[CC] Un imprevisto e un arruolamento

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    Ormai il sole era già calato da un po', ma la cosa non la preoccupava. Le strade erano sufficientemente illuminate e Istavan non sembrava essere un posto insicuro di notte e anche se lo fosse stato, sarebbe stato più pericoloso per un eventuale assalitore che per la ragazza. Non tanto per le sue abilità combattive, ancora un po' grezze, ma per via del suo umore: Era parecchio arrabbiata! Come se stesse sfogando tutta l'ira repressa in quei mesi assurdi. Anche se le si fosse parato davanti un un elefante non avrebbe rallentato un attimo, anche a costo di caricarlo... o meglio, così pensava.
    Presto sarebbe tornata a chiamarsi Zenar e l'avrebbe fatta pagare con gli interessi a quella maledetta fatina. Già la mandava fuori dai sentimenti che l'avesse tenuta "prigioniera" per quei mesi, ma il colmo era la situazione assurda in cui aveva dovuto vivere! Insomma se mai aveva avuto un sogno sarebbe stato quello di diventare qualcuno in grado di cambiare il mondo in meglio, in altre parole un eroe. Certo, era sempre stato consapevole di essere solo uno sbarbatello che sapeva a malapena tirare qualche colpo con la spada, ma anche i grandi uomini avevano iniziato così. Venir trasformato in una principessa, la figura spesso salvata dalla categoria a cui aveva sempre ambito, era proprio il colmo! Ciò che aveva temuto era di non riuscire mai a realizzare il suo sogni, di morire lottando o magari di divenire come i governatori corrotti della sua dimensione, ma non certo diventare quello che era adesso!
    Oh, ma lo sarebbe stata ancora per poco e ancor meno se si fosse messa a correre più veloce.

    jpg

    Quindi andò avanti, senza badare troppo a cosa le accadeva attorno... e non accorgendosi che le era appena caduto il narciso dalla tasca.
    Ben presto raggiunse il Mercato Delle Sette Note e non ebbe difficoltà a intravedere l'alta caserma innalzarsi tra i piccoli negozi e le bancherelle ormai chiuse. Come un atleta, compiette l'ultimo scatto per arrivare al suo traguardo, fermandosi ai piedi dell'edificio.
    A quel punto ripassò il "piano". A dire il vero era abbastanza semplice: Avrebbe mostrato a tutti il fiore datole da Quarion, per poi spiegare in parte le cose per aizzare i cavalieri contro Ise. A quel punto le avrebbe imposto di rimettere tutto al posto e quella traditrice di certo avrebbe preferito lasciar perdere un capriccio, anziché rischiare di finire al fresco.
    Però doveva stare attenta: se avesse iniziato a spiegare in presenza della fata, lei avrebbe usato un'influenza mentale per fermarla. In quel caso doveva agire diversamente; ovvero far vedere che qualcosa non andava prima che l'altra avesse modo di usare i suoi poteri su di lei... e quale era il modo migliore per farlo capire, se non semplicemente attaccandola? Certo, l'ex amica era sicuramente più forte e i presenti non avrebbero subito preso le sue parti. Tuttavia se avesse subito "parola di comando", i soldati si sarebbero stupiti nel sentirla dire che non era accaduto nulla o che il suo gesto fosse immotivato, quindi avrebbero indagato.
    Certo, forse se avesse detto tutto direttamente a Dama Kalia sarebbe stato ancora più semplice, ma ormai l'aveva lasciata e poi non se la sentiva di dire subito a Lisa come stavano le cose.

    D'accordo, ora era pronta! Alzò un attimo il capo verso l'imponente edificio, osservandone l'insolito colore e i tratti spigolosi e raffinati. Forse era un po' fuori luogo con lo stile architettonico locale, ma tutto sommato era adatto ad una caserma.
    Quindi varcò la porta e subito si guardò intorno, doveva controllare se la fata fosse nei paraggi e decidere quale delle due strategie utilizzare. Non voleva certo sprecare quell'occasione. Quell'assurdo gioco doveva finire quel giorno e non certo quando l'ex amica avrebbe si sarebbe stufata ( il che non era neanche detto).
    A una prima occhiata non le era sembrato di vederla, ma il fatto di non trovarla nell'ingresso non le dava la garanzia che non potesse sbucare da dietro un angolo. Doveva prima controllare le stanze adiacenti e poi chiedere aiuto, come voleva il primo piano.
    Quindi si mosse verso un corridoio, senza accorgersi di andare verso un'area a cui le persone normali non potevano accedere.


    Edited by ..Daiki.. - 11/5/2012, 09:03
     
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    Con mille propositi di vendetta a frullarle nella testolina, e con in corpo tanta adrenalina da rendere il suo incedere un passo di carica, la fanciulla dai capelli d’oro avanza per le vie cittadine fino a raggiungere le porte di Taldor; sostando un istante davanti ai cancelli, getta uno sguardo all'imponente edificio per prepararsi alla sfida, e infine -attraversato il cortile- si arrischia a varcare la soglia d’ingresso.

    L’atrio è un ambiente fresco e illuminato da una luce algida e pura, che si riversa in particolar modo dal lucernario sul soffitto, avvolgendo in una colonna la statua di marmo che decora il centro della sala, un monumento che rende onore alle gesta dei cavalieri del passato...

    Interessante, ma non sei lì per fare la turista; ti guardi intorno per cercare di capire se la tua nemica è nei paraggi, ma: no, non la vedi; a dirla tutta, in giro non c’è quasi nessuno. Quasi, perché non appena ti incammini con circospezione lungo un corridoio -per te anonimo quanto un altro qualsiasi- ti ritrovi a sbattere contro il petto di qualcuno.

    Un qualcuno molto alto, piuttosto robusto, e che sembra comparso dal nulla.
    E come se già questi tre elementi non bastassero a renderlo minaccioso, un brivido ti corre lungo la schiena quando sollevi gli occhi blu a fissare il suo viso: un viso tondo, morbido e sorridente... ma, allora, perché è così inquietante...?

    jpg
    « Di qua non si può andare... »


    Tecniche Passive

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    Non importa quanto tu sia forte...

    Non importa chi tu sia, se l'ultimo degli abitanti sulla faccia di Endlos o un Alfiere in persona. Ciò che è Ivan va oltre le classi sociali o la potenza di un individuo, perchè infondo nulla basta a superare ciò che custodisce. In lui v'è una malvagità incondizionata, tremenda e logorante, una concentrazione così massiccia che chiunque l'avvertirebbe, anche il più stolto o il più potente. In termini gdr, la sua aura malvagia sarà percepita -e temuta- anche da chi possiede anti-malie. [5 pt.]


    ... avrai sempre paura di lui...

    Ivan è alto, massiccio, forte e totalmente pazzo; è in grado di provare una malvagità incondizionata e senza pari, accresciuta e resa ancora più inquietante da sporadici episodi in cui gli cade -letteralmente- il cuore, causando sorrisi imbarazzati nel giovane, forse stufo nel doverlo raccogliere ogni volta. È molto probabilmente che sia una rappresentazione del dolore subito nel tempo, spettatore di guerre e tragedie consumate nel sangue. E per quanto quel particolare non sia una conferma del suo essere "senza cuore", di sicuro aggrava la visione che tutti hanno di lui, e cioè che fa davvero paura. In termini gdr si tratta di una vera e propria aura di terrore, potente al punto che i più codardi temono anche solo di pronunciarne il nome in sua assenza. [5 pt.]


    ...perchè lui è più forte di te...

    La sua altezza considerevole e la sua corporatura massiccia sono il sintomo più evidente di una forza fuori la norma; senza bisogno di alcun tipo di allenamenti, il giovane russo ha ereditato dal suo patrimonio genetico una forza sovrumana, che spesso usa crudelmente sui suoi sottoposti; ma questa è un'altra storia... In termini grd, Ivan gode di un bonus passivo del 50% sull'attributo "forza".[5 pt.]

    ...e non basteranno maledizioni o scongiuri...

    Dentro Ivan c'è il male, tanto male ammassato, rivoltato e ristagnante, così tanta cattiveria, malvagità e sadismo che le maledizioni lanciate su di lui sono ben poca cosa. L'aura da lui emanata è così malvagia, così cattiva che non solo non subisce danni, ma rivolta contro la sua crudeltà, provocando spesso la rottura o -addirittura- l'esplosione di oggetti maledetti al suo solo contatto, o alla sola vicinanza.[Img. 5 pt.]


    ...quasi fosse il Diavolo.

    C'è anche da dire che su di lui girino tante leggende. Si sussurra che qualora si evochi il Diavolo o si compiano efferati riti di stregoneria o semplice -ma mai banale- magia oscura, v'è una discreta possibilità che dall'ipotetico pentacolo spunti la sua testa sorridente che, con i soliti modi garbati, domanda all'evocatore se per caso l'ha chiamato. Ma, infondo, sono solo leggende metropolitane... no?!?!?! [5 pt.]


    © Drusilia Galanodel

     
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    Una luce fredda e bluastra illuminava illuminava il salone d'ingresso, al centro del quale vi era una statua raffigurante un uomo in armatura, devoto e contemporaneamente fiero. Insomma era un ambiente quasi irreale, calmo e silenzioso; l'opposto di quello che ci si aspetterebbe da una caserma.
    Era a suo modo suggestivo, ma la ragazza non badò molto all'atmosfera. Le interessava solo sapere se la fata fosse nelle vicinanze. Non le sembrò, a dire il vero non sembrava esserci nessuno e ciò era un problema, dato che non sapeva a chi chiedere aiuto.
    Che se ne fossero andati a dormire per l'ora tarda? Ma allora perché Lady Kalia aveva detto che Ise si trovava li? Difficile a dirsi, ma ora oltre che ad accertarsi che la nemica non fosse nei paraggi, doveva anche trovare qualcuno. Se avesse incrociato l'altra in assenza di testimoni, i suoi piani sarebbero probabilmente saltati.
    Quindi si addentò lungo uno dei corridoi, sorpassando i numerosi archi che sostenevano l'altissimo soffitto. Cercava di guardare da tutte le parti, quasi un nemico invisibile fosse pronto a tenderle un agguato... beh in effetti era così.
    Avrebbe disturbato parecchio gli uomini della caserma, mettendo in atto i suoi propositi, ma non era il caso di badare a quel particolare. Quella era un occasione per tornare alla normalità e non l'avrebbe sprecata, non per rispettare quelle "buone maniere" che era stata costretta a studiare per troppo tempo!
    Avrebbe mobilitato quegli uomini contro la traditrice, anche a costo di svegliare chi dirigeva quel posto e di fare il nome di Quarion...

    PUM!

    Ma cosa? Era andata a sbattere contro qualcosa che non era un muro... una persona? Così pareva!
    Certo che era un po' inquietante... era apparsa così all'improvviso! Comunque fu solo un attimo di incertezza, in quello stato avrebbe potuto caricare anche un elefante senza esitare un attimo. Guardò negli occhi lo sconosciuto e...

    jpg

    Forse avrebbe potuto caricare quel possente animale, ma non certo il segretario della caserma!
    Ma chi era costui? Come mai le metteva così tanta paura? Le sembrava la Dama Azzurra al contrario! Era come trovarsi faccia a faccia con uno spietato carnefice, ancora sporco del sangue delle sue vittime!
    Forse stava dando dei giudizi un po' affrettati, era pur vero che era inquietante, ma ciò non voleva necessariamente dire che fosse cattivo. Una volta persino Ise emanava un'aura così spaventosa e a quei tempi era riuscito a vincere la propria paura ad avvicinarsi a lei...
    ... ora che ci pensava avrebbe fatto meglio a scappare come facevano tutti. Già, non era stato giusto a non fermarsi alle apparenze, ma solo stupido a non reagire a ciò che era evidente agli altri. Se se la fosse data a gambe e associato quell'aura a un'effettiva malvagità, non sarebbe stata ridotta in quello stato!
    Cosa voleva fare? Ripetere lo stesso errore con quell'uomo? Doveva considerarlo pericoloso anche se magari non era cattivo.
    " Mi scusi, non sapevo..."
    Era difficile controllare quello stato d'animo così irrazionale, l'unica cosa che riusciva a fare era mascherare la propria paura.
    Qualcosa le diceva che quel tizio non amasse essere contraddetto e che avrebbe dovuto dargli subito una spiegazione.
    " Volevo solo sapere... se una ragazza di nome Ise è o è stata qui."
    Non riusciva più a ragionare con freddezza, il che le avrebbe reso più difficile la realizzazione del suo piano.
    " Se può essere d'aiuto, ha i capelli rosa."
    Le avevano chiesto così tante volte di descrivergliela, che ormai aveva imparato a dare la risposta ancor prima della domanda.



    Status fisico: Illesa
    Status psichico: tesissima e inquieta, anche se cerca di non darlo a vedere
    Energia: 100%


    Edited by ..Daiki.. - 16/5/2012, 15:25
     
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    Davanti ai suoi occhi blu cobalto, la ragazza indugiò smarrita in un lungo e denso istante di interdetto silenzio, forse annaspando in cerca delle parole giuste da dire, o magari semplicemente alla ricerca di un po’ di coraggio per fronteggiare quell’uomo inquietante; di contro, invece, il Russo si limitò a sorridere in quel suo modo indecifrabile che assai spesso lo faceva sembrare un bambino, del tutto ignaro -o forse solo incurante- dei pensieri che aveva indotto a frullare freneticamente nella testolina bionda della ragazza.

    " Mi scusi, non sapevo..."
    cominciò ad argomentare la povera Sarah, sforzandosi di mantenersi calma
    " Volevo solo sapere... se una ragazza di nome Ise è o è stata qui.
    Se può essere d'aiuto, ha i capelli rosa."


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    « Non te lo posso dire...! »
    replicò, sorridendo allegro e candido come un bambino
    « Queste sono informazioni riservate per i civili. »

     
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    Stava riuscendo a mantenere, almeno in parte, la calma. Ma cosa aveva quell'uomo di così inquietante? Non sembrava pericoloso, eppure le metteva inspiegabilmente paura... proprio come Ise, quando ci aveva parlato le prime volte! Che fosse... la fata che si era camuffata? No, stava esagerando. Lei stessa ammetteva di aver fatto un pensiero davvero stupido.
    Intanto l'altro continuava a sorridere, ma quell'espressione sembrava più quella tipica di un folle che stava per scagliarsi sulla sua vittima, che di una persona che volesse mettere a suo agio il suo interlocutore.
    " Non te lo posso dire...! "
    Non sapeva perché, ma sentiva quasi che in realtà volesse dirle qualcosa tipo: " Come osi chiedere una cosa del genere?"
    " Queste sono informazioni riservate per i civili."
    E magari stava sottintendendo un bel "se te le dicessi dovrei ucciderti"?
    Scosse un attimo la testa per richiamarsi da quelle stupide fantasie, che sembravano venirle in mente con grande facilità in presenza di quell'omone. Doveva cercare di mantenere la calma e provare a superare l'ostacolo per riuscire a portare avanti il suo piano. Ora che ci pensava la nemica non sembrava essere nei paraggi, quindi avrebbe già potuto chiedere aiuto, ma era prudente farlo con uno come lui? Senza contare che se Ise se ne fosse già andata, non avrebbe potuto citare di nuovo il cavaliere. Anche se era sotto la sua protezione, non poteva non andare in contro a delle conseguenze se avesse abusato troppo spesso della cosa.
    Doveva farsi venire in mente un'idea.
    " E non c'è proprio un modo in cui lo potrei sapere?"
    Forse poteva dire solo a lui che era sotto la protezione di Q... di Q... Ehm era così tesa che non le veniva nemmeno in mente il nome! Comunque poco importava, dato che le sarebbe bastato esibire il fiore.
    Comunque avrebbe detto solo a lui chi aveva incontrato e se la fata fosse stata davvero lì allora avrebbe mobilitato tutti, altrimenti se ne sarebbe andata.
    " Se tipo ti dicessi che ho già cercato quella ragazza in compagnia di una guardia o un cavaliere del posto, potresti dirmelo?"
    Ciò che la povera Sarah ignorava era che, oltre a non riuscire a farsi venire in mente il nome dell'ambasciatore, aveva anche perso il narciso e quindi non poteva neanche provare che l'avesse incontrato!
     
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    "E non c'è proprio un modo in cui lo potrei sapere?"

    La bionda scosse lievemente il capo e non si lasciò scoraggiare: nonostante fosse sola davanti alla stazza intimidatoria del torreggiante giovanotto, non accennò a demordere dalla sua impresa; in molti sarebbero già scappati a gambe levate, girando sui tacchi per voltarsi e tornare sui propri passi il più in fretta possibile, ma... lei invece, schiuse le labbra e pose la sua domanda, cercando un modo per aggirare l’ostacolo. Coraggiosa.

    "Se tipo ti dicessi che ho già cercato quella ragazza in compagnia
    di una guardia o un cavaliere del posto, potresti dirmelo?"


    Eppure, i modi della donzella non sembrarono sufficienti ad impressionare Ivan: imperturbabile come una statua -una inquietante sfinge fin troppo sorridente-, lui non parve particolarmente toccato da quelle parole; in parte, perché come personificazione della sua nazione sapeva essere freddo come gli inverni della sua Russia... in parte perché concentrato su altro.

    « Non cambierebbe niente. »
    ammise con un candore lapidario, senza smettere di sorridere

    Sì, perché -dopotutto- lui era lì per un preciso scopo: lui era il Segretario di Taldor, e uno dei suoi compiti era arruolare uomini che potessero proteggere la Dama Azzurra e la sua bella terra dei girasoli! ...e anche se quella signorina non era un uomo, sembrava aver più stoffa di molti di loro, dal momento che aveva ancora fatto nemmeno un singolo tentativo di fuga. Non era da tutti.

    Con il volto probabilmente vittima di una paresi facciale,
    il russo infilò la destra nella tasca interna della lunga giacca,
    e ne cavò fuori un pezzo di carta.


    « A Dama Kalia servono soldati per proteggere i suoi bei girasoli...
    E i suoi soldati possono visitare le prigioni. »

    annunciò, sventolando il foglio sotto il naso della fanciulla
    « Perché non entri a far parte delle sue guardie? »

     
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    L'uomo spaventoso reagì in qualche modo? Chiese chi fosse il cavaliere che l'aveva aiutata a cercarla? Figurarsi; continuò a sorridere in maniera ebete e le rispose.
    " Non cambierebbe niente."
    Quello poteva essere un grosso problema, anzi lo era sicuramente! Molto probabilmente non avrebbe cambiato idea anche se gli avesse mostrato il fiore e non l'avrebbe aiutata contro la sua nemica. Doveva pensare ad un'altra soluzione o sperare di incontrare qualcun altro più disponibile... e meno inquietante! Già, ma come faceva a pensare ad una strategia con lui davanti? L'unica cosa che le veniva in mente era di andar via da lì e lo avrebbe fatto se il pensiero di non lasciarsi sfuggire un occasione simile per risolvere il suo " problemino", non l'avesse trattenuta.
    Già, però la sua mente non riusciva a far venir fuori neanche uno straccio di idea e la voglia di andarsene stava aumentando, tanto che iniziò a pensare di essere solo una stupida a rimanere in quel corridoio.
    Nel frattempo il segretario tirò fuori qualcosa dalla tasca della sua lunga giacca, probabilmente una pistola con cui l'avrebbe persuasa a lasciare la caserma...
    " A Dama Kalia servono soldati per proteggere i suoi bei girasoli...
    E i suoi soldati possono visitare le prigioni."

    jpg

    ... Girasoli...?
    Per un attimo, solo un attimo, la paura lasciò il posto a un enorme senso di stupore. Poi l'aura emessa dall'uomo la riportò con i piedi per terra e notare il foglio sventolatole davanti. Era un modulo di reclutamento per le truppe del Presidio dell'Est, gli uomini al servizio di Lady Kalia.
    " Perché non entri a far parte delle sue guardie?"
    L'uomo le aveva appena rivelato che la fata si trovasse effettivamente lì, un'informazione parecchio utile, ma la povera Sarah non se ne era resa conto, tanto era tesa.
    Decidere di unirsi ad un'armata così su due piedi? Le sembrava un po' avventato farlo, anche se quella persona aveva parlato di "proteggere" e non di "distruggere" o "dominare", ma non sapeva se fidarsi o meno.

    Però...

    ... era pur vero che fino a quel momento non era successo nulla che le poteva far supporre che le truppe della Dama Azzurra fossero malvagie e poi aveva anche dei buoni motivi per unirsi a loro...
    Primo perché si trovava davanti ad un uomo che sarebbe stato meglio non contraddire. Secondo perché se fosse entrata in quei ranghi avrebbe potuto superare l'ostacolo che le impediva di proseguire. Terzo... beh, come non ricordarsi della promessa fatta a Dama Kalia? Le aveva detto che non si sarebbe dimenticata dell'aiuto che aveva ricevuto da lei e quella era l'occasione giusta per farlo.
    " Va bene."
    Disse, cercando di prendere il foglio.
     
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    In risposta al suggerimento del Segretario, un comprensibile stupore illuminò il volto della fanciulla dai lunghi capelli d’oro: girasoli? Aveva sentito bene? Beh... sì, Ivan aveva detto una cosa un pochino strana, ma del resto gli capitava spesso: Sarah non poteva ancora saperlo, ma qualsiasi altra guardia glielo avrebbe confermato. Insieme al fatto che, con quell’aria inquietante che promanava da lui come una costante promessa di dolore, nessuno osava mai farglielo notare.

    Ad ogni modo, mentre la giovane principessa seguitava ad arrovellarsi nel tentativo di soppesare la questione di un suo arruolamento negli eserciti dell’Est, il Russo rimase imperturbabile, sorridendo in apparenza spensierato come un bambino... e come un bambino si dimostrò anche insistente, dato che non smise un attimo di oscillarle il modulo davanti al naso.

    " Va bene."
    acconsentì infine Sarah, e Ivan smise di agitare il foglio

    « Evviva...! »
    cinguettò l’omone, reclinando la testa da un lato e sorridendo ancora
    « Lady Kalia sarà contenta. »

    Poi stese la mano, in attesa che la giovane nuova recluta restituisse il foglio compilato.

     
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    L'altro continuava ad agitare il foglio, impaziente come un bambino che aspettava di ricevere un gelato. Se non le avesse fatto così paura, Sarah avrebbe davvero iniziato a pensare che fosse un tipo effettivamente strano. Ma non aveva modo di farsi venire in mente cose simili, già era tanto che riuscisse a mantenere la concentrazione su ciò che le stava accadendo e sui suoi propositi.
    Dopo aver riflettuto un po', il che era una gran cosa se si pensava al livello di tensione che la tormentava, comunicò che si sarebbe unita alle armate dell'Est.
    " Evviva...!"
    Ancora una volta riuscì a stupirla con una strana reazione. Quell'uomo manteneva sempre la solita, prevedibile, espressione, ma ciò che diceva era quasi sempre inaspettato.
    " Lady Kalia sarà contenta."
    La ragazza sorrise lievemente. Come sospettava, la Dama Azzurra aveva detto che non doveva sentirsi in debito, ma le sarebbe piaciuto se avesse ricambiato la sua gentilezza, come doveva aver fatto lei con chi l'aveva accolta per la prima volta nel mondo di Endlos.
    Dopo aver trovato una penna, compilò il modulo di reclutamento e lo diede ad Ivan che già da un po' stava attendendo che glielo venisse riconsegnato.
    Presto sarebbe potuta procedere libera dall'uomo che l'ostacolava e dall'inquietudine che era in grado di provocare a chi gli stesse vicino. Chissà, forse i suoi modi così strani erano indice che fosse una persona buona... oppure solo completamente pazza.
    Ciò che la principessa ignorava era che, anche se era riuscita a gestire quell'imprevisto, il suo piano sarebbe comunque fallito. Ciò però non sarebbe stato un male, dato che le avrebbe dato modo di capire molte cose su ciò che le era successo.
     
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    La bionda principessa -naufragata e perdutasi in terra straniera- piegò le labbra ben disegnate in un lieve sorriso, e dopo aver recuperato una penna compilò il foglio di carta prestampata apponendo in ogni campo vuoto le informazioni relative alle sue generalità; Ivan, in tutto questo, non aveva fatto nulla di nuovo oltre a restarsene impalato nella sua posizione con la mano tesa in un muto gesto di impaziente domanda: non fosse stato per il senso di irrazionale timore che era in grado di imprimere nel prossimo, sarebbe apparso un tenero bambinone.

    Quando il modulo gli venne riconsegnato, il sorriso dell’omone parve addirittura ampliarsi, e mentre Sarah stava probabilmente già immaginandosi il sollievo di veder quella montagna umana farsi da parte o magari accompagnarla alla buia e angusta cella dove la sua nemica doveva trovarsi rinchiusa, successe qualcosa di inatteso: non solo il gigante non accennò a muoversi dal suo posto per liberarle il passo o per liberarla dalla sua presenza, ma addirittura...

    « Ora puoi andare...! »
    la congedò, senza mutare espressione
    « Tra tre giorni inizierà il tuo addestramento:
    per allora torna qui, e sarai una recluta a pieno titolo. »


    Sarah non poteva saperlo, ma per allora Ise sarebbe già stata rilasciata.
    Ma questa è un’altra storia.

     
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    Riconsegnò il foglio e l'omone sembrò essere felice. Se non altro aveva risolto un problema e avrebbe potuto proseguire con l'attuazione del suo piano, senza quella persona che le impediva di ragionare a mente fredda. Doveva solo attendere un po' e lui si sarebbe tolto di lì, liberandole la strada.

    . . .

    Beh, perché era ancora lì? Non doveva lasciarla passare? Aveva accettato di entrare nei loro ranghi, ora che era dei loro avrebbe dovuto poter girare nella caserma. C'era forse qualcos'altro che doveva sapere?
    Finalmente il suo interlocutore si decise a parlare, ma ciò che disse fu a dir poco sorprendente.
    " Ora puoi andare...!"
    Come? Ma l'aveva presa in giro? Aveva fatto quello che voleva e ora non la lasciava entrare? Ma se ora era una delle truppe dell'Est non avrebbe potuto accedere alla caserma? Insomma le caserme erano fatte per alloggiare ed addestrare i soldati, quindi per regola avrebbe dovuto poterci entrare.
    Si chiese come fare a convincerlo a lasciarla passare. Forse sarebbe bastato dirgli che era contro le stesse regole che voleva far rispettare non farla proseguire o magari cercare una strada differente.
    " Tra tre giorni inizierà il tuo addestramento: per allora torna qui, e sarai una recluta a pieno titolo."
    Ah, non era ancora dei loro! Una notizia non proprio confortante, visto che contava di risolvere i suoi problemi quella stessa notte. Beh, se non altro Ise sarebbe rimasta in cella e magari, quando le avrebbe posto le sue condizioni per aiutarla, sarebbe stata persino più propensa a rinunciare al suo capriccio.
    Quindi sbuffò delusa e tornò indietro, pensando che sarebbe dovuta andare a prendere Lisa.
     
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    L'omone sorridente -ed inquietante- non parve capire il motivo per cui la ragazza bionda sbuffò di disappunto, ma non ebbe nemmeno modo di indagare la questione e chiederglielo, perché ella si voltò senza aggiungere altro e tornò sui suoi passi, diretta all'uscita della caserma.

    In silenzio, Ivan si limitò a seguirla con lo sguardo,
    facendole ciao-ciao con la manona.
    Sul volto tondo e rubicondo, splendeva ancora quel suo candido sorriso.

     
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