Giorno 63

appunti di un ricercatore

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  1. † Peste †
     
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    « Uh-uh. » grugnii, tirando indietro lo stantuffo della siringa. Un fiotto di sangue rosso scuro iniziò a riempire la cavità. Alzai la siringa e diedi un'occhiata all'intensa luce magica che sfarfallava sul soffitto, usando la pietra scura delle pareti come sfondo per il contrasto. Il sangue... c'era così tanto da osservare nel sangue! La sfumatura di colore suggeriva la percentuale di ferro nel corpo, la densità quella dell'acqua. Frazioni il campione. Centrifughi, poi separi il plasma dalle cellule e studi quello. Un po' di elettricità e si escludono gli elettroliti, aggiungi il reagente e quel disgustoso liquido giallastro si separa in siero, zucchero e grassi, quasi per magia! Frulli, selezioni, aggiungi catalizzatori... ah, la dolce vita del ricercatore.
    Quel campione di sangue era quasi normale, giusto un poco... autodistruttivo. Probabilmente un enzima con troppo mordente: le cellule residue si erano letteralmente liquefatte, divorate dal plasma e dai corpuscoli sanguigni. I globuli rossi invece erano vivi e vegeti, addirittura vitali. Bene, molto bene.

    Un rantolo orribile spezzò la mia concentrazione col rumore di una corda d'arpa pizzicata troppo forte - snap e via, tutto da buttare. Scoccò un'occhiata animosa al patetico relitto di "uomo" sdraiato sul tavolo da autopsia, trattenuto da catene robuste e crocifissi sempre più spenti. « Potresti fare silenzio? » sibilai, irritato. « Starei cercando di concentrarmi, quà. » Il corpo rimase a guardarlo con occhi vacui, le labbra schiuse nel silenzio della morte. Sbuffai, e forte.
    Altra materia prima da buttare.

    « Il prossimo. »



    24:00 «
    pov: Sakura «

    Stavo bruciando.
    Mi ero rannicchiata nell'angolo della cella, stringendo le ginocchia al petto, cercando inutilmente di alleviare al dolore. Bruciavo: sentivo la mia gola, il mio intero corpo carbonizzarsi al ritmo del mio respiro. Avevo appena il tempo di riprendermi da un'ondata di fuoco che la successiva giungeva subito dopo - dolore, dolore, dolore, ogni volta come se mi versassero piombo fuso nelle vene. Più che respirare, ormai, rantolavo. "Quanto ancora posso resistere?" pensai, e i miei occhi si riempirono ancora di lacrime al ricordo dell'ultima volta.
    Quel maledetto suono non cessava di martoriarla.

    ...tu-tum....tu-tum....

    Gemetti, aderendo ancora più al muro, e la catena che le serrava la caviglia tintinnò debolmente. Quanto avrebbe voluto che fosse più corta! Corta, cortissima, stretta attorno al mio corpo e poi serrata ancora contro il muro, senza concedermi neppure un sol passo in avanti... ma lasciando la mia mente libera di farsi trasportare dalle onde della follia e dell'oblio. Un suono raschiante mi sfuggì dalle labbra mentre una nuova ondata di fuoco si spargeva nel mio corpo, bruciandola viva.
    Chiusi gli occhi, appoggiai la fronte sulle ginocchia e serrai i denti, forte.

    "Resisti..."



    ~Qm Report
    Benvenuti alla vostra mini-quest personalizzata; ricordo ad entrambi i giocatori che il pk è attivo ed eventuali bonus/malus conseguiti nel corso della quest saranno validi per la durata dell'intera campagna, favorendo/sfavorendo il vostro pg in vista dell'evento finale.

    La vostra sistemazione consta di un cassone incavato nella pietra, umido e maleodorante, dalle dimensioni di 9mx3m, munito della classica fila di sbarre a ostacolare la vostra libertà: una cella. Inutile precisare che non avete (ancora) la minima idea o ricordo di come esattamente siate finiti in una simile quanto peculiare situazione. Siete collocati in modo abbastanza curioso: ognuno di voi è incatenato per una caviglia al massiccio muro di pietra prospiciente le sbarre, ma la lunghezza della catena e la disposizione dei ceppi sono tali che il signor Bid'daum può essere raggiunto tanto dal signor Arthur quanto dalla piccola Sakura, mia voce narrante d'eccezione. Siete ovviamente privi dei vostri effetti personali, i vostri abiti sono convenientemente sgualciti (tanto da far sospettare un lungo periodo di incoscienza o comunque di poca cura per la vostra persona) e siete pesti e acciaccati come se vi foste ubriacati assieme ad un gruppo di nani sbronzi e litigiosi più che disposti ad una bella scazzottata da doposbornia. Insomma, una favola! :guru:

    Notare che non c'è nulla che va a fuoco, ben che meno la piccola Sakura: in effetti c'è a malapena luce per vedere, e il complesso delle segrete è insonorizzato.

    ??? di Sakura: 5pt.
     
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    Puzza.
    Un fetido odore di umidità misto a qualche altra cosa decisamente forte infastidì a tal punto l'olfatto del vampiro da destarlo dal sonno profondo che lo aveva tenuto fermo per... quanto tempo? No, non lo ricordava, come non gli tornava in mente nemmeno il modo in cui era finito in quella che con molta fantasia sarebbe potuta sembrare una cella. E' vero, aveva le sbarre e le catene, ma roba così non la ricordava dai tempi dell'età di mezzo.
    Sbuffò, cercando di mettersi in posizione seduta, rendendosi solo allora conto di quanto muscoli, carne ed ossa fossero indolenziti. Avrebbe perfino pensato di essere finito incarcerato per una rissa, se solo non avesse avuto l'assoluta certezza di non essere il tipo da alzare le mani su qualcuno in situazioni sconvenienti e senza una ragione molto, ma molto convincente. Piuttosto lo avrebbe avvelenato, vampirizzato, o magari addormentato per poi portarlo a Palanthas o ai suoi laboratori a Garwec... ma picchiato assolutamente no. Infondo lui era un uomo di classe, e non aveva mai bisogno di usare la forza per raggiungere i suoi scopi. Nemmeno da ubriaco dato che, per ovvie ragioni, lui beveva solo sangue. E allora perchè era lì? E perchè si sentiva in quel modo? Considerando poi come erano ridotti i suoi abiti generalmente impeccabili ed ora sgualciti come se avesse dormito per settimane, giunse alla conclusione che non aveva senso quell'indolenzimento, a meno che qualcuno non lo avesse pestato durante il suo sonno. Fu così che rimase preda di quei pensieri, fissando per un pò la cella ed i prigionieri rinchiusi in sua compagnia. C'era un tipo grosso e dall'aspetto evidentemente non umano ancora svenuto ed una bambina in lacrime.
    Forse, anzi probabilmente, sapeva qualcosa.
    Forse sapeva perchè erano finiti lì, o quantomeno era sveglia da abbastanza tempo per sapere qualche dettaglio che magari, in un futuro non troppo lontano, gli sarebbe tornato utile per andarsene via da quell'ambiente. O almeno capire perchè ci era finito e da quanto tempo. A quelle idee le labbra sottili e fredde si incurvarono in un sorriso, e la Corona fece per infilare una mano sotto la propria giacca alla ricerca del suo Veritaserum quando...


    -...

    Si rese conto di non avere pozioni con sè.

    -Mapporc...

    Questo lo fece infervorare.
    Oh, come si sentiva contrariato!
    ...solo per il Veritaserum aveva impiegato circa due giorni tra lavorazione degli ingredienti, distillazione e miscela, ed era davvero poco considerando i quasi due mesi spesi per la Polisucco. In pratica, più che privo di armi, il Saggio della Via della Genesi si sentiva rapinato di tempo prezioso, più precisamente millenovecentocinque ore, cinquantaquattro minuti ed ottantasei secondi di lavoro assolutamente inutile.
    Qualcuno avrebbe pagato per quello.
    Punto.


    -Perchè piangi, piccola?

    Si ritrovò a dire, ormai privo di qualsiasi tipo di entusiasmo,
    fissandosi una catena che reputò insolitamente lunga rispetto agli standard da prigione.


    -Qualcuno ti ha fatto del male?

    passive


    invisibile


    Dono Oscuro:
    Arthur è un vampiro, dunque clinicamente morto. A tale caratteristica conseguono vari vantaggi e/o svantaggi; ad esempio non emana calore, non può essere rintracciato attraverso strumenti di rilevamento di forme di vita (antiauspex), e non può essere ucciso se non con il famoso paletto in legno di frassino, di Siliquastro (comunemente chiamato "albero di Giuda"), Biancospino o semplicemente la luce del Sole. L'acqua santa gli provoca dolore ma non lo ferisce e tende ad allontanarsi dai crocifissi, nonostante non gli facciano nulla....insomma ha tutte le caratteristiche del classico vampiro. In più odia l'aglio ma solo perchè puzza.
    (Antiauspex + immortalità= 10 pt).

    Visione Notturna:
    Essendo un vampiro, gli occhi di Arthur hanno la caratteristica di avere una nitida visione notturna, anche più potente di quella dei felini; esattamente come se fosse pieno giorno.






    equipt

    Anello dei Galanodel:
    Anello forgiato appositamente per Arthur, gli permette di muoversi alla luce del sole senza rimanere incenerito.

    IMMAGINE ALLEGATA




    Edited by Arthur Friederick Giles - 19/4/2012, 22:41
     
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    Confusione. Incoscienza. Prigionia.

    Ah, che male alla testa…

    Le palpebre del Kuthiano si aprirono lentamente, come boccioli sgualciti dalla notte che si schiudono all’alba. Bid’daum sentiva un dolore sordo alla testa, quel tipico segno di una rissa finita male.
    Gli capitava raramente di uscire ammaccato dalle zuffe che scatenava nelle bettole di Merovish.
    Ma allora cos’era successo?

    v0geu

    Provò a guardarsi intorno, muovendo il collo intorpidito dal sonno forzato. Nell’oscurità poteva vedere solo un bagliore perlaceo, nitido solo ai suoi occhi: un anima si trovava lì vicino. Era ferma, al livello del pavimento.
    Progressivamente l’Eversore riacquistò tutte le sue percezioni e notò che si trovava in qualche luogo umido e marcio, forse una grotta. C'era un altro individuo, la cui anima era insondabile. Forse era morto, forse era diverso.
    Mosse le braccia e si tastò il petto.

    Vuoto.

    Non indossava la sua armatura, non sentiva il peso delle sue armi. Era seduto contro un muro ruvido e informe.

    Mosse i piedi e sentì un tintinnio metallico provenire dall’arto sinistro. Una catena.
    Fantastico.

    Era incatenato in una prigione sotterranea e non aveva la minima idea di come fosse finito lì.
    Doveva averla combinata grossa.
    A dir la verità, non era la prima volta che finiva dietro le sbarre: la sua malsana tendenza a scavalcare i limiti della legge lo aveva portato a trascorrere una sessantina di anni in cella d’isolamento.
    Non era la prima e non sarebbe stata nemmeno l’ultima.
    Sarebbe evaso, come al solito.

    Passò le dita sul catenaccio, arrivando fino all’anello che stringeva la sua caviglia.
    Si spostò leggermente e distese una mano sopra il vincolo metallico.
    Un circolo magico si sarebbe formato poco sopra un segmento della catena. L’aureola di dannazione avrebbe riversato un liquido altamente corrosivo sugli anelli. Una cascata d’acido, un pianto di demoni avrebbe consunto il legaccio ferrifero.

    Con uno strattone violento della gamba, Bid’daum avrebbe provato a spaccare gli anelli corrosi.
    Ignorò completamente i suoi compagni di cella, che si stavano scambiando qualche parola: la solidarietà non era mai stata il suo forte.



    Stato fisico: acciaccato
    Stato mentale: determinato a fuggire
    Energia: 110 - 5 = 105%
    Equipaggiamento:

    Támerlein
    Il prigioniero possiede una spada particolare che supera la normale concezione di arma bianca. Si tratta di una lama incorporea che è l’emanazione stessa della sua anima. Recenti studi hanno portato a dimostrare l’ipotesi che quest’arma non sia in grado di danneggiare cose concrete ma solo spiriti e anime. Essendo parte stessa di Bid’daum, egli può scegliere quando farla comparire nella sua mano. [Tecnica attiva di consumo basso per far comparire e scomparire l'arma].
    La lunghezza di questa lama fantasma è di circa un metro e con un solo fendente di quest’arma lo spirito colpito viene distrutto e sparisce per sempre. Per quanto sia inservibile come arma di offesa classica, alcune sue peculiarità sono ancora misteriose, in quanto il detenuto è restio a mostrarla. [Non evocata]

    Passive:

    Risorse criminali
    La logica porterebbe a pensare che il Kuthiano, frammentando di continuo la propria anima, si stia autodistruggendo. Questo risponde solo in parte a verità.
    Usare il proprio spirito è rischioso; ma si è osservato che la sua anima, a causa dei continui utilizzi, è diventata più durevole. Sembrerebbe quasi un meccanismo di autodifesa, avviato in risposta al continuo sgretolamento dello spirito.
    Il criminale possiede una forza vitale superiore agli esseri viventi comuni, e non esiterà a sfruttare fino all’ultima stilla di energia per inseguire i suoi obiettivi. [Passiva: 110% energia]

    Oltre la realtà
    La manipolazione degli spiriti ha apportato dei sostanziali cambiamenti nel fisico di Bid’daum. I suoi occhi sono in grado di vedere nitidamente i fantasmi e le anime, normalmente invisibili alle persone comuni.
    Gli spiriti brillano di una perenne luce trascendentale, che li rende visibili al Kuthiano anche di notte o dentro il corpo degli esseri viventi.
    Che essi siano spettri, presenze esoteriche o anime vaganti, non sfuggiranno comunque al tremendo sguardo inquisitore del Castigo. Infatti egli non si limiterà ad osservare, ma la memoria immagazzinerà la forma e il colore specifico che rende unica ciascuna anima. Egli sarà in grado di identificare lo spirito già incontrato in precedenza nella stessa maniera in cui le persone riconoscono un viso familiare. [Auspex spirituale, raggio 30 metri]

    Putrefazione
    Gli spiriti manipolati dal Kuthiano – e la sua stessa anima – sono corrotti fino al midollo. La perversione profonda si amalgama con le forze esoteriche utilizzate dal criminale, trasmettendo questo marciume come una spaventosa epidemia, corrodendo progressivamente ciò che entra in contatto con gli spiriti.
    Tutto ciò che è colpito dalle arti esoteriche del Kuthiano è sottoposto a un progressivo avvizzimento.
    Il lento sfiorire, l’inevitabile morte.
    Questa corrosione è visibile sulla scorza, ma è capace anche di entrare in profondità. L’anima delle persone s’inaridisce e diviene sempre più irriconoscibile.
    Nei casi estremi si arriva alla completa perdizione: e mentre quel fiorellino perde la propria corolla e muore, lo spirito trova la dannazione. [Passiva scenica valida per le tecniche sciamaniche del personaggio: gli spiriti provocano un effetto aggiuntivo di corrosione e avvizzimento all’ambiente circostante. Gli effetti sullo spirito nemico sono di libera interpretazione]

    Attive utilizzate:

    Pioggia acida
    Nel corso di una lunga carriera criminale come quella del Castigo, è imperativo l’utilizzo di mezzi sistematici per far sparire eventuali tracce. Bid’daum ha scoperto di avere una particolare affinità con l’elemento acido. Sfruttando questa abilità, il Kuthiano è stato capace di far scomparire cadaveri o armi del delitto particolarmente seccanti, il tutto in una ribollente pozza di liquido corrosivo. In questa particolare applicazione del suo elemento, una specie di aureola liquida si forma sopra il nemico in alto, sospesa a mezz'aria ad una distanza proporzionale al consumo speso. Da questo cerchio sospeso si genera una cascata di acido che si riversa con violenza contro l’obiettivo. Questa doccia corrosiva è più o meno dannosa proporzionalmente al consumo di energia speso: se con un consumo basso si ottengono delle ustioni superficiali sulla pelle colpita, con consumi più elevati si arriva al completo scioglimento dei materiali colpiti. Metallo, pietra, vetro, carne e tutti i materiali privi di protezioni magiche verranno intaccati da questo particolare acido alieno, a cui solo il caster è immune.
    Consumo: variabile (usato a basso)

    Note: Bid'daum non vede l'anima di Arthur a causa dell'anti-auspex di quest'ultimo.


    Edited by Jirachi86 - 18/4/2012, 21:20
     
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  4. † Peste †
     
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    23:30 «
    pov: Sakura «

    Un grugnito – piccolo, quasi inudibile – infranse il silenzio che era durato per ore. Piccoli movimenti, sottili vibrazioni nella roccia che risuonavano attraverso la seta lurida dei vestiti fin nelle ossa, poi il clangore smorzato delle catene smosse appena e infine un'imprecazione. Mi sarei tappata le orecchie se fosse servito a qualcosa: non volevo sentire le domande, i dinieghi, le bestemmie e i piani di fuga - non con loro, non con altri, non ancora. Forse ero un'illusa, ma non volevo affezionarmi ancora a persone che presto sarebbero morte. Il fuoco imperversò nelle mie vene, facendomi tremare nello sforzo di rimanere zitta e ferma. I miei rantoli cominciarono a spezzarsi, sempre più irregolari.
    Alla fine uno dei due parlò. Parlavano sempre.

    -Perché piangi, piccola? Qualcuno ti ha fatto del male?

    Era quello lontano... quello diverso. C'era un tempo in cui mio padre non mi avrebbe permesso neppure di vedere uno di loro... un tempo in cui non avrebbe permesso che mi accadesse tutto ciò. Ma se davvero mi amava allora perchè mi aveva lasciata lì, in balia del fuoco?
    Non risposi. Neppure lo guardai. Preferivo rimanere lì, ondeggiando sui talloni, piuttosto che fargli capire che cos'ero... che cos'ero diventata. Forse avrebbe urlato o scosso le catene per attirare la sua attenzione, ma prima o poi si sarebbe stancato di parlare. Un'altra ondata al vetriolo mi scosse, strappandomi un gemito. Poi qualcos'altro, qualcosa che passò quasi inosservata mentre il rogo si faceva più intenso e di cui mi accorsi in ritardo.
    Alzai la testa di scatto, gli occhi pieni d'orrore fissi sul non-umano al centro della cella. « ...no, fermati! »
    -troppo tardi-

    Urlai quando il grosso non-umano ululò di dolore, stramazzando a terra come colpito da un fulmine. Urlai quando quel vago formicolio alla caviglia si trasformò in un bruciore esplosivo, ben più feroce di quello che mi carbonizzava lentamente. Urlai ininterrottamente, incapace di smettere, fin quando - ore, giorni, intere eternità dopo - non finì, lasciandomi a tremare come posseduta sul pavimento della cella.

    « S-smettila! » strillai. « La magia non funziona, e così lui verrà prima! »


    ~ altrove, altra gente ~

    Alzai la testa dal paziente, distratto da una perturbazione nell'etere. Rimasi così per qualche secondo, il capo appena inclinato, ma non accadde nulla di nuovo.
    « ...che abbia sbagliato il dosaggio? » sussurrai fra sé e sé.
    Sospirai e mi sfilai dalle mani i guanti di lattice, uno dopo l'altro. Era tempo di fare il bravo padrone di casa... ancora una volta.

    Che pizza.



    ~Qm Report
    Come la piccola Sakura vi informa, le catene che vi bloccano sono in realtà nullificatori della trama arcana: ovvero speciali congegni che nullificano sistematicamente ogni tecnica la cui matrice sia magica. La buona notizia è che la -piccola- spesa di mana di Bid'daum può essere tranquillamente cancellata, quel 5% di fatto non è stato consumato per alcuna magia.
    La cattiva è che questo si ripercuote come dolore su tutti e tre - valevole come una tecnica psionica di potenza alta su Bid'daum e media su Arthur e Sakura - che ha come effetto secondario. Mi sono permesso l'autoconclusività su Bid'daum data l'assenza di tecniche di difesa psionica. Su Sakura ha più effetto, per via delle privazioni cui è stata sottoposta negli ultimi giorni.

    @ Arthur: in arrivo un pm con informazioni 'segrete'. A te scegliere cosa farne.
    @ Bid'daum: l'anima di Sakura è debole, molto debole.

    ??? di Sakura: 5pt.

     
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    Un progetto, un’ipotesi e un concetto.
    In cerca di fuga, pensando di essere nel perimetro di una normale prigione, commise un frivolo errore di valutazione. Un’impulsività insolita lo aveva colto e subito era stato punito per il mancato uso del raziocinio.

    Se era stato catturato, significava che qualcuno lo aveva fregato.
    Per fregare Bid’daum sono necessarie grandi capacità e una buona dose di fortuna.
    Anche se non se lo ricordava, probabilmente non si era arreso tanto facilmente, magari aveva pure mostrato qualche trucchetto. Conoscendo la natura dei prigionieri, un tale carceriere doveva aver preso sicuramente delle misure precauzionali.
    Avrebbe dovuto pensarci, invece si era lanciato a occhi chiusi sulla scelta più ovvia, più facile e più disastrosa.

    Cadde riverso sul pavimento, scosso da fitte lancinanti. Ogni mossa, parola o idea gli era preclusa.
    Solo dolore, per consolare la sua anima malata.

    L’individuo nominato vagamente dalla ragazzina incombeva sui presenti come un’ombra indistinta.
    L'Eversore si chiuse in se stesso, non percepì che la sua scelta aveva danneggiato anche gli altri.
    Anzi, forse lo capì inconsciamente, ma si ostinò a ignorare i suoi compagni di sventura.

    Si sforzò di riguardare indietro nella memoria: qual era l’ultima cosa che si ricordava?
    Cercò una spiegazione logica degli eventi.
    Trovò solo sofferenza.



    Stato fisico: acciaccato
    Stato mentale: devastato dal dolore
    Energia: 110%
    Equipaggiamento:

    Támerlein [Non evocata]

    Passive:

    Risorse criminali [Passiva: 110% energia]

    Oltre la realtà [Auspex spirituale, raggio 30 metri]

    Putrefazione [Passiva scenica valida per le tecniche sciamaniche del personaggio: gli spiriti provocano un effetto aggiuntivo di corrosione e avvizzimento all’ambiente circostante. Gli effetti sullo spirito nemico sono di libera interpretazione]

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    Curiosa, davvero curiosa fu la reazione della bambina, non tanto alle sue parole quanto ad un supposto tentativo del terzo prigioniero di usare la magia -probabilmente per fuggire- cosa che, a quanto fece intendere in parte la piccola ed in modo molto più chiaro il dolore che li travolse all'improvviso, non era in alcun modo fattibile, men che mai arguto. D'altro canto, se non sapevano nemmeno come ci erano arrivati in quel posto, probabilmente chiunque li avesse rinchiusi come animali in gabbia era sicuramente stato abbastanza accorto da trovare il modo da non farli uscire. Non senza il suo permesso, ovviamente.
    Ma c'era dell'altro.
    Gli occhi grigi del vampiro dalla singolare affilatura metallica non si staccarono nemmeno per un secondo dall'esile figura della piccola in camicia da notte bianca, esattamente come la sua carne... pallida come quella di un cadavere. E lo era, clinicamente parlando, dato che l'udito da cacciatore unito all'olfatto non percepivano alcun battito cardiaco provenienti dal suo involucro di carne. Non gli fu difficile allora porsi un sospetto fin troppo familiare, e focalizzare l'attenzione sul particolare della bocca minuta, là dove vi erano piccoli accenni di canini al di fuori della media. E no, non era una dentatura umana, quella. A quel punto non gli serviva nemmeno analizzare i movimenti del suo corpo per comprendere quella triste situazione.


    -Tu ne sai più di noi.

    Asserì, questa volta con convinzione.

    -Avanti, parla, siamo prigionieri del Laccio Nero?

    Per quanto azzardate, quelle affermazioni seguivano un certo filo logico. Innanzitutto nessuno di loro era umano, personalmente non ricordava di aver compiuto atti contro legge ed infine era evidente che la bambina fosse denutrita; troppo, troppo debole per un vampiro. E per quanto in molti si convincessero del contrario, esisteva un solo posto dove quelli come loro non erano accettati.
    Si chiamava Sequerus, ed era al Presidio dell'Ovest.


    arthurag

    -Da quanto tempo non ti nutri?

    La sua voce era diventata più leggera, in parte gentile per quanto potesse provarci.
    Si trattava forse di empatia... ma in ogni caso dovette ammettere a sè stesso che dava uno strano disagio vedere una propria simile in quello stato. Gli sfiorò perfino l'idea di offrirgli in dono il collo del gigante avventato in mezzo a loro, se solo non avesse avuto la consapevolezza di non fidarsi del sangue dei non umani, oltre che al sistema di "protezione" di quella cella. Infondo poteva considerarsi abbastanza vecchio... e l'esperienza non gli mancava.
    A quel punto non restava che un pò di collaborazione, e sperare di avere abbastanza tempo e tranquillità per pensare ad un piano logicamente coerente.

    passive


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    Dono Oscuro:
    Arthur è un vampiro, dunque clinicamente morto. A tale caratteristica conseguono vari vantaggi e/o svantaggi; ad esempio non emana calore, non può essere rintracciato attraverso strumenti di rilevamento di forme di vita (antiauspex), e non può essere ucciso se non con il famoso paletto in legno di frassino, di Siliquastro (comunemente chiamato "albero di Giuda"), Biancospino o semplicemente la luce del Sole. L'acqua santa gli provoca dolore ma non lo ferisce e tende ad allontanarsi dai crocifissi, nonostante non gli facciano nulla....insomma ha tutte le caratteristiche del classico vampiro. In più odia l'aglio ma solo perchè puzza.
    (Antiauspex + immortalità= 10 pt).

    Visione Notturna:
    Essendo un vampiro, gli occhi di Arthur hanno la caratteristica di avere una nitida visione notturna, anche più potente di quella dei felini; esattamente come se fosse pieno giorno.






    equipt

    Anello dei Galanodel:
    Anello forgiato appositamente per Arthur, gli permette di muoversi alla luce del sole senza rimanere incenerito.

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  7. † Peste †
     
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    23:00 «
    pov: Sakura «

    da quanto tempo non ti nutri?

    Lo fissai scioccata, immobile e con gli occhi sgranati come una cerva che abbia sentito l'odore di un lupo al mutare del vento. Neppure capii all'inizio: semplicemente, una parte di me si rifiutò di dare un senso ai suoni. Sentivo uno strano rumore, come di qualcosa che raschiava debolmente la pietra, molto più vicino del non-umano che aveva provato a liberarsi delle catene. Era un rumore terribile e disperato, come solo un umano può fare, che mi riempì di una paura profonda: non volevo neppure immaginare
    D'un tratto mi resi conto che a singhiozzare ero io.
    Poi capii cosa aveva detto.
    E non ci fu più modo di arginare i ricordi.

    -Da quanto tempo non ti nutri?

    L'ultima volta che aveva ceduto al bruciore che mi consumava la gola il sangue era schizzato fin sopra il soffitto. La camicia che indossavo era nuova e pulita, non lacera e lurida come sarebbe se fosse stata il mio unico vestito da quando mio padre mi aveva rinchiusa in quella cella. Sapevo la ragione per cui il non-umano era lì: come spuntino, il mio e quello dell'altro vampiro, trattenuto da catene alla lunghezza giusta affinché non potesse scappare ma comunque raggiungibile da almeno uno di noi due.

    « ...sono qui da due mesi. » bisbigliai. Non era una risposta alla domanda dell'altro vampiro, ma era tutto quello che potevo dirgli. Il resto lo avrebbe capito da solo fin troppo presto.
    Anche i vampiri non duravano molto, lì.

    Uno schianto improvviso mi fece sobbalzare, seguito da uno sprazzo di luce accecante. Voltai la testa di scatto, senza quasi più respirare, e mi rannicchiai nell'angolo più lontano dalle sbarre che potevo raggiungere tremando tutta. Il rumore di scarpe giunse distintamente nella quiete assoluta, al punto da poter contare i gradini: ventisette, affrontati con scioltezza e senza timore. Fischiettava.
    Era lui.

    L'uomo che si fermò davanti alla loro cella, illuminato solo dal bagliore di una lanterna, non sembrava capace di suscitare quella paura: i suoi rozzi lineamenti occidentali e i suoi vestiti comodi, quasi da pacioso professore universitario, erano quanto di più innocuo si potesse vedere - ma lei la sapeva più lunga. Il dottore lanciò un'occhiata inespressiva al vampiro in fondo, poi guardò il non-umano al centro ed emise un piccolo sospiro, scoccandomi un'occhiata di pacata sopportazione.

    « Piccola mia, questa storia sta diventando ridicola. » dsse l'uomo con tono paziente. « Sei una bambina in crescita, un'alimentazione sana ed equilibrata è fondamentale alla tua età. »

    « ...non vuoi tornare a casa, bambina mia? »



    ~Qm Report
    Finalmente i nodi iniziano a dipanarsi!
    Siete prigionieri a Sequerus, catturati (probabilmente) dal Laccio Nero, tuttavia tenuti accuratamente in vita al punto che la bambina è qui da 63 interi giorni... un comportamento inusuale, da queste parti. Ovviamente vogliono qualcosa da voi, e finalmente potete porre le domande a qualcuno informato dei fatti e al tempo stesso dotato di un'intelligenza superiore: me!
    Siete felici, eh? :8D:

    ??? di Sakura: 5pt.
     
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    -Equilibrata?

    La sua voce interruppe quel discorso perfettamente in grado di dargli la nausea; per lui, ricercatore esperto e vissuto, nonostante le parole del tipo, era ben chiaro il rapporto che intercorreva fra la piccola figlia di Caino e quello che sembrava un professore. In più il dato di fatto che non si somigliassero e che lui era ancora vivo non lasciava dubbi.

    -La dieta di un vampiro non è così "grossolana" come suppongo intendiate voi. Le nostre prede son selezionate accuratamente, e comprendono una vasta gamma di individui, prediligendo creature in genere umane giunte da poco nell'età adulta. Il tutto, ovviamente, perchè i vasi arteriosi raggiungano una pressione sistolica compresa tra cento e centoquaranta torr e la diastolica tra sessanta e novanta torr, e la carne -ovviamente- sia abbastanza fresca e tenera per essere addentata, e questo vale ancor più se a cibarsi deve essere una vampira con il corpo di una bambina.

    E' vero, probabilmente non era il caso di interrompere in quel modo, ma era cosa abbastanza risaputa che gli studiosi, ancor più i rinomati Saggi di Palanthas, non avevano il ben che minimo senso del rischio, soprattutto quando di mezzo c'erano le loro adorate scienze, o comunque qualcosa legata ad esse. Forse era per questo che era meglio che si tenessero lontani dalle gesta di guerrieri e paladini, possibilmente nei loro laboratori a smanettare fra provette e cavie raccattate qua e là. Non per cattiveria, ma non ci sarebbe voluto molto a farli fuori... o rapirli e legarli in una cella fetida a Sequerus, esattamente come era accaduto. Non erano fatti per combattere, e lui meno di tutti, solo quel che bastava per portare a casa la cena.

    arthurth

    -Quindi mi permetta di dissentire ma questo tizio non fa parte di una dieta sana ed equilibrata, Sir.

    Bene, davvero bravo. Probabilmente l'aveva fatto infuriare. Ma cosa importava, infondo? Era vero ciò che diceva, ed il suo ragionamento non faceva una grinza, sebbene in molti della sua stessa razza sarebbero rimasti a dir poco perplessi davanti quelle uscite. Gli altri cainiti erano volgari, e spesso non si rendevano conto di cosa succhiavano... rischiando di morire, oltre che fare indigestione. Lui, invece, sapeva perfettamente cosa fare... troppo tempo aveva trascorso a studiare il suo "morbo", nella speranza di trovarne una cura. Non ci era riuscito, ma in compenso aveva imparato molte cose, e quello poteva definirsi un mezzo successo. Gli occhi grigi passarono oltre le spalle del professore, cercando di capire se fosse solo, poi continuò.

    -Voi non appartenete al Laccio Nero.

    E no, non era una domanda.

    -Il Laccio Nero non si scomoda per catturare non umani al di fuori dei confini dell'Ovest.

    Giusta osservazione.

    -Dunque... chi siete? Perchè siamo qui?

    passive


    invisibile


    Dono Oscuro:
    Arthur è un vampiro, dunque clinicamente morto. A tale caratteristica conseguono vari vantaggi e/o svantaggi; ad esempio non emana calore, non può essere rintracciato attraverso strumenti di rilevamento di forme di vita (antiauspex), e non può essere ucciso se non con il famoso paletto in legno di frassino, di Siliquastro (comunemente chiamato "albero di Giuda"), Biancospino o semplicemente la luce del Sole. L'acqua santa gli provoca dolore ma non lo ferisce e tende ad allontanarsi dai crocifissi, nonostante non gli facciano nulla....insomma ha tutte le caratteristiche del classico vampiro. In più odia l'aglio ma solo perchè puzza.
    (Antiauspex + immortalità= 10 pt).

    Visione Notturna:
    Essendo un vampiro, gli occhi di Arthur hanno la caratteristica di avere una nitida visione notturna, anche più potente di quella dei felini; esattamente come se fosse pieno giorno.






    equipt

    Anello dei Galanodel:
    Anello forgiato appositamente per Arthur, gli permette di muoversi alla luce del sole senza rimanere incenerito.

    IMMAGINE ALLEGATA




    Edited by Drusilia Galanodel - 23/4/2012, 09:21
     
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    Gradualmente il dolore si allontanò, e il suo partire lasciò spazio a nuove consapevolezze.
    Gli altri due prigionieri parevano essere un uomo e una bambina, a giudicare dalla voce.

    Il Kuthiano si sollevò da terra, ritornando seduto a scrutare nel buio.
    L’uomo nominò un certo Laccio Nero: era un nome abbastanza familiare per Bid’daum…

    Ma sì, doveva centrare con quella questione ad Ovest.
    Leggi razziali avevano bandito il transito di non umani a Sequerus e per questo motivo gli Eversori avevano rinunciato a qualche lavoro in passato. C’era penuria di membri propriamente umani e il rischio di farsi arrestare in condizioni normali era già abbastanza alto, figuriamoci se andavi a ficcarti in un paese dove sparavano a vista sui mutanti.

    La bambina mostrò ritrosia nel rispondere alle domande dell’uomo incatenato.
    I loro discorsetti erano destinati a terminare presto: il carceriere in persona si mostrò.
    La lanterna al di là delle sbarre illuminò l’anfratto, mostrando al Castigo il volto dei suoi compagni di cella.
    Lunghi e fluenti capelli neri incorniciavano il viso dell’uomo senza anima, mentre la bambina lagnosa si era rintanata nell’angolo più distante dalle sbarre.

    La luce illuminò anche i tratti del loro aguzzino: il suo viso spento - segnato dalle occhiaie - s’illuminò nel vedere la scenetta all’interno della gabbia. Si pronunciò in modo simile all’uomo elegantemente vestito, facendo riferimento all’alimentazione della piccola.

    Ma a cosa si riferivano?
    Perché d’un tratto importava a tutti cosa mangiasse quella mocciosa?

    Il severo sguardo di Bid’daum squadrò il guardiano, facendogli provare un moto di disgusto.
    Davvero era stato catturato da un simile sfigato?
    Questi stimoli così dissonanti non facevano bene alla mente fragile e squilibrata del Kuthiano.

    Le sue abilità oculari posero un freno alla dilagante incoerenza: un momento, ma quel tipo ha un’anima finta?
    Nessun aggettivo poteva esprimere meglio la sensazione che gli dava quello spirito.
    Falso come un miraggio dello Yuzrab.

    Il discorso di rimprovero di Arthur aiutò a chiarire alcuni punti oscuri della faccenda: dalle sue parole si evinceva che la bambina era un cainide malnutrito. Anche l’altro prigioniero apparteneva alla stessa razza, e ciò confermò la (presunta) mancanza di uno spirito nel suo organismo.

    Bid’daum fu etichettato come cibo spazzatura e ciò lo divertì molto, portandolo a ridere sommessamente.
    Marcio fino al midollo, dunque.
    Non ne aveva mai dubitato.

    Ho sempre pensato di essere indigesto… ora ne ho anche la conferma da parte di un esperto, sono lusingato.

    La voce del criminale risuonò sarcastica in quelle mura.

    Effettivamente, sei tu l’unico che possiede tutte le caratteristiche di un perfetto omogeneizzato per vampiri.

    Disse, indicando il carceriere.

    Se solo tu fossi veramente umano

    Uno sguardo di sfida fu rivolto al dottore.
    Bid’daum sapeva.



    Stato fisico: acciaccato
    Stato mentale: riesce a conciliare pazzia e lucidità
    Energia: 110%
    Equipaggiamento:

    Támerlein [Non evocata]

    Passive:

    Risorse criminali [Passiva: 110% energia]

    Oltre la realtà [Auspex spirituale, raggio 30 metri]

    Putrefazione [Passiva scenica valida per le tecniche sciamaniche del personaggio: gli spiriti provocano un effetto aggiuntivo di corrosione e avvizzimento all’ambiente circostante. Gli effetti sullo spirito nemico sono di libera interpretazione]

    Attive utilizzate: /

     
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    23:00 «
    pov: il Terzo «

    Sapete, è faticoso essere un genio.
    No, miei gentili lettori, non sto parlando del lavoro che attende noi intelligenze superiori: la mente di un genio è costantemente al lavoro e trova nella quotidianetà di ogni giorno nuovi modi di dare esempio della sua genialità, sviluppando soluzioni sorprendenti a problemi talvolta neppure intravisti dalle persone comuni. Purtroppo a volte qualche anima profittatrice riesce ad elevarsi d'un infinitesimo sopra la massa, intuendo tutt'ad un tratto che potrebbe sfruttare le nostre celluline grigie per fare il lavoro sporco e lasciare il divertimento alle loro. Quelle poche che non partecipano alle feste organizzate in zona lombi, cioé.
    Perché tutti cercano di sfruttare noi poveri geni?

    « Mi congratulo con lei per la sua esatta deduzione. » dissi con cortesia tutt'altro che onesta. « Devo ammetterlo, la sua mente raggiunge livelli esplorati da pochi esseri nella galassia. » - e chinai appena il capo. Ma che lo sfotteva a fare, probabilmente quel cervellino degno di H. Simpson non avrebbe neppure compreso l'insulto.

    Un piccolo ansito dall'angolo più buio della cella mi fece intuire che la piccola irritante mocciosetta aveva avuto il medesimo lampo di genio. Le lanciai uno sguardo paziente, stile precettore del diciassettesimo secolo o giù di lì, e ricacciai in gola il sospiro che minacciava di emergere. Pazienza, tutta quella dannata situazione da baraccone girava attorno alla pazienza: la mia, per l'esattezza. « Oh, piccola mia, è ovvio che non sono umano. Il signor Arthur qui presente ha cercato una cura alla tua particolare condizione, chiamiamola così, per quelli che credo siano millesettecentosettantasei anni, quattro mesi e tredici giorni compreso oggi, se non erro. » Mi voltai brevemente verso il diretto interessato, lanciandogli una muta richiesta di conferma. « Il tutto con una gran quantità di ricerca di base ma senza una vera soluzione... sarebbe inimmaginabile che un semplice umano abbia potuto riuscire in specie degli sforzi del tuo corraziale in sessantatré giorni, non trovi? »
    Aggiunsi alle mie parole un sorriso d'intesa.

    Invece di darsi una calmata e smettere di tremare come una foglia, la diretta interessata aprì la sua boccuccia da pupetta e strinse i pugni
    a sparare quello che con ogni probabilità era il suo secondo e ultimo lampo di genio della giornata: « ...t-tu. » - inserire qui piccolo ansito di sbigottimento, prego - « Sei stato tu a convincere mio padre a fare tutto questo. »
    Le sorrisi come il precettore di cui sopra all'allievo che dopo tanto penare ne azzecchi una giusta, finalmente. « Indovinato, mia cara. Quanto a lei » - e qui mi rivolsi al più letterato dei due - « per quanto la sua analisi medica sia senz'altro accurata, temo che le sfugga l'aspetto psicologico di una dieta: per quanto ammetto senza problemi la precarietà delle condizioni cardiocircolatorie del signor Bid'daum, temo che la piccola Sakura rigetterebbe tutto all'istante se le offrissi la vena di un essere umano. »

    Uno strillo e lo sferragliare di una catena chiarì oltre ogni dubbio cosa ne pensasse la diretta interessata dell'alternativa.

    « ...come volevasi dimostrare. »



    ~Qm Report
    Cambio veloce di PoV - lo so, non avrei dovuto, ma era un'occasione troppo ghiotta! :guru:
    Allora, adesso la situazione è un po' più chiara: il padre della piccola Sakura, evidentemente importante fra le famiglie di Sequerus, ha deciso di risolvere la sgradevole questione della vampirizzazione della povera figliola appaltando ad un esperto (me!) la devampirizzazione della stessa; di qui la necessità di una banca del sangue ambulante (Bid'daum) e di una serie di cavie su cui sperimentare (Arthur). Attualmente c'è ancora una cavia-vampiro in laboratorio, ma consumata quella ci sarà bisogno di un'altra cavia. Avete dunque esattamente 24 ore in-game dall'inizio della quest, 23 ormai, per fuggire via sani e salvi; scaduto il termine, come potrete facilmente immaginare, kaputt.
    Per fortuna che c'è la piccola Sakura ad aiutarvi! :8D:

    ??? di Sakura: 5pt.
     
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    Nonostante la poca espressività insita nella sua natura di studioso razionale e pedissequo ancor prima di ricevere l'Abbraccio duemila anni addietro, quello che in quel tempo ed in quel luogo si faceva chiamare Arthur Friederick Giles restò zitto ad ascoltare attentamente parola per parola tutto ciò che aveva da dire il loro carceriere, avido di risposte, oltre che indizi. L'unica parvenza di emozione si palesò sul volto pallido solo quando quel tale a lui sconosciuto non gli vomitò addosso il tempo esatto che aveva impiegato personalmente in una ricerca assai ambiziosa, oltre che assolutamente segreta. Nemmeno la sua adorata Drusilia -che reputava praticamente come una figlia, avendola lui stesso cresciuta al posto dei genitori, particolarmente avversi alla sua stessa esistenza- aveva la benchè minima idea delle ricerche che lo occupavano da tempo immemore e che, più delle altre, parevano interessarlo nonostante i secoli che trascorrevano. Una cura per il vampirismo, ecco cosa cercava, e quell'uomo diceva di averla trovata in sessantatrè giorni.

    -...

    E così, mentre quello che in apparenza sembrava uno scienziato gli parlava delle implicazioni psicologiche che lo avevano spinto a dare in pasto ad una piccola vampira un tipo grosso e cattivo come l'altro prigioniero, il Saggio della Via della Genesi preferì il silenzio. Troppe domande affollavano la sua mente già di base frenetica, troppe variabili in un sistema di equazioni limitato ma estremamente grande, eccessivo per essere analizzato e studiato in così poco tempo. E' vero, era ufficialmente l'esponente massimo su Endlos di tutto ciò che riguardava l'Alchimia e le scienze annesse, ma sapeva anche lui di possedere dei limiti. Non a caso, quando era giovane, umano ed assolutamente incosciente, aveva chiesto lui stesso il Dono ad una cainita nelle prigioni del padre, perchè sapeva che con i propri mezzi non avrebbe mai raggiunto la Conoscenza Massima, e per quanto non potesse far nulla sulle limitate capacità della sua mente, era giunto alla conclusione che l'unica cosa in grado migliorare le proprie aspettative fosse il tempo. Più tempo, tanto tempo... l'immortalità. Sapeva che non avrebbe scoperto tutto e subito, ma con l'eternità davanti, prima o poi ci sarebbe arrivato. Sapeva anche che qualcuno, prima o poi, lo avrebbe potuto battere, ed infatti non aveva trovato una cura alla propria condizione in tutti quei secoli mentre un altro ci era riuscito in soli sessantatrè giorni.
    Gli faceva male all'orgoglio, vero, ma era prevedibile, razionale, e lui doveva accettarlo inquanto tale.

    -Non siete umano e dite di aver trovato una cura per il vampirismo in soli sessantatrè giorni.

    Iniziò, quando il silenzio regnò su di loro.

    -Ammesso che questo sia vero, siete perfino a conoscenza di mie ricerche segrete ed irrintracciabili.

    Le labbra si piegarono, pensose, mentre la piccola a lui vicina cercava di non vomitare.

    -Questo vuol dire solo due cose: o siete in grado di leggere nelle menti, ed in quel caso credo che me ne sarei accorto, oppure siete una sorta di divinità o... "essenza?", in grado di sapere aldilà di un tramite corporeo.

    Lo scrutò con gli occhi grigi e taglienti, immobile e statico.

    -In questo caso verrebbe da chiedermi cosa ci farebbe qualcosa del genere al servizio di un mortale qualunque.

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    Arthur è un vampiro, dunque clinicamente morto. A tale caratteristica conseguono vari vantaggi e/o svantaggi; ad esempio non emana calore, non può essere rintracciato attraverso strumenti di rilevamento di forme di vita (antiauspex), e non può essere ucciso se non con il famoso paletto in legno di frassino, di Siliquastro (comunemente chiamato "albero di Giuda"), Biancospino o semplicemente la luce del Sole. L'acqua santa gli provoca dolore ma non lo ferisce e tende ad allontanarsi dai crocifissi, nonostante non gli facciano nulla....insomma ha tutte le caratteristiche del classico vampiro. In più odia l'aglio ma solo perchè puzza.
    (Antiauspex + immortalità= 10 pt).

    Visione Notturna:
    Essendo un vampiro, gli occhi di Arthur hanno la caratteristica di avere una nitida visione notturna, anche più potente di quella dei felini; esattamente come se fosse pieno giorno.






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    Nuovi particolari venivano sviscerati con il proseguire della conversazione.
    Il carceriere proclamava con orgoglio i risultati del suo lavoro e mostrava un’altissima considerazione di sé. Il sarcasmo del saputello era irritante, così come lo era essere incatenati e non ricordarsene il motivo.
    La sottile frecciatina dello scienziato ottenne un bieco sguardo di risposta da parte dell’Eversore.

    Arthur fece delle considerazioni sulla natura del finto umano, con implicazioni tutt’altro che irrilevanti.
    Erano prigionieri di una divinità?

    Sembrava impossibile, ma quando il Kuthiano sentì lo scienziato chiamarlo per nome, non poté trattenersi dal parlare.

    Senza contare che conosci il mio vero nome, e non è un’informazione che rivelo a chiunque.

    Non rispose malamente per non rompere il sottile equilibrio che si era formato.

    Quell’essere inumano era tanto sicuro di sé da non accorgersi di aver rivelato fin troppo con le sue parole. Più la conversazione sarebbe continuata e più informazioni avrebbero ottenuto.

    Il suo punto debole era l’eccesiva autostima.

    I suoi occhi si soffermarono nuovamente su quell’anima finta. Cosa mai si nascondeva dietro quel corpo?

    Si appoggiò meglio – per quanto possibile – alla scomoda parete, guardando nel contempo la bambina che cercava di trattenere la bile in gola.
    Avrebbe riflettuto meglio sulla questione, mettendo insieme i piccoli indizi che aveva raccolto.
    Non era particolarmente preoccupato: anche gli dèi falliscono.



    Stato fisico: acciaccato
    Stato mentale: riflessivo
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    Oltre la realtà [Auspex spirituale, raggio 30 metri]

    Putrefazione [Passiva scenica valida per le tecniche sciamaniche del personaggio: gli spiriti provocano un effetto aggiuntivo di corrosione e avvizzimento all’ambiente circostante. Gli effetti sullo spirito nemico sono di libera interpretazione]

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    22:30 «
    pov: il Terzo «

    « Conoscere il nome di un kuthiano ricercato in mezzo multiuniverso... una vera impresa. » commentai con un'occhiata di sufficienza. Che Guerra avesse un fratellastro scemo...? « Comunque si, sommariamente esatto. » dissi ad Arthur, finalmente interessato - aah, finalmente una conversazione con una mente brillante quasi quanto la mia. « Ne ha dedotte due su quattro: quelle che le mancano sono un mio eventuale talento in veggenza, dunque sapere sensoriale ma traslato nella linea temporale, oppure un aiuto da persone o cose rientranti in una delle tre categorie sopracitate. »

    Bene bene bene, sono sorpreso... sorpreso e compiaciuto. Anche per un'intelligenza millenaria è raro giungere così rapidamente a così elevate conclusioni se si parte da una corteccia di stampo umano. Il che era interessante... e dopo aver passato così tanto tempo con il suo gretto e rozzo fratello maggiore, una scintilla d'interesse era a lui più indispensabile che un bel litro di 0- a Sakura. E poi del Signor Giles sapeva tutto riguardo alla ricerca e alla sua particolare condizione, ma la natura del suo animo, del suo cuore e della sua mente gli erano precluse: perché non concedersi qualche rinfrescante stoccata verbale prima della sua... ah, sorte?

    « Quanto all'essere o meno un dio... tecnicamente dovrei rispondere di no, ma temo che voi percepireste poco la differenza. Nei vostri linguaggi immagino che la parola più appropiata sia "ὰρχέτῦπος", benché io non sia la matrice di niente: piuttosto la sua concretizzazione, per così dire. »
    « ...sei un oni. » disse la piccola Sakura, alzandosi in piedi.

    Alzai gli occhi al cielo. Contate pure sui marmocchi per rompere le scatole al momento giusto!

    « Non sono un demone, bambina mia... » iniziai - e la mocciosa lo interruppe. « Sei venuto a portare scompiglio nella mia casa, hai offuscato la mente di mio padre, hai corrotto lo spirito della mia famiglia... »
    "Fantastico, ci mancava l'angolo delle invettive..." pensai solo, pregando intensamente che la smettesse presto. Okay, scoprire tutt'ad un tratto che tuo padre ti ha messo nelle mani di un "demone" (come l'aveva così affettatamente giudicato la piccola Sakura) doveva essere un colpo duro da reggere, ma c'era proprio bisogno di fare quella scenata? Non stava bene, specialmente non in una bene educata rampolla della nobiltà di Sequerus. Sei brutto e cattivo... bla bla bla... brutto oni malvagio... si, certo, come no...
    « ...sei soltanto uno spirito della distruzione privo di alcuna morale, stupido e... »


    « ADESSO BASTA! »

    Un'ondata di terrore, nausea, vomito e debolezza scosse il piccolo ambiente con fisicità, sferzando i due prigionieri con tanta forza da far loro sembrare che la pietra stessa si fosse piegata sotto il peso di un malessere non meglio identificato... ma terribile anche per loro che non ne erano il bersaglio. La piccola mocciosa invece ne prese una dose doppia gradevole quanto un litro di olio di ricino... e che non si dica che io sia crudele: adesso ne ho proprio piene le scatole!

    « Se non fosse per me, ragazzina, tuo padre sarebbe già morto, ucciso dall'Alzheimer! Se non fosse per me, ragazzina, il tuo caro paparino ti avrebbe ficcato un paletto nel cuore e ti avrebbe arsa sul rogo! Se non fosse per me, ragazzina, tu e il tuo intero piccolo mondo sareste stati SPAZZATI VIA da un bel pezzo! »

    Sakura crollò a terra.
    Presi un bel respiro e rilasciai la presa sulla sete di sangue della piccola stupida vampirella, lasciandola a tremare a terra. Probabilmente al momento si sentiva come se qualcuno le avesse sparato il contenuto di un estintore in vena... niente affatto disprezzabile, vista la strizzata al cuore e la sensazione di autocombustione che doveva aver provato.

    « Mi hai fatto perdere la pazienza. » dissi. « Non sta bene, specialmente per una Kuroi. Dovresti aver ricevuto un'educazione, Sakura. » Le lanciai un'altra occhiata di disapprovazione e mi girai, salendo i primi gradini delle scale di pietra che l'avrebbero portato al laboratorio

    « Oh, quasi dimenticavo. » feci giusto poco prima di uscire dal loro campo visivo, in tono pacato. Mi voltai verso di loro, sorridendo affabile. « Qualora sentiste l'impulso irrefrenabile di evadere dalla vostra attuale situazione, cosa che ritengo possiamo dare per scontato, cercate di non fare troppo rumore... intesi? »

    E me ne andai, ancora sorridendo.



    ~Qm Report
    Bene bene, adesso iniziano i veri giochi!
    Avete ottenuto tutte le informazioni che potevate ottenere dal vostro misterioso rapitore: ora bando alle ciance e iniziate a progettare la fuga.

    Una piccola nota. La piccola Sakura è una shinso, ossia una vampira nata perché figlia di vampiri o maledetta, non per via di un morso di vampiro: ne consegue che la bambina ha una straordinaria potenza fisica e non, anche se non sa esattamente bene come usarla.

    Punti sangue di Sakura: 5pt 4pt.


    CITAZIONE
    Fase tre: sperimentazione
    Una volta replicato con successo la malattia desiderata, è necessario ottenere un controllo più stretto e al tempo stesso originale sulla stessa. Manipolare un organismo infetto è tre volte più difficile poiché alla complessità del corpo ospite si aggiunge quello dell'agente batterico-virale e le relative iterazioni, tuttavia una volta padroneggiato il processo si possono ottenere risultati davvero sorprendenti: dal rendere i pomodori blu all'annullare, aumentare o variare a piacimento le caratteristiche fenotipiche del soggetto infetto, di fatto plasmando gli effetti dell'agente stesso.
    Ovviamente il risultato finale dipende dalla caratteristica o dalle caratteristiche variate: andare a caso è, come al solito, inutile o deleterio. Senza eccezioni.
    consumo variabile
    caratteristica interessata: sete di sangue

    CITAZIONE
    il Primo Sigillo
    Ovverossia presenza. La semplice presenza del Terzo Cavaliere è foriero di nausea, malessere, dolori intestinali, piccole emorragie nasali, tremore muscolare, perdita di lucidità e temperatura alterata: tutti sintomi generici, tuttavia proiettati tutti assieme e con intensità direttamente dipendente dalla quantità di interazioni sensoriali e dalla distanza effettiva dal Cavaliere dell'Apocalisse. Non fidatevi, potrà sembrarvi umano (un qualunque umano a dire il vero), ma la sua essenza è un coacervo di ogni malattia e stato alterato che sia mai creato, esistito o persino pensato nell'intero multiuniverso.
    Meglio non abbracciarlo, dunque...
    passiva
     
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    Ascoltò senza fiatare le parole di colui che si definì simile ad un archetipo, ed altrettanto in silenzio assistette alle giustificabili invettive della bambina, ora sola contro tutti, compreso colui che diceva di essere suo amico e che non riconosceva come tale. E no, non c'era bisogno che lui si adirasse tanto, lanciando contro di loro bordate di malessere indefinito, per capire che non era un oni. No, quello scienziato era diverso, anche perchè gli oni non erano soliti comportarsi in quel modo, e lui lo sapeva considerando quanti ne erano passati sotto le spade dei Galanodel, oltre che nelle loro celle. Ed in ogni caso non gli aveva ancora detto che cosa ci faceva lì, al servizio degli umani.

    «
    Oh, quasi dimenticavo. »

    Tuttavia non lo interruppe.
    Infondo, era un uomo molto cortese ed educato.

    «
    Qualora sentiste l'impulso irrefrenabile di evadere dalla vostra attuale situazione, cosa che ritengo possiamo dare per scontato, cercate di non fare troppo rumore... intesi? »

    Arthur piegò lievemente il capo, acconsentendo con garbo.


    -Faremo il possibile per non disturbarla.

    Concluse con voce quasi cortese, tuttavia abbastanza piatta. E fu così che il loro carceriere se ne andò, lasciandoli nuovamente soli. Dunque, attendendo che la piccola si riprendesse da quella nausea, il vampiro iniziò a guardarsi intorno con fare curioso camminando quà e là li dove era possibile considerando la lunghezza della catena, battendo ogni tanto con le nocche sulla pietra ed osservando pavimento e soffitto; nonostante quella cella fosse la più banale che potesse esistere aveva un che di strano, anche se al momento non seppe dare una spiegazione ai suoi presentimenti.

    -Mi spiace per la tua situazione, probabilmente posso comprendere come ti senti, essendoci passato anche io tempo addietro.

    Disse tutto d'un tratto, guardandola con i suoi occhi freddi, questa volta tinti di qualcosa abbastanza simile ad un sentimento umano da lasciar venire il dubbio sulla vera natura di quell'uomo pallido e malmesso dagli abiti sgualciti. A tratti sarebbe sembrato perfino paterno, se solo lei non sapesse già cosa di fatto era. O meglio, erano entrambi.

    -Eppure ogni caso ha le sue eccezioni, ed io non sono nessuno per dirti come ti senti o ti dovresti sentire, quindi capisco ed accetto che tu non voglia parlarmi. Se ti fa sentire meglio, non ti rivolgerò più la parola, ma prima di riavere il tuo silenzio, ho bisogno di una sola informazione.

    Dunque si avvicinò a quello che doveva fare loro da cena, inginocchiandosi a lui vicino e portando il ceppo metallico che lo legava a contatto diretto con il proprio.

    -Tutti coloro che prima di noi hanno tentato la fuga, perchè sono certo ce ne siano stati altri, considerando poi che sei qui da più di sessanta giorni... hanno mai provato ad usare la magia in questo modo?

    Le sorrise gentile, lanciando un'occhiata gentile al compagno di cella, tacita richiesta ad assecondarlo.

     
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    La mocciosa istigò il loro carceriere sovraumano fino al punto di non ritorno.
    Un’aura sfregiante e malsana si propagò nell’etere, schiacciando i prigionieri con la sua veemenza. Furono istanti di totale sopraffazione, che sfumarono lentamente in un sordo ricordo di dolore.
    La ragazzina non resse una tale sferzata di energia negativa e cadde al suolo tremante.

    In seguito il dottore riacquistò la sua flemma e rivolse sorrisi sornioni ai due disgraziati in catene.
    Li lasciò solo con la richiesta di non fare baccano.

    Dio solo sa quante variegate e inverosimili maledizioni ha pensato Bid’daum in quell’istante.

    Arthur - con adeguata compostezza - iniziò a fare l’interrogatorio a Sakura.
    Si avvicinò al Castigo e, lanciando preventivamente un’occhiata che implorava complicità, accostò i rispettivi ceppi metallici.
    Bid’daum intuì cosa aveva in mente: l’arcano potere che impediva l’utilizzo della magia sembrava essere vincolato a quei catenacci. Avvicinandoli avrebbero perso la loro funzionalità?

    Il suo intuito gli suggeriva che non era quella la pista giusta da seguire, perciò non si scomodò nemmeno per tentare un incantesimo, così da evitare la sgradevole sofferenza di rimando.
    Invece considerò molto preziosa la testimonianza e i ricordi della mocciosa: chi meglio di lei poteva fare un resoconto di cosa fosse successo nelle settimane passate?
    Forse dalle sue parole avrebbero ricavato degli indizi sulla tattica di fuga.

    Si rivolse alla giovane e traumatizzata creatura.

    Dimmi un po’ Sakura: cos’hanno tentato i prigionieri detenuti qui prima di noi e perché hanno fallito?

    Piegò il suo tono di voce per discostarsi dalla scortesia che solitamente permeava i suoi discorsi.
    Doveva convincerla a vuotare il sacco sulla faccenda.
    L’evasione era vicina.



    Stato fisico: acciaccato
    Stato mentale: si sforza di essere gentile
    Energia: 110%
    Equipaggiamento:

    Támerlein [Non evocata]

    Passive:

    Risorse criminali [Passiva: 110% energia]

    Oltre la realtà [Auspex spirituale, raggio 30 metri]

    Putrefazione [Passiva scenica valida per le tecniche sciamaniche del personaggio: gli spiriti provocano un effetto aggiuntivo di corrosione e avvizzimento all’ambiente circostante. Gli effetti sullo spirito nemico sono di libera interpretazione]

    Attive utilizzate: /

     
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