[LAM] Coming back home

" Fortunata è quella casa che non deve le sue ricchezze all’ingiustizia,
che le conserva saggiamente e che le spende senza doversene poi pentire".
Solone

Albero Casa, Latifondo.
Presidio Errante, Endlos.

Davvero una bella giornata, in quel di Laputa.

Il sole splendeva alto nel cielo, e la Dama del Vento era insolitamente di buon umore. Molto probabilmente si sarebbe pensato dipendesse dal caldo e dal cielo terso leggermente fuori stagione, con gli uccellini cinguettanti ed i prati in fiore in grado di mettere allegria e tranquillità a chiunque, eppure chi viveva a Laputa da abbastanza tempo sapeva bene che la realtà consisteva nell'esatto contrario: Drusilia non stava bene perchè c'era bel tempo, ma il tempo era piacevole perchè Drusilia era felice. Ecco perchè un pò tutti nel Presidio Errante ci tenevano allo stato d'animo del loro Ufficiale...
Quel giorno in particolare, il Gran Maestro del Liberi Aeris Milites era insolitamente libera dalle infinite pratiche che fino a pochi giorni prima minacciavano di sommergere il suo ufficio, in parte perchè aveva lavorato anche di notte pur di smaltirle, in parte perchè era appena giunto Yang dal Nord che, visto lo stato dell'amica, si era addossato il lavoro rimasto in modo da concederle un pò di relax da tutto quel trafficare. Il risultato fu che, nel nulleggio più totale, le era venuta la fantastica idea di mettersi ai fornelli per preparare una torta di mele e, una volta sfornata e raffreddata, l'avrebbe posizionata sulla sua scrivania in modo da offrirne un pò a chi andava a trovarla, ovviamente insieme al suo solito vassoio di bon-bon e focaccine che abbastanza spesso le venivano recapitati dall'Est.

E si, quello era il giorno fortunato del Camaleonte.

-Tornato da dove, caro?

Disse lei quando lui fu dentro, mostrandogli un bel sorrisone.
Poi, resasi conto di non identificarlo fra i suoi aviatori, iniziò a fissarlo con occhietti curiosi, reclinando la testolina con fare pensoso.

-Ci conosciamo?

Rimase a fissarlo allibita qualche secondo, cercando di trovare delle connessioni che, evidentemente, non arrivarono. In pratica quel ragazzo la conosceva e lei non si ricordava di lui, era un aviatore e... era tornato da qualche parte non ben specificata. E si, avrebbe potuto fissarlo per ore, ore ed ore, mentre la sua mente si dava alle interpretazioni più strane e fantasiose di quella situazione che non avrebbe nemmeno mai pensato di supporre. Pensieri davvero, davvero strani ma... infondo chi aveva mai detto che Drusilia fosse una persona normale? Lei stessa ammetteva apertamente di essere un pò svitata, quindi...
Ovviamente il tutto avvenne al profumo di dolci, dolcetti e focaccine fresche fresche, originali dell'Est, oltre che a quello di una torta alle mele appena preparata, cosa che avrebbe fatto impazzire chiunque fosse stato abbastanza goloso.

Ed a proposito di torta alle mele...

« Faaaaaame.. »

...quel ringhio affamato non era passato inosservato, anzi, aveva risvegliato in lei il ricordo di un bambino mezzo assiderato tutto preso ad ingolfarsi di zuppa. Roba che raramente si vedeva a Laputa, anche fra i più poveri.



-Oh, sciocchino! ♥ Prendila pure!

Rispose quasi cinguettante, quando finalmente comprese di chi si trattava.

-Sono contenta che tu stia bene! Come è andato il viaggio a Sud?

-Oh, si, sto bene, grazie...

Commentò con aria distratta la Dama, quasi le fosse tornato improvvisamente in mente qualcosa. Poi estrasse dalla propria scrivania una serie di lettere -tutte apparentemente simili- e, dopo averle distribuite sulla scrivania, ne prese soltanto una.

-Credo che queste lettere ti interessino.... le ho trovate fra la posta dell'Alfiere.
Questa è solo la prima di una lunga serie.

Parlò fissandolo negli occhi ed aprendo la prima busta con una calma quasi inquisitoria. Poi si chiarì la voce ed iniziò a leggere.

-Hola, ciquitito!

E già lì il Camaleonte avrebbe potuto comprendere tante, tante cose...

-Ti ricordi di migo? Abbiamo ballato insieme ad una festa, una volta! Ti scrivo questa letterina, perché dos ombre mi hanno detto che sei il padrone dell’Isola, e che forse mi puoi aiutare. Alla festa in casa tua -quella di ieri- mi sono sposata! Lui si chiama Richard, e ora è un ballerino mui mui bravo! Te lo vorrei tanto presentare... ma il problema è che non lo trovo più! L’ho cercato sotto i tavoli del buffet, nel bagno degli uomini, nei corridoi, nei cespugli e in quella bella fontana al centro della piazza: niente...! E’ sparito...! Non è che mi potresti aiutare a cercarlo por favor?
Tanti besos dalla tua hermana Tanjta!

La chiuse con altrettanta calma rispetto a come l'aveva aperta. Poi, prese a squadrarlo dalla testa ai piedi con fare malizioso ed allo stesso tempo divertito.

-Se non ricordo male, quando sei giunto da me la prima volta, immediatamente dopo il Ballo, ti sei presentato con il nome di Richard.

Le labbra si piegarono, e mai un suo sorriso fu così tagliente.

-C'è per caso qualcosa che non mi hai detto?

Lo vide vacillare, lo vide agitarsi, e le guance del Camaleonte assumevano toni sempre più rossi ed accesi, fino a raggiungere perfino una inquietante tonalità prugna. Si, aveva fatto centro. uno bello grosso, oltretutto. Si portò una mano alla testa, domandandosi perchè molti aviatori fossero terrorizzati all'idea di dirle che erano già sposati; quello del simpatico mutaforma innanzi a lei non era il primo caso, infatti.

-Non ti preoccupare, non sono arrabbiata con te.

Disse paziente verso di lui, prendendo in mano un'altra delle innumerevoli lettere sparse sulla propria scrivania.

-La ragione per cui te l'ho fatto presente è un'altra.

Si chiarì la voce e, senza dargli il modo di rispondere, ricominciò la lettura.

-Hola hermanito Raylek!
Ti scrivo di nuevo perché ho come il sospetto che le mie altre tredici lettere non ti siano arrivate: forse gli hombre di latta che stanno alla porta non te le consegnano...!
So che sei molto occupato, ma non hai ancora saputo niente di mio marito? Ho paura che sia caduto giù dall’Isola, e comincio ad essere preoccupata, e quando sono preoccupata mi viene fame...così ho trovato un bel localito dove posso aspettare qualche notizia, e... Sai che ci sono un sacco di tizi gentili che mi offrono da bere e mi permettono di ballare sui loro tavoli?

La Dama del Vento sospirò, portando i gomiti sul tavolo e le mani sulle tempie, massaggiandosele. Pazienza, era quella il segreto di tutto.

-Alla venticinquesima lettera non ce l'ho fatta, ed ho deciso di risponderle. Ci siamo incontrate e le ho detto dove sei, così per rimanerti vicino mi ha chiesto se non le potevo dare un lavoro a Laputa e, dato che quando balla ai tavoli attira molta clientela, ho deciso di darle un posto come cameriera al locale citato nella lettera, e cioè il Moonlight Grill del piano terra. E dato che sei suo marito, mi sembrava doveroso renderti partecipe della cosa, tutto qui.

Gli sorrise gentile, andando ad accarezzargli la testa di un colore ormai alieno a quello di qualunque essere umano.

-Mi aspetto che tu ora la vada a trovare, e le porti un mazzo di fiori e della cioccolata per scusarti. Non si abbandonano così le signorine, soprattutto se le hai sposate ad un ballo. Mi prometti che lo farai?

Annuì sorridente all'indirizzo del Camaleonte, felice di averlo convinto a far pace con sua... moglie? Ma soprattutto, solo allora si era resa conto di un dettaglio particolarmente strano contenuto nelle lettere di quella "donna/danzatrice da tavolo". Esattamente come si erano sposati al ballo? No, perchè lei non ricordava nessuna cerimonia, nessun abito bianco e... no. Meglio non far domande.

« Ah ma..Anch'io ho una lettera per te, Drusy! »

Disse lui tutto d'un tratto, facendola un pò sobbalzare. Intanto il suo aviatore prese ad armeggiare nelle sue tasche in modo confuso ed agitato, il tutto fino a che non ne tirò fuori un fazzoletto appallottolato. Drusilia lo fissò silente, convinta che forse avesse fretta perchè voleva soffiarsi il naso...
E invece no.
Lui glielo porse, e lei leggermente insicura lo prese, dispiegandolo poi e leggendone il contenuto.

-Let... letera per Drusili... lia.
Uhm... importantissima!

Strinse gli occhi verdi, incredibilmente concentrata.
Non ricordava di aver mai visto una grafia più confusa di quella.
Notò anche parecchi errori, ma non ebbe cuore di farglieli notare...sembrava che si fosse impegnato così tanto!

-Se... se non sei Drusilia non... n-non la devi... leggere. Per favore.

Infine sospirò, felice che quell'attimo fosse finito ma, non appena girò il foglietto, le prese un colpo al cuore nel vedere quella stessa scrittura incomprensibile più piccola e più stretta, complici le ovvie questioni di spazio. No, non l'avrebbe letta mai, non con lui presente, almeno.

-Oh, sei stato così carino ad esserti impegnato tanto per me... fino a rischiare la vita... e questa lettera è bellissima! Me la conserverò nel cassetto!

E no, anche se la lettera era orribile, lei se la sarebbe conservata comunque. La posò sulla scrivania, dunque gli fece cenno di avvicinarsi, discostando la sedia in modo che potesse raggiungerla.

-Però oggi ho voglia di sentire la tua voce e tenerti un pò con me.

Sorrise candida, allargando le braccia in un gesto dolce quanto accogliente.

-Ti va di raccontarmi tutto mentre ti coccolo un pò?

Lo prese al volo, perchè ci mancò davvero poco prima che il Camaleonte non ruzzolasse giù dalla sedia; anche lei si trovò a tirare un sospiro di sollievo, più che altro perchè altrimenti avrebbe potuto farsi male. Dunque gli si fece vicino, avvolgendolo con le braccia spoglie in un tenero abbraccio, allietandolo con dolci baci sulla testa e sulle guance, concedendogli carezze non appena riprendeva a narrare di quelle che erano le sue "imprese". Ebbene si, imprese, perchè nel bene o nel male aveva rischiato davvero tanto a Merovish, soprattutto dopo il disastro che l'aveva colpita e distrutta in parte.

« Dunque da dove cominciare? Appena arrivato il tuo Camaleonte ha fatto fesso un fesso che voleva ucciderlo, e subito dopo ha trovato un posto dove vivere e lavorare, la Quinta Bolgia. Così può sempre tenere d'occhio ciò che accade in quella città brutta e pericolosa, sisi.»

-Hai fatto bene, piccolo mio.

Annuì lei con riguardo, dandogli un altro abbraccio ed un altro bacino.

« Poi ha inseguito un tipo incappucciato moolto misterioso che si chiama Isaac Laforeze. Isaac gli ha detto che i disordini accaduti a Merovish sono opera di un Nuovo Alfiere che ha messo fuori gioco clan e organizzazioni criminali grazie al potere del Cuore dei Titani, ecco. E ha detto anche che il suo esordio avrà luogo tra sei giorni all'arena nera, dopo che chi vuole servirlo avrà radunato ai suoi piedi le teste mozzate del Loto Nero. Sotto il cappuccio portava un folletto dalle ali color arcobaleno. Era bellissimo!»

Folletti ed arcobaleni a parte; a quanto pareva la notizia di un nuovo Alfiere era esatta... un Alfiere a cui non era affatto simpatico il Loto Nero e che, in un certo senso, stava rimettendo ordine nella sua terra. Drusilia avrebbe sospirato soddisfatta, se non avesse trovato inquietante la storia delle teste mozzate...

« Il Camaleonte ha provato a strappargli altre informazioni interessanti ma credimi Drusy, quel tipo è mooooolto potente, e il folletto dalle ali arcobaleno si è arrabbiato con il Camaleonte e gli ha urlato di smetterla. Isaac ha detto che avrebbe detto tante altre cose solo se il camaleonte fosse passato dalla parte del suo nuovo alfiere. »

Nonostante fosse alquanto scontato che un seguace del nuovo Alfiere ne cercasse altri, il sopracciglio della Dama si levò perplesso, ed attese incuriosita la fine di quella vicenda. Solo allora lui levò lo sguardo, esibendo un sorriso di bambino così bello ed ingenuo da farle venir voglia di coccolarlo per sempre.

« Ma il camaleonte non serve nessun alfiere, nono. Il Camaleonte ha preferito tornare da dama Drusilia per dirle tutto e sentire se ha fatto bene o male. Così può fare quello che Drusy gli dice di fare »

Detto ciò, travolta da un'ondata di dolcezza, Drusilia lo strinse forte al petto, felice della scelta che il suo aviatore aveva fatto senza ordine, soggezione o coercizione alcuna.

-Oh, sei stato bravissimo!

Avrebbe esclamato con voce soave, accarezzandogli dolcemente il capo.

-Sei stato così bravo che è giunta ora ti parli di qualcosa davvero molto, molto importante.

Lo abbracciò forte per un ultima volta, scoccandogli due bacetti sulla guancia.

-Giorni fa ho discusso personalmente con il tuo comandante riguardo la tua missione, ed alla fine abbiamo deciso che se fossi tornato vittorioso dal Sud, ti avremmo nominato Sergente.

Avrebbe sorriso al suo indirizzo, concedendogli un'altra carezzina.

-Sei contento?

Sospirò, in parte rasserenata di poter davvero contare su qualcuno disposto a fare tanto. Ormai la politica, o almeno quella che la riguardava, si faceva sempre più intricata e satura di tranelli, e tutto senza mai andare oltre le porte del suo Presidio. Questo significava che la sua sola presenza, per quanto assidua e colma di buoni propositi fosse, riusciva soltanto a sopperire il peso degli affari interni all'isola volante, ben lontana da standard quantomeno accettabili ad un rapporto con altri presidi; era già tanto se sporadicamente incontrava Kalia, ed erano amiche oltre che alleate... ed ancor minori erano gli incontri con Yoe, ridotti a quei pochi salotti che sporadicamente riuscivano ad organizzare.

-Ne sono più che felice, anche perchè ora ho davvero bisogno di aiuto.

Disse senza peli sulla lingua al candido Camaleonte.
Il sorriso sul suo volto, improvvisamente si spense,
sostituito da uno sguardo serio, quasi impassibile.

-Laputa ultimamente ha molte cose a cui pensare... faccende da sbrigare, piani da terminare, e l'Alfiere non è molto, come dire... presente.

Avrebbe sbuffato, se solo non avesse desiderato spaventare il suo aviatore.

-A causa di questo e di molto altro, purtroppo non mi è possibile sbrigare molte faccende al di fuori dell'isola, dovendo sostituire alcune mancanze del mio re. Questo tuttavia, alla lunga, potrebbe portarmi a tagliare i rapporti con l'esterno, cosa che non reputo concepibile, quindi ho bisogno di qualcuno che veda ed agisca per mio conto.

Si portò una ciocca castana dietro l'orecchio, prima di riprendere a scrutarlo intensamente con quegli occhi di un magnifico color smeraldo.

-Me ne serve uno per ogni Presidio, e da oggi il Sud appartiene a te.

Un attimo di silenzio.

-Ho bisogno che torni al tuo lavoro alla Quinta Bolgia e stia perennemente con occhi ed orecchie spalancate. Ogni stranezza, ogni voce che corre, fondata o infondata che possa sembrare, deve arrivare il più rapidamente possibile a me ed a me soltanto; nessun altro dovrà sapere del nostro piccolo segreto. Pensi di farcela?