Giorno 0

appunti di un ricercatore

« Older   Newer »
 
  Share  
.
  1. † Peste †
     
    .

    User deleted


    C'è un certo fascino nella figura del pendolare. Ogni giorno un'avventura, il mondo che scorre veloce da un finestrino, immaginare con infinita curiosità quali storie, quali vite si svolgano felici e rurali che lui possa solo sfiorare con lo sguardo; si, tutto molto affascinante... quando non sei tu a scarrozzarti sei ore di viaggio a giorno per andare a lavoro. O sei dimensioni, nel mio caso.
    Si può essere più sfigati di così?

    Posai la ventiquattr'ore sul primo piano d'appoggio zozzo, lurido e impolverato e si guardò attorno. La stanza era circolare, di pietra scura, con un'illuminazione eccellente - fondamentale! - e un arredamento murale nouvelle inquisitorie abbastanza vario. Dovetti trattenere un sorriso vedendo la vergine di Norimberga appoggiata al muro: chi credevano di aver reclutato questi, un maledetto cacciatore di streghe?

    « Mi serve un tavolo operatorio fornito di cinghie e un sistema di drenaggio fluidi al centro della stanza. » dissi in tono professionale. « Fiale, siringhe e altro materiale medico di base, più uno sterilizzatore - uno vero, non quel fornello da campo arrugginito che spacciavano per tale. Sedativi, antisettici, anticoagulanti, soluzioni fisiologiche. Agli antidepressivi penso io. »
    « Può riuscirci? »
    « Ci si può lavorare. »

    Anche senza voltarmi potevo percepire la rabbia dell'uomo alle sue spalle, uno abbastanza alto per i criteri di questi orientali. Eishun passava per "imponente" da quelle parti... il tipico eufemismo per "spaventoso" quando si è troppo cortesi per dire di farsela sotto in sua presenza. Probabilmente solo accompagnandolo di persona aveva dato scandalo, nella piccola e ottusa società di Sequerus, ma d'altra parte, quando c'è di mezzo una donna...

    « Sulla stanza. » precisai, voltandomi a guardarlo. C'era un pizzico del mio potere nel mio sguardo, abbastanza da far correre un brivido lungo la spina dorsale di quell'umano... nulla di serio, solo un buffetto. Non voleva mica che paparino caro impazzisse prima del tempo.

    « Una volta sistemati tutti i dettagli riavrete vostra figlia, proprio come prima, e lei non ricorderà niente. » disse con voce suadente. « Potrà di nuovo portare la piccola Sakura nel giardino della vostra casa... guardarla giocare con i boccioli di ciliegio, il modo in cui si mette quei suoi capelli lisci come seta dietro le orecchie, il suono argentino della sua risata... tutte quelle piccole cose che ve la rendono tanto cara. Una famiglia felice. »

    Era ridicolo come poche parole ben scelte potessero intontire pressocché chiunque. Poteva quasi vedere le endorfine scorrazzare libere nel suo cervello ipertrofico da cavernicolo, spazzando via ogni dubbio su quella spazzatura mistica che passa per cultura oggigiorno. Un po' di "famiglia" qua, un po' di razzismo là, un pizzico di insicurezza in un uomo abituato ad avere il controllo assoluto et voilà, il disastro è servito.
    Da degustare freddo come un cadavere.

    « Non ha ancora detto il suo nome. »

    Toh, un lampo di intelligenza. Allora dopotutto c'era ancora speranza per il povero Eishun. Prese mentalmente appunto di ritoccare il piccolo accenno di demenza senile che gli aveva instillato a sua insaputa, tanto per renderlo più manovrabile. Nulla di che, solo abbastanza perché fossi io ad avere il comando.

    « Mi chiami pure Hestilenz. » sorrisi.

    « Dottor Patrick Hestilentz. »

     
    Top
    .
0 replies since 14/4/2012, 12:21   54 views
  Share  
.