[LAM] Atti Eroici

Si muoveva a passo cadenzato.
Vestito d'abiti eleganti e delle effigi degli Aviatori laputensi, l'elfo ormai famoso nelle terre dell'Est procedeva a passo sicuro esplorando un'altro lato di quel Presidio; Grifis, il Falco Bianco, si muoveva con fare regale nella folla del Mercato. Una folta chioma biondo cenere circondava il suo viso aggraziato, i suoi occhi profondi come laghi scrutavano il via vai di quelle persone.

Non da poco aveva terminato lo scontro con Kizan, la Pantera, uscendone vittorioso. Aveva profuso se stesso in quella sfida e aveva sovvertito le forze di uno dei più possenti guerrieri della Dama Azzurra; un domani, forse nemmeno lontano, avrebbe sfidato anche il Leone Tristan.

Frattanto però, distolto dai suoi pensieri, l'elfo sentì un grido che si spense assai rapidamente. A grandi falcate entrò in un vicolo riparato e vide tre uomini palpeggiare una povera donna, che avendo la bocca tappata da una grossa mano, gemeva ma non poteva chiedere aiuto. Era un caso che il Falco aveva potuto udirla. Rapido sguainò la spada e a quei vigliacchi disse:

Vi consiglio di rimettere a posto le mani: vi serviranno per difendervi!

L'ordine servì per lo più a distrarli, salvo poi indirizzare la loro furia verso quello sgradito ficcanaso. I tre si voltarono contro di lui, chi armato di coltello e chi di spade, avanzando lentamente. Lo sguardo cupo del Bianco Comandante si poggiò su ognuno di loro, e già fredda l'aria spirava tutt'intorno...

Grifis Evito di citarti la lunga lista di attive/passive XD lo farò solo se necessario; altrimenti, trovi tutto in scheda

La voce solenne del Falco echeggiò abbastanza nel viottolo da indurre i malviventi a targiversare, e ancor più si sentirono in difetto allorquando, dall'altro capo del vicolo, soggiunse una figura che si rivelò provvidenziale alleata dell'Aviatore. Non che quest'ultimo avesse davvero bisogno di una spalla per sgominare tre stupidi malequipaggiati, e tuttavia si rincuorò nel vedere come le genti dell'Est fossero per la maggiore votate alla giustizia. Non si sorprese nel vederlo estrarre dal nulla due lame gemelle, ed anzi, avanzando, il Bianco Falco prolungò la sua Spada degli Spiriti Silvani e ancora avvertì loro:

Era la vostra ultima possibilità.

Quand'ebbe finito di parlare, la sua spada si era già mossa; e così fulmineo fu l'attacco che, quando il timbro della voce s'era appena appollaiato su ultima, già aveva colpito quei briganti disarmandoli e ferendoli, seppur non in modo grave ma quant'era sufficiente per impedir loro che riprendessero mano alle armi. E sgominatili, impose loro una rocambolesca fuga verso la salvezza.

Solo allora, rinfonderando la fedele arma, l'Aviatore si ricongiunse all'altro presentandosi:

Il mio nome è Grifis della tribù dei Minos, Comandante dei Bianchi Aviatori di Laputa; a nome delle forze congiunte della Dama Azzura e di Dama Drusilia, ti ringrazio per l'aiuto.

E subitamente si abbassò per rincuorare la donna, infonderle nuova speranza e la forza per farla tornare a casa. Questa, baciandolo in segno di ringraziamento, lo strinse in un'abbraccio e poi scappò via contenta - seppur scossa - d'aver evitato il peggio. Il Falco invece, tornato ritto sui suoi piedi, non parve intenzionato a lasciar correre l'accaduto.

Qualche attimo su sufficiente a sondare l'anima del dirimpettaio, scambiandogli in quel modo molte più parole di quante gliene avrebbe dette poc'anzi. Un leggero vento carezzo la sua chioma biondo cenere, mentre lo sguardo rapace analizzava attentamente la figura di chi gli parava davanti; e terminata la propria presentazione, Grifis ebbe notevole piacere nel constatare quanto il dirimpettaio non mancasse del dovuto garbo, dal momento che si inchinò in segno di saluto - e forse di riverenza. Non molte persone erano capaci della stessa cortesia, così rimarcò con un sorriso volendo sottintendere il suo gradimento. Dovette però cancellare quella sua espressione quando sentì il giovane parlare di naufragio, questione ad Endlos molto delicata e che, per motivi più che ovvi, poteva mettere in serio pericolo quel giovane se avesse parlato con personaggi dalle intenzioni assai losche... Lasciò quindi che finisse di parlare, per poi subito rispondergli sulla questione che più lo preoccupava:

Avete fatto bene a giungere qui, nell'Est; non son pochi a disprezzare quelli come voi, giunti da altri mondi. State sempre attento: alcuni potranno anche cercare di uccidervi solo per questo.

Cercò di avvisare quel giovane dei possibili nemici che avrebbe incontrato, così da poter meglio sorvolare su una questione che per Shirou era di importanza vitale, ma che Grifis sapeva di dover mettere in secondo piano; poiché la verità avrebbe potuto distruggere le speranze di quel giovane, facendolo piombare in un'oscurità da cui, uscire, sarebbe poi stato impossibile.

Come mai desideri incontrare la Dama?

Gli chiese, nascondendogli che forse conosceva già la risposta. Gli bastò sapere che fosse un naufrago e che volesse incontrare la Dama Azzurra per ipotizzarne i motivi. D'altronde, c'era una sola cosa che accomunava tutti i naufraghi: il voler ritornare a casa.
Ed era proprio per questo che sorvolò sul problema, non volendo subito far capire all'altro che, quasi sicuramente, le possibilità di tornare a casa erano basse... se non inesistenti.

Si soffermò a mirare il suo sguardo, che pur dinnanzi all'oggettività di un non-ritorno, non sapeva come lasciar andare via le speranze e, per questo, non demordeva nell'ardente desiderio di riavere ciò che era proprio: una casa, un posto ove tornare o anche solo un'asilo a lui familiare...
E fu a quel punto che il Falco, lasciandosi andare, decise d'essere più corretto e sincero nei suoi confronti, quanto - ahimè - spietato. Disse:

Vorrò essere sincero, giacché non ti posso dire fino a dove la Dama ti può aiutare. So che ha ridato la vita ad un giovane che l'aveva perduta in modo orribile, ma fino a che punto ella possa soverchiare le forze del Maelstrom, che tengono legate questo mondo, non m'è dato conoscere.
Posso tuttavia dirti, anche se a malincuore, che non v'è garanzia alcuna: io stesso sono caduto nel vortice e sono giunto chissà dove, in un luogo di cui non serbo memoria, dal quale sono però tornato sano e salvo. E' quindi più facile andare che venire, da quel che io so. - trattenne il respiro, come se quanto stesse per dire facesse più male a lui che al giovane naufrago; e, a dire il vero, se non fosse stato per il suo cuore ammantato di ghiaccio, avrebbe avvertito una fitta coglierlo al ricordo di quale triste destino aveva colpito un suo commilitone... Il viaggio stesso è un gioco pericoloso. Io ho perso la memoria, ma un mio compianto compagno ha invece perduto, tristemente, la vita; si perde sempre qualcosa nel Maelstrom, non importa se viaggi per andare via o per venire qui.
Tuttavia, non è escluso che vi sia qualcuno che studi questo genere di viaggi, e non sei i solo che conosco che desidera tornare a casa. E poiché anche io sono alla ricerca di quello che ho perso, per cui se la tua sete di giustizia ha bisogno di dissetarsi, farò il possibile per farti tornare a casa.

E allungò lui la mano, come a voler siglare un patto, uno di quelli che avrebbe cambiato la vita di entrambi.

Grifis Ho dimenticato di citare due passive importanti, lo faccio ora S I L E N T H I L L Silenzio. E' solo una parola. Silenzio: è tutto ciò che il mondo vuole. Le parole sono soltanto una violenza, s'infrangono inutilmente nel vento. Lo stuprano, senza ritegno: non fanno che inutile male. Così l'imperativo dell'Elfo si fa più forte, e la sua figura elegane e imperiosa non può che ricondurre ogni cosa allo stato originario: la gioia del silenzio. Tace l'uomo spergiuro, quello bugiardo e millantatore, come quello lusinghiero e traditore, che dietro le spalle accusa e dirimpetto tace; e che dire dell'uomo che si fregia di menzognere storie, o di quello che si fa adulatore per profitto proprio, che nasconde il vero a chi gli sta davanti, e ne dipinge ben diverso aspetto? A tutti costoro a cui è data bocca solo per darsi vanto, a coloro che parlano pur non avendo nulla da dire, e che spendono numerose parole senza aver espletato concetto alcuno; a tutti costoro è chiaro il monito al silenzio che il Falco porge loro. S'immagini una silente collina, dove soltanto s'onde il canto degli usignoli: medesimo scenario andrebbe palesandosi in un luogo ricolmo di futili chiacchiere, o nei riguardi di chi tutto dice e nulla ottempera. E' un'aura di riverenza, quella di Grifis, un'energia sottile e flemmatica che lo circonda e che può indurre il prossimo a tenere a freno la lingua su determinati argomenti oppure in specifiche situazioni. E' chiaro che il suddetto potere è soggetto all'interpretazione dell'altra persona che ne subisce l'influsso, allorquando si verifichino le condizioni per cui il monito al silenzio del Cavaliere possa ritenersi soddisfatto o soddisfacente. [ 5 PT - Passiva Charme ] F E A R L E S S Vi son cose che possono mutare l'animo di un uomo. E tutto ciò che non t'uccide, si dice, può solo renderti più forte! E' così per Grifis, l'elfo che ha viaggiato al di là e al di quà della tempesta furente conosciuta come Maelstrom. Non sono pochi a naufragare su Endlos, ma quanti possono vantar d'aver compiuto due volte lo stesso, tragico, viaggio: l'andata, il ritorno... la tempesta certo non perdona, e chiede per sé un pedaggio che a volte può costare anche la vita. Per Grifis quel dazio fu invece la paura, la folle consapevolezza che la morte stesse ormai avvinghiando a sé. E nessuno sa cos'abbia visto o vissuto nel mondo alternativo, il cui trauma è visibile dal momento che Grifis non ha ricordo di quel suo viaggio, né della permanenza; rammenta solo di avervi trascorso ben cinquant'anni. Nulla più. Ma è dopo essere tornato su Endlos che gli effetti di quell'esperienza si son fatti vivi nell'Elfo, al punto ch'esso può non sembra più nemmeno se stesso. Situazione per lui aggravatasi a seguito dell'incontro con l'Idea del Male, alla quale egli cederà di proprio pugno il suo cuore. Sacrificando così le sue emozioni, ne otterrà un cuore freddo, gelido e immutabile; in termini di gioco, Grifis della Tribù dei Minos detiene un naturale resistenza a quei poteri che dell'alternazione dei sentimenti fanno il proprio vanto. Dunque abilità di charme/malia - vedi auree di terrore - fino a un livello medio troveranno nell'integrità psichica del Falco un valido baluardo. [ 5 PT - Passiva Resistenza Malie ] E T L R E T H, T H E - W H I TE - A L B U M già citata [ 5 PT - Passiva Malus passivo pari al 50% ai Riflessi ] già citata [ 5 PT - Passiva Istant Cast ]

Il vento spirò di colpo, smuovendo il crine del Falco e costringendolo, per tanto, a liberarlo da quella presa con un movimento del capo. Da un lato all'altro, per finire con un sorriso accondiscendente. Quindi, fissando Shirou nei gli occhi - neanche fossero amici di vecchia data - gli disse:

Esistono due modi: uno è arruolarti nelle fila dei Cavalieri Celesti, ma ciò non ti garantisce, non fin da subito, che la Dama possa riceverti... - era palese che, dal momento che l'aveva incontrato, il Grifis avesse avuto grande interesse verso di lui: voleva e doveva convincerlo a seguirlo nel suo Sogno, nel suo ideale. Così provò a sradicare in lui il pensiero di militare sotto i Cavalieri Celesti, dal momento che... unirti invece ai Liberi Aeris Milites, in particolar modo al ramo degli Aviatori Bianchi, ti darà maggiori possibilità d'incontrarla: ovviamente, ella è e resta un'Alfiere, ma se per un novizio del suo esercito la cosa può essere impossibile, farsi ricevere da un rappresentante di Dama Drusilia, nonché amica e grande alleata di Dama Kalia, potrebbe essere quanto meno fattibile.

Sperò d'aver fatto centro. Il resto glielo avrebbe spiegato col senno del poi...

Perdona la mia poca schiettezza, non volevo nasconderti nulla.

Rispose il Falco, sorridendo cordialmente. Il giovane astante aveva sollevato una giusta osservazione, tant'è che lui stesso si sentì in colpa per non aver subito chiaramente esternato il proprio interesse. Così, vinto dall'altrui onestà, anche Grifis decise di mettere in tavola le proprie carte.

Tu mi piaci. - poi si corresse, per non dare alito a fraintendimenti - Dal primo istante in cui i nostri sguardi si sono incrociati, ho desiderato ardentemente averti nel mio esercito. So di non essere stato schietto, di questo me ne scuso; e tuttavia ho subito compreso che io e te siamo animati dalle stesse nobili circostanze: come me, avresti aiutato quella giovane donna per il solo fine d'aiutarla.
Perciò se ti chiedi quali sono gli obiettivi delle due fazioni, io ti dirò: gli stessi. Trattenne il respiro. Per un'istante, lungo quasi quanto l'eternità, dalla sua immagine scaturì qualcosa di così radioso e glorificante che chiunque, posandovi lo sguardo, avrebbe potuto notarla da subito: era come se, d'improvviso, la sua maschera da Cavaliere avesse ceduto il posto alla corona d'un Re. Gli Aviatori Bianchi, di cui io sono Comandante, sono una forza mobile; se i Cavalieri Celesti hanno obbligo di proteggere la Dama Azzurra e di stanziarle sempre in prossimità, noi siamo conosciuti in giro come i Falchi Bianchi: siamo una forza che si muove di presidio in presidio, che porta aiuto laddove ci viene richiesto, che combatte laddove c'è bisogno di far trionfare la giustizia.

Una lunga pausa lo catturò. Era stato sincero, più sincero di chiunque altro avesse potuto essere al suo posto, e al tempo stesso non aveva lasciato andare l'ardente desiderio, ormai irrefrenabile, d'arruolare quel giovane alle sue fila. Vedeva qualcosa nei suoi occhi, qualcosa che forse ricordava il passato Grifis, quel giovane Elfo che andato via proprio dall'Est, aveva abbracciato una vita nei cieli al servizio del Vento e della sua Dama.
Ma che non aveva mai perso quel sogno che rincorreva da quand'era ragazzino.

Il mio sogno, Shirou, è avere un castello.
Aiutami a realizzare questo sogno e io, in cambio, realizzerò il tuo. Qualunque esso sia.

Tacque, infine, per lasciare all'altro possibilità di replica.

Allungò a sua volta la mano, stringendola saldamente come a voler racchiudere in quel gesto una firma o una specie di patto, che mai sarebbe decaduto fintantoché entrambi avessero mantenuto le reciproche promesse. Sicché il Falco, sorridendo, concluse:

Felice di averti al mio fianco, Shirou.
Vedrai che diventare Aviatore non è poi così difficile.

Quindi gli diede appuntamento all'Albero-Casa, roccaforte degli Aviatori di Laputa, il Presidio Errante. Ivi avrebbe conosciuto anche Dama Drusilia, Granmaestro della Gilda e cuore pulsante dei loro ideali.