirò più di tutte l'attenzione di Schneider fu il fare riferimento a quel tipo, Nerzen, che sembrava conoscere molte cose inerenti a quella faccenda.

« Bene, direi che la cosa migliore da fare sia andare a parlare con Nerzen e ottenere maggiori informazioni. » disse il vampiro, guardando prima Nike e poi Ise.
« Noi ci vediamo domani, qui, alla stessa ora, per il resoconto, allora. » parlò, rivolgendosi stavolta alla sola committente.
Infine, un sguardo d'intesa verso Nike, per poi voltarsi e iniziare la camminata che li avrebbe portati nella zona sud-est di Undarm.
« Forza, dirigiamoci verso le taverne. »

La camminata per la città si mostrò alquanto noiosa e - come prevedibile - inutile. I due Eversori non ottennero molto da quella evitabile scampagnata.
Fortunatamente lo capirono quasi subito, dirigendosi verso le taverne, e decidendo di entrare poi in quella più rinominata e popolata.

Annuì semplicemente alle parole di Nike, dopo che la ragazza disse di entrare nella locanda in questione. All'interno della bettola, una dozzina di persone che bevevano e mangiavano, chiacchierando tra di loro. Erano un gruppo abbastanza chiassoso. Un gruppo non umano, però. E quel dettaglio andava a escludere la possibilità che Nerzen fosse uno di loro.
Di umani, nella taverna, ve ne erano soltanto due. L'oste dietro al bancone ed un altro, un tipo strano che sedeva da solo, in un angolino del locale.

Un altro cenno col capo, in risposta alla strategia di Nike. Sarebbe stata la sinuosa ragazza ad avvicinarsi ai clienti, potendo contare su di un aspetto decisamente molto più ammaliante e seducente di quello del Malkavian. Al Vampiro, quindi, sarebbe toccato andare a parlare con l'oste.
Eppure, la situazione sarebbe stata l'esatto opposto, se al posto di quei zoticoni ci fossero state delle ragazze. Schneider aveva un gran successo con le donne, e di tutto quel successo lui se ne vantava a più non posso.

Rimuginando su questi strani pensieri, per curare il suo ego ferito, si avvicinò all'oste, poggiando i gomiti al bancone e aspettando che quello terminasse di pulire quel boccale di vetro, voltandosi.
« Salve buon uomo. Un'informazione...conosce per caso un certo Nerzen? Mi hanno detto che bazzica spesso qui in giro. »
L'oste inizialmente non rispose, terminò di asciugare il bicchiere col suo panno lercio, per poi indicare con un gesto della mano l'uomo che era seduto da solo. Lo stesso uomo al quale, nel frattempo, si era avvicinata Nike.

« Bene bene... » sussurò il Malkavian con la sua solita voce ruvida. Non si mosse di un solo passo, al contrario, si sedette sul primo sgabello disponibile, proprio al bancone. Con lo sguardo fisso sulla sua collega e sul tizio solitario. Non sarebbe intervenuto - a meno di grossi imprevisti - per non rovinare la strategia della sua compare.
Avrebbe atteso lì, in silenzio, osservando il tutto.
E forse, forse si sarebbe sgolato anche un pò di alcol.

Essere un fattore marginale, non gli era mai andato a genio.
La parte del protagonista, sì, avrebbe voluto recitarla sempre lui.
Anche lì, in quel preciso istante, in quella dannata e lurida locanda.
Eppure, da quando era giunto su Endlos, e soprattutto da quando era entrato a far parte degli Eversori di Merovish, Klaus aveva imparato che non sempre si può agire in prima linea, e che anche il lavoro oscuro, quello che viene svolto dietro le quinte, è egualmente importante e fondamentale per la buona riuscita delle missioni.

Ecco perchè evitò di alzarsi dal suo sgabello, di prendere quel tipo di nome Nerzen a calci in culo, e fargli sputare tutto quello che probabilmente sapeva sui membri dell'Inquisizione.
Se ne stette lì, fermo, buono buono, seduto al suo posto, a sorseggiare un delizioso Bourbon che aveva precedentemente ordinato, facendo roteare di tanto in tanto i cubetti di ghiaccio nel bicchiere di vetro, in sincronia con le palle degli occhi, che andavano a scrutare i movimenti di Nike e dell'individuo, che nel frattempo parevano essersi addentrati in una discussione.

Le sue percezioni extrasensoriali gli indicarono anche che l'umano aveva utilizzato delle energie per chissà quale cosa, ma, non riuscendo a capire cosa stesse facendo o quali erano ai suoi piani, decise appunto che era meglio non intervenire, dato anche che la fanciulla Eversore sembrava avere la situazione sotto controllo.

Sarebbe rimasto a bere il suo Bourbon con ghiaccio, ma se qualcosa fosse andato storto o comunque se qualcosa lo avesse allarmato, non ci avrebbe pensato due volte ad alzarsi e a spezzare qualche ossa.
E per Nerzen sarebbe stato meglio evitare una simile situazione.
Come si dice: Uomo avvisato, mezzo salvato.