[CSV] An Unusual Lock

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    Le scale vi conducono al secondo piano, verso le porte della Sala Riunioni. Equidistante dagli appartamenti dell'Alfiere e da quelli per gli ospiti, non può che colpirvi per il suo sfarzo. Qualcuno direbbe che Kalia ha cercato in tutti i modi di renderla familiare e confortevole, ma chi non potrebbe fissare i fitti arabeschi dorati, i lampadari in oro e cristallo o gli ampi specchi incastonati alle quattro pareti della stanza e rimanere di stucco? Mobilio e seggiole aggiuntive in pieno stile rococò fanno da cornice all'ampio tavolo rotondo circondato da poltroncine con imbottitura di velluto blu. Su una di queste, quella che in teoria dovrebbe esser riservata all'Alfiere – notabile dalle dimensioni leggermente più ampie -, ha già preso posizione Aria.

    aria-2

    Questa volta ha accantonato il vestito da infermiera per indossare una comoda vestaglia verde mela con tanto di cuffia, cosa che la fa sembrare ancora più strafottente. Chi glielo avrebbe spiegato che quella non era casa sua? La sua grossa valigia è stata posizionata al centro del tavolo, occupandolo quasi per intero, ed all'interno è possibile distinguere chiaramente una grossa teiera fumante, un sacchetto colorato ed una grossa tazza bianca con su scritto “Kalia-chan <3”. Un'altra tazza, praticamente identica, è nelle mani della bambina e ricolma di un tè alle rose dal color ambrato.

    I carrelli, rivestiti di broccato, che in genere sono ricolmi di bevande e pasticcini in grado di accontentare i palati più fini, sono tristemente vuoti. Forse non c'è stato tempo per riempirli, o forse nessuno ha ritenuto plausibile che la riunione si potesse protrarre a lungo. Vi guarda entrare uno ad uno con un sorriso stampato sul volto, ma aspetta che prendiate tutti posto prima di iniziare a parlare. Intanto sorseggia con parsimonia la sua bevanda.


    Angolo del Master

    xAgente: la tua pg è arrivata al castello e poi è svenuta causa stanchezza+ferite. Si è risvegliata in una delle stanze di cura, senza manco più una cicatrice e con qualche strascico di stanchezza. Senza avere neanche il tempo di riprendersi per bene, una delle guardie le ha riferito che è attesa nella Sala delle Riunioni e le ha indicato come arrivare. Di Vincent nessuna traccia, così come nessuna notizia dei resti di Mozart che avete riportato.

    x Amarth: il tuo pg riceve Vincent a Palanthas (in via di guarigione solo grazie alle sue pozioni) che gli spiega più o meno i fatti accaduti a Gradia. L'incombenza di una riunione al Maniero ti porta a recarti lì in modo da comprendere al meglio gli eventi (vuoi perchè ne sei intenzionato, vuoi perchè oltre a Vincent sei l'unico Saggio a Palanthas in quel momento). Lì ti viene indicata la Sala delle Riunioni e come raggiungerla.

    x Flama & Maddy: per voi valgono le indicazioni della ruolata di resurrezione. Non c'è bisogno di aggiungere altro.

    ------------

    Solita passiva della bambina che leva via la stanchezza.
    Per ora niente limiti di tempo visto che è una giocata, ma non fatevi attendere troppo :*

     
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  2. R e i
     
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    REITAGxPOSTv2

    C h a p t e r II | 1
    Caught in a Web


    «Chi sono. Perchè morirete. Non risponderò alle vostre domande.»

    Una voce conosciuta riverbera sulle pareti di pece.

    «Chi nasce ignorante morirà ignorante.»

    Scandisce parole feroci, minacce destinate a concretizzarsi.

    «I pedoni non conoscono nulla. I pedoni non sanno nulla. Vengono solo gettati avanti per essere mangiati. Non biasimate ma, ma quella sciocca donna che vi ha gettati sulla scacchiera. Ella ha decretato la vostra sorte.»

    Immagini prendono forma. Dalla superficie color inchiostro emergono figure, spezzoni d'azione e frammenti di pensieri.

    «Ella ha decretato il vostro Finale!»

    SEPARATORE20


    Luce. Tanta luce. E fastidiosa soprattutto. Sollevò il braccio destro a coprire gli occhi, mentre si sforzava di mettere a fuoco ciò che la circondava. Cercò anche di rimembrare come ci fosse finita lì, ovunque fosse . La memoria si rivelò più rapida del previsto: si ricordò di Gradia, dello scontro quasi fatale con il Gran Prince, della strana bambina uscita dalla frattura nella torre-orologio. Il flusso di pensieri si interruppe bruscamente più o meno dinanzi al palazzo della Dama Azzurra. Doveva aver perso i sensi per via delle ferite.

    « Mmmh... »

    Lentamente gli occhi si abituarono alla forte luminosità del posto, consentendole di scrutare i dintorni. Si accorse di essere adagiata su un qualche piano orizzontale, forse simile a un tavolo operatorio. Non ne era certa, troppa confusione per la testa. Si mise a sedere, facendo scivolare le gambe oltre il bordo del giaciglio improvvisato. Alcuni lembi di tessuto verde mela seguirono lo spostamento, coprendo in fretta le ginocchia pallide; solo allora si accorse che al posto dei suoi abiti vi era una vestaglia a spalline sottili. Si stropicciò gli occhi, poi esaminò con attenzione le mani e le braccia, constatando che non vi era più nessuna ferita fra le sue carni. E neanche una cicatrice. Abbassò nuovamente lo sguardo sulla veste, che afferrò all'altezza del ventre.

    « Odio il verde. »

    [...]


    Ultimamente parevano essere tutti stanchi di dar spiegazioni, neppure quando ne avrebbe avuto tutto il diritto. Era quasi crepata in quel dannato buco dimensionale, in una spedizione che teoricamente sarebbe dovuta essere una semplice investigazione e che invece si era trasformata in un bagno di sangue. E invece niente. Neanche le guardie si erano sprecate di dirle qualcosa di più che dirigersi in una certa sala ai piani superiori. Sperava vivamente che almeno lì avrebbe trovato qualche risposta.

    Percorse di fretta i corridoi e le scale, senza dar troppa attenzione alla bellezza architettonica della struttura. Anche se probabilmente nessuno lì dentro lo avrebbe giurato, Rei aveva vissuto abbastanza tempo in ambienti simili da ormai non risentirne più gli effetti. Solo un vago senso di nausea restava. Retaggio di esperienze spiacevoli, che quello sfarzo aiutava a riportare alla mente.

    Entrò nella stanza designata senza preoccuparsi di bussare, salvo inchiodarsi a qualche metro dall'ingresso, senza accomodarsi. Lo sguardo si posò dapprima sulla bimba che l'aveva a tutti gli effetti salvata, poi sulla bizzarra valigia adibita a contenitore per tazze e teiere, e infine sul vassoio desolatamente vuoto. Il suo stomaco le ricordò in fretta per quale ragione quella visione le sembrava così triste e sconfortante. Incastrò lo sguardo in quello della ragazzina.

    « Ti sei data da fare. »

    Esordì secca, incrociando le braccia sul petto. Forse si riferiva alla miracolosa guarigione della quale probabilmente era in parte responsabile, o forse alla penuria fin troppo sospetta di dolciumi e pasticcini.

    « Non mi hai ancora detto chi sei. »

    Finalmente :8D: Non riporto lo specchietto intero perché tanto è inutile, dato il contesto. Buon divertimento!

    EDIT: Corrette un paio di ripetizioni.




    Edited by R e i - 5/5/2012, 17:51
     
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    Il fruscio lieve che le lunghe gonne producevano attorno alle sue caviglie ad ogni passo le fece compagnia mentre attraversava l’ultimo corridoio che la separava dalla Sala del Consiglio, le cui doppie porte già schiuse la resero consapevole di essere stata preceduta: non il massimo della buona educazione far attendere gli ospiti, si disse, ma prendersi cura del giovane Mozart -averlo riportato in vita dopo averne riunito tutti i pezzi- aveva richiesto più tempo (e più forze) del previsto.

    Quando raggiunse l’uscio e ne attraversò i battenti, i suoi occhi di zaffiro abbracciarono in un sol sguardo l’ambiente e i convitati, e un sorriso tenero le ridisegnò la curva delle labbra rosse quando scorse la bimba bionda che aveva preso posto sul suo scranno: vestiva di una vestaglia verde, e -in qualche modo che non seppe spiegarsi- era riuscita a sistemare una grossa valigia al centro del tavolo rotondo adibito alle trattative.


    « Buonasera... »
    salutò, rivolgendosi anche alla giovane donna che aveva curato poco prima

    jpgPoi, con la disinvoltura che potrebbe avere chiunque si trovasse in casa propria, Kalia si accostò alla cattedra, percorse la sua circonferenza fino a raggiungere la piccola Aria, e dopo averla sollevata delicatamente in braccio, si accomodò sulla sua poltroncina, sistemandosi amorevolmente la piccola sulle ginocchia, come una madre farebbe con la figlia.

    « Il mio nome è Kalia Menethil; in quanto reggente del presidio, vi porgo il mio benvenuto in questa dimora... »
    parlò, rivolgendosi a Rei e cercandone lo sguardo con gli occhi blu zaffiro
    « Vi prego di accomodarvi, Signorina: tra non molto arriveranno anche gli altri, e la riunione avrà inizio... così magari riceveremo qualche risposta. »
    cercò di mitigarne lo spirito -che intuì indomito- con un sorriso, e aggiunse
    « Ho anche dato consegna ai miei paggi di servire qualcosa da mangiare - nel caso il summit si protragga; immagino abbiate tutti vissuto un’esperienza provante... »



    gif

    Poteri Passivi

    Auspex – Occhio del Saggio
    La vista mistica della Dama Azzurra è in grado di discernere le energie vitali attorno a lei -solitamente invisibili ad occhi umani- riconoscendo le emissioni spirituali di esseri umani dotati di particolari poteri e quelle di creature soprannaturali quali fantasmi, angeli, demoni, e un vasto numero
    di altre entità ultraterrene...
    Che siano incorporee o celate in aspetti tangibili, non fà differenza: gli occhi della fanciulla sanno focalizzarsi sulla verità per scoprire i travestimenti magici, snudare la verità offuscata da illusioni e resistere alle manipolazioni mentali.
    La spiccata empatia di Kalia le permette di interpretare i colori delle auree che vede per comprenderne lo stato d'animo, e se il destinatario è consenziente, elle potrà proiettare i suoi pensieri in quelli di un altro o in un oggetto per trasmettergli visioni, ricordi o emozioni.
    [Visione dell'Aura | Difesa Psionica | Difesa Illusoria]


    pngSabìto - Respiro Acquatico
    Questo incanto consente alla fanciulla di respirare perfettamente sott’acqua e di muoversi all’interno del fluido senza rallentamenti che sarebbero naturali in quella situazione.
    [ Apnea ]


    Vit - Istinto di Riflesso
    La comunione perfetta che la Dama Azzurra ha raggiunto con la magia che alberga dentro di lei ormai da secoli, ha fatto sì che ella raggiungesse un tale livello di padronanza e sincronia con i suoi poteri, da aver ormai imparato a farvi ricorso con una naturalezza disarmante, tanto che anche quegli incantesimi più impegnativi potranno venir realizzati nel tempo di un battito di cuore.
    [ Istant-Casting ]


    Energo - Forza Segreta
    Come pochi sanno capire o immaginare, la carica di Alfiere impone più oneri che onori, e tenere fede ad un impegno importante come può essere il contribuire alla sussistenza stessa di un intero semipiano dimensionale richiede a volte sforzi che trascendono i normali limiti di una qualsiasi creatura comune; in termini tecnici, questo si traduce in un +10% alle riserve energetiche totali, ma sotto aspetti più liberamente romanzati, la Dama presenta una certa resistenza alla fatica e alla stanchezza, e può sopportare anche periodi di digiuno protratto e di assenza di sonno.
    [ +10% del Mana ]


    Leiden - Al Cuore Non si Comanda
    Si dice che il Cuore abbia le sue ragioni che la Ragione non può comprendere, o anche che la Mente si lasci sempre abbindolare dal Cuore... e questo non è che il più felice esito di un’eterna antitesi -quella tra sentimento e logica- che ha ispirato ben più di un artista, e che si realizza in una verità concreta e reale quando ci si ritrova al cospetto della Dama Azzurra.
    I sentimenti e le impressioni che Ella ispira nella mente del prossimo sono emozioni figlie di un amore disinteressato e di un altruismo spassionato, che fanno presa anche sull’uomo più cinico e diffidente, sulla mente protetta dalla logica più spietata, e sul cuore reso più duro dal dolore o dalla rabbia; spesso non è nemmeno possibile comprendere o spiegarsi come ci si ritrovi abbracciati -o colpiti- da questi sentimenti, ma che trascendano i filtri imposti dalla mente, che superino le barriere della diffidenza e colmino il vuoto scavato dal dolore e dalla solitudine è un inevitabile dato di fatto.
    In definitiva, questo potere sospende gli effetti e le reticenze generate da passive di protezione psionica, perché quando l'Amore vuol parlare, la Ragione deve tacere.
    [ Bonus del 50% agli Influssi Psionici ]


    Koe - Richiamo della Sirena
    L'impatto che la sua presenza esercita su quanti la rimirano è ancor poco rispetto al miracolo che ella può compiere con una parola, per il semplice fatto che la dolcissima e incantevole voce della Dama par sciogliersi nell’atmosfera, diffondendosi nell’aria come un estatico profumo, trasformando ogni frase conciliante in armonia e luce, e ispirando rispetto, saggezza e autorità quando si trova ad esprimere un’opinione o un comando.
    A causa dei ruoli politici che è sempre stata chiamata a rivestire, Kalia ha dovuto -per forza di cose- imparare a farsi ascoltare: affiancando l’arte oratoria alla sua splendida voce, i suoi interventi risultano incredibilmente incisivi, perché chiunque la oda non può far a meno di trovarla magnetica e persuasiva, e quel che dice suona talmente ragionevole, gradevole, e giusto da catturare l’attenzione degli interlocutori, che difficilmente si negheranno il piacere di prestarle udienza.
    [ Voce Ammaliatrice ]


    Lilium - Essenza di Nostalgia
    Per qualche misterioso e arcano motivo, una tenue ma persistente fragranza pare avvolgere la Dama Azzurra ovunque ella sosti o vada; la sua pelle, i suoi capelli, i suoi abiti... tutto di lei pare emettere un dolce profumo di gigli, che segue i suoi passi come una scia e le si spande gentilmente intorno entro un raggio massimo di 10 metri, sortendo effetti rasserenanti su quanti la circondano.
    L’effluvio floreale sembra ispirare negli altri pensieri nostalgici e dolcemente malinconici, spesso legati alla regressione verso i propri ricordi di infanzia, evocando sentimenti romantici e teneri che rafforzano il senso di pace che la delicatezza e la gentilezza di Kalia generano nel prossimo.
    Se le circostanze lo permettono, è anche facile che l’essenza di gigli concili il sonno.
    [ Aura Conciliante ]


    Sancta – Aura di Devozione
    Gentile come un angelo, Kalia possiede un aspetto puro e pio che rende particolarmente carismatica la sua figura: l’attrazione e il senso di tranquillità che promana è abbastanza forte da far scordare ogni negatività con un solo sguardo, spingendo a condividere sentimenti angosciosi per l’inconfessato e inconfessabile desiderio di liberazione, così come un suo gesto compassionevole può spezzare la prudenza o la paura. In questo modo la giovane sa comprendere i motivi –e le emozioni- che animano il suo interlocutore, dissuaderlo da atti di forza, e farlo ragionare... sebbene è anche possibile che la sua presenza provochi emozioni forti, persistenti e non sempre controllate.
    Questo suo involontario ascendente consente di influenzare un’intera folla nello stesso momento, giacché non è necessario che Kalia compia alcunché oltre a mostrarsi, e trascende qualsiasi razza, genere, religione, classe sociale e soprattutto natura soprannaturale: non è indispensabile incontrare i suoi occhi, basta posare lo sguardo sulla sua figura e trovarsi nel raggio di 10 metri da lei.
    [Aura di Charme]


    Alcar Valaron - Gloria delle Potenze
    "...Ora avvenne che le Potenze di Arda, che pure erano consce della sorte del loro Maia Faerglir, volessero inviargli un dono, per sostenerlo nei momenti in cui ogni persino la luce della ragione e della verità non fosse risultata abbastanza brillante da trafiggere le tenebre del dubbio e del falso. Molto, infatti, l'Uno teneva a cuore lo spirito del garante e quando questi si dipartì da Ennor grande sofferenza gli pervenne, esulando, quell'evento, dall'antichissima musica degli Ainur; per volere di Eru Ilùvatar nuova forza crebbe nello Zero, ché il Destino lo permise, e ciò che nel cuore del Mondo si ammantava di menzogna avrebbe emesso un suono strisciante, che solo l'orecchio dell'Eterno avrebbe colto..."
    Ciò che le Potenze donarono ad Eru Elen Amarth -e che lui, attraverso il ciondolo ha donato a Kalia- non è altro che la capacità di discernere il vero dal falso; infatti, in un area di 10 metri di raggio ogni menzogna pronunciata da qualunque creatura produrrà, alle orecchie della Dama un sibilo, lo stesso emesso dai serpenti. Come ogni altra passiva, sulle creature protette da particolari abilità o tecniche, Alcar Valaron non sortisce alcun risultato.



     
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    ...L'Arcobaleno d'Argento...

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    Il Tempio Oltre il Pensiero

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    Non era una scelta saggia consentire all'Azzurra Corona di partecipare alla riunione successiva al suo rientro della spedizione nel Garwec: versava in condizioni deplorevoli, e benché forse egli agognasse a quell'assemblea, il Celebliant decise che sarebbe stato meglio per Arthur riposare e curare ferite e stanchezza: da quel momento, infatti, avrebbe preso sulle spalle il fardello che era stato del Vampiro; Palanthas era in quei giorni deserta, eccezion fatta per le due corone, e l'Ultima reputò conveniente che fosse meglio per Khymeia stare a guardia della Saggezza Orientale invece di gettarsi nuovamente nelle questioni che lo avevano affaticato così tanto. In ultimo, Amarth stesso non usciva dal palazzo da molto tempo, e colse l'occasione per rivedere Kalia la Beneamata e smentire le voci che lo credevano attaccato con le unghie e con i denti alla Biblioteca affidatagli dall'Alfiere.
    Perciò, accertatosi che la salute del Saggio fosse in via di miglioramento, uscì da Palanthas alla volta del Maniero della Dama, seguito dal fedele Amarthrind che roteava placido al suo fianco.

    -Eravamo stati avvertiti del suo arrivo in vece della Corona Azzurra.-
    Gli disse uno dei paggi di corte, quando vide l'iridescenza del Guardiano farsi vicina all'ingresso della sede di Kalia
    -L'Alfiere si trova in una delle stanze per le riunioni, faccio strada.-

    In silenzio, il Custode seguì l'ometto attraverso i corridoi, rivoltano nella mente tutte le informazioni che Arthur gli diede, soppesandole e traendo conclusioni con ciò di cui era a conoscenza. La lunga veste argentata velava la carne del Guardiano, e su quel tessuto santo s'alternavano i mille colori del mondo, brillando sereni ed inafferrabili, molteplici e mai fissi su ogni cosa che, sul Guardiano, aveva il colore grigio dell'argento: non solo la vesta, infatti, bensì le antiche iridi degli occhi ed i lucenti capelli; del pari, Amarthrind stesso, il Cerchio del Destino che lo Zero aveva con sé e che mai abbandonava, rifletteva quei colori allo stesso modo di lui, e mentre roteava e galleggiava discreto, riluceva iridescente.

    Davanti alle porte non completamente chiuse della sala dove lo Zero era atteso, il paggio bussò con un colpo secco e compito, per entrare ad annunciare l'arrivo del Saggio:

    -Dama Kalia, come desiderava è arrivato il Saggio da Palanthas in sostituzione di Arthur Friederick Giles.-
    Con un inchino, aprì le porte al Guardiano che vi aspettava paziente dietro
    -Eru Elen Amarth, Corona di Dharma e capo dei Custodi delle Sette Vie è qui.-

    Ciò detto, lo Zero fece un gesto con il capo nei confronti dello zelante omino, in segno d'assenso, ed in silenzio, guardando la bambina sulle ginocchia dell'Alfiere, e la ragazza lì nei pressi con gli occhi Vuoti, penetranti come l'implacabilità del Destino, e si inchinò alla presenza della Dama Azzurra.

    -Eccomi, mia Signora. Mi duole essere al suo cospetto solamente in queste circostanze, ma Palanthas assorbe tutte le ore dei miei giorni.-



    png

    E' da una lingua ormai perduta che Amarthrind trae il suo nome che, se fosse coniato dai popoli odierni, vorrebbe dire "Cerchio del Destino"; tutto il potere di Amarth scorre in quest'arma, tutto il potere di un Guardiano, poiché quel cerchio non è altro che Amarth stesso, l'emanazione del suo ruolo: essere il limite al quale Bene e Male tendono per poi annullarsi nella perfezione del Fato incedente, del Destino e del Caso. E' il simbolo dell'unione, senza mescolanza, di quei due principi che plasmano il mondo e che incessantemente si rincorrono, scandendone i singoli eventi.

    Forgiato da un materiale ora scomparso, ha la capacità di scindersi in due metà che il Guardiano impugna come daghe: se, però, Amarthrind brilla di tutti i colori dell'iride e di nessun colore insieme, quando viene diviso ciò che è impugnato dalla destra appare più bianco, e ciò che ha in pugno la sinistra assume una luce di tenebra.
    Il Guardiano è in grado di muovere Amarthrind, con la sola forza del pensiero (supportata poi da indicazioni fornite dal movimento di braccia e mani), in un'area di 15 metri da Amarth, poiché questa è una parte di lui, nata dalla stessa Essenza che lo compone: ciò implica che -quando lanciato- abbia un effetto volutamente boomerang e la possibilità di rapidi cambi di traiettoria e direzione. Inoltre, questa passiva implica una condizione di "riposo" dell'arma (quando non stretta dalle mani dello Zero) in cui essa levita attorno al corpo del Guardiano, intera o scomposta.
    N.B.: Quest'ultima azione non è utilizzata ai fini di counter né di difesa,
    ma consente solo al pg di avere le mani libere per poter usare le proprie tecniche.


    Diametro: 1 metro | Gittata: 15 metri | Velocità: dai 20 ai 35 km/h
    Capacità: comandata telepaticamente entro 15 metri


    Ba-Gua, lo Specchio degli spiriti


    "...E per un potere incatenato, Quattro le chiavi: lo Specchio sarà la Via..."

    senzaolo1qn

    Ecco Ba-Gua, il Simbolo del potere del Celebliant nato dalla sua stessa Essenza: un oggetto senza tempo, la più grande concessione del Destino; grande è la sua possanza, ma ciò che può operare singolarmente non è nulla, se paragonato al vero scopo di Ba-Gua: nel Rituale della Creazione operato dalle Quattro Essenze, infatti, l'uso dei poteri dello Specchio muterà, concedendo un Destino alla nuova creatura, ed essa si sveglierà.

    La figura in centro si apre e scompare, come petali di un loto in fiore, così pure i trigrammi che la circondano si perderanno fra le pieghe del mondo quando il potere dello Specchio verrà a manifestarsi: esso rifletterà il Destino di tutti gli esseri, oppure lo compirà.

    Ruota del Karma

    Signore del Destino e del Karma, lo Zero potrà, sfruttando l'Essenza dello Specchio, cambiare il normale ciclo di reincarnazione delle anime, stabilendo a suo piacere quale sarà il prossimo corpo in cui l'anima andrà a reincarnarsi, e questo apparirà dentro Ba-Gua.
    Specifica ~ Il termine "corpo" va inteso come essere vivente, quindi da un batterio ad una pianta, ad un uomo, un demone, un animale e via dicendo; inoltre questa tecnica, per ovvi motivi di sportività, è utilizzabile in scene Gdr solo previo accordo con QM o con l'utente coinvolto.
    Durata: Istantanea | Consumo: Alto

    Passo del Karma

    Signore del Destino e del Karma, lo Zero potrà, sfruttando l'Essenza dello Specchio, imporre ad un'anima di compiere il proprio ciclo di reincarnazioni, ovvero forzarla ad entrare nel prossimo corpo ad essa destinato. Se l'anima in questione è libera di vagare (un'anima perduta od un corpo appena ucciso, un fantasma etc..) si reincarnerà senza arrecare danno alcuno; se, tuttavia, l'anima fosse ancora ancorata ad un corpo (ovvero possessione, o semplicemente una creatura viva), quest'ultimo vedrebbe il proprio spirito abbandonarlo, di conseguenza morendo.
    Specifica ~ Questa tecnica, per ovvi motivi di sportività, è utilizzabile in scene Gdr solo previo accordo con QM o con giocatori, per creare intrecci di BG e giustificare in-game l'abbandono di un PG da parte di un utente.
    Durata: Istantanea | Consumo: Alto



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    Abilità Passive

    Synchro
    Destinato a non godere di una particolare sfumatura di carattere, il Destino ha fatto sì che Amarth potesse provarle tutte, senza però poterne conservare alcuna: questa è l'origine di ciò che spesso egli chiama "Synchro"...
    Sia Amarth un'eterna voragine, entro al quale ogni emozione cadrà inesorabile. In un'area di 5 metri di raggio, ogni singola sensazione presente, sia questa di gaudio o ira, verrà percepita ed attirata dal Guardiano; una volte penetrate in lui, l'iridescenza che sempre lo contraddistingue cesserà, ed Eru Elen Amarth si tingerà del colore che ogni emozione rappresenta. Eppure, ben poco queste dimoreranno presso l'Eterno perché, pur percependole, e tingendosi fin quando queste non saranno cessate, egli non potrà trattenerle: al contrario, infatti, Synchro farà sì che ogni percezione venga elargita all'ambiente, inducendo chiunque si trovi nell'area di influenza a provare ciò che il Guardiano ha captato.

    Note

    1. Quest'abilità prescinde dal volere di Amarth, pertanto non sarà il Guardiano a percepire le sensazioni, bensì la stessa Synchro. Ciò significa che, essendo sempre attiva, se nel raggio di influenza non vi è alcuna creatura capace di provare emozioni, Synchro userà lo spirito dello Zero come fonte di energia, se così si può dire. Non Potendo egli provare alcunché, le sue vesti, i suoi capelli, i suoi occhi, sopracciglia ed arma risulteranno sempre ammantate di un'iridescenza, che si muoverà ondeggiando armonica per tutto il suo corpo.
    2. E' implicito dire che Amarth può fungere da rivelatore di presenze: se questi cambia colore, significa che c'è qualcuno nel raggio d'influenza di Synchro
    3. La potenza di canalizzazione di Synchro è tale da consentire al Guardiano di poter provare l'emozione intercettata
    4. Come ogni altra passiva, se una o più creature sono protette da abilità o tecniche, Synchro non riuscirà ad intercettarne le emozioni.
    5. Maggiore è il numero di emozioni assorbite in contemporanea, maggiore sarà il dolore mentale e lo stress provato dal Guardiano; nel caso poi, di un assorbimento eccessivo, ovvero di più di 10 emozioni questi, dopo vistosi effetti scenici quali tremolio e colori molto accesi sul corpo, sarà preda di atroci sofferenze, finanche svenendo.

    Cambiamento Cromatico
    TranquillitàPace, SerenitàDubbio, Sospetto, IncertezzaInvidiaGelosiaAmore, AffettoRabbiaFuria ciecaOdioPauraSofferenza, DoloreTristezzaPreoccupazione, Ansia
    AzzurroBiancoGialloVerdeArancioneRosaRossoNeroIndacoGrigioMarroneBlu scuroGiallo ocra

    Alcar Valaron, Gloria delle Potenze

    "...Ora avvenne che le Potenze di Arda, che pure erano consce della sorte del loro Maia Faerglir, volessero inviargli un dono, per sostenerlo nei momenti in cui ogni persino la luce della ragione e della verità non fosse risultata abbastanza brillante da trafiggere le tenebre del dubbio e del falso. Molto, infatti, l'Uno teneva a cuore lo spirito del garante e quando questi si dipartì da Ennor grande sofferenza gli pervenne, esulando, quell'evento, dall'antichissima musica degli Ainur; per volere di Eru Ilùvatar nuova forza crebbe nello Zero, ché il Destino lo permise, e ciò che nel cuore del Mondo si ammantava di menzogna avrebbe emesso un suono strisciante, che solo l'orecchio dell'Eterno avrebbe colto..."
    Ciò che le Potenze donarono ad Eru Elen Amarth, non è altro che la capacità di discernere il vero dal falso; infatti, in un area di 10 metri di raggio -di cui Amarth è il centro- ogni menzogna pronunciata da qualunque creatura produrrà, alle orecchie del Guardiano un sibilo, lo stesso emesso dai serpenti. Come ogni altra passiva, sulle creature protette da particolari abilità o tecniche, Alcar Valaron non sortisce alcun risultato.



    La Via del Destino

    "...Perché Erelamarth Celebliant è il Destino e marcia diritto, inflessibile, cieco e sordo ai richiami del Mondo..."
    L'Essenza numero Zero non è Fatta per chinarsi a false lusinghe o corrotti inviti: no, essa immune passa attraverso le voci del mondo, attraverso sussurri e tentazioni; ancor più dove vi sia l'imposizione; dove via sia intento di sedurre e traviare, egli non potrà essere sfiorato, il suo animo -partecipando al Destino del Tutto-, neutrale e troppo antico e forte affinché il suo equilibrio possa venire infranto.
    Amarth risulta immune alle malie o alle Aure, ovvero quelle passive o tecniche (di consumo Basso o Medio) che hanno effetto di instillare particolari sentimenti nelle persone, oppure indurli a credere alle parole che i possessori di tali poteri possano utilizzare o dire.


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    L'Ordine dei Saggi

    Delle Sette Corone, Ecco l'Ultima, colei che presiede al tronco centrale, la nobile Via di Dharma, tinta d'Arcobaleno Argenteo.


    La Voce della Saggezza

    E' questo un suono che tutti possono udire, perché scaturito dall'alta sapienza di coloro che lo pronunciano; la volontà dei Saggi muove questo potere, così che dalla loro giusta voce escano parole che agli altri appaiono profondamente sapienti, e pertanto degne di rispetto, così come degno di rispetto sarà, per chi ascolta, colui che parla.
    Una malìa, un'azione per convincere anche i più scettici della grandezza dei Sapienti di Endlos, sicché al volere di questi le parole diventino capaci di infondere nella mente di chi le oda un tale rispetto per queste e per i Saggi, che certamente non dubiteranno della loro veridicità, e se verrà pronunciato un comando, vorranno eseguirlo senza proteste, quasi fosse l'ordine del loro più caro e severo dio. [5 punti]



    Edited by Eru Elen Amarth - 7/5/2012, 01:57
     
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    ~ Mozart di Pisces ~
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    qDwqc

    Il gentil viso di lui si piegò, come contratto in un sorriso dolce eppure amaro. Lo sguardo dei lei vi naufragò, come alla ricerca di una risposta che, ahimè, mai le sarebbe giunta: perché quell'attimo di realtà che i due stavano ritagliandosi sarebbe stato ferocemente inghiottito dalla vita quotidiana, rendendoli forse estranei, forse nemici... o peggio, sconosciuti. Così lui la prese, stringendola per le spalle -tanto da farle male-, salvo poi baciarla così a lungo e con così tanta passione che lei, quasi, ne svenne.

    » In questi giorni di dolore, dove la morte ammantava il mio corpo, io -incredulo- t'ho vista... E come ti ho vista così ho perduto cuore, mente e anima. So che mi ami come so che l'amor muove il cosmo e le stelle, perciò ti prego... dimmi, dimmi perché non è possibile stare assieme? «


    Lei tremò, poi stette, quindi pensò; allorquando credette, tacque. Poi gli disse, sussurrando, un tacito assenso... ricambio di un bacio, scivolando con le mani sulle di lui guance. Quindi sorrise, rossa in viso, con un fil di respiro rotto dall'emozione.

    » Dunque non lo neghi! Allora perché? Perché? «

    Sicché ella vinta, sfoderando dalla guisa del suo incarico la spada della missiva, sottecchi tentò d'aprirla e di carpirne il contenuto, mentre con voce flebile di donna innamorata gli disse "perché è richiesta la vostra presenza nella Sala Riunione".
    Lui la guardò così, a metà tra la delusione profonda e l'incontenibile desiderio. Abbassò il capo, sorridendo come chi, sconfitto, s'accorge dell'ovvietà di cui è stato partecipe nella disfatta; e quindi prendendole le mani, stringendole verso il suo cuore pulsante di vita nuova, le baciò una guancia e, mestamente, commentò...

    » Cacchio! «

    senzatitolo1ko

    big_profile
    Scappando dal mal d'amore, il prode Mozart proseguì per il luogo ove la sua persona era dunque attesa. Attesa non da poco, visto che il galantuomo, che non conosceva affatto quei luoghi, impiegò certo più del previsto prima d'arrivare laddove richiestogli. Tuttavia, forte di un gran senso dell'orientamento, ovvero andando a fare domande alla servitù, riuscì infine a salire le scale che conducevano al secondo piano, verso la fatidica Sala Riunioni. La prima cosa su cui cadde lo sguardo del Cavaliere fu l'incredibile bellezza quegli arabeschi, e quei lampadari, oppure gli incredibili specchi... Il resto della sala era composto da seggi di cui il più grande era occupato dalla Dama Azzurra, che teneva in braccio quell'Aria. Quindi non poté fare a meno di lanciare un sorriso a Rei, qualcosa del tipo non credevi di vedermi ancora qua, eh? ma che non tardò a commentare con un saluto.

    » Felice di rivederti. «

    Eseguì un inchino galante alla direzione dell'Alfiere e del Saggio di Palanthas, che riconobbe soltanto perché, a suo tempo, ebbe modo d'incontrare la giovane Amelìe; e perché emanava lo stesso alone mistico di Arthur, il vampiro.

    » Il mio nome è Mozart Von Baltasar, vi ringrazio pe avermi invitato a questa riunione.«

    Andò quindi a sedersi sulla destra di Rei, a due tre seggi di distanza, sapendo bene che d'averla probabilmente sorpresa: era diverso, molto diverso. Oltre ad una bellezza innaturale, capace di suscitare paura e timore, il suo stesso fisico sembrava essere cambiato o chissà... aveva ricevuto un qualche genere di dono. Un uomo diverso, forse. O forse qualcos'altro, chissà. Intanto, non avendo, per ora, voce in capitolo, si limitò ad accavallare le gambe e attendere: avrebbe parlato solo se interpellato.

    CITAZIONE
    Data la natura della scena, evito di stilare per filo e per segno equip, passive e diosacos'altro; le trovate tutte in scheda, o comunque le citerò quando saranno nominate nel post^^

    The Graceful Death
    La bellezza. E' certamente questa la prima cosa che è possibile notare in lui, ma non una bellezza priva d'oscurità: questi esercita un'arcano e sinistro fascino, fascino che può rendere la bellezza un'arma fatale. Non c'è dunque da stupirsi che il bell'aspetto del Mozart possa cogliere l'altro con una sorta d'influenza psicologia capace di suscitare nell'altro una sensazione paragonabile a chi è consapevole d'essere ad un passo dalla morte. Costui potrebbe addirittura immaginarla, o sentire il fiato della Vecchia Signora sul collo... o lo strusciare della sua falce da chissà quale antro infernale. Sensazioni, queste, che si confanno all'altrui interpretazione e che possono essere contrastate da difese passive apposite fino a livello medio.
    [Passiva - Influenza Psicologica fino a Livello Medio]

     
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    La prima ad entrare è la guerriera. Vuole delle risposte e non ha tutti i torti. Invece, la bimba non fa che sorriderle di rimando. Non sembra scomporsi neanche quando l'Alfiere la prende in braccio, come fosse una qualunque poppante, e la pone sulle sue ginocchia. Stranamente continua a conservare un'aria da monarca misteriosa anche in quell'assurda situazione.

    «Sei stata distratta, Pink-tan.» esordisce all'improvviso. «Ho già detto a Gradia che il mio nome è Aria. Ma potete chiamarmi anche Aria-sama. Anche se sei così carina quando fai il broncio. ♥» Si sporge in avanti allungandosi sul tavolo. Infila la manina nel sacchetto colorato ed estrae una grossa caramella dall'involucro variopinto. «Tieni un dolcetto.» Con un sorriso ancora più marcato la fa scivolare verso la ragazza.

    «E tu..» continua, proprio nell'istante in cui il Saggio ha fatto il suo ingresso annunciato dal paggio. «...non dovresti studiare così tanto.» Questa volta sul faccino di Aria si dipinge l'accenno di un broncio. «Alle bambine non piacciono i secchioni.» esclama con una serietà decisamente fuori luogo.


    aria-3«Dovresti prendere esempio da Rose-tan. Lui si che è così galante ♥.» aggiunge, sottolineando le parole con l'indice a mò di maestrina. «Immagino che sia il bambino più desiderato della classe.» Annuisce con la testolina, poi pesca un secondo dolcetto che spinge verso Mozart.

    «Dovresti sfruttare le tue qualità, Rainbow-tan. Ogni bambino ha i suoi pregi. E questa cosa del cambiare colore è così kawaii ♥ Tieni anche te un dolcetto.». Una terza caramella si aggiunge alle altre due. «Non penso serva qualcos'altro da mangiare, Kalia-chan.» Alza la testolina per incontrare lo sguardo della Dama. «Penso siano venuti per delle risposte. Si sa che i bambini sono così curiosi ♥» conclude con un altro sorriso materno prima di tornare a sorseggiare il suo tè.
     
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    Trascorse solo qualche istante dopo le sue ultime parole prima che si palesasse una nuova figura; Rei si accorse della dama quando già l'aveva sorpassata e si apprestava a raggiungere la misteriosa piccola. Le bastò una semplice occhiata per capire, a giudicare da com'era vestita e dal modo in cui si muoveva, che doveva essere qualcuno di importante, e le sue parole successive non fecero altro che confermarlo. Era un po' sorpresa, a dire il vero.

    « L'Alfiere dell'Est? È la prima volta che ho modo di vedervi, vi ringrazio per l'ospitalità signora. Il mio nome è Rei. »

    Chinò leggermente il busto, senza scomporsi troppo, poi si avvicinò a una delle sedie e vi si accomodò. Non era esattamente dell'umore adatto per aspettare ancora, ma di fronte a Kalia si sentiva improvvisamente più serena. Probabilmente era perché sapeva che da lì a breve avrebbe ottenuto qualche informazione; essere ricevuti dall'Alfiere in persona non era cosa da tutti i giorni, dopotutto. Doveva esserci qualcosa di importante in ballo, e al sol pensiero sentì la nuca pizzicare d'eccitazione.

    « Vi posso assicurare che lo è stata, lady Kalia. »

    In quell'affermazione vi era il silente desiderio di rivedere i propri sforzi ripagati in qualche modo, e non era difficile comprenderlo. Ma non fece in tempo ad aggiungere altro prima che uno dei paggi annunciasse l'arrivo in sala di qualche altro pezzo grosso, che tanto per cambiare Rei non aveva mai visto prima. La luce mutevole che illuminava la sua figura lo identificava in fretta come un essere differente dai comuni umani, ma poiché non fu interpellata si limitò a restare in silenzio.

    Almeno fino a quando, a dispetto di ogni sua aspettativa, vide Mozart entrare nella sala, tranquillo e sano come un pesce. Inarcò un sopracciglio quando la salutò come nulla fosse: l'ultima memoria che aveva di lui era quella di un ammasso di carne fatta a brandelli dall'androide che aveva quasi ucciso anche lei. Forse poteva suonare banale, ma pensava che fosse morto. Che ricordasse male? Considerando tutto il sangue che aveva perso nel corso dello scontro, non era così difficile pensare a un qualche delirio.

    « ... »

    Aprì bocca come per dire qualcosa al ragazzo, ma poi si interruppe. Lo osservò per qualche istante: sembrava diverso da prima, anche se non sapeva dire in che modo. Poi si volse di nuovo verso la ragazzina infoderata del colore che odiava.

    « Non mi riferivo al tuo nome, Aria-chan. »

    Corrugò leggermente la fronte, tentando di ignorare le sottili provocazioni della bimba.

    « Avrei tante domande da fare, ma prima cosa fra tutte mi chiedevo... »

    Gli occhi caddero sul dolcetto che Aria aveva spinto verso di lei. Lo stomaco brontolava, ma l'orgoglio le impediva di accettare qualcosa di così ridicolo.

    « ...che cosa ci facesse una bambina come te rinchiusa in un orologio gigantesco. E soprattutto per quale ragione il Gran Prince desiderasse così ardentemente mettere le mani sulla tua simpatica testolina verde. »

    Sorrise divertita, rialzando lo sguardo su di lei.

    Rei è dotata di passiva di resistenza a manipolazioni emotive, quindi riesce a ignorare gran parte del festone di passive presente :megusta:



     
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    ...L'Arcobaleno d'Argento...

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    Come poteva quella piccola creatura giudicare l'operato dello Zero come fosse l'arbitro di ciò che fosse Giusto? Non era solito accogliere rimproveri, meno che mani da bambini. E tuttavia la comparsa di lei, secondo ciò che disse Arthur, era certo insolita; che nascondesse un potere imprevisto? Finché non ne fosse stato certo, finché non avesse visto quel potere degno, se esisteva, il Celebliant non aveva la benché minima intenzione di farsi comandare da lei.
    Stette in silenzio, gli occhi fissi sulla creaturina come fari nella notte, indagatori e muti. Non parlava, guardava soltanto.

    Poi entrò un giovane nella stanza, e gli sembrò che fosse arrivato un veleno sottile, una luce velata da piume nere; anche a questo, la bambina si rivolse con aria irrispettosa, fingendosi grande al cospetto di chi avesse un potere ed un'età incalcolabili. Come poteva Kalia permettere una simile sfacciataggine nel suo palazzo? L'avrebbe trovata certamente dolce, secondo l'esperienza che lo Zero aveva sull'Alfiere, eppure ai suoi occhi Vuoti restava un'insolente maleducata, soprattutto quando si rivolse al Saggio dopo aver parlato con Rose-tan.

    Non prese la caramella con le proprie mani, lasciando invece che Amarthrind galleggiasse e si facesse vassoio, tenendo il dolce sulla fascia centrale. Gli occhi del Destino erano fissi sull'infante; poi li distolse e guardò Kalia la Beneamata

    -Mia signora, credo sia opportuno che questa creatura venga educata al Nido degli Angeli. Sono certo che troverà compagni alla sua altezza.-

    Propose all'Alfiere, con la vacuità che sempre portava, con quella voce antica e calma, che non sfumava mai: non era tranquilla non era arrabbiata, non odiava. Restava impassibile come non avesse volontà.

    Ma la ragazza dai rosei capelli prese parola, e poiché si rivolgeva alla bambina, lo Zero non disse altro. Benché avesse avuto informazioni dalla Corona Azzurra, non ne aveva abbastanza.



    Se Amarth avesse avuto un altro carattere, l'avrebbe presa a schiaffi XD
     
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    ~ Mozart di Pisces ~
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    Alzò un dito, poggiando sulle labbra rosate e volendo attrarre l'attenzione a sé, forse per parlare. Tuttavia, la compagna Rei, rimasta dapprima ammutolita per la sua apparizione, propose agli astanti i suoi dubbi e le sue argomentazioni, trovando in effetti modo di spiegare anche a Mozart chi e da dove fosse giunta quell'odiosa bimbetta. Ciò però lasciava irrisolti molti altri dubbi, tali che il neo Cavaliere d'Oro non poté esimersi dal riformularle nella propria testa, nell'attesa di poterle rivolgere all'Alfiere e al Saggio, che in quanto tale, era certamente più erudito sull'argomento di ogni altro. Frattanto, afferrando il dolcetto ricevuto, masticò il succoso sapore di fragola che, neanche a dirlo, irrorò le sue papille gustative abbastanza da tenerlo impegnato fintantoché sia Rei che Amarth avessero terminato di parlare. Solo allora, alzatosi in piedi ed eseguito un mezzo inchino, aggiunse:

    » Il lungo viaggio, le disavventure e la mia morte mi hanno fatto dimenticare un particolare molto importante: fui richiamato alla presenza di Rekishi, Saggio di Sophia, in una delle sale di Palanthas «, una leggera occhiata d'intesa volò ad Amarth, come a volergli dir: impossibile che tu non ne sappia nulla. Quindi, riprese, » Fummo condotti ad Est, dove ci è stato chiesto di cercare un'oggetto ignoto... Arthur fu la nostra guida, oltre che compagno d'avventura. Non credo di dire nulla di nuovo -e se lo dico, spero di non avervi sorpreso-, e tuttavia mi punge quasi nel vivo l'idea di essere stato mandato allo sbaraglio in una missione che mi è costata letteralmente la vita.«

    Seguitò una breve pausa di respiro, giusto per lasciare che gli altri commentassero e/o aggiungessero del proprio a quanto da lui detto. Quindi, dapprima volgendosi a Kalia, poi ad Amarth e infine alla bimbetta irriverente, concluse:

    » Ho forse l'impressione che non vi sia nessun'oggetto, in quel punto della mappa dell'Est; vi era invece un portale per Gradia, per cui presumo fosse ovvio che Rekishi volesse farci attraversare. E non penso che quanto dovessimo riportare indietro sia solo e soltanto Lei. Perciò, non merito forse una spiegazione esauriente?«

    Avrebbe voluto aggiungere anche visto che ci ho quasi rimesso le penne, ma poiché era in debito con Dama Kalia, oltre ad essere anche in debito con lei, tenne per sé quelle parole e cercò in tutto il suo parlato di non far trasparire nessuna accusa, né provocazione. In fondo, voleva solo delle risposte...

    CITAZIONE
    Mozart non ha passive anti-influenze, tuttavia presumo non si trovi a 5 metri da Amarth (dal momento che non vi è una descrizione in metratura delle dimensioni della Sala, ho arbitrariamente supposto fosse molto ampia).

    The Graceful Death
    già citata
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    « L'Alfiere dell'Est? È la prima volta che ho modo di vedervi,
    vi ringrazio per l'ospitalità signora. Il mio nome è Rei. »


    « Non c’è nulla per cui ringraziare, Lady Rei... »
    replicò la donna celeste, sorridendole con un misto di dolcezza e malinconia
    « Cerco solo di fare al meglio il mio dovere. »

    « Vi posso assicurare che lo è stata, lady Kalia. »

    Quell’osservazione dipinse sul volto della Dama Azzurra un’espressione grave, e sebbene ella schiuse le labbra -rosse e ben disegnate- come fosse sul punto di dire qualcosa, un rintocco secco risuonò sul legno del battente, dipanando il silenzio prima che la voce del paggio desse proclama.

    -Dama Kalia, come desiderava è arrivato il Saggio da Palanthas in sostituzione di Arthur Friederick Giles: Eru Elen Amarth, Corona di Dharma e capo dei Custodi delle Sette Vie è qui.-

    Non appena ricevette il muto permesso del Celebliant, il servitore prese congedo con un inchino formale, e il Saggio Amarth -suo amico e fidato consigliere- fece il proprio ingresso nella sala del concilio, austero ed iridescente come l’ultima volta che Kalia l’aveva incontrato; dopo aver rivolto a ciascuno dei presenti uno sguardo degli occhi vacui, lo Zero la omaggiò l’Alfiere di un inchino.

    -Eccomi, mia Signora. Mi duole essere al suo cospetto solamente in queste circostanze,
    ma Palanthas assorbe tutte le ore dei miei giorni.
    -

    « Non temere Amarth, so bene quali oneri gravano su di te... »
    si affrettò a rassicurarlo la Dama, gratificandolo di un dolce sorriso
    « ...ad ogni modo, benvenuto alla riunione: prendi posto al mio fianco. »

    » Felice di rivederti. «
    la voce del musico -di nuovo in salute e pieno di energie- richiamò gli sguardi
    » Il mio nome è Mozart Von Baltasar, vi ringrazio per avermi invitato a questa riunione.«

    Mentre -tra le sue braccia- la piccola Aria dispensava consigli enigmatici e caramelle, tornando di tanto in tanto a sorseggiare il suo thè, la Castellana seguì i movimenti di ciascuno con un sorriso benevolo finché non furono tutti raccolti attorno allo stesso tavolo.

    -Mia signora, credo sia opportuno che questa creatura venga educata al Nido degli Angeli.
    Sono certo che troverà compagni alla sua altezza.
    -

    Nonostante egli fosse il Vuoto e serafico, per la familiarità che aveva con lui, Kalia percepì il disappunto del Celebliant, e un cruccio dispiaciuto le segnò il volto candido come la luna; Amarth era nobile e severo, e intuì che l’ingenua sfacciataggine della piccola potesse averlo in qualche modo urtato... ma una riunione era in corso, quindi si limitò a rivolgere un accorato sguardo di scuse all’Essenza e a rivolgergli un sorriso che richiedeva indulgenza.

    « In realtà ne sarei ben lieta... »
    rispose, abbassando gli occhi su Aria - ed era la verità

    « Non mi riferivo al tuo nome, Aria-chan.
    Avrei tante domande da fare, ma prima cosa fra tutte mi chiedevo... »

    prese intanto la parola Rei, adocchiando con severità la caramella
    « ...che cosa ci facesse una bambina come te rinchiusa in un orologio gigantesco. »
    proseguì, suscitando in Kalia uno sguardo accigliato e perplesso verso la bimba
    « E soprattutto per quale ragione il Gran Prince desiderasse così ardentemente
    mettere le mani sulla tua simpatica testolina verde. »


    A quel punto, dopo aver consumato il suo dolcetto, fu Mozart ad alzarsi in piedi, rivolgendo alla tavolata un inchino, e infine schiudere le labbra per rivolgersi alla sua platea: raccontò di un suo incontro con il Saggio Rekishi Naku a Palanthas -ed eloquente fu l’occhiata che il musico scoccò al Guardiano-, della missione commissionatagli per il recupero di un oggetto entro i confini del Presidio Est, della guida offerta da Arthur, e -infine- della tragica conclusione che gli era costata la vita.

    » Ho forse l'impressione che non vi sia nessun'oggetto, in quel punto della mappa dell'Est; vi era invece un portale per Gradia, per cui presumo fosse ovvio che Rekishi volesse farci attraversare. «
    concluse il giovane biondo, attendendo una risposta
    » E non penso che quanto dovessimo riportare indietro sia solo e soltanto Lei. Perciò, non merito forse una spiegazione esauriente? «

    Quando la sua voce si spense, tutti tacquero, in attesa di risposte.
    E Kalia insieme a loro.

     
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    Alle parole di Amarth la bambina gonfia le guance visibilmente contrariata. «Buuu~ Buuu~ Non ti hanno insegnato che è maleducazione discutere riguardo ad una persona come se non fosse presente? Cattivo Rainbow-tan. Cattivo.» Agita il ditino su e giù in un moto di biasimo. «Se continui così niente caramelle per te.»

    Le ci vuole un attimo per tornare alla sua classica espressione sorridente. Giusto il tempo di ascoltare le perplessità altrui. «Faustus-tan era una bambino obbediente. Così obbediente che è finito con il fare molte cose cattive per rispettare le sue promesse.» La sua espressione si rabbuia per un attimo. Sembra quasi stare sul punto di piangere. «Avrei voluto vederlo crescere in modo diverso.» sussurra. «In ogni caso non ero io ciò che cercava. Tutto si sarebbe risolto bene se non fosse stato infranto anche il secondo orologio. Ora, con il vero Gran Prince a piede libero, il nostro tempo è limitato. Perciò via il broncio, Pink-tan, e mostrami una bella faccina sorridente ♥ Ti prometto che quando avremo risolto la questione cercheremo di lavorare sulla tua memoria. E' sama, non chan. S-a-m-a. Sono convinta che ce la puoi fare. Basta applicarti un po' ♥»

    Lo sguardo si sposta su Mozart, il secondo a chiedere spiegazioni. «Rose-tan, da te mi sarei aspettata più galanteria.» Sospira, visibilmente delusa. «Ma sei così carino che ti si perdona tutto ♥. Dovresti capire che la mia presenza è già un onore incommensurabile.» Annuisce con foga, gonfiando il petto d'orgoglio. «In ogni caso non voglio certo deludere le aspettative dei miei bambini. Perciò ho portato qualcosa per voi ♥»

    ati-kia

    Batte i palmi due volte e la valigia si richiude di scatto. Nessun rumore di porcellana infranta o tè versato; decisamente strano. Qualche istante dopo eccola riaprirsi. Della teiera nessuna traccia, ma al suo posto vi è un grosso cubo di legno. La superficie è intagliata in modo raffinato nella forma di intricati motivi floreali.

    «Allora bambini, facciamo un giochino ♥ Chi di voi indovina che cos'è, vince un bel dolcetto. Avete un solo tentativo, però.» Da come le labbra si stanno incurvando potreste dire che è lei l'unica che si sta davvero divertendo.

    L'oggetto è simile a questo ma cubico.


    Edited by Luxifer - 9/5/2012, 14:09
     
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    « Buuu~ Buuu~ Non ti hanno insegnato che è maleducazione
    discutere riguardo ad una persona come se non fosse presente? »

    sentenziò la bambina misteriosa agitando un ditino con fare impettito
    « Cattivo Rainbow-tan. Cattivo. Se continui così niente caramelle per te.»

    Sulle sue ginocchia, Aria mise il broncio, e la Dama allungo un indice bianco e affusolato per darle un buffetto su una guancia.

    « Non essere sgarbata, Aria... »
    la riprese, proprio come farebbe una madre amorevole
    « Amarth era solo preoccupato per la tua formazione: è stato gentile. »

    Subito dopo, mentre rispondeva ai quesiti sollevati dagli altri, il faccino infantile della piccola referente cambiò più volte espressione: tornò a sorridere...

    «Faustus-tan era una bambino obbediente.
    Così obbediente che è finito con il fare molte cose cattive per rispettare le sue promesse.»

    mormorò tra sé e sé, con amarezza struggente
    «Avrei voluto vederlo crescere in modo diverso.»

    ...ma quando menzionò un certo “Faustus-tan” arrivò all’orlo delle lacrime; una scena insopportabile per il cuore tenero della Dama, che in un moto istintivo e non ponderato l’avvolse in un abbraccio e le depose un bacio sui capelli biondi.

    «In ogni caso non ero io ciò che cercava. Tutto si sarebbe risolto bene se non fosse stato infranto anche il secondo orologio. Ora, con il vero Gran Prince a piede libero, il nostro tempo è limitato. Perciò via il broncio, Pink-tan, e mostrami una bella faccina sorridente ♥ Ti prometto che quando avremo risolto la questione cercheremo di lavorare sulla tua memoria. E' sama, non chan. S-a-m-a. Sono convinta che ce la puoi fare. Basta applicarti un po' ♥»

    Kalia ascoltò in silenzio la replica rivolta alla Signorina Rei, ridacchiando per il buffo tentativo della bambina bionda di darsi delle arie; poi fu il turno di Mozart, e il suo tono parve farsi deluso ma paziente.

    «Rose-tan, da te mi sarei aspettata più galanteria.
    Ma sei così carino che ti si perdona tutto. ♥»

    cinguettò la piccola, inorgogliendosi in maniera teneramente buffa
    «Dovresti capire che la mia presenza è già un onore incommensurabile. In ogni caso non voglio certo deludere le aspettative dei miei bambini. Perciò ho portato qualcosa per voi ♥»
    jpg
    Dopo aver così a lungo disquisito, Aria sollevò le manine e le batté tra loro due volte: in reazione a quel muto comando, la valigia al centro del tavolo si richiuse con uno scatto, e non un suono di porcellana incrinata provenne dall’interno, dove la teiera e le tazze di ceramica aveva poc’anzi fatto mostra di loro; qualche istante più tardi, il bagaglio si riaprì, rivelando uno strano cubo di legno intarsiato.

    «Allora bambini, facciamo un giochino ♥
    Chi di voi indovina che cos'è, vince un bel dolcetto. Avete un solo tentativo, però.»


    Sovrappensiero, la Castellana si portò una mano alla guancia eburnea,
    e un’osservazione le salì alle labbra prima che potesse rendersene conto.


    « Sembrerebbe uno di quei cubi a molla con cui giocano i bambini... »

     
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    Il comportamento della piccolina cominciava a infastidirla - non che ci volesse poi molto a dire il vero - ma cercò di darlo a vedere il meno possibile; aveva il vago sospetto che quella fosse in grado di capirlo e reagire di conseguenza. Si lasciò sfuggire un sospiro, e accavallò le gambe, senza preoccuparsi troppo degli illustri ospiti con i quali aveva a che fare.

    « La mia memoria funziona perfettamente, ma grazie per l'interessamento Aria-chan. »

    Ribatté sicura, ignorando del tutto l'ultima parte della frase a lei rivolta. Quando fu Mozart a parlare, Rei riportò il suo sguardo su di lui seguendo il discorso; a quanto pareva non era stato un delirio, era proprio morto. Gli occhi saettarono nuovamente sulla bambina, mentre Rei si domandava se fosse stata lei a riportarlo in vita. Non era esattamente la cosa più naturale del mondo invertire l'ordine delle cose, ed era sorpresa che un esserino del genere fosse in grado di farlo. O magari era merito dell'Alfiere? Sapeva che era conosciuta nel presidio per le sue particolari doti di guaritrice. Ma in fondo non era così importante.

    La questione del Gran Prince, vero o falso che fosse, lo era decisamente di più. Dal momento che ci aveva quasi lasciato le penne, doveva come minimo riuscire a cavar fuori qualche risposta da tutta quella faccenda. Il problema era che Aria non pareva intenzionata a spiegare chiaramente le cose come stavano, senza troppi fronzoli. E quindi Rei doveva stare al gioco.

    « Mmm... »

    Si chinò in avanti, per osservare meglio l'oggetto tirato fuori dalla valigia magica. Non le sembrava niente di speciale, a dirla tutta; solo un cubo intarsiato.

    « ...un pezzo di legno? »



     
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    Viaggiatore dei Mondi

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    ~ Mozart di Pisces ~
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    Si riscoprì parecchio interessato ai battibecchi, meno però al modo insolitamente sgarbato con cui la bambina si rivolgeva a tutti. Rimuginandoci, Mozart ne trasse solo due conclusioni: o era tremendamente stupida e arrogante, oppure era davvero più anziana di loro. Il che non era poi così strano, visto che aveva conosciuto numerose persone su Endlos che, a dispetto del loro viso o degli anni mostrati, avevano un'età che si approssimava tra l'eternità e l'immortalità.
    Dunque, se davvero Aria-chan era più grande di loro, questo faceva supporre che fosse comunque decisamente maleducata: l'aver più anni di quanti Mozart potrà realmente viverne, indubbiamente, non scusa la sua irriverenza. A distogliere il musico da quei pensieri fu, invece, un'oggetto cavato da un trucco di magia: un cubo di legno, finemente decorato con intarsi, che aveva chiarmaente l'aria del...<p align="center">» Per me è un carillon. Si insomma, non che ci voglia molto a farne uno di quelle dimensioni, ancor più se è di natura magica.«Invero, non gli interessò indovinare cosa fosse... gli dava più pensiero il fatto che le risposte alle sue domande non erano state esaurienti, o quanto meno non avevano risolto proprio tutto quello che lui avrebbe voluto sapere. Tuttavia, come spesso accade, la soluzione ad un quesito si presenta volentieri con il tempo. E lui avrebbe atteso.

    CITAZIONE
    :D carillon! <3

    The Graceful Death
    già citata
    [Passiva - Influenza Psicologica fino a Livello Medio]

     
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    Il consenso dell'Alfiere fu la cosa più importante per il Guardiano, e quando la bambina sbuffò di nuovo, esternando l'infantile disappunto, lo Zero non le rispose, né parve darle importanza. Misericorde avrebbe pensato alla sua istruzione; magari, quando sarebbe cresciuta e rinsavita, avrebbe potuto fare parte dei Custodi.
    E intanto i convenuti domandavano informazioni alla piccola donna circa quello che accadde a Gradia, dove Arthur si era ritrovato, e che lo Zero adesso sostituiva: di nuovo, stette in silenzio e soppesò le parole di quelli, e per il momento non domandò nulla.

    Poi la sfrontata creaturina disse di avere un regalo, e senza riguardo per le porcellane dentro la valigia, con i palmi ordinò a questa di chiudersi; quando si riaprì, non si trovava traccia del servizio da thè, né si erano uditi rumori di cocci infranti. Invece era comparsa una scatola di legno, levigata ed in cima scolpita in decori di fiori. la bambina chiese ai presenti di indovinare cosa fosse. Nell'imbarazzo di essere posti di fronte ad una manifestazione di ignoranza, ognuno cercò di rispondere come meglio credeva; benché il Celebliant si fidasse della saggezza di Kalia, bensì sapeva quanto la risposta di una Corona fosse stata più precisa di quelle dette da creature che non possedevano Conoscenza.

    -...-

    Per un attimo squadrò l'oggetto, indagandone le fattezze ed immaginando cosa contenesse, poi allungò una mano verso questo e lo sfiorò appena: cominciarono a spirare nebbie d'argento attorno al ligneo manufatto, e poco a poco si coloravano delle tinte del mondo, che sul fumo d'origine di alternavano iridescenti, come accadeva su tutto il corpo del Guardiano.
    Così, nelle nebbie, Erelamarth Celebliant leggeva l'oggetto, e ne indagava il fine e la causa primigenia, e dalla nebbie la parlavano voci, tanti suoni diversi erano nella testa del Custode e raccontavano:

    -Noi siamo...figure. Noi siamo la storia. Crudele, spietata e senza fine. Noi siamo stati creati, noi siamo usati per prot...-

    Poi dalle voci ne sorse una nuova che le zittì tutte, ed era la risata sguaiata di un bambino; all'udirla il Celebliant restò perplesso e cominciava a temere che l'oggetto fosse maledetto.

    -Idiota! Idiota! Cosa cerchi di fare? Sei davvero stupido! Crepa! Crepa! Ahahahahah-



    Energie:
    100% - 10% = 90%

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    E' da una lingua ormai perduta che Amarthrind trae il suo nome che, se fosse coniato dai popoli odierni, vorrebbe dire "Cerchio del Destino"; tutto il potere di Amarth scorre in quest'arma, tutto il potere di un Guardiano, poiché quel cerchio non è altro che Amarth stesso, l'emanazione del suo ruolo: essere il limite al quale Bene e Male tendono per poi annullarsi nella perfezione del Fato incedente, del Destino e del Caso. E' il simbolo dell'unione, senza mescolanza, di quei due principi che plasmano il mondo e che incessantemente si rincorrono, scandendone i singoli eventi.

    Forgiato da un materiale ora scomparso, ha la capacità di scindersi in due metà che il Guardiano impugna come daghe: se, però, Amarthrind brilla di tutti i colori dell'iride e di nessun colore insieme, quando viene diviso ciò che è impugnato dalla destra appare più bianco, e ciò che ha in pugno la sinistra assume una luce di tenebra.
    Il Guardiano è in grado di muovere Amarthrind, con la sola forza del pensiero (supportata poi da indicazioni fornite dal movimento di braccia e mani), in un'area di 15 metri da Amarth, poiché questa è una parte di lui, nata dalla stessa Essenza che lo compone: ciò implica che -quando lanciato- abbia un effetto volutamente boomerang e la possibilità di rapidi cambi di traiettoria e direzione. Inoltre, questa passiva implica una condizione di "riposo" dell'arma (quando non stretta dalle mani dello Zero) in cui essa levita attorno al corpo del Guardiano, intera o scomposta.
    N.B.: Quest'ultima azione non è utilizzata ai fini di counter né di difesa,
    ma consente solo al pg di avere le mani libere per poter usare le proprie tecniche.


    Diametro: 1 metro | Gittata: 15 metri | Velocità: dai 20 ai 35 km/h
    Capacità: comandata telepaticamente entro 15 metri


    Ba-Gua, lo Specchio degli spiriti


    "...E per un potere incatenato, Quattro le chiavi: lo Specchio sarà la Via..."

    senzaolo1qn

    Ecco Ba-Gua, il Simbolo del potere del Celebliant nato dalla sua stessa Essenza: un oggetto senza tempo, la più grande concessione del Destino; grande è la sua possanza, ma ciò che può operare singolarmente non è nulla, se paragonato al vero scopo di Ba-Gua: nel Rituale della Creazione operato dalle Quattro Essenze, infatti, l'uso dei poteri dello Specchio muterà, concedendo un Destino alla nuova creatura, ed essa si sveglierà.

    La figura in centro si apre e scompare, come petali di un loto in fiore, così pure i trigrammi che la circondano si perderanno fra le pieghe del mondo quando il potere dello Specchio verrà a manifestarsi: esso rifletterà il Destino di tutti gli esseri, oppure lo compirà.

    Ruota del Karma

    Signore del Destino e del Karma, lo Zero potrà, sfruttando l'Essenza dello Specchio, cambiare il normale ciclo di reincarnazione delle anime, stabilendo a suo piacere quale sarà il prossimo corpo in cui l'anima andrà a reincarnarsi, e questo apparirà dentro Ba-Gua.
    Specifica ~ Il termine "corpo" va inteso come essere vivente, quindi da un batterio ad una pianta, ad un uomo, un demone, un animale e via dicendo; inoltre questa tecnica, per ovvi motivi di sportività, è utilizzabile in scene Gdr solo previo accordo con QM o con l'utente coinvolto.
    Durata: Istantanea | Consumo: Alto

    Passo del Karma

    Signore del Destino e del Karma, lo Zero potrà, sfruttando l'Essenza dello Specchio, imporre ad un'anima di compiere il proprio ciclo di reincarnazioni, ovvero forzarla ad entrare nel prossimo corpo ad essa destinato. Se l'anima in questione è libera di vagare (un'anima perduta od un corpo appena ucciso, un fantasma etc..) si reincarnerà senza arrecare danno alcuno; se, tuttavia, l'anima fosse ancora ancorata ad un corpo (ovvero possessione, o semplicemente una creatura viva), quest'ultimo vedrebbe il proprio spirito abbandonarlo, di conseguenza morendo.
    Specifica ~ Questa tecnica, per ovvi motivi di sportività, è utilizzabile in scene Gdr solo previo accordo con QM o con giocatori, per creare intrecci di BG e giustificare in-game l'abbandono di un PG da parte di un utente.
    Durata: Istantanea | Consumo: Alto



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    Abilità Passive

    Synchro
    Destinato a non godere di una particolare sfumatura di carattere, il Destino ha fatto sì che Amarth potesse provarle tutte, senza però poterne conservare alcuna: questa è l'origine di ciò che spesso egli chiama "Synchro"...
    Sia Amarth un'eterna voragine, entro al quale ogni emozione cadrà inesorabile. In un'area di 5 metri di raggio, ogni singola sensazione presente, sia questa di gaudio o ira, verrà percepita ed attirata dal Guardiano; una volte penetrate in lui, l'iridescenza che sempre lo contraddistingue cesserà, ed Eru Elen Amarth si tingerà del colore che ogni emozione rappresenta. Eppure, ben poco queste dimoreranno presso l'Eterno perché, pur percependole, e tingendosi fin quando queste non saranno cessate, egli non potrà trattenerle: al contrario, infatti, Synchro farà sì che ogni percezione venga elargita all'ambiente, inducendo chiunque si trovi nell'area di influenza a provare ciò che il Guardiano ha captato.

    Note

    1. Quest'abilità prescinde dal volere di Amarth, pertanto non sarà il Guardiano a percepire le sensazioni, bensì la stessa Synchro. Ciò significa che, essendo sempre attiva, se nel raggio di influenza non vi è alcuna creatura capace di provare emozioni, Synchro userà lo spirito dello Zero come fonte di energia, se così si può dire. Non Potendo egli provare alcunché, le sue vesti, i suoi capelli, i suoi occhi, sopracciglia ed arma risulteranno sempre ammantate di un'iridescenza, che si muoverà ondeggiando armonica per tutto il suo corpo.
    2. E' implicito dire che Amarth può fungere da rivelatore di presenze: se questi cambia colore, significa che c'è qualcuno nel raggio d'influenza di Synchro
    3. La potenza di canalizzazione di Synchro è tale da consentire al Guardiano di poter provare l'emozione intercettata
    4. Come ogni altra passiva, se una o più creature sono protette da abilità o tecniche, Synchro non riuscirà ad intercettarne le emozioni.
    5. Maggiore è il numero di emozioni assorbite in contemporanea, maggiore sarà il dolore mentale e lo stress provato dal Guardiano; nel caso poi, di un assorbimento eccessivo, ovvero di più di 10 emozioni questi, dopo vistosi effetti scenici quali tremolio e colori molto accesi sul corpo, sarà preda di atroci sofferenze, finanche svenendo.

    Cambiamento Cromatico
    TranquillitàPace, SerenitàDubbio, Sospetto, IncertezzaInvidiaGelosiaAmore, AffettoRabbiaFuria ciecaOdioPauraSofferenza, DoloreTristezzaPreoccupazione, Ansia
    AzzurroBiancoGialloVerdeArancioneRosaRossoNeroIndacoGrigioMarroneBlu scuroGiallo ocra

    Alcar Valaron, Gloria delle Potenze

    "...Ora avvenne che le Potenze di Arda, che pure erano consce della sorte del loro Maia Faerglir, volessero inviargli un dono, per sostenerlo nei momenti in cui ogni persino la luce della ragione e della verità non fosse risultata abbastanza brillante da trafiggere le tenebre del dubbio e del falso. Molto, infatti, l'Uno teneva a cuore lo spirito del garante e quando questi si dipartì da Ennor grande sofferenza gli pervenne, esulando, quell'evento, dall'antichissima musica degli Ainur; per volere di Eru Ilùvatar nuova forza crebbe nello Zero, ché il Destino lo permise, e ciò che nel cuore del Mondo si ammantava di menzogna avrebbe emesso un suono strisciante, che solo l'orecchio dell'Eterno avrebbe colto..."
    Ciò che le Potenze donarono ad Eru Elen Amarth, non è altro che la capacità di discernere il vero dal falso; infatti, in un area di 10 metri di raggio -di cui Amarth è il centro- ogni menzogna pronunciata da qualunque creatura produrrà, alle orecchie del Guardiano un sibilo, lo stesso emesso dai serpenti. Come ogni altra passiva, sulle creature protette da particolari abilità o tecniche, Alcar Valaron non sortisce alcun risultato.



    La Via del Destino

    "...Perché Erelamarth Celebliant è il Destino e marcia diritto, inflessibile, cieco e sordo ai richiami del Mondo..."
    L'Essenza numero Zero non è Fatta per chinarsi a false lusinghe o corrotti inviti: no, essa immune passa attraverso le voci del mondo, attraverso sussurri e tentazioni; ancor più dove vi sia l'imposizione; dove via sia intento di sedurre e traviare, egli non potrà essere sfiorato, il suo animo -partecipando al Destino del Tutto-, neutrale e troppo antico e forte affinché il suo equilibrio possa venire infranto.
    Amarth risulta immune alle malie o alle Aure, ovvero quelle passive o tecniche (di consumo Basso o Medio) che hanno effetto di instillare particolari sentimenti nelle persone, oppure indurli a credere alle parole che i possessori di tali poteri possano utilizzare o dire.


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    L'Ordine dei Saggi

    Delle Sette Corone, Ecco l'Ultima, colei che presiede al tronco centrale, la nobile Via di Dharma, tinta d'Arcobaleno Argenteo.


    La Voce della Saggezza

    E' questo un suono che tutti possono udire, perché scaturito dall'alta sapienza di coloro che lo pronunciano; la volontà dei Saggi muove questo potere, così che dalla loro giusta voce escano parole che agli altri appaiono profondamente sapienti, e pertanto degne di rispetto, così come degno di rispetto sarà, per chi ascolta, colui che parla.
    Una malìa, un'azione per convincere anche i più scettici della grandezza dei Sapienti di Endlos, sicché al volere di questi le parole diventino capaci di infondere nella mente di chi le oda un tale rispetto per queste e per i Saggi, che certamente non dubiteranno della loro veridicità, e se verrà pronunciato un comando, vorranno eseguirlo senza proteste, quasi fosse l'ordine del loro più caro e severo dio. [5 punti]



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    Tecniche Utilizzate



    Conoscere

    Quale dovere maggiore, per un Saggio, della conoscenza di ogni cosa, capendone il significato intrinseco, il perché ed il come? Se le grandi menti dell'Est non avessero il dono di Sapere, non potrebbero brillare, non potrebbero essere Corone. Ecco che, allora, questa sapienza si rivela al mondo intero quando il Saggio entra a contatto con oggetti, o sostanze inanimate come le pietre od i muri, oppure ancora con gli alberi e, in definitiva, con ogni cosa che non abbia voce udibile da tutti.

    Al momento del contatto, dunque, ciascun Saggio ne apprenderà l'identità, riuscendo a catalogarlo, e cosa in sé nasconde, ciascuno però secondo la propria appartenenza alle Vie: coloro che seguono Symphonia, ad esempio, toccando un violino potranno apprendere il modo in cui è stato costruito, chi lo ha suonato e dove; coloro che seguono Dharma, invece, ne apprenderanno il motivo della realizzazione, e quale potrà essere lo scopo dell'oggetto nel futuro.
    Durata: Istantanea | Consumo: Medio | Conteggio: 1 punto

     
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