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Edited by Drusilia Galanodel - 8/8/2014, 15:27. -
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Dea della Natura e della Primavera, nel Panteon del Presidio Errante gestisce un ruolo fondamentale all'interno dell'isola; è grazie a Mullai (pronuncia: Mullé) se i raccolti sono perennemente abbondanti, e le terre più fertili di quanto mai ci si potesse immaginare. Venerata soprattutto dai contadini, i suoi santuari sono costituiti da una semplice cupola in legno, esattamente come la sua statua dalle sembianze di fanciulla elfica, e sono sparsi per tutto il Latifondo. Ad ornamento, soltanto fiori, frutti e piante rampicanti.
Vuole la tradizione che il centro del suo potere, nonchè suo unico e vero altare, sia l'Albero Casa. E' proprio lì che all'inizio della Primavera, tutti i contadini versano dell'acqua alle radici come rito propiziatorio per un buon raccolto.
Correva.
La pioggia cadeva inesorabile sulle foglie, ultimo atto di pietà verso quella terra sporca di sangue. Correva, nonostante il vento tentasse disperato di fermarla. Fra i nemici caduti per sua mano, una fanciulla elfica proseguiva senza mai voltarsi. Più nessuna mano di Holiman reggeva la terra al di sopra delle altre, più nessun soffio di Korinna lambiva il suolo ora desolato, donandogli vita. La sua patria sarebbe caduta, abbandonata da chi era stato suo figlio, fuggito come un vigliacco davanti alla rovina.
Mancava davvero poco; la terra tremava sotto le suole degli stivali, frantumarsi davanti agli scossoni provocati da un nucleo ormai vuoto, lo stesso da cui, poco fa, eravamo risaliti. Perchè allora restare lì? Perchè non fuggire come tutti gli altri? Forse era follia la sua, ma sapeva di non essere la sola causa di tutto. Gli dei avevano tradito tutto e tutti, e se non avesse fermato quell'apocalisse... non sarebbe sopravvissuta nemmeno la speranza che le permetteva ancora di muovere le gambe, nonostante le ferite e le ustioni.
Un lampo, e poi il buio.
Una distrazione ed inciampò su una radice. Mullai cadde rovinosamente per terra, gemendo al dolore delle escoriazioni, troppo debole per rialzarsi, mentre la pioggia continuava a lavarle il sangue che continuava a sgorgare via, dettando lo scorrere del tempo che ancora le restava. Provò a rialzarsi invano più e più volte. Mancava davvero poco. Probabilmente non avrebbe mai raggiunto il Mastio. Probabilmente non avrebbe mai più rivisto i volti degli altri da cui si era volutamente separata per tenere indietro il nemico e non rallentarli. Sarebbe caduta come la terra su cui era distesa, e come gli dei che prima la governavano.
Sorrise mentre lacrime amare nascoste da pioggia le rigavano volto come piccoli fiumi. Sorrise perchè anche se era la fine, moriva per ciò che amava, nel luogo che aveva sempre difeso. Dunque si adagiò al suolo quasi fosse un letto, allargando le braccia come a voler stringere la sua terra. E così si addormentò, mentre il suolo arido riprendeva vita allo sgorgare del suo sangue, abbracciandola a sua volta con rami e radici, sempre più vivo al tocco delle sue lacrime, che ben presto divennero ruscelli.
Nessuno ne ritrovò mai il corpo. Solo un albero sorgeva sulla sua tomba, più grande ed alto di ogni altro. Lì riposa la sua anima, ricordo di ciò che è stato, ed emblema di ciò che è rimasto e sempre vivrà, anche oltre la morte.Dea Madre
Sarà forse una semplice credenza popolare, ma è usanza che ciascun contadino del Latifondo versi annualmente dell'acqua alle radici dell'enorme struttura, quasi come rito propiziatorio ad una divinità pagana in grado di donare fertilità ed ottimi raccolti. E' infatti abbastanza palese che le terre del Latifondo non siano abbastanza vaste per sostentare l'intera popolazione di un'isola volante così da poter autogestirsi, eppure questo è possibile grazie ad un particolare liquido rilasciato dalle enormi radici dell'albero, esattamente in proporzione agli abitanti dell'isola, come se questo "sapesse" ed agisse di conseguenza.
Eden
Un grande albero produce tanto ossigeno, questo è banale. Ma l'albero di cui si parla è diverso da tutti gli altri; non solo la sua fotosintesi avviene sia di giorno che di notte, ma rilascia ossigeno durante le ore diurne in quantità ampiamente superiori rispetto a quello che ci si aspetterebbe da un vegetale, anche di quelle dimensioni. E' proprio grazie a lui che Laputa, pur essendo ad altissima quota, non ha problemi derivanti l'aria rarefatta.
Polline Divoramagia.
Il polline per un albero altro non è che il seme da cui germoglierà nuova vita. Anche l'Albero Casa è in grado di produrlo, ed è grazie ad esso che in particolari circostanze ne trae forza. Perennemente prodotto dai fiori color pastello adagiati sui verdi rami, questo si innalza come una leggera nuvola scintillante in grado di avvolgere perennemente l'intera struttura senza lasciarne scoperta una sola parte. La particolarità di tali spore è quella di prosciugare l'energia che transita all'interno della "nube", assorbendo gli incantesimi e le magie, rendendola così ancora più "brillante" e permettendo alle foglie di trarne nutrimento. Tale energia servirà loro, in termini pratici, a rinvigorire e rigenerare parti lese della struttura.
Polline Rinvigorente.
Esiste inoltre un altro tipo di polline generato dall'Albero Casa, e la sua proprietà è quella di dare nuova forza chi sosta fra le sue fronde; i grifoni ed altre creature, se ferite, guariranno più rapidamente all'ombra delle sue verdi foglie, ed in ogni caso sarà impossibile la loro morte fino all'allontanamento dalla chioma arborea. A differenza del Polline Divoramagia che copre per intero tutto l'edificio, quello rinvigorente è più leggero e meno pesante, e perciò si trova solo nella sua parte alta.
Vita nel Legno.
L'Albero Casa è un organismo vivente, e come tale è in grado di difendersi da intrusi fastidiosi. Qualora una qualsiasi creatura crei problemi alla mobilia al suo interno o alla struttura in generale, sarà possibile ritrovarsi faccia a faccia con l'albero -perchè si, lo spirito ha il volto di donna con cui si manifesta, in grado di apparire sulle pareti o su altre superfici- e sarà l'albero stesso a dissuaderlo dal suo modo di fare troppo irruento ed irrispettoso. Se poi l'ospite si dimostra particolarmente fastidioso, allora non apparirà solo la faccia, ma numerose estremità lignee al solo fine di bloccarlo e, qualora ve ne fosse il bisogno, ferirlo o cacciarlo via. Varranno tutti come attacchi fisici.
Radici semovibili:
In rarissimi casi, in situazioni del tutto eccezionali, l'Albero Casa sarà in grado di levarsi sulle proprie radici e camminare, in modo da allontanarsi da una zona ostile. Le radici saranno esattamente come gambe; potranno camminare, correre, saltare, senza che la struttura subisca molte conseguenze, scossoni a parte.
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Edited by Drusilia Galanodel - 22/8/2017, 00:48. -
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Dio dell'intelletto e del progresso dall'aspetto di un umano adulto, nel Panteon del Presidio Errante gestisce come gli altri guardiani il ruolo di protettore dell'isola; è grazie a lui se Laputa è ancora in grado di volare. Venerato dal ceto medio-alto ed in particolar modo dai mercanti e dai fabbri, i suoi santuari consistono in un semplice bassorilievo incavato nella parete con un martello ed una bilancia uniti fra loro grazie ad un nastro rosso. Sono situati all'interno delle forge e dei locali adibiti al commercio. E' usanza nei Distretti Industriali, il primo giorno della stagione autunnale, chiedere di fabbricare nuovi martelli o bilance al Mjöllnir, la forgia dell'Alfiere, in modo da sostituire quelli vecchi negli altari come rito propiziatorio ad un buon anno lavorativo. Vuole la tradizione che questa, infatti sia il centro del suo potere, nonostante sia l'unico guardiano a non avere un vero e proprio altare. Manitan (pronuncia: Manidan) è anche il patrono degli inventori.
Pensava.
Tuoni e lampi straziavano il cielo cupo e piangente, addolorato ed inerme alla lenta agonia di una terra ormai in rovina. I capelli scuri, quasi attaccati alla fronte imperlata di pioggia e sudore, coprivano in parte lo sguardo basso di un uomo gravemente ferito eppure lucido, trascinato come un ferito da esserini alti quanto bambini.
Un uomo pensava. Infondo era quello che sapeva fare meglio: diversamente dagli altri suoi compagni, non brillava nè in forza nè in destrezza... ed il dono della magia era ben lontano dal suo sangue. Se era diventato ciò che era, era solo grazie al suo ingegno. E grazie al suo ingegno lo stavano trascinando fino al cuore dell'isola, perchè suo era stato il piano per arrestarne la caduta. Eppure... trovava tutto profondamente sbagliato. Era sempre stato un peso, ecco cosa: ormai incapace anche di piccoli spostamenti a causa delle ferite profonde, aveva costretto l'intero gruppo a rallentare. Ma il crollo di interi gironi non era certo intenzionato ad attendere i loro comodi: esso continuava implacabile la sua avanzata, e se avessero continuato in quel modo, anche l'unica speranza sarebbe andata perduta.
Con uno strattone si liberò dalla presa dei compagni, cadendo al suolo in un tonfo secco. Al loro tentativo di rialzarlo, lui li fermò con la mano. Poi si strappò la camicia, rivelando incastonato al petto un curioso macchinario luminescente.
-Lasciatemi qui- la sua voce profonda e dolente li raggiunse, mentre si tastava la placca metallica in mezzo al petto -usate l'energia di questa mia invenzione: si rigenera da sè stessa ed è inesauribile. Può alimentare la nostra terra per i secoli a venire.
Nonostante gli esserini fossero di spalle, avreste ben compreso la loro faccia sorpresa.
-Andate prima che crolli tutto: usate il mio cuore.
Quando tutto fu finito, il suo corpo fu cremato. Le ceneri alimentarono il fuoco di una forgia.
Si parla di Manitan come di uno dei più grandi studiosi del passato: ancora è sconosciuta la fonte di energia inesauribile in grado di mantenere in aria l'intero Presidio Errante, da lui stesso progettata. Ancora sono irriproducibili le meccaniche di alcune sue creazioni. Una di queste in particolare, sembra avere vita propria ed è possibile -dopo circa un decennio dalla comparsa del Presidio Errante su Endlos- intravederla perennemente in volo attorno all'isola celeste, come un rapace in attesa di colpire. Non si sa come sia possibile che un costrutto di quel tipo possa avere una coscienza e non abbia bisogno di aggiornamenti, carburante o pezzi di ricambio.
[Taglia Enorme: 10 pt.]
[Volo: 5pt]
[Bonus attributo Forza 50%: 5pt.]
[Bonus attributo Velocità 50%: 5pt]
[Bonus attributo Destrezza 50%: 5pt]
[Immortalità: 5 pt.]
Forma fisica: mana di base=700%
Colpo d'ali: L'enorme creatura batte le ali, schiaffeggiando l'aria. Provoca uno spostamento di correnti che funge come onda d'urto finalizzata a destabilizzare l'avversario.
Consumo: Basso.
Becco: Niente più che un colpo di becco, causa danni fisici da taglio.
Consumo: Medio.
Voce Divina: Altro non è che il verso del costrutto. Si tratta di infrasuoni Da 1 a 10 Hz non udibili da orecchio umano. Gli infrasuoni sono noti per provocare sentimenti di soggezione o paura nell'uomo. Sono anche causa di ansia, tristezza, brividi e impercettibili spostamenti d'aria. La tecnica in sè non ha particolari effetti dannosi -a parte provocare nausee, giramenti e mal di testa negli avversari, o anche far provare loro un vago effetto di sensazione soprannaturale, in associazione agli eventi che si stanno svolgendo- ma se perpetrata ad oltranza, causa la vibrazione degli organi interni della vittima, può portare all'infiacchimento dell'individuo o anche alla morte. Il verso ha la durata di due turni.
Consumo: Medio.
Artigliata: Niente più che un colpo di artigli da una zampa, causa danni fisici da taglio.
Consumo: Alto.
Volo: Un colpo di becco che afferra l'avversario per la testa e lo lancia in aria.
Consumo: Variabile.
Giostra della Morte: Con il becco afferra l'avversario, per poi trascinarlo in aria con sè. Dopo aver compiuto un'evoluzione aerea -disegnando la traiettoria di un cerchio perfetto- lancia la preda al suolo con tutta la velocità accumulata
Consumo: Critico.
Soffio Divino: Un colpo d'ali di immane potenza, in grado di generare una tempesta di vento potente più di ogni altra: gli avversari finiranno sbalzati via dall'isola e con le ossa sbriciolate, qualora la subissero completamente.
Consumo: Critico.
Occhio di Dio: Gli occhi del costrutto non servono per guardare, ma per lanciare raggi laser spaventosamente potenti. Qualora desiderasse che qualcuno o qualcosa sparisca dalla sua vista... con molte probabilità accadrà davvero.
Consumo: Critico x occhio.
Flagello di Dio: Un raggio di spaventosa potenza che infligge danni ad area. Si tratta di un laser che, raggiunto un qualsiasi obbiettivo, lo trasforma nel punto di casting di un'esplosione atomica ad area limitata. Qualunque forma di vita viene inesorabilmente distrutta.
Consumo: Doppio Critico.Il Songbird, cui è tratto l'aspetto fisico e le tecniche di Manitan, fa parte dell' opera "Bioshock Infinite" ed è © 2K Games e Irrational Games.
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Edited by Drusilia Galanodel - 4/5/2014, 22:15. -
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Dio della Magia e della Notte, nel Panteon del Presidio Errante gestisce il ruolo di ultimo protettore dell'isola; ogni difesa magica prodotta da Laputa stessa è riconducibile a lui e lui soltanto. Venerato soprattutto dal ceto intellettuale, i suoi santuari sono spesso situati nelle biblioteche e nei luoghi di cultura. E' usanza che nel primo giorno della stagione invernale, i maghi dell'isola si dirigano al suo unico vero altare, cuore del Magisterium, e donino parte della loro energia ad esso come dimostrazione di massima fedeltà alla città volante. Āciriyar (pronuncia: Āciriyàr) è anche il patrono degli studenti e degli apprendisti, oltre che dei Maestri di tutte le arti.
Crollava.
Per quanto veloci fossero i passi, il mondo alle loro spalle continuava a sgretolarsi senza che potessero far nulla. Una mano distruttrice avanzava implacabile, ed il cuore da salvare appariva sempre più distante ai loro occhi.
La magia li supportava, quella volta come mille altre prima. Ma non bastava, non dopo le fatiche di quella battaglia, non dopo che avevano perso uno ad uno i loro compagni.
La verità gettava un'ombra sulle loro speranze, tormentandoli nella consapevolezza che nessuno di loro avrebbe raggiunto il Mastio. Il passo era corto, la stanchezza e le ferite un cappio da cui non si sarebbero potuti liberare. Il loro mondo avrebbe cessato di volare, infrangendosi al suolo, e con esso anche loro due.
Così lui decise di fermarsi.
Allentò d'improvviso la presa, e lasciò andare la mano che fino a quel momento aveva sempre tenuto stretta. Lei si fermò qualche passo più avanti, e con lo sguardo andò rabbiosa a interrogare l'altro. Non potevano permettersi una pausa, non in quel momento, sembrava urlargli silenzio.
Lui la guardò negli occhi, e le sorrise di rimando.
Il tempo che seguì il loro scambio fugace di sguardi fu solo un battito di ciglia, abbastanza breve da generare una barriera eterea senza che lei potesse impedirlo. Picchiò contro la superficie, cercò di infrangerla, gridò e con ogni forza che aveva in corpo lo supplicò di non abbandonarla. Non anche lui.
Le due mani si sfiorarono, combaciando in forma e dimensione dai lati opposti della parete.
Lacrime scesero sul viso di lei, aldilà della gabbia.
Un muro che li avrebbe separati per sempre.
Congedando la sua amata con un ultimo sorriso, il corpo del mago si accasciò inerme al suolo, abbandonato dal soffio caldo della vita. La terra smise di tremare e tutto divenne immobile, lasciando null'altro che un silenzio straziante attorno all'unico superstite, inginocchiato al suolo e preda di lacrime e singhiozzi accanto al corpo esanime dell'unica creatura che era mai riuscita ad amare.
L'anima dello stregone si dissolse, mutando nella stessa magia che da sempre aveva amato e studiato. Sarebbe sempre rimasto lì a vegliare, come tutti gli altri.
Legato per sempre al cuore di Laputa.
Conoscenza.
Non si può aspettare null'altro da un'entità che è al tempo stesso scuola di magia e fantasma di uno dei più grandi maghi del passato. Avendo trascorso gran parte della sua vita a studiare la magia, ne ha una conoscenza estremamente vasta e dettagliata di ogni disciplina. Ogni libro, ogni strumento all'interno dell'edificio non è altro che la concretizzazione del suo sapere ed ogni nuova ricerca o artefatto non faranno altro che aumentare la sua cultura di per sè immensa.
Magia nella Pietra.
Anima di chi si sacrificò per Laputa, fantasma di una civiltà quasi estinta: le sue spoglie sono ormai unite al suolo dell'isola nell'ultimo girone, pertanto è a questo vincolato. Finchè può agire all'interno del Magisterium, è in grado di manifestarsi come un costrutto magico del tutto simile a sè stesso quando era in vita e perfettamente in grado di interagire con oggetti e persone.
Mura Sacre.
La Scuola di Magia non è una futile arena, o un campo d'addestramento. La cultura è sacra, pertanto va preservata: qualunque tentativo di ledere la struttura sarà immediatamente dissipato dalle difese magiche in essa contenute, ogni tentativo di combattimento azionerà un incantesimo istantaneo che risucchierà letteralmente le essenze magiche di chi cerca lo scontro, portandolo allo svenimento.
Potere ai Maghi.
Il Magisterium non è solo il luogo per studiare liberamente, senza imposizioni e perbenismi, ma anche un'infinita riserva di risorse per chi viene benevolmente accolto al suo interno. I Maghi al suo interno saranno sempre pieni di energie, essenziali per i loro esperimenti, le infinite prove nel tentativo di imparare nuovi incantesimi o anche insegnarli ai propri studenti. In poche parole, tutti i personaggi con ceppo primario Incantatore potranno fregiarsi di una riserva energetica del 400%, a puro scopo didattico.
Sguardo Lungimirante.
Il Magisterium è -ovviamente- il fulcro di tutte le difese magiche di Laputa. Ciò nonostante, non essendosi mai azionate, non esiste nessuno -o quasi- che le conosca appieno.
L'intero contenuto della scheda è di Drusilia Galanodel; si vieta categoricamente qualsiasi riproduzione, totale o parziale, del contenuto della scheda senza permesso dell'autrice..