Il Rituale del Caos

Le Terze Ossa

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    Questa volta non ci stette molto a pensare. Una risposta a quella domanda glie l'aveva data già Kora, a suo tempo, ma il Camaleonte ne aveva in servo un'altra. La sua.

    « Non lo merito solo io. C'è una persona che mi aspetta, da qualche parte..non chiedermi come faccio a esserne così sicuro, ma so che c'è. »

    Anche se non la conosceva, non ancora. Sapeva che da qualche parte c'era quella creatura, e che lo aspettava. Lui e le sue storie. E il camaleonte, un giorno, le avrebbe mostrato anche il suo aspetto, il suo vero aspetto.
    Le ultime parole furono soffiate in un sibilo ostile.

    « E lei deve vedermi per quel che sono davvero. Chiaro? »


     
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  2. Ciò che Deve Essere
     
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    Quanta insolenza! Un piccolo sacchetto di ossa e carne non deve osare tanto alla corte del Male! Gli occhi del Guardiano di schiusero furenti, assatanati, quasi. Avrebbe fatto pagare l'arroganza col sapore del peccato.

    -Vuoi essere un privilegiato???!!!-
    Urlò, una bestia furiosa che faccia tremare la gabbia
    -Siilo! Ma porterai con te il peso della vergogna e dell'egoismo.-

    Si toccò il petto, e strappò un ciondolo che vi teneva legato, ma era avvolto dall'ombra e non poteva essere visto; lo tenne bene in mostra, facendolo penzolare dalle sue mani che reggevano i lacci.

    -Al Male piacciono i peccatori, e tu lo sei appena diventato.-

     
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    Il Camaleonte arretrò, intimorito dalle urla ferali lanciate da Yin. senza neanche averne l'intento, lo aveva proprio fatto salire su tutte le furie, sisi.

    « Io.. »

    Disse, cercando le parole giuste per riparare.

    « ..non sono cattivo. »


     
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  4. Ciò che Deve Essere
     
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    Rise di nuovo, e fu il suono della Morte che s'avventi furiosa su di un uomo spaurito: la voce mutò, e divenne imponente e severa; come un vento scuro spirasse, le ombre che avviluppavano il pendente si dileguarono, scoprendone le fattezze terribili: una pietra rossa come sangue stava circondata da piccoli pipistrelli neri, una cornice di piccole bestie in volo.

    -Per avere un corpo servono le ossa!-

    Disse, scuotendo il Talismano che teneva nella destra. Empie voci si sparsero nell'aria, stridule e animalesche: i pipistrelli presero vita, e dal metallo del quale erano formati si mossero, volando famelici attorno alla gemma rossa, oramai sguarnita dei suoi macabri protettori. Si illuminò, e parve stillare sangue, piccole gocce che toccavano terra con uno schiocco sordo, mentre le minuscole bestiole ancora vorticavano stridule.
    E poi il dolore.

    Il braccio destro di Adam venne trascinato avanti e teso, come a voler afferrare l'oggetto, ma il palmo della mano restava disteso verso il Guardiano. Fuori della sua volontà, con un ticchettio accecante l'omero dell'arto si scollò dalla spalla e dai muscoli, e il radio, l'ulna e tutte le ossa della mano si affrancarono dai legami dei tendini e della pelle. In un dolore senza paragoni, come di mille lame, come di mille tormenti, il palmo si spaccò nel centro, e tutte quelle ossa vi fuoriuscirono, in un parto sanguinante e brutale, che non poteva essere fermato. Poteva urlare, il camaleonte, ma gli occhi del Guardiano ora erano come mai invasati e, in volto una gioia perversa e cattiva, come di chi ottenga ciò che tanto abbia bramato.

    -Il tuo sacrificio io l'ho preso!-

    Urlò, la voce come un rimbombo, e mentre il terzo parlava, tutto lo scheletro del braccio venne assorbito dal pendaglio. Come tutto era iniziato, così si spense: i pipistrelli tornarono al loro posto, immobili, ed il sangue in terra scomparve. Ma il Talismano aveva il sacrificio, e sulla rossa gemma si vedeva distintamente la sagoma delle ossa ancora tutte intere ed in bella mostra. Ad Adam era rimasto un braccio sano, ma molle e inutilizzabile: non aveva più ossa e pendeva morto dalla spalla.

    Il Rituale del Caos si era compiuto.

    -Hai altri tre sacrifici da compiere, sacco di carne.-
    Rivelò, la voce tornata calda e serpentina come sempre
    -Oppure puoi sempre fermarti qui, se non vuoi essere detto peccatore superbo.-

     
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    Crollò in ginocchio, avvinghiandosi il braccio inerte con quello sano.
    Dolore.
    Dentro, nel profondo.
    Aveva imprecato, mentre il braccio destro si muoveva contro la sua volontà. Aveva urlato, mentre si apriva uno squarcio innaturale al centro del suo palmo. Aveva agonizzato, mentre le sue ossa venivano sradicate, letteralmente, dalla spalla. Risucchiate dall'esterno, dal talismano di tenebra che Yin stringeva in mano. Il Camaleonte si era contorto dal dolore, cercando di strapparsi da quella morsa terribile, ma fu tutto inutile. Aveva continuato a contorcersi in una danza orrida, grottesca, fino alla fine.
    Ma non aveva pianto.
    Né allora, né quando Yin, diabolico nella sua statuaria impossibilità, gli rivelò d'aver compiuto solo un quarto del proprio percorso. Altri sacrifici, altre prove, altro dolore attendevano Adam.
    Ma il corpo..
    ..il suo corpo..
    Doveva riaverlo, riaverlo indietro! E il Camaleonte ce l'avrebbe fatta, costi quel che costi. Il braccio, che ora gli penzolava inerte dalla spalla, era ovviamente compreso nel prezzo.

    E mentre tornava in piedi, viso paonazzo, occhi rossi per lo sforzo di reprimere le lacrime, fu con una certa fierezza di spirito che riuscì a dire, in tono neutro, queste solo parole.

    « Sei..sordo? Te l'ho..già detto.. »

    boccheggiava, sbavava, sudava. Ma era pronto.

    « Il mio..nome..è..ADAM! »


     
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  6. Ciò che Deve Essere
     
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    Il giovane aveva resistito, persino nel più atroce dolore non aveva pianto né implorato la salvezza: sopportando un simile tormento aveva dimostrato al Guardiano quanto tenesse al corpo, a quella concessione che Eru Elen Amarth gli aveva proposto di ottenere; presto Adam avrebbe scoperto la verità nelle parole del Terzo, ma ancora non poteva esser emesso a parte di quei segreti.

    -Ostinato fino alla fine, Adam.-
    Disse il Fulmine Ardente, compiaciuto stizzito assieme, come un rivale che acquisti onore
    -Il mio dovere è terminato, e il tuo viaggio pure.-

    Distrattamente, dando adesso poca importanza al ragazzo, il Terzo legò di nuovo al proprio collo il Nero talismano e quando ebbe terminato, s'accomodò beato sul seggio. Da scuri fumi presero forma le tre figure di bestia che avevano accompagnato il trasformista per tutto il viaggio: il Guardiano le accarezzava soddisfatto, e queste si beavano della malvagità in lui, docili come agnelli sotto il tocco dell'Eterno.

    -Ti aspetta l'Ovest, adesso. Quando sarai pronto, recati ad Undarm: dietro la città vedrai un bosco. Quando sarà Notte e sarà in cielo la luna, entra fra gli alberi.-
    Sghignazzò come suo solito, e con l'ultimo sorriso pronunciò queste parole
    -Ci rivedremo presto, noi due.-

    E tutto cominciò a sbiadire, come se un ogni cosa fosse fumo distorto, un miraggio di ere passate, un fantasma scolpito solo dentro la testa: non vi erano più scale, né Porte; la grande sala non esisteva più e nemmeno la lava e la caverna. Destato da un sonno durato un attimo, Adam riaprì gli occhi per scoprirsi di nuovo accanto all'ingresso di quella grotta nel Geisine: non vi erano veli di tenebra ad attenderlo, né il cielo era tinto d'anomalia.
    Il crepuscolo, quell'istante perfetto, era passato, e la notte stellata cominciava a baciare le fiamme del Sud. Era forse un sogno? Sarebbe stato sufficiente guardare il braccio destro per capirlo: morto, pendeva al suo fianco.
    Era stato tutto maledettamente reale.

     
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