[EM] Castelli di sabbia

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    TRUE LOVE IS POSSIBLE ONLY IN THE NEXT WORLD — FOR NEW PEOPLE. IT IS TOO LATE FOR US. WREAK HAVOC ON THE MIDDLE CLASS.

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    "Location location location."


    qZSqO




    Tempi duri, per Merovish.
    Tempi in cui niente e nessuno era al sicuro. Addirittura più del solito!
    Merovish era nel caos più totale.
    Voci si rincorrevano, contraddicendosi a vicenda.

    Un distretto del Bazar era stato praticamente disintegrato.
    Da angeli, da vendicatori... da terroristi.
    Chi lo sa.

    E ora questa bella novità... i pasha erano in crisi.
    Il potere che aveva tenuto sotto controllo per decadi le attività commerciali, la spina dorsale della Tana, ora venivano meno.
    Qualsiasi cosa le avesse disturbate, era sicuramente qualcosa di molto importante.

    Ma non era questo il problema più urgente degli Eversori.
    No, il loro problema non era il sistema che andava in crisi. In fondo, quello poteva semmai essere un vantaggio...
    no, a loro interessava, ora come ora, la moltitudine di insetti che si avventavano affamati sul corpo ferito e infetto di Merovish.

    Sopratutto uno di questi, uno tra i più grassi.

    Rashid ad-Din Sinan.
    Uno dei leader delle fazioni emergenti del deserto, che ultimamente sembravano imperversare come un branco di avvoltoi sopra Merovish.
    Un vero figlio di puttana.
    Con i Pasha paralizzati, non c'era più nessuno a garantire per le carovane che mensilmente facevano avanti e indietro dalla Tana verso ogni angolo dello Yuzrab.
    Rashid faceva pagare un pizzo spropositato a ogni carovana che passava per le sue "terre", una fetta di sabbia produttiva quanto il culo di un troll.
    Chi non riusciva a pagare il pizzo era costretto o a scaricare la merce e andarsene, o in alcuni casi ad "aiutarlo" con il trasporto di qualcosa di scomodo.

    Contrabbando.
    Perfino a Merovish c'è qualcosa che difficilmente riesce ad entrare e uscire.

    Il mese prima, una carovana di ritorno dal confine con il Geisine viene fermata dagli uomini di Rashid. Viene ritrovato un carico di notevole valore... un teschio di giada purissima.
    La cassa dove era contenuta era marchiata con l'occhio Eversore.



    Rashid osservava la scena dalla balconata del suo palazzo, accarezzandosi pigramente la barba grigia mentre sogghignava, sicuro del proprio potere.
    Meno di un anno prima, tra quelle dune, c'era soltanto una piccola oasi e un uomo pieno di ambizioni. Ora c'era quello che poteva facilmente diventare il nuovo impero economico del presidio Sud.
    Quegli stolti vermi che strisciavano sotto terra si credevano più forti, più furbi... i padroni del deserto! Ma a lui era bastato poco, pochissimo per approfittarsi di loro.

    Perché Merovish non era altro che l'ennesimo avamposto in mezzo al deserto. Forse il più antico, forse il più esteso... ma come ogni avamposto, bastava tagliargli i viveri per metterlo in ginocchio.
    Ma perché esaurire subito quella preziosa risorsa, attirandosi le ire locali, quando poteva sfruttarla in eterno?
    E così aveva fatto.
    I mercenari che assoldava divenivano sempre più numerosi, più professionali... con l'avanzare delle sue risorse, riusciva a stipendiare sempre più uomini, tanto da costituire un piccolo esercito solo se.

    E ora quel piccolo esercito stava accogliendo la nuova carovana di passaggio, pronta a sganciare la somma per il pedaggio e la protezione da lui "offerta".
    Il caro vecchio Yuzrab era un posto pericoloso, lui lo sapeva bene...

    Così attese, sul suo balcone di marmo bianco, lucido e intarsiato d'oro. Attese che lungo i cancelli della sua fortezza giungesse il distaccamento che aveva mandato a intercettare la carovana, e la carovana stessa.
    E quando intravide le sagome in lontananza, oltre le alte mura di cinta pattugliate dai suoi uomini, si stupì di non riconoscere i suoi uomini, ma solo la carovana.

    "Aprite i cancelli!" ordinò alle guardie, incuriosito da quella faccenda.
    La carovana, composta da tre carri e una dozzina di uomini, a cavallo di cammelli e altre bestie, sfilò nel cortile della fortezza, fermandosi ai piedi del palazzo come ormai avevano probabilmente già fatto altre volte.

    "Dunque, miei stimati colleghi... dove sono i miei uomini? Si sono forse fermati dalle vostre mogli, o devo credere che siete venuti qui di vostra volontà?"
    Nessuno, fra i presenti, proferì parola. Qualcuno tremava, altri fissavano con aria di sfida l'uomo, tronfio sul suo scanno si quell'appariscente balcone.

    Poi, una figura si mosse, saltando giù da uno dei carri.
    Una figura piccola, ma che risaltava sulla sabbia del deserto come uno sputo di sangue.
    "Io ha conosciuto tuoi uomini! Loro di ottima compagnia, io assicura! Vinto coupon per 'adotta un Calcio In Culo anche tu'. Tu vuole forse biglietto omaggio?"
    Applausi!
    Inchini!
    Tripudio!
    Raccapriccio!
    Il Boggart aveva fatto la sua comparsa, trascinandosi dietro un sacco di tela rossa e, a giudicare da come lo portava, particolarmente pesante.

    Subito, le guardie della fortezza lo accerchiarono, sguainando le loro spade.
    "Io ammira vostra arguzia. Me piacerebbe ammirarla da lontano." commentò il rossiccio, spostando col palmo della mano squamata la lama di una scimitarra che riteneva troppo vicina alla sua pancia.
    "Io porta doni a nome di Eversori di Merovish! In cambio, io desidera conversare con illustre Rashid ad-Din Sinan!" affermò con voce squillante ma decisa, chinandosi in un sontuosissimo inchino, tanto che poté sniffare col naso la polvere del cortile.

    Rashid parve pensieroso per un attimo. Gli Eversori... ne aveva sentito parlare, erano uno dei tanti gruppi di mercenari che vivacchiavano alla Tana.
    Chissà: forse se quel nanetto rosso era li per negoziare un contratto. E se erano stati in grado di eliminare le loro guardie... non aveva di che guadagnarne.

    "Posso sapere il tuo nome, ambasciatore, e quali doni porti con te?"

    Ancora con lo sguardo basso nell'umiliante inchino, Zimmer affidò il sacco a una delle guardie.
    "Mio umile nome, o potente signore, è Zimmerthaugher Del Cunicolo Dal Quale Si Torna. Porto in dono un'armatura per il vostro migliore soldato, in dono dalle migliori forge di Merovish."

    Dal suo balcone, l'uomo annuì, facendo un cenno alle guardie. Queste rinfoderarono le armi e aprirono le pesanti porte di legno massiccio, consentendogli l'accesso all'edificio.

    L'uomo con il dono, invece, si diresse verso l'armeria, posta sul fianco del palazzo in una camerata che comunicava con l'edificio della caserma, piena solo degli uomini in pausa dai turni di guardia.

    Il palazzo di quell'uomo così sicuro di se era sicuramente ben protetto, con le guardie che pattugliavano sia le mura esterne che le varie entrate principali del palazzo. Tuttavia numerosi erano gli accessi secondari meno sorvegliati: in fondo chi sarebbe mai riuscito ad entrare, se l'accesso alle mura di cinta era così ben sorvegliato?

    CITAZIONE
    Si comincia!
    Zimmer fa la sua pomposa apparizione, riuscendo a ottenere un colloquio con il caro cattivone di turno.
    Berserk: Mi sembra inutile dire quale armatura sia quella all'interno della sacca. Vieni di fatto trasportato all'interno dell'armeria del palazzo, che comunica solo con la piccola caserma che a sua volta comunica con l'esterno: il piazzale dove stava prima Zimmer. All'interno della caserma ci stanno cinque soldati, di fatto a riposo e privi di qualsivoglia abilità particolare se non quella di saper menar due fendenti con la spada. A te la decisione di come gestirli.
    Russian boy: Non ti ho minimamente citato nel post, e sai perché? Perché tu devi essere perfettamente invisibile se vuoi sperare di penetrare all'interno della fortezza. Come ho spiegato, è fortemente sorvegliata nelle vie di accesso principali, mentre quelle secondarie sono relativamente meno tranquille. Zimmer ha fatto in modo di attirare su di se l'attenzione in determinati momenti: a te la palla su come sfruttarli. Di fatto il cortile dove ti trovi è un enorme spazio vuoto, adornato occasionalmente da qualche palma. Le possibili vie di accesso le lascio alla tua interpretazioni: stupiscimi.
    Tempo massimo: una settimana, prorogabile a seconda degli impegni di tutti. Enjoy!




    Edited by Kami della Falsa Speranza - 13/7/2012, 11:21
     
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  2. _MajinZ_
     
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    Quel giorno Dimitriy si sentiva stranamente bene, non per via del caldo e neanche per via della sabbia che si infilava dentro le scarpe, non lo sapeva bene neanche lui, però forse il fatto di tornare a fare qualcosa di più consono alle sue capacità gli piaceva. Infiltrarsi in un luogo diventando completamente invisibile, beh, era ciò per cui era stato “progettato”, addestrato per diventare un’ombra. Un assassino silenzioso che arrivava, colpiva e fuggiva via senza lasciare nessuna traccia, come se l’autore di quella morte fosse un fantasma o la Morte stessa. Trovare il colpevole era praticamente impossibile. Per una volta però, il suo scopo non era quello di ammazzare qualcuno per poi fuggire, ma doveva recitare la parte del ladro, cosa che gli riusciva abbastanza bene, con il solo fatto che non si sarebbe sporcato le mani, o almeno così sperava. Non che avesse paura di uccidere, ma voleva cercare di farlo il meno possibile e solo se necessario, anche se ormai poteva decidere da solo cosa fare e gli ordini non erano poi così scomodi, ormai. Scacciò via il pensiero di quell’Organizzazione che prima l’aveva cresciuto e poi aveva tentato di farlo fuori, sistemandosi in un gesto ormai divenuto un’abitudine i suoi guanti bianchi, tirandoli per bene così da farli aderire bene alle dita. In secondo luogo controllò il funzionamento della sua arma, le cui lame saettarono veloci in avanti appena il palmo della mano si strinse sulla leva. Era pronto.
    Seduto sul retro di quel carro, dietro una grande cassa, l’assassino poteva finalmente vedere la meta mentre la carovana continuava a muoversi. Su di un altro carro si trovava Zimmer, l’essere rossiccio che lentamente iniziava a divenire simpatico al biondo, il quale ormai si stava abituando alla presenza di forme di vita senzienti diverse da lui. Era comunque un giorno importante quello, infatti il tizio a cui andavano a far visita meritava una bella lezione e gli Eversori stavano arrivando per dargliela, sicuramente non sarebbe stata piacevole, proprio per niente. Il naufrago però restava fermo nella sua posizione, dando con il suo sguardo ghiacciato una prima occhiata alle mura di quella roccaforte, soprattutto in prossimità delle vie di accesso più evidenti, le quali ovviamente erano fortemente sorvegliate. Era un tipo prudente quel panzone. La carovana avanzo ancora, attraversando l’ultima striscia di deserto prima di arrivare a destinazione, sorprendendo il Russo quando i cancelli vennero aperti con una tale semplicità, delle truppe mandate a prenderli non era rimasta traccia e loro si fidavano a lasciarli entrare. Troppa sicurezza o forse era sicuro di non correre davvero pericoli? Probabilmente si trattava di curiosità. Dimitriy restò ancora fermo nella sua posizione, anche quando la carovana arrivò nel cuore della fortezza, in un ampio piazzale spoglio che forniva pochi nascondigli, il che complicava un poco le cose.
    Lo sguardo tagliente dell’assassino però andò subito a posarsi sulla figura del padrone di quel luogo, tranquillo sul suo bel balcone mentre si lisciava la barba grigia, sicuro di essere invincibile a casa sua, ma lo sarebbe stato per poco. Nel cortile le guardie erano parecchie, le mura ben protette e pochi erano i nascondigli sfruttabili, anche se gli occhi esperti del biondo riuscirono a scorgere qualche via sfruttabile per sgattaiolare via proprio come un felino, bisognava solo sfruttare il momento giusto. Un momento che arrivò preciso come un orologio svizzero appena poco dopo, gli serviva qualche attimo di distrazione per sparire e il buon Boggart sapeva attirare l’attenzione. La battuta piacque al ragazzo terrestre, il quale restava ancora in attesa del momento giusto. Un essere dal pelo rossiccio che trascinava un grosso sacco magari contenente una bomba attirò ovviamente l’attenzione e i cani al servizio di quel fastidioso personaggio si mossero rapidi, circondando in pochi attimi uno dei tre capi degli Eversori. In quel preciso istante in cui le guardie si posizionarono intorno a lui, Dimitriy balzò giù dal carro, acquattandosi quindi dietro di esso, senza produrre alcun rumore e misurando i movimenti, sfruttando la stessa carovana come una copertura per celarsi agli sguardi indiscreti. Così, mentre il povero Zimmer saggiava l’odore desertico della pavimentazione del cortile, il biondo si mosse ancora, restando basso e sfruttando la piccola folla per muoversi un altro po’, finendo dietro un altro carro, quello che si trovava più vicino a una... palma. Non vi era altro ove nascondersi e bisognava sfruttare ogni copertura. Prima di proseguire però il ragazzo si fermò ancora, in silenzio, tendendo i sensi.
    Lasciò che il buon rossiccio si presentasse, aspettava un preciso momento il Russo per agire, il quale arrivò poco dopo, infatti Rashid aveva deciso di consentire l’accesso all’essere sotterraneo, le guardie quindi si mossero ad aprire la pesante porta in legno mentre una seconda si diresse verso l’armeria, trasportando l’arma segreta degli eversori. Comunque quegli istanti vennero sfruttati dal ragazzo con il biondo crine, il quale rapido come un Lampo si mosse, scattando in avanti e trovando rifugio dietro il tronco di una palma grassoccia così come il proprietario. Si voltò quindi a destra e poi a sinistra, notando prima di tutto una porta socchiusa, posizionata appena qualche albero più avanti, abbastanza distante dalla sua posizione. A sinistra invece si trovava una grata appena accanto alle scale utili per salire sulle mura, ma ad un primo sguardo sembrava abbastanza massiccia. Probabilmente era la via più diretta, ma aprendola avrebbe fatto sicuramente parecchio casino e da quella posizione non vedeva altri accessi, quindi doveva correre il rischio e muoversi verso la via più semplice ma allo stesso modo pericolosa.
    Il biondo prese presto la propria decisione, sporgendosi verso il cortile, ormai aveva poco tempo e doveva muoversi, ma fu felice di notare che il carro copriva in parte il passaggio verso la prossima palma, così il ragazzo fu rapido e in poche lunghe falcate superò il primo passaggio senza troppi problemi. Ora però veniva il difficile, visto che la distanza verso la prossima copertura era abbastanza lontana, così il giovane diede un nuovo sguardo verso il cortile, per poi accucciarsi al suolo e preparare i muscoli delle gambe per un veloce scatto. Un secondo dopo infatti, il Russo schizzò in avanti a tutta velocità verso la copertura, fermandosi giusto dietro di essa, accucciandosi nuovamente contro il tronco, piegando le gambe. La porta era proprio li vicina, sperando non si trattasse di una semplice rimessa per gli attrezzi. Restava un ultimo tratto da percorrere e il giovane si mosse rapido, silenzioso, scostando appena la superficie legnosa della porta, muovendosi verso il buio di quella stanza. Dimitriy amava il buio. Così, sperando nel fatto di trovare qualcosa di interessante che non fosse uno sguardo puntato proprio in quella direzione, tuffandosi dietro la prima copertura disponibile, fermandosi. Non gli restava altro da fare che trovare un accesso sicuro per i sotterranei di quel luogo, iniziando così la vera missione. Solo il destino però poteva decidere se le cose sarebbero andate nel verso giusto e Dimitriy non aveva molta fiducia in quella mutevole, antipatica e capricciosa entità.



    CITAZIONE
    Stato fisico: Ottimale
    Stato mentale: Concentrato
    Energia: 95%

    Abilità Passive:
    ₪ Vy ne mozhete vzyatʹ ~ Non puoi prendermi
    Addestrato fin da bambino a rendere ogni movimento sicuro e sorprendente, Dimitriy ha sviluppato un'agilità superiore al normale che un semplice essere umano non potrebbe mai neanche pensare di sfiorare, oltre a una velocità che esula dai limiti di un mortale. I movimenti complessi non sono più un ostacolo, spiccare balzi, salti e rocambolesche fughe diviene facile come respirare, inoltre l'equilibrio riceve un discreto miglioramento che permette al ragazzo di correre anche su superfici esigue o scivolose. Inoltre la rapidità eccezzionele lo rende capace di scatti improvvisi, i quali rendono il giovane quasi imprendibile ed è difficile scorgerne con esattezza i movimenti. Ogni singolo movimento diventa qualcosa di sicuro, rendendo facile schivare ad esempio colpi in arrivo o far perdere le proprie tracce in poco tempo, sfruttando percorsi preclusi a umani senza nessun allenamento specifico e percorrendo grandi distanze con facilità. Il biondo non ha bisogno della forza, gli basta solo colpire al momento giusto come un vero killer per poi sfuggire e senza lasciare nessuna traccia.
    [Power Up Agilità 50% - Velocità 50%]

    ₪ Vy ne slyshite ~ Non puoi sentirmi
    Il silenzio per un assassino è l'alleato numero uno su cui poter contare, seguire il bersaglio senza che esso se ne accorga, arrivare alle spalle e colpire senza dare neanche il tempo alla vittima di rendersi conto di quel che le succede intorno. L'allenamento speciale a cui Dimitriy si è sottoposto ha sviluppato anche questa fondamentale capacità per fare un lavoro come quello, infatti il giovane riesce a distribuire il peso così bene che i suoi passi sono diventati impercettibili ed è quasi impossibile riuscire a sentire qualche suono provenire da lui a meno che non sia lui stesso a volerlo. Anche durante la corsa il suo rumore non viene influenzato e sarà silenzioso proprio come un felino, a patto che tutto il suo equipaggiamento sia ben fissato e non abbia nulla che fa rumore, benché riesca a controllare il suo corpo ciò sarebbe più complicato nel caso ci fosse qualcosa che fa rumore senza il suo volere.
    [Il personaggio non produce nessun suono muovendosi]

    ₪ Krovozhadnostʹ ~ Sete di Sangue
    Durante il suo addestramento, Dimitry ha capito che non è sempre necessaria la forza bruta per colpire con efficacia il nemico, tempismo ed abilità possono produrre una seria lesione al posto di un graffietto da poco. Il biondo assassino sa questo concetto e lo sfrutta a modo suo, in uno stile creato da lui stesso dopo lunghi ed estenuanti allenamenti, fino a rendere tale capacità quasi innata, capace di rendere molto più infidi e letali i colpi che infligge; mirando con naturalezza agli angoli più fragili o debilitanti, come ad esempio un’arteria ed alterando le normali angolature dei colpi è in grado di causare danni solamente in apparenza minori. Colpendo l'avversario nel punto giusto, l'assassino riesce a causare traumi inattesi al sistema circolatorio; questo tende a causare una maggiore fuoriuscita di sangue dalle ferite così inferte, causando una minaccia concreta anche con il più stupido dei taglietti. Proprio come alcuni temibili malattie, infatti venire colpito in questo modo crea una maggiore difficoltà nel sopportare i successivi assalti; una debolezza che apre la via a minacce ben più pericolose, avvicinando di un passo la fine della vita del bersaglio.
    [La precisione dei colpi è tale da causare danni al sistema circolatorio nemico aumentandone così il sanguinamento.]

    Tecniche utilizzate:
    ₪ Kak Vspyshka ~ Come un Lampo
    Vi era un motivo se nell'Organizzazione Dimitriy era chiamato il Lampo e se qualcuno avesse chiesto il motivo, la risposta sarebbe sata semplice, quel ragazzo era velocissimo. A volte era quasi inumano, ma quando lui decideva di correre, beh, lo faceva meglio di chiunque altro. Come un lupo che corre dietro al cervo che cerca di sfuggire alla morte, per il biondo era la stessa cosa quando inseguiva il suo bersaglio, braccandolo e raggiungendolo senza uno sforzo apparente, raggiungendo la sua preda in poche falcate e affondando gli artigli nella sua carne, chiudendo così il lavoro. In molti restavano sbalorditi dalla sua capacità e quasi nessuno poteva prenderlo, per quel motivo anche dopo la sua fuga nessuno riuscì a riacciufarlo, era imprendibile proprio come un lampo.
    [Power Up Velocità - Variabile: Basso]

     
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    Viaggiatore dei Mondi

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    L'uomo con il dono, invece, si diresse verso l'armeria [...]

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    Era nera.
    Si insomma, quando aprimmo quel sacco e decidemmo di comporla, capimmo subito dal suo colore che aveva qualcosa di ineccepibilmente diverso dal solito. Era molto bella, per essere una corazza; certamente di così caratteristiche io non ne avevo viste, nemmeno i miei compagni seppero distogliervi lo sguardo. Rimanemmo lì a fissarla a lungo, tanto a lungo che d'improvviso pensai che mi stesse parlando. Dapprima ero sicuro d'averlo sognato - ero stanco, il turno di guardia mi aveva ucciso - ma poco alla volta ne ero certo: ella mi chiamava.
    Quasi immediatamente mi voltai, e notando che nessuno degli altri mi guardava, sfilai l'elmo e lo indossai. Subitamente una mano mi toccò una spalla, assieme al brivido per lo spavento mi piovve addosso una lavata di capo. Tuttavia, diversamente dal mio solito, non accettai quel rimprovero, non da parte di Erbert che non faceva altro che poltrire... Lo spintonai. Lui spinse me. Io di nuovo lo urtai con forza, fino a farlo cadere. Ivh, Avid', Maccio balzarono sui loro posti, dandomi addosso. Io non capivo, e nemmeno loro: quella cosa mi parlava, voleva che la indossassi. Perché loro non la sentivano? Avrebbero capito, pensai. E intanto già afferravo la mia spada rugginosa, cosicché il primo fendente lanciato alla cieca aveva già reciso il braccio testo di Ivh, che cadde a terra piangendo dal dolore. Avid' e Maccio mi furono addosso, seguito brevemente da Erbert, che tentennò prima di decidersi a darmi addosso. Mi si sfilò l'elmo... ora ero sicuro che lo sentivano anche loro: da che volevano che io me lo togliessi, stavano litigando a chi dovesse prenderlo. In un'attimo Avid' aveva sgozzato Maccio, mentre Erbert - a tradimento - aveva infilzato il vincitore alle spalle; poiché però si era distratto a guardare l'amico morente, non mi vide agitargli contro la spalla e così la sua espressione sorpresa gli rimase perennemente impressa su quella sua testa mozzata, ora ruzzolante in terra.

    Il tutto s'era svolto fin troppo rapidamente.
    Nessuno rumore eccessivo, a parte qualche gridolino e qualche arma caduta a terra. Non mi preoccupai che qualcuno avesse sentito, poiché l'armeria - per mia fortuna - non era così estesa da rendere chiassosi i rumori. Insomma, avrei dovuto sparare una palla di cannone per allertare qualcuno. Sicuro di me, iniziai a vestirmi: gambali, pettorale, guanti ed elmo. Avevo tutto. No, non tutto. Mi mancava qualcosa... un'arma. Pensai di prenderne qualcuna, però come tentai d'afferrare qualcosa dall'armeria sentì come un ripudio attraversarmi il corpo. L'Armatura aveva una sua arma e voleva solo quella; e quando la vidi, l'Ammazzadraghi, ebbi un fremito. Era lei. Era per me. L'avrei presa...
    e cedevo in cambio la mia umanità.

    Angolo
    Informativo


    Status Fisico
    In perfetta salute

    Status Mentale
    Euforico dopo aver indossato la corazza

    Status Mana
    100%

    Spirito del Berserk
    In qualità di forma spiritica della furia e della collera, lo Spirito Berserkir riunisce in sé tutte le peggiori caratteristiche dell'ira funesta: la violenza, l'arroganza, la voglia di morte e distruzione. Tutte queste non sono però distinte all'interno dell'entità, poiché, chi vi entra in contatto, spesso e volentieri le avverte come un flusso continui di emozioni negative, che lentamente soffocano l'ego verso profondità ed abissi conosciuti. Tale è l'immedesimazione che avviene fra il Berserkir e colui che indossa l'armatura, che quest'ultimo tende a identificarsi con l'incarnazione della furia, parlando, infine, come se fosse un tutt'uno con essa. O essa stessa.

    Tale processo è principalmente dovuto a una potente malia che l'armatura e lo spirito che la abita, esercitano sul portatore un influsso graduale ma potente, il cui risultato consta nella cancellazione della personalità altrui a favore del Berserkir, che diviene infine la unica e sola entità predominante nello spirito e nella mente. Si tratta, quindi, di una influenza psicologica passiva che avviene solo sullo sfortunato che veste la corazza, avente lo scopo di dominarlo in tutto e per tutto (la passiva non ha alcun effetto sul personaggio di un'altro giocatore).
    [Passiva - Influenza Psicologia fino a livello Medio ]

    Armatura
    Nessuno conosce la sua origine. E tanto meno, a chi la indossa è dato interesse né sulla sua fattura, o tanto meno su chi per primo l'abbia indossata. L'armatura proviene da un'antichissima città nanica e fu, a suo tempo, sigillata in un portale dimensionale poiché ritenuta un'oggetto troppo potente e rischioso, per chiunque osasse indossarlo. Composto da una lega nera particolare (paragonabile al ferro), si dice che vi inabiti uno spirito furente e vendicativo, che solerte si impadronisce di chi indossa le vestigia muovendolo secondo i propri accordi. Ovviamente, nessuno ha mai potuto confermare tutto ciò, dal momento che colui il quale si ritrova a indossarla finisce non vive abbastanza da descriverla al prossimo proprietario.
    [ Equip - Armatura ]

    L'armatura non è soltanto capace d'attutire i danni che subisce, ma infonde in chi la indossa una sensazione che tende a far dimenticare il dolore; esso non scompare, né viene cancellato, ma il flusso di emozioni furenti ribolle così tanto che una ferita verrebbe semplicemente ignorata. Tale fattore è in realtà progressivo, laddove la capacità di non avvertire il dolore deriva per lo più dall'uso prolungato della corazza.
    [ Passiva - Immunità Dolore ]

    La prima sensazione provata dagli sfortunati possessori della corazza, sono i movimenti concessi o eseguibili, che lentamente vanno rassomigliando sempre più a quelli di un'animale o di una bestia feroce. Più che d'agilità, si può parlare della capacità d'eseguire tutta una serie di movenze che un normale umano non potrebbe mai eguagliare: balzi sovrumani, giravolte a mezzaria, il poter usare come trampolo di salto quasi ogni superfice, fosse pure verticale... Sono solo alcune delle qualità eseguibili con la corazza addosso.
    [ Passiva - Movimenti Bestiali ]

    Ammazzadraghi
    Lo si potrebbe descrivere soltanto come un grosso, grezzo, brutale pezzo di ferro. Ha solo vagamente la forma di una spada, e non da l'idea di poter essere maneggiato con grande maneggevolezza o senza una particolare abilità. E tuttavia, esso appartiene ad una categoria di armi create per disarcionare i cavalieri, tranciando di netto le gambe delle loro cavalcature. L'Ammazzadraghi in particolare serba una storia unica: ideata da un vecchio fabbro chiamato Goto, fu ideata per commissione del Re con il solo scopo d'uccidere perfino un drago; dal momento che nessuno era in grado di maneggiarla, tanto meno di sorreggerla, Goto fu perseguitato e costretto a fuggire su un remoto cucuzzolo di una montagna. Fu poi passata ad un guerriero nero, le cui notizie da quel momento furono incerte. Se non altro, la spada rimase sempre in compagnia dell'Armatura, come se lo Spirito l'avesse scelta come sua arma personale.
    Ciò che colpisce dell'arma, più di tutto è la sua immensa lama; essa è lunga circa tre metri e supera, in totale, perfino chi la brandisce. Ciò la rende mostruosamente ampia, sia nei fendenti che negli affondi, tanto da rendere quasi vano, in battaglia, porsi a lunga o a media distanza. Benché le sue dimensioni possano rappresentare un problema nella distanza ravvicinata, non bisogna sottovalutare né l'enorme lunghezza dello spadone... e nemmeno il folle che la brandisce.
    [ Equip - Arma ]

    Braccio meccanico
    Il guerriero nero che possedette l'armatura prima che fosse spedita in una prigione dimensionale aveva un braccio artificiale, metallico, che tuttavia si fuse con l'armatura diventandone parte integrante, con tutti i marchingegni e le diavolerie che vi erano già sopra. Esso è infatti ideato per nascondere o montare alcune piccole armi, che il guerriero nero era solito adoperare a suo favore nelle difficili battaglie che era costretto ad affrontare.
    Poiché si tratta di un arto del tutto artificiale, impossibilitato a rispondere ai comandi di chi lo detiene, esso sarebbe totalmente inutile se non possedesse un magnetismo particolare: il braccio è infatti ideato per non perdere facilmente la presa dell'Ammazzadraghi, pur non ancorandolo a sé. Ne risulta che l'arto favorisce l'uso della spada e limita le possibilità per cui essa sfugga dalle mani dello spadaccino, lasciandolo disarmato.
    [ Equip - Braccio Meccanico Magnetico ]

    Altro prima che fosse aperta la quest avevo già iniziato a far valutare alcune modifiche al piggì, riguardo delle passive; la seguente vale come richiesta di poter, eventualmente, modificare la scheda a revisione completata^^

     
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    Rapidi. Silenziosi. Letali. Efficienti.
    Per poter entrare a far parte degli Eversori, bisogna far propri almeno due di questi aggettivi.
    Bisognava essere pronti a qualsiasi evenienza, essere capaci di escogitare qualsiasi piano potesse far raggiungere l'obbiettivo sperato.
    Andavano prese decisioni difficili, a volte. A volte addirittura immorali.

    Mentre Zimmer veniva scortato verso le camere private di Rashid, il piccolo Boggart si dispiacque sinceramente per chiunque fosse capitato di indossare quell'armatura infernale.
    Pesanti porte di legno e pietra vennero aperte, fino al raggiungimento delle camere dell'uomo che si era attirato le ire dell'organizzazione. Uomo che accolse il suo destino con un sorriso soddisfatto sulle labbra.



    ~


    Il primo Eversore a muoversi fu il Russo.
    Zimmer nutriva forti speranze in Dimitry, e come ogni Eversore che agiva sotto di lui, si fidava come se lo conoscesse da anni. Chi portava l'occhio dell'eversione era degno della fiducia del Boggart, e questo non era certo poco.
    Il killer riuscì a sfruttare tutte le occasioni che il molliccio gli offrì, attirando su di se l'attenzione.
    Riuscì a sfruttare quei pochi punti ciechi nella guardia di quel palazzo, attraversando non visto l'intero cortile balzando di palma in palma, fino a raggiungere una breccia in quelle mura alte e dominanti.

    Una porta, stupidamente lasciata aperta, venne prontamente sfruttata. Silenzioso e letale, Dimitri entrò e...
    ”Ehy!”
    Una voce lo sorprese appena dentro, prima che potesse in qualche modo occultare la sua presenza.
    Una voce femminile, ma massiccia al tempo stesso.
    L'ambiente in cui si trovava era luminoso e in qualche modo pulito, nonostante comunicasse con l'esterno polveroso.
    La stanza era grossa abbastanza da ospitare una mezza dozzina di persone, ma l'arredo era limitato a una grossa credenza carica di frutta e di verdura e un numero imprecisato di dispense contenenti piatti e altre vettovaglie.
    Al centro, un grosso tavolo ospitava un grosso maiale morto, ancora intero. Dietro di lui, un focolare ora spento doveva fungere da forno.

    Era capitato nelle cucine del palazzo evidentemente, e quella voce apparteneva a un donnone grossa quanto un armadio che brandiva un mattarello come fosse il mitico Mjöllnir.
    ”Mi era sembrato di essere stata chiara l'ultima volta! Niente guardie nella MIA cucina!”
    Forse, la copertura del Russo non era ancora compromessa. Chissà, la cosa poteva anche andare a suo vantaggio... ma la partita andava giocata bene, pena l'esito della missione.

    ~


    Un altro individuo era stato suo malgrado trascinato nella spira degli Eversori.
    La povera guardia, caduta sotto la maledizione dell'Armatura nera, si era visto partecipe di una carneficina che vedeva come protagonisti i suoi amici, i suoi compagni... ma che lo vedeva come unico vincitore.
    E ammettiamolo, quelle vestigia gli piacevano. Gli piacevano da impazzire.
    La porta che comunicava con l'esterno venne aperta da l'ennesima guardia, che sbadigliando entrò nella piccola caserma sbadigliando.
    ”Avid' , vecchio bastardo! E' arrivato il tuo turn...” le parole morirono in gola alla guardia, non appena questa si rese conto di cosa era successo in quell'edificio.
    ”Ba..bastardo!” esclamò l'uomo, non riconoscendo quello che probabilmente era stato un suo amico.
    La sua reazione fu fulminea, ma influenzata dalla sorpresa e dalla paura. La mano scatto verso la tasca interna della veste: la guardia tirò quello che aveva appena sequestrato ai mercanti della carovana arrivati assieme al Boggart: dell'esplosivo artigianale.

    Era una pratica comune per le guardie di quel palazzo riscuotere un pagamento “extra” dai carovanieri che fermavano, spesso in merci, spesso in armi provenienti dalle forge del quartiere delle Ceneri.
    Quello che la guardia aveva appena preso era una piccola sfera di terracotta piena di polvere nera, altamente infiammabile.
    Tuttavia, come ho già detto, la guardia non era esattamente in se in quel momento, altrimenti si sarebbe accorto che la superficie in pietra della caserma era ormai lorda di sangue.

    La più patetica delle fini: la guardia scivolò e la bomba si frantumò ai suoi piedi, innescando la reazione che lo spedì al creatore, assieme a buona parte del muro dietro di lui e della porta da cui era appena entrato.

    Da fuori, un denso fumo nero si alzò subito dopo l'esplosione. Le guardie di stanza al cortile si affrettarono ad avvicinarsi per capire cosa fosse successo, a cosa fosse dovuta quell'esplosione.
    Qualcuno, già allarmato, mise mano alle spade, chi agli archi.

    Ma probabilmente, era già troppo tardi per loro.

    ~

    ”Prego, Eversore. Siedi pure alla mia tavola.”
    Un tono autoritario e sicuro del proprio potere accompagnò all'interno della stanza il Boggart, che come suggeritogli, si sedette su uno dei tanti cuscini colorati che riempivano la camera.
    Avid' lo osservò sorridendo, chiedendosi quale mercenario ammettesse fra le proprie fila uno sgorbio sgraziato come quello.
    Il Boggart, dal canto suo, mantenne un atteggiamento rispettoso e fiero, da buon portavoce.
    Tuttavia rimase in silenzio, guardandosi attorno ammirando la stanza, come se del suo ospite non gli importasse minimamente.

    Questi, giustamente, si spazientì.
    ”Forza, goblin. Hai chiesto udienza, parla. Quanto vogliono i tuoi capi? Posso darvi un ingaggio come non ne avete mai visti prima.”
    Zimmer subito si riscosse, come se si fosse accorto solo ora che Avid' era li con lui.
    Oh? Me no è Goblin, bipede barbuto. Me è Boggart. osservò con tono neutro, mentre si alzava dai cuscini e finalmente soffermava il suo sguardo sull'uomo.
    Ingaggio? Forse tu ha confuso idee. Io è qui per contrattare prezzo.
    Le parole del molliccio furono accompagnate da una forte esplosione.
    Prezzo di tua vita, io intende.
    Un ghigno si dipinse sul volto del Boggart.



    CITAZIONE
    Olè olè!
    Riesco a postare anche dall'ospedale, fatemi una statua e ammiratemi per moltissimo tempo [Cit.]

    Russolo! Complimenti per l'infiltrazione, obbiettivo raggiunto e archivement sbloccato.
    Però... ti ritrovi ad avere a che fare con un donnone nerboruto e armato di mattarello.
    Hai la fortuna di non essere riconosciuto come un nemico, ma come una guardia del palazzo.
    A te la mossa: nulla ti vieta di uccidere la donna e passare avanti, vedi tu. Sono curioso di vedere come si comporterà il tuo personaggio.
    Nota: la tua azione si svolge qualche minuto prima di quella di Berserk (tu sei partito quando lui non era ancora stato consegnato a quella povera guardia) quindi hai un po di tempo prima che avvenga l'esplosione, udibile ovviamente anche da li.

    Berserk! Come si dice, avere un abito per ogni occasione. La tua carneficina ovviamente ha avuto successo, hai trucidato, anche se indirettamente in qualche caso, quei poveretti, fino a prenderti sotto la tua ala protettrice quel povero pirla.
    E di pirla continuiamo a parlare: quello che entra nell'armeria e ti scopre ne è un esempio bestiale. La sua performance apre un buco nel muro che da sul cortile, e una coltre nera impedisce alle guardie fuori di vederti ancora. Cosa vuoi di più? Una femmina boggart? Non te la consiglio.
    Le guardie fuori sono almeno una decina, armate di spade, qualche alabarda e archi vari.
    Fai del tuo peggio.


     
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  5. _MajinZ_
     
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    La cosa più seccante quando ci si infilava in un luogo di cui non si sapeva nulla, era quello di finire proprio davanti agli occhi di qualcuno che si trovava nella stanza. Dimitriy fu abile ad infiltrarsi, ma ovviamente dall’esterno non poteva sapere che oltre quella porta lasciata per fortuna aperta si trovava qualcuno, oltre al fatto che non sapeva si trattasse delle cucine. Però quello sembrava essere il suo giorno fortunato, così una situazione normalmente rischiosa tornò utile al Biondo, il quale prese la palla al balzo.
    Appena entrato in quella stanza, la voce di un donnone gigantesco arrivò giunse alle orecchie dell’assassino, il quale quasi si paralizzo davanti alla porta, mantenendo comunque la sua solita flemma. Strinse la presa sull’impugnatura del Banchetto di Sangue mentre si voltava, incontrando la figura di una donna enorme armata di un pesante mattarello, la quale aveva un che di... Mitologico? Comunque, gli occhi di ghiaccio incontrarono quella figura, osservandola per alcuni istanti senza dire una parola, cercando di cogliere dettagli fondamentali come faceva di soli. Anche se apparteneva al sesso femminile sembrava una tipa forte, quindi per batterla bisognava giocare di astuzia o sfruttare qualcosa che la cogliesse di sorpresa ma, per fortuna, quella donna non l’aveva riconosciuto come nemico, bensì come un membro delle guardie di quel luogo. La cosa era molto buona. Il Russo così cercò di immedesimarsi nel ruolo, maledicendo le lezioni di spionaggio saltate quando si trovava all’Organizzazione, preferendo quelle di infiltrazione silenziosa. Comunque, il ragazzo si toccò lo stomaco, esibendo un sorriso mesto e falsissimo, che però cercò di rendere veritiero, doveva accumulare tempo prezioso e quello fu l’unico piano che gli venne in mente. L’unico che non prevedeva la morte di quella persona.
    Il mio stomaco mi ha guidato... Non potrebbe donare una mela o qualcosa di commestibile ad un povero ragazzo affamato? La prego, potrei morire.
    Si era talmente immedesimato nella parte che si lasciò andare ad un’interpretazione melodrammatica, fissando quasi triste la donna che l’aveva colto in flagrante, sperando che la sua recitazione fosse credibile. Non ci sperava troppo e di certo sperava che gli altri non lo vedessero mai comportarsi così, era troppo lontano dal suo essere e sicuramente comico. E a lui la comicità non piaceva proprio. Comunque, il giovane sfrutto quegli attimi per guardarsi un po’ attorno, notando solo un maiale morto posizionato sopra un lungo tavolo, in prossimità di un ampio forno, luogo adibito alla cottura del suino, oltre a una grande credenza ricca di verdure e frutta, infine varie dispense per le vettovaglie. Era proprio una cucina fornita.
    In cambio potrei aiutarla con il... maiale.
    Ok, forse ora si stava allargando un po’ troppo, non poteva permettersi che quella donna lo scoprisse, la missione poteva andare a farsi benedire e non aveva proprio intenzione di combattere contro i soldati del panzone, quindi era meglio fare qualsiasi cosa per far procedere il suo compito speditamente e senza nessun intoppo. Però cercare di guadagnare tempo si rivelò molto utile, visto che in quella manciata di minuti l’alleato aveva iniziato a muoversi, facendo proprio un bel casino all’estero, che era ciò che serviva al biondo in quel momento. Infatti, sfruttando la sorpresa che avrebbe causato l’esplosione nella cuoca, Dimitriy fu rapido come un falco, scagliandosi contro la donna sfruttando la sua conoscenza del combattimento ravvicinato per sferrare una serie di sei colpi, non voleva ucciderla, ma solo metterla fuori combattimento per un po’. Il primo colpo, un calcio, venne scagliato dietro il ginocchio così da far perdere l’equilibrio a quella tipa che era il doppio dell’assassino. I successivi colpi però andarono a colpire la bocca dello stomaco con due pugni ben assestati, afferrando quindi il braccio, il russo cercò di tirarla verso di se per poi provare a sferrare un colpo sotto l’ascella, così da colpire il nervo li presente, il quale avrebbe scatenato un intenso dolore se colpito. Infine gli altri colpi miravano a colpire il volo e quindi un ultimo colpo, sferrato con il taglio della mano dietro la nuca della donna, sperando che quella serie di attacchi andasse a segno, mettendo così a nanna la cuoca.
    Successivamente, nel caso l’assalto fosse andato a segno, il Lampo avrebbe esplorato la cucina stando attento a ogni movimento, anche quello più piccolo, sfruttando il buio alla ricerca di un passaggio che lo conducesse verso il basso, verso la zona dove si celava il suo obiettivo. Ovviamente non poteva sapere quando fosse forte quella donna, ma sfruttando l’effetto sorpresa avrebbe cercato di stenderla senza ucciderla, così da proseguire nel suo cammino senza perdere troppo tempo... E senza allarmare nessuno, lasciando tutto il lavoro sporco allo sfortunato che aveva indossato l’armatura nera. Quello si che era un tipo veramente sfortunato.



    CITAZIONE
    Stato fisico: Ottimale (?)
    Stato mentale: Concentrato
    Energia: 85%

    Abilità Passive:
    ₪ Vy ne mozhete vzyatʹ ~ Non puoi prendermi
    [Power Up Agilità 50% - Velocità 50%]

    ₪ Vy ne slyshite ~ Non puoi sentirm
    [Il personaggio non produce nessun suono muovendosi]

    ₪ Krovozhadnostʹ ~ Sete di Sangue
    [La precisione dei colpi è tale da causare danni al sistema circolatorio nemico aumentandone così il sanguinamento.]

    Tecniche utilizzate:
    ₪ Zakhvat, Udar i Razrushitʹ ~ Afferra, Colpisci e Abbatti
    La prima cosa che insegna l'Organizzazione è il combattimento con le mani nude, usando il proprio corpo come un'arma e divenire letali tramite essa. E' un misto di varie arti quella che insegnano, non si tratta di un'arte marziale pura, ma una speciale serie di colpi precisi e potenti, utili per mettere fuori gioco un bersaglio in poco tempo, giocando con una serie di leve per disarticolare le ossa e poi spezzarle, oltre ad una serie di colpi potenti per spezzare ogni difesa, prima che il bersaglio se ne accorga. Agli studenti viene data un'infarinatura generale, ma ognuno è libero di personalizzare i suoi attacchi come più lo aggradano, plasmando così il proprio stile per diventare qualcosa di unico, così che nessuno possa mai prevedera quali mosse userà la pedina dell'organizzazione. Tre parole compongono le regole del corpo a corpo nell'Organizzazione, tre parole uguali per tutti ma dalle molteplici interpretazioni, che alla fine però si riuniscono tutti in una strategia comune: Afferra il nemico quando non ti vede, Colpiscilo con forza e Abbattilo al suolo, in quel momento esso sarà in tuo potere.
    [Serie di colpi: Quattro con un consumo Basso, Sei con un Medio, Otto con un Alto e Dieci con un Critico.]

    Note: *costruisce una statua per Netro, anzi due* :nod:

     
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    Viaggiatore dei Mondi

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    ...ma che lo vedeva come unico vincitore.

    Mi ergevo con il petto come se avessi l'inferno a gran dispitto.
    Mi guardavo intorno. Non c'era nessuno. Respiravo lentamente gli umori di sangue, mentre decidevo cosa fare, o chi uccidere per primo. Volle il fato che fossero le mie vittime a raggiungermi, non viceversa. Così ecco entrare nell'armeria un completo idiota, che balbettando qualcosa contro di me sembrò sobbalzare dallo spavento. Lo vidi tirare fuori qualcosa di strano, per poi subito scivolare e far cadere quell'oggetto in terra... Esplose, la bomba dico, divorando quel perfetto idiota e aprendomi una via verso l'esterno. Con un sorriso maligno sul viso, misi il naso all'aria aperta, circondato da un polvere che copriva me alla vista altrui e gli altri alla mia. No, che dico: mi bastò concentrarmi per un poco, ed ecco che riuscivo a percepirli anche dietro la coltre polverosa.
    La mia corsa folle era tutta per loro: come una bestia ero già verso quelli armati di arco, deciso a sventrarli rapidamente; l'armatura sembrava rammentare qualcosa da un passato distante, come una battaglia ove, a causa di alcuni balestrieri, aveva avuto non poche grane. Già, perché l'Armatura mi parlava, lei mi diceva cosa fare e chi colpire. Io obbedivo soltanto.
    Ovviamente, non mi sarei fermato soltanto a quelli armati di arco, ma avrei cercato di ucciderne quanti più potevo usando la lunghezza incredibile del mio spadone. E m'eccitavo fortemente all'idea...

    Angolo
    Informativo


    Status Fisico
    In perfetta salute

    Status Mentale
    Euforico dopo aver indossato la corazza

    Status Mana
    100% - 10% = 90%

    Spirito del Berserk
    già citata
    [Passiva - Influenza Psicologia fino a livello Medio ]

    Armatura
    già citata
    [ Equip - Armatura ]

    già citata
    [ Passiva - Immunità Dolore ]

    già citata
    [ Passiva - Movimenti Bestiali ]

    Se vedere un uomo in armatura fare movimenti bestiali può suscitare sorpresa o scalpore, vederlo maneggiare armi di grossa taglia come fossero ramoscelli o mazze da scopa dovrebbe, quanto meno, suggerire la via di fuga più rapida dalla battaglia; colui che si veste della corazza, infatti, ha la capacità di svirgolare l'enorme Ammazzadraghi con una maneggevolezza inusuale. E' sufficiente difatti una singola mano per sferrare colpi ben assestati, il che può solo lasciare immaginare quale brutalità si celi qualora lo spadone venga usato con entrambe le mani.
    [ Passiva - Maneggevolezza ]

    Lo scopo principale del Berserk è il combattimento, ed è per tale motivo che esso ha necessità di poter combattere ad oltranza. In particolare, esso ha la capacità di rigenerare il proprio mana cibandosi di mostri, creature o perfino esseri umani. Tale potere non è utilizzabile in duello ma esclusivamente in scene gdr o Quest, con il previo consenso del QM; inoltre, il Berserk può nutrirsi solo di PNG già uccisi, e solo se questi non sono fondamentali o necessari al gioco. La quantità di mana ripristinata inoltre dipende dal numero di corpi divorati, ed anche dalla qualità degli stessi. Infine il successo del ripristino è lasciato decidere a chiunque gestisca la caccia, la ruolata o la Quest... potendo anche, in caso, fallire; idem anche la quantità di mana rigenerato non può essere decisa autonomamente, ma rimandata a decisione di chi muove le fila del gioco (ogni utilizzo scorretto della tecnica comporterà notevoli sanzioni).
    [ Passiva - Combattimento Forzato ]

    Ammazzadraghi
    già citata
    [ Equip - Arma ]

    Braccio meccanico
    già citata
    [ Equip - Braccio Meccanico Magnetico ]

    Quanto più schiavi si diventa dell'armatura, più lo spirito che vive in essa si infonde nell'anima del malcapitato, a tal punto ch'esso ne copre la maggior parte dei sensi, distorcendoli. In particolare, l'utilizzatore dell'Armatura acquista un singolo senso, che chiameremo Auspex, che tuttavia trasfigura qualsiasi entità in movimento, in un'area variabile (15 metri a Basso, 30 a Medio, 60 ad Alto e 120 metri a Critico), tale che agli occhi del Berserk essa appaia come una creatura abberrante. Tale visione permette quindi di percepire chiunque si trovi nel suddetto raggio d'azione, che sia uomo, spirito, cane, gatto... ma non consente di distinguere fra amici e nemici e questo porta ad un'attacco indiscriminato tanto agli uni quanto agli altri.
    [ Attiva Auspex, Consumo Variabile Medio x 2 Turni ]

    Altro Mi avvantaggio della polvere creatasi e usi l'Auspex a Medio per due turni, quindi Basso in questo e nel prossimo, per avvertire entro 15 metri le presenze nemiche; a quel punto, vado giù d'attacchi fisici XD

     
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    TRUE LOVE IS POSSIBLE ONLY IN THE NEXT WORLD — FOR NEW PEOPLE. IT IS TOO LATE FOR US. WREAK HAVOC ON THE MIDDLE CLASS.

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    La donna parve osservare a lungo il volto del giovane davanti a lui, che si era presentato come una guardia affamata, pronta ad aiutarla in cambio di qualche boccone rubato dalla dispensa.
    Il suo sguardo era arcigno, imperturbabile. Era chiaro come il sole che non apprezzava la presenza di quella che credeva fosse una guardia.

    E forse, ma questo non ci è dato saperlo, disprezzava tutte le guardie, i mercenari, le creature che la costringevano a lavorare in quella fortezza giorno e notte, instancabilmente.

    Fu quasi sul punto di urlare al giovane di togliersi dai piedi, e che se voleva mangiare avrebbe dovuto attendere l'ora di pranzo come tutti gli altri.
    Ma qualcosa di inaspettato la frenò.
    Una vibrazione, accompagnata da un boato, scosse le mura di pietra della cucina, facendo cadere a terra alcuni piatti che si frantumarono al suolo. Distratta a quel rumore stridulo, la donna non vide minimamente arrivare il primo colpo dell'Eversore. Anzi, si rese conto che il ragazzo la stava colpendo solo dal quarto colpo incassato.

    Poi buio. La donna perse i sensi, e rovinò a terra, sanguinando dal volto martoriato.
    L'ultima immagine che vide, offuscata dalla mente che si spegneva, era quella di quel giovane che si guardava attorno, in cerca di qualcosa. Poi anche quell'immagine svanì.

    La cucina non era poi molto grossa: al di la della tavolata, una grossa porta in legno separava l'ambiente da un lungo corridoio, anch'esso in pietra, che portava alla sala da pranzo. Il corridoio era adornato da fiaccole che davano una luce spettrale, mentre un tappeto di velluto grigio adornava la pavimentazione.

    Da dentro la cucina, tuttavia, il russo poté sentire distintamente un gran rumore di passi venire dal suddetto corridoio, come se ci fosse un gran via vai. Un coro di voci concitate mormoravano di un guerriero Nero che stava decimando le guardie poste a difesa del cortile.
    Poi il silenzio.

    Probabilmente le guardie erano uscite a dar man forte ai loro compagni.

    ”Tu fai il giro dalla cucina, cerchiamo di accerchiare quel figlio di puttana!”
    Questa frase avrebbe dovuto far suonare un campanello d'allarme nella testa dell'infiltrato.

    I passi si avvicinavano alla porta di legno, ma sembravano solitari. Per quanto ne sapeva, oltre che a quella guardia ora il corridoio era nuovamente vuoto.

    Cosa fare? Affrontarla a viso aperto? Nascondersi da qualche parte nella cucina? E che fare del corpo svenuto della povera cuoca?
    Il tempo stringe eversore, ma la ricompensa sarà adeguata.

    Infatti, se Dimitry fosse riuscito a superare quell'ultimo ostacolo, il corridoio gli sarebbe apparso tempestato di porte, ma una in particolare sembrava scendere in quella che aveva tutta l'aria di essere una sotterraneo.

    ~
    Il fumo era alto e denso. Gli uomini nervosi quanto impreparati all'esplosione di quella che era stata la loro caserma. Come era potuto accadere? I carovanieri, ormai, era tutti fuori dalle mura. Nessuno era entrato, a parte quello sgorbio rosso.
    Per questo, quando lo schiavo dell'Armatura uscì mulinando la propria arma, le guardie non furono attente come avrebbero dovuto.
    Gli arcieri furono i primi a cadere. Non una freccia venne scoccata, non un urlo si levò dalle loro gole. Lo spadone tranciò i loro corpi di netto, e non contento continuò in una macabra danza, continuando a falciare vite. Come risvegliati dal torpore, i soldati cominciarono a reagire, cercando di parare quella spada, ma come poteva essere possibile?
    Quello era un oggetto troppo grande per chiamarlo spada. Troppo spesso, troppo pesante e troppo grezzo. Non era altro che un blocco di ferro.

    Il cortile si tinse di rosso, e poi il silenzio circondò l'ex guardia. Molti erano fuggiti, alcuni erano morti, altri giacevano a terra, rantolanti, in attesa di morire.
    La la sete di sangue dell'armatura era destinata ad essere lusingata da un altra sfida.
    Qualcosa, nell'aria, mutò.

    ~

    L'esplosione colse di sorpresa Avid' , ma ad onor del vero va detto che la sua reazione fu fredda e professionale. Invece che preoccuparsi, il padrone di quel palazzo sorrise, ricambiando il sorriso al molliccio.
    Con un semplice schiocco di dita, due schiavi comparvero nella stanza, silenziosi e praticamente nudi. Zimmer nemmeno li guardò.
    Questi andarono alla finestra che dava sul balcone, e tirarono completamente le tende e aprirono le imposte di legno, facendo in modo che la vista fosse libera da qualsiasi punto della stanza.

    Zimmer e Rashid ad-Din si sporsero per osservare come crescevano i semi degli Eversori nel giardino del signore di quelle dune.
    Il posseduto dell'Armatura nera stava sventrando uno ad uno le guardie presenti nell'aia.
    ”Non c'è male, amico mio. Non c'è male davvero.” commentò Rashid, accarezzandosi la barba compiaciuto. Si voltò verso il rossiccio come se fra loro si fosse sviluppata una certa confidenza.
    ”Se dobbiamo contrattare, contrattiamo pure.” commentò, suonando una piccola campanella. Il suono dovette rimbalzare verso qualche amplificatore, o forse era dotato di qualche potere magico, chi lo sa. Ma il suo suono si propagò in tutta la struttura.

    Le porte della fortezza vennero letteralmente scardinate, mentre quattro imponenti uomini uscivano dall'apertura con studiata lentezza.

    FFGP2



    Grossi. Muscolosi. Sorprendentemente veloci.
    Due si lanciarono senza emettere un suono contro il loro nemico, le gambe protese in un calcio micidiale.

    CITAZIONE
    Olè olè!

    Russolo: perdonami se ti confino ancora in quella stupida cucina, ma fidati, avrai modo di lasciarla presto.
    L'unico ad impedirtelo è un povero cristo che sta andando a morire contro Berserk. Poveraccio. Comunque, prima di farlo, passa proprio dove sei tu. Che farai?

    A tua discrezione l'inserimento di particolari nella cucina per riuscire a cavartela, sempre restando consoni all'ambientazione mi sembra ovvio.
    Come avrai notato, sto mettendo il tuo pg in varie situazioni, a seconda di come le supererai potresti ricevere elogi o critiche *risata malvaGGGia*
    A te la mossa X)

    Flà, sono sicuro che quei quattro bestioni ti ricordano qualcosa. L'immagine è di mero riferimento, il tizio al centro ancora non c'è.
    Le skill di cui dovrai tener conto sono un bel 50% alla forza, alla resistenza e all'agilità. Wooooo
    In oltre, i calci sono di un bel medio a testa.
    Facci sognare!


     
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  8. _MajinZ_
     
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    L’assalto improvviso a base di colpi ben assestati fece in breve tempo il suo lavoro, lasciando la cuoca a terra esanime. Al Russo non piaceva per nulla colpire i civili, però in quel momento era l’unica cosa che potesse fare visto che la sua incolumità era sicuramente più importante. Non poteva permettersi di farsi scoprire, compromettendo così l’esito della missione, ma doveva sfruttare qualsiasi cosa gli permettesse di procedere e quella donna era nel mezzo del suo cammino. Però il biondo si era ripromesso di non uccidere nessuno a meno che non fosse necessario, ma in quel caso aveva optato per renderla inoffensiva con la sua personale arte, così che probabilmente si risvegliasse dopo qualche ora solo un po’ dolorante.
    Comunque Dimitriy non poteva di certo lasciare il corpo svenuto della donna in quel punto, era troppo vicino alla porta da cui era entrato e vi erano alte possibilità che qualcuno la vedesse, insospettendosi e mettendo in allarme anche l’interno della fortezza. Così, rapidamente, il giovane afferrò il corpo in corrispondenza delle ascelle, sollevandolo il poco che bastava per tirarlo indietro, anche se a causa della stazza ci mise un po’ per spostarla. La donna svenuta venne quindi trascinata verso la penombra, oltre il tavolo fino ad uno spazio tra la credenza e la parete, così da rendere meno immediata la sua individuazione, visto che nessuno avrebbe guardato in quel luogo. Almeno in teoria.
    Una volta fatto ciò, il ragazzo avrebbe spostato l’attenzione dalla donna alla stanza, così da esplorarla meglio e capire dove muoversi. Non era poi così spaziosa, ma la cosa che attirò la curiosità dell’assassino fu quella porta in legno massiccio che divideva la stanza in cui si trovava da un altro ambiente e visto che non vi erano altre vie, quella era l’unica da prendere, sperando che conducesse alla zona che più interessava al naufrago: i sotterranei. Proprio dall’ambiente oltre la porta, però, arrivo alle orecchie del giovane un suono familiare appartenente a dei passi e delle voci concitate, probabilmente a causa dell’esplosione avvenuta all’esterno. La cosa che non piaceva al giovane era il fatto che venissero nella sua direzione, non voleva rischiare di affrontare qualcuno, anche perché nel caso si trattasse di una guardia non era certo di poterla mandare a nanna facilmente. La frase che udì poco dopo non fece altro che confermare i sospetti del biondo, ovvero qualcuno sarebbe passato di li e lui non poteva di certo farsi vedere.
    Rapidamente si mosse il Russo, correndo verso la parete dove era situata la porta, accovacciandosi oltre un mobile basso contenente varie spezie che solleticarono l’olfatto del biondo. Nella penombra Dimitriy appoggiò la schiena al muro mantenendosi basso, alla sua destra si trovava la porta proprio oltre il mobile e i passi che rimbombavano in quell’altro ambiente sempre più rumorosi. Da quei suoi ritmici poteva capire che la truppa si era divisa e nella sua direzione arrivava solo una persona, la quale si dirigeva rapida verso la cucina così da prendere alle spalle l’armatura che aveva già iniziato con la mattanza. Una cosa inutile, pensò il naufrago mentre aspettava in attesa nell’ombra, che il tizio muovesse i suoi passi sul tappeto grigio della cucina. L’assassino doveva cogliere al volo l’opportunità che si stava per creare.
    Nel momento in cui la guarda avrebbe aperto la porta, infatti, il Russo avrebbe atteso immobile che il soldato passasse oltre il suo nascondiglio. Una volta attesa quella manciata di secondi, il ragazzo si sarebbe mosso per intrufolarsi nell’ambiente oltre quella stanza, sfruttando la sua rapidità unita ai movimenti silenziosi che lo contraddistinguevano, muovendosi così oltre lo spazio lasciato dal passaggio della guardia che non richiuse la porta. Così, sperando che il nemico non si accorgesse della sua presenza e di quella della donna svenuta, Dimitriy si sarebbe trovato davanti ad un corridoio costellato di numerose porte, ma di cui una sola ne avrebbe attirato l’attenzione, l’unica porta che univa quel corridoio ai sotterranei che tanto bramava. Era diversa dalle altre, anche perché si sentiva una leggera corrente più fresca provenire da li, così senza pensarci due volte il biondo si sarebbe infilato in quella porta, cercando di fare la maggiore attenzione possibile.



    CITAZIONE
    Stato fisico: Ottimale
    Stato mentale: Concentrato
    Energia: 85%

    Abilità Passive:
    ₪ Vy ne mozhete vzyatʹ ~ Non puoi prendermi
    [Power Up Agilità 50% - Velocità 50%]

    ₪ Vy ne slyshite ~ Non puoi sentirmi
    [Il personaggio non produce nessun suono muovendosi]

    ₪ Krovozhadnostʹ ~ Sete di Sangue
    [La precisione dei colpi è tale da causare danni al sistema circolatorio nemico aumentandone così il sanguinamento.]

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    Grossi. Muscolosi. Sorprendentemente veloci.

    C'erano tante cose nella vita che valesse la pena provare.
    Il sesso, specialmente con due o tre donne, che fanno a gara a chi ti spompina per prima; poi c'era l'omicidio, che se veniva dopo una scopata dava ancor più piacere, tant'era piacevole sventrare la pelle morbida di una donna indifesa; per ultimo, anche se non era poi davvero così piacevole, c'era il combattere... lo sputare sangue, sudore e fatica nel tentativo di massacrare qualcuno. Specie se molto forte.
    L'Armatura del Berserk non concedeva nessun piacere, nessuna gioia: essa era un veicolo, o un'arma, un semplice vettore affinché ogni parte più recondita e malevola di noi stessi ha modo di sgorgar fuori, travolgendo chi sta incautamente davanti. L'Armatura non ha dunque nessuna funzione che sia atta a dare allegria; e tuttavia, la sensazione che essa dona è tale da rendere un uomo tremendamente libero, eppure dannatamente incapace di gestire questa libertà.

    Quindi, potevo mai io trovare divertente quello che stavo facendo? No, assolutamente: il guizzo arcigno del mio spadone trasmetteva solo e soltanto il bisogno impellente di uccidere, di distruggere e di massacrare. Non c'era altro. Frattanto, favorito dal fumo alto e denso, riuscivo a fare man bassa delle vite dapprima degli arcieri, cui nessun riuscì a difendersi; e quando gli altri si avvidero della tempesta piombata su di loro, non poterono e né riuscirono a fare alcunché. Un mare di sangue bagnò la terra fecondandola della Morte, la cui falce aveva adesso la sagoma dell'Ammazzadraghi e il suo nero mantello era quello che sventagliava alle mie spalle.
    Ma proprio quando ero sicuro di avere massacrato chi avvertivo mediante la sua percezione, s'accorse della presenza di qualcuno che, per una persona dotata di lucidità, avrebbe costituito una piacevole sfida. Per me, invece, era solo altre carne al macello.

    Il suono di un campanello annunciò l'arrivo di un nuovo nemico. Anzi, quattro. Questi sfondarono le porte della fortezza, dimostrando certamente una forza fuori dal comune. Niente che non avessi già affrontato: non potevano certo paragonarsi ai Titani del Recupero, al Wyrm di Granato... Cosicché quando i primi due balzarono all'attacco, non appena penetrarono i sette metri di percezione posseduti dalla Nera Corazza, mi fu possibile individuarne la direzione a dispetto del fumo. Sapendo già ch'erano prossimi a me, aguzzai la vista e quando li vidi sbucare, a gamba tesa, balzai. O almeno io sapevo d'aver balzato, perché così fulmineo sarebbe parso il mio movimento che, un'arco di cinque metri, l'avevo percorso in meno della metà del tempo che avevano impiegato loro ad attaccarmi. Benché, avrei notato dopo, che uno solo dei due calci era riuscito a cogliermi di striscio un fianco, provocando una forte contusione. Ma poiché non sentivo dolore -diversamente da loro- non fui obbligato a quantificare quanto subito, perché stavo già attaccando. Certo, loro non avrebbero visto la mia spada muoversi, perché il Taglio nel Vento era un così fulmineo fendente ch'era difficile notarne lo scatto; e così sei fendenti brutali erano appena partiti alla volta dei miei nemici, con tutta l'intenzione di schiantarsi sul loro collo e sulle articolazioni, di cui rispettivamente due sul primo e quattro per ogni arto. Poco interessato alla corretta riuscita dello stesso, mi sarei fiondato correndo verso gli altri due, rimasti invece fermi. Avrei effettuato un attacco fisico in orizzontale, per poi tuttavia curvare la mia spada allorquando i due avessero balzato per evitarla. Chissà che il vedermi maneggiare quello spadone di tre metri come fosse invece uno stocco, non incutesse loro il giusto timore verso di me.

    Angolo
    Informativo


    Status Fisico
    Danno di entità Bassa al fianco, con contusione estesa provocata dal calcio.

    Status Mentale
    Euforico dopo aver indossato la corazza

    Status Mana
    90% - 15% = 75%

    Spirito del Berserk
    già citata
    [Passiva - Influenza Psicologia fino a livello Medio ]

    Armatura
    già citata
    [ Equip - Armatura ]

    già citata
    [ Passiva - Immunità Dolore ]

    già citata
    [ Passiva - Movimenti Bestiali ]

    già citata
    [ Passiva - Maneggevolezza ]

    già citata
    [ Passiva - Combattimento Forzato ]

    Ammazzadraghi
    già citata
    [ Equip - Arma ]

    Braccio meccanico
    già citata
    [ Equip - Braccio Meccanico Magnetico ]

    Attivo dal turno precedente
    [ Attiva Auspex, Consumo Variabile Medio x 2 Turni ]

    Nessuno si aspetterebbe di vedere un'uomo in armatura e con appresso un grosso spadone scattare a velocità inaudita, permettendogli di percorrere in un tempo irrisorio una distanza di almeno cinque metri. "Fantasma del Miraggio" è invece proprio una particolare tecnica di spada che punta tutto sulla propria rapidità di movimento, sebbene il suo solo scopo consista nel permettere al Berserkir d'accorciare o allungare le distanze, favorendo azioni vuoi offensive vuoi difensive.
    [ Attiva - Consumo Basso ]

    "Taglio nel Vento", come suggerisce il nome, consiste nell'eseguire una serie di attacchi con lo spadone a grandissima velocità; l'effetto è tale che agli occhi di una vittima il Berserkir sembrerà non aver mai nemmeno alzato la sua spada, quando invece almeno sei fendenti vengono scagliati a casaccio, aprendo sull'ambiente - e possibilmente anche sul nemico - sei squarci inattesi. L'esecuzione di questa tecnica di spada è tanto immediata quanto utilissima in battaglia.
    [ Attiva - Consumo Variabile Medio ]

    Altro Dunque, sento la campana e il rumore delle porte sfondate; grazie all'Auspex attivo da prima, posso evitare i calci a Medio (ho considerato che, in questo caso, non valesse l'area d'effetto del colpo visto che la potenza è caricata sul calcio, non "sull'area"). Uso lo scatto rapido per schivare (supportato da Movimenti Bestiali), quindi atterro dietro di loro e casto Taglio nel Vento a Medio. Vado avanti e ingaggio gli altri due, con un attacco fisico orizzontale cui segue un'altro colpo atto a prevenire una loro schivata (il tutto supportato dalla Manegevolezza).

     
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    Una volta sgattaiolato fuori dalla cucina, il Russo si avventurò per il corridoio, facendosi guidare dall'istinto e scendendo le poche scale che conducevano alla porta che, con ogni probabilità, lo avrebbe condotto verso i sotterranei.

    La porta si aprì effettivamente su una scalinata di pietra massiccia che sprofondava nell'oscurità, rischiarata a tratti da delle fiaccole. I gradini erano umidi e talvolta scivolosi, ma la struttura sembrava veramente solida, come se risalisse a molto tempo prima.
    La rampa occasionalmente svoltava, fino a sboccare in un grande salone, completamente di pietra. L'ambiente era leggermente polveroso, il soffitto retto da quattro colonne di marmo dalle quali spuntavano quattro candelabri singoli che rischiaravano l'ambiente con le loro fiammelle incerte.
    Nonostante questi, l'ambiente era in penombra, anche se ogni elemento della sala, dopo qualche istante di concentrazione per abituare gli occhi, sarebbe stato perfettamente visibile.

    Si trattava di una cantina, le pareti ricoperte da tramogge cariche di bottiglie di vino, mentre sul fondo della sala riposavano due grosse botti di rovere, grosse quanto un elefante.
    A prima vista il Biondo sembrava proprio di essere capitato in un vicolo cieco.
    Nessuna uscita, nessuna stanza, niente di niente.
    Eppure, forse valeva la pena dare un occhiata più approfondita alla stanza.
    Intanto il primo particolare che il russo avrebbe potuto notare erano le orme concitate di numerosi piedi, calcate nella polvere del pavimento. A quanto pareva, fino a poco tempo fa li c'erano delle guardie... a guardia di cosa, di vino?
    Forse quella che aveva incrociato nelle cucine proveniva proprio da qui.

    Ad uno sguardo più critico, il giovane infiltrato avrebbe notato come una delle rastrelliere posizionate contro la parete a destra fosse leggermente scostata dalle altre. Le bottiglie che reggeva avevano un qualcosa di strano, effettivamente.

    Un altro particolare abbastanza strano era il fatto che una delle due botti non fosse scura sul fondo, indice di umidità e quindi testimone del liquido al suo interno.
    Proprio da quel lato, il candelabro a muro che spuntava dalla colonna era curiosamente spento... chissà come mai.

    ~



    Guidato dall'armatura, il suo schiavo riuscì dove i limiti dell'umano fallivano.
    Anche attraverso il fumo, grazie ai suoi poteri poté individuare i nemici e schivare in parte gli attacchi in arrivo.
    Il contrattacco, poi, fu fulmineo e devastante.
    Quella spada, così grossa, così pesante, quasi non si mosse, mentre i colpi raggiungevano i loro obbiettivi.
    I due bestioni avevano appena fatto in tempo a rimettersi in posizione dopo il calcio, quando quella scarica di fendenti li investì in pieno.
    Eppure, qualcosa riuscì a smorzare l'effetto che la tecnica avrebbe normalmente avuto avere. I due uomini si ricoprirono di tagli, ma non sembravano particolarmente infastiditi da quella situazione.

    L'attacco dell'armatura proseguì verso gli altri due, con l'intento di attaccarli con un fendente e prevenire così un loro attacco.
    Ma qualcosa andò storto.
    Il punto delle nere vestigia che era stato colpito dall'attacco si era improvvisamente colorato di rosso, come se si fosse illuminato.
    Durante la folle corsa animalesca dell'ormai folle schiavo, da quel punto dell'armatura si creò una catena dello stesso colore dell'armatura, che si conficcò con forza nel terreno, ancorando la creatura e impedendogli di proseguire nella sua corsa.

    I due guerrieri rimasti si sedettero a terra, a gambe incrociate, e cominciarono una nenia incomprensibile e concitata, come se si stessero concentrando per evocare chissà quale potere.

    A continuare l'attacco furono gli stessi attaccanti di prima, che partirono all'assalto questa volta da due direzioni diverse, uno balzando in aria e cercando di colpirlo con un calcio come in precedenza, l'altro invece tentò di scattare nella sua direzione, i pugni chiusi, nell'intenzione di scaricare un montante verso il proprio nemico.
    I due si muovevano silenziosamente, ma con una velocità impressionante.
    Anzi, sembrava proprio che i due fossero più veloci di prima.

    La situazione, inutile dirlo, iniziava a farsi spinosa.

    ~



    I due spettatori continuarono a osservare lo spettacolo dalla balconata del palazzo, commentando di volta in volta le azioni delle proprie pedine.
    "Non capisco, tuttavia, perchè darsi tanta pena, caro Zimmer." commentava Rashid, accarezzandosi la barba pensieroso.
    "Potevate ricavarne un bel po lavorando per noi... o forse i vostri sono meri istinti suicidi?"

    Il Boggart lo fisso, ghignando come solo lui sapeva fare.
    " Noi esegue molti tipi di servizio, bipede barbuto. Noi fa pulizia, noi protegge, noi cerca. Ma noi sa anche mandare messaggi. Noi lo sa fare molto, molto bene."

    L'uomo lo osservò per qualche istante, prima di mettersi a ridere.
    La situazione si stava risolvendo a suo favore. Nessuno poteva battere i suoi Barkilaka, e la creatura di quello strano nano rosso era già incatenata nel suo cortile. La avrebbe domata, e la avrebbe fatta sua.
    Eppure... perché quel molliccio continuava a sorridere?

    CITAZIONE
    Olè olè!

    Russolo: Basta guardie per te, ma un piccolo bivio decisionale.
    Puoi:
    a) fottertene di quella stanza, magari prendendoti anche una bella bottiglia e uscirtene cercando altrove.
    b) ispezionare la rastrelliera a destra. Se lo fai, scoprirai che le bottiglie sono fissate al legno della tramoggia, ma che una in particolare può essere sfilata come se fosse un perno.
    La rastrelliera allora si aprirà come una porta, rivelando un passaggio buio verso una stanza angusta e completamente lorda di sangue e frattaglie varie. Al centro, un tavolo con sopra svariati strumenti di tortura. A destra una piccola gabbia, con un uomo straziato dalle torture dentro, ma ancora vivo.

    c) ispezioni il candeliere spento, scoprendo che è possibile tirarlo verso di te come se fosse una leva. A quel punto la botte si aprirà, rivelandosi cava e mostrando un altro passaggio segreto, che conduce questa volta e un corridoio avvolto nell'oscurità.

    Flà, il primo attacco che fai viene neutralizzato da una tecnica media, castata dai due barkilaka in "panchina", anche se ciò non è esplicito.
    In oltre, scopri che l'attacco di prima ha generato una catena dall'armatura stessa, che ti ancora saldamente al terreno. La catena è lunga un metro, e può essere neutralizzata da una tecnica media.
    In oltre, i due barkilaka attaccanti tentano nuovamente l'attacco. Questa volta, tuttavia, saranno ancora più Veloci di prima (+25%), sempre grazie ai buffer lanciati dagli altri due.

    A voi! :megusta:


     
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  11. _MajinZ_
     
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    Seguendo il proprio istinto, Dimitriy si mosse quindi verso quella porta che poco prima l’aveva attirato, scoprendo che effettivamente oltre essa vi era una scalinata che conduceva verso il basso. Sentì subito la differenza di temperatura scendendo il primo gradino e richiudendosi la porta alle spalle iniziò con la discesa, senza nessuna fretta. Quel fresco piaceva al biondo, il quale cercava sempre di evitare i caldi raggi solari che rendevano inospitale lo Yuzrab e lavorare in un sotterraneo gli avrebbe fatto solo bene, visto che quello scenario era molto simile ai luoghi dove era stato addestrato ad operare.
    Le torce appese alle pareti illuminavano a tratti quella scalinata, mettendo così in mostra alcuni gradini resi scivolosi dall’umidità, i quali venivano superati senza difficoltà dall’assassino, il quale procedeva lungo quell’antica scalinata. Dalla conformazione di quel luogo si capiva che i suoi anni erano parecchi, era formato da massicce pietre che non lasciavano nessuno spiraglio, mantenendo all’esterno i fastidiosi granelli di sabbia di qui quel luogo era infinitamente ricco. Comunque quella scalinata sembrava aver la forma di una spirale, visto che alcune volte il percorso svoltò, anche se non troppo, rendendo quel percorso abbastanza lineare.
    Non ci mise troppo tempo a giungere alla base di quella rampa, ritrovandosi così in un luogo completamente avvolto dall’oscurità, ma era solo a causa degli occhi del naufrago, abituati alla forte luce dell’esterno. Infatti il ragazzo attese qualche istante, fissando l’oscurità che lo circondava e presto fece breccia in essa. Una volta che lo sguardo si abituò a quella differenza di luce, ogni cosa divenne chiara e ogni particolare risaltava allo sguardo. Si trovava in una cantina, le pareti della stanza infatti erano ricoperta da rastrelliere cariche di bottiglie di vino, un paradiso per chi amava sorseggiare quella bevanda colo rubino, ma il Russo non era giunto in quel luogo per fare una degustazione, il suo obiettivo era qualcosa di più dolce e inebriante di quella bevanda, qualcosa come una vittoria.
    Dimitriy mosse qualche passo in avanti all’interno della stanza, notando come l’ambiente fosse polveroso ma non troppo. La volta era sostenuta da quattro possenti colonne e su di esse erano fissati dei candelabri che con la loro tenue luce rendevano il buio meno opprimente. Infondo alla sala, infine, si trovavano due enormi botti, al cui interno riposava una gran quantità di vino. Al signor Rashid piaceva trattarsi bene, quello era certo. Sembrava che il biondo fosse capitato in un vicolo cieco, eppure lui aveva come la sensazione che non era un posto normale quello.
    Su una cosa quelli dell’Organizzazione l’avevano istruito per bene, infatti l’infiltrato sapeva bene che le persone, ma anche le cose, avevano sempre un’altra faccia e non tutto in realtà era come appariva agli occhi della gente. Accucciandosi al suolo, il biondo notò subito qualcosa di strano, infatti il pavimento polveroso era ricoperto di orme, segni degli stivali indossati dalle guardie, che tappezzavano il pavimento in grande quantità. Perché delle guardie dovevano sorvegliare una cantina? Era un vino prezioso? No. Doveva esserci un altro motivo e il ragazzo era intenzionato a trovarlo.
    Mosse qualche altro passo nella stanza, volgendo quindi lo sguardo in direzione delle due botti colossali infondo alla stanza. Quella vista incuriosì il giovane, il quale si mosse in quella direzione per osservarle da vicino. La cosa che il suo occhio allenato notò subito, fu il colore che distingueva le due botti, una era scura e ciò era il segno del liquido presente all’interno, la cui umidità filtrava nei pori del legno, facendogli assumere quella particolare tonalità. Anche picchiettando sulle nocche su di essa notò che il suono era pieno, segno che quella botte era ricolma. Osservando però l’altro enorme contenitore, notò subito il colore chiaro e ciò significava una sola cosa: era vuota. Ma per accertarsene picchiettò ancora una volta la superficie, notando un suono differente rispetto a quello della sua gemella. Da quel che sapeva, lasciare una botte vuota era qualcosa di dannoso, visto che le assi di cui era composta, seccandosi, avrebbero causato dei cedimenti strutturali, rendendo così la botte inutilizzabile. Insospettito il giovane passò una mano sul legno ruvido, pensieroso. Quel tizio panzone di certo non era uno stupido e non avrebbe mai lasciato che una botte che poteva contenere così tanto liquido e di conseguenza rovinare gli affari, marcire in quel modo.
    In quel momento l’assassino si voltò, dando un nuovo sguardo alla stanza e notando una cosa curiosa: i candelabri appesi alle colonne erano tutti accesi, tutti meno uno. Non vi erano spostamenti d’aria in quel luogo e delle persone in genere non creano uno spostamento d’aria così forte da spegnerle, oltre al fatto che non sarebbe stato l’unico a spegnersi. Silenziosamente il giovane si avvicinò a quel particolare candelabro, notando subito un'altra differenza dagli altri, infatti ispezionandolo capì che quello non era un semplice elemento atto a sostenere una candela, ma si trattava di una vera e propria leva. Il meccanismo che lo ancorava al muro, infatti, non si limitava a essere appeso ad esso, ma era incastonato dentro la colonna di pietra. La mano guantata di bianco andò ad appoggiarsi sul meccanismo e dopo un paio di tentativi, Dimitriy capì che quella leva si poteva tirare nella sua direzione e così fece.
    Il suono di un meccanismo più grande ruppe il silenzio, un clangore metallico che sembrava attraversare l’intera stanza, concludendosi con un suono alle spalle. Voltandosi il Russo notò quella botte che l’aveva insospettito aprirsi, rivelando un passaggio buio, avvolto dall’oscurità. Quindi era quello che i soldati stavano proteggendo, lo sapeva che non potevano fare la guarda a del semplice vino. Senza pensarci due volte, il ragazzo si infilò in quel passaggio e iniziò a camminare verso l’ignoto, oppure verso qualcosa di parecchio noto. L’oscurità ben presto ingurgitò la figura del biondo assassino, il quale proseguì a camminare nel buio in attesa di sbucare in qualche zona interessante, magari proprio la zona in cui era diretto... Chissà quali sorprese lo stavano aspettando in quell’antica costruzione, sicuramente il barbuto non era uno sprovveduto, motivo per cui Dimitriy rimase allerta, stando attendo a qualsiasi suono o pericolo, non poteva fallire.



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    La situazione, inutile dirlo, iniziava a farsi spinosa.

    Non mi fermai a guardare i mei nemici, quelli che avevo appena superato. A cosa serviva? Anche se avessi saputo che il mio attacco non era andato a segno come desideravo, non avevo alcun motivo di soffermarmi a valutare una situazione che, per inciso, non ero capace nemmeno di comprendere: il mio unico scopo era solo colpire quegli altri idioti dirimpetto, con la furia di cui solo io ero capace. Ma, ahimé, ciò non mi fu possibile: proprio quando il mio spadone era prossimo a loro, qualcosa si ancorò in terra frenandomi ad una distanza che impedì alla mia arma di colpire quei maledetti. Mi voltai brevemente e vidi una catena che si prolungava dal mio fianco, dov'ero stato colpito, fino a terra. Furbi, pensai: non avevo mai visto simili qualità e invece sembrava che quei maledetti fossero davvero astuti, oltre che forti.
    Ebbene, io avevo qualcosa però che loro non avevano: la follia. Già, perché solo un pazzo avrebbe pensato d'ovviare al problema della catena semplicemente sparando via la propria e unica arma. Insomma, poco dopo che fui bloccato a terra alzai per brevi momenti l'arto armato e, caricatovi il mana, letteralmente lanciai l'ammazzadraghi per tutti i suoi tre metri verso uno dei due maledetti che avevo davanti. Un'azione improvvisa la mia, che forse nemmeno loro avrebbero potuto prevedere, non tanto perché avevo nascosto in qualche modo il mio attacco, ma semplicemente perché nessuno avrebbe mai pensato che io avessi, nel mio florilegio d'attacchi, una strategia offensiva che prevedesse la rinunica della mia arma. Un po' come privarsi di un braccio, quindi. E forse, inconsapevolmente, stavo anche approfittando del fatto che fossero troppo concentrati a recitare quella preghiera per accorgersi del colpo da me sferrato.

    Però, frattanto che il Proiettile Nero andava verso quel maledetto, io mi scoprivo agli attacchi dei mei due nemici, perché non avendo più i miei sensi in allerta, ed essendomi privato dello spadone, non avevo oggettivamente niente con cui difendermi. Avrei potuto schivare ma avendo percepito tardi il loro arrivo, niente mi salvò dal calcio e dal montante. Due colpi devastanti, attutiti solo in parte dalla nera corazza, che tuttavia non impedì loro di fratturarmi il costato e la mandibola, laddove andarono a impattare rispettivamente il calcio e il pugno. Danni gravi, certo... ma io non sentivo il dolore, forse per questo non esitai a volgere il braccio meccanico verso il nemico alla mia destra, affinché, data l'esigua vicinanza, non avessi problemi a mirare alla bocca del suo stomaco.
    Seguirono poi due click, rapidi e veloci. Come un meccanismo a molla si aprì un pertugio, lasciando trasparire la bocca di un cannone...

    KC1p9

    Sempre continuando sulla scia degli atti privi di senno, contrattaccai liberando tutta l'immensa distruttività del mio colpo più feroce, i cui effetti avevano in seno solo e semplicemente una cosa: distruggere tutto. Quello che avevo nel braccio era un vero e proprio cannone di piccole dimensioni, che tuttavia sarebbe stato più che sufficiente a falciare tutte le teste di cazzo presenti in un'area di quindicimetri.
    Al termine, non sarei rimasto che io solo, in piedi, e un cratere immenso a testimonianza della mia violenza.

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    Danno di entità Media al fianco, con contusione estesa provocata dal calcio e frattura del costato; danno di entità Alta al volto, con frattura della mandibola inferiore.

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    [ Passiva - Combattimento Forzato ]

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    [ Equip - Braccio Meccanico Magnetico ]

    Attivo dal turno precedente
    [ Attiva Auspex, Consumo Variabile Medio x 2 Turni ]

    Soltanto un folle potrebbe pensare allo spadone del Berserk come ad un'arma da lancia, e tuttavia un Berserkir non esiterebbe ad usarla in questo modo, essendo questi dominato da null'altro che non sia la ferocia e l'istinto distruttivo della furia; il "Proiettile Nero" è una particolarissima tecnica di spada molto poco ortodossa, che consiste nel lanciare l'arma in avanti come fosse una lancia... Particolarmente efficace se si vuole colpire un nemico a distanza, ha l'unico svantaggio di lasciare sguarnito il Berserkir dal momento che l'unico proiettile di cui dispone è anche la stessa spada di cui si serve.
    [ Attiva - Consumo Medio ]

    L'arma più temibile nascosta nel braccio meccanico è senza alcun dubbio il cannone di ridotte dimensioni, il quale soggiace nascosto all'interno delle placche nere della corazza, unendosi poi immediatamente quando chi indossa le vestigia desidera devastare tutto ciò che ha davanti. E' infatti sufficiente un singolo colpo per provocare un danno da fuoco che, pur di dimensioni non paragonabili alle controparti presenti su navi o castelli, può infliggere un danno considerevole e di non poco conto.
    [ Attiva - Consumo Critico ]

    Altro non penso di dover dare altre spiegazioni XD

     
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    L'accurata ispezione del Russo gli rivelò il passaggio segreto attraverso quella finta botte vuota del suo prezioso carico. Questa, una volta apertasi su un lato, rivelò infatti il fondo cavo, che conduceva niente di meno che all'ennesimo corridoio.
    Quel castello stava cominciando a diventare un labirinto, in effetti.

    Il biondo attraversò senza timore le tenebre, riservandosi saggiamente un accortezza che probabilmente gli salvò la vita.
    Era stato addestrato bene, questo nessuno potrà mai negarlo. Sapendo bene l'astuzia dell'avversario degli Eversori, l'infiltrato si muoveva con cautela, onde evitare eventuali trappole.

    Così facendo, si accorse in tempo di un sottile cavo nero, teso all'altezza delle caviglie, sembrava essere messo li apposta per trarre in inganno gli imprudenti.
    Chissà quale trappola aveva appena evitato il giovane, che grazie alla sua prudenza è libero di evitare così la sorte che Rashid aveva riservato a chi ficcava il naso nei suoi passaggi segreti.

    Una volta superato il cavo, come per magia, delle fiaccole appese alle pareti si accesero di un piccolo lume, che nel complesso rischiaravano tutto il corridoio.
    Se avesse sollevato il capo, il Russo avrebbe potuto vedere un gruppo di rocce grandi quanto un televisore sostenute da dei picchetti. Molto probabilmente, inciampando in quel cavo, i picchetti sarebbero saltati, uccidendo il malcapitato o più semplicemente sigillando quel corridoio.
    Un pericolo in meno, c'era da esserne sollevati.

    Ora, grazie alla luce, era possibile distinguere le pareti del corridoio: semplici pareti di roccia scavata e piastrellate alla base da piccoli mattoni di pietra. Sembrava quasi che quella costruzione risalisse a prima del palazzo, ma che fosse stata ristrutturata di recente.
    In fondo, l'affermarsi di quel Rashid non era cosa di troppo tempo prima.

    Il corridoio continuò per qualche metro, questa volta senza trappole. Al suo termine si trovava una massiccia porta a due battenti in ferro battuto, che nonostante l'evidente antichità, era ben lontana dal farsi spostare con la semplice forza. Sembrava quasi che per muoverla bisognasse far scattare qualche arcaico meccanismo.
    Ai lati della porta vi erano due statuette, raffiguranti a sinistra un uomo, tronfio e seduto su un cuscino, nell'atto di bere direttamente dalla bottiglia. A destra vi era la rappresentazione di un lupo, immortalato nell'ululare a una luna che, nello scenario, mancava.

    Sopra l'arcata della porta, un iscrizione.

    "Uomini e bestie, diversi nell'aspetto ma di uguale indole, amano inebriarsi di piaceri dal ugual aspetto, ma di diversa indole."

    Il significato di queste parole forse mascherava la chiave per accedere alla prossima area.


    ~



    Intanto, lo schiavo dell'armatura del Berserk si batteva contro quelle quattro montagne di muscoli, rispondendo silenziosamente colpo su colpo a ogni attacco che gli veniva sferrato.
    Quando la catena lo inchiodò al pavimento, uno dei due Barkilaka intento nella cantilena si interruppe per sogghignare, soddisfatto dell'operato dei suoi fratelli. Si voltò, come per scambiarsi un segno di intesa al compagno seduto affianco a lui... ma quello che vide gli gelò il sangue.
    Il Barkilaka il questione era ancora seduto a gambe incrociate, ma il busto era riverso all'indietro, il mento verso l'alto e il capo in una posizione inumana. Dal busto gli spuntava la spada di quel demone nero, che lo trafiggeva per metà, ma punta piantata nel terreno dietro di lui, a sorreggerlo in quella raccapricciante posizione.

    L'uomo, con gli occhi sbarrati dallo stupore, si alzò, interrompendo la cantilena e tornando ad osservare quel mostro, che era riuscito a uccidere uno di loro.

    In quel momento, gli altri due Barkilaka, approfittando della mancanza di quell'arma spropositata, riuscirono a mettere a segno due colpi formidabili, che sicuramente danneggiarono il corpo di quel demone.
    Un sorriso di vittoria illuminò i loro volti.
    Sicuramente non si aspettavano che quella fosse la loro ultima espressione.
    Nemmeno si accorsero di quel click, nemmeno capirono il pericolo che quel flebile suono significava.

    L'esplosione fu enorme, tanto da mangiarsi via entrambi i Barkilaka che lo avevano attaccato.
    Il terzo di salvò, solo perchè osservata la scena ebbe il tempo di capire le intenzioni dell'essere e di allontanarsi per tempo.
    Il combattimento non era terminato.
    L'uomo, comunque ferito dall'esplosione, si inginocchiò nuovamente, riprendendo la cantilena.
    Frattanto, nuove catene sarebbero sorte dall'armatura, dai punti colpiti dai due defunti nemici, rinsaldandolo nuovamente a terra.
    Questo diede tempo a entrambi i superstiti di fermarsi un attimo, approfittando di quei preziosi secondi per schiarirsi le idee e studiare nuovi piani.

    Il Barkilaka si estraniò quasi dal mondo, continuando quella litania ininterrottamente, come se ne andasse della sua stessa vita. Forse era davvero così.

    Passarono una manciata di secondi, forse addirittura minuti, prima che una nuova ondata di soldati si decidesse a uscire dall'edificio, forse incoraggiati dal fatto che l'armatura non potesse più muoversi e sopratutto dal fatto che ora non aveva più quell'inquietante spadone.


    CITAZIONE
    Olè olè!

    Russolo: Tutto quello che hai è quello scritto nel post, se qualcosa non ti è chiaro, msn :sisi: ovviamente non ti darò la soluzione dell'indovinello :guru:

    Flà, grazie al colpo elimini 2 su 3 dei tuoi nemici, assieme al quarto che trafiggi. Nuove catene ti impediscono di saltare alla gola al superstite, e forse è un bene, perchè hai il tempo di riposare e di riprendere il 50% della tua energia. Questa energia non è data solo dal riposo, ma anche da un altra fonte, che introdurrò successivamente. Poi solita storia, le catene son uguali a quella di prima, ma puoi trattarle come se fosse solo una se vuoi liberarti (basta un medio per intenderci). La torma di soldatini è uccidibile gratuitamente, per risparmiare energia puoi ucciderli anche sul posto senza spezzare ancora le catene, come preferisci.
    Occhio a usarne troppa tutta assieme, abbiamo ancora un po di turni da giocarci (cosa che non avevo considerato quanto mi hai chiesto consiglio XD)

    A voi! :megusta:



    [/QUOTE]

    Edited by Netrøsis - 4/6/2012, 20:51
     
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  14. _MajinZ_
     
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    Il buio del tunnel inghiottì il biondo, fagocitandone la figura mentre avanzava in quell’antico percorso che probabilmente era li da molto, troppo tempo prima di quella costruzione in superficie che era sicuramente più moderna di quella sottostante.
    Ben presto comunque la vista si abituò anche a quella variazione di luce, permettendo al Russo di muoversi cautamente lungo quel percorso, ispezionandone ogni centimetro prima di proseguire con l’esplorazione, infatti lui non si fidava molto e sicuramente quel panzone di Rashid era prudente tanto quanto lui. Si aspettava qualche trappola e quel posto era proprio adatto a nascondere qualche tranello, fatale per gli stolti che tentavano di mettere le mani alle ricchezze in quel luogo custodite.
    E l’accortezza dell’assassino fu fondamentale per evitare una fine alquanto prematura. Teso all’altezza delle caviglie, infatti, si trovava un cavo completamente nero che grazie alla prudenza e ai movimenti misurati, il naufrago aveva facilmente individuato. Il giovane si abbassò, accucciandosi accanto alla corda scura e osservando intorno a quel punto per assicurarsi che non vi fossero altre trappole unite a quella, quindi si tirò su e superò la trappola.
    Appena varcata la trappola, però, l’oscurità venne rischiarata da alcune fiaccole appese alle pareti, che con la loro tenue luce facevano breccia nel buio, illuminando abbastanza quel passaggio, il tanto che bastava per restare un po’ più tranquilli. Fu in quel momento che muovendo il capo verso l’alto, il ragazzo notò quei massi tenuti fermi da dei picchetti, probabilmente sfiorando quel cavo tutte quelle rocce gli sarebbero cadute addosso e visto che erano anche abbastanza grandi, ne sarebbe bastato uno solo per mettere fine alla sua giovane vita.
    Comunque, a seguito della spiacevole scoperta, Dimitriy riprese a muoversi, notando grazie alla luce le pareti del tunnel. Esse erano scavate nella pura roccia e la parte sottostante era decorata con delle piastrelle, segno che il nuovo e l’antico si univano in quel corridoio ristrutturato di recente. I successivi metri del passaggio furono abbastanza tranquilli, nessuna trappola in vista, solo una grande, massiccia porta gli sbarrava la strada.
    Era formata da due battenti di ferro pieno e la mole di quella porta era tale da far dimenticare ben presto al ragazzo di usare la forza per aprirla, ogni sforzo sarebbe stato inutile. Sicuramente doveva esserci un altro modo per aprirla e l’assassino doveva trovarlo se voleva proseguire. Ai lati della pesante porta in metallo, infatti, si trovavano delle statuette raffiguranti due soggetti molto diversi: il primo era un tizio, un uomo, che se ne stava seduto comodamente su un cuscino nell’atto di dissetarsi da una bottiglia. Il secondo soggetto invece era un lupo che ululava a una luna che non c’era. Infine in cima alla porta era incisa un’iscrizione che in un primo istante il biondo non capì.
    "Uomini e bestie, diversi nell'aspetto ma di uguale indole, amano inebriarsi di piaceri dal ugual aspetto, ma di diversa indole."
    Dimitriy incrociò le braccia mentre fissava l’ammasso di ferro che gli sbarrava la strada, osservando alternativamente le due statuette e l’iscrizione. Osservando l’uomo giunse ben presto alla conclusione che quel che beveva era vino, qualcosa presente in quel luogo e che rendeva gli uomini suoi schiavi, essi infatti amavano inebriarsi con il suo sapore e il suo effetto. Il significato del lupo in un primo momento gli sfuggì, però ripensando all’uomo che beveva la bevanda color rubino, provò a pensare a cosa l’animale potesse mirare di molto simile a quel liquido che faceva impazzire gli uomini... Non era l’acqua quel che bramava quella bestie e l’unica cosa dal colore simile al vino era una sola: il sangue. Ma dove trovare del sangue li che non fosse quello dello stesso Dimitriy? Beh, ci avrebbe pensato dopo, per prima cosa infatti avrebbe recuperato il vino.
    Così il biondo ripercorse il corridoio nella direzione da cui era venuto, stando attento alla trappola collegata alla corda e ritornando nella cantina. Era un luogo pieno di vino, le bottiglie spuntavano fuori da ogni dove, però solo un particolare punto attirò l’attenzione del Russo, l’unico particolare che saltava all’occhio in quell’ambiente tutto uguale. Nel momento in cui si mosse verso quella precisa rastrelliera, una volta provato a recuperare una di quelle bottiglie, notò che esse non venivano via, infatti erano incollate, fissate come a servire da specchietto per le allodole. Ne provò a sfilare qualcuna, ritrovandosi poi con una di esse in mano, un fatto che fece aprire quella rastrelliera come se fosse una porta, rivelando così un nuovo passaggio segreto, scoperto per pura fortuna.
    Posò quindi la bottiglia a terra il sicario, scostando quindi la porta per muoversi in quel passaggio avvolto anch’esso dalle tenebre. Esso era sicuramente più corto del tunnel e ben presto il moscovita si ritrovò in una stanza che a una persona normale avrebbe fatto rimettere non solo la colazione, ma anche il pranzo di natale e di fine anno insieme. Almeno aveva trovato il sangue, anche troppo.
    Esso ne ricopriva le pareti così come il pavimento, intervallato da frammenti di cui era meglio non conoscere la provenienza, ma ad un primo sguardo parevano delle frattaglie. Senza nessuna ombra di dubbio quella era una stanza delle torture, un luogo che riuscì a schifare addirittura il naufrago tanto era lo scempio. Aveva visto tante scene come quella, ma ogni volta non accettava quella crudeltà, meglio ucciderla una persona che lasciarla soffrire così.
    Dimitriy si guardò ancora un po’ attorno notando i vari strumenti e forse qualcosa di ben peggiore. In una gabbia poco distante si trovava un uomo o meglio ciò che ne restava. Il suo corpo era straziato dalle torture, ma avvicinandosi il ragazzo poté notare che quell’uomo era ancora vivo e si fermò proprio davanti a lui, fissandolo con i suoi occhi glaciali. Non aveva nulla da chiedere, forse era solo uno spasmo di pietà nel suo cuore gelido, ma restò alcuni istanti ad osservarlo... In caso di assenza di reazioni, il Russo avrebbe semplicemente recuperato il sangue per poi recarsi alla porta in ferro, portando con se anche una bottiglia di buon vino.



    CITAZIONE
    Stato fisico: Ottimale
    Stato mentale: Schifato, un po' impietosito dal tizio
    Energia: 85%

    Abilità Passive:
    ₪ Vy ne mozhete vzyatʹ ~ Non puoi prendermi
    [Power Up Agilità 50% - Velocità 50%]

    ₪ Vy ne slyshite ~ Non puoi sentirmi
    [Il personaggio non produce nessun suono muovendosi]

    ₪ Krovozhadnostʹ ~ Sete di Sangue
    [La precisione dei colpi è tale da causare danni al sistema circolatorio nemico aumentandone così il sanguinamento.]

    Tecniche utilizzate:
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    Il combattimento non era terminato.

    Carne da macello.
    Che altro potevano essere quegli ammassi di muscoli senza cervello?
    All'inizio, sì forse solo allora quei figli di cagna s'erano mostrati difficoltosi, ma ben presto la disparità di forze era chiara come il Sole; e il primo a cadere nemmeno tentò di parare lo spadone, che invece gli piovve dritto sul groppone seccandolo come una cagna malata e stanca. Il compagno che lo fissava meravigliato, come se non avesse mai visto qualcuno morto -il suo amico morto-, e pensare che si davano le arie a gran guerrieri. Lo vidi alzarsi e fissarmi, al che mi sorse spontaneo dirgli "oh, cazzo guardi?".

    Peccato non poterlo fare: un po' perché realmente non riuscivo a spiccicare una parola, un po' perché i due calci che subii, pur non facendomi male, mi costrinsero a ripiegare nell'offensiva che aveva il boato assurdo della morte e la potenza infima della catastrofe. Avrei potuto giurare d'aver visto i loro visi illuminati dalla vittoria, poco prima che ci pensassi io a irradiarli di ben altra luce...

    Sacrificare me stesso per attaccare era stata una mossa geniale, perché avevo ammazzato altri due stronzi; e il terzo che s'era salvato per il rotto della cuffia giaceva ora in terra, cantando. Non mi piaceva e infatti notai -nervosamente- che altre catene erano sbucate dove ero stato colpito, con il tentativo di tenermi fermo a terra. Questo diede a me e al dirimpettaio tempo per riprendere fiato, mentre un nuovo nugolo di aspiranti suicidi stava sbucando da ogni angolo. Eccitatissimo, decisi di liberarmi di quelle cazzo di catene facendo la cosa più semplice di questo mondo... tirarle via. A dire il vero, non feci altro che eseguire due movimenti rapidi, entrambi sufficienti a farmi bruciare cinque metri ciascuno per ogni volta che li eseguivo; farne due di fila, pensai, forse sarebbe stato sufficiente. Difatti mi ritrovai libero poco dopo, ed essendo già prossimo allo spadone non mi costo niente riprendermelo.

    Con la mia super figa arma in mano e l'aria di chi ha voglia di menare schiaffi pure a Dio attesi l'arrivo delle guardie.
    Il resto fu un'appendice: solo sangue, carne, budella e viscere sparse qui o lì. I soldati cadevano come mosche, e finivano uccisi anche peggio.
    Perché nessuno di loro poteva fermare il Berserk... nessuno.

    Angolo
    Informativo


    Status Fisico
    Danno di entità Media al fianco, con contusione estesa provocata dal calcio e frattura del costato; danno di entità Alta al volto, con frattura della mandibola inferiore.

    Status Mentale
    Euforico dopo aver indossato la corazza

    Status Mana
    25% + 50% - 10% = 65%

    Spirito del Berserk
    già citata
    [Passiva - Influenza Psicologia fino a livello Medio ]

    Armatura
    già citata
    [ Equip - Armatura ]

    già citata
    [ Passiva - Immunità Dolore ]

    già citata
    [ Passiva - Movimenti Bestiali ]

    già citata
    [ Passiva - Maneggevolezza ]

    già citata
    [ Passiva - Combattimento Forzato ]

    Ammazzadraghi
    già citata
    [ Equip - Arma ]

    Braccio meccanico
    già citata
    [ Equip - Braccio Meccanico Magnetico ]

    Nessuno si aspetterebbe di vedere un'uomo in armatura e con appresso un grosso spadone scattare a velocità inaudita, permettendogli di percorrere in un tempo irrisorio una distanza di almeno cinque metri. "Fantasma del Miraggio" è invece proprio una particolare tecnica di spada che punta tutto sulla propria rapidità di movimento, sebbene il suo solo scopo consista nel permettere al Berserkir d'accorciare o allungare le distanze, favorendo azioni vuoi offensive vuoi difensive.
    [ Attiva - Consumo Basso ]

    Altro il medio usato per vanificare le catene è dato dal movimento rapido, usato due volte a Basso (dunque per un costo complessivo pari ad un medio).

     
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27 replies since 16/4/2012, 22:06   404 views
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