Giorno 63

appunti di un ricercatore

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    croceart

    « ...c-c-che v-voleva q-q-q-uello? »

    Differentemente dall'altro, il vampiro sembrò degnare la piccolina di uno sguardo e, consolandola con una mano sul capo con fare paterno, cercò in qualche modo di esserle d'aiuto. Quella situazione era davvero pessima, anche per uno come lui, e probabilmente distruttiva agli occhi di una bambina.
    -Al momento, nulla che ci importi, piccola- abbozzò un sorriso, anche se con molta fatica -Ora, però, pensiamo ad uscire.

    I tre, dopo aver recuperato tutto il loro armamentario, si sarebbero diretti verso l'unica strada che forse avrebbe potuto condurli all'uscita in quel percorso obbligato finchè... non si ritrovarono ad un incrocio. Ed un giardino zen ai loro piedi.

    -Ha-ha.

    No, simpatico davvero.
    A quel punto gli fu praticamente chiaro del perchè quell'idiota si aspettava che si liberassero, e del perchè al momento li aveva lasciati ancora vivi. Non erano prigionieri ma delle stupide cavie da laboratorio, esattamente come dei topi, con un unico scopo nella vita: partecipare ai suoi esperimenti e sperare che con la teoria non se la cavasse male. Altrimenti erano fregati in partenza.
    Ah, e probabilmente lui li stava osservando.

    -Se è furbo quanto simpatico, allora siamo a cavallo.

    Lo pronunciò a voce alta, giusto per esser certo che la sua frecciatina fosse giunta a destinazione.
    Poi fu il turno dell'altro.

    Ho una certa sensibilità per quanto riguarda i refoli d’aria... se c’è uno spiffero, questo ci guiderà verso l’uscita.

    Non male come trovata... peccato che non aveva nessuna intenzione di mettere la propria salvezza nel... "fiuto?" di quel tizio. Oh, diamine, non erano mica lì a pettinare le bambole! Dovevano uscire da quel posto e, considerando che aveva tutta la parvenza di un labirinto, se questo si fosse rivelato eccessivamente grosso, di spifferi ne sarebbero giunti ben pochi. In più reputava le abilità dell'altro del tutto inattendibili: infondo poteva benissimo essere un complice del loro carceriere e metterli sulla cattiva strada.

    -Sa, non dubito delle vostre capacità, sir- disse con garbata freddezza così che l'altro non se la prendesse più di tanto -ma preferirei risolvere il problema con un metodo più... sicuro.
    Detto ciò, estrasse la sua sacca di sangue, ed intinse il dito al suo interno come un pennello.

    -Esistono due metodi certi per uscire da un labirinto. Il primo è il metodo di Tremaux, mentre il secondo è il metodo di Ore. Se sapessi quanti incroci contiene questo posto, potrei anche scegliere quello più rapido, ma in una situazione simile entrambi hanno lo stesso valore.
    Sospirò, stizzito più che scoraggiato.
    -Inizieremo scegliendo una via a caso, e segneremo il sentiero macchiandolo con gocce di sangue. Proseguiremo in questo modo finchè non raggiungeremo la meta, qualora avessimo fortuna, oppure un vicolo cieco o un incrocio già attraversato in precedenza. A quel punto, se siamo sfortunati e ci ritroviamo nel vicolo cieco, ritorneremo all'incrocio precedente e segneremo il percorso anche a ritroso così che sia riconoscibile in modo da evitarlo in futuro. Questo ci permetterà di non esplorare mai un corridoio più di due volte.
    Spiegò scandendo bene le parole, cosicchè tutti ascoltassero il suo ragionamento.
    -Se invece arriviamo a un incrocio già attraversato da un corridoio nuovo, cioè con una sola scia di gocce di sangue dietro di noi, allora ci comporteremo come nel vicolo cieco: ritorneremo all'incrocio precedente.
    Si concesse qualche attimo per pensare, non tanto per elaborare un piano -che già aveva- ma per trovare parole semplici e comprensibili.
    -Se invece questo incrocio già attraversato lo incontriamo mentre stiamo tornando indietro da un corridoio che sappiamo non è quello giusto (dunque abbiamo dietro di noi due scie di sangue ad indicare che non dobbiamo più tornarci) e c'è ancora un ramo inesplorato che parte dal suddetto incrocio, allora prenderemo questa direzione. Se invece non ci sono rami inesplorati ed abbiamo dietro di noi una doppia scia di sangue, allora prenderemo a caso qualsiasi ramo che sia stato percorso una sola volta, ricordandoci comunque di segnarlo con la doppia scia di sangue.

    Terminò quella spiegazione portandosi una mano al mento con fare pensoso, ed avrebbe scrutato lo sguardo di entrambi nella speranza di esser stato abbastanza chiaro e non aver parlato arabo.

    -Queste regole rispecchiano l'algoritmo di Tremaux, da cui ne deriva il metodo. Se le seguiremo scrupolosamente e non raggiungiamo subito la meta, nel peggiore dei casi faremo un giro completo del labirinto, ed attraverseremo ogni ramo due volte in ciascuna direzione. Ma alla fine troveremo comunque l'uscita
    A dire il vero aveva già detto che si trattava di un metodo sicuro, ma preferì ripeterlo così da tranquillizzare tutti: c'era troppa agitazione nell'aria, e con l'agitazione il cervello non collaborava.
    Dovevano rimanere tutti concentrati.
    -A tal proposito, nelle scelte casuali potremmo usare la vostra... sensibilità per gli spifferi d'aria- disse all'essere con il corno sul capo -Se funziona realmente ridurrebbe sicuramente la percentuale di fallimento e ci velocizzerebbe senza alcun dubbio. Le andrebbe?
    E così il gioco era cominciato.

     
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  2. † Morte †
     
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        † PoV: i carcerati

    Il labirinto.

    Nel labirinto ci si perde, ci si smarrisce e si perde il senso dell'orientamento. Ci si affanna per trovare l'uscita, pareti soffocanti che paiono chiudersi su di sé, e oltre alle mura il pericolo viene dalla tua mente. La cultura occidentale l'ha eletto come simbolo del caos e della lotta contro di esso, ma dietro la confusione sussiste l'ordine: ogni muro conduce ad un altro, ogni vicolo ad un altro vicolo, e quello che sembra un viluppo di vie e percorsi confusionari e accartocciati gli uni sugli altri si rivela invece essere uno spazio lineare, scandito da un'armonia precisa. Non a caso quell'Arianna che della sua scelta d'amore fu tanto delusa uscì dal labirinto eretto per ordine di suo padre con un semplice filo, lineare e tuttavia racchiuso nell'apparentemente complessa forma di un gomitolo.

    Caos e ordine.
    L'uno rappresentato dal Kuthiano dall'indole entropica, l'altro dalla psiche razionale del vampiro. Da un lato un oscuro passato, una mente sul ciglio del baratro; dall'altro logica pura e scelte razionali.
    E nel mezzo, Sakura.

    Esiste un altro significato del labirinto: in una civiltà più vicina a quella della piccola, esso è il simbolo della lotta contro il male. E di una lotta si tratta per la piccola: fra la ragazzina allegra e solare che era e la parte bestiale che brucia nelle sue vene, priva di controllo. 'Sete' di sangue, la chiamavano alcuni, ma brama era ben più appropiato; l'irresistibile attrazione che fa gravitare ogni vampiro pensiero attorno al fulcro della sua esistenza. E per la piccola Sakura, vezzeggiata piccola dama della potente famiglia Kuroi, il pensiero di leccare avidamente il sangue dipinto sui muri dal Saggio di Palanthas è tanto mostruoso quanto umiliante. Cionondimento, presente. E logorante.

    Alla fine, l'uscita.

    Serrata.

    Un altro indovinello, parrebbe, segnato da quattro porte non serrate che portano ad altrettanti ignoti. Un pupazzo di stoffa brutalmente impalato e gettato in un angolo toglie un velo di mistero al destino di chi sceglie la strada sbagliata. Quattro targhe ornano gli usci, sfidandovi silenti ma non mute a decifrarne gli oscuri enigmi.

    Sulla prima, decorata da un sinuoso serpente dalle zanne poste sulla sua coda:
    "Fra di noi una, unica bugiarda, ha nome di Magia. David nasconde dietro il suo marchio antica Saggezza."

    Sulla seconda, recante una stella a sei punte:
    "Tutte il nome nostro celiamo, e il mio non è Salvezza: se salvezza cerchi, Salvezza apri."

    Sulla terza, marchiata da una goccia di sangue:
    " Protezione è quel fra noi che del flusso della luna prende il potere e la maledizione. Di Magia, invece, ignoro."

    Infine, sulla quarta, sotto una testa di lupo ringhiante:
    "È oro quel che vedi, o forse semplice bronzo? E quando il bronzo 'semplice' certo non può dirsi?"

    E a terra, ancora una volta, un oggetto: questa volta un delicato specchio dalla cornice di oro brunito, con otto lati pesantemente smussati. Questa volta nessun aiuto dalla piccola Sakura, a l'ovvio
    lo specchio è di fattura orientale.



    Qm Report †
    † I carcerati: Biddaum, Arthur Giles, Sakura
    *facepalm* La soluzione era esatta, il metodo utilizzato... un po' meno. La piccola Sakura, vi ricordo, è una vampira da pochissimo tempo e nessuno le ha insegnato a controllare la brama di sangue: ottima l'idea di marcare il terreno, ma sarebbe stato meglio usare qualcosa di diverso dall'unica cosa in grado di far impazzire la vostra piccola alleata.
    _______________

    Le quattro porte hanno quattro nomi: Magia, Saggezza, Salvezza, Protezione. La porta giusta è Salvezza. Una delle quattro porte mente, le altre dicono il vero. Apparentemente, scegliere la porta sbagliata ha conseguenze molto cattive. Al solito esistono almeno tre modi per indovinare la soluzione: uno "proprio" che vi darà un bonus, un altro fornito da Sakura per evitare di rimanere bloccati ma con malus, il terzo neutro.

     
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    croceart

    Avevano camminato a lungo e... alla fine ci erano riusciti. Peccato che, ahimè, il loro esperimento non era concluso. In più la piccola Sakura sembrava nervosa, forse perchè non ancora abituata alla vista del sangue: a quella consapevolezza Arthur stette in silenzio per non infastidirla, dispiaciuto per non averci pensato ed allo stesso tempo scocciato per quella situazione.

    -Santo cielo, sono anche passate le diciassette...

    Disse stizzito il vampiro prendendo un paio di occhialini dal taschino della giacca e ripulendoli con un fazzoletto. E per inciso, le diciassette sono l'ora del tè. Altro che fastidio: a quell'ora poteva essere a Palanthas a sorseggiare bevande corrette con gocce di sangue d'angelo -perchè ad uno vecchio come lui quello umano ormai non bastava-, ed invece era a far da cavia ad un tipaccio in compagnia una piccola vampira sul limite di un crollo psichico (e fisico, probabilmente) ed un... qualunque cosa fosse il tizio cornuto.

    -Allora, vediamo un pò...

    Iniziò avvicinandosi alle scritte ed osservando bene le porte con la stessa rassegnazione di un medico in procinto di diagnosticare il solito raffreddore al più petulante ed ipocondriaco dei suoi pazienti.

    -Ad occhio e croce direi che se la prima porta ha ragione, allora abbiamo una sola porta bugiarda che è Magia. Essendo per ipotesi la prima vera e la seconda Saggezza (come affermato dalla prima), la bugiarda è necessariamente la terza o la quarta. La terza non può tuttavia dire il vero perchè in tal caso la sua affermazione "cozzerebbe" con la prima: ignorando di Magia ed affermando che il lupo è Protezione, per esclusione Magia diverrebbe la prima, che per ipotesi non può esserlo. Quindi se la prima porta dice il vero, dobbiamo aprire la porta con la testa del lupo.

    Affermò semplicemente, portando la mano al mento con fare pensoso.

    -Qualora invece la prima fosse falsa, allora le cose si complicano, perchè a mentire non sarebbe una sola- riflettè, incurvando un angolo della bocca verso il basso -Avremmo ben quattro combinazioni possibili, tuttavia verrebbe a mancare, nel caso della seconda falsa, la condizione di "vittoria", se così possiamo chiamarla. Assumendo la seconda vera, quindi la porta esatta è salvezza, e che più di una porta è falsa, a mentire sarebbero la prima e la terza. Secondo questa teoria la seconda è Protezione e la terza Magia, ma non riesco a trovare elementi per stabilire quale fra la prima e l'ultima è Saggezza o Salvezza.

    Preda di questi ragionamenti, il Saggio iniziò a percorrere la stanza avanti ed indietro, come nel tentativo di pensare a qualcosa che gli chiarisse le idee... ma più rifletteva, più si sentiva confuso. Innanzitutto la bambola: dubitava che fosse solo per spaventare i fuggiaschi: qualcosa gli suggeriva che riguardasse il voodoo o la magia nera in genere...tutte cose di lui lui non era particolarmente informato. Sapeva che il serpente in tali pratiche simboleggiava la divinità massima, l'ordine del caos, il ciclo della vita ma... nulla di concretamente utile. Idem per la stella, unione degli elementi...e nemmeno la chimica giungeva in suo aiuto, anzi, alla luce delle sue conoscenze la frase del lupo sembrava ancora più nonsense.

    -"È oro quel che vedi, o forse semplice bronzo?"- sussurrò fra sè ripetendo quei versi in attesa di un colpo di genio -"E quando il bronzo 'semplice' certo non può dirsi?"
    ...
    Colpo di genio che però non giunse, forse per il nervosismo.

    -Il bronzo è da sempre usato per creare gli specchi, e nella simbologia lo specchio vuol dire molte cose... troppe per sceglierne una o anche solo elencarle tutte. Gli specchi semplici sono quelli piani che riflettono la luce mantenendo il parallelismo dei raggi. Si chiamano insoliti quando son deformati: da simboli di divinazione e razionalità diventano qualcosa in grado di modificare la realtà "deformandola", esattamente come fa la Magia. Secondo questo ragionamento molto fantasioso, mi verrebbe da pensare che Magia menta, e che quindi la prima dica il vero.

    Si grattò la testa con espressione poco convinta sul volto pallido.

    -In più oro e bronzo può riferirsi alla posizione delle porte, ed obbiettivamente le due che si contraddicono sono la prima e la terza. E poi ricordo che con gli specchi semplici si facciano incantesimi di protezione...

    Sbuffò.

    -In ogni caso più di un elemento mi fa pensare alla prima formazione, e cioè Protezione, Saggezza, Magia e Salvezza. In realtà avrei preferito avere un pò più di certezze, però al momento non mi viene nulla e non abbiamo molto tempo da perdere- occhiata eloquente alla piccola -quindi propongo di entrare nella porta del lupo.

    Fissò entrambi i suoi "compagni di fuga".

    -Male che vada moriremo- momento di pausa, sguardo alla vampirella -di nuovo.


    A mente lucida mi sono accorta che nel caso la prima affermazione fosse stata falsa, ci sarebbero state altre quattro combinazioni. Arthur si è affidato a più elementi per dire la sua, che in ogni caso è:

    VVFV
    Serpente = protezione
    Stella = saggezza
    Goccia = magia
    Lupo = salvezza --->apriamo questa

     
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    Kuthian

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    I meandri del labirinto li accolsero malevolmente, e logorante fu il girovagare dei nostri prima che fosse ravvisabile l’uscita.
    Fu un sollievo per tutti, specialmente per la neo-vapira Sakura, ancora instabile dopo essere stata brutalmente costretta a lasciare la sua umanità per immergersi nelle ombre del vampirismo. Anche la fragile psiche del Kuthiano fu sconvolta dal groviglio di corridoi, e uscirne fu come risvegliarsi dopo una sbornia devastante.

    Eppure il carceriere non pareva ancora soddisfatto.
    E lui se lo immaginava, seduto in una stanza poco distante, a ghignare vedendo gli sforzi delle sue cavie. Accumulò malamente la rabbia derivata, attendendo ancora il momento per rilasciarla in tutta la sua terrificante energia corrosiva.

    Per ora dovevano fare i conti con quattro porte e un indovinello sibillino.
    Bid'daum seguì il ragionamento di Arthur, cercando di ricollegare mentalmente le quattro proposizioni per svelare la via. Il risultato parve convincerlo, tanto che alle parole del vampiro il Gerarca rispose in tal modo.

    Andiamo, allora.

    La sua testa era ancora scombussolata, e chissà se sarebbe stato abbastanza lucido da valutare le altre diavolerie che li separavano dalla libertà.

     
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  5. † Morte †
     
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        † PoV: i carcerati

    È corretto.

    Quietamente, senza fronzoli, la porta si apre. Fiaccole si spengono alle vostre spalle, di nuove si accendono in lontananza, e una via sicura si schiude per la vostra salvezza. È una strada strana, non scavata nella pietra o costruita con roccia ma lasciata allo stato naturale: non fosse per le torce di ferro infisse nelle pareti, non potreste distinguerla da un qualunque cunicolo nel ventre della terra. Sakura, a dispetto dell'atmosfera da incubo dei claustrofobici, sembra essere un po' più calma... ma lo sguardo spento nei suoi occhi narra un'altra storia. Almeno la bambina non trema mentre vi segue, docile.
    E vi trovate di fronte ad un abisso.

    Largo miglia, forse di più, la flebile luce delle torce basta appena a scandagliarne pochi metri prima che buio e terrore inghiottano tutto. Un costone di roccia si sporge timidamente sul baratro dandovi abbastanza spazio per guardare nelle tenebre, ingombro dei più svariati oggetti: calici ingioiellati e spade d'acciaio, monete d'oro e casse chiuse, pile di lance e spade e scudi e armature di ogni genere e foggia purché orientale, stendardi laceri e stinti fluttuanti ad un vento gelido. Il tesoro di un drago, lucido e scintillante per voi.

    Nessun ponte, nessuna scala nella roccia, nessun indizio vi suggerisce dove la strada possa continuare. Sola, sul ciglio del baratro, una rozza lapide reca inciso un'iscrizione.

    "Fui concepito da Madre Terra e Padre Fuoco,
    Ingegno, arguta essenza, fu la mia nutrice.

    Nacqui irascibile, sprizzando ardente saliva,
    Il mio vagito fu stridio d'acciaio,
    Il mio pianto rimbombò adamantino,
    Avido succhiai il nero latte materno
    Senza il quale mi piegherei inerme.

    Da giovane la mia lingua fu affilata,
    Il mio braccio agile e letale.
    Bevendo il sangue dei miei nemici
    Ferii e mutilai e squartai, letale:
    Nessuno a mani nude contrastò mai
    La potenza dei miei colpi, nessuno
    Con meri pugni riuscì mai a ferirmi.
    Strumento nelle mani del mio padrone,
    Servii bene.

    Adulto portai mille cicatrici di battaglia,
    Secche tacche sul mio corpo duro,
    Ma su pietra dura sfregandomi
    Come serpe mi liberai di grigie scaglie
    E pronto alla battaglia affondai fra i nemici,
    Ancora una volta bagnandomi del loro sangue.

    Vecchio, al fianco del mio padrone rimasi
    Paggio, non guerriero: vecchi e stremati,
    Ossa rotte, rigidi, stanchi e deboli,
    Da mille vecchie ferite intaccati
    Dai nemici non potemmo difenderci.

    Morte chiamò lui, ma io contro duro acciaio o pietra
    Mi infransi, e il mio corpo in mille pezzi tornò,
    Inutile reliquia di tempi gloriosi.

    Trovami, o postulante, con mano rispettosa
    Sollevami al cielo, e la via per te
    Si schiuderà.
    "

    Ancora una volta l'Archetipo gioca con voi sfidandovi in una sfida di intelligenza, astuzia e intuizione, incastrando un indovinello dentro l'altro in strati su strati di enigmi ognuno capace di fornirvi preziose pepite di verità... se solo riusciste a trovare il filo conduttore che tutti lega. Una domanda però, più pressante e ovvia delle sottigliezze suggerite dal dottore, vi attanaglia improvvisa:
    come fa ad esserci un simile abisso sotto Sequerus?



    Qm Report †
    † I carcerati: Biddaum, Arthur Giles, Sakura
    Indovinello risolto con bonus, che si traduce in un PS -punto sangue- per Sakura: da tre che era, ora è a quattro. L'attuale indovinello è nel medesimo formato - tre soluzioni almeno, una con bonus, un'altra con malus, la terza neutra. L'oggetto soluzione dell'indovinello è nel mucchio di roba sul costone roccioso.

    P.s.: gli indovinelli posti alla vostra attenzione effettivamente formano un indovinello più grande, e più complesso, una volta considerati come gruppo e non come singoli. Potete considerarla alla stregua di una missione segreta - non indispensabile alla soluzione della quest nel suo complesso, ma decisamente capace di fornirvi un pizzico di divertimento in più. Enjoy! :guru:

     
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    Un’altra vittoria sul genio del dio carceriere, oppure stavano semplicemente facendo il suo gioco? Attraversando la porta giusta, il Kuthiano non seppe rispondersi.
    S’addentrarono dunque in un cunicolo, luogo familiare per un verme del sottosuolo come il Castigo, e il nostro non riuscì a trattenere un’osservazione esasperata.

    Quello che più mi fa incazzare è che stiamo facendo da cavie. Me lo immagino quello stronzo, a guardarci compiaciuto da chissà dove mentre risolviamo le sue trappole.

    Non aveva idea di quali fossero i piani del dottore sempiterno, ma c’era una cosa che doveva dirgli. Anzi, urlargli.

    MI SENTI BASTARDO?!
    Puoi giocare con la mia vita quanto ti pare, già altri l’hanno fatto, ma non potrai mai fermare la mia anima! Hai capito?!


    Terminò così il suo sfogo, noncurante di eventuali conseguenze.
    Arrivarono infine sul ciglio di un baratro, profondo fino a perdita d’occhio, talmente imponente da poter inghiottire un’intera città. Sporgeva sulla voragine un’estroflessione rocciosa, colma di armi e oggetti variegati, e sul bordo era infitta una stele, recante il nuovo rompicapo.

    Lesse e rilesse quelle righe, odiò con tutto se stesso l’artefice di quell’enigma, e si sforzò d’interpretare la descrizione.
    Parve giungere ad una conclusione, quando condivise l’idea con gli altri, con un tono di voce molto più calmo rispetto alla sfuriata di pochi istanti prima.

    Dovrebbe essere una spada d’acciaio rotta, forgiata per uccidere, poi frantumata e diventata inutile.

    Cercò con lo sguardo tale oggetto, e l’avrebbe indicato al vampiro se mai l’avesse intravisto, mentre il vento risaliva dal buio vertiginoso sfiorando i suoi lineamenti tesi.

     
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    croceart

    La porta si aprì, ed il vampiro suppose che la sua risposta fosse giusta. Camminarono a lungo, in silenzio, finchè il loro compagno di viaggio non ebbe uno sfogo isterico, e che con molte probabilità avrebbe spaventato la bambina. In un'altra situazione lo avrebbe gentilmente invitato a tacere, tuttavia suppose che quelle urla fossero in un certo senso terapeutiche per il soggetto. Almeno aveva trovato un modo con cui sfogarsi.

    -Tienitela sempre stretta. Tieniti sempre stretta l'anima, figliolo.
    Non sappiamo a cosa stiamo andando incontro.


    Sussurrò al compagno di sventura non appena raggiunsero la fine di quel tunnel ed un nuovo enigma da risolvere. Sotto di loro il baratro.

    -Ho come la sensazione che non siamo più a Sequerus.

    Sospirò quasi esausto. In un certo senso gli dispiacque di non essere al punto di dover sfogare la propria frustrazione come l'altro; la pazienza di un ricercatore era una buona cosa se si lavorava per un progetto su cui si nutrivano grandi aspettative, tuttavia in quella fuga lui si rese conto di riporre ben poche speranze. Il suo sesto senso, infatti, gli sussurrava ormai dal suo risveglio che per quanto la situazione sembrasse disperata... in realtà era molto peggio.

    Dovrebbe essere una spada d’acciaio rotta, forgiata per uccidere, poi frantumata e diventata inutile.

    Suggerì uno. Arthur annuì lentamente con il capo.

    -Immagino debba rischiare io la pellaccia, questa volta.

    Disse esibendo un sorriso estremamente pacato ed elegante, mostruoso considerando il pericolo che correva ed il baratro sotto di lui. Fra sè Arthur pensò che se non ci fosse stata un'innocente ad osservarlo, forse non avrebbe ostentato così facilmente quell'espressione umana.

    -Se dovessi morire, cercate di non farvi ammazzare pure voi: e tu, simpaticone, prenditi cura della piccola.

    Infine la trovò, ed afferrandola con cura la sollevò lentamente al cielo.
    Attese, qualunque cosa dovesse accadere.

     
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  8. † Peste †
     
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        † PoV: i carcerati

    La terra vibrò.

    Non ve ne sareste neppure accorti se non fosse per i mucchi di oro e tesori attorno a voi, tintinnanti sottovoce sotto l'effetto del leggerissimo tremolio. I preziosi si assestarono. Poi vibrarono una seconda volta. Ancora silenzio, poi una terza - e più percettibile - vibrazione che produsse una leggera cascatella di monete d'oro, e ancora così: vibrazione, pausa, vibrazione più forte, pausa, in un ritmo sommesso che scosse la terra stessa. Una coppa tremò e cadde, aggiungendo un tintinnio di triangolo, poi un clangore andante quando un'armatura rovinò a terra, altri oggetti vari rotolarono aggiungendosi alla cacofonia, e via così, con sotto a tutto il sordo, sonoro rombare che costruisce la base della melodia.

    Ali.

    Alla flebile luce delle torce tremolanti una bestia s'inarcò lentamente dall'abisso, sostenendosi tramite lo sbattere di due enormi ali il cui schiocco fa tremare la terra. Era un drago forse, una volta, ma la morte e qualche settimana in una fossa comune l'hanno trasformato in una carcassa putrida attorno ad uno scheletro prima che la magia oscura lo riportasse a nuova vita, ricostruendo alcuni danni. Non è un servo cieco; vi guarda, scrutandovi con occhi vitrei e intelligenti allo stesso tempo, e si posa davanti a voi con grazia fatata - quale raccapricciante abominio, il corpo di un mostro della leggenda e la leggiadria degli spiriti della natura. Lo sguardo dell'essere si posa delicatamente sulla spada, poi sul vampiro che la sorregge, infine sul Kurthiano e sulla bambina tremante - dolore, sofferenza, pena - e vi accorgete che quella creatura una volta magnifica sa perfettamente cosa le è stato fatto.

    E tale consapevolezza non può non strapparvi un brivido lungo la schiena.
    ti sento perfettamente, kuthiano.

    Una zampa si distese, invitandovi silenziosamente a salire. A dorso di drago risalite le immensità della volta della caverna, su, sempre più su, mentre la luce delle torce a terra si fa nulla e il vuoto non vi circonda. Nero il mondo, nero il cuore di chi vi ha portato qui, nero l'orgoglio e la paura e ogni umana speranza, sospesa per un attimo tremulo nel timore più assoluto della stirpe mortale - un ignoto così grande, temibile e raccapricciante che la morte sarebbe ben lieta, ma non a voi garantita. Fu solo un attimo fortunatamente, prima che uno scuro profilo si prospettasse davanti a voi. Lesto il drago vi si diresse, posandosi con leggerezza su uno sperone di roccia, lasciandovi accanto a una stretta scala a chiocciola - e la luce, benedetta luce, cui i vostri occhi s'abbeverano dopo tanta ombra!
    Ma quello che vedete una volta usciti non è una visione di speranza.

    ma dimmi, credi veramente che la tua sfida abbia importanza?

    Il cielo, pur sgombro di nubi, è grigio e smorto, privo di vita, e tale luce si riflette sulla meraviglia elegante della casa orientale, uccidendo come un morbo la bellezza degli alberi e delle piante, delle pergole ornate e dei patii. Non siete soli; davanti a voi un vecchio uomo con indosso un abito da servitore smette di raccogliere foglie color piombo da terra e si volta verso di voi, strappando un singhiozzo di pura pena a Sakura. Ignorandola, l'orientale vi guarda e sorride, inchinandosi con rispetto di fronte a voi. E sapete che qualcosa non va.
    Stranieri in terra di diffidenti, con vestiti laceri e pelle sudicia, segnati dalle difficoltà di una dura prigionia e un viaggio spaventoso, apparsi nel bel mezzo di un giardino privato: difficile credere che l'ospitalità dell'Ovest, cordiale in altre situazioni, si estenda a voi in questo momento e in questo luogo. La piccola vampira al vostro fianco non può esservi d'aiuto, paralizzata da un'emozione così forte da farla tremare in silenzio - paura? orrore? o semplice sofferenza? Non vi è dato sapere.

    la tua tanto glorificata 'anima' non è nient'altro che un minuscolo frammento pulviscolare, non più rilevante ai fini di qualunque cosa di quanto lo sarebbe un misero scarafaggio per i mortali come te

    L'anziano servo si rialzò, cortesia e felicità genuina irradiata dal suo sorriso come il giallo di quel sole che manca in cielo. « Benvenuti alla dimora di Eishun Kouroi, miei onorati ospiti. » disse abbracciandovi con lo sguardo. « Posso fare qual... »

    ma se sei veramente convinto di poter dimostrare qualcosa, allora vieni a cercarmi: trova Eishun, lo sciocco padre di quella sciocca bambina

    Un turbine bianco sporco scattò in avanti, più veloce di qualunque occhio umano, e il vecchio arretrò sotto l'impeto della vampira. Due giovani braccia lo strinsero con furia disperata, mentre il volto in lacrime della bambina si tuffava contro il petto di lui, rilasciando tutta la sua paura, il terrore, l'angoscia, il dolore, il disgusto, la disperazione che l'hanno perseguitata per sessantatré giorni. « Takama! » singhiozzò con voce carica di pena, e più oltre non poté farsi comprendere nel miasma di versi e piagnucolii.
    « Signorina Sakura, cosa ci fa qui? » Le rade sopraciglia del vecchio s'inarcarono in un'espressione confusa, completamente ignara del supplizio della giovane che pure, in passato, aveva viziato e coccolato come figlia propria. « Non vorrà forse prendere freddo? Venga, la riaccompagno all'interno. »

    io ti aspetto

        † PoV: Eishun Kouroi

    « È fatta. »

    Eishun Kouroi figlio di Kotaro aprì gli occhi, ignorando il feroce dolore che attanagliava la sua mente da giorni ormai. Forzando la calma nelle sue mani tremanti il samurai prese fra le mani la tazza di té, la portò alla bocca e sorseggiò lentamente. Solo dopo aver posato la delicata porcellana sul vassoio si concesse di rivolgere la propria attenzione allo straniero che aveva parlato, l'occidentale che aveva promesso...

    « Hai trovato una cura? » chiese, la voce priva di espressione.

    « Sua figlia è libera. » disse Hestilenz, sorridendo leziosamente. « L'ho già fatta chiamare, sta venendo qui in questo preciso istante. »


    « Presto potrà riabbracciare sua figlia »
    per l'ultima volta



    Qm Report †
    † I carcerati: Biddaum, Arthur Giles, Sakura
    Indovinello risolto con bonus - da adesso in poi consideratevi in possesso di una passiva di schermatura dalle influenze psicologiche passive, dovuta allo shock delle esperienze traumatiche vostre e altrui.

    Siete all'esterno, al centro del giardino della dimora del padre di Sakura - o almeno così sembra. L'uomo che vi accoglie è un servitore e non serve molto per capire che è sotto l'influenza di qualcosa che gli impedisce di ragionare. Nella medesima condizione versano tutte le persone nella casa, beatamente ignare di tutto, ad eccezione di Eishun in quella che sarebbe la stanza padronale in una casa occidentale. Chiunque incontrate può dirvi dov'è il padrone di casa.
    La voce di Peste è nella mente di Bid'daum è reale e percepita unicamente da lui.

    Punti sangue di Sakura: 4

     
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    Un brivido parve scuotere l’ammasso di tesori ai lati dell’abisso.
    Una creatura fatiscente s’innalzò dall'oscurità, sollevando la sua mole fino ai bordi del dirupo. I bulbi spenti di un dragone decomposto fissarono tutti i presenti. Il lezzo della carne putrefatta pervase l’aria della grotta, scatenando un sussulto di disgusto anche nel Kuthiano.
    O forse era stata una voce nella sua testa – tremendamente reale – a sbalestrarlo?

    La tonalità non poteva che essere quella del dottore.
    Bid’daum cercò una reazione nel volto del vampiro poco distante, ma non intravide nulla: probabilmente il messaggio era rivolto solo all'avanzo di galera. L’asserzione si ripeté come un’eco distorta da un lobo all’altro del suo cervello.

    Il drago non-morto si mostrò docile, disposto ad accompagnarli fuori di lì.

    Non abbiamo alternative per uscire...

    S’inerpicò tra ossa sporgenti e ferite dense di pus, aggrappandosi a qualcosa che un tempo doveva essere una spina dorsale. Il decollo avvenne poco dopo, ma l’abisso che si lasciarono di sotto sembrò raggiungerli nella loro ascesa, dato che un buio denso come la melassa avvolse tutti loro. Solo il vento sulla faccia poteva ricordargli di essere in movimento.

    La luce tornò ad accarezzare il mezzo diavolo quando la loro cavalcatura si posò su di una sporgenza di pietra. Una scala a chiocciola li invitava ad abbandonare l’aria rancida del sottosuolo. Risalita questa, la luce ferì i loro occhi, e il Castigo poté percepire un altro brandello di conversazione aleggiargli in testa. Quella dell'altro era una domanda retorica, in fin dei conti: sapeva che la sua sfuriata di prima era dettata principalmente dalla rabbia. Eppure continuava a sentire un odio implacabile per il loro carceriere.

    Lui sapeva che stavano fuggendo.
    Perché non glielo impediva?

    La risposta giunse non appena i suoi occhi vermigli misero a fuoco il mondo circostante. Vide un giardino pietrificato e morto, curato da un servitore anziano dai modi cordiali che, non appena intravede gli evasi, non si trattenne dall'esibire un inchino.
    Intanto, nuove parole giunsero a completare il discorso sprezzante imbandito nel suo cranio.
    La matrice incarnata non perdeva occasione per rilevare la sua inferiorità, e stavolta il Kuthiano cercò di risalire alla fonte di quella voce distante, eppure non riuscì a trovare appigli. Gli sembrava di essere tornato ai tempi dell’internamento a Tembrak, dove la realtà si confondeva coi sogni, che a loro volta si confondevano con le allucinazioni indotte dai farmaci.

    Un cielo senza sole accolse le parole d’accoglienza del vecchio. In parallelo altre parole dell’immortale rimbombarono nella sua testa, stavolta provocandolo con fine ironia.
    Lo scatto disumano di Sakura lo indusse a riportare attenzione alla realtà, se così poteva definire quell'ambiente svuotato da qualsivoglia istinto di vita: appariva tutto come un teatro di burattini, inscenato nel mezzo di un fallout nucleare.
    Insieme alle corde vocali del servitore, vibrarono anche le ultime parole rivolte alla sua testa.

    Decise di non parlarne ai suoi compagni d’evasione, rivolgendo ad Arthur poche parole.

    Io vado dentro.

    Il Gerarca (in compagnia o meno) si sarebbe mosso verso la villa e, varcato l’uscio, avrebbe intravisto all'interno persone indaffarate, serene... e slavate in ogni grinza dell’encefalo.
    Chiedendo di Eishun Kouroi a quei subumani avrebbe ricevuto l’indicazione di proseguire attraverso irreali corridoi di piombo. I suoi occhi erano in cerca di anime, la sua pelle era tesa a captare ogni refolo, i suoi tentacoli di coscienza erano pronti a reagire. Uno sguardo alla bussola che aveva in tasca gli avrebbe dato una salda conferma.

    Forse sarebbe giunto dove ogni cosa si compiva.
    Forse aveva deformato irrimediabilmente il suo destino.



    Stato fisico: acciaccato e spossato
    Stato mentale: un po’ allucinato, convinto ad andare fino in fondo
    Energia: 100%
    Equipaggiamento:

    Támerlein [ Non evocata ]

    Kuthian’s Armor [ Armatura ]

    Comet Hammer [ Arma ]

    Bussola dei Desideri [Oggetto gdr + tecnica only-gdr]

    Passive:

    Risorse criminali [ Passiva: 110% energia ]

    Oltre la realtà [ Auspex spirituale, raggio 30 metri ]

    Putrefazione [ Passiva scenica valida per le tecniche sciamaniche del personaggio: gli spiriti provocano un effetto aggiuntivo di corrosione e avvizzimento all’ambiente circostante. Gli effetti sullo spirito nemico sono di libera interpretazione ]

    Minaccia tangibile [ Passiva di tatto super-sviluppato ]

    Burattinaio [ Passiva di controllo cinetico di oggetti circostanti: massimo 6 oggetti che non superano i 30 kg complessivi. Per estensione only-gdr, permette di manipolare i PNG che sono entrati in contatto con l’anima di Bid’daum ]

    Attive utilizzate: /
     
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    La successione di eventi che ne seguì quella scelta fu certamente, almeno per il cainita, lontana da ogni processo logico e razionale. Dall'ammasso di cianfrusaglie che in molti avrebbero chiamato tesoro, un enorme drago non-morto li trascinò in superficie, rivelando la posizione geografica di quella che era stata la loro prigione. Ovest, presidio dell'acciaio e terra particolarmente xenofoba per quelli come loro.

    Fu per quello che Arthur rimase tutto il tempo in silenzio, senza pronunciar parola alcuna, perfino quando la piccola tornò fra le amorevoli braccia della servitù così stranamente gentile: qualcosa non quadrava, era abbastanza evidente, ma mancava ancora qualche dettaglio che gli sfuggiva da sotto il naso ed abbastanza importante per dare un senso a tutti i particolari insoliti, appena percettibili ma quantomai concreti.

    Io vado dentro.

    Intanto, il suo compare monocornuto "sono-uno-psicopatico-spacchiamo-tutto", per gli amici Bid, sembrò percepire qualcosa -forse un odore, o magari semplice istinto- e decise di inoltrarsi nella magione senza spiegargli assolutamente nulla. Mentre si allontanava con passo da gradasso, Arthur tirò un profondissimo sospiro, questa volta più seccato di prima. Perchè non c'era Brifos con lui? Perchè doveva ritrovarsi ad interagire con soggetti simili? Lui era uno studioso, dannazione! Già di base non era un uomo particolarmente sociale -un pò per lo stato vampirico ed un pò per la misantropia abbastanza comune nelle menti dei grandi scienziati- ma dubitava che qualcuno fosse davvero stato in grado di controllare il kuthiano. O almeno farlo pensare prima di agire, giusto per rimarcare le basi di un comportamento anche solo vagamente sensato. E pertanto: perchè si ritrovava sempre in situazioni incresciose come quella?

    -E a fare cosa, per grazia?

    Nel pronunciare quell'interrogativo, gli sarebbe corso dietro e, una volta raggiunto, gli avrebbe bloccato il percorso usando la propria presenza come ostacolo.

    -Ti rendi conto che la situazione in cui ci troviamo non ha senso, vero?


    Per quanto tentasse di rimanere razionale, anche lui stava iniziando ad innervosirsi.

    -E spero tu sia consapevole che il non essere più in un labirinto sotterraneo non voglia dire che non ci troviamo in una trappola, giusto?

    Si fermò a fissarlo un solo istante, nella speranza che sagge parole facessero breccia nella sua mente.

    -Ora, ti prego di spiegarmi cosa ti è preso.

    Non sapendo a che punto riesco a raggiungere Bid, mi son tenuta sul vago.

    Altra cosa: ho questa passiva, ma non so se può servire per captare qualcosa di strano.
    CITAZIONE
    Maestro della Mente:
    Inquanto psion ormai da tempi antichi, Arthur ha ottenuto, grazie ad un'esperienza praticamente millenaria, la capacità di riconoscere qualsiasi attacco psichico -percependone a volte anche la tipologia- atto a ledere o manipolare la sua mente o quella di chi gli sta intorno. In termini di gioco la passiva non serve come protezione ma come sentore di allarme qualora avvenisse un attacco da parte di un nemico, così da ricorrere alle giuste difese. In più funge anche come difesa da malie. (Antimalia + sentore raggiri mentali = 10 pt).
     
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    Vedeva già se stesso proiettato nelle azioni future, nella sua testa stava risalendo una scalinata, dando magari una fuggevole occhiata alla bussola dei desideri. Nella sua testa, per l'appunto.
    Perché nella realtà Arthur si era impuntato davanti a lui. Era proprio lo stesso cainita che aveva accompagnato la sua evasione, lo stesso che aveva rassicurato così tante volte la mocciosa... si era pressoché dimenticato della sua esistenza. Le sue parole, incrinate dal nervosismo, diedero fastidio al Kuthiano.

    « Se tutto non ha un senso, agire con la logica è inutile. »

    Sollevò il suo sguardo per incontrare gli occhi dell'altro - schermati dietro al vetro degli occhiali. Le sclere del Castigo erano orribilmente schizzate di vermiglio: una ragnatela di capillari si era rotta d'improvviso. Nell'aria si sarebbe avvertita una malsana sensazione di pericolo.

    QarD1BC

    « Levati dalle palle! »

    Urlò contro l'ostacolo, e in contemporanea si materializzò nel pugno destro una lama spettrale, la cui punta cercò di conficcarsi all'altezza della spalla sinistra del vampiro. Poi avrebbe continuato il suo percorso nelle carni non-morte, calando in diagonale attraverso il suo petto fino a raggiungere il fianco destro. Il contatto della pelle con quel metallo maledetto non sarebbe stato accompagnato solamente dal dolore: era pure percepibile un'intensa sensazione di frantumazione interiore, come se la spada risucchiasse al suo passaggio l'essenza stessa delle persone.

    Il fendente diagonale era un colpo d'avvertimento, a modo suo. Il volto di Bid'daum, trasfigurato dalla follia, prometteva una fine ben peggiore in caso di ulteriori resistenze.



    Stato fisico: acciaccato e spossato
    Stato mentale: pazzo
    Energia: 100%
    Equipaggiamento:

    Támerlein [ Spada | passiva di evocazione | passiva di ferimento spirituale ]

    Kuthian’s Armor [ Armatura ]

    Comet Hammer [ Arma ]

    Bussola dei Desideri [ Oggetto gdr + tecnica only-gdr ]

    Passive:

    Risorse criminali [ Passiva: 110% energia ]

    Oltre la realtà [ Auspex spirituale, raggio 30 metri ]

    Putrefazione [ Passiva scenica valida per le tecniche sciamaniche del personaggio: gli spiriti provocano un effetto aggiuntivo di corrosione e avvizzimento all’ambiente circostante. Gli effetti sullo spirito nemico sono di libera interpretazione ]

    Minaccia tangibile [ Passiva di tatto super-sviluppato ]

    Burattinaio [ Passiva di controllo cinetico di oggetti circostanti: massimo 6 oggetti che non superano i 30 kg complessivi. Per estensione only-gdr, permette di manipolare i PNG che sono entrati in contatto con l’anima di Bid’daum ]

    Attive utilizzate: /

    Note: Nel caso in cui Bid avesse strada libera, continuerà verso casa Kuroi, in cerca di Peste.
     
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    « Se tutto non ha un senso, agire con la logica è inutile. »

    Avrebbe voluto terminare la frase dell'altro con un "...per te", ma lo stolto era troppo preso dai suoi deliri per ragionare, ancor meno cogliere un'offesa reale. Come i pavoni durante la fase d'accoppiamento mostrò tutto il suo piumaggio, riassumibile in un tentativo di minaccia non verbale, di pericolo percepibile anche a livello umano oltre che bestiale. Peccato che lui era un ricercatore, un Saggio ed infine un Vampiro plurimillenario. Certi atteggiamenti non lo turbavano, ancor meno se così poco raffinati e provenienti da qualcuno che sarebbe potuto benissimo essere il suo prossimo pasto.

    « Levati dalle palle! »

    Sebbene ne fosse immune per sua natura, avvertendo per l'appunto la minaccia e conoscendo alcune importanti nozioni di psichiatria e psicologia criminale, aveva intuito che il pazzo stesse per attaccare prima ancora che evocasse la propria lama fantasma. Per quanto se ne dicesse a favore... perfino la follia era prevedibile.
    A dire il vero, non serviva nemmeno aver studiato: bastava un pò di logica.

    -Pulisciti la bocca quando parli con un anziano, ragazzino.

    Con un rapido movimento aveva stappato la sua sacca di sangue e da essa il liquido vermiglio si era levato e frapposto fra i duellanti al pari di uno scudo estremamente resistente. Fermò così il colpo di "avvertimento" senza il bisogno di muoversi; intanto ne approfittò per estrarre dalla giacca una fiala contenente un liquido viola ed acceso. L'avrebbe tirata con vigore in prossimità del Kuthiano senza tuttavia colpirlo: si sarebbe rotta per terra dopo averlo superato, ed il contenuto vaporizzato a contatto con l'aria. Peccato che, la soluzione ora presente nell'aria, fosse un potentissimo gas suporifero. In condizioni normali avrebbe steso tranquillamente anche un elefante.

    -E' contro la mia natura permettere a bulletti come te di rovinare le mie ricerche.

    ...perchè quella era una sua ricerca, e fin dall'inizio quella testa vuota non aveva fatto altro che distrarlo.


    divisorescheda

    m99

    Informazioni Generali


    • Riserva Energetica: 70%

    • Stato Fisico: Ottimale.

    • Stato Psicologico: Un pò seccato.

    • Energia spesa nel turno: 10 + 20%

    • Informazioni Generiche: //




    Equipaggiamento


    • Anello Galanodel [x]: Anello forgiato appositamente per Arthur, gli permette di muoversi alla luce del sole senza rimanere incenerito.

    • Occhio del Drago [x]: Spada a una mano in acciaio.

    • Sacca di Sangue [x]: Sacca impermeabile contenente mezzo litro di sangue.

    • Provette Vuote [x]: Semplici provette in vetro vuote e ben pulite: possono servire come contenitori.

    • Bisturi [x]: Bisturi medico sterilizzato. E' particolarmente tagliente ed è perfettamente utilizzabile come arma, oltre che per le operazioni chirurgiche o le semplici ricerche su cavie.

    • Siringa [x]: Siringa sterilizzata e sempre pronta all'uso: dagli infiniti utilizzi medici e scientifici, può anche fungere come arma.

    • Revolver [x]: Il revolver, rivoltella, o pistola a tamburo è attualmente un tipo di pistola a retrocarica a ripetizione semplice (tecnicamente arma corta a ripetizione multicamera monocanna), caratterizzata da un serbatoio a tamburo capace di compiere illimitate rivoluzioni intorno al proprio asse longitudinale; dal particolare moto del tamburo deriva il nome. Comprende anche un set di proiettili sia normali che d'argento.




    Abilità Passive


    • Dono Oscuro: Arthur è un vampiro, dunque clinicamente morto. A tale caratteristica conseguono vari vantaggi e/o svantaggi; ad esempio non emana calore, non può essere rintracciato attraverso strumenti di rilevamento di forme di vita (antiauspex), e non può essere ucciso se non con il famoso paletto in legno di frassino, di Siliquastro (comunemente chiamato "albero di Giuda"), Biancospino o semplicemente la luce del Sole. L'acqua santa gli provoca dolore ma non lo ferisce e tende ad allontanarsi dai crocifissi, nonostante non gli facciano nulla....insomma ha tutte le caratteristiche del classico vampiro. In più odia l'aglio ma solo perchè puzza. (Antiauspex + immortalità= 10 pt)

    • Visione Notturna: Essendo un vampiro, gli occhi di Arthur hanno la caratteristica di avere una nitida visione notturna, anche più potente di quella dei felini; esattamente come se fosse pieno giorno. (Scurovisione= 5pt)

    • Maestro della Mente: Inquanto psion ormai da tempi antichi, Arthur ha ottenuto, grazie ad un'esperienza praticamente millenaria, la capacità di riconoscere qualsiasi attacco psichico -percependone a volte anche la tipologia- atto a ledere o manipolare la sua mente o quella di chi gli sta intorno. In termini di gioco la passiva non serve come protezione ma come sentore di allarme qualora avvenisse un attacco da parte di un nemico, così da ricorrere alle giuste difese. In più funge anche come difesa da malie. (Antimalia + sentore raggiri mentali = 10 pt)



    Tecniche Attive


    • Scudo in Adamantio: Ad Arthur basta il contatto con una piccola quantità di sangue (sia preso da vesti sporche o estratto appositamente dal proprio o da un'altro corpo) per generare dal nulla uno scudo in adamantio (l'adamantio non è un elemento, ma una serie di composti del ferro creati da un processo segreto scoperto da una ristretta cerchia di alchimisti di cui lui fa parte). Tale scudo è resistente sia ad attacchi fisici che energetici. Tuttavia il potere di alchimista di Arthur non è ancora accettabile per rendere questo processo di trasformazione a tempo indeterminato. Dunque lo scudo avrà durata istantanea; dopodichè si "squaglierà", tornando ad essere semplicemente sangue riutilizzabile.
      Consumo: Medio.



    Angolo Pozioni


    • Pozione Suporifera: Il nome pare abbastanza chiaro ed esplicativo. Si tratta praticamente di una fialetta contenente uno strano liquido viola acceso. Questa, se gettata con forza a terra affinchè si rompa il vetro, oppure semplicemente togliendole il tappo, il liquido dal colore ambiguo reagirà con i componenti dell'aria, vaporizzandosi in una nuvoletta invisibile che, se respirata, provocherà forti giramenti di testa, e poi un sonno profondissimo, da stendere un elefante. Il Vampiro, ovviamente ne è immune, non respirando, così come tutti gli altri personaggi che non possiedono un apparato respiratorio funzionante.
      Consumo: Alto.

    divisorescheda



    Edited by Arthur Friederick Giles - 4/9/2013, 04:25
     
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  13. † Morte †
     
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        † PoV: l'esperimento

    C'era una volta una principessa.
    Era la bambina più bella di tutto il reame e viveva in un mondo perfetto. Suo padre il daimyō era la persona più buona che si può e la amava nel modo più speciale che si può. Sapeva che esistevano cose brutte al mondo, ma esse erano solo nomi, kanji scritti su carta.
    Poi venne l'oni.

    L'oni aveva le sembianze di un uomo e l'eloquenza di un dio, ma il suo cuore era nero come la più crudele delle creature. Ben presto suo padre fu vittima di un incantesimo e la sua amata casa cadde sotto la sua influenza: il suo intero mondo fu invaso dalle tenebre.
    Ma all'oni non bastava.

    L'oni trasformò la principessa in un mostro, una bestia assatanata di sangue che aggrediva qualunque cosa respirasse. La rinchiuse nelle segrete, incatenandola come un animale, e le diede in pasto degli innocenti affinché li sbranasse. E lei lo fece, perché non riusciva a controllarsi.
    Ma all'oni non bastava.

    Dopo un po' l'oni cominciò a mandarle persone diverse, capaci di lottare. Osservò come queste si comportavano, come un bambino crudele che si diletti a far soffrire le formiche... ma non prima d'avergli dato un bell'intrattenimento. Tanto finiva sempre nello stesso modo: con tanto, tanto sangue.
    Ma all'oni, ancora una volta, non bastava.

    Alla fine vennero due persone che riuscirono a spezzare il gioco dell'oni. E allora questi cominciò a giocare con loro: gli rivolse degli indovinelli, li spaventò con scherzi terribili e li tormentò con visioni malvagie. La principessa vide cose spaventosissime nel loro viaggio, a volte temette di star per impazzire, però infine giunsero all'esterno. Ma i due, che principi non erano (e azzurri neppure), iniziarono a litigare fra di loro, e a combattere fra di loro.
    La principessa, ormai, non ce la faceva più.

    C'era una volta una principessa. C'è ora una bambina.
    Sola. Spaventata.
    E potente.

    « BASTA!!!! »

    Sakura urlò, e il suo urlo fu dolore puro e terrore liquido che come uno tzunami inondò il giardino e lo seppellì sotto il peso di troppe emozioni per poter essere trattenute; l'aria stessa scintillò, tremolando sotto la potenza della sua paura come ad un grande calore. Sakura gridò ancora, ad occhi chiusi, gridò e gridò e poi gridò ancora, finché paura e dolore non lasciarono campo alla stanchezza e le sue grida scemarono in singhiozzi disperati e lacrime...



    Qm Report †
    † I carcerati: Biddaum, Arthur Giles, Sakura
    Il grido di Sakura è una combinazione di due tecniche psioniche ad area. La prima, a consumo alto e potenza media, è un'influenza mentale che nella sua forma più alta può sovrascrivere la volontà della vittima con quella dell'utilizzatore - essendo Sakura la vampira inesperta che è, la sua malia più che essere sottile è letteralmente una mazzata alle vostre menti. La seconda, a consumo alto e potenza media, rappresenta il dolore causato da una manipolazione mentale così rozza, inesperta e manifesta.

    Punti sangue di Sakura: 4-1= 3
    Mana di Sakura: 60%

     
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    La spada s’intinse di sangue, ma non nel modo previsto: impattò contro un denso strato di liquido vermiglio, e il Castigo fu costretto a ritrarla. Una boccetta s’infranse poi al suolo, e un pensiero d’allarme attraversò la sua testa: non doveva lasciarsi toccare dal contenuto vaporizzato nell’aria. Qualunque cosa fosse.

    La magia intervenne sul tessuto dello spazio, squarciandone i contorni e lasciando il corpo del Kuthiano nel quieto centro di un ciclone, mentre tutt’intorno s’aprivano crepe nell’aria. Il gas sconosciuto defluì dentro la spaccatura dimensionale, plasmata a forma di colonna cava. Tuttavia un grido raggiunse la sua materia grigia dopo qualche istante, uno strillo denso di disperazione da cui non riuscì a difendersi, dato che reggere la forma complessa del portale coinvolse tutta la concentrazione di cui disponeva dopo quella lunga prigionia.
    Il dolore riecheggiò nella sua testa, sovrapponendosi alla fatica e allo stress accumulati. L’opalescente uragano aperto su altre dimensioni decadde, rivelando Bid’daum inginocchiato a terra. Le sue mani stringevano compulsivamente il cranio. Gli occhi erano strizzati per il dolore.
    Qualunque traccia di aggressività sparì dai suoi pensieri, più per la sofferenza inflitta che per una reale manipolazione d’intenti da parte della ragazzina.

    Ma quando il dolore scemò, il Gerarca tornò a essere padrone dei suoi pensieri.
    Focalizzò il suo obiettivo, che non era di certo strappare la misera non-vita di due vampiri: un dio l’aveva sfidato, e al solo pensarci la perversa eccitazione cancellava ogni altra preoccupazione.
    Poteva lasciarsi alle spalle tutti i problemi.

    « Quanto siete inutili... »

    E così fece, dopotutto.
    Dalla sua posizione prona convogliò una stilla di energia nelle gambe, spiccando poi un balzo improvviso, scavalcando il fastidioso vampiro che si era impuntato davanti a lui. Atterrò una manciata di metri più in là, e si precipitò subito verso la porta della villa, senza nemmeno voltarsi verso quei due figli di… Caino. La spada si sbriciolò nelle sue mani, tornando nel suo cantuccio etereo. Le fitte di dolore continuavano a martellargli il cervello, ma doveva continuare a correre.

    Se mai fosse giunto all’agognato portone, l’avrebbe spalancato e poi richiuso con forza. Avrebbe girato il chiavistello, la manopola, qualunque cosa. Era sua intenzione allontanarsi dall’atrio continuando a correre, mentre un tentacolo di coscienza avrebbe agguantato e incastrato per bene la prima cosa nelle vicinanze che fosse adatta a sprangare i due battenti della porta.

    Quei due pupazzi gli erano stati utili per evadere.
    Ora non gli servivano più.



    Stato fisico: spossato
    Stato mentale: dolorante
    Energia: 100 – 20 – 5 = 75%
    Equipaggiamento:

    Támerlein [ Spada | passiva di evocazione | passiva di ferimento spirituale ]

    Kuthian’s Armor [ Armatura ]

    Comet Hammer [ Arma ]

    Bussola dei Desideri [ Oggetto gdr + tecnica only-gdr ]

    Passive:

    Risorse criminali [ Passiva: 110% energia ]

    Oltre la realtà [ Auspex spirituale, raggio 30 metri ]

    Putrefazione [ Passiva scenica valida per le tecniche sciamaniche del personaggio: gli spiriti provocano un effetto aggiuntivo di corrosione e avvizzimento all’ambiente circostante. Gli effetti sullo spirito nemico sono di libera interpretazione ]

    Minaccia tangibile [ Passiva di tatto super-sviluppato ]

    Burattinaio [ Passiva di controllo cinetico di oggetti circostanti: massimo 6 oggetti che non superano i 30 kg complessivi. Per estensione only-gdr, permette di manipolare i PNG che sono entrati in contatto con l’anima di Bid’daum ]

    Attive utilizzate:

    Varco dimensionale
    Oltre al saper manipolare le anime, il detenuto è esperto nella creazione di portali su altre dimensioni.
    Aprendo uno squarcio dimensionale di posizione, forma e dimensioni consone alla situazione da affrontare; Bid’daum riesce a risucchiare qualunque attacco magico rivoltogli contro.
    Tipo: difesa
    Consumo: variabile (usato ad alto)

    Lo slancio del fuggitivo
    Il detenuto si è sempre distinto per la sua incredibile velocità, caratteristica che gli ha permesso più volte di seminare le forze dell’ordine semplicemente correndo. I suoi movimenti sono rapidi e letali e più di un poliziotto ha rischiato l’infarto tentando di inseguirlo. Durante questi inseguimenti, si è notato che il fuggitivo è in grado di aumentare per breve tempo la sua velocità a livelli impressionanti. Per lui scatti, balzi e altre acrobazie a velocità fulminea sono all’ordine del giorno.
    Tipo: supporto
    Consumo: basso
     
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    croceart
    C'erano molte cose che Arthur adorava studiare.
    Una di queste -anche se non rientrava nelle sue discipline di Corona di Khymeia- era certamente la psichiatria. Per quanto se ne potesse dire sullo spazio, le stelle e perfino i buchi neri, il vampiro restava infatti dell'idea che nulla potesse essere più contorto di una mente umana -o quasi, come nel caso del Kuthiano, pertanto riteneva la materia di studio estremamente interessante. Ogni segreto, ogni fobia o tendenza diventavano per lui un richiamo fascinoso agli istinti di conoscenza più primordiali, gli stessi che gli avevano fatto scegliere un'orribile maledizione in cambio del tempo.

    Meravigliosa ed al tempo stesso orribile, la mente dei folli.
    Per tal ragione il Saggio non riusciva a smettere di chiedersi quali fossero stati i processi mentali che avevano spinto la testa delirante del suo avversario ad intuire che quella fialetta contenesse un liquido in grado di attaccarlo finendo a contatto con l'aria, e dunque difendersi. Infondo, poteva benissimo essere un acido o una qualche pozione a contatto che non era riuscita ad arrivare a segno.
    Curioso, davvero curioso che l'avesse capito.
    Nonostante la rabbia.
    Nonostante la follia.

    jpg

    -Oh... e pensare che sembravi molto più stupido.
    I miei complimenti, davvero!


    Aveva concluso con un sorrisino serafico e compiaciuto, che ben presto si sarebbe tramutato in una smorfia di dolore. La piccola Sakura, ora lontana dalla servitù, era intervenuta alla loro disputa esercitando una malia molto potente, abbastanza comune fra quelli della loro razza. Il problema era il suo uso improprio, grezzo... così violento da causare dolore. Per un attimo Arthur cadde sulle proprie ginocchia, tenendosi la testa fra le dita.

    « Quanto siete inutili... »

    Quando tutto fu finito, il Kuthiano se ne andò, lasciandoli soli. Arthur lanciò un'occhiata nervosa verso la piccola, prima di calmarsi. Le si sarebbe avvicinato, inginocchiandosi al suo fianco così da pareggiare la loro altezza e parlare fissandole il volto.

    -Non devi spaventarti, stavamo solo discutendo. Per esseri come lui non esiste altro che la violenza e quello era l'unico modo in mio possesso per farlo ragionare. Credo infatti che stia per fare qualcosa di terribilmente ottuso e sconsiderato.

    Tirò un profondo sospiro mentre con la coda dell'occhio osservava il cornuto voltare l'angolo e sparire. Aveva rinunciato all'idea di fermarlo: non era possibile, non in quelle condizioni. Non gli restava che prepararsi alle conseguenze... e fare ammenda dei propri sbagli.

    -Sono stato uno sciocco a spaventarti, ancor più a tenerti in disparte, quindi ti chiedo perdono.

    Per la prima volta in quella brutta avventura, il vampiro protese la mano verso di lei. Non l'avrebbe mai sfiorata -non senza il suo consenso- ma atteso che Sakura gli concedesse la sua.

    -Diventiamo amici? Combattiamo insieme chi ci ha fatto del male.

    Se fosse stato vivo, gli si sarebbe mozzato il fiato per qualche istante; memore di ciò che aveva visto, si rendeva conto di quanto era difficile per quella bambina credergli. Non la biasimava, ma era tempo di rialzarsi dal baratro, combattere non solo per la sopravvivenza ma per la loro dignità.

    -Io non sono un mostro e non lo sei nemmeno tu: non ti abbandonerò come hanno fatto gli altri.


    divisorescheda

    m99

    Informazioni Generali


    • Riserva Energetica: 70%

    • Stato Fisico: Ottimale.

    • Stato Psicologico: Sconfortato.

    • Energia spesa nel turno: 0%

    • Informazioni Generiche: //




    Equipaggiamento


    • Anello Galanodel [x]: Anello forgiato appositamente per Arthur, gli permette di muoversi alla luce del sole senza rimanere incenerito.

    • Occhio del Drago [x]: Spada a una mano in acciaio.

    • Sacca di Sangue [x]: Sacca impermeabile contenente mezzo litro di sangue.

    • Provette Vuote [x]: Semplici provette in vetro vuote e ben pulite: possono servire come contenitori.

    • Bisturi [x]: Bisturi medico sterilizzato. E' particolarmente tagliente ed è perfettamente utilizzabile come arma, oltre che per le operazioni chirurgiche o le semplici ricerche su cavie.

    • Siringa [x]: Siringa sterilizzata e sempre pronta all'uso: dagli infiniti utilizzi medici e scientifici, può anche fungere come arma.

    • Revolver [x]: Il revolver, rivoltella, o pistola a tamburo è attualmente un tipo di pistola a retrocarica a ripetizione semplice (tecnicamente arma corta a ripetizione multicamera monocanna), caratterizzata da un serbatoio a tamburo capace di compiere illimitate rivoluzioni intorno al proprio asse longitudinale; dal particolare moto del tamburo deriva il nome. Comprende anche un set di proiettili sia normali che d'argento.




    Abilità Passive


    • Dono Oscuro: Arthur è un vampiro, dunque clinicamente morto. A tale caratteristica conseguono vari vantaggi e/o svantaggi; ad esempio non emana calore, non può essere rintracciato attraverso strumenti di rilevamento di forme di vita (antiauspex), e non può essere ucciso se non con il famoso paletto in legno di frassino, di Siliquastro (comunemente chiamato "albero di Giuda"), Biancospino o semplicemente la luce del Sole. L'acqua santa gli provoca dolore ma non lo ferisce e tende ad allontanarsi dai crocifissi, nonostante non gli facciano nulla....insomma ha tutte le caratteristiche del classico vampiro. In più odia l'aglio ma solo perchè puzza. (Antiauspex + immortalità= 10 pt)

    • Visione Notturna: Essendo un vampiro, gli occhi di Arthur hanno la caratteristica di avere una nitida visione notturna, anche più potente di quella dei felini; esattamente come se fosse pieno giorno. (Scurovisione= 5pt)

    • Maestro della Mente: Inquanto psion ormai da tempi antichi, Arthur ha ottenuto, grazie ad un'esperienza praticamente millenaria, la capacità di riconoscere qualsiasi attacco psichico -percependone a volte anche la tipologia- atto a ledere o manipolare la sua mente o quella di chi gli sta intorno. In termini di gioco la passiva non serve come protezione ma come sentore di allarme qualora avvenisse un attacco da parte di un nemico, così da ricorrere alle giuste difese. In più funge anche come difesa da malie. (Antimalia + sentore raggiri mentali = 10 pt)

    divisorescheda



    Edited by Drusilia Galanodel - 4/9/2013, 06:20
     
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