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Fire falling from the sky
Rage of God is coming down
Armaggeddon's drawing nigh
Sinner cry ! Heathen die !
Hear the toll of pain, gloria, gloria
In the fiery rain
Fire falling from the sky
Rage of god is coming down
Armaggeddon's drawing nigh
Sinner cry ! Heathen die !
Hear the toll of pain, gloria, gloria
Now the time has come, the end's begun and the only one will come.
Accadde tutto troppo in fretta.
Cremisi sopra le loro teste, un mare di sangue e fuoco capovolto sui Sei Regni mentre nubi oscure si espandevano rapide e crudeli dal cielo del Pentauron fino ai confini di Endlos, sublime intreccio di magnificenza ed orrore. Nessuno poteva comprendere cosa davvero fosse accaduto, nessuno di loro poteva davvero immaginare...
Laputa, terra errante sospesa fra le nubi, gioiello di un mondo paradossale fatto di contrasti ed incongruenze, Purgatorio sospeso nei cieli dell'Ovest quasi a ricordare che ciò che accadeva in quei luoghi non era nè inizio nè fine, piuttosto un continuo, interminabile mutamento, impronta e capriccio del Maelstrom, Signore da una mano gentile e l'altra crudele. Forse era davvero Lui la causa di tutto, o così almeno avrebbero pensato i più, terrorizzati a quella terribile visione, presagio di un ignoto che sapeva di sbagliato.
Accadde troppo in fretta.
Il cielo prese a bruciare su di loro, e da esso precipitarono enormi ammassi di terra e roccia infuocata che, come pioggia incandescente, si abbatterono sulle case, sugli alberi e sui rifugi, seminando panico e dolore fra le genti impazzite. I civili correvano, si nascondevano, i soldati facevano ciò che era possibile; Laputa era una delle più potenti roccaforti di Endlos, eppure quasi tutte le sue difese erano rivolte verso il basso. Nessuno infatti avrebbe mai pensato ad un'invasione dall'alto, non quando il proprio presidio troneggiava su gli altri, sopra di lui soltanto il cielo.
Un enorme errore, quello.
E' proprio nella paura e nell'orrore che inizia questa storia, è proprio quando l'oscurità prende forma e tutto sembra perduto, il Giorno del Giudizio così vicino, così reale, è proprio allora che vengono chiamati nuovi volti a servire l'Ordine.
Perchè si sa, se non ci fossero la guerra, le catastrofi, se non ci fossero la disperazione ed il dolore... probabilmente non non nascerebbero più nemmeno gli eroi.SPOILER (clicca per visualizzare). -
TukTuk.
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Luce.
Abbagliante, incandescente.
La luce delle anime rischiarava il mondo, agli occhi di Tuktuk. Sfruttare quella luce era l'unico modo, per il Cavalcaspirito, per avere un contatto visivo col mondo. Certo, era una vista diversa, per certi versi limitata. Come un pipistrello cieco, il Boggart ricostruiva l'ambiente che lo circondava grazie alla luce delle anime che lo circondava.
Aveva viaggiato tanto, da quando aveva lasciato i cunicoli e evocato la Masticora, il celeste leone dalle tre fauci. Aveva conosciuto il caldo Sud, aveva visitato l'Est... era perfino capitato in un altro mondo, dove per un po aveva perso anche la vista.
Ma nessuno luogo era come Laputa, il presidio errante di Endlos.
Li, si era unito ai Liberi Aeris Milites, e quel fatidico giorno, mentre i cieli venivano squarciati e invasi da forze sconosciute, si trovava proprio nella sede della Gilda.
Si discuteva di cose di vitale importanza, ma che visti gli avvenimenti che avrebbero seguito, il Boggart avrebbe poi scordato. Probabilmente si parlava della Masticora, del fatto che non poteva fare i sui bisogni ai piedi dell'albero casa.
Qualcosa del genere.
Poi il cielo si spaccò.
Come piccole meteore, frammenti infuocati disegnarono la loro scia, devastando all'impatto quello che trovavano.
Urla, pianti, suppliche, bestemmie.
E ancora fiamme, detriti, scosse.
Il Molliccio si scaraventò fuori dalla base degli Avviatori, seguito a ruota dal celeste leone.
Gli era stato comandato di uscire e unirsi ai suoi colleghi sotto il comando del comandante Carriedo.
Lo spettacolo che lo attendeva all'esterno era agghiacciante.
Nubi nere si alzavano dalla città, risultato degli incendi generati da quella pioggia di fuoco. Il panico che ne derivava era palpabile, come una presenza fisica.
Il quasi millenario Tukariatartuk conosceva bene il potere del caos.
Le immagini delle guerre passate lo invasero come un fiume in piena, portando ricordi spiacevoli di chi era tornato a Madre Terra dando la vita per i Cunicoli, sua patria.
Il continuo ringhiare tritonale della Masticora lo ridestò da quei pensieri, ricordandogli la situazione.
Non era il momento dei ricordi quelli, ma dei soccorsi.
Per prima cosa doveva individuare l'uomo che li avrebbe guidati in quel caos. Cosa non facile, visto che il caos era già arrivato alle loro porte.
Il cielo si era fatto color di brace e saturo di nubi nere cariche di promesse nefaste.
" Il quinto angelo suonò la tromba e vidi un astro caduto dal cielo sulla terra. Gli fu data la chiave del pozzo dell'Abisso" commentò Tuktuk, salendo in groppa alla Masticora.
La pioggia di fuoco non accennava a diminuire... e il bluastro aveva la spiacevolissima sensazione che quello fosse solo l'inizio.CITAZIONEBoggart Tale
Stato fisico:A posto.
Stato psichico: Preoccupato.
Energia: 100%
Companion:
MasticoraSPOILER (clicca per visualizzare)Secondo la tradizione Boggart, le Masticore erano delle creature ancestrali che, durante una guerra prima del tempo, scavarono i Cunicoli per mettere al riparo le popolazioni dall'attacco dei Demoni Macchine.
Da quando i Boggart hanno preso possesso di queste antiche gallerie, i cavalcaspirito di ogni generazione tentano di mettersi in contatto con gli spiriti delle Masticore.
Le apparizioni materiali di questi spiriti sono rare e spesso provocate dall'assunzione di droghe o alcol.
Tuktuk è uno dei pochi cavalcaspirito fortunati ad essere stato convocato da una Masticora e di averne evocato lo spirito in forma materiale. Da allora la accompagna nel suo viaggio attraverso Endlos.
La Masticora apparsa a Tuktuk è il grande Leone Celeste dalle tre Fauci.
Come il nome suggerisce, la Masticora ha la forma di un leone blu di modeste dimensioni, dalla criniera bionda come il grano e dalle tre fauci.
La creatura è dotata di artigli particolarmente affilati, si dice infatti che con quegli stessi artigli fossero stati scavati i Cunicoli stessi.
La coda della masticora la differenzia nettamente da qualsiasi felino cui potrebbe vagamente somigliare. Invece del pelo azzurro, la coda si indurisce fino a ricoprirsi di un vero e proprio carapace, duro come il metallo. Lunga un metro, termina in una punta che rassomiglia in modo inquietante alla coda di uno scorpione.
Passive:
Occhi di un Cavalcaspirito.SPOILER (clicca per visualizzare)I Cavalcaspirito Boggart sono fin dalla nascita completamente ciechi. Questa è l'unica caratteristica che permette di di riconoscerli fin dal primo giorno dalla nascita, in quanto un Boggart vedente non potrà mai sperare di diventare un Cavalcaspirito.
Tuttavia, questo handicap viene ampiamente ricompensato con la facoltà di vedere le anime degli altri esseri viventi, che agiscono come impulsi sonar e riflettono il mondo attorno a loro.
La visuale di un Cavalcaspiriti è molto diversa da quella di una creatura dotata di vista convenzionale.
I colori, la forma delle cose, le tonalità di luce e oscurità avranno un significato completamente diverso per chi vede il mondo attraverso la propria anima.
Oltre a questo, questa visuale offre diversi vantaggi, come un utile funzione auspex che permette di rilevare la presenza di un anima nel raggio di 30 metri.
[Passiva Auspex]
Attive:
[N/A]
Note:
Mi son mosso un poco a tentoni, ma spero che tutto abbia rispettato l'ambientazione =). -
Emiya Shirou.
User deleted
Era stato un sogno piacevole, un posto dove il vento soffiava lentamente e senza forza, un luogo dove il sorriso di Sakura e quello di Coralia si mischiavano assieme a quello della Dama dei Cielo, donandomi una sensazione di pace che rilassava ogni parte del mio corpo e del mio spirito. Una percezione che travalicava qualsiasi forma di quiete, un riposo che avrebbe potuto mantenermi sopito in eterno se nulla l'avesse interrotto.
Ma i sogni sono fatti per terminare, e quell'idillio si frantumò senza difficoltà al di sotto del peso d'un crollo ed arse in fiamme all'odore del fuoco.
I miei occhi si sgranarono nella penombra della stanza, portandomi in piedi ben prima che potessi anche solo rendermi conto d'esser desto. Ma quando il cervello cominciò a ragionare, mi condusse fuori dalla mia dimora senza indugi, per comprendere cosa stesse succedendo. Non ebbi neanche il tempo di domandare che una guardia mi gridò contro:- Emiya Shirou, raggiungi la tua squadra alla città bassa. Un aviatore blu, uno rosso ed uno bianco. Il vostro comandante è Antonio Fernandez Carriedo!
Poche parole urlate nel caos che Laputa stava affrontando, sufficienti a farmi annuire e prendere direttamente il mio cammino. Ero ancora vestito degli abiti usati per l'allenamento, il sudario copriva il mio braccio sinistro, pertanto non avevo bisogno di niente altro per cercare il luogo dove ero atteso. Inghiottii la preoccupazione per coloro che vidi in difficoltà lungo le strade: c'era chi si sarebbe occupato della situazione, il mio compito era raggiungere la città bassa ed occuparmi di quello che mi avrebbe atteso lì.
Corsi a perdifiato, senza guardarmi mai indietro, cercando disperatamente di esser sufficientemente rapido da non risultare in ritardo rispetto alle vite che avrei dovuto salvare: dopotutto Grifis mi aveva portato nel Presidio Errante proprio per permettermi di usare i miei poteri al servizio della giustizia. Ed era mia precisa intenzione non tradire le sue aspettative.
Sussurrai sfrecciando per le strade con la mia velocità superiore, mentre il sudario stretto intorno al braccio sinistro sibilava per l'aria che l'attraversava ed il fuoco intorno a me donava un bagliore rosato a qualsiasi cosa illuminasse.
- Comandante, oggi ripagherò la tua gentilezza.
M'arrestai di colpo una volta giunto laddove sarei dovuto essere: di fronte a me solamente una creatura estremamente bizzarra a cavallo di un ancor più particolare essere che sembrava un fantasioso misto tra un leone, un orso ed uno scorpione.
Non mi formalizzai più di tanto, oramai le stranezze del semipiano erano divenute quasi normali ai miei occhi. Quasi. Ciononostante mi rivolsi alla figura più piccola, quella che mi sembrava esser il padrone tra i due.- Sto cercando il Comandante Antonio Fernandez Carriedo, sapete dove posso trovarlo?
Trovai difficile nascondere l'urgenza delle mie parole, ed il disperato bisogno di sentire una risposta affermativa.
Dopotutto, Laputa era la mia nuova casa... E la mia nuova dimora stava bruciando insieme a tutte le persone che avrei dovuto proteggere.SPOILER (clicca per visualizzare)Stato Fisico: Riposato ed integro.
Stato Psicologico: Determinato, preoccupato.
Stato Energetico: 100%† Abilità passive †
♣ Projection Magic: Unlimited Blade Works: Shirou era un mago decisamente scarso rispetto ai canoni del suo mondo, avendo la possibilità di forgiare i propri "Circuiti Magici" (Il sistema che consente al prana/mana di scorrere nel corpo del mago e di incanalarsi in un incantesimo) solo per la forma più basilare di rafforzamento degli oggetti. A seguito dell'innesto del braccio di Archer (vedi background), Shirou scopre che la sua vera peculiarità è la proiezione: la capacità di creare armi dal nulla, con particolare propensione verso le spade. Questa peculiarità non gli permette di riprodurre nessun'arma di tipo meccanico, ma solo armi bianche ed archi. Shirou può infatti analizzare e copiare qualsiasi spada (ed in maniera minore anche le altre armi bianche) possa osservare per qualche istante (a patto che non sia forgiata di materiali particolarmente rari. Un materiale esistente su più mondi come il Mithril potrebbe essere ugualmente riprodotto). La copia non avrà nessuna delle abilità speciali dell'arma copiata (tranne se viene elaborata da Shirou una tecnica apposita per imitarle, ammesso che rientrino nelle sue capacità), ma avrà tutte le sue caratteristiche fisiche. Una volta osservata la lama, Shirou potrà riprodurla in qualsiasi momento (una lista sempre aggiornata delle armi "tracciate" è inserita nel post seguente alla scheda) e farla comparire nelle sue mani senza alcuno sforzo. Le armi così riprodotte non possono resistere a lungo lontano dal loro creatore, se dovessero allontanarsi da lui (sia che lui le lanci o che le perda) all'inizio del seguente turno di Shirou esse sparirebbero.
A livello narrativo, il funzionamento basilare di questo tipo di magia è più simile però ad una evocazione piuttosto che ad una metacreazione, le armi infatti sono incamerate in un piccolo universo parallelo (un Reality Marble secondo il gergo del suo mondo d'origine) conosciuto come Unlimited Blade Works dove sono contenute tutte le copie originali delle armi da lui tracciate, le quali continuano a riprodursi all'infinito. Shirou, di fatto, si limita ad evocare l'arma in questione nel piano d'esistenza in cui è in quel momento.
Consumo: Passiva.
Costo acquisizione: 5 punti.
♣ Arm of the Archer: Durante il suo primo scontro con l'ombra (vedi background), Shirou perde il suo braccio sinistro nel tentativo di proteggere Ilya, infatti esso viene letteralmente polverizzato dall'energia negativa dell'Angra Mainyu. Normalmente, questa condizione lo avrebbe condotto alla morte per dissanguamento ma non andiede così. Archer, ferito a morte, decide infatti di far impiantare il proprio braccio sinistro in Shirou. Questa operazione sarebbe potuta essere letale, ma essendo Shirou ed Archer la stessa persona in momenti storici diversi, il braccio non venne rigettato. Nonostante questo, l'impianto di un arto spirituale su di un corpo vivo rese la connessione estremamente pericolosa e venne usata la Shroud of Martin per sigillare il potere del braccio. Nonostante il sigillo, la presenza di una tale potenza nel suo corpo fornisce a Shirou un bonus passivo del 25% alla sua forza e alla sua velocità, ricavandole direttamente dall'energia e dall'esperienza combattiva di Archer. Se Shirou rimuove la Shroud, può usufruire del pieno potere di Archer ma questo avviene solo tramite tecnica (come Nine Lives Blade Works).
Consumo: Passiva.
Costo acquisizione: 5 punti.
♣ Shards of Avalon: Il giorno dell'incendio che divorò la sua famiglia, Shirou si trovò a sfiorare la morte e a tornare indietro per un soffio. Il tutto avvenne grazie al suo futuro padre adottivo Emiya Kiritsugu che lo raccolse e impiantò nel suo corpo i frammenti di Avalon, il leggendario fodero di Excalibur, un oggetto magico che si narra sia in grado di rendere il portatore relativamente immortale. I frammenti nel suo corpo non hanno neanche lontanamente lo stesso potere della leggenda ma hanno permesso la nascita dell'Unlimitet Blade Works e hanno creato la straordinaria affinità di Shirou verso le spade oltre che avergli garantito la sopravvivenza. A livello di gioco effettivo, questa abilità offre a Shirou un bonus di 50% alla sua resistenza, grazie al naturale rinforzo che Avalon gli offre. A livello narrativo questo avviene tramite un rinforzo della sua ossatura tramite la creazione di centinaia di piccole spade che, sovrapposte, generano una sorta di armatura naturale sottopelle.
Esempio di rinforzo sul corpo di Shirou
Consumo: Passiva.
Costo acquisizione: 5 punti.† Equipaggiamento visibile †
• The Shroud of Saint Martin: Questa lunga fascia, simile ad una sciarpa di colore scarlatto, ha la funzione di trattenere il potere del braccio di Archer, facendo si che Shirou non soffra costantemente per via della connessione tra il suo corpo e un'entità spirituale. A livello di gioco, è puramente scenica.
Costo acquisizione: 0 punti.
Note: Spero di non aver sbagliato nell'interpretare qualcosa. -
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Erano passati pochi giorni dall’arrivo di Nesrìn a Laputa, ma la metadrago si stava ambientando bene; molto bene, considerando che era letteralmente precipitata su Endlos per colpa di un fenomeno che nemmeno gli Eruditi del Tempio - le più alte autorità in fatto di sapere antico del suo mondo, avrebbero saputo spiegare ... o forse sì. La rossa non era mai riuscita a capire se facessero davvero il loro lavoro, o se volessero soltanto divertirsi con le menti degli sciocchi. Comunque sia, meglio concentrarsi su quella meravigliosa città volante - dove aveva avuto anche la fortuna di trovare alloggio, e non rimuginare sul viaggetto dimensionale che si era trovata, suo malgrado, costretta a sopportare.
La rossa stava tornando da una ronda di guardia; o meglio, da quella che doveva essere una ronda. Ebbene sì, la metadrago non era mai stata un tipo ligio al dovere: le bastarono poche occhiate per capire che non c’era alcun pericolo in agguato e approfittarne subito per andare a curiosare in giro. Era appena entrata negli Aviatori e già aveva trasgredito ad un suo compito; molti l’avrebbero interpretato come un brutto segno. In realtà, la vista di Nesrìn era estremamente sensibile ed attenta: erano gli occhi di un drago quelli che vigilavano su Laputa, non di un uomo; ci si poteva fidare, perché ad un drago non sfugge alcun dettaglio. In effetti, non accadde alcunché degno della sua attenzione e la giornata proseguì tranquilla - con sommo dispiacere della rossa, una bella rissa al Cappio di Bronzo non le sarebbe affatto dispiaciuta; peccato non fosse quel genere di locale.
Si fece sfuggire uno sbadiglio, mentre raggiungeva con passo annoiato il portone d’ingresso dell’Albero Casa. Avrebbe dovuto fare rapporto? Sperava proprio di no. Ci mancava soltanto che dovesse passare la serata a compilare scartoffie. Aveva bisogno d’azione, diamine!
In quel medesimo istante, manco l’avesse presa alla lettera, il cielo sopra di lei iniziò a bruciare, la temperatura a salire vertiginosamente, mentre gigantesche palle di fuoco piombavano giù dalle nuvole nere come la cenere per poi schiantarsi su tutto ciò che trovavano sulla loro strada; intorno a Nesrìn solo case abbattute e divampanti incendi. Fuoco e fiamme ovunque guardasse.- Per la Fiamma! Quando decide di ssvegliarsi, il Maelsstrom fa le cosse in grande!
Quando varcò il portone dell’Albero Casa per chiedere spiegazioni, le fu immediatamente ordinato di recarsi alla Città Bassa a dare man forte all’esercito insieme ad un Aviatore Blu e uno Bianco. Non se lo fece ripetere due volte, tornò sui suoi passi e si lanciò a perdifiato in una cosa contro il tempo. Armatura di Scaglie già indossata e Lame Gemelle ai fianchi, erano tutto ciò di cui aveva bisogno. Non poteva nascondere di essere eccitata dall’imminente battaglia - finalmente avrebbe menato le mani, ma quella situazione le metteva addosso anche un pizzico di ansia. Dopotutto, Laputa era diventata la sua nuova casa e non ci teneva affatto a vedersela strappata via; l’avrebbe difesa con tutte le sue forze. Drusilia era stata così disponibile e la rossa non aveva alcuna intenzione di deluderla; le avrebbe dimostrato che era degna del ruolo che le era stato affidato. Una nobile motivazione, che però passava in secondo piano, visto che in quel momento il fuoco della metadrago ardeva solo e soltanto per l’imminente scontro.
Commentò entusiasta, anche se si poteva leggere una nota di preoccupazione nella voce serpentina.
Giunse alla Città Bassa in preda al fiatone, ma si riprese in fretta. Sfrecciò fra le vie cercando con lo sguardo quelli che sarebbero stati i suoi compagni d’arme in quella battaglia. Infine, eccoli di fronte a lei: un giovane dai capelli rossi e il braccio fasciato e una strana, piccola creatura in groppa ad un grosso felino a tre fauci. Gli squadrò interdetta. Non aveva dubbi sulle capacità combattive della belva - sorvoliamo sul suo cavaliere, ma il ragazzo? Non era un po’ troppo giovane per affrontare una battaglia? Scrollò le spalle, non era suo compito giudicare le scelte del Gran Maestro, se il capo sapeva quello che faceva non aveva di che preoccuparsi; Drusilia le aveva dato l’impressione di prendere molto sul serio il suo lavoro e la rossa sentiva di potersi fidare delle sue scelte.- Voi dovete esssere l’Aviatore Bianco e l’Aviatore Blu di cui mi hanno parlato. Io ssono Nessrìn, Aviatrice Rosssa.
Esordì con sicurezza la metadrago, esibendo senza remore il proprio accento serpentino.
- Bene. Ssapete dov’è quessto Antonio Fern .... come ssi chiama?
Si era già dimenticata il nome. Ottimo.SPOILER (clicca per visualizzare)Stato Fisico: Ottimale.
Stato Psicologico: Eccitata, ansiosa di iniziare la battaglia.
Energia: 100%
Equipaggiamento:
- Armatura di Scaglie: Ricavata dalla pelle di un drago. Ha le stesse caratteristiche di una comune armatura in acciaio, ma è leggera quanto un’armatura di cuoio.
- Lame Gemelle: Una coppia di scimitarre (nimcha) forgiate da degli artigli di drago. Lunghe circa un metro e molto maneggevoli, sono resistenti come l’acciaio.
Passive:
- Occhi di Drago: La vista, per un drago, è il senso più importante. La stessa parola “drago” deriva da “dèrkesthai” che significa: guardare.
Lo sguardo di un drago va oltre ciò che si vede, sempre attento a individuare tracce invisibili alla comune vista. Nesrìn, in quanto metadrago, possiede quindi un talento naturale nello scovare indizi e dettagli che normalmente passerebbero inosservati. [Passiva di Vista Potenziata]
- Anima di Drago: (gdr only)
La grande longevità dei metadraghi è profondamente legata al sangue di drago, che racchiude poteri per la maggior parte ancora sconosciuti.
Recenti studi, infatti, hanno rivelato che l’anima di un drago è molto più legata alla sua controparte terrena rispetto a quella di un comune essere umano. Questo significa che uccidere un metadrago sarà difficile almeno quanto uccidere un drago.
La Rossa, quindi, non teme la morte, perché sa che nel suo caso è solo temporanea. Non importa quante volte possa cadere in battaglia, il suo corpo tornerà sempre a nuova vita. Ma non si tratta di un processo istantaneo: più gravi sono i danni che ha subito, più tempo sarà necessario affinché la metadrago si rigeneri completamente. [Passiva di Immortalità]
Note: Spero di essere andata bene.
Edited by Asmidiske - 13/7/2012, 11:09. -
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Un forte odore di zolfo pervade i vostri sensi non appena siete in cammino, e mentre vi avvicinate alle mura il puzzo nauseante di sangue e di bruciato si fa sempre più vicino, riuscendo così ad entrarvi fin dentro i polmoni rendendovi difficile anche solo respirare, qualora riusciste a tenere a freno i conati di vomito. Sulla strada incontrate feriti e soldati quanti mai effettivamente ne avete mai visti tutti insieme su quel Presidio così piccolo, segno più che evidente che stia accadendo qualcosa di davvero grosso, forse anche più di una semplice pioggerellina di fuoco, cenere e lapilli come sembra essere. E' con questo scenario sempre più disarmante che vi fate strada fino a che, dopo le mura più sottili del Latifondo, arrivate alle più spesse della Città Bassa, lì dove ora la Porta delle Icone è sbarrata e difesa con le armi da un gruppo di circa cento guerrieri dai corpi massicci ed imponenti come tori, oltre ad uno o due gruppi di volontari e mercenari.
"Ci attaccano!!!" sembrò urlare qualcuno e, come se chiamate da quella voce, una marea di frecce si fecero strada al di sopra dei passaggi merlati per le sentinelle, schiantandosi sulla parte interna appena prossima alle porte principali. Vedete due o tre soldati cadere dall'alto, con almeno cinque o sei frecce per ciascuno, conficcate al cuore o alla testa. Uno di loro -o per meglio dire: uno di quei cadaveri- ha anche preso fuoco. Chi dal basso era riuscito a difendersi prese a guardarli con occhi sbarrati, evidentemente spaventati da quella catastrofe piovuta dal cielo, letteralmente.
-DEFENSIVA, DEFENSIVA!
Sentite una voce maschile urlare con evidente accento ispanico, ed il suo tono si innalza sulle grida ed i lamenti di sottofondo, oltre che al rumore delle fiamme stesse.
-Ho detto defensiva, cabrón! Usate l'escudo! No se trata de hechizos!!!
Probabilmente capite solo il settanta per cento di tutto il suo discorso, ma per fortuna non è a voi che vanno gli ordini. Immediatamente dopo, infatti, i soldati dalla corporatura grossa si affiancano sempre di più al portone, proteggendosi e proteggendo i vicini con dei grossi scudi di metallo dall'aria particolarmente pesante, in una formazione che ricorda molto le testuggini romane, se non fosse per il fatto i cento fossero disposti quasi a piramide, più file all'altezza della porta.
Intanto il fuoco e le frecce continuano a cadere, ma il giovane ispanico non sembrava spaventato, anzi; nonostante fosse più basso e mingherlino dei sottoposti, emanava una sicurezza ed una determinazione in grado di tenerli tutti sul suo solo palmo di mano, cosa che era sempre accaduta. Nessuno si era mai permesso di dubitare sul Capitano della seconda centuria Antonio Fernandez Cariedo, men che meno andargli contro. Da civile era infatti la persona più buona e gentile del mondo, umile ed amante della natura e dei bambini, ma quando prendeva le armi -tra cui l'enorme ascia bipenne che stringeva fra le dita della destrorsa- allora poteva diventare una bestia.
Costui, posizionato su di una parte sopraelevata dal campo, e più precisamente sui ruderi spenti fatti di legno e pietra di un capannetto distrutto dalla pioggia di meteoriti, si accorse immediatamente del vostro arrivo, ed allora vi scoccò uno sguardo severo.
-I civiles devono desaparecer.
Scocca la lingua, rendendosi conto della possibilità che voi possiate non capirlo, dunque vi fa un'altra domanda, questa volta cercando di non usare i termini a lui così tanto, forse troppo, comuni. Con grande difficoltà, prova perfino a smorzare l'accento.
-Voi chi siete? Chi vi manda?SPOILER (clicca per visualizzare)
Edited by Drusilia Galanodel - 13/6/2012, 13:56. -
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Lungo la strada che conduceva verso la Porta delle Icone, l’eccitazione per l’imminente battaglia crebbe in Nesrìn sempre di più; l’odore di zolfo e di bruciato che le entrava prepotentemente nei polmoni, non faceva altro che renderla ogni secondo più euforica. La rossa amava combattere, la faceva sentire viva; era nel pieno delle forze e impaziente di iniziare lo scontro.
Aumentò il passo, ignorando i corpi mutilati e senza vita di soldati e civili; il puzzo di sangue e morte, forse l’unico dettaglio che non le andava a genio della guerra. La metadrago era abituata a simili spettacoli, tuttavia non poteva nascondere la sua perplessità nel vedere tutti quegli uomini gettarsi a testa bassa nello scontro senza un fremito di paura (o quasi). Insomma, lei aveva sangue di drago che le scorreva nelle vene! Era normale per lei non temere la morte, c’era il drago a proteggerla; ma loro? Che trovassero il coraggio di lottare in qualcos’altro? Amore per la patria, forse? Nesrìn non era mai stata un tipo patriottico, ma comprendeva il sentimento di voler difendere la propria casa; dopotutto, non era quello che anche lei stava facendo in quel momento? Certo, probabilmente era spinta più dalla voglia di combattere che dal desiderio di proteggere gli abitanti di Laputa. Ma è il risultato che conta, nevvero? No, no, non era meschina, semplicemente cosciente del fatto che salvare gli abitanti non sarebbe servito a nulla se prima non avessero sconfitto ... sconfitto chi? Bella domanda. Mostri? Giganti? Mostri giganti? Oh, lo sperava davvero: più erano grossi, più era divertente sconfiggerli.
Infine eccola lì, la Porta delle Icone. Davvero imponente, le ricordava vagamente la Soglia dei Mille Volti - leggendario portale protetto da settecento sigilli, oltre il quale dimorano, sprofondati in un sonno millenario, i Draghi dei Tempi Antichi; i Draghi della Prima Era, che pazienti attendono il giorno del risveglio per poter nuovamente estendere il loro dominio su Àedùn. Almeno secondo il Cantico delle Origini. Nesrìn non si poteva affatto considerare un tipo religioso, eppure quel mito l’aveva sempre affascinata. Già, perché se la gente comune si spaventava ad udire un simile racconto, la metadrago ne rimaneva indubbiamente colpita; che fosse dovuto alla sua eredità draconica? Probabile, ma in quel momento la sua attenzione era focalizzata su altro: la battaglia.- DEFENSIVA, DEFENSIVA!
Agli occhi attenti della rossa non sfuggì una certa somiglianza di quel tizio con una sua vecchia conoscenza, eccezion fatta per l'accento. Il suo nome era Aodhán, l’unico novizio che alla vista di Nesrìn non indietreggiasse timoroso, colmo di un guazzabuglio di sentimenti fra imbarazzo e meraviglia, ma che anzi non si faceva alcuno scrupolo nel rinfacciarle il suo dovere quando questa si cacciava nei guai, insofferente com’era ad eseguire gli ordini. Calmo, solitario e razionale, era praticamente il suo opposto; probabilmente era proprio per questo se andavano tanto d’accordo. Lei tirava fuori Aodhán dal suo guscio e lui, al contrario, teneva a bada gli istinti bellicosi della rossa. Una squadra perfetta, soprattutto sul campo di battaglia. Ah, quante ne avevano passate!
E poi era Nesrìn ad avere un accento bizzarro.
- Ho detto defensiva, cabrón! Usate l'escudo! No se trata de hechizos!!!
La rossa mosse lo sguardo alla ricerca di chiunque avesse dato l’ordine; ed eccolo laggiù: un tipetto mingherlino, ma molto determinato. Si lasciò sfuggire un’espressione stupita. Non poteva essere lui, impossibile, si rifiutava di crederci. Stava cercando un uomo alto, nerboruto e segnato dalle cicatrici di innumerevoli battaglie, ecco chi. Quel tizio doveva essere un suo sottoposto che stava lì in sua vece. Peccato che poco più tardi le supposizioni della rossa si riveleranno totalmente errate.
- I civiles devono desaparecer.
Civile? Civile?! Credeva fosse una civile! Con l’armatura e tutto il resto? Come osava?! Per tutta risposta, la metadrago gli rivolse uno sguardo irritato.
- Voi chi siete? Chi vi manda?
Molto meglio. Almeno poteva capire quello che le veniva detto. Mosse qualche passo verso il ragazzo, pronta a rispondere alla sua domanda.- Nessrìn, Aviatrice Rosssa. Ssono qui per combattere.
Una pausa, lo sguardo della metadrago si spostò ad osservare gli eventi poco più distanti; era evidente quanto fosse impaziente di unirsi alla lotta. La sua mente era già altrove, intenta ad elaborare attacchi spettacolari e devastanti, ansiosa di dare sfoggio della sua piromanzia.
- Ora ditemi, dov’è quessto Antonio Fern ... Diamine!
Normalmente non era così impedita con i nomi, ma c’era una “guerra” da combattere e l’attenzione della rossa era focalizzata su ben altro.SPOILER (clicca per visualizzare)Stato Fisico: Ottimale.
Stato Psicologico: Impaziente di iniziare la battaglia.
Energia: 100%
Equipaggiamento:
Armatura di Scaglie: Ricavata dalla pelle di un drago. Ha le stesse caratteristiche di una comune armatura in acciaio, ma è leggera quanto un’armatura di cuoio.
Lame Gemelle: Una coppia di scimitarre forgiate da degli artigli di drago. Lunghe circa un metro e molto maneggevoli, sono resistenti come l’acciaio.
Passive:
Occhi di Drago: La vista, per un drago, è il senso più importante. La stessa parola “drago” deriva da “dèrkesthai” che significa: guardare. Lo sguardo di un drago va oltre ciò che si vede, sempre attento a individuare tracce invisibili alla comune vista. Nesrìn, in quanto metadrago, possiede quindi un talento naturale nello scovare indizi e dettagli che normalmente passerebbero inosservati.
[Passiva di Vista Potenziata]
Anima di Drago: (gdr only)
La grande longevità dei metadraghi è profondamente legata al sangue di drago, che racchiude poteri per la maggior parte ancora sconosciuti. Recenti studi, infatti, hanno rivelato che l’anima di un drago è molto più legata alla sua controparte terrena rispetto a quella di un comune essere umano. Questo significa che uccidere un metadrago sarà difficile almeno quanto uccidere un drago. La Rossa, quindi, non teme la morte, perché sa che nel suo caso è solo temporanea. Non importa quante volte possa cadere in battaglia, il suo corpo tornerà sempre a nuova vita. Ma non si tratta di un processo istantaneo: più gravi sono i danni che ha subito, più tempo sarà necessario affinché la metadrago si rigeneri completamente.
[Passiva di Immortalità]
Edited by Nesrìn - 22/6/2012, 15:31. -
Emiya Shirou.
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C'era qualcosa di drammatico nel modo in cui i soldati di Laputa cercavano di contenere la catastrofe, la pioggia di fuoco e zolfo continuava come una calamità naturale e la mia attenzione venne totalmente assorbita dalla battaglia per alcuni istanti. Solo le parole serpentine dell'ultima arrivata mi riscossero dal mio lungo attimo di contemplazione. - Voi dovete esssere l’Aviatore Bianco e l’Aviatore Blu di cui mi hanno parlato. Io ssono Nessrìn, Aviatrice Rosssa.
Mi voltai per incontrare una creatura indubbiamente meno bizzarra della prima che avevo scorto, ma comunque decisamente eccentrica. Una donna che sembrava temprata direttamente nel fuoco, tanto bella quanto selvaggia. Tralasciando ovviamente la lingua ofidica ed il particolarissimo accento serpentino. Ingoiai le mie perplessità per una seconda volta, affrettandomi a rispondere.
Bene. Ssapete dov’è quessto Antonio Fern .... come ssi chiama?- Shirou, aviatore bianco. Sto cercando anche io Antonio Fernandez Carriedo.
Da quando ero entrato nei Liber Aeris Milites ero indubbiamente divenuto più pratico, per quanto la mia mente continuasse a divagare con facilità sul senso di ciò che compivo e provavo, ma quella situazione era talmente aliena da impedirmi di rimanere completamente concentrato sull'atto. Il perchè, la ragione ed il modo erano tre dubbi che assillavano la mia mente senza che potessi trovare risposta, così decisi di dedicarmi completamente alla localizzazione del nostro superiore. Dopotutto, posso dire che fu lui a trovare noi.- DEFENSIVA, DEFENSIVA!
Non parlavo la sua lingua, era evidente, eppure qualcosa riuscii a carpire dal discorso: probabilmente stava guidandoi soldati che ci sbarravano la strada contro la pioggia di dardi che li stava flagellando. Aveva un curioso carisma, sufficiente a farlo apparire più imponente di coloro che comandava, per quanto la fisicità degli stessi fosse seriamente preponderante. Inoltre era indubbiamente una persona che non perdeva visione dei particolari, infatti ci notò quasi subito apostrofandoci con parole arcigne e chirurgiche.
Ho detto defensiva, cabrón! Usate l'escudo! No se trata de hechizos!!!- I civiles devono desaparecer.
Si accorse però che non eravamo in grado di capire completamente il suo idioma, così riformulò la frase.- Voi chi siete? Chi vi manda?
La risposta della bizzarra rossa fu istantanea, quasi non aspettasse altro che poter servire il più presto possibile. Potevo comprendere quella premura per quanto i nostri intenti fossero alquanto differenti.- Nessrìn, Aviatrice Rosssa. Ssono qui per combattere.
Mi sentii di intervenire a sostegno della parlata ofidica della ragazza, precisando i nostri intenti in una lingua che speravo risultasse chiara per tutti gli astanti.
Ora ditemi, dov’è quessto Antonio Fern ... Diamine!- Siamo Aviatori, cerchiamo Antonio Fernandez Carriedo. Io sono Emiya Shirou, aviatore bianco.
C'era poco altro da aggiungere nei riguardi di ciò che stava accadendo, la premura doveva essere sin troppo chiara sul mio viso che non chiedeva altro di intervenire per fermare quell'insensato massacro, anche a costo di affrontare un esercito da solo. Pensai pertanto di rafforzare la mia posizione con alcune parole, accompagnandole con lo sciogliersi del sudario protettivo sul mio braccio sinistro e dall'attivarsi dei miei circuiti magici. L'effetto risultante fu indubbiamente evidente, visti i segni degli stessi che brillavano intensamente sulla mia pelle.
Parlai per tutti e tre, involontariamente, ero davvero convinto che l'obiettivo ultimo degli Aviatori, dopotutto, fosse proprio quello di proteggere il presidio errante con ogni mezzo. In realtà il risultato sarebbe stato lo stesso, seppur le vie percorse sarebbero potute differire drasticamente.
- Abbiamo premura di proteggere i cittadini di Laputa.
Il mio cuore, però, volle pensare ancora in termini infantili.. -
TukTuk.
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L'apocalisse sembrava abbattersi come un maglio inarrestabile, schiacciando Laputa sotto colpi incessanti e devastanti.
Il presidio errante era devastato, quasi contaminato dalla situazione. L'aria si fece putrida, pregna di zolfo e sangue, in una miscela che chi aveva servito in qualsiasi campo di battaglia poteva riconoscere molto bene.
La Morte aleggiava ovunque, accompagnata dalle grida straziate di un'intera città.
Tuktuk venne raggiunto da altri due individui, che si presentarono come gli altri avviatori che, assieme a lui, avrebbero dovuto aiutare a proteggere quella città ormai data alle fiamme.
"Tukariatartuk Dai Cunicoli Semi..." la vocetta stridula del Boggart venne sovrastata da un ruggito a tre voci da parte della Masticora e da un "Ci attaccano!" carico di ansia urlato da chissà quale guardia.
Una nube di frecce sembrò alzarsi dal nulla, e presto dalle mura caddero le prime vittime, rovinando al suolo col petto infilzato dai dardi assassini.
" Avviatore blu. Sbrighiamoci a trovare il nostro comandante di riferimento, la situazione si fa spinosa." tagliò corto il molliccio, spronando la Masticora a mettersi in piedi, in caso vi fosse la necessità di combattere.
E un grosso leone azzurro con tre fauci è sicuramente più minaccioso da un nanetto blu tutt'orecchi con una piramide di pietra sulla testa.
L'attacco ebbe l'effetto di animare le truppe Laputensi, che ora fremevano per proteggere la propria città, sciamando da ogni dove e raggiungendo le proprie postazioni.
Fra le tante voci che infestavano la città bassa, una fra tutte si levava a dare ordini a destra e a manca, imprecando in un accento che il Cavalcaspirito non riconobbe.
Ma non era certo l'accento la sua caratteristica principale... quanto la sua anima.
Durante il suo viaggio al di fuori dei Cunicoli, Tuktuk aveva avuto modo di appurare che le anime degli esseri che abitavano la superficie non erano mai uguali, e spesso celavano qualche particolarità unica.
Uno dei suoi compari nemmeno la aveva più, l'anima.
Ma questo... questo superava tutte le stranezze che aveva avuto modo di vedere fin ora.
Non era un unica anima... bensì una moltitudine di anime diverse, assemblate assieme e contenute nel corpo dell'individuo.
"Il mio nome è Legione... poiché siamo in molti." si lasciò sfuggire, a denti stretti, cercando di capire quale frammento di anima fosse il dominante e quindi a quale rivolgersi.
Nonostante attraverso le anime che osservava solitamente fosse in grado di dedurre l'aspetto fisico delle persone, con questa moltitudine non vi riusciva. Si domandò come dovesse sembrare un essere con un anima così tanto incasinata.
L'arrivo dei tre Avviatori venne subito percepito, e l'uomo puzzle si rivolse loro sempre con quello strano linguaggio, di cui il bluastro capì poco. Apparentemente era stato preso per un civile.
Un nano blu a cavallo di un leone azzurro.
100 punti allo spirito di osservazione.
Nuovamente la Masticora si premurò di distogliere il proprio compagno dai suoi pensieri con un ringhio leggero. Erano momenti delicati quelli.
"Siamo Avviatori, pronti a servire Laputa con la stessa passione e ferocia di mamma orsa verso i suoi piccoli." rispose, d'accordo con le parole dei suoi compagni.
"Ci è stato chiesto di congiungerci con il Capitano Fernandez. Uno di voi forse risponde a questo nome, o sa dove possiamo trovarlo?"
Ovviamente il Boggart parlò al plurale. Vedendo molti frammenti di anima, credeva di avere a che fare con molti interlocutori.
La Masticora, da sotto di lui, abbaiò, come a voler mettere fretta al gruppo. Era chiaro che la situazione la innervosiva.CITAZIONEBoggart Tale
Stato fisico:A posto.
Stato psichico: Preoccupato.
Energia: 100%
Companion:
MasticoraSPOILER (clicca per visualizzare)Secondo la tradizione Boggart, le Masticore erano delle creature ancestrali che, durante una guerra prima del tempo, scavarono i Cunicoli per mettere al riparo le popolazioni dall'attacco dei Demoni Macchine.
Da quando i Boggart hanno preso possesso di queste antiche gallerie, i cavalcaspirito di ogni generazione tentano di mettersi in contatto con gli spiriti delle Masticore.
Le apparizioni materiali di questi spiriti sono rare e spesso provocate dall'assunzione di droghe o alcol.
Tuktuk è uno dei pochi cavalcaspirito fortunati ad essere stato convocato da una Masticora e di averne evocato lo spirito in forma materiale. Da allora la accompagna nel suo viaggio attraverso Endlos.
La Masticora apparsa a Tuktuk è il grande Leone Celeste dalle tre Fauci.
Come il nome suggerisce, la Masticora ha la forma di un leone blu di modeste dimensioni, dalla criniera bionda come il grano e dalle tre fauci.
La creatura è dotata di artigli particolarmente affilati, si dice infatti che con quegli stessi artigli fossero stati scavati i Cunicoli stessi.
La coda della masticora la differenzia nettamente da qualsiasi felino cui potrebbe vagamente somigliare. Invece del pelo azzurro, la coda si indurisce fino a ricoprirsi di un vero e proprio carapace, duro come il metallo. Lunga un metro, termina in una punta che rassomiglia in modo inquietante alla coda di uno scorpione.
Passive:
Occhi di un Cavalcaspirito.SPOILER (clicca per visualizzare)I Cavalcaspirito Boggart sono fin dalla nascita completamente ciechi. Questa è l'unica caratteristica che permette di di riconoscerli fin dal primo giorno dalla nascita, in quanto un Boggart vedente non potrà mai sperare di diventare un Cavalcaspirito.
Tuttavia, questo handicap viene ampiamente ricompensato con la facoltà di vedere le anime degli altri esseri viventi, che agiscono come impulsi sonar e riflettono il mondo attorno a loro.
La visuale di un Cavalcaspiriti è molto diversa da quella di una creatura dotata di vista convenzionale.
I colori, la forma delle cose, le tonalità di luce e oscurità avranno un significato completamente diverso per chi vede il mondo attraverso la propria anima.
Oltre a questo, questa visuale offre diversi vantaggi, come un utile funzione auspex che permette di rilevare la presenza di un anima nel raggio di 30 metri.
[Passiva Auspex]
Attive:
[N/A]
Note:. -
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Il giovane vi osserva uno dopo l'altro. Le labbra sottili si piegano in un lieve sorriso verso la focosa rossa, per poi tornar serie ed imperturbabili davanti allo sguardo impassibile del ragazzo che gli si presentò per secondo. Infine, davanti al nano blu su di un leone a tre bocche (???) non potè che essere vagamente confuso... anche perchè effettivamente in quell'inferno sulla terra difficilmente gli sarebbe venuto da pensare a come difende i cuccioli mamma orsa.
-Soy Antonio Fernández.
Dice portandosi una mano al petto e chinando il capo in un lievissimo inchino.
-Uno, dos, tres Aviadores para mí?
Dopo avervi contati, si porta una mano alla fronte bagnata di sudore e fuliggine, abbassa lo sguardo e sospira, leggermente arrossato in volto... o forse sono i riflessi delle fiamme?
-Drusilia señora es muy agradable...
Probabilmente non riuscite ad udirlo bene, ma ciò non importa, anche perchè potreste benissimo non conoscere il suo idioma. Come se non bastasse, siete nel bel mezzo di una battaglia, e sebbene quello che è il vostro nuovo capitano sembra disinformato del vostro arrivo, da bravo combattente e guida di eserciti riesce subito a trovare un lavoro per voi tutti. Intanto dal cielo continuano a cadere frecce infuocate, cadaveri di soldati e... mostri.
Esatto, mostri.
Un gruppetto di loro, più rapido degli altri riesce perfino a superare le linee di difesa, troppo lente e dai riflessi lenti a dispetto della loro potenza. Di questi ben quattro vi vengono incontro, sicuramente intenzionati ad attaccarvi. Come ogni mostro che si rispetti, il loro aspetto è ripugnante al punto da sembrare cadaveri in fiamme ridotti ad un solo scheletro incandescente avvolto da lingue di fuoco. Non hanno armi, a parte i loro artigli.
-Com-iniziate con ... loro.
Balbetta lui, cercando di essere comprensibile.
-Soy deretro de voi... se vi superano voy a matarlos... si, en breve... va-vado a ucciderli, si.
Ora non vi resta che fargli vedere ciò che sapete fare.SPOILER (clicca per visualizzare). -
Emiya Shirou.
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Il tempo degli indugi era terminato con la stessa violenza che aveva trasportato quel pacifico luogo al centro di una guerra. Il nostro comandante sembrò particolarmente sorpreso della nostra presenza, quasi non si aspettasse nessuna tipologia di aiuto, parve anche marcatamente grato a Dama Drusilia.
O almeno era quello che compresi dalle sue parole.
La donna ed il curioso piccoletto sul grosso leone erano al mio fianco e quest'ultimo pronunciò frasi coerenti con le mie, andando a rafforzare la nostra richiesta, subito prima che il comandante potesse accorgersi della nostra presenza. Non potei evitare di mostrarmi sorpreso nel notare l'espressione sbigottita del Capitano ma cercai di mantenere il sangue freddo ricordandomi che quello non era un gioco: troppe vite erano in ballo.
Il fato si premurò di trarre d'impaccio tutti quanti, facendo piovere dal cielo quattro creature poco amichevoli e decisamente intenzionate a passare.- Com-iniziate con ... loro.
In mezzo a quel balbettio riuscii solamente a comprendere che li aveva assegnati a noi. Quattro contro tre, probabilmente la migliore strategia era disfarsi il più velocemente possibile di almeno tre di essi, in modo di concentrarsi sull'ultimo rimasto.
Soy deretro de voi... se vi superano voy a matarlos... si, en breve... va-vado a ucciderli, si.
Non volendo far correre troppi rischi ai miei compagni, decisi di muovermi in avanti e fare in modo di calamitare l'eventuale attenzione di quelle creature mostruose, fungendo da esca per tutti quanti.- Io provo a rallentarli e mirerò su quello totalmente a destra!
Non persi tempo, muovendomi per andare incontro a quelle creature aliene, lasciando che Kanshou e Bakuya apparissero nelle mie mani all'istante. La concentrazione traspariva dal mio viso mentre la carica nascondeva il vero obiettivo del mio assalto.
Sussurrai la frase con la quale raccoglievo i miei intenti, focalizzandomi completamente sullo scontro, preparandomi alla lotta.
- Trace On.
Appena la creatura si trovò ad essere nel raggio della mia tecnica, scagliai entrambe le spade contro di lei, o meglio... Oltre. Simulando un colpo impreciso m'arrestai, dando alla creatura la sicurezza di una facile preda. Proprio allora la tecnica avrebbe rivelato la sua insidia.
Entrambe le lame, rotanti per via del lancio, avrebbero cambiato velocemente direzione una volta superato il bersaglio. A quel punto sarebbero tornate rapidamente indietro, mirando alla colonna vertebrale e alla testa del mostro, per poi tornare a me in caso di successo.
Strinsi i denti, sperando lo stratagemma funzionasse.
In caso contrario avrebbero avuto probabilmente un'altra bara di cui occuparsi.SPOILER (clicca per visualizzare)Stato fisico: Perfetta salute.
Stato Psicologico: Determinato, concentrato.
Mana: 95% (100-5=95)† Tecniche Utilizzate †
♦ Kakuyoku Niren: The Flying Dance of Kanshou and Bakuya Tramite questa tecnica, Shirou scaglia Kanshou e Bakuya verso un bersaglio o (apparentemente) verso il nulla. Il forte legame con queste due lame permette ad esse di virare improvvisamente traiettoria una volta durante il lancio, rischiando di confondere l'avversario sulla metodologia di difesa dalla loro avanzata. La gittata massima del lancio è di 5 metri, raggiunta tale distanza le armi torneranno direttamente da Shirou.
Consumo: Basso.
Costo acquisizione: 1 punto.† Abilità Attive †
♣ Projection Magic: Unlimited Blade Works: Shirou era un mago decisamente scarso rispetto ai canoni del suo mondo, avendo la possibilità di forgiare i propri "Circuiti Magici" (Il sistema che consente al prana/mana di scorrere nel corpo del mago e di incanalarsi in un incantesimo) solo per la forma più basilare di rafforzamento degli oggetti. A seguito dell'innesto del braccio di Archer (vedi background), Shirou scopre che la sua vera peculiarità è la proiezione: la capacità di creare armi dal nulla, con particolare propensione verso le spade. Questa peculiarità non gli permette di riprodurre nessun'arma di tipo meccanico, ma solo armi bianche ed archi. Shirou può infatti analizzare e copiare qualsiasi spada (ed in maniera minore anche le altre armi bianche) possa osservare per qualche istante (a patto che non sia forgiata di materiali particolarmente rari. Un materiale esistente su più mondi come il Mithril potrebbe essere ugualmente riprodotto). La copia non avrà nessuna delle abilità speciali dell'arma copiata (tranne se viene elaborata da Shirou una tecnica apposita per imitarle, ammesso che rientrino nelle sue capacità), ma avrà tutte le sue caratteristiche fisiche. Una volta osservata la lama, Shirou potrà riprodurla in qualsiasi momento (una lista sempre aggiornata delle armi "tracciate" è inserita nel post seguente alla scheda) e farla comparire nelle sue mani senza alcuno sforzo. Le armi così riprodotte non possono resistere a lungo lontano dal loro creatore, se dovessero allontanarsi da lui (sia che lui le lanci o che le perda) all'inizio del seguente turno di Shirou esse sparirebbero.
A livello narrativo, il funzionamento basilare di questo tipo di magia è più simile però ad una evocazione piuttosto che ad una metacreazione, le armi infatti sono incamerate in un piccolo universo parallelo (un Reality Marble secondo il gergo del suo mondo d'origine) conosciuto come Unlimited Blade Works dove sono contenute tutte le copie originali delle armi da lui tracciate, le quali continuano a riprodursi all'infinito. Shirou, di fatto, si limita ad evocare l'arma in questione nel piano d'esistenza in cui è in quel momento.
Consumo: Passiva.
Costo acquisizione: 5 punti.
♣ Arm of the Archer: Durante il suo primo scontro con l'ombra (vedi background), Shirou perde il suo braccio sinistro nel tentativo di proteggere Ilya, infatti esso viene letteralmente polverizzato dall'energia negativa dell'Angra Mainyu. Normalmente, questa condizione lo avrebbe condotto alla morte per dissanguamento ma non andiede così. Archer, ferito a morte, decide infatti di far impiantare il proprio braccio sinistro in Shirou. Questa operazione sarebbe potuta essere letale, ma essendo Shirou ed Archer la stessa persona in momenti storici diversi, il braccio non venne rigettato. Nonostante questo, l'impianto di un arto spirituale su di un corpo vivo rese la connessione estremamente pericolosa e venne usata la Shroud of Martin per sigillare il potere del braccio. Nonostante il sigillo, la presenza di una tale potenza nel suo corpo fornisce a Shirou un bonus passivo del 25% alla sua forza e alla sua velocità, ricavandole direttamente dall'energia e dall'esperienza combattiva di Archer. Se Shirou rimuove la Shroud, può usufruire del pieno potere di Archer ma questo avviene solo tramite tecnica (come Nine Lives Blade Works).
Consumo: Passiva.
Costo acquisizione: 5 punti.
♣ Shards of Avalon: Il giorno dell'incendio che divorò la sua famiglia, Shirou si trovò a sfiorare la morte e a tornare indietro per un soffio. Il tutto avvenne grazie al suo futuro padre adottivo Emiya Kiritsugu che lo raccolse e impiantò nel suo corpo i frammenti di Avalon, il leggendario fodero di Excalibur, un oggetto magico che si narra sia in grado di rendere il portatore relativamente immortale. I frammenti nel suo corpo non hanno neanche lontanamente lo stesso potere della leggenda ma hanno permesso la nascita dell'Unlimitet Blade Works e hanno creato la straordinaria affinità di Shirou verso le spade oltre che avergli garantito la sopravvivenza. A livello di gioco effettivo, questa abilità offre a Shirou un bonus di 50% alla sua resistenza, grazie al naturale rinforzo che Avalon gli offre. A livello narrativo questo avviene tramite un rinforzo della sua ossatura tramite la creazione di centinaia di piccole spade che, sovrapposte, generano una sorta di armatura naturale sottopelle.
Esempio di rinforzo sul corpo di Shirou
Consumo: Passiva.
Costo acquisizione: 5 punti.† Armi Utilizzate †
• Kanshou e Bakuya: sono due spade corte massicce e facili da usare, la prima di color nero e la seconda di colore bianco. Queste spade, oltre ad essere molto affilate, hanno la proprietà di poter essere lanciate come boomerang. Shirou è diventato molto esperto nell'uso di questa loro particolarità.
Costo d'acquisizione: 2 punti.
Immagine. -
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La risposta che arrivò alle orecchie della metadrago, fu a dir poco inaspettata.
Quel tipo - quel tipo era Antonio Fernàndez! Nesìn non poteva crederci. Com’era possibile che un giovinetto tutt’ossa fosse al comando di un esercito!? Sbarrò gli occhi, fissando il ragazzo di fronte a lei con sguardo incredulo: quali altre sorprese le avrebbe rivelato Endlos? Molte, stando a ciò che aveva visto fino a quel momento; quasi a voler sottolineare quel pensiero, il suo sguardo andò ad osservare i suoi compagni d’arme: una strana creatura che amava esprimersi con strani paragoni - in groppa ad una cavalcatura di dubbia origine, e un giovane determinato incline alle arti arcane. Non che la cosa le dispiacesse, anzi, in un certo senso la incuriosiva il dover lavorare con soggetti del genere, ma non poteva nascondere di sentirsi un po’ spaesata da tutte quelle novità.
- Soy Antonio Fernández.- Drusilia señora es muy agradable ...
Quando avrebbe potuto combattere? Era stanca di aspettare, voleva incenerire qualche mostro! Se soltanto quella non fosse stata la sua prima missione, non avrebbe esitato a gettarsi nella mischia - con o senza l’ordine di attaccare. Ma doveva avere pazienza ... quanto odiava quella parola. Insomma, erano lì per aiutare!
La rossa sbuffò irritata, cominciava ad innervosirsi.
E lei lei avrebbe aiutato, in un modo a nell'altro!
Quasi a voler esaudire le sue preghiere, proprio in quell’istante un gruppetto di mostri riuscì a superare le linee difensive: erano in quattro e non sembravano molto minacciosi - fatta eccezione per le fattezze da scheletro e le fiamme che avvolgevano completamente il loro corpo. Già, fiamme.- Cossì non vale!
Con un gesto rapido e deciso, protese il braccio sinistro davanti a sé - palmo bene in vista, mirando allo scheletro. In una frazione di secondo, dalla sua mano si generò una grossa palla di fuoco, che con altrettanta velocità si lanciò verso il malcapitato. Non era il suo attacco più potente, ma di certo faceva scena!
Esclamò Nesrìn, evidentemente contrariata.
Naturale, come poteva dare sfoggio della sua piromanzia se quei mostri l’avevano già battuta sul tempo? Non era leale!
- Com-iniziate con ... loro.
La rossa non aspettava altro.
- Agli ordini!
Disse, lasciandosi sfuggire una risata liberatoria.
- Ora ci divertiamo!
Stava per passare all’attacco, ma i suoi intenti bellicosi furono per un attimo distratti dalle parole pronunciate dal giovane di nome ... Shirou, se non ricordava male.
- Io provo a rallentarli e mirerò su quello totalmente a destra!
La rossa gli sorrise con fare d’intesa.
- Io mi occupo di quello in mezzo, allora.
Oh sì, ed era anche un ottimo diversivo!- Ti farò passsare la voglia di giocare con il fuoco!
Per un attimo fu tentata di lanciare un’altra palla di fuoco - così per il gusto di farlo, ma decise di attendere: quei cadaveri ambulanti non erano degni di lei.
Ora non doveva far altro che aspettare di vedere se il colpo sarebbe andato a segno.
Meglio risparmiare le forze per mostri più alla sua altezza. Sì, ottimo piano! Più erano grossi, più le fiamme attecchivano bene alla loro carne.SPOILER (clicca per visualizzare)Stato fisico: Ottimale.
Stato psicologico: Felice! Finalmente può combattere.
Energia: 95% (100 - 5)
Tecnica utilizzata:
Meteora: Ad una distanza di sicurezza, Nesrìn lancia una palla di fuoco (del diametro di un metro circa) che procede in linea retta verso il nemico; se l’avversario viene colpito, rimarrà stordito e con qualche piccola bruciatura. [Consumo Basso]
Equipaggiamento:
Armatura di Scaglie: Ricavata dalla pelle di un drago. Ha le stesse caratteristiche di una comune armatura in acciaio, ma è leggera quanto un’armatura di cuoio.
Lame Gemelle: Una coppia di scimitarre forgiate da degli artigli di drago. Lunghe circa un metro e molto maneggevoli, sono resistenti come l’acciaio.
Passive:
Occhi di Drago: La vista, per un drago, è il senso più importante. La stessa parola “drago” deriva da “dèrkesthai” che significa: guardare.
Lo sguardo di un drago va oltre ciò che si vede, sempre attento a individuare tracce invisibili alla comune vista. Nesrìn, in quanto metadrago, possiede quindi un talento naturale nello scovare indizi e dettagli che normalmente passerebbero inosservati.
[Passiva di Vista Potenziata]
Anima di Drago: (gdr only)
La grande longevità dei metadraghi è profondamente legata al sangue di drago, che racchiude poteri per la maggior parte ancora sconosciuti.
Recenti studi, infatti, hanno rivelato che l’anima di un drago è molto più legata alla sua controparte terrena rispetto a quella di un comune essere umano. Questo significa che uccidere un metadrago sarà difficile almeno quanto uccidere un drago.
La Rossa, quindi, non teme la morte, perché sa che nel suo caso è solo temporanea. Non importa quante volte possa cadere in battaglia, il suo corpo tornerà sempre a nuova vita. Ma non si tratta di un processo istantaneo: più gravi sono i danni che ha subito, più tempo sarà necessario affinché la metadrago si rigeneri completamente.
[Passiva di Immortalità]
Edited by Nesrìn - 2/7/2012, 14:15. -
TukTuk.
User deleted
-Soy Antonio Fernández.
Tuktuk sorrise, montando la faccia vacua e continuando a sorridere pure durante il seguente scambio di battute.
L'espressione tipica del vecchietto simpatico, col naso bitorzoluto e gli occhi chiusi, in un sorriso al limite dell'affettuoso e il divertito.
Il motivo di tale espressione era chiaro: il cavalcaspirito non aveva capito ASSOLUTAMENTE NULLA di quanto detto dal suo capitano.
O meglio, aveva capito che era il suo capitano: ma questo solo dalla reazione dei due suoi compari.
"Io no ablo tuo idioma!" rispose, scandendo bene le parole e mettendosi le piccole mani blu a cono davanti alla bocca.
Giusto a spezzare quella scenetta strappalacrime: ecco che il cielo comincia a vomitare mostri.
"Hu?"
Le seguenti parole dell'uomo furono chiare come il sole, anche se parlate in quella strana lingua, oscura al Boggart.
Ma quello non era assolutamente un problema.
Il combattimento era una lingua universale.
La Masticora, sotto di lui, si voltò verso la minaccia incombente, piantando bene a terra gli arti e arcuando le spalle celesti, mentre dalle tre fauci proveniva una cacofonia unica di ruggiti.
Il molliccio smontò dalla propria compagna, sedendosi a terra e incrociando le gambe e ponendo le mani sopra le ginocchia.
Gli altri due avviatori scelsero i loro bersagli, e così fece anche il bluastro.
"La Masticora colpirà a sinistra." commentò, mentre scandagliava con la propria vista l'anima di quelle creature.
Un anima fiammeggiante, quasi demoniaca... aliena.
"E l'amore guardò il tempo e rise, perché sapeva di non averne bisogno!"
Urlò Tuktuk, mentre apriva gli occhi per la prima volta da quando quella storia era iniziata. Le sue iridi risplendevano, fiammeggianti.
"Finse di morire per un giorno, e di rifiorire alla sera, senza leggi da rispettare!" rispose a tono la Masticora dalla terza e ultima bocca, mentre le altre due ruggivano la propria rabbia.
L'animale scattò in avanti, coprendo la distanza che lo separava dal proprio nemico. Quando gli fu a tiro, il leone celeste balzò letteralmente addosso alla creatura, contando sulla sua mole per buttarlo a terra e finirlo con i propri artigli. Artigli che per l'occasioni si erano tinti di un bel rosso fiammeggiante... si: alla Masticora andava a fuoco le zampe. Ma questa parve non curarsene minimamente.CITAZIONEBoggart Tale
Stato fisico:A posto.
Stato psichico: Preoccupato.
Energia: 95%
Companion:
MasticoraSPOILER (clicca per visualizzare)Secondo la tradizione Boggart, le Masticore erano delle creature ancestrali che, durante una guerra prima del tempo, scavarono i Cunicoli per mettere al riparo le popolazioni dall'attacco dei Demoni Macchine.
Da quando i Boggart hanno preso possesso di queste antiche gallerie, i cavalcaspirito di ogni generazione tentano di mettersi in contatto con gli spiriti delle Masticore.
Le apparizioni materiali di questi spiriti sono rare e spesso provocate dall'assunzione di droghe o alcol.
Tuktuk è uno dei pochi cavalcaspirito fortunati ad essere stato convocato da una Masticora e di averne evocato lo spirito in forma materiale. Da allora la accompagna nel suo viaggio attraverso Endlos.
La Masticora apparsa a Tuktuk è il grande Leone Celeste dalle tre Fauci.
Come il nome suggerisce, la Masticora ha la forma di un leone blu di modeste dimensioni, dalla criniera bionda come il grano e dalle tre fauci.
La creatura è dotata di artigli particolarmente affilati, si dice infatti che con quegli stessi artigli fossero stati scavati i Cunicoli stessi.
La coda della masticora la differenzia nettamente da qualsiasi felino cui potrebbe vagamente somigliare. Invece del pelo azzurro, la coda si indurisce fino a ricoprirsi di un vero e proprio carapace, duro come il metallo. Lunga un metro, termina in una punta che rassomiglia in modo inquietante alla coda di uno scorpione.
Passiva grandi dimensioni, armi anturali: artigli e coda.
Passive:
Occhi di un Cavalcaspirito.SPOILER (clicca per visualizzare)I Cavalcaspirito Boggart sono fin dalla nascita completamente ciechi. Questa è l'unica caratteristica che permette di di riconoscerli fin dal primo giorno dalla nascita, in quanto un Boggart vedente non potrà mai sperare di diventare un Cavalcaspirito.
Tuttavia, questo handicap viene ampiamente ricompensato con la facoltà di vedere le anime degli altri esseri viventi, che agiscono come impulsi sonar e riflettono il mondo attorno a loro.
La visuale di un Cavalcaspiriti è molto diversa da quella di una creatura dotata di vista convenzionale.
I colori, la forma delle cose, le tonalità di luce e oscurità avranno un significato completamente diverso per chi vede il mondo attraverso la propria anima.
Oltre a questo, questa visuale offre diversi vantaggi, come un utile funzione auspex che permette di rilevare la presenza di un anima nel raggio di 30 metri.
[Passiva Auspex]
Attive:
Incendiare i Cunicoli.
Cosa ci può essere di meglio di una buona dose di adrenalina, dell'arroganza dell'essere giovani e della voglia di fare a pugni?
Avere un Cavalcaspiriti pronto a dare il proprio contributo alla causa, per esempio.
Tuktuk ormai ha superato di un paio di secoli l'età per avere anche solo la voglia di scendere in strada a menare le mani.
Ma perchè menar le mani quando c'è qualcuno disposto a farlo per lui?
Evocando gli spiriti ancestrali del fuoco e della fuliggine, il Cavalcaspiriti è in grado di incendiare letteralmente una parte del corpo di un proprio alleato, senza lasciare però che questo venga ustionato da quelle fiamme. Questo non è solo un effetto scenico per far terrorizzare amici e parenti nel più classico degli scherzi “incendia tua suocera”, ma in termini bellici l'alleato potrà sfruttare le fiamme per ustionare i propri nemici, aggiungendo un carico di danni da fuoco direttamente proporzionale all'energia spesa da TukTuk. In pratica, se il Boggart scegliesse di utilizzare la sua magia sugli artigli della propria Masticora, questa sarebbe in grado, oltre ai normali danni dovuti ai propri artigli, di infliggere dei danni extra dovuti alle fiamme spirituali che gli avvolgerebbero le zampe.
Costo: basso
Note:
Back in black! Esami finiti: non dovrete più attendere.O meglio, dovrete farlo, ma sarete autorizzati a insultarmi
Edited by Netrøsis - 3/7/2012, 23:36. -
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Il giovane ispanico reclinò la testa, stringendo gli occhi color smeraldo a due fessure, in una singolare espressione che dava l'idea di un misto fra perplessità e confusione. Forse era per la strana affermazione dell'omino dalla pelle strana... o magari dalla risposta inaspettata del leone.
-¿qué coño...
Si lasciò sfuggire, ma nessuno dei tre presenti ebbe modo di ascoltarlo.
Senza indugi, infatti, si erano avvicinati alle loro prede, improvvisati cacciatori, e su di essi scagliarono la loro furia... tuttavia controllata, ben coscienti di quanto risparmiare le forze sarebbe stato necessario per fungere concretamente da aiuto all'esercito.
Scelta saggia, comunque, soprattutto col senno di poi.
Un rumore sordo giunse al termine del viaggio delle due lame lanciate dall'Aviatore Bianco, dritte contro la colonna vertebrale del mostro e la testa; sebbene la prima non fosse stata mortale, quella che gli sfondò il cranio decretò ciò che poteva definirsi un colpo di grazia. La cosa singolare è che l'ex-avversario sembrava non essersi affatto accorto della finta... quasi fosse oltremodo stupido. E gli altri che continuavano ad avanzare, ignorandolo, confermavano la tesi.
Poi giunse il turno della donna dal sangue caliente e dello strano omino blu accompagnato dal leone parlante, che rapidi fecero appello alle stesse forze ardenti che avvolgevano i loro nemici per rivoltarglieli contro con il solo intento a renderli un paio di mucchietti di cenere.
Bell'idea... se non fossero stati quelli elementali del fuoco.
Presi alla sprovvista come il primo, beccarono il colpo in pieno, ed entrambi presero a bruciare con maggior vigore, lanciando urla di dolore strazianti. Eppure... non morirono. Per quanto il fuoco facesse male, probabilmente non li avrebbe mai potuti uccidere. Come se non bastasse, la Masticora si levò dal bersaglio senza finirlo, come profondamente disturbata da quelle stesse urla.
-En el suelo!
Una voce, tuttavia, vi sarebbe venuta in soccorso.
-PER TIERRA!!!
...
Beh, si, soccorso.
Anche perchè non obbedire vi sarebbe costato la testa, probabilmente.
Non appena vi foste gettati al suolo, infatti, avreste visto sopra di voi uno strano fascio di luce circolare allargarsi ad una velocità disarmante fino a raggiungere -e superare- i tre demoni rimasti ancora in piedi, ora perfino più vicini. Quasi sicuramente vi sareste chiesti cosa fosse o il perchè della sua stessa esistenza... fino a che i vostri occhi non si sarebbero posati sui vostri nemici improvvisamente ed inspiegabilmente senza testa o tagliati a metà, molto più distanti dalle loro parti mancanti schizzate letteralmente via.
-Todo bien?
Un'ascia bipenne all'estremità di un lungo bastone si posò per terra affondando nel suolo senza la necessità di far forza sul terreno, molto più pesante di quello che sembrava.
Nemici per terra, nutrite la speranza di tirare un sospiro di sollievo; accade tuttavia che la terra sotto di voi inizia a muoversi sotto i pesanti passi di una creatura alta circa due metri e mezzo e proveniente dall'interno della città stessa, provocando in voi giuste preoccupazioni su come fosse effettivamente arrivata fin lì. Eppure non c'è tempo per risposte o interrogatori: quella cosa va distrutta, e l'imbracciare della propria arma di Antonio è un segno più che chiaro di quali siano le sue intenzioni.
Colpire duro.
Senza pietà.SPOILER (clicca per visualizzare). -
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La piromante era oltremodo indispettita. Non solo il suo attacco non aveva sortito gli effetti sperati, ma addirittura quello scheletro adesso si contorceva in preda al dolore, gridando come un ossesso ... come se la magra figura che aveva appena fatto non fosse già una punizione sufficiente. Si guardò la mano che aveva lanciato la palla di fuoco, come a volerla rimproverare.
Si faceva guidare dall’istinto del momento, senza pensare troppo alle conseguenze: una pecca che le era costata cara molte volte. La ragione era che spesso la rossa si rendeva conto del suo sbaglio soltanto quando il guaio era ormai fatto. Quando si dice “ironia della sorte.” Fortuna vuole che fino a quel momento se l’era sempre cavata, in qualche modo. Cos’erano una schiena rotta e una frattura al cranio, una volta ogni tanto? Già, se non era per il sangue di drago che le scorreva nelle vene, probabilmente sarebbe già morta da tempo.
- Dovevo asspettarmelo.
Commentò irritata. A volte detestava essere così impulsiva, la faceva passare per una stupida.
Be’ no, stupida no; ma non si poteva certo dire che Nesrìn fosse un’abile stratega. Tutt’altro.
Mosse lo sguardo a osservare i suoi compagni: Tuktuk aveva fatto attaccare il suo fedele e bizzarro destriero a tre fauci - tattica astuta, considerando la cecità del suo cavaliere, mentre Shirou si era affidato alle sue spade; che tra l’altro squarciarono il nemico come fosse burro ... Un attimo. Nesrìn sgranò gli occhi. Ecco la rivelazione. “Potevo usare anch’io le spade!”
Già, perché non aveva usato anche lei le sue fedeli lame? Semplice, intenta com’era a dar sfoggio delle sue abilità pirotecniche, si era completamente scordata di averle portate appresso. Ora, come potesse dimenticarsi delle armi che teneva sempre addosso in ogni momento della giornata, resta un mistero.
Con il senno di poi si può far tutto, ma non era quello il tempo - ne il luogo, per simili ripensamenti; qualcosa stava andando storto: quegli abomini erano ancora in piedi, ma soprattutto, nonostante le urla disumane che spaccavano i timpani, parevano ancora intenzionati a dar battaglia. Nesrìn non si sarebbe affatto tirata indietro, ma doveva ammettere che la faccenda si stava complicando ... e la rossa detestava quando le cose si complicavano.- En el suelo!
Osservò lo scenario che si presentava davanti a lei e non riuscì a nascondere un fischio d’approvazione: i mostri che fino a poco fa avevano creato non pochi fastidi, ora erano ridotti in minuscoli pezzettini sparsi qua e la per il campo di battaglia.
La metadrago sospirò frustrata, voltandosi di scatto verso il proprietario di quella voce.
Era evidentemente nervosa, non c’era da stupirsi: il suo magnifico (???) attacco era appena andato a vuoto, adesso ci mancava anche che quel tizio si mettesse a dare ordini in una lingua per lei incomprensibile.
- Non capissco una parola di-
- PER TIERRA!!!
...
Ecco, quello lo capiva.
Occhi attenti e ben consapevole dell’attacco che il loro comandante stava per lanciare, la rossa si buttò a terra come le era stato detto - e con ben poca grazia, oserei aggiungere.
- Bel colpo!!
Esclamò entusiasta poco dopo, ignara di cosa fosse successo esattamente. Però era stato un attacco spettacolare, su questo non c’era alcun dubbio!- Todo bien?
Nesrìn si alzò in piedi, scrollandosi di dosso la polvere con fare annoiato. Che distetta! Non aveva neanche dato il meglio di sé! Bofonchiò qualche commento in tono irritato. Non che si fosse aspettata un epica battaglia, ma per la miseria, poteva almeno capitarle qualcosa di meglio di quattro miseri scheletri ambulanti! Chiedeva troppo?
Per pochi secondi, sul volto della metadrago si dipinse un’espressione delusa.
- I mosstri sson già finiti?
Peccato, sperava in qualcosa di più grosso.
No, non chiedeva troppo. Perché proprio in quell’istante la terra iniziò a tremare, rivelando alle spalle dei tre Aviatori un mostro degno di tale nome: un agglomerato informe di ... cos’erano quelli? Corpi?! O forse cadaveri?! Ed era anche bello grosso ... un gigante. La reazione di Nesrìn fu inusuale - come la maggior parte dei suoi atteggiamenti, se è per questo. Sorrise gioiosa, come un bambino di fronte a una ciotola di caramelle. Fece qualche passo verso la creatura, le braccia che lentamente venivano ricoperte dalle fiamme; l’intenso calore che sprigionavano la lasciava completamente indifferente, quasi non lo sentisse.- Come lo preferite? Al ssangue o ben cotto?
Era fin troppo chiaro ciò che aveva in mente: un attacco devastante e letale. Il suo preferito.SPOILER (clicca per visualizzare)Stato Fisico: Ottimale.
Stato Psicologico: Eccitata.
Energia: 95%
Equipaggiamento:
Armatura di Scaglie: Ricavata dalla pelle di un drago. Ha le stesse caratteristiche di una comune armatura in acciaio, ma è leggera quanto un’armatura di cuoio.
Lame Gemelle: Una coppia di scimitarre forgiate da degli artigli di drago. Lunghe circa un metro e molto maneggevoli, sono resistenti come l’acciaio.
Passive:
Occhi di Drago: La vista, per un drago, è il senso più importante. La stessa parola “drago” deriva da “dèrkesthai” che significa: guardare.
Lo sguardo di un drago va oltre ciò che si vede, sempre attento a individuare tracce invisibili alla comune vista. Nesrìn, in quanto metadrago, possiede quindi un talento naturale nello scovare indizi e dettagli che normalmente passerebbero inosservati. [Passiva di Vista Potenziata]
Anima di Drago: (gdr only)
La grande longevità dei metadraghi è profondamente legata al sangue di drago, che racchiude poteri per la maggior parte ancora sconosciuti.
Recenti studi, infatti, hanno rivelato che l’anima di un drago è molto più legata alla sua controparte terrena rispetto a quella di un comune essere umano. Questo significa che uccidere un metadrago sarà difficile almeno quanto uccidere un drago.
La Rossa, quindi, non teme la morte, perché sa che nel suo caso è solo temporanea. Non importa quante volte possa cadere in battaglia, il suo corpo tornerà sempre a nuova vita. Ma non si tratta di un processo istantaneo: più gravi sono i danni che ha subito, più tempo sarà necessario affinché la metadrago si rigeneri completamente. [Passiva di Immortalità]
Edited by Nesrìn - 11/7/2012, 10:44. -
Emiya Shirou.
User deleted
Era indubbiamente un combattente eccezionale.
Con un solo colpo era riuscito a liberarsi di tutti i nemici, intuendo ciò che anche io avevo compreso: quei corpi avevano una struttura fisica troppo fragile per poter resistere ad un attacco ben congegnato ed il ritorno di Kanshou e Bakuya nelle mie mani ne era stata la dovuta e logica esemplificazione. Quelle armi si erano rivelate ancora una volta letali e devastanti, per quanto ancora non riuscissi a maneggiarle come faceva lui.
Sorrisi tra me e me, troppa strada mi divideva ancora da quell'ideale, dalla personificazione di ciò che sarei potuto divenire e prima o poi avrei trovato il modo di raggiungerlo. E di tornare a casa.
Mi rialzai dopo aver sfiorato il terreno nella improvvisa comprensione di come il Capitano si sarebbe mosso, accogliendo dentro di me la maestria di quell'assalto che aveva spazzato ciò che in tre non eravamo riusciti ad arginare.- Impressionante...
Riuscii solamente a commentare di fronte a tanta abilità.
Ma non era tempo per gli indugi, preferii non giudicare i miei compagni, dopotutto sarebbero potuti esser stati colti in contropiede dall'arrivo dell'improvviso avversario. Alla prossima occasione non si sarebero fatti trovare impreparati, ne ero certo.- I mosstri sson già finiti?
Condividevo la domanda della focosa rossa, sebbene nutrissi le speranze esattamente opposte. Se fosse tutto terminato così facilmente sarebbe stato davvero bello. Ma ero pronto a continuare il combattimento, dopotutto avevo imparato che nulla era mai così semplice nella vita. E non venni deluso, mio malgrado.
Una belva molto grande era sbucata dall'interno della città e veniva proprio nella nostra direzione. Indubbiemente era un bene, almeno avrebbe lasciato in pace gli altri cittadini ma... Come era giunta sin li?
Inghiottii il dubbio e mi concentrai nuovamente sulla battaglia, facendo appello a tutte le mie risorse. Quel mostro pareva un ammasso di corpi fusi insieme in una maniera orripilante e mostruosa. Inconsciamente il pensiero volò all'orrida forma del Santo Graal che avevo distrutto poco prima di morire e la mia coscienza vacillò, assalita da un terrore vivo. Dovetti stringere i denti intensamente per rispedire il pensiero da dove era emerso e prepararmi alla lotta. Nesrìn fu la prima a suggerire la via, questa volta.- Come lo preferite? Al ssangue o ben cotto?
Sembrava sul punto di scaricare tutta la sua potenza sul bersaglio e le fiamme che ricoprivano le sue braccia lasciavano ben intendere in un assalto caliente. Bene, avrei fatto in modo di rendere il suo colpo ancora più devastante allora, prendendo nuovamente l'iniziativa.- A me piacciono carbonizzati!
Mi stupii dell'essermi addirittura sperticato in una battuta, evidentemente cominciavo ad abituarmi davvero alla lotta,eppure lui era sempre stato così serio durante i combattimenti.
Riflettere su quelle cose non sarebbe servito a nulla, così feci svanire le mie spade per sostituirle con l'arco che ero abituato ad usare. Subitamente un'altra arma comparve nella mia mano destra, quella atta caricare, e io la incoccai come se fosse una freccia. Una spada dalla lama a spirale, memento di antiche leggende irlandesi che, probabilmente, in quel mondo non avrebbero avuto valore. L'intenzione era forse più evidente nello sguardo che nella postura, stando bene attento a non coinvolgere i miei compagni nella detonazione che ne sarebbe conseguita.
E scoccai il letale dardo che, con un po' d'aiuto delle fiamme cremisi e della misteriosa creatura con tre fauci, speravo fosse in grado di arginare la furia di quel mostro.
- ...Caladbolg!
Per aiutare a salvare quel luogo aveva ancora troppo che meritava d'esser difeso.SPOILER (clicca per visualizzare)Stato fisico: Perfetta salute.
Stato Psicologico: Determinato, preoccupato.
Mana: 85% (95-10=85)† Tecniche Utilizzate †
♦ Projection: Caladbolg II: The Fake Spiral Sword Caladbolg è la leggendaria spada di Fergus mac Róich, nemico giurato di Cú Chulainn. Tale lama è una delle armi che Shirou ha potuto tracciare dai ricordi di Archer, in questa tecnica viene usata come un proiettile esplosivo carico di prana/mana. La spada viene evocata, insieme al tipico arco di Shirou e adattata a divenire una freccia. L'arma, una volta colpito un bersaglio, esplode rilasciando il prana al suo interno coinvolgendo un'area di circa sette metri con la sua esplosione.
Consumo: Medio.
Costo acquisizione: 1 punto.† Abilità Attive †
♣ Projection Magic: Unlimited Blade Works: Shirou era un mago decisamente scarso rispetto ai canoni del suo mondo, avendo la possibilità di forgiare i propri "Circuiti Magici" (Il sistema che consente al prana/mana di scorrere nel corpo del mago e di incanalarsi in un incantesimo) solo per la forma più basilare di rafforzamento degli oggetti. A seguito dell'innesto del braccio di Archer (vedi background), Shirou scopre che la sua vera peculiarità è la proiezione: la capacità di creare armi dal nulla, con particolare propensione verso le spade. Questa peculiarità non gli permette di riprodurre nessun'arma di tipo meccanico, ma solo armi bianche ed archi. Shirou può infatti analizzare e copiare qualsiasi spada (ed in maniera minore anche le altre armi bianche) possa osservare per qualche istante (a patto che non sia forgiata di materiali particolarmente rari. Un materiale esistente su più mondi come il Mithril potrebbe essere ugualmente riprodotto). La copia non avrà nessuna delle abilità speciali dell'arma copiata (tranne se viene elaborata da Shirou una tecnica apposita per imitarle, ammesso che rientrino nelle sue capacità), ma avrà tutte le sue caratteristiche fisiche. Una volta osservata la lama, Shirou potrà riprodurla in qualsiasi momento (una lista sempre aggiornata delle armi "tracciate" è inserita nel post seguente alla scheda) e farla comparire nelle sue mani senza alcuno sforzo. Le armi così riprodotte non possono resistere a lungo lontano dal loro creatore, se dovessero allontanarsi da lui (sia che lui le lanci o che le perda) all'inizio del seguente turno di Shirou esse sparirebbero.
A livello narrativo, il funzionamento basilare di questo tipo di magia è più simile però ad una evocazione piuttosto che ad una metacreazione, le armi infatti sono incamerate in un piccolo universo parallelo (un Reality Marble secondo il gergo del suo mondo d'origine) conosciuto come Unlimited Blade Works dove sono contenute tutte le copie originali delle armi da lui tracciate, le quali continuano a riprodursi all'infinito. Shirou, di fatto, si limita ad evocare l'arma in questione nel piano d'esistenza in cui è in quel momento.
Consumo: Passiva.
Costo acquisizione: 5 punti.
♣ Arm of the Archer: Durante il suo primo scontro con l'ombra (vedi background), Shirou perde il suo braccio sinistro nel tentativo di proteggere Ilya, infatti esso viene letteralmente polverizzato dall'energia negativa dell'Angra Mainyu. Normalmente, questa condizione lo avrebbe condotto alla morte per dissanguamento ma non andiede così. Archer, ferito a morte, decide infatti di far impiantare il proprio braccio sinistro in Shirou. Questa operazione sarebbe potuta essere letale, ma essendo Shirou ed Archer la stessa persona in momenti storici diversi, il braccio non venne rigettato. Nonostante questo, l'impianto di un arto spirituale su di un corpo vivo rese la connessione estremamente pericolosa e venne usata la Shroud of Martin per sigillare il potere del braccio. Nonostante il sigillo, la presenza di una tale potenza nel suo corpo fornisce a Shirou un bonus passivo del 25% alla sua forza e alla sua velocità, ricavandole direttamente dall'energia e dall'esperienza combattiva di Archer. Se Shirou rimuove la Shroud, può usufruire del pieno potere di Archer ma questo avviene solo tramite tecnica (come Nine Lives Blade Works).
Consumo: Passiva.
Costo acquisizione: 5 punti.
♣ Shards of Avalon: Il giorno dell'incendio che divorò la sua famiglia, Shirou si trovò a sfiorare la morte e a tornare indietro per un soffio. Il tutto avvenne grazie al suo futuro padre adottivo Emiya Kiritsugu che lo raccolse e impiantò nel suo corpo i frammenti di Avalon, il leggendario fodero di Excalibur, un oggetto magico che si narra sia in grado di rendere il portatore relativamente immortale. I frammenti nel suo corpo non hanno neanche lontanamente lo stesso potere della leggenda ma hanno permesso la nascita dell'Unlimitet Blade Works e hanno creato la straordinaria affinità di Shirou verso le spade oltre che avergli garantito la sopravvivenza. A livello di gioco effettivo, questa abilità offre a Shirou un bonus di 50% alla sua resistenza, grazie al naturale rinforzo che Avalon gli offre. A livello narrativo questo avviene tramite un rinforzo della sua ossatura tramite la creazione di centinaia di piccole spade che, sovrapposte, generano una sorta di armatura naturale sottopelle.
Esempio di rinforzo sul corpo di Shirou
Consumo: Passiva.
Costo acquisizione: 5 punti.† Armi Utilizzate †
• Hankyu: Un grosso arco da Kyudo, rinforzato nella corda per poter scagliare anche proiettili molto grandi (come delle spade, appunto).
Costo d'acquisizione: 1 punto..