[Quest] Sete di Magia

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    Viaggiatore dei Mondi

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    Sete di Magia - I

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    La lieve brezza mattutina carezzava come suo solito ogni albero, ogni filo d'erba e ogni creatura del Presidio dell'Est. I rami degli alberi fluttuavano timidamente come a ringraziare il vento del piacevole tepore che offriva loro. Gli animali invece si destavano invece dal loro sonno, pronti a tornare ai propri affari da animali (e da cosa sennò?). Per quanto riguarda gli umani...beh, dopo essersi destati non c'è nulla di meglio che un buon boccale di birra fresca mattutina e qualche chiacchiera in una locanda prima di andare al lavoro!
    A Chediya, nella locanda di un piccolo villaggio una discussione piuttosto accesa sta prendendo piede.


    « Avete sentito parlare di quegli strani cicloni che sono comparsi nel Presidio? »

    Fu l'unica voce che si riuscì a sentire in quel momento. Venne poi seguita da diversi bisbigli, che si fecero sempre più numerosi e più forti.

    « Dicono che compaiano sia in presenza di cattivo tempo che non. Compare solo sopra un villaggio, senza muoversi di un centimetro, per poi scomparire una volta rase al suolo le abitazioni. »

    « Si sa qualcosa degli abitanti? »

    « Si dice non ve ne sia traccia. Nessuno che sia stato colpito dal ciclone è mai tornato o ha lasciato indizi »

    I mormorii passavano da una persona all'altra come un torrente in piena. Era impossibile ormai bloccare il ciclo di informazioni. Alcuni pensavano fosse solo una storiella, altri credevano fosse la triste realtà, altri erano spaventati al pensiero di poter essere nel posto sbagliato nel momento sbagliato. Il locandiere, un omino cicciottello con un gran paio di baffi neri si mise a strofinare un boccale con aria pensierosa e scuotendo la testa.
    Qualche giorno prima erano passati dei soldati del Presidio in cerca di informazioni riguardanti questi strani fenomeni. Dopotutto l'avrebbe capito anche un bambino che i cicloni sono mirati solo a centri abitati.
    La situazione era più grave di quanto si temesse. Se si dovesse scoprire che il colpevole di questi misfatti fosse un altro presidio o che comunque venisse data la colpa a uno di questi non è possibile dire cosa potrebbe accadere.
    I pensieri del locandiere lo turbavano sempre più, tant'è che smise di strofinare il boccale, ormai pulito già da tempo.
    Un altra figura, che stava seduta al bancone sorseggiando la sua birra, posò il suo bicchiere sul legno di faggio ben lucidato e pensò tra sé:


    « Che sia la punizione divina?... »

    Improvvisamente il cielo tuonò.
    La locanda tornò muta. Tutti guardavano al cielo, cercando di percepire di cosa si trattasse. Immobili, i clienti si scambiarono rapide occhiate, in attesa che qualcuno dicesse qualcosa.
    Un altro tuono, più forte, ruppe ancora il silenzio. L'atmosfera era diventata magnetica.


    « IL CICLONE! IL CICLONE! » gridò un poveretto dall'esterno.

    A ruota, gridò anche quasi l'intero locale. Si alzarono tutti dal proprio posto intenti a fuggire al più presto da quel posto.
    Ma ormai era tardi. Nessuno si sarebbe salvato. Nessuno.
    Le raffiche di quello che pareva apparentemente vento iniziò a ululare, iniziando la sua opera di distruzione. Le case iniziarono a sbriciolarsi come castelli di sabbia, mentre gli abitanti, impossibilitati a muoversi, iniziarono a fluttuare sempre più verso il cielo.

    Fu questione di minuti affinché rimase solo il ricordo di quel villaggio.






    Angolo QM

    Ed eccoci al primo post della mia prima quest! *_*

    Tutto chiaro no? Vi trovate anche voi al villaggio e quando arriva il ciclone verrete risucchiati senza possibilità di fuga :megusta: Non è necessario che siate all'interno della locanda. Descrivete pure liberamente il motivo per cui eravate lì.
    Turnazione libera.

    Avete tempo fino al 16 Maggio

     
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  2. _MajinZ_
     
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    Gajeel ormai vagabondava nel presidio Est da qualche giorno, senza nessuna meta precisa. Era giunto li alla ricerca di avversari valorosi, come al solito, solo che a parte qualche ladruncolo non aveva incontrato proprio nessuno di abbastanza forte da metterlo in difficoltà. Ultimamente gli avversari scarseggiavano e dopo lo scontro andato maluccio con un certo tizio vestito di bianco, i tizi con cui valeva la pena combattere erano diminuiti e nessuno gli dava l’impressione di essere abbastanza forte. Così aveva continuato a vagabondare per i boschi e la natura selvaggia di quel luogo, magari Metalicana poteva essersi nascosto li da qualche parte così valeva la pena di cercarlo un po’ anche se ogni volta la ricerca si concludeva con un nulla di fatto... Il suo genitore sembrava quasi sparito da quel mondo. Non aveva percepito nemmeno una volta il suo odore, anche se il ragazzo non aveva perso le speranze.
    Comunque, nonostante non trovasse quel che stava cercando, girovagando in quei luoghi aveva sentito qualche voce riguardo a strani uragani che arrivavano dal nulla e dopo aver divorato interi villaggi sparivano così come erano arrivati. Non ne aveva mai visto uno nel periodo in cui vagava in quel posto, però le persone ne parlavano con una tale serietà che magari poteva essere anche vero, infatti su Endlos a volte accadevano delle cose talmente strane che non ci si poteva sorprendere di nulla. Era un qualcosa che però non rientrava negli interessi del Drago, il quale ormai non aveva più nulla da fare, quindi decise ben presto di spostarsi ancora, ma prima di far ciò aveva bisogno di trovare una locanda visto che aveva un certo languore. Sperava solo che il locandiere avesse un po’ di ferro bello lucido, quello arrugginito non gli piaceva proprio.
    Fortunatamente, poco dopo il moro adocchiò in lontananza un villaggio; dopo essersi sistemato meglio la sacca sulle spalle, decise di muoversi con calma in quella direzione. Seguiva il sentiero senza pensare a nulla in particolare, infatti era stranamente tranquillo e spensierato, come se la tranquillità di quel luogo avesse contagiato anche lui. Ben presto il villaggio si fece sempre più grande dopo ogni passo, arrivando nei pressi del villaggio dopo un’oretta di cammino rilassato, senza che accadesse qualcosa di strano. Era un normale villaggio quello, senza nessuna caratteristica particolare, sembrava identico a tutti quelli visitati nell’ultimo periodo. Si mosse quindi alla ricerca di una locanda, attraversando così le vie esterne fino a giungere a quella che sembrava una piazza, dove a poca distanza notò la sua meta. Si mosse quindi verso di essa, tranquillamente.
    Una volta giunto a una decina di metri, però, il suono cupo di un tuono ruppe la tranquillità. Era certo che il cielo fosse completamente libero, non vi era il tempo materiale per far si che le nubi si radunassero in vista di un temporale. Così Gajeel alzò la testa e notò una strana coltre che iniziava ad avvolgere il villaggio tutto intorno. Un altro tuono seguì il precedente, facendo quasi vibrare il terreno con la sua forza, mentre un abitante del villaggio iniziò ad urlare.
    « IL CICLONE! IL CICLONE! »
    Il Drago si voltò quindi in quella direzione, osservando quindi il cielo ancora una volta. Che fosse uno di quei Cicloni di cui parlavano tutti? Quel ragazzo sempre coraggioso quasi sbiancò mentre le raffiche di vento si facevano sempre più forti, iniziando a sradicare le cose più leggere dal terreno. Osservò sbigottito quella forza che avvolgeva tutto con una facilità disarmante, mentre le case iniziavano a sbriciolarsi e le persone iniziarono a fluttuare nell’aria, attirati verso l’alto da quel forte vento, che faceva mancare la gravità sotto i piedi, attirando tutti come una calamita col metallo. E Gajeel si sentiva proprio così.
    Che diamine... NON E’ DIVERTENTEEEEE!!!
    Furono le uniche parole che riuscì a pronunciare il Ferroso prima di allontanarsi sempre di più dal suolo, attirato verso l’alto dalla corrente impetuosa che stava divorando qualsiasi cosa. Le case, gli alberi, il bestiame... Le persone! Ogni cosa veniva aspirata come se qualcuno stesse usando un enorme aspirapolvere e anche se il moro non sapeva cosa fosse, beh, non gli piaceva affatto! Purtroppo non poté far nulla per evitare tutto quello, così imprecando in tutti i modi possibili e mulinando braccia e gambe, il ragazzo venne risucchiato da quel ciclone insieme a tutto il resto, finché di quel villaggio non rimasero solo macerie. Era la fine quella? Beh, se non lo era certamente si assomigliava molto alla fine di tutto!
    Non ho neanche mangiatooo~
    La sua voce si disperse nell’aria mentre essa, impetuosa e potente, lo trascinava via da quel mondo che aveva tanto amato, ma che non avrebbe mai più rivisto. O almeno, quello era ciò che pensava in quel preciso istante, mentre vedeva il suolo allontanarsi sempre di più. E infine il Ciclone se ne andò, portando con se l'intero villaggio e il povero Gajeel che era solo di passaggio. Era stata proprio una sfortuna!



    CITAZIONE
    Stato mentale: DAAAAAAAAAAAAAAAH!!!
    Stato fisico: Ottimale (?)
    Energia: 100%

    Abilità Passive:
    .Sento la tua puzza!
    Il naso del Drago di Ferro non è certo identico a quello di un normale essere umano, del quale riprende solo la forma estetica. I recettori adibiti a percepire gli odori sono presenti in maggior numero sono più sviluppati del normale, rendendo così il fiuto di Gajeel di gran lunga superiore a quello di un segugio, riuscendo così a captare anche la più piccola particella di odore per seguire una persona, un oggetto o qualsisi cosa abbia appunto un odore. Il suo sensibile odorato però ha un difetto... E' meglio non scorreggiare vicino a lui.
    [Olfatto supersviluppato - 30 metri]


    .Sono forte come un drago!
    Vivere in compagnia di un drago non è solo una cosa strana, sopravvivere insieme a uno di loro è estremamente difficile, oltre che molto faticoso. Serve una grande forza per riuscire a essere anche un pochino alla pari con quelle fantastiche creature. Il fisico del giovane si è fin da subito abituato a quelle condizioni, in anni di allenamenti esso si è rafforzato e il suo corpo sprigiona un'energia che i normali esseri umani non potrebbero mai avere, però avere un drago come maestro ha i suoi vantaggi. E' come se un frammento dell'infinita potenza di quel drago si fosse impientato in lui, rendendolo una vera forza della natura.
    [Power Up Forza 50%]

    .Il Ferro fa bene!
    Il metabolismo del Drago ha dell'incredibile, esso pur essendo nella norma funziona in un modo totalmente diverso da ciò che siamo abituati a vedere. Lui non mangia il cibo che mangia una persona normale e con del cervello, partendo dalla bocca fino allo stomaco e l'intestino, è fatto apposta per mangiare il ferro e ogni metallo simile ad esso. Si, avete capito bene, la fonte di nutrimento di Gajeel non è altro che il puro e semplice metallo, il quale viene masticato e digerito con una facilità unica, non è difficile vederlo sgranocchiare viti e bulloni come si fa con delle patatine. Ciò però non funziona solo come cibo, infatti ingerendo il suo stesso materiale che riesce a manipolare, ovvero il ferro, le energie spese durante un combattimento, ad esempio, e le ferite inferte guariranno più velocemente del normale, ripristinando quasi ogni cosa.
    [Passiva - Only GdR]

    Tecniche utilizzate:
    \\



    Edited by _MajinZ_ - 10/5/2012, 19:42
     
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    Mago guerriero, amante dei gufi e signore della piromanzia.

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    Alcuni dicono dal cimitero, altri dal cielo notturno... Decidete voi da dove vengo.

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    Tutto era cominciato qualche giorno prima, quando si era recato ad Isvàn: da quando erano intercorsi gli eventi di Rockmore, preferiva evitare di farsi vedere in giro da quelle parti, anche se da lontano osservava ciò che avveniva nella cittadina. Prendere provviste non era mai stato un gran problema, ma allo stesso tempo preferiva non saccheggiare né le risorse di quella comunità, né quelle della foresta. Inoltre era da tempo che non riceveva notizie da altre parti di quei luoghi e quell'area era fin troppo frequentata perché potesse accadere ancora qualcosa senza che decine di validi servitori della Dama Azzurra lo venissero a sapere e prendessero i relativi provvedimenti. Inoltre l'Est era un Presidio vasto da esplorare e sorvegliare. Sapeva bene di non essere il solo a doversene occupare, né che fosse tenuto in gran considerazione per quel compito da certo entourage a cui era sostanzialmente estraneo, ma allo stesso tempo era lui a non affidarsi completamente agli altri Cavalieri Celesti, i quali peraltro erano troppo stanziali per muoversi senza ricevere notizie: l'ultima volta, Nicholas e Kizan si erano mossi solo perché aveva messo in giro un bando anonimo riguardo a quelle strane creature a Fanedell...
    Ma quella situazione si presentava decisamente più grave e più brutta: sulla strada per la capitale non passava mai direttamente nei vari villaggi attorno a Fanedell e nella Valle di Chediya, ma ogni volta aveva sempre in vista le varie comunità, cercando nel suo peregrinare qualche segno che potesse preannunciare qualche anomalia nella vita del Presidio. E in quell'occasione avvenne qualcosa che non pensava potesse essere possibile: un intero villaggio semplicemente non era più al suo posto. Sulle prime pensò che si trattasse di uno dei tanti fenomeni del Maelstrom, ma a zona aveva mostrato qualcosa di sospetto, troppo aperta e troppo lontana dai bordi del semipiano o da qualsiasi fonte o catalizzatore abbastanza rilevante da attirare fenomeni del genere. Così era andato a controllare e quello che vide non gli piacque per niente: qualcosa era indubbiamente successo e, anche se non era mai stato un esperto della magia dimensionale, aveva percepito anche troppi fenomeni della tempesta dimensionale per saperne riconoscere al volo le tracce e i residui. Ma in quel caso, i residui sia magici sia fisici erano troppo diversi perché potessero essere la stessa cosa. Qualcosa non andava affatto per il verso giusto.
    Un fortuito incontro con alcuni soldati del Presidio aveva confermato all'ufficiale quello che già temeva e che delle ricerche per scoprire la verità erano già in corso. Si era fatto anche dire le posizioni degli altri villaggi che erano stati coinvolti nello stesso fenomeno, che sembrava essere confinato solo entro i confini della Valle del Canto del Vento, come tutto quel poco altro che si sapeva, o meglio che non si sapeva: nulla. Nemmeno un testimone.
    *Anche peggio delle scomparse misteriose nel Garwec* aveva concluso fra sé.
    Qualsiasi cosa fosse in atto, era suo dovere indagare più a fondo.

    Seguendo quindi l'istinto, i residui esaminati, le informazioni delle guardie incontrate e le proprie percezioni, era infine giunto alle prime luci dell'alba in un remoto villaggio. Aveva inviato un messaggio alla Dama Azzurra, informandola succintamente del fatto che avesse preso atto della situazione e parte attiva alle indagini e aveva anche indicato la sua prossima meta, ovvero il villaggio in cui si era trovato a passare, raccomandando all'Alfiere di inviare rinforzi in quel luogo e soprattutto qualche esperto di magia dimensionale che sapesse occuparsi della situazione meglio di come avrebbe potuto fare lui con i suoi ormai modesti poteri elementali.
    Il vecchio shinobi tuttavia temeva che il messaggio non sarebbe arrivato in tempo e che in ogni caso nessuna squadra avrebbe fatto in tempo ad arrivare al momento opportuno, ma d'altronde neppure ci contava: l'importante era che qualche dimensionalista avesse potuto trovare qualche traccia e trovare quindi il modo di invertire il flusso e tirarli fuori dalla spinosa situazione in cui si stava andando a cacciare. ma anche in quel caso, era pronto anche a fare tutto da solo, come si era praticamente sempre ritrovato a fare: in Endlos in fondo non aveva veri e propri legami, nonostante gli anni che vi aveva ormai trascorso e quindi non si aspettava una vera e propria assistenza, benché il fatto che lo shinobi l'avesse espressamente richiesta alla Dama Azzurra sarebbe parsa quantomeno inusuale alla reggente di quelle terre.
    Avrebbe quasi pensato e gradito un piccolo pasto nella locanda, ma il destino aveva come al solito voluto altrimenti e non gli concesse neanche quel piccolo lusso: poco dopo il suo arrivo infatti, i suoi sensi magici cominciarono a captare segni che avevano inequivocabilmente qualcosa in comune con i flebilissimi residui che aveva scoperto qualche giorno prima e allora portò subito una mano istintivamente al fodero del suo tachi. Percependo che il fenomeno proveniva dall'alto, portò lo sguardo al cielo e nell'istante successivo, le sue percezioni magiche aumentarono notevolmente per numero ed intensità e quello che un povero abitante spaurito annunciò come il ciclone lo paralizzò sul posto. Passarono pochi concitati istanti, nei quali fortissime raffiche di vento e fenomeni magici gli scoprirono il cappuccio e agitarono il suo mantello rosso in una maniera tale che la sua tuta ninja sarebbe stata visibile a tutti gli astanti. Nessuno, probabilmente, avrebbe riconosciuto in lui il Gufo Reale e men che meno Masahiro Echtele.
    L'Esploratore dell'Est non disse nulla e guardò in faccia la tempesta mentre lo sollevava e lo portava sempre più in alto, insieme al resto del villaggio... e ad alcuni elementi che forse proprio del villaggio non erano, ma di cui non riuscì a vedere praticamente nulla in quell'inferno di correnti. L'inferno si stava probabilmente aprendo ancora una volta... e lui stava andando ad esplorarlo.

    Energia Magica residua: 100%
    Stato fisico: illeso
    Stato psicologico: concentrato e pronto a tutto

    Passive in uso:
    CITAZIONE
    Acrobatismo
    La forza di un Ninja non si misura dallo sviluppo dei suoi muscoli, ma dai suoi movimenti.” Seguendo questo insegnamento del suo Maestro, Masahiro si è sottoposto ad un allenamento molto duro e durato svariati anni, che gli ha permesso di mutare parzialmente la propria natura. Il risultato si è concretizzato nella capacità di spiccare salti più alti (5 metri) e più lunghi (5 metri) da fermo rispetto agli altri, di correre sui muri o di stazionarvi per ore senza perdere la presa o stancarsi (previo utilizzo di uno strumento idoneo) (bonus del 25% in Resistenza), di muoversi con le capacità di un felino e soprattutto nella capacità di non subire alcun danno o di attutire le conseguenze di una caduta a seconda dell’altezza, ma ovviamente una caduta da un dirupo sarà fatale come per tutti gli esseri viventi sprovvisti di ali.
    Ciò non vuol dire che Masahiro sappia muoversi più velocemente degli altri, ma semplicemente meglio (contando quindi un bonus del 25% in Agilità).
    Abilità passiva

    CITAZIONE
    Sensi Arcani
    Grazie alla continua pratica dei poteri magici, anche prima di cominciare ad indossare la propria maschera, lo shinobi ha assunto una particolare capacità nota come "Sensi Arcani", graize alla quale chi la possiede è in grado di rilevare qualsiasi altra fonte energetica si trovi nei suoi pressi nel raggio di 15 metri quadrati senza bisogno di concentrarsi per ottenere lo stesso risultato. Inoltre la stessa capacità di percezione si estende a tutti i sensi fisici (i comuni cinque sensi umani), permettendo così al Ninja di non incorrere in inganni dovuti ad illusioni di livello basso o medio.
    Inoltre le sue doti elementali concentrate prevalentemente nel dominio e nella manipolazione del Fuoco gli hanno consentito un’altra caratteristica oculare piuttosto peculiare: vedere attraverso qualsiasi fonte di fuoco, sia essa "naturale" o derivata da una tecnica qualsiasi, anche propria.

    CITAZIONE
    Scudo emotivo
    "Un Ninja è un essere umano, ma la missione può a volte richiedere il contatto con persone o creature in grado di ingannare una persona facendo leva sulle sue emozioni." La difesa, stando agli insegnamenti del suo Maestro, è un costante esercizio nel palesare solo ed esclusivamente le emozioni che la signola persona vuole, senza condizionamenti di sorta da parte degli altri. Questo significa che ogni tentativo da parte di auree di influenzare generalmente la sfera emozionale di una persona non avranno il benché minimo effetto su Masahiro.
     
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    aviatori1pcopia

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    ~ G R I F I S ~
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    grifis1

    Chediya. Era ormai diventata abitudine, quella di Grifis, di visitare alcune località dell'Est come a voler rinsaldare in questo modo i contatti tra le forze politico/militari che stavano ormai saldandosi tra gli Aviatori e i Cavalieri Celesti. Così anche in quel gioco del destino il Bianco Aviatore si trovava esattamente nel l'occhio di quel che sarebbe divenuto, poco dopo, un ciclone. Se ne stava infatti seduto comodamente ad un tavolo, sorseggiando una birra chiara che, pur non essendo paragonabile alle bevande elfiche di Fanedell, aveva un sapore squisito e gradevole. Distrattamente poggiò gli occhi sul circondario, così non si accorse, non subito, della presenza sia di Gajeel -che aveva affrontato e vinto in un precedente scontro a Daleli-, sia di Masahiro che tuttavia, essendo incappucciato, non era comunque riconoscibile.

    Se ne stava dunque assorto, il Falco. Ammantanto della sua corazza argentea, abbasava il capo sul tavolo guardando il legno da cui era intagliato, cosicché la chioma biondo-cenere cadeva declicatamente sullo stesso. La fidata nodachi, bendetta agli Spiriti Silvani, risiedeva al suo fianco saldamente legata al suo corpo da lacci di cuoio, oltre che infonderata. Al contrario, una sacca interna della corazza conteneva la Bussola d'oro, regalatogli dalla Dama del Vento Drusilia in occasione della sua promozione a Sergente del ramo Verde degli Aviatori. La custodiva gelosamente, essendo questa un prezioso cimelio oltre che un più che utile utensile.

    E chissà se gli sarebbe tornata utile, dal momento che, afferrando il chiacchiericcio d'intorno, gli parve di capire che da tempo quella regione fosse vittima di strani cicloni ed eventi atmosferici innaturali. Tuttavia non ritenne la cosa interessante se non quando, dall'esterno, qualcuno gridò al "ciclone". Il Falco non ebbe il tempo materiale per capire che cosa stesse accadendo, visto che l'intera locanda -anzi, tutto il villaggio- fu letteralmente ingoiato dal turbinio feroce del vento: trascinati così, in alto. Forte delle sue ali, Grifis si sarebbe subito disimpegnato per librarsi in volo cercando, per quanto difficile, di assecondare il vento e diminuire la sua furia travolgente. Inoltre, se gli fosse stato concesso, avrebbe cercato di afferrare qualcuno nel turbinio e offrigli un qualche genere di appoggio e/o salvaguardia.
    Era anche questo, in fondo, il suo compito...

    icon10

    Legenda



    Mana totale 100%
    Consumi Nessuno
    Condizione fisica Ottimale

    Equip

    Armatura del Falco

    D'argentee placche è composta l'armatura del Falco Bianco, da tutti riconosciuta come emblema non solo di perfezione e sobrietà ma anche come gioiello artistico. Creata nottetempo da fabbri di un'altro mondo e luogo, e ottenuta da Grifis in modalità ch'egli non rammenta, essa proviene da fucine magiche d'alto ragno, designate per lo più alla creazione di veri capolavori dell'arte della forgiatura e della fabbricazione dei metalli; la porzione del corpo che essa protegge è piuttosto estesa, non disdegnando infatti anche quelle parti che, solitamente, sono lasciate nude ai colpi dei nemici. Il suo design è poi fortemente ispirato alla figura del leggiadro falco, tant'è che tutto il laterale sinistro della stessa ha la particolare foggia di piume o ali, che angoli e smussature sono rappresentati come un candido piumaggio mentre, sul lato sinistro, si apre verso la spalla un'ala elegante.
    Cinture e lacci di cuoio stringono la pettorina saldamente alla vita, mentre un fermaglio dorato raffigurante l'emblema degli Aviatori sigilla sul petto l'adesione alla causa degli stessi.

    [ Equip Armatura ]

    L'intera armatura è poi concepita per non appesantire né porre ostacolo alcuno in chi la indossa. Tant'è vero che, a dispetto del suo apparire, Grifis non ne ha alcun impedimento: la fluidità delle placche metalliche rende possibile ogni gestualità normalmente resa da altre corazze goffa o proibitiva. Per questo motivo, l'armatura sembra molto più simile ad un'abito che ad una corazza, dal momento che questa sembra seguire perfettamente ogni movenza del Falco e non ne appesantisce il fisico.

    [ Passiva Peso Leggero ]

    Al di là della pregevole fattura e delle sue qualità sopra elencate, l'Armatura del Falco nasconde sullo schienale un paio di ali metalliche estraibili ed espandibili, ch'egli può utilizzare a proprio piacimento quando e come più lo desidera. Composte anch'esse di varie placche metalliche mobili, si incastrano perfettamente in un'intricato sistema che permette la rapida espansione o chiusura delle stesse sullo schienale. Inoltre, le rune elfiche incise nel metallo consentono a questa il volo e, per effetto intrinseco, anche a Grifis è dato solcare così il cielo; in termini di gioco, è concesso librarsi in aria in modalità che non hanno restrizione nelle ruolate, o che ne hanno in Quest o scene masterate se non nella volontà del QM, mentre in duello tale potere è limitato ai soli cinque metri d'altezza effettivi dal terreno.

    [ Passiva Volo ]

    Spada degli Spiriti Silvani

    Fidata compagna di mille battaglie, fedelmente al fianco del Falco in ogni sua battaglia, questa spada incantata prende il nome dal bosco di Fanedell e dagli spiriti che la abitano; è proprio qui che Grifis, dopo un lungo pellegrinaggio, ne ha estratto l'elsa da un tronco di quercia reclamandola come propria dopo un lungo tempo d'abbandono e dimenticanza. Il modello di forgiatura è quello di una lama larga avente guardia oblunga e coperta da leggera pelliccia bianca. Il fodero è in pelle scura, decorato con varie croci chiare che, dalla base fino all'apertura, ne fanno risaltare la linea. Alla sommità, infine, vi è un pezzo di corda rosso, probabilmente appartenuto al suo precedente proprietario. Come già detto, l'arma risulta essere piuttosto larga e, a differenza delle altre katane regolari, in mani inesperte risulterebbe difficile da maneggiare. Tale svantaggio è però compensato dal metro e cinquanta di tutta la lama, che le permette di colpire rapidamente più bersagli da distanza notevole.

    [ Equip Arma ]

    Se ciò non fosse sufficiente, all'atto della forgiatura i fabbri elfici infusero l'anima della lama di un cuore magico, ulteriormente rafforzata dai metalli della stirpe di Fanedell, contribuì a rendere la Spada fra le armi più affilate e taglienti che tutta Endlos possa ricordare. In particolare, ogni colpo sferrato dalla stessa possiede la proverbiale capacità di superare eventuali capacità difensive di un'avversario. Vuoi che siano carni di pietra, armature o poteri che semplicemente rendono inefficaci eventuali danni fisici, la Spada si dimostrerà loro superiore. Ciò però non può dirsi, tuttavia, d'eventuali difese erette con uno dispendio di mana, su cui la spada andrà a infrangersi come dovuto (in termini di gioco, l'abilità annulla eventuali passive anti-danno fisico, permettendo alla spada di Grifis il normale danno altrimenti negato; e per lo stesso motivo, essa non ha valenza in caso di difese/abilità a consumo).

    [ Passiva Affilatura Migliorata ]

    Bussola d'Oro, Rosa dei Venti

    Altro non è, come dice il nome, che una piccola bussola d'oro, comoda da indossare con una catena o portarla semplicemente in tasca. Differentemente dalle altre, però, non ha alcun ago magnetico: ha quattro lancette ed un quadrante con simboli strani. La lancetta blu indica la direzione fisica da seguire per raggiungere ciò che si cerca, mentre le rosse indicheranno simboli che suggeriranno il "modo" più consono per raggiungerlo.

    [ Equip Oggetto ]

    In termini di gioco, in duello quest (previo consenso del QM) o scene GDR l'oggetto è considerabile dotato di una passiva di Auspex, suscettibile ad eventuali difese apposite fino a livello medio; potrà indicare senza errore la posizione e le modalità per ottenere quel che il Falco desidera avere più.

    [ Passiva Auspex ]

    Passive

    Silent Hill

    Silenzio.
    E' solo una parola. Silenzio: è tutto ciò che il mondo vuole.
    Le parole sono soltanto una violenza, s'infrangono inutilmente nel vento.
    Lo stuprano, senza ritegno: non fanno che inutile male. Così l'imperativo dell'Elfo si fa più forte, e la sua figura elegane e imperiosa non può che ricondurre ogni cosa allo stato originario: la gioia del silenzio.
    Tace l'uomo spergiuro, quello bugiardo e millantatore, come quello lusinghiero e traditore, che dietro le spalle accusa e dirimpetto tace; e che dire dell'uomo che si fregia di menzognere storie, o di quello che si fa adulatore per profitto proprio, che nasconde il vero a chi gli sta davanti, e ne dipinge ben diverso aspetto?
    A tutti costoro a cui è data bocca solo per darsi vanto, a coloro che parlano pur non avendo nulla da dire, e che spendono numerose parole senza aver espletato concetto alcuno; a tutti costoro è chiaro il monito al silenzio che il Falco porge loro.
    S'immagini una silente collina, dove soltanto s'onde il canto degli usignoli: medesimo scenario andrebbe palesandosi in un luogo ricolmo di futili chiacchiere, o nei riguardi di chi tutto dice e nulla ottempera.
    E' un'aura di riverenza, quella di Grifis, un'energia sottile e flemmatica che lo circonda e che può indurre il prossimo a tenere a freno la lingua su determinati argomenti oppure in specifiche situazioni.
    E' chiaro che il suddetto potere è soggetto all'interpretazione dell'altra persona che ne subisce l'influsso, allorquando si verifichino le condizioni per cui il monito al silenzio del Cavaliere possa ritenersi soddisfatto o soddisfacente.

    [ Passiva Charme ]

    Fearless

    Vi son cose che possono mutare l'animo di un uomo.
    E tutto ciò che non t'uccide, si dice, può solo renderti più forte!
    E' così per Grifis, l'elfo che ha viaggiato al di là e al di quà della tempesta furente conosciuta come Maelstrom. Non sono pochi a naufragare su Endlos, ma quanti possono vantar d'aver compiuto due volte lo stesso, tragico, viaggio: l'andata, il ritorno... la tempesta certo non perdona, e chiede per sé un pedaggio che a volte può costare anche la vita. Per Grifis quel dazio fu invece la paura, la folle consapevolezza che la morte stesse ormai avvinghiando a sé.
    E nessuno sa cos'abbia visto o vissuto nel mondo alternativo, il cui trauma è visibile dal momento che Grifis non ha ricordo di quel suo viaggio, né della permanenza; rammenta solo di avervi trascorso ben cinquant'anni. Nulla più.
    Ma è dopo essere tornato su Endlos che gli effetti di quell'esperienza si son fatti vivi nell'Elfo, al punto ch'esso può non sembra più nemmeno se stesso. Situazione per lui aggravatasi a seguito dell'incontro con l'Idea del Male, alla quale egli cederà di proprio pugno il suo cuore. Sacrificando così le sue emozioni, ne otterrà un cuore freddo, gelido e immutabile; in termini di gioco, Grifis della Tribù dei Minos detiene un naturale resistenza a quei poteri che dell'alternazione dei sentimenti fanno il proprio vanto. Dunque abilità di charme/malia - vedi auree di terrore - fino a un livello medio troveranno nell'integrità psichica del Falco un valido baluardo.

    [ Passiva Resistenza Malie ]

    Etlreth, The White Album

    Quanto avvenne nell'Etlerth rimase sconosciuto ai più, perfino all'unica testimone del cambiamento radicale di Grifis, ovvero Drusilia. Qualsiasi cosa sia avvenuta in quella baita abbandonata nelle infinite distese di ghiaccio, ha radicalmente trasformato l'elfo, a tal punto da farlo entrare in simbiosi con l'ambiente che, con un manto di ghiaccio, accolse il suo spirito e ne sigillò il cuore dagli agenti esterni.
    Ma ancor più tremendo è il potere che si manifesta allorquando il Falco si accinga a combattere, poiché il quel preciso momento tutto il potere delle Eterne Distese di Ghiaccio, risvegliando l'energia ottenuta con un patto segreto, confluirebbe nell'aura emanata da Grifis; nella fattispecie, è tanto pungente e basa la temperatura che questa esercita su un corpo o su una vittima da rallentarne l'organismo, a tal punto che la muscolatura, l'ossigeno e perfino le cognizioni sembrano raggiungere uno stato di quiete. Più precisamente, in termini di gioco la passiva dona al Falco la possibilità - in un'area di sette metri - d'infliggere alla malcapitata vittima un malus passivo che abbassa del 50% i Riflessi, rendendo di fatto le capacità reattive altrui minori rispetto al normale o normali qualora siano già naturalmente sovrasviluppate.

    [ Passiva Malus passivo pari al 50% ai Riflessi ]

    Inoltre, come il freddo ghiaccio perenne delle calotte che mai scongelano, nemmeno se carezzate da un Sole tenue, così la magia del Falco, che di questa desolazione bianca è infusa, richiama a sé l'austerità solenne dei ghiacci che non cedono mai al calore, in nessun periodo dell'anno e che, anzi, mirano solamente a stringere ogni cosa in un'abbraccio freddo e maledetto. Ne è a tal punto imbevuto il suo mana, ch'egli stesso potrebbe definirlo una manifestazione ulteriormente estesa dell'Etlreth: capacità, questa, che permette a Grifis di scagliare incantesimi d'elemento gelo senza abbisognare di frasi, gesti o parole; il pensiero diviene realtà nel momento stesso in cui egli lo desidera.

    [ Passiva Istant Cast ]

    Attive

    ////

    Altro :D



    Edited by flama - 11/5/2012, 23:59
     
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  5. TukTuk
     
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    Erano passati ormai tre mesi da quando Tukariatartuk Dai Cunicoli SemiSepolti aveva lasciato i cunicoli e si era congiunto con l'anima della Masticora. Da quegli stravaganti avvenimenti, aveva cominciato a viaggiare per Endlos, riabituandosi alla luce del sole e all'azzurro del cielo dopo decenni di oscurità dei Cunicoli. La sensazione di vertigine era ormai svanita da un pezzo, ciò nonostante non era ancora abituato a quell'immensità.

    E se lui non era abituato all'esterno, l'esterno non era nemmeno abituato a lui.
    Non era tanto la figura del Boggart a gettare scompiglio, quanto quella della Masticora, lo spirito ancestrale dei Cunicoli che lo accompagnava.
    Agli occhi ciechi di Tuktuk, la Masticora appariva come un enorme e maestosa luce, che con la sua candidezza rischiarava l'oscurità attorno a lei.
    Agli occhi degli altri, la creatura sembrava un leone azzurro con la coda di scorpione e tre bocche.

    Tre bocche che ringhiarono all'unisono, fondendo tre tonalità differenti in una sola.
    Tuktuk, appollaiato sulla sua schiena, gli grattò la criniera irsuta e bionda, con fare fraterno.
    Su, non fare così. Anche il lupo più sanguinario è ben accetto alla tavola degli ipocriti. Vedrai che appena avranno capito che non mordi ci chiederanno di cacciare quello o questo animale feroce. commentò con tono pacato, mentre volgeva il capo a ricambiare gli sguardi degli abitanti del villaggio ove avevano deciso di fermarsi a riposare.

    Il molliccio non era ancora avvezzo della geografia Endolesiana, pertanto non viaggiava con una meta precisa. Lasciava che fosse la Masticora a guidarlo.
    Ogni volta che volgeva lo sguardo verso un paesano, la grossa piramide di pietra che torreggiava sulla sua testa ondeggiava pericolosamente, come se fosse sul punto di cadere ad ogni movimento, ma il bluastro parve non farci caso.

    Gli occhi, pallidi di cecità, scandagliavano le anime dei presenti, che come se fossero delle boe di segnalazione, gli fornivano un idea complessiva di come fosse l'ambiente attorno a lui. Era il suo unico modo di vedere la realtà, attraverso le anime degli altri.

    La presenza della Masticora era come indossare degli occhiali da vista.

    Certo che questi bipedi sono proprio strani. Come farà quel Dai Quali Si Torna ad avere a che fare con loro, mi chiedo. commentò, a tutti e a nessuno.

    In quel momento, qualcuno urlò.

    « IL CICLONE! IL CICLONE! »



    Ciclone? Quale ciclone?
    Le anime attorno allo strano duo distolsero per la prima volta l'attenzione nei loro riguardi, fissando prima chi aveva lanciato l'avvertimento e cominciando a correre da tutte le parti.
    Oh?
    Il Cavalcaspiriti non aveva frequentato molti centri cittadini, pertanto non aveva sentito le voci riguardanti questi cicloni.
    Ma quello che si presentava davanti a lui avrebbe fatto impallidire un cieco.
    Hum. Esempio infelice.

    La Masticora ringhiò con tutte e tre le fauci serrate, piantando gli artigli nel terreno mentre una colonna di vento squarciava il cielo e si abbatteva sul villaggio, sradicando case, persone, alberi...
    OOOOOOOOOOOOHHHH! Urlò il Boggart, mentre una folata di vento lo sollevava dalla sua cavalcatura.
    Il mondo si ribaltò, mentre il bluastro, forte della sua costituzione particolarmente massiccia (pesava infatti quanto una cassetta della frutta vuota) veniva scagliato sempre più su da una forza aliena.
    Per un attimo si domandò se non fosse una cosa normale.
    Aveva studiato il mondo esterno.
    Ci era anche stato, durante la Guerra dei Cunicoli.
    Ma non si poteva certo dire che la sua fosse un esperienza accademica.
    Forse... forse questo era del tutto normale.

    Un paesano gli fluttuò accanto, in lacrime mentre eseguiva una rappresentazione facciale perfetta dell'urlo di Munch.

    Normale un cazzo.

    Un ruggito a tre tonalità lo informò che la Masticora era stata anch'essa catturata dal vento.
    Forse i suoi artigli non erano stati saldi abbastanza, o forse si era lasciata prendere per recuperare il proprio Cavalcaspirito.

    Ovunque fossero diretti, ci sarebbero arrivati assieme.

    Yuktuk disse qualcosa di intelligente e profondo. Uno di quei commenti che, se sentiti, non ci si può che congratulare con chi li ha scritti detti.
    Ma il vento gli rubò anche il fiato, quindi il molliccio decise di restare in silenzio.


    CITAZIONE
    Boggart Tale


    Stato fisico:
    Tutto considerato... normale?
    Stato psichico:
    OOOOOOOOOOOOHHHH!
    Energia: 100%



    Companion:
    None!

    Passive:
    Occhi di un Cavalcaspirito.
    I Cavalcaspirito Boggart sono fin dalla nascita completamente ciechi. Questa è l'unica caratteristica che permette di di riconoscerli fin dal primo giorno dalla nascita, in quanto un Boggart vedente non potrà mai sperare di diventare un Cavalcaspirito.

    Tuttavia, questo handicap viene ampiamente ricompensato con la facoltà di vedere le anime degli altri esseri viventi, che agiscono come impulsi sonar e riflettono il mondo attorno a loro.
    La visuale di un Cavalcaspiriti è molto diversa da quella di una creatura dotata di vista convenzionale.
    I colori, la forma delle cose, le tonalità di luce e oscurità avranno un significato completamente diverso per chi vede il mondo attraverso la propria anima.
    Oltre a questo, questa visuale offre diversi vantaggi, come un utile funzione auspex che permette di rilevare la presenza di un anima nel raggio di 30 metri.
    [Passiva Auspex]

    Attive:[/URL]
    N/A



     
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    I'm no other,
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    Se ne stava seduta su una roccia, trono divenuto ormai abituale durante i suoi viaggi esplorativi, fumando la sua pipa in totale tranquillità. Benché avesse sentito vociare di cicloni improvvisi, atti a distruggere interi villaggi, Coralia rassomigliava allo specchio della tranquillità vera e propria: pipa accesa, mantello sulle spalle - ricomprato in seguito al dono fatto a Shirou -, viso rilassato e cerchi concentrici di fumo bianco che si elevavano al cielo sospinti dal vento dolce della Valle di Chediya.
    La Moira continuava il suo peregrinare per Endlos e badava davvero poco, se non nulla, ai pettegolezzi riguardanti fantomatici scherzi della natura. Era pur vero che non doveva sottovalutare quel mondo ancora semi-sconosciuto, ma la donna, difficile ad impressionarsi, distanziava ogni diceria non stuzzicante ed abbracciava ciò che poteva trastullarla. Al Presidio Est aveva scorto e ammirato da vicino diversi luoghi degni di nota eppure c'era così tanto da vedere che fermarsi non figurava nei suoi programmi, nella sua tabella di marcia rigorosamente dettata dal suo capriccio.
    La roccia era in parte scomoda e lei, per non macchiare il suo soprabito corvino, non pensava minimamente di prendere accomodo sull'erba fresca. Il punto scelto per riposarsi era appena qualche metro distante da una locanda - un posto decisamente più comodo, nevvero? - tuttavia lei non si era inoltrata in essa, convinta di poterlo fare in un secondo momento. Al suo fianco giaceva inerme un vecchio cane a macchie bianche e brune che si era offerto, senza ricevere permesso, di farle compagnia in quella sosta.
    Lei sfumacchiava e lui dormiva come un sasso.
    Coralia, nel guardarlo così vicino alla dipartita, allungò una mano guantata e ne accarezzò la testa; lui, il canide, accettò di buon grado quella carezza, avvicinando - per quel che poteva concedergli l'età - il capo all'arto benevolo.

    « E' dura vivere, ma la tua vita è stata, tutto sommato, serena. »

    Parlava con quel quieto animale, reggendo nella destra la pipa e spostando l'attenzione da esso all'ambiente circostante. Il cielo era sereno, il vento spirava flebile e di cicloni nemmeno l'ombra. Socchiuse gli occhi rossi, beandosi della pausa: espirava fumo e si sentiva appagata. Forse si era concessa un tempo abbastanza lungo, fra una fumata e l'altra, che non si accorse, se non per mezzo dell'urlo di un uomo, dell'arrivo del ciclone; pensò fosse uno scherzo.
    Riaprì gli occhi vermigli, smentendosi da sé: davanti a lei le proporzioni mastodontiche di una tromba d'aria che non dava cenno di voler risparmiare il villaggio e i suoi dintorni limitrofi. Il suo pensiero andò alla povera bestia lì, accanto a lei, pregando si salvasse. Le zampe ormai stanche non gli consentivano di fuggire ed anche se fosse stato giovane e arzillo, Coralia era convinta che né lui né lei sarebbero scampati alla furia della natura.
    Mise via la pipa, si accucciò accanto al senile cane ed attese, stringendo poi al petto, di venire trasportata dal vento. La fortuna volle che l'animale fosse di piccole dimensioni, quindi non fece nessuno sforzo per sollevarlo da terra. Un dettaglio infimo poiché, dal terreno, venne sradicato un intero centro abitato.


    Mana: 100%
    Status Fisico: Illesa
    Status Psicologico: Ottimale
    ----------------------------------------------
    » Abilità Passive «
    Onniscienza dell'Anima~
    Coralia è probabilmente l'unica della sua singolare razza ad aver ereditato la capacità di poter scrutare ritagli di vita di qualsiasi essere catturi la sua attenzione. In particolare, ella è in grado di venir a conoscenza, come facoltà divina di Moira, di spezzoni, episodi, eventi o ancor occasioni che hanno significato qualcosa per l'individuo da lei preso in considerazione. Da ciò si evince la comprensione di alcuni lati del carattere e la netta linea di demarcazione di quello che potrebbe piacere o meno al soggetto, quali siano le sue inclinazioni, a cosa tenga et similia. E' come vedere attraverso uno specchio ma abbastanza sfocato.
    A conti fatti non si tratta che di una lettura parziale, nonché sommaria, del vissuto altrui applicabile solo su persone strettamente vicine (entro i sette metri di raggio) e appresa per mezzo della scheda del personaggio o di relative giocate compiute dallo stesso. Tuttavia è possibile apprendere sempre più da uno stesso individuo in base alle volte che lo si incontra o al tempo trascorso con lui.
    Ha una valenza puramente gdristica.


    Scudo di Corallo~
    Nel suo peregrinare incessante, Coralia ha dedicato gran parte del suo tempo libero allo studio di metodi efficaci che potessero permetterle di non essere vittima di giochi, violazioni e lusinghe di stampo psichico con il fine di danneggiarla. E' così che ha temprato la mente da tempi immemori per evitare di cadere sotto il giuco altrui. Il suo pensiero è protetto da una fitta ramificazione che lei associa al corallo nel suo ambiente naturale; questo le conferisce una difesa da suddetti pericoli fino ad un consumo equivalente a medio.

    Eredità dei Millenni~
    Avendo avuto origine da quella che è la volontà degli uomini, dal loro libero arbitrio, ma mantenendo al contempo quella che è la sua natura divina, Coralia è immune alla dipartita precoce. Il suo corpo è ben più di un semplice mezzo per muoversi: è costituito da desiderio. Quest'ultimo deriva da ogni singolo essere vivente che si oppone al suo Destino e combatte per crearne uno proprio. Finché ci sarà soltanto un solo puntino luminoso che brillerà indipendentemente dalla Luna, lei vivrà e continuerà a vivere, mantenendo anche la sua straordinaria giovinezza. Se il suo corpo dovesse essere distrutto o deturpato in modo violento, la Dama tornerà dopo tre giorni esatti in vita e nel pieno delle forze.
    ----------------------------------------------
    » Oggettistica «
    Ombrello "Bo Bo"
    Dal mistico ed intellettuale nome, Bo Bo è un ombrello particolare che Coralia ha chiamato così a cagione del suo pregio e difetto. E' piuttosto ampio, in grado di coprire efficacemente due persone, anche tre se esili, di color bianco con farfalle scarlatte decorative. Il manico è in legno. A guardarlo bene non si direbbe ma è un accessorio magico e antico: ha il dono di teletrasportare Coralia in punti differenti di uno stesso mondo e di spostarsi da luogo a luogo - come una mongolfiera - senza l'affanno del noleggiar un cavallo o usufruire delle ferrovie. Stupendo, vero? Eppure Bo Bo, dotato di una coscienza propria e di una lingua abbastanza impudente, è un terribile pasticcione. Il suo nome, ricordate? Ecco, è stato chiamato così da Coralia perché esasperata ed in preda ad imprecazioni varie fra cui il mirabolante e più innocuo "Boh", accorciato in Bo, fra tutte (per surclassare sull'associazione, non proprio lusinghiera, di Bo aka Bastone). Il suo difetto consiste nel non essere molto preciso quando si tratta della meta da raggiungere; può sgarrare di pochi metri come di chilometri, di pochi passi o di tre giorni di cammino. Quel che è assicurato è che conduce altrove e sia adoperato come strumento per planare dall'alto in modo dolce ed aggraziato da altezze rilevanti al suolo. Non è una grande consolazione, vero, specialmente se il punto d'atterraggio è una pozza fangosa in mezzo alla campagna del nulla cosmico.
    {Oggetto esclusivamente GdR per gli spostamenti.}


    Pipa
    Pregevole artefatto dotato di ogni gadget tra cui: pigino, scovolino, spillone e naturalmente tabacco - ed altre sostanze di dubbia entità morale. Tipica fattura per le signore che Coralia è dedita usare molto spesso. E' in legno ciliegio laccato corvino con piccolo bracere, cannello allungato di circa 38 centimentri e bocchino in metallo. {Only GdR}

    Ventaglio
    Senza alcun nome altisonante è quel che sembra, in apparenza: un normalissimo ventaglio nero di pizzo e merletti dal tema floreale. Magnifiche rose nere sono il preciso disegno intessuto e la sua funzione è... ma quella di prevenire l'asfissia dal caldo. {Only GdR}
    ----------------------------------------------
    Note: Buon divertimento a tutti :3


    Edited by Coralia - 12/5/2012, 17:16
     
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    Viaggiatore dei Mondi

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    Sete di Magia - II

    SetediMagia2



    Quando raggiunsero una certa altezza dal suolo, una grande luce inghiottì il tutto.
    Pochi istanti dopo cinque "superstiti" si ritrovarono in un altro luogo. In un altro mondo, a dirla tutta.
    Il cielo si presentava leggermente verdognolo e varie isole vi fluttuavano sopra. La flora era strana, diversa da quella di Endlos: il colore della vegetazione era violacea e le pietre avevano lo stesso colore del cielo.
    Una delle isole -la più grande- faceva da sostegno ad una città immensa. Ed è qui che atterrarono dolcemente precipitarono i nostri eroi. Il primo, un ragazzo dai capelli lunghi e neri che gli scendevano lungo la schiena e con indosso molti piercings si ritrovò a due metri da terra in una strada poco affollata in uno dei tanti settori in cui la città si divideva. Inutile dirsi la caduta poco decorosa che farà, dato che aveva la schiena che guardava proprio la strada.
    Poco più avanti, nel medesimo luogo, ecco spuntare un giovane dai capelli biondo cenere a trovarsi disteso per terra. Ancora, arrivarono un uomo completamente vestito di nero e una giovane ragazza cadere da una distanza di ben -pensate!- 20 centimetri. Per sorpresa della ragazza, il cane che stringeva poco prima di venire ingoiata dal bagliore non si trovava più tra le sue braccia.
    Gli abitanti del luogo osservarono stupiti l'accaduto. Chi erano quelle persone? Da dove venivano? Un'anziana signora che gestiva la sua bancarella di frutta a pochi passi dal luogo delle apparizione ne rimase quasi spaventata, temendo un'invasione.
    Ultimo ad arrivare, ma non meno importante, fu una strana creaturina -un Boggart- e il suo caro e bello leoncino blu. Il Boggart precipitò proprio sopra la bancarella, lanciando frutta ovunque. La masticora evitò quest'ultima per un soffio.
    Ora sì che la vecchietta era davvero terrorizzata.
    Lanciò un grido con tutto il fiato che aveva in corpo.
    « Guardie! Guardie! »
    Una guardia, che si trovava dietro l'angolo arrivò di corsa.
    « Arrestate quei mostri e i suoi alleati! » ululò la vecchia.
    Quando la guardia vide le due creature blu fece un passo indietro, prese il fischietto che teneva appeso al collo e lo fischiò. Qualche istante dopo arrivarono altre guardie dalle altre vie, armate di lance fatte di uno strano materiale. La prima guardia fece cenno ai civili di levare le tende e senza alcun indugio, obbedirono. Quelli che non risposero al cenno erano sicuramente i forestieri. Chiunque entrasse in città o vi abitava conosceva quel cenno.
    Quattro guardie per lato sbarravano completamente la strada ai tre ragazzi, alla ragazza e al molliccio blu con la sua masticora, mentre agli altri due lati c'erano solo i muri delle case che incorniciavano le vie. Abbassarono le lance.
    « Ora voi ci seguite senza fare storie, intesi? » abbaiò la prima guardia da sotto l'elmo.
    I nostri eroi dovevano fare qualcosa. Seguire le guardie o tentare la fuga?
    Se avessero provato il combattimento però, si sarebbero accorti presto che qualcosa non andava.




    Angolo QM

    Eccoci con il secondo atto ^^

    Se qualcuno vuole provare ad attaccare le guardie faccia pure.
    ATTENZIONE però! In questo mondo la vostra magia non funziona :guru: Pertanto qualunque tech -anche passive- che comprenda una qualche sorta di magia non sono utilizzabili al momento :guru: Infine, se provaste ad usare una tech che comprenda quest'ultima sappiate che non perderete Energia.

    Comunque vi consiglio di non sprecare Energia qui ma conservarla per quando le cose si faranno più movimentate ;)

    Turnazioni libere.

    Avete tempo fino al 18 Maggio.
     
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  8. _MajinZ_
     
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    Gajeel non aveva nessuna voglia di farsi sconfiggere da quel ciclone, motivo per cui continuava a muoversi come un forsennato cercando di nuotare in quella corrente d’aria per tornate a terra, ma ogni sforzo non portava a nulla. Non c’era modo di sfuggire da quella forza della natura, quelle correnti d’aria rendevano vano ogni sforzo di sovvertire il destino, cosicché neanche le forti bracciate del ragazzo lo aiutarono a impedire di venir risucchiato. E mentre il suolo si allontanava sempre di più, anche ogni possibilità di fuga si faceva sempre più piccola. Poi ci fu quella luce che avvolse ogni cosa, come a decretare la fine di ogni sofferenza, ma il giovane si sbagliava di grosso.
    Quando riaprì gli occhi, infatti, uno strano cielo si mostrò al suo sguardo cremisi. Era verde, completamente diverso dal cielo Endlossiano e allo stesso modo erano differenti le piane, violacee abbinate a dei sassi che aveva il colore di un normale cielo. Doveva trattarsi sicuramente di un sogno, non potevano esserci altre alternative vista la stranezza di quel luogo. Inoltre quelle isole erano molto diverse e più numerose di quelle presenti nel suo mondo... Era per forza un sogno. Anche se dopo poco, la realtà dei fatti gli fece capire che quello non era proprio un sogno. Il ciclone gli aveva fatto proprio un brutto scherzo e se ne rese conto nel momento in cui si trovò a precipitare. In un attimo il suo fondoschiena entrò in contatto con qualcosa di solido e molto reale, ovvero il pavimento lastricato di una strada. Rischiò anche di investire un povero passante innocente.
    Ahia il mio c-... Uhm?
    Stava per imprecare quando una volta cessato il dolore, il Drago si guardò intorno, notando qualcosa di abbastanza curioso. Infatti non era il solo ad essere spalmato sulla strada, poteva essere, anzi era sicuramente così, che quel ciclone non avesse fatto solo a lui un brutto scherzo, poco no. Un suono più forte degli altri fece voltare il giovane, il quale si grattava la testa sempre più confuso da quella situazione. Comunque l’ultimo tizio a precipitare dal nulla pensò bene di scegliere una bancarella e sfondarla con il suo peso, mentre una sorta di gattone dalle triple fauci lo seguì a ruota. Ovviamente la vecchietta non la prese bene e iniziò ad urlare cercando di attirare l’attenzione delle guardie che non ci misero poco ad arrivare. La situazione si stava complicando e la cosa piaceva parecchio al moro. Trovarsi nel bel mezzo di una rissa gli piaceva proprio, così decise di tirarsi su e ghignando di sfida si massaggiò il sedere ancora dolorante per poi scrocchiare ogni dito della mano. Si stava proprio gasando. Anche perché a seguito del fischiare della prima guardia, ne spuntarono quattro da un lato e quattro dall’altro, chiudendo così ogni via di fuga. E la cosa si faceva sempre più interessante.
    Non sia mai che Gajeel Redfox si faccia catturare senza combattere!
    Sicuro delle sue capacità, il Drago si voltò verso le guardie alle sue spalle e allungò un braccio verso l’esterno, concentrandosi per trasformare il suo arto in una mazza. Però non successe nulla di tutto ciò e quando osservò il suo braccio, beh, era normale. Dire che ci rimase male era poco, la sua magia che da sempre aveva funzionato aveva fatto cilecca. Ci riprovò altre due volte, ma il suo braccio rimase sempre identico con i suoi piercing e il guanti borchiati. Alla fine dei tentativi, il ragazzo fece un’espressione riassumibile da questa unione di simboli chiamata faccina “D:”. Quale sventura! Quale sacrilegio era mai questo! La magia dei Dragon Slayer che andava a farsi benedire era qualcosa che Gajeel non poteva proprio sopportare. Cadde in ginocchio sempre mantenendo quella faccia e se le guardie volevano portarlo via potevano anche farlo. Era inerme.
    La mia magia...
    Era un trauma troppo duro da sopportare quello, non avrebbe retto ancora per molto in quello stato, povero piccolo Gajeel. Non avrebbe opposto resistenza alle guardie, ancora terrorizzato per quel che era appena successo non aveva la forza ne la volontà di fare qualcosa. Di certo quello non era un comportamento da lui, ma come avreste fatto voi a sopportare un colpo così duro? Era da sempre legato alla sua magia, era l’unico ricordo che aveva del Drago che l’aveva cresciuto e ora non funzionava più. Era una vera e propria sventura. Ah ma sicuramente si sarebbe ripreso, non subito perché era una ferita ancora fresca, ma non appena avrebbe capito di essere finito in gabbia, beh, si sarebbe arrabbiato abbastanza. La magia non era la sua unica qualità, per fortuna.



    CITAZIONE
    Stato mentale: Nuuuu la mia magiaaaa... ;O;
    Stato fisico: Ottimale
    Energia: 100%

    Abilità Passive:
    .Sento la tua puzza!
    [Olfatto supersviluppato - 30 metri]

    .Sono forte come un drago!
    [Power Up Forza 50%]

    .Il Ferro fa bene!
    [Passiva - Only GdR]

    Tecniche utilizzate:
    \\

     
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    Mago guerriero, amante dei gufi e signore della piromanzia.

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    Alcuni dicono dal cimitero, altri dal cielo notturno... Decidete voi da dove vengo.

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    Il ciclone all'inizio sembrava in tutto e per tutto un normale evento atmosferico di dimensioni devastanti, come poche persone si auguravano di trovare nella loro vita e molte di più neppure si auguravano di vedere. E lui c'era finito deliberatamente in mezzo, dopo averlo efficacemenete rintracciato e trovato nel momento della sua manifestazione. Normalmente non avrebbe mai avuto la malaugurata idea di esporsi ad un fenomeno troppo pericoloso e di cui non gli interessava granché sapere qualcosa, ma le troppe strane coincidenze lo avevano spinto ad un atto suicida. La tempesta durò anche più di quanto si aspettasse e il potere del vento era davvero invincibile: anche se avesse avuto delle ali, non sarebbe mai riuscito a sfuggire alla violenta forza centripeta di quel turbine e forse, solo se avesse avuto abbastanza forza elementale grezza da concentrare e sfoderare avrebbe potuto cercare di imbrigliare e poi annullare quella forza... uno sforzo che però lo avrebbe lasciato a dir poco sfinito e anche inutile: se solo ci avesse provato, all'altezza cui era arrivato non sarebbe sopravvissuto neanche sfruttando adeguatamente il suo mantello e tutte le capacità acrobatiche che aveva assimilato nel corso dei suoi anni. Non restava, purtroppo, che attendere che qualcosa avvenisse.
    E alla fine, la sua pazienza venne premiata, perché all'improvviso una luce talmente intensa da essere accecante lo avvolse con tutto e tutti quelli che lo circondavano e che erano stati sottratti al suolo di Endlos. E anche i suoi sensi magici finirono obnubilati, senza riuscire a distinguere il tipo di forza magica che stava operando in quel momento.

    Quando la luce svanì, tanto rapidamente quanto era sopraggiunta, si ritrovò a piantare i piedi e a piegare e rialzare le gambe dopo un piccolo balzo, come se avesse appena disceso a piedi uniti un paio di gradini di una scalinata in grande stile.
    L'ambiente in cui si ritrovò gli risultò fatalmente alieno: il cielo infatti non era più una massa limpida azzurra, bensì di un'inusuale tonalità di verde che però contraddistingueva anche il selciato su cui era atterrato. Inoltre la vegetazione era di un innaturale colore violaceo, che gli risultò istintivamente tutt'altro che attraente. E quel che era più strano, era che sembrava trovarsi in mezzo ad insieme di isole fluttuanti! Se non fossero state in un gran numero, avrebbe anche potuto credere di stare vedendo da ubriaco un po' troppi Presidi Erranti, ma ormai l'alcol non lo toccava da dopo la sua resurrezione e in ogni caso non era mai riuscito ad ubriacarsi per davvero nella sua vita.
    Vicino a lui era atterrata una ragazza allo stesso modo, mentre più in avanti erano distesi un altro tipo contornato da un gran numero di piercing e Grifis, disteso al suolo. Quando lo vide, lo shinobi si avvicinò a lui e gli tese la mano, dicendogli in elfico: "Le nostre strade si incrociano di nuovo, pare." Quindi lo avrebbe aiutato a rialzarsi.
    Poco dopo piombarono dal cielo altri due esseri, per la precisione due mostri: uno era una sorta di leone blu con tre fauci piuttosto inquietanti, mentre l'altro sembrava una creatura più innocua, ma dall'aspetto molto particolare. Un'accoppiata davvero bizzarra e che difficilmente avrebbe suscitato a simpatia a prima vista, specie nelle persone più impressionabili... soprattutto la vecchia che si trovava dietro alla bancarella di quella che rischiava di essere frutta, distrutta dalla caduta della creatura più grossa. L'evento comprensibilmente portò la vecchia a chiamare le guardie e le procedure di sgombero furono rapide ed efficienti: in pochi attimi, la popolazione civile si allontanò dalle strade e venne sostituita dai rinforzi. Le guardie non tardarono ad arrivare e a circondare tutti coloro che erano finiti in quello strano posto.
    Uno del gruppo ebbe l'ardire di pronunciare nome e cognome e di enunciare a chiare lettere che avrebbe combattuto, ma poi, al momento di combinare qualche errore irrimediabile... semplicemente fece cilecca e non avvenne proprio nulla. Allora lo shinobi, che nel frattempo si era di nuovo calato il cappuccio sul viso e avvolto per bene nel suo mantello, mormorò un'altra volta in elfico: "Salviamo l'onore delle armi: ne sappiamo ancora troppo poco. Calmiamo tutti, nostre teste cale comprese."
    L'ultimo accenno era chiaramente riferito a quel Gajeel Redfox, che nel frattempo era rimasto sconvolto dal suo stesso fallimento e si era ammansito improvvisamente... anche se non si poteva mai dire quando si sarebbe psicologicamente ripreso, ammesso e non concesso che avesse un equilibrio sufficiente a non cacciare tutti nei guai.
    Di sua iniziativa, quindi, il ninja si portò a metà fra le guardie e l'eterogeno gruppo endlosiano, se così si poteva definire e con tono pacato, ma fermo, cercò una posizione diplomatica, parlando nella stessa lingua della guardia: "Per favore, signori, cerchiamo di stare calmi. Non credo di poter parlare per tutti, ma non abbiamo intenzioni ostili: non sappiamo praticamente dove siamo finiti, né tantomeno come, quindi credo che sarebbe meglio tenere le armi nei foderi e andare a parlare in un luogo dove daremo meno... scalpore, se così si può dire."
    Sperò quindi che gli animi si placassero e soprattutto che gli altri non facessero ninte di stupido. In quel frangente, la collaborzione e le capacità carismatiche di Grifis sarebbero risultate molto comode... sperando che non risultasse così eccessivaemnte autoritario da apparire troppo audace con delle guardie su cui, in fondo, non aveva alcuna autorità.

    Energia Magica residua: 100%
    Stato fisico: illeso
    Stato psicologico: apparentemente calmo all'esterno (grazie anche allo Scudo Emotivo), ma in realtà teso e pronto a qualsiasi scenario... soprattutto il peggiore.

    Passive in uso:
    CITAZIONE
    Acrobatismo
    La forza di un Ninja non si misura dallo sviluppo dei suoi muscoli, ma dai suoi movimenti.” Seguendo questo insegnamento del suo Maestro, Masahiro si è sottoposto ad un allenamento molto duro e durato svariati anni, che gli ha permesso di mutare parzialmente la propria natura. Il risultato si è concretizzato nella capacità di spiccare salti più alti (5 metri) e più lunghi (5 metri) da fermo rispetto agli altri, di correre sui muri o di stazionarvi per ore senza perdere la presa o stancarsi (previo utilizzo di uno strumento idoneo) (bonus del 25% in Resistenza), di muoversi con le capacità di un felino e soprattutto nella capacità di non subire alcun danno o di attutire le conseguenze di una caduta a seconda dell’altezza, ma ovviamente una caduta da un dirupo sarà fatale come per tutti gli esseri viventi sprovvisti di ali.
    Ciò non vuol dire che Masahiro sappia muoversi più velocemente degli altri, ma semplicemente meglio (contando quindi un bonus del 25% in Agilità).
    Abilità passiva

    CITAZIONE
    Sensi Arcani
    Grazie alla continua pratica dei poteri magici, anche prima di cominciare ad indossare la propria maschera, lo shinobi ha assunto una particolare capacità nota come "Sensi Arcani", graize alla quale chi la possiede è in grado di rilevare qualsiasi altra fonte energetica si trovi nei suoi pressi nel raggio di 15 metri quadrati senza bisogno di concentrarsi per ottenere lo stesso risultato. Inoltre la stessa capacità di percezione si estende a tutti i sensi fisici (i comuni cinque sensi umani), permettendo così al Ninja di non incorrere in inganni dovuti ad illusioni di livello basso o medio.
    Inoltre le sue doti elementali concentrate prevalentemente nel dominio e nella manipolazione del Fuoco gli hanno consentito un’altra caratteristica oculare piuttosto peculiare: vedere attraverso qualsiasi fonte di fuoco, sia essa "naturale" o derivata da una tecnica qualsiasi, anche propria.

    CITAZIONE
    Scudo emotivo
    "Un Ninja è un essere umano, ma la missione può a volte richiedere il contatto con persone o creature in grado di ingannare una persona facendo leva sulle sue emozioni." La difesa, stando agli insegnamenti del suo Maestro, è un costante esercizio nel palesare solo ed esclusivamente le emozioni che la signola persona vuole, senza condizionamenti di sorta da parte degli altri. Questo significa che ogni tentativo da parte di auree di influenzare generalmente la sfera emozionale di una persona non avranno il benché minimo effetto su Masahiro.
     
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    ~ G R I F I S ~
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    A nulla valsero le ali del Falco, che catapultato in un turbinio possente, si ritrovò completamente alla mercé dei venti. La luce lo travolse, costringendolo quasi a interrompere il battito del piumaggio metallico per coprirsi gli occhi; e nell'inutilità di quel gesto, il freddo contatto del terreno lo destò dal torpore. Si ritrovò così disteso, senza capire il perché, in un luogo che non conosceva... Avrebbe mai avuto fine quella sua maledizione? Perché ogni volta veniva strappato dalla sua terra? Fortuna che una mano amica giunse a dargli man forte: Masahiro, l'elfico shinobi dell'Est, lo aiutò a rialzarsi salutandolo. Grifis ovviamente ricambiò. Il tutto era accaduto sotto gli occhi attoniti e sgomenti degli abitanti del posto, che dapprima furono solo timorosi ma dopo, all'apparizione di un Boggart e del suo leone -o così sembrava. Quella goccia fece traboccare il vaso che esplose nelle paure dei presenti, i quali subito iniziarono a chiamare a loro le guardie. La prima di queste, udito il gran vociare, si fece verso di loro armata di fischietto.

    Aspettate, calmat...

    Il suono acuto era inequivocabile: l'allarme era stato dato, altre guardie raggiunsero il Falco e gli altri armati con equipaggiamenti mai visti su Endlos.
    Quando furono raggiunti e circondati, venne intimato loro d'arrendersi e Grifis, notando dall'espressione di Gajeel di non poter usare la magia, scelse, come aveva suggerito anche Masahiro, di stare calmi.

    Concordo. Non sprechiamo energie e tempo, ed evitiamo qualsivoglia problema con le autorità locali.

    Concluse, accogliendo al volo la proposta dello shinobi e rimanendo quieto a guardare l'evolversi del tutto.
    Pronto, tuttavia, a sguainare la spada.

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    Legenda



    Mana totale 100%
    Consumi Nessuno
    Condizione fisica Ottimale

    Equip

    Armatura del Falco
    già citata
    [ Equip Armatura ]

    già citata
    [ Passiva Peso Leggero ]

    già citata
    [ Passiva Volo ]

    Spada degli Spiriti Silvani

    già citata
    [ Equip Arma ]

    già citata
    [ Passiva Affilatura Migliorata ]

    Bussola d'Oro, Rosa dei Venti

    già citata
    [ Equip Oggetto ]

    già citata
    [ Passiva Auspex ]

    Passive

    Silent Hill

    già citata
    [ Passiva Charme ]

    Fearless

    già citata
    [ Passiva Resistenza Malie ]

    Etlreth, The White Album

    già citata
    [ Passiva Malus passivo pari al 50% ai Riflessi ]

    già citata
    [ Passiva Istant Cast ]

    Attive

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  11. TukTuk
     
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    Le scosse del vortice erano così forti che il bluastro dovette reggere con entrambe le mani ossute la piramide di pietra che teneva come copricapo, così che la furia degli elementi non ne strappasse i filacci di cuoio che la teneva al suo posto.
    Gli occhi ciechi del Boggart guizzarono ovunque, distinguendo diverse anime attorno a lui. Evidentemente non era l'unico ad aver vinto un volo gratuito verso il paradiso.

    La Masticora risplendeva fra tutte le anime presenti, infondendo coraggio al piccolo Cavalcaspirito.
    Agitarsi, lo capì in fretta, era perfettamente inutile. Qualcosa al di la della sua portata stava decidendo che il Boggart doveva volare verso le nuvole, e chi era lui per impedirlo?

    Poi la luce, una luce così abbagliante che perfino il Boggart la percepì.
    Poi il buio, e la sensazione di vuoto sotto di se.
    Le forze del vento avevano smesso di sostenerlo, a quanto pareva: gli aspettava un gran bel volo.
    Tuktuk concentrò tutte le sue energie per cercare qualche anima nei paraggi che avesse voglia di salvarlo, così, per sport.

    Non avvertì nulla, se non la sensazione di essere caduto sopra qualcosa di molle e... profumato?
    Sembrava frutta.

    Per i Cunicoli, cosa cazzo...

    Molte cose non stavano andando come dovevano.
    Punto primo: era caduto sopra della frutta. E quello non era un male in fondo. Si era aspettato una caduta chilometrica per fare una bella marmellata di Boggart alla fine, mentre invece si era trovato a fare una macedonia senza molti danni apparenti.
    Il problema forse era che c'era entrato di testa, finendo praticamente incastrato con metà busto che penzolava in verticale.
    Ma non bisogna chiedere troppo agli spiriti no? Bisognava essere grati di ciò che si otteneva, tant'è che addentò subito una mela (era davvero poi una mela?) e se la ficcò in bocca, intera.
    Punto secondo: qualcosa urlò.
    Dalla voce pareva una donna, probabilmente umana.
    Sinceramente, lui le donne umane isteriche non poteva sopportarle.
    Perfino la più starnazzante delle anatre smette di guaire, quando vede il forno. C'è bisogno di fare tutto questo chiasso? imprecò, facendo leva sulle vecchie braccia e riuscendo finalmente a sfilarsi da quella trappola di frutta e legno.

    Punto terzo, era cieco. Più cieco del normale, a dire la verità. Non riusciva più a percepire le anime attorno a lui, pertanto non poteva capire chi ci fosse attorno a lui e attraverso le vibrazioni di queste, carpire al buio le forme degli oggetti che lo circondavano.
    Una smorfia irritata si dipinse sul volto del molliccio.

    Guardie! Guardie! Zittite quell'anatra! Come disse l'antilope al serpente a sonagli: se devi fare qualcosa falla e basta, senza rompermi i timpani!

    Difficilmente questo avrebbe migliorato la situazione, però cercate di capirlo. Tuktuk era un vecchio privato della vista, e pertanto del piacere di tutti i vecchi: osservare gli scavi dei lavori in corso. Pertanto, era alquanto incazzato.

    Sapeva che questo non poteva essere un problema fisiologico. Non aveva semplicemente “perso la vista”. Aveva perso il contatto con le anime che lo circondavano.
    Non per questo, tuttavia, era indifeso.

    Quando le guardie non seguirono il suo consiglio e, anzi, decisero di rivoltarsi contro il povero Tuktuk, questi semplicemente si risedette sul banchetto della frutta, prese una di quelle che credeva essere una mela e la gettò nel punto davanti a lui da cui sentiva provenire ben tre ringhi diversi.

    Uno dei tre ringhi smise a favore di un rumore di masticazione, mentre gli altri due continuarono nel loro intento.
    Quando quella guardia “abbaiò” contro il gruppo di naufraghi, la Masticora rispose con un vero ruggito a tre volumi.

    Calma amica mia... questa potrebbe essere una situazione alquanto interessante. commentò il Boggart, lanciando un altra mela verso la compagna.
    Questa parve rabbonirsi (i ringhi si ridussero di uno) e si accucciò sul posto, sgranocchiando il proprio bottino.
    Tuktuk si diresse infine verso di lei, salendogli in groppa e carezzandole la criniera color del grano.
    Un altra voce si aggiunse al coro, questa volta sembrava appartenere a una delle anime che aveva percepito prima che i suoi sensi venissero oscurati.

    Buon uomo, penso di parlare a nome mio e della mia compagna, quando dico le sue parole rispecchiano i nostri sentimenti come lo stagno rispecchia le foglie di palude. Ma se qualcuno avesse la bontà di spiegare ad un povero cieco come mai viene trattato così, come se fosse un Ratto e non il Boggart che è, questi forse potrebbe essere più convinto nel non lasciare che la sua compagna si faccia giustizia da sola. commentò, raddrizzandosi la piramide di pietra sopra il cranio. La Masticora abbaiò, come a voler sottolineare tale argomentazione, prima di rizzarsi sulle quattro zampe, Boggart in spalla, per seguire in caso quelle guardie che tanto pretendevano da loro.

    In ogni caso, la sua coda da scorpione fendette l'aria, come a voler sottolineare la sua pericolosità.

    CITAZIONE
    Boggart Tale


    Stato fisico:
    Ha perso la "vista".
    Stato psichico:
    Mele! Buone! Fanno un ottimo contorno con la carne di guardia
    Energia: 100%



    Companion:
    Masticora
    Secondo la tradizione Boggart, le Masticore erano delle creature ancestrali che, durante una guerra prima del tempo, scavarono i Cunicoli per mettere al riparo le popolazioni dall'attacco dei Demoni Macchine.
    Da quando i Boggart hanno preso possesso di queste antiche gallerie, i cavalcaspirito di ogni generazione tentano di mettersi in contatto con gli spiriti delle Masticore.
    Le apparizioni materiali di questi spiriti sono rare e spesso provocate dall'assunzione di droghe o alcol.

    Tuktuk è uno dei pochi cavalcaspirito fortunati ad essere stato convocato da una Masticora e di averne evocato lo spirito in forma materiale. Da allora la accompagna nel suo viaggio attraverso Endlos.

    La Masticora apparsa a Tuktuk è il grande Leone Celeste dalle tre Fauci.
    Come il nome suggerisce, la Masticora ha la forma di un leone blu di modeste dimensioni, dalla criniera bionda come il grano e dalle tre fauci.
    La creatura è dotata di artigli particolarmente affilati, si dice infatti che con quegli stessi artigli fossero stati scavati i Cunicoli stessi.
    La coda della masticora la differenzia nettamente da qualsiasi felino cui potrebbe vagamente somigliare. Invece del pelo azzurro, la coda si indurisce fino a ricoprirsi di un vero e proprio carapace, duro come il metallo. Lunga un metro, termina in una punta che rassomiglia in modo inquietante alla coda di uno scorpione.


    Passive:
    Occhi di un Cavalcaspirito.
    I Cavalcaspirito Boggart sono fin dalla nascita completamente ciechi. Questa è l'unica caratteristica che permette di di riconoscerli fin dal primo giorno dalla nascita, in quanto un Boggart vedente non potrà mai sperare di diventare un Cavalcaspirito.

    Tuttavia, questo handicap viene ampiamente ricompensato con la facoltà di vedere le anime degli altri esseri viventi, che agiscono come impulsi sonar e riflettono il mondo attorno a loro.
    La visuale di un Cavalcaspiriti è molto diversa da quella di una creatura dotata di vista convenzionale.
    I colori, la forma delle cose, le tonalità di luce e oscurità avranno un significato completamente diverso per chi vede il mondo attraverso la propria anima.
    Oltre a questo, questa visuale offre diversi vantaggi, come un utile funzione auspex che permette di rilevare la presenza di un anima nel raggio di 30 metri.

    [Passiva Auspex]


    Attive:
    N/A
    Note:
    Ho disattivato la passiva di auspex (unica vista di Tuktuk) in quanto direttamente legata alla sua magia. E' una scelta puramente interpretativa, in ogni caso Tuktuk in questo modo non si rende conto di aver cambiato mondo.


     
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    Avrebbe evocato molto volentieri il suo ombrello per aiutarla ad affrontare quel turbinare d'aria incessante quando Coralia, con il cane ancora in braccio, fu resa cieca per alcuni frangenti che le parvero interminali. Gli occhi restavano serrati per paura che la luce intensa la rendesse davvero cieca come quando, inavvertitamente, la luce del Sole ti coglieva all'improvviso e da troppo vicino, bruciando la retina e cedendo alle tenebre.
    Chi l'avrebbe mai detto che un ciclone dovesse proprio prelevare la sua persona - e quella di uno sventurato cane - in un tranquillo viaggio effettuato nei territori dell'Est? Questa era chiaramente sfortuna, pensò la corvina, mentre borbottava e non si dava pace nell'essere stata vittima di una tale catastrofe naturale. Tutti i propositi di un pellegrinaggio se ne andarono a farsi benedire, e con loro furono abbandonate le buone maniere e le parole assennate: una donna che imprecava nel vortice era uno spettacolo assai raro.
    Per fortuna quella condizione spiacevole durò poco, e i piedi della Moira toccarono il suolo da un'altezza irrilevante paragonabile a quella di un passo che si credeva compiere nel buio ma che, al contrario, nascondeva solita terra. Fra lo stupore generale, gli occhi andarono subito al petto e alle braccia: vuote. Dov'era finito quell'animale? Il pensiero di averlo perduto o lasciato scivolare dalla sua dolce morsa le attanagliò le viscere brutalmente; guardandosi attorno, però, avrebbe scoperto come di tutta la gente coinvolta fossero rimasti in cinque. Sei, si corresse, nel notare lo spiacevole atterraggio di uno strano esserino dal copricapo piramidale e di quello che doveva essere il suo compagno animale: una masticora.
    Coralia si rese conto di non essere più su Endlos alzando il bel viso al cielo: questo era verde. E come se non bastasse la vegetazione viola! E i sassi azzurri. Uno strano accostamento cromatico, perdinci. Osservò il posto che l'aveva accolta, individuando oltre ai superstiti del viaggio anche una vecchia fruttivendola che urlava. Difatti, prima ancora di potersi abituare alla vista di quel mondo alquanto particolare, le sue orecchie erano state stuprate dalle grida della donna che aveva richiamato le guardie alla vista del piccolo essere e del suo famiglio, finito sopra la sua bancarella. Bancarella distrutta, il che era sufficiente a farla starnazzare, come diceva il Boggart, alla stregua di un'oca a cui avevano tolto delle piume.

    « Mi aggrego al pensiero di questo giovane. »

    Fu la sua risposta celere.
    Un manipolo di guardie era giunto e uno dei superstiti assieme a lei aveva preso parola, scansando equivoci sulle loro intenzioni presenti e future. Non le rimaneva che aggiungersi a loro, Endlosiani come lei, alzando le mani per chiarire di essere disarmata e che non avrebbe sfoderato la sua arma più letale. Quale? Ma il suo ombrello. Provate ad evocare un gingillo del genere, se mai avesse funzionato il suo richiamo poiché uno del gruppo asseriva di non poter utilizzare la sua magia, ad elargire improperi poco lusinghieri.
    Comunque, si accertò, la magia proprio non voleva saperne di fungere. Il suo specchio mentale non accennava a mostrarle nulla ed era la prima volta che non si mostrava il passato alla Moira. Era un sogno, dunque? Oh no che non lo era: il calore di quel piccolo cane le era rimasto al petto. Soltanto dopo aver preso parte a quell'ammissione di non belligeranza svanì, lasciandola incredibilmente preoccupata per la sua sorte.


    Mana: 100%
    Status Fisico: Illesa
    Status Psicologico: Ottimale
    ----------------------------------------------
    » Abilità Passive «
    Onniscienza dell'Anima~
    Coralia è probabilmente l'unica della sua singolare razza ad aver ereditato la capacità di poter scrutare ritagli di vita di qualsiasi essere catturi la sua attenzione. In particolare, ella è in grado di venir a conoscenza, come facoltà divina di Moira, di spezzoni, episodi, eventi o ancor occasioni che hanno significato qualcosa per l'individuo da lei preso in considerazione. Da ciò si evince la comprensione di alcuni lati del carattere e la netta linea di demarcazione di quello che potrebbe piacere o meno al soggetto, quali siano le sue inclinazioni, a cosa tenga et similia. E' come vedere attraverso uno specchio ma abbastanza sfocato.
    A conti fatti non si tratta che di una lettura parziale, nonché sommaria, del vissuto altrui applicabile solo su persone strettamente vicine (entro i sette metri di raggio) e appresa per mezzo della scheda del personaggio o di relative giocate compiute dallo stesso. Tuttavia è possibile apprendere sempre più da uno stesso individuo in base alle volte che lo si incontra o al tempo trascorso con lui.
    Ha una valenza puramente gdristica.


    Scudo di Corallo~
    Nel suo peregrinare incessante, Coralia ha dedicato gran parte del suo tempo libero allo studio di metodi efficaci che potessero permetterle di non essere vittima di giochi, violazioni e lusinghe di stampo psichico con il fine di danneggiarla. E' così che ha temprato la mente da tempi immemori per evitare di cadere sotto il giuco altrui. Il suo pensiero è protetto da una fitta ramificazione che lei associa al corallo nel suo ambiente naturale; questo le conferisce una difesa da suddetti pericoli fino ad un consumo equivalente a medio.

    Eredità dei Millenni~
    Avendo avuto origine da quella che è la volontà degli uomini, dal loro libero arbitrio, ma mantenendo al contempo quella che è la sua natura divina, Coralia è immune alla dipartita precoce. Il suo corpo è ben più di un semplice mezzo per muoversi: è costituito da desiderio. Quest'ultimo deriva da ogni singolo essere vivente che si oppone al suo Destino e combatte per crearne uno proprio. Finché ci sarà soltanto un solo puntino luminoso che brillerà indipendentemente dalla Luna, lei vivrà e continuerà a vivere, mantenendo anche la sua straordinaria giovinezza. Se il suo corpo dovesse essere distrutto o deturpato in modo violento, la Dama tornerà dopo tre giorni esatti in vita e nel pieno delle forze.
    ----------------------------------------------
    » Oggettistica «
    Ombrello "Bo Bo"
    Dal mistico ed intellettuale nome, Bo Bo è un ombrello particolare che Coralia ha chiamato così a cagione del suo pregio e difetto. E' piuttosto ampio, in grado di coprire efficacemente due persone, anche tre se esili, di color bianco con farfalle scarlatte decorative. Il manico è in legno. A guardarlo bene non si direbbe ma è un accessorio magico e antico: ha il dono di teletrasportare Coralia in punti differenti di uno stesso mondo e di spostarsi da luogo a luogo - come una mongolfiera - senza l'affanno del noleggiar un cavallo o usufruire delle ferrovie. Stupendo, vero? Eppure Bo Bo, dotato di una coscienza propria e di una lingua abbastanza impudente, è un terribile pasticcione. Il suo nome, ricordate? Ecco, è stato chiamato così da Coralia perché esasperata ed in preda ad imprecazioni varie fra cui il mirabolante e più innocuo "Boh", accorciato in Bo, fra tutte (per surclassare sull'associazione, non proprio lusinghiera, di Bo aka Bastone). Il suo difetto consiste nel non essere molto preciso quando si tratta della meta da raggiungere; può sgarrare di pochi metri come di chilometri, di pochi passi o di tre giorni di cammino. Quel che è assicurato è che conduce altrove e sia adoperato come strumento per planare dall'alto in modo dolce ed aggraziato da altezze rilevanti al suolo. Non è una grande consolazione, vero, specialmente se il punto d'atterraggio è una pozza fangosa in mezzo alla campagna del nulla cosmico.
    {Oggetto esclusivamente GdR per gli spostamenti.}


    Pipa
    Pregevole artefatto dotato di ogni gadget tra cui: pigino, scovolino, spillone e naturalmente tabacco - ed altre sostanze di dubbia entità morale. Tipica fattura per le signore che Coralia è dedita usare molto spesso. E' in legno ciliegio laccato corvino con piccolo bracere, cannello allungato di circa 38 centimentri e bocchino in metallo. {Only GdR}

    Ventaglio
    Senza alcun nome altisonante è quel che sembra, in apparenza: un normalissimo ventaglio nero di pizzo e merletti dal tema floreale. Magnifiche rose nere sono il preciso disegno intessuto e la sua funzione è... ma quella di prevenire l'asfissia dal caldo. {Only GdR}
    ----------------------------------------------
    Note: Nessuna.
     
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    Sete di Magia - III

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    Le guardie mantenevano imperterrite il loro sguardo verso i forestieri.
    Gajeel fu il primo a reagire, tentando di attaccare le guardie alle sue spalle con la magia dei Dragon Slayer ma si accorse a malincuore che la sua magia non funzionava. Tentò altre due volte, invano, per poi cadere in ginocchio sconfitto. Un paio di guardie quasi non riuscirono a trattenersi dal ridere. Cosa voleva fare con quel braccio pieno di piercing? Prenderli a pugni?
    Dietro di lui Masahiro tese la mano a Grifis affinché lo aiutasse ad alzarsi. Lo shinobi poi si posizionò a metà tra le guardie e il suo gruppo. Queste risposero avvicinando un po' di più le loro lance che fecero da monito di non avvicinarsi oltre.
    "Per favore, signori, cerchiamo di stare calmi. Non credo di poter parlare per tutti, ma non abbiamo intenzioni ostili: non sappiamo praticamente dove siamo finiti, né tantomeno come, quindi credo che sarebbe meglio tenere le armi nei foderi e andare a parlare in un luogo dove daremo meno... scalpore, se così si può dire."
    Grifis non fu da meno, suggerendo a tutti di stare calmi.
    Il Boggart invece imprecava contro la vecchietta e sfamava il suo leone a tre fauci con dei frutti rossi a pallini viola che poteva essere l'equivalente di una mela. Poi bofonchiò qualcosa usando delle metafore che nemmeno una guardia riuscì a comprendere a pieno. La giovane invece, si aggregò alle sue parole.
    « Non ci interessano le vostre intenzioni... »
    gridò la guardia di prima. La masticora continuava a cibare due delle sue bocche ignorando ciò che stava accadendo; non con l'altra bocca però, che emise un lieve ruggito. Come se ciò non bastasse alzò in aria la coda corazzata in segno di avvertimento.
    « ...ne parlerete con il Re di Roland in persona. »
    Le guardie si scambiarono tutte una rapida occhiata e fecero cenno con il capo. Quattro di loro -quelle agli angoli- piantarono le lance a terra e queste, nonostante non fossero proprio conficcate nel suolo, rimasero in posizione verticale. Dopodiché portarono le mani all'altezza del petto a mo' di preghiera, con i gomiti all'altezza dei polsi.
    Qualche istante dopo sei pareti luminose sottili e trasparenti come un velo circondarono il gruppo di Endlos, con le quattro lance che facevano da angoli. Erano in trappola.
    Le altre quattro guardie conficcarono invece le punte delle lance nelle due pareti che non davano ai muri delle case e si portarono l'asta sulle spalle, alzando così da terra la grande gabbia luminosa. Il movimento brusco sbilanciò un attimo i prigionieri, ma non caddero.
    Il gruppo così si mise in marcia per le strade di quella città che sembrava chiamarsi Roland.
    I quartieri e le case non parevano molto diverse l'una dall'altra, tant'è che un forestiero potrebbe definirla un proprio e vero labirinto.
    Dopo essere saliti di un livello della città si poteva intravedere perfettamente un castello gigantesco al centro della città con tanto di torri altissime. Ed era proprio lì che le guardie si stavano dirigendo.
    Man mano che si avvicinarono ad esso, elevandosi di un altro piano, la maestosità del palazzo si faceva sentire sempre più.
    Arrivati alle mura di quest'ultimo c'era un piccolo passaggio rettangolare sorvegliato da altre due guardie, le quali rimasero impassibili.
    Il gruppetto Endlosiano venne trasportato al suo interno, percependo chiaramente che la gabbia in cui erano rinchiusi si era rimpicciolita fino a passare per lo stretto vicolo, costringendoli a stare in fila indiana quasi appiccicati l'uno con l'altro. Dopo una ventina di passi il corridoio portava a una rampa di scale che portava sia verso l'alto che verso il basso. Scesero, scesero e ancora scesero un'infinità di scalini fino a quando non arrivarono ad un'altro corridoio poco illuminato. Delle celle fiancheggiavano il passaggio per terminare in un'altra cella. Una delle guardie che non trasportava il carico aprì la porta di una cella mentre gli altri sistemarono la prigione lucente in modo da far entrare i prigionieri senza che questi tentassero la fuga.
    Quando tutto fu pronto la parete che guardava la nuova dimora dei poveri Endlosani scomparve mentre quella dietro di loro li spinse dentro.
    « Lei no. »
    Un'altra guardia afferrò per il braccio la povera Coralia prima che venisse chiusa la porta della cella.
    Venne ammanettata e sparì assieme alla guardia tra l'oscurità del corridoio mentre un eco di passi li accompagnava.
    Al resto del gruppo? Venne lanciata una bomba contenente una polvere soporifera. Si sarebbero fatti una bella dormita e al loro risveglio si sarebbero ritrovati senza equipaggiamento, se non una sottospecie di logora vestaglia bianca sporca -più sporca che bianca- di taglie decisamente sproporzionate.

    I corridoi del castello erano decisamente maestosi, eleganti, luminosi. Coralia, scortata dalla guardia, stava passeggiando nelle vie del palazzo. Ai suoi piedi non mancava mai un tappeto rosso cremisi, che non si divideva mai nonostante scalini, incroci con altri corridoi o la lunghezza stessa di questi ultimi. Alle pareti bianche qualche quadro abbelliva il luogo mentre delle strane fiaccole dal fuoco blu illuminavano il tutto.
    Impossibile per Coralia stimare la distanza che aveva percorso in quel momento.
    La guardia improvvisamente si fermò davanti ad una porta di legno dal pomello d'oro zecchino.
    « La signorina Annie desiderava da tanto una serva personale. Dovrai sempre ascoltare ciò che dice e non contraddirla per nessun motivo, se ci tieni alla testa. Domani mattina avrete il vostro incontro con Sua Maestà. »
    Esordì la guardia prima di bussare.
    « Oh, e non cercare di fuggire. Io sono qui fuori. »
    Si sentì una vocina provenire da dentro la stanza.
    « Chi osa disturbarmi?? »
    La guardia aprì la porta e spinse piano Coralia all'interno.
    « Vi ho portato la serva che desiderava, Mia Signora. »
    La voce si fece quasi tremolante, mentre accennò un inchino.
    « Vattene. »
    « Si, Mia Signora »
    Sempre chinata, la guardia indietreggiò e chiuse la porta, lasciando Coralia in balìa del suo destino.
    La stanza era spaziosa, conteneva un'enorme vetrata colorata, un enorme letto a baldacchino di seta rosa e...una marea di bambole e peluches di ogni genere. Ce n'erano per terra, sul letto, sugli scaffali, sul soffitto...No, sul soffitto no.
    Davanti alla Moira, una ragazzina sugli otto anni, alta come un soldo di cacio teneva il broncio mentre oscillava col busto per muovere le pieghe della gonna del suo vestitino rosso.
    Il broncio si tramutò subito in ghigno quando guardò la ragazza, lasciando traspirare dai suoi occhi azzurri malvagità pura. Malvagità di bambina petulante e viziata: il cocktail perfetto.
    « Alla buon'ora. Arrivi giusto per l'ora del te'. »
    Si accarezzò i capelli rossi che le arrivavano fino al collo, adornati di un cerchiello abbinato al vestito.
    « Gradisci? »
    La bimbetta ghignò. Il suo volto lasciava intendere tutto: o accetti il te' o ti salta la testa. A te la scelta.





    Angolo QM

    Terzo atto!

    Scusate la chilometricità del post ma dovevo posizionarvi negli scenari xD

    Info:
    Lancia di Roland: Lancia incantata che permette di creare, se accompagnata da altre lance, pareti lucenti pressoché indistruttibli. La parete ricopre l'intera lunghezza della lancia (due metri) e richiede un'altra lancia per poter chiudere una parete. La lunghezza delle pareti non può superare i quattro metri per lancia. In caso le pareti circondino completamente una determinata area, qualunque cosa al suo interno riduce di più della metà il suo peso, rendendo così possibile il trasporto di pesi anche insostenibili. Il costo è da considerarsi Alto per tutta la durata.

    Turnazioni libere.

    Avete tempo fino al 24 Maggio.



    Edited by _Maffy_ - 17/5/2012, 10:49
     
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  14. _MajinZ_
     
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    Imbambolato com’era, Gajeel non si rese neanche conto di ciò che gli accadeva intorno, troppo preso a rimuginare sul suo fallimento. I soldati risero a quella reazione, probabilmente non capivano il rischio che avrebbero corso nel caso quel braccio avesse mutato forma divenendo un’ascia, quindi gli era anche andata bene e avevano la testa ancora attaccata. Purtroppo però il Drago non riuscì a reagire e nemmeno quella presa in giro lo smosse, anche se di certo non avrebbe dimenticato, appena tornato in forze quelle guardie dovevano stare attente, visto che il moro le avrebbe cercate per fargliela pagare.
    Comunque, ormai l’aveva capito anche lui che fuggire era inutile, anche perché non era nelle condizioni di ribellarsi, quindi lasciò che quelle guardie compissero il proprio lavoro. Rimase abbastanza sorpreso da quelle azioni, non aveva mai visto un sortilegio simile in tutta la sua vita ed era pure invidioso, perché le loro robe funzionavano e invece la sua no? Borbottando il moro si sedette con le gambe incrociate così come le braccia strette al petto, mentre quelle pareti di luce prendevano posto, generando così i muri portanti, il pavimento e il soffitto, sollevando l’intero gruppo così da accompagnarlo gentilmente, ma anche no, al cospetto di quel fantomatico Re Roland. No, forse non si chiamava così, ma a Gajeel mica importava, a lui interessava tornare in possesso dei suoi poteri il più presto possibile, senza di essi si sentiva impotente e lui odiava restare fermo lasciando che gli eventi facessero il proprio corso. Le antipatiche guardie, comunque, sollevarono con estrema facilità la gabbia luminosa, iniziando così a muoversi verso l’enorme castello che si stagliava minaccioso e imponente.
    Il Dragon Slayer se ne restava seduto in un angolo della gabbia, arrabbiato, dando le spalle ai propri compagni di sventura mentre la marcia continuava in direzione dell’immenso edificio con tanto di alte torri e guglie appuntite. Il moro dovette abbandonare la posizione assunta quando per passare oltre uno stretto passaggio la gabbia venne rimpicciolita divenendo lunga e stretta, cosa che lo costrinse a stare in piedi quasi appiccicato a quelle altre persone. La marcia continuò fino ad addentrarsi nell’edificio, arrivati davanti a una rampa di scale, le guardie imboccarono quella che scendeva e si sapeva che nei sotterranei di un castello si poteva trovare solo una cosa: le celle. E infatti fu così, svariate stanze provviste di inferriate si aprivano lungo i lati di quel corridoio scarsamente illuminato, il quale si chiudeva con un’altra cella che situata infondo, luogo in cui si fermarono le guardie. La porta venne aperta e tutti quanti, meno la donna, vennero spinti all’interno della cella per mezzo della parete della gabbia lucente e Gajeel rotolò dentro, voltandosi e guardando malissimo i soldati. Purtroppo però non ebbe il tempo di ruggire qualcosa, visto che quei maledetti scagliarono una bomba soporifera all’interno della cella, mandando tutti a nanna. A nulla valsero le proteste del Drago, anche lui in breve si addormentò nonostante la voglia di prendere a testate almeno una di quelle guardie.
    Gli occhi del giovane, l’unico giovane per davvero, si riaprirono dopo un tempo indefinito, magari qualche minuto oppure qualche ora, non sapeva dirlo. Subito si tirò su mentre la testa girò per qualche secondo, dandogli quindi modo di tirarsi su e barcollare appena, muovendo quindi qualche passo verso la porta della cella, afferrandone le sbarre con le mani.
    EEEEEHI!!! Fatemi uscire da qui!
    Iniziò a sbraitare lui, dentro una gabbia non ci si trovava proprio. Osservò per un attimo il metallo di cui era composta quella porta, ghignando per un attimo visto che gli era venuta un’idea che poteva farlo uscire da li, si, anche insieme agli altri. Senza pensarci due volte addento una delle sbarre, sicuro che avrebbe ceduto a seguito del suo morso, ma non fu così. Era duro e per poco non si disintegrò i denti a seguito di quel morso, cosa che lo fece ululare dal dolore mentre si accucciava e stringeva il muso tra le mani, controllando che i denti fossero tutti al loro posto e per fortuna era così.
    AHIA! AHIA! AHIA! Che diamine! Di cosa è fatta sta roba?! Maledizione!
    Furente diede un pugno sul pavimento, iniziando subito dopo a urlare di dolore anche per quel motivo, visto che si era fatto male anche alla mano. Ormai era diventato come un bambino a cui avessero sottratto dei giochi per punizione, insofferente verso qualsiasi cosa probabilmente sarebbe stato il tizio più fastidioso del gruppo. Ma non ci poteva fare nulla, senza la sua magia si sentiva perso e voleva riaverla ad ogni costo, visto che odiava sentirsi così... Debole. E poi aveva fame, cosa sottolineata dal suo stomaco. Non restava altro da fare che attendere e osservare l’andamento degli eventi, anche se Gajeel la pazienza per farlo non l’aveva proprio.



    CITAZIONE
    Stato mentale: Arrabbiato, nervoso, antipatico.
    Stato fisico: Ottimale, un po' dolorante. Affamato.
    Energia: 100%

    Abilità Passive:
    .Sento la tua puzza!
    [Olfatto supersviluppato - 30 metri]

    .Sono forte come un drago!
    [Power Up Forza 50%]

    .Il Ferro fa bene!
    [Passiva - Only GdR]

    Tecniche utilizzate:
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    Le guardie non si dimostrarono per nulla interessate ai loro propositi, il che avrebbe dovuto indurre i presenti ad una reazione più rapida, sempre se avessero avuto in dono le loro facoltà principali. Invece, furono più leste le guardie che, con un sistema particolare, ingabbiarono tutti e li condussero via, verso il Palazzo. Il tragitto non fu dei migliori, né lo era la vista del luogo, dal momento che i colori sembravano stranamente rovesciati, o provenienti dalla mano ubriaca di un pittore. Niente che interessasse a Grifis più del fatto che era stato appena catturato e che stava per essere condotto da chissà chi: si auguro che il monarca non fosse uno spregevole tiranno, dal momento che non era nelle condizioni migliori per poter far valere i suoi diritti.

    L'arrivo poi all'immenso Castello non fu dei migliori; la gabbia si restrinse costringendo Grifis a stare molto più vicino ai compagni di sventura, il che si tradusse con leggeri spintoni che, involontariamente, gli stava davanti. Questo scomodo viaggio ebbe il suo termine allorquando, giunti infine nei sotterranei, un'astuto sistema li costrinse ad entrare in gabbia... non prima che avessero tratto via la donna e buttato contro di loro qualche genere di sonnifero. Al suo risveglio, particolarmente indignato, Grifis si avvide dell'assenza della sua Armatura nonché della sua fidata Spada degli Spiriti Silvani. Ovviamente, avrebbe fatto pagare un simile affronto alle autorità competenti, non prima ovviamente di aver ripreso in qualche modo le sue capacità magiche... Infatti, come prima cosa, il Falco tentò di sedare gli animi -prima di tutti il suo- volendo trovare una soluzione rapida al loro increscioso problema.

    Ritengo che la situazione sia precipitata, tuttavia questo non significa che siamo spacciati. Per tanto ritengo sia cosa buona iniziare a conoscerci: io sono Grifis, Comandante del ramo Bianco dei Liber Aeris Milites... Con chi ho il piacere di condividere questa cella?

    Dal momento che conosceva già Gajeel e Masahiro, indirizzò le sue parole concentrandosi invece su Tuktuk che era il solo di cui non sapeva niente; e già pensava a come poter usare quella sua bestia blu, che forse avrebbe permesso loro di salvarsi da quella cella.

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    Legenda



    Mana totale 100%
    Consumi Nessuno
    Condizione fisica Ottimale

    Equip

    Armatura del Falco
    già citata
    [ Equip Armatura ]

    già citata
    [ Passiva Peso Leggero ]

    già citata
    [ Passiva Volo ]

    Spada degli Spiriti Silvani

    già citata
    [ Equip Arma ]

    già citata
    [ Passiva Affilatura Migliorata ]

    Bussola d'Oro, Rosa dei Venti

    già citata
    [ Equip Oggetto ]


    Passive

    Silent Hill

    già citata
    [ Passiva Charme ]

    Fearless

    già citata
    [ Passiva Resistenza Malie ]

    Etlreth, The White Album

    già citata
    [ Passiva Malus passivo pari al 25% ai Riflessi e alla Velocità ]

    già citata
    [ Passiva Istant Cast ]


    Attive

    ////

    Altro :uhm:

     
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