[Quest] La bambina

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    Mago guerriero, amante dei gufi e signore della piromanzia.

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    Alcuni dicono dal cimitero, altri dal cielo notturno... Decidete voi da dove vengo.

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    Misericorde, detta il Nido degli Angeli, era una struttura del tutto particolare all'interno di Istvàn. Molto sommariamente, la si sarebbe potuta definire un orfanotrofio, ma chiunque conoscesse la città avrebbe saputo che quel sostantivo non avrebbe reso giustizia all'intera istituzione, un luogo dove non solo i bambini più sfortunati venivano accolti, ma dove venivano anche cresciuti ed educati dalle persone vicine alla Dama Azzurra e con molta pazienza e molta calma veniva dato loro un passato e tracciato qualsiasi possibile roseo futuro.
    Tuttavia non sempre le giornate riservavano belle sorprese: c'erano giorni che, a dispetto delle apparenze del cielo sereno di inizio estate, riservavano problemi e disgrazie difficili da immaginare finché non ci si ritrovava davanti ad esse... o venivano portate. Quella stessa mattina, una delle elfe che si occupavano di accudire i bambini e che era da poco rientrata con un ospite straniero da una brutta avventura a Fanedell, si ritrovò di nuovo di fronte una figura che aveva lasciato alle porte della città. Riconoscendone il manto e l'incedere, la giovane suora in blu lasciò la propria occupazione per andargli incontro accogliendolo con il suo titolo ed un sorriso inquieto: "Esploratore..."
    La religiosa aveva infatti in qualche modo capito che qualcosa non andava e in lui c'era qualcosa che il cappuccio non riusciva del tutto a celare. Poco dopo, sarebbe stato chiaro a tutti, quando dalle pieghe del mantello rosso si levò un vagito di una creatura di pochi mesi. Lo shinobi quindi aprì il manto per quel tanto che bastava a scoprire un tenero fagottino rosa, da cui sarebbe spuntata la testolina di una bambina di pochi mesi dai tratti praticamente umani, ma con qualche piccola parte vagamente elfica, come la punta più affusolata delle orecchie e qualche altro tratto somatico che forse in un futuro sarebbe risultato piuttosto piacevole da osservare.
    La donna avrebbe preso il fagottino tesole dall'altro e, prima ancora che potesse chiedergli qualcosa, lui cominciò a parlare: "Un carro fuori città, non molto lontano da dove ci siamo separati. La bambina era l'unica superstite."
    "Oh no! Povera piccola... Cos'è accaduto, Esploratore?"
    "Intendo scoprirlo. Per favore, accudite la bambina finché non avrò concluso le indagini. Solo allora potrò dire che cosa potrà essere della bambina e se ancora ha dei genitori da cui poter essere cresciuta."
    L'uomo, ammantato ed incappucciato, quindi si voltò e si avviò verso i cancelli della città.
    "Esploratore! Indagherete da solo?" chiese quasi preoccupata la suora.
    L'altro si fermò e senza voltarsi rispose: "Non Ho intenzione di coinvolgere altri in questa storia. Se qualcuno vorrà darmi una mano, accetterò l'aiuto che mi verrà offerto." Dopo quelle parole, l'uomo però non si rimise in marcia... era come se stesse aspettando una qualche parola dagli altri presenti...

    CITAZIONE

    Angolo di Narrazione



    Gli altri presenti, neanche a dirlo, siete voi. Ognun di voi, per le ragioni proprie, si troverà davanti a Misericorde, assisterà alla scena e si ritroverà quindi (presumo) volontariamnte coinvolto in una vicenda dall'aria piuttosto brutta.
    Turni liberi, prossimo intervento il 30 giugno, se non prima.

     
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    Viaggiatore dei Mondi

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    Era una bella giornata, nulla da dire, ma nonostante il sole estivo Sarah non sembrava essere dell'umore migliore. Aveva potuto constatare, nei primi giorni in cui aveva prestato servizio presso i Cavalieri Celesti, che aveva ancora tantissimo da imparare. Cero, aveva sempre saputo di non essere una combattente provetta, ma non si aspettava proprio di essere ad un livello così basso! Le avevano detto che la sua abilità era più adatta ad una rissa che ad una battaglia vera e propria e anche se avevano cercato di incoraggiarla dicendo che tutti partivano da quel livello, se non da più in basso, ma la cosa non l'aveva tirata molto su di morale.
    Come se non bastasse aveva avuto conferma del giudizio quando si era esercitata: era riuscita a compiere solo le mosse più basilari ed era fra i più imbranati! Pure quando era andata ad indagare sulle anomalie del Maelstorm aveva avuto difficoltà, sebbene quel compito fosse di una facilità estrema.
    Ad abbatterla non era però il pensiero di essere inferiore ai suoi compagni, ma di essere lontana dal modello che a cui si era ispirato sin da piccolo: l'eroe dei racconti. Certo, sapeva di essere un po' infantile da quel punto di vista, ma quella figura non le sembrava poi così distante dalla realtà. In fondo per diventarlo bastava essere altruisti e abbastanza forti da poter fermare le ingiustizie anche con la forza, se necessario. Già, ma lei aveva queste caratteristiche?
    La prima non lo sapeva, ma per la seconda iniziava a sospettare che le risposta fosse un "no" secco e la cosa la gettava nello sconforto. Si era mai visto un eroe che non sapesse combattere? D'accordo che loro si battevano solo dopo aver provato a risolvere tutto in maniera pacifica, ma se dovevano usare la spada lo sapevano fare e meglio di di chiunque altro.
    Lei invece no! Le sembrava quasi di sentire la voce odiosa di Ise: " Zenar, ti lamenti che ti abbia trasformato in una principessa? Perché pensavi forse che un imbelle come te potesse diventare un paladino della giustizia? Non farmi ridere, ti si addice molto di più essere salvato salvata che salvare qualcuno, come ti si addice molto di più quello che sei adesso."
    Una frase crudele, che la fata non aveva mai detto eppure che le faceva così male!
    Non era vero... lui lei non era debole! Aveva affrontato delle creature pericolose quando era ancora un ragazzo, senza contare che giusto qualche giorno addietro era riuscita ad avere la meglio su una specie di drago... ma chi voleva prendere in giro? Le creature che aveva "affrontato" non erano affatto pericolose e quando se l'era vista contro il dragone sarebbe finita male se al suo fianco non avesse avuto Ise e Cyztia!
    Perché non guardava in faccia alla realtà? Faceva schifo punto e basta! Era debole e questo era il motivo per cui era ancora prigioniera di quella maledetta fata dai capelli rosa!

    Iniziò a sentirsi terribilmente depressa, tanto da non aver voglia di continuare l'addestramento. Smise di accanirsi contro il bersaglio in legno, scosse la testa, rimise la spada nel fodero e se ne andò dalla sala.
    Uscì dalla caserma e prese a vagare per le strade, senza una meta precisa. Distratta dai suoi pensieri superò Taldor per ritrovarsi nella vicina Misericorde, il luogo dove venivano ospitati i piccoli che avevano perso i genitori. In un certo senso era un segno della generosità della Dama Azzurra. Ora che ci pensava, da quando era entrata al suo servizio aveva come l'impressione di essere più completa (Nel senso che l'incantesimo che l'aveva ridotta in quello stato funzionava persino meglio), anche se non capiva ancora il perché.
    Si sedette su un muretto, guardando gli orfanelli che giocavano in lontanaza. Ora che ci pensava avrebbe voluto essere un bambino. Sarebbe stato stato libero da problemi, avrebbe avuto tutto il tempo per diventare forte per realizzare i suoi sogni e soprattutto sarebbe stato tenuto alla larga dalla ragazza con i capelli rosa che era la fonte di ogni suo guaio.

    Stette per qualche minuto lì, finché non giunse lì uno strano uomo avvolto in un mantello a cui andò subito incontro una suora.
    " "Esploratore...""
    la fanciulla non fece molto caso a quelle parole, troppo impegnata ad autocommiserarsi e a deprimersi ancora di più.
    " Un carro fuori città, non molto lontano da dove ci siamo separati. La bambina era l'unica superstite."
    Ma perché non riusciva a... un attimo, che aveva detto quell'uomo? L'unica superstite? Di colpo lasciò perdere i suoi pensieri e si concentrò sul discorso dei due.
    "Oh no! Povera piccola... Cos'è accaduto, Esploratore?"
    Guardò meglio e notò che in effetti l'elfa stesse tenendo tra le braccia una piccola di pochi mesi!
    "Intendo scoprirlo. Per favore, accudite la bambina finché non avrò concluso le indagini. Solo allora potrò dire che cosa potrà essere della bambina e se ancora ha dei genitori da cui poter essere cresciuta."
    Ed scattare una molla nella testolina della fanciulla. Già, perché anche se lei lo ignorava, aveva un paio di caratteristiche in comune a con gli eroi che ammirava tanto: voleva aiutare gli altri non sapeva, stupidamente, farsi i fatti propri e era disposta anche a imbarcarsi in imprese più o meno difficili bramava di suicidarsi in qualche missione impossibile.
    "Esploratore! Indagherete da solo?"
    " "Non Ho intenzione di coinvolgere altri in questa storia. Se qualcuno vorrà darmi una mano, accetterò l'aiuto che mi verrà offerto."
    Ciò che Sarah ignorava era che tutti gli "aspiranti eroi" erano esattamente come lei all'inizio del loro percorso. Tutti deboli e mossi da un istinto suicida.
    Dimenticatosi che era ancorà agli inizi si offrì per dare una mano preparò per cacciarsi nei guai (per fortuna quella missione non sarebbe stata pericolosa).
    " Se posso, mi piacerebbe dare una mano in questa indagine."
    Disse alzandosi in piedi.
    " Vorrai dire verremmo."
    Fece eco una voce dietro di lei, proveniente da una fanciulla più o meno della sua stessa età, dagli occhi marroni e i capelli castani. Si trattava di Lisa, una delle messaggere di Sarah che era venuta assieme a lei ad Endlos. Era una ragazza nata dallo stesso incantesimo che aveva trasformato Zenar nella principessa Sarah.
    Era arrivata poco dopo la sua amica, ma aveva preferito non disturbarla, limitandosi semplicemente ad ascoltare la conversazione tra l'uomo e la donna. Tuttavia quando aveva sentito cosa fosse successo aveva mostrato di avere una mentalità non troppo dissimile dalla biondina e senza pensarci due volte, si era offerta anche lei per aiutare in qualche modo.
    Parlato
    " Esploratore"
    " Elfa"
    " Sarah"
    " Lisa"



    Status psicologico: leggermete abbattuta
    Status fisico: ottimale
    Energia: 100%
    Passive attualmente in funzione:

    Il carisma di una principessa: Sia per il suo aspetto, che per i suoi modi, ma soprattutto perché sa come prendere le persone, Sarah risulterà estremamente carismatica. Basterà vederla o avercela vicino per sentire come un'aura che spingerà chi è attorno a lei a partire ben disposto nei suoi confronti, ad avere un punto di riferimento, ad ascoltarla volentieri e a considerare i suoi consigli allettanti, indipendentemente dalla situazione.
    Chi subisce l'abilità è libero di descrivere cosa la colpisce della ragazza e come reagisce all'influenza che è semplicemente emozionale e non può controllare la volontà altrui.
    L'abilità non è altro che una passiva di influenza mentale, che può essere attivata o disattivata a piacimento da lei, a seconda del modo in cui decida di approcciarsi con gli altri.

    Pet in uso ---> Lisa

    Il seguito di una principessa: Sarah può portare con sé una delle ragazze che la seguono al palazzo, che potrà aiutarla nei più svariati modi, come cercare informazioni o sorvegliare certi luoghi. Non potrà però supportarla in battaglia, infatti basterà anche il più debole dei pugni a metterla fuori gioco e farla svanire in una nuvola di fumo.
    Va considerata come un famiglio non a scopo combattivo.
     
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  3. ~Steel
     
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    Parlato Calisto
    Parlato Smile
    Parlato Elfa
    Parlato Esploratore
    Parlato Sarah


    Non era passato molto da quando era arrivato ad Istvàn, la sua temporanea nuova casa finché non avesse avuto il denaro per ricostruire la vecchia ancora stanziata a Laputa. Già da qualche giorno, tuttavia, avevano cominciato a girare voci su un nuovo scienziato in città, voci che lui e i suoi assistenti avevano attentamente alimentato.
    Quella mattina era stato raggiunto da una Novizia dell'ordine di Misericorde, un famoso orfanotrofio e centro d'accoglienza da quelle parti. Nel reparto medico era scoppiata una certa epidemia virale e giacché i dottori erano troppo occupati - o troppo cari - avevano pensato di rivolgersi a lui. Così, sotto promessa di un compenso, aveva a malincuore abbandonato la sua accogliente cameretta in affitto e aveva seguito l'accolita.
    La tanto temuta epidemia non si era rivelata altro che una mutazione del banale virus dell'influenza, facilmente curabile con degli antibiotici misti a forti dosi di vitamina C. Una cosa semplice, banale, se non fosse che alcuni pazienti in giovane età finirono per peggiorare improvvisamente proprio in sua presenza e lui dovette passare tutta la mattinata ad aiutare le suore a trattare le crisi. Quando ebbe finito non era nemmeno ora di pranzo e lui aveva già voglia di bere qualcosa di forte.
    Seguì una suora per tutta la via verso l'ingresso e la prima cosa che fece oltrepassato l'uscio fu accendersi una sigaretta e appoggiarsi stancamente contro una parete.

    Un carro fuori città, non molto lontano da dove ci siamo separati. La bambina era l'unica superstite.

    Cosa avrebbe dovuto fare ora?

    Oh no! Povera piccola... Cos'è accaduto, Esploratore?

    Intendo scoprirlo. Per favore, accudite la bambina finché non avrò concluso le indagini. Solo allora potrò dire che cosa potrà essere della bambina e se ancora ha dei genitori da cui poter essere cresciuta.

    Forse avrebbe fatto meglio a tornare a casa, SARA sarebbe tornata presto dalla spesa.

    Esploratore! Indagherete da solo?

    Non Ho intenzione di coinvolgere altri in questa storia. Se qualcuno vorrà darmi una mano, accetterò l'aiuto che mi verrà offerto.

    No, magari si sarebbe fermato qualche minuto in un bar, giusto un bicchierino... magari due.

    Ehi Cal, perché non andiamo con loro?

    La voce di Smile uscì senza preavviso da sotto il suo camice sgualcito, rapidamente seguita prima da quella sua sorridente faccia da ebete e poi da tutto il corpo. Quando cazzo si era infilato sotto i suoi vestiti?
    Con la sigaretta tremolante chiusa tra le labbra lo fissò un poco intontito, senza capire bene cosa intendesse. In risposta la creatura indicò con lo sguardo l'elfa e l'uomo incappucciato che finora avevano discusso a pochi metri da lui.

    Magari c'è una ricompensa, e poi non abbiamo altro da fare.

    Spostò per qualche attimo lo sguardo sul duo, soffermandosi in special modo sul fagotto vagente, poi tirò una boccata di fumo e scosse le spalle, scostandosi dal muretto.

    Nah, sembra noioso, inoltre non ho niente a che fare con quella bambina, non mi interessa.

    Quindi infilò le mani in tasca e prese a camminare in direzione della strada per allontanarsi dal gruppetto. No, tutto ciò che aveva voglia di fare in quel momento era ubriacarsi fino a svenire, oppure infilarsi in una rissa e venir malmenato fino a svenire, o ancora tornarsene a casa ad ammazzarsi di canne fino a svenire... insomma, desiderava ardentemente perdere i sensi.

    Se posso, mi piacerebbe dare una mano in questa indagine.


    Si bloccò all'istante.
    Riconosceva quella voce, il solo udirla risvegliava in lui gli istinti più bassi di un uomo e nella sua mente continuava a rimbombare una sola parola: LOLI.
    Si voltò di scatto, sorridendo con quel suo smagliante fare da pazzo, aspirando la sigaretta con tanta forza da finire per morderla: era lei, era Sarah! Da dopo quel loro incontro nella Valle non l'aveva più rivista ed anzi l'aveva ormai archiviata come Preda Mancata: non poteva farsi sfuggire questa fortuita occasione ora che l'aveva rincontrata.
    Completamente rinvigorito si tolse il camice con fare teatrale e lo mollò al povero Smile, sussurrandogli quattro parole:

    Bastone ed MP3, rapido.

    Quindi lasciò che la chimera si allontanasse svolazzando e con fare gioviale s'avvicinò alla combriccola radunata al cancello.

    Signori, vorrei unirmi al party.



    Status: Illeso
    Mana: 100%
    Passive:

    CITAZIONE
    • L'Uomo Filosofale: La Pietra Filosofale, il sacro Graal degli alchimisti capace di donare la vita eterna, la conoscenza assoluta e di trasformare la sostanza secondo i propri desideri. La storia vuole che questo magico elemento, cuore dell'alchimia, non fosse altro che una sciocca superstizione nata dall'ignoranza delle leggi della chimica e dalla superstizione popolare. Se tuttavia credessimo alla semplice realtà dettata dal noto, non avremmo spiegazione di tutti quei fenomeni al di là dello scibile che notiamo su Endlos. Eppure? Non è forse anch'esso un mondo reale? Dunque è accettabile supporre che anche miti quali la Pietra Filosofale esistano e ne abbiamo prova concreta proprio all'interno del corpo di Calisto. Non è detto sapere come e quando, ma è accertato che da qualche parte nel suo corpo sia impiantato un cristallo filosofale, forse non dotato dei divini poteri della Pietra, ma non di meno capace di cose portentose. E' il potere della pietra che alimenta il suo corpo e catalizza la sua scienza alchemica, conferendogli una vita se non eterna quantomeno estremamente longeva. Di fatto il suo corpo non riporta i segni del tempo, né tantomeno le cicatrici di una vita vissuta ai propri limiti, è infatti influsso del cristallo il quasi nullo invecchiamento cellulare e la rapida rigenerazione dei tessuti, tant'è che anche profonde ferite o intere amputazioni tendono ad essere curate e i tessuti rimpiazzati, benché questo non prevenga la morte in caso di incidenti mortali. Ben più magnifico effetto, tuttavia, è quello che si riscontra nella catalizzazione dei processi alchemici quali le trasmutazioni. La Pietra Filosofale è infatti leggendaria per la sua proprietà di ignorare le leggi di conservazione della massa e la mutazione di un elemento in uno diverso. Questo permette al Dottore di eseguire trasmutazioni alchemiche senza doversi preoccupare della massa utilizzata o degli elementi in gioco, un esempio potrebbe essere la trasformazione del suo bastone da passeggio in una pesante falce di piombo senza utilizzo di elementi di supporto nel bilanciamento di massa.
    {Passiva - Le trasmutazioni alchemiche ignorano la legge di conservazione di massa; rigenerazione off-game.}

    • Il Re delle Chimere: Un vecchio soprannome dei tempi in cui lavorava per la corporazione OMBRELLO, "Re delle Chimere" è forse un titolo affibbiatogli per scherzo, ma che ha inaspettatamente un risvolto del tutto concreto nella realtà. E' innegabile che la passione per il concetto di chimera sia un cardine della sua esperienza scientifica, il nucleo attorno a cui l'intera sua ricerca ruota da decenni e decenni. Forse è una crociata contro Dio quella che conduce il Dottore, una sfida nel dimostrare chi sia il migliore nel creare e plasmare la vita, dare una nuova forma all'esistenza o crearne una da zero, fino alla realizzazione di un essere che racchiuda in sé i millenni di evoluzione delle specie dell'intero creato. Non stupisce dunque che il primo soggetto nato dagli sforzi del suo genio sia lui stesso, una chimera generatrice di altre chimere. Non è dato sapere quali procedure abbia seguito e tutti i dati del progetto sono strettamente confidenziali, tutto ciò che conosciamo è il risultato. Forza e velocità trascendono i limiti dell'uomo comune, così come l'efficienza e la stessa catena dei fenomeni fisiologici è stata stravolta. Realizzazione ultima del processo di modifica è stata l'implementazione dei geni e tessuti della progenie chimerica artificialmente creata, il che ha reso il Dottore una specie di incubatrice umana al cui interno risiedono costrutti chimerici e non di basso livello, oltre che ad agenti chimici e patogeni dormienti richiamabili all'occorrenza per mezzo di processi fisiologici indotti.
    {Passiva - +50% +25% Forza e Velocità; la presenza di chimere e altri organismi/composti all'interno del suo corpo è puramente scenica.}

    Famigli:

    CITAZIONE
    png• Smile: Smile è sicuramente il più anziano compagno d'avventura di Calisto, il primo anzi. E' stata la prima creatura prodotta dallo scienziato in giovane età e fin da allora continua a restargli accanto come un fedele animale domestico e prezioso amico. In verità, nel corso del tempo, Smile ha cambiato molto il suo aspetto, soprattutto perché essendo stato il risultato di procedure rudimentali la sua prima forma era notevolmente più primitiva. Al giorno d'oggi Smile ha l'aspetto di quello che sembra essere un grosso insetto, con quattro zampe simili a quelle di un granchio, due arti superiori dalla medesima struttura umana, una testa dalla forma ovale priva di naso o labbra ed infine due paia di ali membranose che consentono il volo. Di tutte queste caratteristiche, l'unica rimasta costante nel tempo è stata l'assenza di un muso, tanto che il suo nome, Smile, gli deriva proprio dal fatto che la mancanza di una bocca fa sembrare che sorrida quasi sempre. Il ruolo di Smile non è del tutto chiaro, le sue piccole dimensioni (è alto 27 cm) e la struttura gracile non lo rendono utile in combattimento, non possiede alcuna abilità o arma particolare e l'unica eccezionalità rispetto alla maggior parte delle altre chimere è la sua superiore intelligenza, confrontabile con quella di un umano medio. Probabilmente l'unico scopo di Smile è quello di star accanto al suo padrone, importunarlo o rimproverarlo, come un amico di vecchia data farebbe.
    {GDR - Famiglio GDR con pura funzione narrativa.}

    Equipaggiamento:

    CITAZIONE
    • Gli Occhiali: Dacché ne abbia memoria, Calisto ha portato sempre lo stesso paio di occhiali. Lenti graduate, taglio rettangolare, montatura leggera creata artigianalmente in lega di alluminio e carbonio. Nel corso degli anni questi occhiali hanno visto e subito ogni sorta di sopruso, tanto da essere stati aggiustati e ricalibrati un numero indefinito di volte. La cosa curiosa è tuttavia che il Dottore ci vede perfettamente anche senza, ma in segno di affetto verso questi vecchi compagni di vita non ha il coraggio di uscire di casa senza.

    • L'MP3: Forse il più significativo lascito del proprio mondo. Vista la mancanza di simili mezzi di riproduzione su Endlos Calisto è particolarmente attaccato a questo oggetto, soprattutto considerata la sua grande passione per la musica, di cui non può fare a meno né durante il lavoro né all'esterno del proprio laboratorio. Fortunatamente il suo computer si è salvato durante la traslazione sul piano di Endlos, permettendogli non solo di conservare i suoi dati di ricerca, ma soprattutto i suoi svariati GB di musica scaricata.

    • Le Fiale: Elemento di cui invece non fa mai a meno sono le sue amate fiale e provette che porta accuratamente con sé riposte sotto i vestiti in apposite cinture e scomparti. Queste contengono sovente i più disparati prodotti di laboratorio che la sua mente coltiva, dai veleni, ai patogeni e perfino le chimere. Vista la delicatezza della strumentazione di vetro, portare con sé provette o fiale di questo materiale sarebbe quantomeno sconveniente e pericoloso, per questo Calisto utilizza delle apposite provette inserite all'interno di un cilindro in lega metallica estremamente resistenze agli urti e alle sollecitazioni e che garantisce inoltre l'equilibrio termico. Tutto ciò previene la propagazione involontaria di composti et simili anche nelle situazioni più rocambolesche.

    • Il Bastone: Qual è il punto di possedere un bastone se non lo si usa per sostegno né si possiede uno status che ne giustifichi la mera funzione da passeggio? Forse è proprio questo il punto, che un simile accessorio non abbia una funzione, bensì rappresenti un semplice orpello che mal si accorda all'immagine di un comune e talvolta trasandato uomo di scienza. Nero, d'un brillante nero dalla lucentezza metallica dal pomello in ottone con rifiniture in oro, l'intero, leggerissimo corpo è composto non di legno, bensì di una lega metallica di zinco, magnesio e alluminio. E' dunque questo solo un inutile orpello da sfoggiare per puro gusto di farlo? Così sembrerebbe, ma tenendo da conto le abilità di trasmutazione del Dottore è facile che questo comune venga trasformato in una spada, una mazza, una falce o qualunque altro prodotto pratico e pronto all'uso.


    Edited by ~Steel - 27/6/2012, 18:40
     
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    Esploratore...


    La voce di Mionwe, l’elfa che aveva salvato non molto tempo prima, risuonò per la stanza di Misericorde mentre Doyen stava riposando un poco.
    Non era passato molto tempo dal suo arrivo in quel luogo pieno di piccoli orfanelli amorevolmente accuditi, che colui che lo aveva aiutato ad uscire da Fanedell e lo aveva introdotto a quel mondo pieno di curiose bizzarrie e di questa strana razza che veniva chiamata “umani”, si presentò alla porta con in mano un piccolo fagottino.
    Una piccola bambina umana, con pochi mesi di vita alle spalle, e alcuni tratti caratteristici del popolo di Doyen e quindi con qualche parente elfico.

    Un carro fuori città, non molto lontano da dove ci siamo separati. La bambina era l'unica superstite.


    Oh no! Povera piccola... Cos'è accaduto, Esploratore?


    Intendo scoprirlo. Per favore, accudite la bambina finché non avrò concluso le indagini. Solo allora potrò dire che cosa potrà essere della bambina e se ancora ha dei genitori da cui poter essere cresciuta.


    Esploratore! Indagherete da solo?


    Non Ho intenzione di coinvolgere altri in questa storia. Se qualcuno vorrà darmi una mano, accetterò l'aiuto che mi verrà offerto.


    All’udire quelle parole, Doyen si alzò dalla seggiola su cui era appoggiato e, intanto che gli altri si facevano avanti e si proponevano per aiutare il ninja nell’ingrato compito di scovare i genitori scomparsi della piccola e scoprire cosa fosse successo al carro, lui con tutta calma si mise addosso il suo mantello incantato, su cui brillavano verdi delle splendide foglie, si aggiustò i foderi delle spade, si mise la faretra sulle spalle e si agganciò l’arco dietro la schiena per poi dirigersi verso l’uscita.
    Una volta che fu a fianco del mezz’elfo, poche parole dense di significato gli uscirono di bocca.

    Nessuno fa del male al mio popolo.
    Cosa stiamo aspettando?



    Status Mentale: determinato
    Status Fisico: illeso/riposato
    Mana: 100%
    note: scusate il post un po' scarno, devo prendere la mano con il pg :3
     
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    Misericorde era davvero un luogo di misericordia, anche per chi vivo forse non era più: lo shinobi sapeva già a cosa sarebbero andati incontro, ma nel frattempo, di punto in bianco, altri tre individui decisero ognuno di propria iniziativa di aggregarsi alle indagini: la prima era una biondina molto bella ed elegante che aveva intravisto qualche volta quando era passato per Istvàn e, se non ricordava male, doveva essere come lui un membro dei Cavalieri Celesti, anche se non appartenente ai ranghi dei Falchi di Fanedell. Se la memoria non lo ingannava, era stata collocata tra le Guardie Cittadine, un corpo scelto più per capacità umanitarie che non per quelle combattive, prerogative più tipiche dell’elité più ristretta della Dama Azzurra e degli stessi Falchi. Era accompagnata da un’altra creatura dall’aspetto umano, ma che emanava più magia di quanto fosse lecito attenersi da un normale essere umano… anzi, a ben percepire, entrambe le figure spiccavano per aura magica e quanto ad anormalità potevano forse fare a gara.
    Il secondo era un tipo piuttosto bislacco e stralunato che non aveva mai visto prima, ma dall’aria piuttosto ambigua. Vestiva anch’egli in maniera piuttosto ben assortita e i suoi modi avevano una certa eleganza, ma qualcosa da lui trasudava viscidume e grettezza dissimulata. In altri termini, non gli sembrava un tipo esattamente “umanitario” e il fatto di essere più vicino alla bionda che non a chi si era assunto l’onere di indagare in quella vicenda non faceva che suggerirgli a lettere piuttosto chiare che un’indagine senza compensi forse per lui non era di primario interesse…
    *Spero almeno si riveli utile…* si disse, sperando quasi di essersi sbagliato nella sua analisi della persona.
    Il terzo individuo era invece un elfo naufrago dimensionale che aveva trovato nel cuore della Foresta di Fanedell insieme alla suora blu di Misericorde che aveva poi scortato fuori dalla foresta e attraverso la valle di Chediya. Doyen gli era parso un individuo piuttosto fiero e pronto a sporcarsi le mani, oltre ad avere doti e propensioni che ne facevano un ottimo esploratore ed assassino e che anche in un ninja avrebbero fatto comodo. Se non fosse stato per la sua eccessiva belligeranza e per l’orgoglio per la sua specie, lo avrebbe anche preso in considerazione qualora avesse cercato un erede o qualcuno a cui trasmettere i segreti del suo clan in vista del suo ritiro o della sua morte. Tempi e pensieri comunque ancora prematuri: era già morto e tornato indietro per volere del destino e fino a quando non ne avesse percepito la chiamata definitiva, non si sarebbe premurato di fronte a simili esigenze.
    Vi ringrazio” disse semplicemente l’esploratore ancora ammantato ed incappucciato, senza voltarsi verso nessuno in particolare. “Non sarà qualcosa di piacevole, temo.
    Senza aggiungere altro, quell’individuo si allontanò da Misericorde, seguito dagli altri che avevano deciso di prendere parte a quelle vicende.

    Dopo quasi mezz’ora di cammino, il quartetto scese l’altura ove era stata depositata la capitale dell’Est e percorsero un tratto abbastanza piacevole della valle di Chediya, non molto frequentato e neppure tratto di strada granché importante. I collegamenti con le altre regioni, in particolare con la Foresta di Fanedell, verso la quale Doyen avrebbe capito che si stavano dirigendo, non era particolarmente percorsa o abitata e a segnalare la strada c’era solo un po’ di erba piegata e terra battuta. E infine fu in vista un carretto rovesciato, un piccolo mezzo di trasporto trainato o trainabile da un cavallo soltanto, cavallo che però non era nei paraggi. Dal lato del carro rovesciato c’erano sparpagliati tutti gli oggetti del carico, mentre dalla parte rispettivamente opposta si trovava un ampio telo cerato disteso per terra… abbastanza per coprire una persona.
    Non vi consiglio di avvicinarvi al corpo” disse ancora lapidario l’Esploratore, che fino a quel momento era rimasto in perfetto silenzio e che in quel momento cominciò a muoversi proprio verso il telo cerato marrone steso a terra, in mezzo ad alcuni arbusti ed alberi ad una decina di metri dal carro rovesciato.
    A quel punto il terzetto era libero di agre come preferiva: in gruppo oppure ognuno per conto proprio, verso tre possibili mansioni: il carro rovesciato aveva comunque lasciato delle tracce e forse l’esame delle stesse avrebbe potuto dare dei risultati utili, così come dare un’occhiata agli oggetti sparsi per quel tratto sparuto di valle non avrebbe probabilmente fatto male. Da ultimo, qualcuno oppure tutti i membri del gruppo avrebbero potuto ignorare il consiglio di chi li aveva condotti fin lì e seguirlo mentre lui si chinava, rivelando in parte un vestiario nero come la notte che lo avvolgeva completamente sotto il mantello, ed esaminava il corpo.

    CITAZIONE

    Angolo di Narrazione


    Bene, qui cominciano i primi passi dell’indagine: come descritto sopra, ognuno di voi è libero di tentare una ed una sola delle opzioni di cui sopra (per motivi di tempistica che saranno rivelati nel prossimo giro). Ovviamente i vostri PG hanno tutti delle caratteristiche che sono più o meno indicate per uno specifico ambito (a voi capire esattamente quale) e i risultati varieranno a seconda di chi farà cosa. Da ultimo, specifico che anche l’inerzia potrà avere delle conseguenze, quindi scegliete bene che cosa fare o non fare.
    Turni liberi, prossimo intervento il 5 luglio.

     
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    Viaggiatore dei Mondi

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    Appena capì che anche Lisa voleva imbarcarsi in quella missione rimase davvero perplessa. Forse quell'impresa sarebbe stata pericolosa anche per lei (ma era stupida e aveva deciso lo stesso di prenderne parte), figurasi per la messaggera! Non aveva mai tenuto in mano un'arma in vita sua ed era ingenua e innocente come una bambina... in poche parole era la persona meno indicata per quel genere di situazioni.
    " Lisa, è meglio se lasci stare. Non sono cose che sapresti gestire."
    Non sapeva bene perché si stesse preoccupando per lei. In fondo non era altro che un frutto del capriccio dell'odiata fata e forse inconsapevolmente una sua complice. Però... era pur sempre una persona e nonostante tutto stava iniziando ad affezionarcisi.
    Comunque il suo atteggiamento non le sembrava coraggioso o ammirevole, ma solo imprudente e infantile (senza rendersi conto che fosse molto simile al suo).
    " Non preoccuparti, sono abbastanza grande da badare a me stessa."
    Adorava i modi protettivi della Principessa, ma voleva dare una mano. In fondo anche lei, come Sarah, sognava di diventare una grande eroina e risolvere i grandi problemi che affliggevano il mondo. Certo, non aveva assolutamente esperienza, ma neanche la sua amica poteva dirsi una veterana. Quindi erano pari.
    " Ragiona un attimo..."
    Era "abbastanza grande da badare a se stessa"? Già... aveva ben sei mesi di età! Era proprio grande...
    Doveva trovare il modo di convincerla a non partecipare. Chissà, magari per una volta avrebbe potuto darle un ordine e risolvere tutto.
    " Mi dispiace ormai o deciso e niente e nessuno mi farà cambiare idea."
    La interruppe con un sorriso impertinente. Fare la trasgressiva la stava iniziando a divertire e più la biondina insisteva, più la curiosità cresceva.
    Sarah sospirò, rassegnandosi. A guardarla bene forse neanche un comando l'avrebbe fatta desistere e avrebbe solo rallentato tutti se non l'avesse accettata subito.
    " Almeno cerca di starmi vicina."
    Non fece però in tempo a finire la frase, che qualcuno si unì alla compagnia.
    " Signori, vorrei unirmi al party."
    Si ricordava molto bene di quella voce; apparteneva allo scienziato pazzo e pervertito che aveva incontrato qualche giorno addietro. Non era pericoloso, ma comunque lo trovava particolarmente irritante. Insomma, già essere nella sua situazione attuale non era piacevole, ma quando i ragazzi si mettevano pure a provarci con lei era non sapeva neanche come reagire, tanto era l'imbarazzo. Non che li condannasse in qualche modo, fino a poco prima era stato come loro e sapeva cosa provavano. Tuttavia se chi la vedeva reagiva come era normale che succedesse, lei invece si sentiva come un ragazzo che si imbatteva in una dichiarazione di uno dello stesso sesso.
    Anche se... ora che era diventata una fanciulla aveva iniziato anche a sentire degli impulsi diversi. Per esempio quando aveva parlato con l'ambasciatore della Dama Azzurra aveva sentito come un sussulto in petto, nel momento in cui le aveva detto qualcosa di particolarmente gentile.
    Scosse la testa e cercò di concentrarsi sulla missione.
    " Molto vicina, in particolare in sua presenza."
    Sussurrò all'ancella. Ricordava bene come Quarion avesse giocato con le sue emozioni, approfittando della sua grande ingenuità e facendole credere di essere davvero interessato a lei, quando invece voleva soltanto intrattenersi con lei per quel giorno. Anche se era parecchio gentile, quell'uomo sembrava essere uno dei fighetti che non prendevano mai una relazione seriamente, ma che inspiegabilmente erano molto popolari con le ragazze.
    Se però l'ambasciatore dell'Est era un galantuomo, Calisto era invece una variabile impazzita, forse anche capace anche di allungare le mani su Lisa! Perciò era meglio metterla in guardia subito.
    " Nessuno fa del male al mio popolo. Cosa stiamo aspettando?"
    Era sorprendente quanta gente fosse accorsa al sentire le parole dell'esploratore! Anche un elfo misterioso si era proposto, sentendo che era stato fatto del male a un suo simile.
    " Vi ringrazio."
    Disse senza neanche voltarsi.
    " Non sarà qualcosa di piacevole, temo."
    Subito dopo il gruppo si mise in marcia, allontanandosi dal Misericorde ed uscendo fuori dalla città.

    Il gruppo avanzò per quasi mezz'ora fuori dalla città, superando le campagne ed imboccando una serie di stradine secondarie. Probabilmente non stavano andando verso un un posto poco frequentato, a giudicare i sentieri in terra battuta che stavano percorrendo. Certo che però Sarah stessa si stupiva un po' che potessero succedere certe cose a Chediya, un luogo in cui la sofferenza pareva essere bandita. Tuttavia rifletté un po' e capì che la musica che risuonava la valle poteva sì aiutare gli abitanti ad agire in maniera altruista, ma non obbligarli, altrimenti sarebbe stata qualcosa di negativo.
    Dunque il piccolo gruppo giunse in prossimità del luogo in cui era avvenuto l'assalto e cosa poteva pensare l'innocente Lisa alla vista del telo che copriva il cadavere. Che fosse qualsiasi cosa, tranne ciò che era logico che fosse... perché? Semplice: era una sorta di difesa innalzata dalla sua mente per non farle guardare in faccia la cruda realtà. Non era una una ragazza stupida, tutt'altro, probabilmente una parte di sé aveva subito capito cosa fosse e aveva deciso di ingannare volutamente se stessa.
    Inganno che durò poco, perché...
    " Non vi consiglio di avvicinarvi al corpo."

    png

    Sotto quel lenzuolo c'era... Oh, mamma! Subito iniziò a farle tutto un'enorme impressione. Il cuore iniziò a batterle all'impazzata, il viso impallidì e la testa prese a girare.
    Sarah aveva molti complessi d'inferiorità perché non si vedeva abbastanza forte ma se avesse visto quanto male fosse presa la messaggera, avrebbe subito recuperato autostima.
    " Lisa, forse è meglio..."
    Appena però sentì la voce dell'amica, si ricordò quanto ci tenesse a fare la sua parte e riprese il controllo su se stessa.
    " Tranquilla, sto bene."
    Disse, facendosi un po' di coraggio e facendo cessare il giramenti di testa. Aveva paura e non era mai stata messa davanti a una realtà del genere, ma non si sarebbe mai perdonata di essersi tirata indietro.
    La biondina scosse la testa ed escluse categoricamente di andare a vedere il poveretto in presenza della cortigiana, quella magari sarebbe stato qualcosa che si addiceva più a Calisto.
    " Diamo un'occhiata agli oggetti sparsi, quattro occhi sono meglio di due."
    Disse, cercando di non calpestare le tracce lasciate dal carro e curandosi che l'altra fanciulla facesse altrettanto.
    " Avvertimi se vedi qualcosa di sospetto."
    " Tipo?"
    " Un arma, qualsiasi cosa possa appartenere all'assalitore o che magari desiderava sottrarre al proprietario del mezzo.
    In generale un oggetto diverso dagli altri."

    Detto ciò si mise ad osservare tutto ciò che era stato sparpagliato per quella stradina. All'occorrenza sollevando con delicatezza quanto era a terra per poterlo osservare da ogni lato. Maneggiando tutto con estrema cura, per non distruggere inavvertitamente qualche indizio su di esso.
    Parlato
    " Esploratore"
    " Elfa"
    " Sarah"
    " Lisa"
    " Calisto"
    " Elfo"



    Status psicologico: concentrata
    Status fisico: ottimale
    Energia: 100%
    Passive attualmente in funzione:

    Il carisma di una principessa
    La grazia di una principessa (non si sa mai che non possa servire)

    Pet in uso ---> Lisa
    Il seguito di una principessa
     
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    Death is only the beginning.

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    Le sabbie del tempo.

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    Il ninja ringraziò i tre avventurieri che avevano risposto alla sua chiamata, non proprio alle armi, ma quantomeno all’investigazione.

    Durante la mezz’ora successiva, il gruppo uscì da quella che era la capitale del Presidio dell’Est, scendendo l’altipiano.
    Appena fuori della città il Guardiavia si sentì subito meglio, più libero e soprattutto a suo agio con l’ambiente circostante, non poteva sopportare le città, così piene di edifici, così claustrofobiche e con poco verde.
    Anche quando coloro che governavano decidevano di abbellirla e renderla più verde, non reggeva comunque mai il paragone con la bellezza incontaminata di un paesaggio come quello.
    La Valle del Vento era meravigliosa.

    Mentre il suo lungo mantello perdeva le splendide foglie estive e si ricopriva di un folto strato d’erba, la stessa che cresceva nei prati attorno a lui, Doyen approfittò dell’attesa per studiare i suoi compagni di viaggio: una umana che viaggiava con quella che lui interpretò essere la sua serva, umana anch’essa, o qualcosa di simile e uno strano dottore umano (diamine, quella strana razza era ovunque, in quel semipiano).
    La prima aveva un nonsochè di strano, poteva quasi sospettare che ci fosse qualcosa di poco chiaro in lei anche se non riusciva a capire bene che cosa, il secondo invece gli metteva semplicemente i brividi, soprattutto perché si portava dietro quel coso piccolo e orripilante.
    Compagni di squadra ben strani, non era nemmeno sicuro potessero cavarsela da soli, tuttavia finché erano con lui li avrebbe difesi dai pericoli poiché questo è ciò che ogni Capocaccia è tenuto a fare con i componenti della propria squadra…per quanto disomogenea e raffazzonata questa sia.

    Lungo la strada per Fanedell, che Doyen riconobbe d’istinto, arrivarono infine al loro obbiettivo.
    Una rapida analisi della situazione gli fece capire dove doveva guardare per capire cosa era successo: il carro era rovesciato su un fianco, del cavallo non c’era traccia, da una parte il contenuto era sparso ovunque mentre dall’altra c’era un telo cerato grande abbastanza per coprire un cadavere.
    Dapprima una delle due ragazze si avvicinò al cadere, poi appena lo vide se ne allontanò e assieme alla compagna (che fossero una coppia?) cominciarono a frugare tra gli oggetti sparsi.
    Una cosa intelligente sarebbe stata dividersi i compiti, dato che loro erano in tre, e rimanevano lui e quello strano individuo, con il ninja chino sul cadavere decise che la cosa migliore era controllare le tracce del carro.

    Senza dire una parola il Maestro Arciere si avvicinò al punto in cui il carro stesso era adagiato su un fianco e da lì si chinò a terra, cercando di ricostruire dalle tracce lasciate dalle ruote il suo percorso, da dove venisse, dove stava andando e soprattutto se la profondità delle tracce combaciava con il peso del carro più quello degli oggetti che si trovavano lì sparsi.
    Forse qualcuno aveva portato via qualcosa e se erano fortunati, era qualcosa di molto pesante.

    Status Fisico: Illeso
    Status Mentale: Concentrato
    Mana: 100%
     
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  8. ~Steel
     
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    Parlato Calisto
    Parlato Esploratore


    Smile li raggiunse solo quando erano ormai alle porte della città, sbandando di qui e là a causa degli oggetti che trasportava e che rendevano il volo difficoltoso. Calisto aveva inizialmente intenzione di attaccare discorso con Sarah e magari anche con la damigella che sembrava accompagnarla, giacché anche questa era un bel bocconcino, ma la cupa aura greve che incombeva sul gruppo come un manto di piombo lo distolse dall'obiettivo. Invece preferì mettersi le cuffie, alzare il volume dell'MP3 e giù con la musica!


    A dispetto della tensione che correva tra i presenti, lui era ormai stato rapito da quella canzone, tanto da cantarla a squarciagola lungo tutto il percorso, utilizzando il bastone come un'immaginaria asta da microfono - o una chitarra, all'occorrenza.
    L'uomo incappucciato li guidò oltre le mura di Istvàn, giù per la collina sul sentiero per la foresta di Fanedell. Lo scienziato con conosceva molto bene quel posto, durante la sua breve permanenza nell'Est aveva solamente udito voci e racconti da bar riguardo la presenza di strane creature, mostri, spiriti silvani che la notte facevano camminare gli alberi, tanto che chi vi si fosse perso non avrebbe mai più fatto ritorno. Bah, sciocchezze a suo dire, aveva ampiamente accettato che su Endlos accadessero cose inspiegabili, ma storie di alberi parlanti e casette stregate? Non erano mica in una fiaba...
    Non ci misero fortunatamente molto ad arrivare. Lungo la strada, in mezzo all'erba e la terra, un carro abbandonato, niente cavalli, niente passeggeri, solo un rimorchio rovesciato e del carico sparpagliato.

    Non vi consiglio di avvicinarvi al corpo.

    Calisto si stava togliendo gli auricolari in quel preciso momento, ma anche sentendo le parole del tipo incappucciato non le colse al volo. Fu solo quando spostò lo sguardo e notò il telo steso in terra che capì.
    Le donne ebbero la reazione che più comunemente ci si sarebbe aspettata, un misto di paura e tristezza, l'altro elfo sconosciuto che aveva ribattezzato Legolas Jones, invece, non ebbe particolari reazioni.
    Non appena il capogruppo si scostò dagli altri per andare a vedere il cadavere, le ragazze si gettarono a raccogliere ed esaminare la roba caduta in terra, mentre Legolas Jones si mise a studiare le tracce del carro per capire dove gli orchi avessero portato gli Hobbit cosa fosse successo.
    Calisto, invece, se ne stette lì in piedi per qualche attimo, guardandosi un poco intorno e pensando ad alta voce.

    Che genere di banditi prende i cavalli ma lascia tutto il resto?

    Inclinò la testa, un po' confuso, poi alzò le spalle rassegnandosi all'ignoranza e si voltò verso Smile, sussurrandogli qualcosa.

    Tu vedi se noti qualcosa nei paraggi, sbatti quelle alucce.

    La chimera annuì e si diede uno slancio in aria, prendendo a volare sopra le loro teste con l'intenzione di notare qualche indizio che fosse sfuggito loro.
    Subito dopo Calisto trasse da un taschino una delle solite sigarette, avvicinandosi con calma al telo che occultava il cadavere, per poi chinarsi accanto ad Altair - aveva ribattezzato anche lui.

    Diiiamo un'occhiata alla portata principale, oh tranquillo, sono un dottore.

    E sorrise amaramente, aggiustandosi gli occhiali sul naso e sbattendo il bastone in terra.
    La verità è che lui non era davvero un medico, ma in anni di studi sulle chimere e il corpo umano aveva imparato a sufficienza per passare per un esperto del campo. Chissà che la sua conoscenza sarebbe servita a qualcosa.



    Status: Illeso
    Mana: 100%
    Passive:

    CITAZIONE
    • L'Uomo Filosofale: La Pietra Filosofale, il sacro Graal degli alchimisti capace di donare la vita eterna, la conoscenza assoluta e di trasformare la sostanza secondo i propri desideri. La storia vuole che questo magico elemento, cuore dell'alchimia, non fosse altro che una sciocca superstizione nata dall'ignoranza delle leggi della chimica e dalla superstizione popolare. Se tuttavia credessimo alla semplice realtà dettata dal noto, non avremmo spiegazione di tutti quei fenomeni al di là dello scibile che notiamo su Endlos. Eppure? Non è forse anch'esso un mondo reale? Dunque è accettabile supporre che anche miti quali la Pietra Filosofale esistano e ne abbiamo prova concreta proprio all'interno del corpo di Calisto. Non è detto sapere come e quando, ma è accertato che da qualche parte nel suo corpo sia impiantato un cristallo filosofale, forse non dotato dei divini poteri della Pietra, ma non di meno capace di cose portentose. E' il potere della pietra che alimenta il suo corpo e catalizza la sua scienza alchemica, conferendogli una vita se non eterna quantomeno estremamente longeva. Di fatto il suo corpo non riporta i segni del tempo, né tantomeno le cicatrici di una vita vissuta ai propri limiti, è infatti influsso del cristallo il quasi nullo invecchiamento cellulare e la rapida rigenerazione dei tessuti, tant'è che anche profonde ferite o intere amputazioni tendono ad essere curate e i tessuti rimpiazzati, benché questo non prevenga la morte in caso di incidenti mortali. Ben più magnifico effetto, tuttavia, è quello che si riscontra nella catalizzazione dei processi alchemici quali le trasmutazioni. La Pietra Filosofale è infatti leggendaria per la sua proprietà di ignorare le leggi di conservazione della massa e la mutazione di un elemento in uno diverso. Questo permette al Dottore di eseguire trasmutazioni alchemiche senza doversi preoccupare della massa utilizzata o degli elementi in gioco, un esempio potrebbe essere la trasformazione del suo bastone da passeggio in una pesante falce di piombo senza utilizzo di elementi di supporto nel bilanciamento di massa.
    {Passiva - Le trasmutazioni alchemiche ignorano la legge di conservazione di massa; rigenerazione off-game.}

    • Il Re delle Chimere: Un vecchio soprannome dei tempi in cui lavorava per la corporazione OMBRELLO, "Re delle Chimere" è forse un titolo affibbiatogli per scherzo, ma che ha inaspettatamente un risvolto del tutto concreto nella realtà. E' innegabile che la passione per il concetto di chimera sia un cardine della sua esperienza scientifica, il nucleo attorno a cui l'intera sua ricerca ruota da decenni e decenni. Forse è una crociata contro Dio quella che conduce il Dottore, una sfida nel dimostrare chi sia il migliore nel creare e plasmare la vita, dare una nuova forma all'esistenza o crearne una da zero, fino alla realizzazione di un essere che racchiuda in sé i millenni di evoluzione delle specie dell'intero creato. Non stupisce dunque che il primo soggetto nato dagli sforzi del suo genio sia lui stesso, una chimera generatrice di altre chimere. Non è dato sapere quali procedure abbia seguito e tutti i dati del progetto sono strettamente confidenziali, tutto ciò che conosciamo è il risultato. Forza e velocità trascendono i limiti dell'uomo comune, così come l'efficienza e la stessa catena dei fenomeni fisiologici è stata stravolta. Realizzazione ultima del processo di modifica è stata l'implementazione dei geni e tessuti della progenie chimerica artificialmente creata, il che ha reso il Dottore una specie di incubatrice umana al cui interno risiedono costrutti chimerici e non di basso livello, oltre che ad agenti chimici e patogeni dormienti richiamabili all'occorrenza per mezzo di processi fisiologici indotti.
    {Passiva - +50% +25% Forza e Velocità; la presenza di chimere e altri organismi/composti all'interno del suo corpo è puramente scenica.}

    Famigli:

    CITAZIONE
    png• Smile: Smile è sicuramente il più anziano compagno d'avventura di Calisto, il primo anzi. E' stata la prima creatura prodotta dallo scienziato in giovane età e fin da allora continua a restargli accanto come un fedele animale domestico e prezioso amico. In verità, nel corso del tempo, Smile ha cambiato molto il suo aspetto, soprattutto perché essendo stato il risultato di procedure rudimentali la sua prima forma era notevolmente più primitiva. Al giorno d'oggi Smile ha l'aspetto di quello che sembra essere un grosso insetto, con quattro zampe simili a quelle di un granchio, due arti superiori dalla medesima struttura umana, una testa dalla forma ovale priva di naso o labbra ed infine due paia di ali membranose che consentono il volo. Di tutte queste caratteristiche, l'unica rimasta costante nel tempo è stata l'assenza di un muso, tanto che il suo nome, Smile, gli deriva proprio dal fatto che la mancanza di una bocca fa sembrare che sorrida quasi sempre. Il ruolo di Smile non è del tutto chiaro, le sue piccole dimensioni (è alto 27 cm) e la struttura gracile non lo rendono utile in combattimento, non possiede alcuna abilità o arma particolare e l'unica eccezionalità rispetto alla maggior parte delle altre chimere è la sua superiore intelligenza, confrontabile con quella di un umano medio. Probabilmente l'unico scopo di Smile è quello di star accanto al suo padrone, importunarlo o rimproverarlo, come un amico di vecchia data farebbe.
    {GDR - Famiglio GDR con pura funzione narrativa.}

    Equipaggiamento:

    CITAZIONE
    • Gli Occhiali: Dacché ne abbia memoria, Calisto ha portato sempre lo stesso paio di occhiali. Lenti graduate, taglio rettangolare, montatura leggera creata artigianalmente in lega di alluminio e carbonio. Nel corso degli anni questi occhiali hanno visto e subito ogni sorta di sopruso, tanto da essere stati aggiustati e ricalibrati un numero indefinito di volte. La cosa curiosa è tuttavia che il Dottore ci vede perfettamente anche senza, ma in segno di affetto verso questi vecchi compagni di vita non ha il coraggio di uscire di casa senza.

    • L'MP3: Forse il più significativo lascito del proprio mondo. Vista la mancanza di simili mezzi di riproduzione su Endlos Calisto è particolarmente attaccato a questo oggetto, soprattutto considerata la sua grande passione per la musica, di cui non può fare a meno né durante il lavoro né all'esterno del proprio laboratorio. Fortunatamente il suo computer si è salvato durante la traslazione sul piano di Endlos, permettendogli non solo di conservare i suoi dati di ricerca, ma soprattutto i suoi svariati GB di musica scaricata.

    • Le Fiale: Elemento di cui invece non fa mai a meno sono le sue amate fiale e provette che porta accuratamente con sé riposte sotto i vestiti in apposite cinture e scomparti. Queste contengono sovente i più disparati prodotti di laboratorio che la sua mente coltiva, dai veleni, ai patogeni e perfino le chimere. Vista la delicatezza della strumentazione di vetro, portare con sé provette o fiale di questo materiale sarebbe quantomeno sconveniente e pericoloso, per questo Calisto utilizza delle apposite provette inserite all'interno di un cilindro in lega metallica estremamente resistenze agli urti e alle sollecitazioni e che garantisce inoltre l'equilibrio termico. Tutto ciò previene la propagazione involontaria di composti et simili anche nelle situazioni più rocambolesche.

    • Il Bastone: Qual è il punto di possedere un bastone se non lo si usa per sostegno né si possiede uno status che ne giustifichi la mera funzione da passeggio? Forse è proprio questo il punto, che un simile accessorio non abbia una funzione, bensì rappresenti un semplice orpello che mal si accorda all'immagine di un comune e talvolta trasandato uomo di scienza. Nero, d'un brillante nero dalla lucentezza metallica dal pomello in ottone con rifiniture in oro, l'intero, leggerissimo corpo è composto non di legno, bensì di una lega metallica di zinco, magnesio e alluminio. E' dunque questo solo un inutile orpello da sfoggiare per puro gusto di farlo? Così sembrerebbe, ma tenendo da conto le abilità di trasmutazione del Dottore è facile che questo comune venga trasformato in una spada, una mazza, una falce o qualunque altro prodotto pratico e pronto all'uso.
     
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    Mago guerriero, amante dei gufi e signore della piromanzia.

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    Alcuni dicono dal cimitero, altri dal cielo notturno... Decidete voi da dove vengo.

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    Una delle giovani donne che aveva deciso di seguirlo in quell'impresa pensò bene di non dargli ascolto e prima ancora di chinarsi ad esaminare il corpo aspettò di vedere se e come avrebbe reagito. Per fortuna la bionda pensò bene di prenderla e portarla a svolgere un altro compito, decisamente meno ingrato di quello a cui il ninja si apprestava a svolgere, prima che le conseguenze si facessero di difficile e più laboriosa riparazione.
    Le due damigelle si immersero quindi nella ricerca di qualsiasi cosa utile o anche solo strana in mezzo a tutto il carico sparso per terra e per l'erba. Che avessero esperienza di criminalità o meno, avrebbero entrambe notato come ci fosse in giro molta roba, tra bauli e bauletti sparsi e alcuni apertisi più per l'urto a terra che non per altro. In mezzo a tutto quanto c'erano molte cose abbastanza interessanti e alcune anche belle, come abiti galanti e altri non da occasione, ma comunque molto belli... tanto che probabilmente potevano essere indossati a teatro. Ad un certo punto, una delle due avrebbe aperto un baule piuttosto ampio e vi avrebbe trovato dentro la prova definitiva di tale sospetto, perché il contenuto si sarebbe rivelato pieno di trucchi, body, corpetti, calze, scarpe, costumi scenici e quant'altro poteva servire ad una ballerina e ad un'attrice professionista! C'era persino un portagioie con alcuni gioielli dentro e alcuni, i più "consumati", erano evidente bigiotteria, ma altri sembravano essere autentici e di grande valore! Come poteva essere stato trascurato un così evidente e facile bottino?
    Inoltre, una seconda stranezza si poteva notare con una certa facilità: alcuni bauli portavano il marchio di fabbrica di alcuni artigiani dell'Est... ma la maggior parte di essi, così come la stragrande maggioranza dei beni ritrovati lì, erano di tutt'altra provenienza, ovvero del Presidio dell'Ovest.
    Come ultimo rinvenimento strano e più sospetto degli altri, in mezzo a tutta la serie di oggetti e monili c'era anche una sorta di fiala o di contenitore di vetro, dal quale si vedevano chiaramente delle foglie... ma come si poteva essere salvato del vetro dal ribaltamento del carro?

    Doyen nel frattempo avrebbe avuto molto da controllare: le tracce erano molto numerose e molto lunghe: già prima di avvicinarsi al carro, avrebbe notato che oltre alle tracce del cavallo edel carro che trainava, c'erano ben altre serie di impronte di cavalli. Erano alcune sovrapposte e altre confuse, ma approssimativamente si poteva dedurre la presenza di almeno altri quattro individui. Se fosse andato a controllare più indietro, l'elfo avrebbe notato come il carro fosse stato fermato una prima volta, ma poi chi lo conduceva avesse cercato di forzare quella fermata probabilmente non voluta, prima che, nell'arco di cento metri si verificasse un secondo e più tragico tentativo di arresto: bastava avvicinarsi al carro per vedere come una delle ruote fosse stata distrutta in maniera abbastanza brutale e i resti di una lancia tra i raggi semidistrutti e l'asse del carro mezzo rovesciato testimoniavano come uno dei cavallerizzi avesse letteralmente messo il bastone fra la ruota e provocato la scena attuale. Era stato evidentemente anche abbastanza facile, perché un cavallo che trainava anche un carro, per quanto piccolo come quello, non poteva competere con quattro destrieri che dovevano portare solo i loro fantini e le rispettive selle. Da lì i quattro individui erano smontati e si erano mossi abbastanza di corsa, ma solo un esperto esploratore come lui avrebbe notato alcune stranezze in mezzo all'erba: prima fra tutte era il fatto che uno dei membri del gruppo si era stranamente addentrato deliberatamente all'interno della zona che stava venendo ispezionata dalle altre due umane: ci si sarebbe potuti aspettare che avesse cercato di tagliare per raggiungere il conducente del carro, ma le tracce di chi era entrato poi tornavano indietro... al cavallo! E portavano anche alla boccetta che prima o poi le umane avrebbero visto e trovato.
    Un'altra serie di impronte di un cavallo conduceva al giogo di quello che trainava il carro e lì erano abbastanza palesi i segni di una liberazione frettolosa dell'animale, poi mandato via di corsa. Le impronte di scarpe poi portavano insieme ad altre due verso il luogo dov'era stata trascinata abbastanza passivamente un'altra persona. Ma lo shinobi non avrebbe facilmente lasciato avvicinare nessuno durante la sua operazione di ispezione.
    Una valutazione complessiva lasciava intendere che le tracce non risalivano a più di tre ore prima e poi... il cavallo mandato via si era pressoché perso nella valle, ma gli altri quattro destrieri erano stati poi rivolti in direzione di Fanedell! E se lui, l’esploratore e la suora elfica non li avevano incontrati lungo la strada era stato un colpo di fortuna per loro.

    In quel mentre, il ninja si ritrovò la seconda ingerenza di uno pseudo-damerino “affetto” da una melomania dai risultati artistici piuttosto dubbi, che però si presentò come medico e che in quanto tale avrebbe potuto e dovuto essere in grado di assisterlo senza dare di stomaco e capendo invece quello che si poteva capire da ciò che scoprì, inginocchia dosi e rivelando così la propria classica tuta nera sotto le pieghe del mantello.
    La scena si presentò comunque piuttosto raggelante: sotto il telo si trovava il corpo morto di una giovane donna, forse vestita in maniera abbastanza sobria, ma dalla camiciola gialla aperta piuttosto brutalmente e privata dei bottoni, mentre il corpetto nero sottostante era stato tagliato con un qualche strumento affilato, come un coltello da caccia. La gonna verde era poco distante, strappata praticamente di dosso e lasciando scoperto pressoché tutta la parte inferiore del corpo. Paradossalmente, le gambe erano la parte rimasta più coperta, perché le lunghe calze autoreggenti erano lise in più punti, come se fossero state sottoposte a prese, torsioni e sollecitazioni di vario genere, ma in qualche modo o per qualche ragione erano rimaste attaccate alle gambe della povera anima.
    Le incrostazioni di sangue ormai coagulato nella parte più intima della giovane donna non lasciavano dubbi su ciò che le doveva essere capitato prima di morire e forse non era neppure bene immaginare l’intensità delle sue sofferenze e la foga dei suoi aguzzini. E se anche fosse rimasto qualche dubbio, li avrebbero tolti altri segni di strette sui polsi e varie contusioni, lividi ed ecchimosi al viso e alla bocca dello stomaco e numerosi segni di morsi su entrambi i seni.
    Tra tutti i segni della disgrazia, però, si sarebbero notati altri particolari: il corpo era complessivamente molto giovane e tonico, ben allenato e fisicamente sui vent’anni. Era quindi possibile desumere che nonostante il numero e la gravità delle violenze ripetute, la vittima non avesse perso i sensi e fosse stata in grado di affrontare e superare quel trauma… dal punto di vista fisico, almeno. Sarebbe stato lecito per il presunto medico ipotizzare che svolgesse regolarmente una qualche attività fisica: non una disciplina sportiva a livelli agonistici, ma qualcosa che forse vi si avvicinava. Poteva essere forse una ballerina, anche se probabilmente, dal grado di sviluppo muscolare, del tipo più classico e quindi meno gradito o gradevole per i suoi istinti da pervertito. Inoltre il medico avrebbe colto qualcosa di particolare: la donna non sembrava aver svolto i suoi allenamenti con lo stesso ritmo per un periodo abbastanza prolungato, circa dieci o undici mesi: ciò non aveva influito in maniera particolare sul tono muscolare, ma ugualmente, se davvero era una ballerina, quel segnale poteva significare che non aveva più danzato per quel periodo… perché aveva partorito! Con tutti i colpi che aveva preso, era abbastanza difficile dirlo con certezza, ma era decisamente probabile che quella fosse stata la causa della sua interruzione degli allenamenti fisici. E a giudicare dalla rigidità complessiva del corpo, tenendo conto anche dell’enorme stress fisico sopportato, non doveva essere morta da più di tre ore.
    La parte peggiore da esaminare sarebbe stata però il volto: le orecchie avevano dimensioni pressoché umane, ma avevano la punta affusolata ed allungata e quello, che spuntava dai capelli castani scostati dallo shinobi, era un classico segno che contraddistingueva la stirpe mezzosangue dei mezz’elfi. L’individuo dal mantello rosso spostò il viso della donna di pochi centimetri, come a voler esaminare qualche altro dettaglio e poi disse a mezza voce, con tono indignato: “Cri’xa. Come hanno potuto? Aveva solo ventisette, ventotto anni al massimo!” Dal modo in cui quelle parole vennero pronunciate, era chiaro che per lui quell’età era piuttosto ridotta… e in fondo erano anche in pochi a non sapere che i mezz’elfi maturavano verso i trenta-trentacinque anni, salvo alcune rare eccezioni. Comparativamente parlando, la defunta era sostanzialmente una sedicenne umana o poco più. Quel volto però riservava sorprese anche peggiori: dalla sua bocca spuntava qualcosa, un qualche genere di erba masticata a metà e altra poltiglia mista a saliva, che molto verosimilmente derivava dalla stessa erba velenosa che doveva aver ingerito. A fianco ce n’era pure dell’altra, come se avesse cercato di vomitare in un ultimo disperato spasmo di vita. I suoi occhi color nocciola infine denotavano un terrore indicibile, misto ad un dolore dell’anima che in pochi potevano arrivare ad immaginare senza vederlo o senza viverlo di persona. C’era persino della disperazione in quegli occhi, ma non la tipica disperazione di chi voleva farla finita, bensì quella di chi stava venendo sopraffatta, ma cercava in tutti i modi di continuar a vivere, di salvarsi da un destino ingrato e dai suoi più o meno inconsapevoli agenti.
    Un suicidio simulato…” sibilò il ninja con voce ancora più bassa e sdegnata.
    Se avesse resistito, il dottore avrebbe pure trovato la ragione di quella conclusione così lapidariamente sentenziata: agli angoli della bocca avrebbe infatti notato i segni di due dita che premevano con grande forza nello spazio fra le mascelle, onde costringere la ragazza ad aprire la bocca per quel tanto che bastava a ficcarle a forza quelle erbe in bocca e poi altri segni sul mento e sulla mascella inferiore che la costringevano a masticare quel vegetale venefico. La vittima doveva aver poi tentato di sputare o vomitare quella sostanza letale, ma non era evidentemente bastato a salvarle la vita: o era stata costretta a deglutirne una quantità superiore a quella che era riuscita ad espellere o una quantità piuttosto bassa era stata sufficiente ad ucciderla. In entrambi i casi, il risultato fatale purtroppo non cambiava. E di fronte a tali evidenze, la boccetta nella mano della ragazza non poteva ingannare più di tanto chi aveva analizzato il corpo.

    Alla fine di quello strazio, lo shinobi richiuse il telo e si portò di nuovo verso gli altri membri del gruppo, adunandoli e chiedendo loro di raccontare che cosa avessero scoperto di quella storia. Sulle prime, l’Esploratore dell’Est non parlò, aspettando che fossero gli altri ad essere più o meno espliciti su ciò che avevano scoperto.

    CITAZIONE

    Angolo di Narrazione


    Questo è un giro di confronto degli indizi raccolti. Potete elaborare liberamente le informazioni che vi ho fornito e siete liberi di descriverle come preferite a chi vi ha portato sul luogo del delitto, anche tacendo alcuni particolari a vostra discrezione. Tenete ovviamente conto delle conseguenze dei vostri discorsi, oltre ovviamente all’interpretazione dei vostri PG.
    Turni liberi, prossimo intervento il 10 luglio.

     
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  10. ~Steel
     
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    Parlato Calisto


    Non appena l'incappucciato tirò via il telo, scoprendo così il cadavere, il sorrisetto sulla sua faccia scomparve all'istante, rimpiazzato da una ben più seria e greve espressione. Non si può dire che lui fosse debole di stomaco, affatto, né tantomeno tenero di cuore: la vecchiaia gli aveva insegnato che la vita poteva essere molto più orribile e spaventosa di quanto si potesse pensare, il che lo lasciava il più delle volte niente affatto impressionato da certi eventi. Ma quello... quella visione davanti ai suoi occhi riusciva ancora a lasciargli dentro un vuoto che lentamente veniva colmato da disgusto e infine da rabbia. Potevano chiamarlo pazzo, potevano dargli del maniaco, urlargli contro i peggiori insulti e forse avrebbero avuto anche ragione, ma possedeva anche lui una morale.
    Corrugò la fronte, cacciando lungo la gola gli insulti e le maledizioni che avrebbero voluto sgorgare come fiumi dalle sue labbra, cominciando ad analizzare e studiare con attenta cura il corpo della giovane. Aveva cominciato osservando i vestiti, notando gli strappi, i tagli e altri generi di lacerazioni tipici di molti casi di stupro. Saggiò la muscolatura della donna, prima le gambe, poi le braccia, perfino gli addominali e la muscolatura liscia di ventre e stomaco. Studiò le ferite riportate nel tentativo di fuga, potendo solo immaginare con quanta forza avesse provato a sottrarsi al giogo di quei cani.
    Infine arrivò al volto. Non diede neppure peso alle parole del capogruppo, semplicemente le scostò delicatamente i capelli dalle orecchie e afferrò il mento per poter meglio studiarne la fisionomia. In quel momento il suo sguardo venne rapito dai quegli occhi, degli occhi di un nocciola intenso, grandi e ipnotici, capaci di rubare il cuore di un uomo al solo incrociarli. Eppure lui non provò amore, né trasporto, perdendosi nella loro spenta luce vide solo un riflesso di se stesso e in un attimo spiacevoli ricordi del passato tornarono ad affollare la sua mente, riaffiorando come cadaveri abbandonati sul fondo di un vasto oceano.
    Scosse la testa, spezzando bruscamente quel contatto con l'oblio, allontanandosi poi dal corpo. Mentre il ninja riponeva il telo, coprendo nuovamente il viso della bella fanciulla, Calisto non riuscì a far altro che guardare in lontananza, aspirando distrattamente quel che restava della sigaretta che aveva in bocca. Qualche attimo dopo il gruppo si radunò, così da capire cosa avessero scoperto.
    Sarebbe stato lui il primo a parlare, ma prima di aprir bocca non poté fare a meno di rivolgere un'occhiata seria e preoccupata alle due ragazze accanto a lui. Erano entrambe molto giovani, forse un po' ingenue e da come prima la damigella aveva reagito alla sola vista della salma, poteva facilmente immaginare quale sarebbe stata la reazione dopo il suo rapporto. Eppure...

    Femmina, presumibilmente di razza elfica, età stimata attorno ai trent'anni. La muscolatura lascia intendere che fosse un'artista di strada, una danzatrice o magari una ballerina. I lividi sulle areole, le pieghe del ventre e la tonicità muscolare presuppongono che avesse partorito da poco, probabilmente ancora in fase di allattamento: quasi sicuramente si tratta della madre della bambina. Vestiti strappati, contusioni, escoriazioni, lividi, lacerazioni vaginali e segni di costrizione indicano un evidente stupro, due o più uomini, piuttosto brutali invero. Segni di lotta e rigidità muscolare indicano che la vittima era cosciente durante il fatto. La causa di morte è da imputare all'assunzione di erbe velenose, forse di origine medicinale, palesemente somministrate con la forza per via orale. Non deve essere successo più di tre ore fa.

    Aveva parlato in tono chiaro, conciso, forse un po' brusco. Chi l'avesse visto, tuttavia, avrebbe notato una netta differenza da quel spensierato e irriverente Dottore mezzo matto che era solito scherzare e creare scompiglio.
    In effetti aveva deciso che non era il momento di mettersi a fare il buffone, non ne aveva assolutamente voglia. Si era unito a quella spedizione per un futile motivo, inseguire una giovane gonnella, ma la realtà aveva deciso di fargli uno sgarbo mettendolo di fronte a una cruda scena che la sua mente faticava a razionalizzare. Dopo aver guardato negli occhi di quella ragazza, dopo aver visto la luce di terrore e disperazione sul fondo di quelle iridi, si era convinto di voler strappare gli arti dei cani responsabili, per poi rimpiazzarli con metallo e ingranaggi, rendendoli giocattoli alla sua mercé.

    Detto questo mi chiedo: primo, se fossero stati dei banditi perché non hanno rubato il carico? Secondo, se l'obiettivo non era il carico, allora cosa? Perché attaccare il trasporto di una ballerina? Terzo, non ha alcun senso uccidere una vittima costringendola ad assumere veleno piuttosto che piantarle semplicemente un pugnale nel cuore. E tu non venirmi a dire "suicidio simulato", giacché anche un idiota avrebbe capito come sono andate le cose.

    Ora nelle sue parole si poteva leggere anche un certa vena di irritazione. Era evidente che qualcosa lo avesse turbato, ma non era disgusto, né indignazione né paura, a differenza degli altri membri del gruppo la causa del suo turbamento pareva avere un'origine più profonda.
    Nuovamente uno spettro aleggiava su di lui.

     
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    Tracce, il suo occhio allenato da anni di caccia ai goblin per i sentieri della foresta non faticò a lungo a capire da dove doveva cominciare a cercare per comprendere ciò che era accaduto, doveva partire da più indietro.
    Riuscì facilmente a discernere le impronte di quattro cavalli diversi che si erano mossi nella zona di recente, dapprima il carro era stato fermato dagli uomini a cavallo ma aveva cercato di sfondare il blocco ed era stato arrestato nella maniera più brutale possibile, una lancia conficcata tra i raggi aveva leggermente sbriciolato una delle ruote, facendo rivoltare tutto il barroccio.
    Impronte di piedi, i quattro erano smontati di sella e si erano divisi: uno verso gli oggetti sparsi che si erano rovesciati sul prato lì vicino, uno si era diretto verso il cavallo trainante il quale era stato frettolosamente liberato e mandato via, le ultime due infine si muovevano assieme e sembrava avessero trascinato qualcosa, o più probabilmente qualcuno.

    Il caso era piuttosto semplice, sembrava: il carro era stato assalito da quattro banditi i quali l’avevano fatto deragliare e mentre uno rubava il possibile e uno liberava il cavallo, gli altri si occupavano di eliminare il guidatore.
    Eppure c’era qualcosa di strano, non poteva essere così semplice, da dov’era uscita quella infante mezz’elfa?
    Com’era sopravvissuta?
    Ma soprattutto, chi la stava portando con se?
    Per un attimo le sue lunghe orecchie a punta si tesero, mentre un’idea si faceva strada nella sua mente, decise di scacciare il lampo di rivelazione che gli si era presentato preferendo far finta di non aver inteso la gravità della situazione.
    Solo una madre porta in giro una bambina così piccola, una madre che, a giudicare dalle fattezze della neonata, poteva anche appartenere al suo popolo.
    Decise di non pensarci, in fondo le possibilità erano ancora molteplici.

    Una volta finito di ispezionare tutto con calma, metodo e soprattutto accuratezza, come ogni Guardiavia dovrebbe fare, si unì agli altri per fare il resoconto della situazione, era teso ma piuttosto tranquillo fino quando il dottore parlò.

    Femmina, presumibilmente di razza elfica, età stimata attorno ai trent'anni. La muscolatura lascia intendere che fosse un'artista di strada, una danzatrice o magari una ballerina. I lividi sulle areole, le pieghe del ventre e la tonicità muscolare presuppongono che avesse partorito da poco, probabilmente ancora in fase di allattamento: quasi sicuramente si tratta della madre della bambina. Vestiti strappati, contusioni, escoriazioni, lividi, lacerazioni vaginali e segni di costrizione indicano un evidente stupro, due o più uomini, piuttosto brutali invero. Segni di lotta e rigidità muscolare indicano che la vittima era cosciente durante il fatto. La causa di morte è da imputare all'assunzione di erbe velenose, forse di origine medicinale, palesemente somministrate con la forza per via orale. Non deve essere successo più di tre ore fa.



    Non ascoltò le altre parole del medico, su di lui era scesa una calma glaciale di quelle che ti permettono di sterminare villaggi senza battere il minimo ciglio, una calma tale che chiunque l’avesse visto avrebbe potuto rimanere quasi spaventato dalla durezza dei suoi lineamenti, dalla fredda ferocia che ora covavano i suoi occhi.
    Senza dire una parola si voltò e si diresse verso la salma della ragazza, mentre camminava si aprì il mantello e lo appoggiò sull’erba, poi si levò la parte superiore della casacca fino a rimanere a torso nudo.
    Sulla sua pelle elfica, in particolare in una zona delimitata dalla spalla sinistra all’inizio del gomito, si poteva notare una fitta rete di sottili linee bianche che qualcuno avrebbe potuto scambiare per tatuaggi di curiosa fattura che i più accorti avrebbero riconosciuto come cicatrici.
    Arrivato fino al telo che copriva il corpo senza vita, lo tolse e fu conscio dell’orrore ma ciò incrementò solamente la sua risolutezza, nessuno che potesse compiere un simile misfatto poteva essere lasciato in vita, assolutamente nessuno.

    Con la destra afferrò la Spada del Corpo e, lentamente, cominciò a incidersi la pelle dell’avambraccio, ovviamente non una ferita profonda ma abbastanza perché rimanesse una piccola cicatrice bianca a memoria di ciò che stava avvenendo, durante il processo non una volta emise un gemito di dolore o sofferenza, ormai vi era abituato.
    Quando ebbe finito di disegnarsi sulla pelle i tre simboli che desiderava si chinò e ripose nel fodero la Spada del Corpo e bagnò l’indice destro nel proprio stesso sangue che sgorgava lieve dalla prima ferita per poi passarlo sulla fronte della ragazza per riprodurre lo stesso disegno.

    Con questa runa, ti auguro l’eterno riposo.


    Passò l’indice sulla seconda incisione e poi sull’addome dell’elfa.

    Con questa runa, ti prometto degna sepoltura.


    Mancava solo la terza incisione, passò l’indice sporco del proprio sangue sul petto della ragazza, sopra il cuore.

    Con questa runa, ti giuro che vendicherò la tua fine.
    Che queste ferite possano essere un memento alle mie parole, ora e per sempre.


    Finita la sua cerimonia si alzò e dopo aver coperto nuovamente quella giovane fanciulla con il telo si rimise casacca e mantello, appoggiando nuovamente l’arco dietro la propria schiena.
    Mentre tornava dal gruppo, il quale anche se avesse cercato di fermalo nell’esecuzione del suo cerimoniale sarebbe stato semplicemente ignorato, disse ciò che aveva scoperto.

    Per noi Elfi di Athel’Oren le promesse sono una questione di sangue.
    Quattro uomini a cavallo hanno tentato di fermare il carro, questo ha cercato di sfondare il blocco ma essi l’hanno arrestato con la forza piantando una lancia tra i raggi e facendolo ribaltare da un lato.
    Uno si è diretto verso i beni sparsi al suolo, credo per rubare, uno è andato a liberare il cavallo trainante mentre gli altri due si sono diretti verso la ragazza.
    Dopo aver finito hanno ripreso i loro cavalli e si sono diretti verso la foresta di Fanedell.


    Fece una pausa, un sospiro, come se contemplasse la fine di quella giovane vita e non trovasse affatto sufficiente la vita di quattro persone come pagamento.
    Niente l’avrebbe riportata indietro, il pagamento non era mai abbastanza.
    La sua espressione era terrificante a vedersi, non deformata dalla rabbia, dalla furia o dall'odio, ma fredda e vuota come chi, dopo aver deciso che qualcuno gli è debitore, va a riscuotere ciò che gli spetta senza aspettarsi di fare alcuno sconto.

    Qualcuno, oggi, morirà.

     
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    Viaggiatore dei Mondi

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    Sembrava che Lisa stesse riprendendo il proprio colorito, segno che stava riuscendo a distrarsi o si era riuscita a fare coraggio. Comunque le due iniziarono la loro ricerca, osservando attentamente tutti gli elementi sparsi per il luogo.
    Come prima cosa la ragazza trovò un simbolo abbastanza familiare. Non era da molto su Endlos, ma le pareva di ricordare che fosse il marchio che mettessero alcuni artigiani di quelle terre sui loro prodotti. Era riportato su alcuni bauli, anche se la maggior parte sembrava arrivare da un'altra parte; forse dal presidio occidentale, o almeno così le sembrava di ricordare quando le avevano parlato di come distinguere la provenienza dei manufatti. Magari chi conduceva quel carro doveva provenire da lì.
    Altra particolarità era la presenza di oggetti abbastanza pregiati, come abiti, segno che la vittima doveva essere per lo meno benestante e magari svolgere una professione in ambienti piuttosto raffinati.
    Sarah si distaccò un attimo dalla messaggera e provò ad aprire l'ennesimo contenitore e ci trovò... Oh no, no, no! Odiava quel genere di cose! La odiava con tutta se stessa, tanto che dovette compiere un piccolo sforzo dal trattenersi da distruggere tutto il suo contenuto.
    Che c'era dentro? Semplicemente un "set" da ballerina; con vestiti, trucchi gioielli falsi e veri... e la ragazza detestava tutta quella roba! Perché? Beh... perché Ise oltre ad averla trasformata in una principessa l'aveva costretta ad imparare varie discipline artistiche, tra cui la danza classica.
    (Provate voi a trasformare un ragazzo in femmina, fargli indossare un tutù, costringerlo con un potere mentale a danzare e ditemi se non svilupperà un odio profondo per tutto ciò che riguarda il ballo)
    Fortunatamente venne distratta dalle parole dell'ancella, che l'avvertì di un particolare abbastanza importante.
    " Sary, qui c'è qualcosa di strano."
    Era una specie di contenitore in vetro, contenente della foglie. Strano però... come aveva fatto a non rompersi? Poi perché era in mezzo a dei monili? Non sembrava avere molto valore, sempre che quelle foglie non fosse speciali.
    Sarah sorrise.
    " Sei stata brava, Lisa."
    Strano, era davvero molto strano! Come mai avevano lasciato lì degli oggetti di così grande valore?
    " Andiamo dagli altri."

    Il gruppo si radunò di nuovo e il primo a parlare fu Calisto.
    " Femmina, presumibilmente di razza elfica, età stimata attorno ai trent'anni. La muscolatura lascia intendere che fosse un'artista di strada, una danzatrice o magari una ballerina. I lividi sulle areole, le pieghe del ventre e la tonicità muscolare presuppongono che avesse partorito da poco, probabilmente ancora in fase di allattamento: quasi sicuramente si tratta della madre della bambina. Vestiti strappati, contusioni, escoriazioni, lividi, lacerazioni vaginali e segni di costrizione indicano un evidente stupro, due o più uomini, piuttosto brutali invero. Segni di lotta e rigidità muscolare indicano che la vittima era cosciente durante il fatto. La causa di morte è da imputare all'assunzione di erbe velenose, forse di origine medicinale, palesemente somministrate con la forza per via orale. Non deve essere successo più di tre ore fa."
    Lisa impallidì all'istante e dovette faticare non poco per contrastare il senso di vertigine che le stava venendo sentendo tali parole. Solo allora si rese veramente conto di essere parecchio debole, sia fisicamente che mentalmente.
    Parte di lei iniziò a desiderare di andarsene all'istante da lì, che quello non fosse il suo posto. Che stare nel castello o per le vie del suo paese le si addicesse molto di più. Un altro lato di lei la spingeva a non fuggire, a non accettare di rimanere sempre una persona delicata e indifesa, a maggior ragione dopo aver sentito di quella atrocità.
    Anche l'amica sembrò leggermente turbata, ma in maniera diversa. La sembrava essere principalmente arrabbiata sentendo quelle parole.
    Poi arrivò l'elfo.
    " Per noi Elfi di Athel’Oren le promesse sono una questione di sangue.
    Quattro uomini a cavallo hanno tentato di fermare il carro, questo ha cercato di sfondare il blocco ma essi l’hanno arrestato con la forza piantando una lancia tra i raggi e facendolo ribaltare da un lato.
    Uno si è diretto verso i beni sparsi al suolo, credo per rubare, uno è andato a liberare il cavallo trainante mentre gli altri due si sono diretti verso la ragazza.
    Dopo aver finito hanno ripreso i loro cavalli e si sono diretti verso la foresta di Fanedell."

    Terminato l'intervento iniziò lei.
    " Ho esaminato gli oggetti e posso confermare che la donna fosse una ballerina o magari un'attrice. Tuttavia non credo che sia un'artista di strada; vista la quantità di oggetti preziosi e di abiti pregevoli, direi più che si tratti di una professionista che si esibisce in teatro.
    Abbiamo anche notato che alcuni oggetti portassero il marchio dell'Est, ma che la maggior parte sia tipica dell'Ovest. Ora, io non sono un'esperta, ma ipotizzo che la donna sia originaria di quel presidio e che sia venuta in queste terre solo ultimamente, anche se deve esserci stata un periodo non eccessivamente breve, dato che ha avuto modo di acquistare qualcosa da queste parti."

    Poi tirò fuori la fiala e indicò il puntò dove l'avevano trovata.
    " Abbiamo notato questa; era lì. E' strano però che non si sia infranta nella caduta. O è di un materiale più resistente del vetro o è stata messa in quel punto in un secondo momento.
    Vorrei fare una considerazione: il fatto di averla trovata in mezzo a parecchi oggetti preziosi, mi fa supporre che il suo contenuto non siano delle semplici foglie, a meno che non sia un indizio lasciato di proposito da qualcuno."

    Poi aggiunse.
    " Le mie sono solo ipotesi, ma non credo che l'obiettivo di quegli uomini fosse quello di rubare ai primi malcapitati che passavano di lì, altrimenti non si spiegherebbe perché abbiano lasciato tutto il bottino qui. Secondo me o ce l'avevano con uno dei passeggeri o cercavano qualcosa di ancora più prezioso dei loro averi.
    Penso che non si tratti di assassini di alto livello. Se fossi stata al posto loro non avrei perso tempo a fare violenza su quella povera donna. Forse sono dei semplici malviventi che sono stati assoldati da qualcuno."

    Lisa guardò la principessa. Ma come faceva a mantenere la mente fredda in quel momento? Come facevano a farlo tutti gli altri presenti?
    Scosse la testa e cercò di scacciare via la paura; non voleva essere un peso.
    Parlato
    " Esploratore"
    " Elfa"
    " Sarah"
    " Lisa"
    " Calisto"
    " Elfo"



    Status psicologico: Arrabbiata e leggermente turbata
    Status fisico: ottimale
    Energia: 100%
    Passive attualmente in funzione:

    Il carisma di una principessa
    La grazia di una principessa

    Pet in uso ---> Lisa
    Il seguito di una principessa
     
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    Mago guerriero, amante dei gufi e signore della piromanzia.

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    Alcuni dicono dal cimitero, altri dal cielo notturno... Decidete voi da dove vengo.

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    Un confronto vi fu, ma emerse molto più di quanto ci si potesse aspettare: in primo luogo, il medico o presunto mostrò una buona resistenza di stomaco, ma il suo sangue non si rivelò altrettanto freddo e robusto e tale fattore lo portò ad un cambio radicale di umore e atteggiamento, tanto che, dopo una prima parte abbastanza analitica, ma non del tutto corretta, si mise quasi ad insultarlo nel suo discorso, ignorando alcuni elementi importanti; Doyen invece si fece prendere ancora una volta dal proprio orgoglio e dall’attaccamento eccessivo alla propria razza e, benché la ragazza non fosse esattamente di sangue elfico, si incise la carne e tracciò delle rune con il proprio sangue sul corpo nudo e martoriato, facendo promesse ed esponendo il proprio pensiero. Intimamente, l’Esploratore lo condivideva, ma sapeva anche che non poteva lasciarsi prendere allo stesso modo da una furia vendicatrice che, per quanto giusta, poteva facilmente fargli perdere di vista il vero obbiettivo e il quadro generale della situazione; una delle due donne infine tornò ad essere piuttosto debole di stomaco, ma l’altra, la bionda, si lanciò in una serie di ipotesi che andavano pressoché a coincidere con quello che stava concludendo fra sé l’Esploratore.
    Datevi un contegno!” disse infine per riprendere in mano le redini della situazione e cercare di imporre un minimo di calma a quel gruppo d’indagine in quel momento abbastanza sconclusionato. Poi si rivolse alla ragazza che meglio aveva analizzato la situazione, prendendo in mano il contenitore che aveva trovato: “Le tue ipotesi sono molto concrete, ragazza. Il quadro è piuttosto complesso e non ci troviamo di fronte a semplici banditi, altrimenti il carico avrebbe ampiamente compensato le loro avide intenzioni. Inoltre, se non l’aveste notato, il carro è piuttosto piccolo, fatto per trasporti relativamente leggeri e per essere guidato da una persona soltanto, ragion per cui è facile desumere, come hai detto tu, che ce l’avessero con la mezz’elfa violata ed uccisa.
    Si prese una pausa e alzò meglio il contenitore, osservandolo con attenzione… o meglio, focalizzandosi sul contenuto. Dopo alcuni istanti di silenzio concentrato, continuò a parlare, rivolto stavolta verso tutti: “Non ci sono molti dubbi: quest’erba velenosa dev’essere la stessa che ha causato la morte della giovanissima vittima… ed è un’erba velenosa dell’Ovest, che cresce nei pressi della foresta dell’Undarm. Il fatto che ci fosse tra le cose un contenitore identico a quello che la mezz’elfa aveva in mano e che sia integro nonostante il ribaltamento, lascia pensare ad una pessima pantomima da parte degli assassini, che prima si sono divertiti con lei e poi hanno inscenato un suicidio per la vergogna di essere stata violentata… ma una novella madre non si suicida, non in quel modo, non masticando foglie velenose che poi cerca di vomitare fuori… anche se si tratta di una ragazza madre.
    Ripose il contenitore con attenzione fra le pieghe del mantello, facendolo sparire. “Meglio che ne siate consapevoli: la ragazza morta fisicamente poteva sembrare una ventenne, ma non è così: ho stimato che avesse ventisette o ventotto anni, che per una mezz’elfa equivale a dire circa sedici anni, in termini umani. Una ragazza-madre proveniente dall’Ovest. Dobbiamo scoprire chi fosse e perché l’hanno voluta morta in questa maniera orribile. E ora ci sono tre piste da seguire, almeno. La prima riguarda le tracce dei cavalli: si dirigono in direzione di Fanedell e gli Spiriti Silvani non credo che saranno tanto clementi con loro, ma è meglio andare a verificare. Inoltre bisogna tornare ad Istvàn e cercare fra i registri dell’Innerlyn qualsiasi riferimento alla mezz’elfa. Non credo che ci siano molte ballerine provenienti dall’Ovest in circolazione. Sarebbe inoltre una buona idea se qualcun’altro nel frattempo si occupasse di cercare fra i teatri e i luoghi d’art qualche traccia di lei: se era una ballerina o un’attrice professionista di qualche sorta, difficilmente non avrà trovato lavoro in un luogo ricco di arte e cultura come la capitale dell’Est.
    Senza nient’altro che una descrizione fisica fatta poco dopo dall’Esploratore incappucciato e qualche supposizione sul fatto che potesse essere nel Presidio da un paio d’anni almeno, le tracce da seguire erano ben poche, ma forse non sarebbe stato del tutto impossibile rinvenirle e scoprire chi fosse la ragazza e perché qualcuno avrebbe dovuto volerla morta.
    Io resterò qui ancora un po’ a cercare altri indizi. Quando avrò finito, mi troverete al cancello orientale della Regia Dogana.
    Quindi il vecchio aspettò che gli altri prendessero una decisione e si allontanassero da quella triste scena del delitto.

    CITAZIONE

    Angolo di Narrazione



    Le direzioni penso siano chiare. Ognuno di voi ha una via da seguire e come prima potete liberamente scegliere quale delle tre prendere, se non volete andare assieme a svolgere uno qualsiasi dei tre incarichi di cui sopra. Come prima, ognuno di voi ha una maggior propensione al successo per ognuna delle tre sfere e sta a voi decidere quale meglio si attaglia al proprio PG.
    Turni liberi, prossimo intervento il 12 luglio.

     
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  14. ~Steel
     
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    Parlato Calisto
    Parlato Esploratore


    Eh, parlava di contegno il vecchio, una figura autoritaria che cercava di mantenere l'ordine nel caos. Come desiderava, avrebbe mantenuto il contegno, in fondo le scenate e le gli sfoghi non erano mai stati una componente del suo carattere. La verità, però, era che qualcosa stava corrodendo il Dottore, scavandolo nel profondo: non era rabbia né sdegno, perché in fondo la sofferenza di una singola innocente era poca cosa rispetto alle morti che avevano scandito il suo tempo. No, la causa del suo turbamento era più subdola, ancestrale, il tormento di qualche fantasma del passato che riaffiorava da memorie credute perdute. Neanche lui sapeva spiegarselo, riusciva solo a sentirlo crescere, quel senso di soffocante angoscia.
    Respirò a fondo, figurandosi mentalmente di inghiottire quella spiacevole sensazione e relegarla nelle tenebre. Come di consueto prese il pacchetto di sigarette, afferrandone una con i denti e accendendola in tutta fretta, mentre distrattamente ascoltava le parole dell'incappucciato. La mente seguiva un filo di pensieri tutto suo, ognuno conduceva ad uno scenario diverso che rappresentava lo svolgersi dei fatti accaduti. Un carro in movimento, l'arrivo dei cani, il conducente accelera, ma viene bloccato, il rimorchio si ribalta, i cani ululano eccitati, mentre la donna rimane assordata dal rumore del proprio cuore in subbuglio; alcuni la afferrano, lei fa appena in tempo a proteggere la figlia, prima che il branco cominci a divertirsi con lei, poi finalmente la morte. Stavano presumibilmente cercando qualcosa tra il carico, un qualcosa di specifico, o chissà, magari qualcuno.

    Io resterò qui ancora un po’ a cercare altri indizi. Quando avrò finito, mi troverete al cancello orientale della Regia Dogana.

    Oh, l'esploratore aveva finito di parlare, dunque si supponeva che ora si dividessero per indagare ognuno su una pista.
    Esalò una densa nuvola di fumo, battendo una volta il bastone contro la spalla.

    Non me ne intendo di tracce e a malapena so che cos'è questo Inneryl, dunque credo che sceglierò di occuparmi dei teatri. Prima di levarmi dalle palle, però, vorrei togliermi un dubbio: sono l'unico a trovare strano che una giovane e bella ballerina giunga fin dall'Ovest accompagnata solo da una infante e un carico di modesto valore? Una persona sana di mente si sarebbe fatta scortare, un uomo come minimo, io però non vedo altri cadaveri qui, dove potrebbe essere quindi?

    Detto questo non attese risposta, bensì schioccò le dita richiamando l'attenzione di Smile - fino a quel momento intento a sorvolare la zona - e prese ad avviarsi in direzione di Istvàn.
    Non era l'unico che sarebbe dovuto tornare in città e avrebbe aspettato chiunque l'avesse seguito: non era cortesia la sua, semplicemente conosceva ancora troppo poco il posto per poter davvero decidere da dove cominciare le ricerche. Forse avrebbe dovuto chiedere l'aiuto di SARA, lei ci sapeva fare con quelle cose.



    Edited by ~Steel - 7/7/2012, 22:07
     
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    Ascoltò con attenzione la ragazza umana che si stavano portando appresso esporre le sue idee, le ferite che si era appena autoinflitto gli pulsavano dolorosamente ma non erano un impedimento alla sua concentrazione, e ciò che sentì gli piacque assai poco.
    Il fatto che apparentemente non fosse stato rubato nulla di significativo poteva significare due cose: o la ragazza stava trasportando qualcosa al cui confronto quei vestiti artigianali non valevano nulla o chiunque fossero coloro che l’hanno aggredita cercavano proprio lei.
    Ciascuno dei due scenari era peggiore di quello che si era fatto lui, dei semplici malviventi poteva contrastarti facilmente ma se fossero stati personaggi che cercavano qualcosa di particolare era difficile che fossero degli zotici qualunque.
    Comunque fosse dovevano morire, dopo aver confessato il perché di queste loro azioni, dovevano morire di una morte estremamente lenta e dolorosa.

    Datevi un contegno!


    Come si permetteva di dargli degli ordini?!
    Una ragazza, una giovanissima mezz’elfa era deceduta, il suo corpo brutalizzato da qualche misero maiale e loro avrebbero dovuto darsi un contegno?!
    Doyen non riusciva seriamente a comprendere come l’esploratore riuscisse a non infuriarsi, probabilmente era la saggezza dovuta all’età che gli faceva mantenere il sangue freddo.
    Nonostante gli Elfi di Athel’Oren maturassero molto prima degli altri, il Guardiavia era poco più che un giovane adulto e anche se eccellente nel suo mestiere tendeva ad avere ancora il sangue bollente nelle vene.
    Comunque ascoltò in silenzio ciò che il ninja aveva da dire.

    Io resterò qui ancora un po’ a cercare altri indizi. Quando avrò finito, mi troverete al cancello orientale della Regia Dogana.


    Non me ne intendo di tracce e a malapena so che cos'è questo Inneryl, dunque credo che sceglierò di occuparmi dei teatri. Prima di levarmi dalle palle, però, vorrei togliermi un dubbio: sono l'unico a trovare strano che una giovane e bella ballerina giunga fin dall'Ovest accompagnata solo da una infante e un carico di modesto valore? Una persona sana di mente si sarebbe fatta scortare, un uomo come minimo, io però non vedo altri cadaveri qui, dove potrebbe essere quindi?


    Era stato il dottore a parlare, ovviamente la via che lui avrebbe seguito era semplice, avrebbe seguito quegli schifosi a Fanedell e li avrebbe massacrati uno per uno senza pietà, dopo essersi fatto rivelare il perché del loro barbaro comportamento.
    Aveva giurato che avrebbe vendicato la morte della giovane, quindi doveva conoscerne le vere cause o non avrebbe mai potuto portare a compimento la sua promessa e questa sarebbe stata una gravissima onta su di lui.

    Io seguirò le tracce dei cavalli fin dove mi porteranno, non dubitate, a meno che non abbiano spiccato il volo, io li troverò.


    Detto questo, arco in spalla, tornò nell’ultimo punto doveva aveva visto che si erano fermati ed erano ripartiti i cavalli e cominciò a seguire le tracce, a passo svelto ma con estrema attenzione.
    Le sue prede avevano tre ore di vantaggio su di lui e per di più si muovevano a cavallo quindi non c’era possibilità di recuperarli, non prima di arrivare alla foresta almeno, lì avrebbero dovuto smontare o le loro bestie si sarebbero probabilmente azzoppate da qualche parte.
    Una volta nella foresta sarebbero stati tutti suoi, nessuno escluso.

    Passo Elfico
    La rapidità e la fluidità nei movimenti è l’essenza del popolo elfico, ciò per cui sono rinomati in tutto il mondo ma questa caratteristica innata è ancora più spiccata nei Guardiavia in quanto essi spesso sono obbligati a inseguire la preda per giorni devono muoversi rapidi e correre velocemente.
    Persino in combattimento questa loro peculiarità si fa sentire, rendendoli molto più veloci dei propri nemici e rendendogli semplice evitare i colpi e portarne di difficili da parare.
    Più che nella forza, gli elfi puntano sulla rapidità.
    [Passiva: +50% velocità]
     
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