Oltre la maschera.

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    Giardini, Città Alta.
    Presidio Errante, Endlos.

    Una bella giornata, in quel di Laputa. Lambite da un vento primaverile le fronde arboree dei giardini più curati della Città Alta sembravano sottane di dame in festa, rapite dal ritmo incalzante di una musica sostenuta e morbosamente orecchiabile. Davvero splendido l'azzurro sulle loro teste, intervallato solo dal bianco delle nuvole, splendido manto ad avvolgere una città sospesa nel cielo. Un clima paradisiaco, ancor di più se a passeggiare fra i vicoli v'era lui. Ebbene si, l'affascinante quanto grazioso Ambasciatore dell'Est era lì per una visita alla dolce sorella che sarebbe durata qualche giorno, giusto il tempo di riposarsi e poi partire per lavoro all'Ovest. Sebbene fossero così diversi, infatti, in lui v'era sempre quel desiderio di contatto con la sua dolce metà ormai residente fissa a Laputa nonostante i suoi continui inviti a trasferirsi nel presidio di Dama Kalia. Dirle che era sicuro che avrebbe fatto carriera anche lì e che sicuramente l'avrebbero pagata meglio non era bastato infatti farla demordere, dunque si era ritrovato costretto a farle visita appena gli era possibile, lavoro permettendo, dato che, ogni volta che lei si recava ad Oriente, puntualmente si dimenticava di passare a trovarlo.

    Ma che dolce, tenera sbadatona la sua adorata sorellina! ~ ♥
    Meno male che c'era lui a mantenere i contatti fra la famiglia...

    -Quanti dolcetti, milady?

    Disse un omone sulla quarantina, fissando un pò troppo in basso rispetto agli occhi ed un pò troppo in alto rispetto al portafogli. Che Drusilia gli avesse dato un abitino troppo scollato? E pensare che a lui era sembrato da suora...

    -Otto, grazie ♥

    Sorrise gentile, reclinando la testolina.

    -Quanto le devo?

    Disse, estraendo qualche moneta.

    -Oh, non si disturbi! Il primo assaggio lo diamo in offerta!

    Ovviamente non era vero, ed ovviamente lui doveva dirlo a bassa voce, nella speranza che sua moglie poco più lontana non lo sentisse. Ah, che bello fare la donna! A volte si domandava perchè diavolo Drusilia non sfruttasse tutte le sue "potenzialità nascoste"... sicuramente ora non sarebbe rimasta squattrinata come una piccola borghese.

    quariontroll

    All'ombra di quei pensieri e di un enorme quercia Quarion Galanodel si sedette su di una panchina in legno e ferro battuto, sotto le mentite spoglie di una graziosa fanciulla. E lì rimase, gustandosi i suoi dolcetti.

     
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    Insomma.
    Rieccoci qua.
    E chi lo doveva dire mai, dico io.
    Chi.
    Eh.
    Pazzesco.
    Insomma, praticamente c'è questo Cluracan qua, no? Sì, proprio quello lì, l'amato dalle player ma non dalle pg, che io dicevo "no dai, non lo ruolo, non c'ho tempo, c'ho Ariste, c'ho gli Eversori, cazzi e mazzi, devo studiare", e invece no.
    È tornato.
    E COME È TORNATO, HAR HAR HAR.
    Con quella giocata che tutto il mondo femminile voleva vedere, e che io all'inizio "nooo, ma non esiste, che poi me lo traumatizza!" e invece niente, ho resistito finché ho potuto, poi lo spirito goliardico ha prevalso su quello del vecchio brontolone che dorme di lato.
    Niente.
    Vince sempre lui.
    Dannato Cluracan.



    Insomma, Laputa ormai era diventata località di villeggiatura per il buon fatato, che tanto già di suo campava a Fanedell, quindi giustamente per spezzare se ne andava in città.
    Insomma, abbiamo questo Cluracan qua, vestito tutto addinghindato neologismo, che manco stesse andando ad un matrimonio del cugino, và.
    Insomma, questo Cluracan qua, che manco stesse andando a fare un bootleg fotografico, s'aggirava per le vie del Quarto Girone dell'Isola nel Cielo, che non è Skypiea, ma sempre Laputa.

    Oh, tanta roba il Quarto Girone eh! Tipo che l'avrà costruito il leggendario signor Astorina, sicuro. Va là che colate di cemento abusive!
    No no, scherzo scherzo. Tutto bello nella Città Alta, giuro.

    Perdiana, signori, prima o poi dovrò decidermi a comprare una villetta da queste parti!
    Così poi potrò invitarci le avvenenti signorine laputensi!

    Ed eccolo qua, il nostro Cluracan, mentre col suo solito sorriso perfetto e il suo sguardo tanto vivace quanto dorato, o viceversa, scandagliava ogni viuzza e viona, mancandoci poco che pure irrompesse nelle proprietà private dei pasciuti ricconi di Laputa.

    Certo che la tengono proprio bene, questa perla dell'abusivismo aereo...
    Cinguettò il Trickster, scalciando un ciottolo.
    In realtà, era tutta invidia: voleva anche lui un'abitazione fluttuante tutta sua, e si sa che l'invidia è una brutta bestia e poi ti fa straparlare.

    Ora, però, ecco che accade il fatto grave.
    Che poi, io dico grave con il dono innato del metagame, ma Cluracan mica lo sa.
    Kekekekeke.
    Anzi, mi sentisse, mi darebbe del pazzo.
    Povero stolto.
    Non sa per nulla che lui invece prenderebbe del cazMa! Cosa è questo bagliore accecante?

    Con tipo uno dei gesti più plateali della storia del corteggiamento, appena il Gancanagh vide quella avvenente fanciulla, seduta su una panca sotto una grossa quercia vammi a parlare di allegorie e metafore, poi!, egli portò una mano dinanzi agli occhi, socchiudendoli e facendo la classica smorfia delle 10 del mattino quando il sole ti cecchina da x anni luce di distanza proprio sul bulbo oculare, che come fa poi me lo deve spiegare.
    Però sempre sorridendo, perché Cluracan mi sa che è testimonial della mentadent.
    Dopo questo gesto che sì e no aveva attirato l'attenzione pure degli scoiattoli, il Trickster si avvicinò trotterellando, o almeno mi piace pensarlo.

    Signorina! È forse una così bella giornata per merito della sua inenarrabile radiosità? Io, invero, non credo che alcuna stella sia più luminosa di lei!

    Minchia si vede che l'ho tenuto nel cassetto per troppo tempo, che poi si spara queste megasboronate che sono tipo il top.
    Bestiale.

    Comunque, sì, dicevo, praticamente aveva visto questa megavvenentegnocca che mangiava delle... dei... diciamo, alcuni... eh... insomma, stava mangiando qualcosa che dall'immagine non riesco a discernere, tanto che mi sembrano le pizzette da aperitivo, ma chissà.
    Ora, ripeto, io col metagame ci vado a nozze, ma Cluracan no, nonostante fosse vestito pure bene. Quindi, OVVIAMENTE, trovandosi davanti quel bel pezzo di fig.1, non poté fare a meno di iniziare l'arrembaggio. Poi, vorrei ben dire, con due tette così, roba che dovrebbero chiamarla Hydra perché ha tre teste.

    Così, vellutato come le tende dei posto prova insonorizzati, si sedette accanto alla fanciulla-senza-nome-ma-con-pacco, sorpresa che il nostro beniamino ancora non conosce.
    Har har har.

    O suadente fanciulla, il mio nome è Cluracan! Spero possiate perdonare questo mio sfrontato affronto, ma ahimè a nulla posso ricorrere per frenare il mio ardore quando meraviglie del suo calibro mi si parano d'innanzi!

    Minchia, è in forma, sì.
    Cioè, una volta magari avrebbe chiesto "che fa, posso sedermi? grazieee", invece ora niente, direttamente all'attacco senza mezzi termini.
    HAR HAR HAR HAR HAR HAR.
    Niente, ripensavo a dove si allipperebbe Eren Satu se u mari fussi ogghiu.

    Potrei, di grazia, chiedere come si chiama lei, splendente damigella?
    E via, con uno di quei sguardi che George Clooney ci ammazza le capre. Parliamo di intensità eh, non di tipologia morfologica.


    ... e niente, non riporto nulla di attive/passive/checché sia, tanto Cluracan lo conoscete. :geez:


    Edited by :^| - 11/3/2013, 17:27
     
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    Mangiucchiava i suoi dolcetti tutto contento, abbandonato placidamente sulla panchina nella sua giornata di relax -come se le altre non lo fossero- e tutto contento di indossare uno degli abitini della sorella. Davvero, gli scendevano a pennello, anche se in effetti erano troppo coperti per i suoi gusti: era infatti noioso spendere energie ed inventiva per generare un bel corpicino di fanciulla se poi doveva mantenere tutto nascosto.
    Un vero peccato, davvero.
    Però Drusilia era stata più che chiara con lui, e non poteva certo contravvenire ad una promessa. E poi contava, nel caso, di sedurre qualche rampollo di passaggio così da farsi portare a letto. La Dama del Vento si era infatti impuntata sugli "atti osceni in luogo pubblico", ma se si divertiva in qualche villa privata uno dei criteri della promessa andava a farsi trascinare nel Maelstrom, e di fatto lo svincolava da qualunque patto.
    E già che si parlava di quello...

    Ma! Cosa è questo bagliore accecante?

    ... un bellissimo pezzo di gancanagh lo aveva appena notato.

    Signorina! È forse una così bella giornata per merito della sua inenarrabile radiosità? Io, invero, non credo che alcuna stella sia più luminosa di lei!

    Ellapeppa! Questo ci andava giù pesante!
    Non che gli dispiacesse a dirla tutta: quella quinta di seno non si era generata dal nulla casualmente, infondo. Era ovvio che volesse essere riempito di complimenti. Che poi, non per vantarsi, ma lui era bellissimo. Bellissimo da uomo, da donna e da qualunque cosa desiderasse trasformarsi, massimo estimatore del piacere per gli occhi e non solo, edonista sopra ogni limite.

    O suadente fanciulla, il mio nome è Cluracan! Spero possiate perdonare questo mio sfrontato affronto, ma ahimè a nulla posso ricorrere per frenare il mio ardore quando meraviglie del suo calibro mi si parano d'innanzi!

    Ed a proposito di piacere per gli occhi... ora che lo guardava meglio non potè non ammettere a sè stesso di aver incontrato una delle creature più belle su cui il suo sguardo aureo si fosse mai posato. Era... meraviglioso, sensuale, intrigante. Bello, bello come una favola: così bello che poteva perfino sperare di raggiungerlo, un giorno. Perchè ovviamente Quarion lo superava, almeno per quello che era il suo pensiero, ma l'ancora sconosciuto Cluracan ci si poteva impegnare.
    Aveva talento e... potenziale. Per riuscirci... uhm. Si.
    Ovviamente mascherò il suo compiacimento dietro un sorriso gentile e candido da giovane verginella.

    Potrei, di grazia, chiedere come si chiama lei, splendente damigella?


    Che sguardo! Che sguardo, signori! Quelli erano occhi in grado di uccidere!
    E così l'Ambasciatore sotto mentite spoglie portò le mani al visino dolce da gentile damigella, arrossendo come una scolaretta davanti al cantante famoso di turno, abbassando lo sguardo vergognosa e discreta come per timore di non essergli all'altezza.

    -Oh, signore, non merito tutto questo! Sono così timidina!

    Cinguettò delicata e soave.

    -M-mi chiamo... m-mi chiamo...

    Un nome, doveva pensare ad un nome.

    -...Isabelle! Onorata di conoscerla, messere.

    Ah, adorava i giochi di ruolo!
    :guru:

     
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    CITAZIONE
    -Oh, signore, non merito tutto questo! Sono così timidina!

    Drù, ti odio.
    Però non è quell'odio cattivo e inutile, che poi uno non fa altro che avvelenarsi il fegato, ma quello sano, nutriente, formativo, corroborante, e via che le parole fighe sono sempre il top.
    Dal canto suo, Cluracan non shavevacapìtengheeezz, che poverino ancora la tecnica per sgamare chi è veramente donna e chi no temporalmente parlando ancora non ce l'ha, pertanto quella timidina per lui era come la crema Novi coi grissini, che li ho mangiati poco fa.
    CITAZIONE
    -M-mi chiamo... m-mi chiamo...

    Ed arrossiva, e portava le manine al visino, insomma, manco a farlo apposta.
    CITAZIONE
    -...Isabelle! Onorata di conoscerla, messere.

    Isabelle.
    Mannaggia a Drù.

    Isabelle!

    Esclamò di rimando il fatato, pronunciando quel nome con pathos ed entusiasmo, mentre guardava un indeterminato punto lontano, per poi soffermare lo sguardo nuovamente negli occhi di Isabelloe.

    Il suo nome rende fede alla sua bellezza, signorina Isabelle!

    Si avvicinò poi un altro po', prendendole (o prendendogli? cioè va, pure per 'ste cose mi devo confondere con Quarion) una mano con delicatezza in modo tale da potersi esibire nel classico gesto del baciamano, perché certe cose il Cluracan di qualità non le dimentica mica nè.

    E mi dica, o bella Isabelle, cosa ci fa una così soave fanciulla tutta sola in questo distretto, così ricco quanto noioso?

    Eh, guarda che pezzo di manigoldo, con la tecnica del "non mi vorrà forse dire che lei sia una di quelle giovani donne che si priva di divertimenti e piaceri della vita solo perché la morale comune imponga di fare così!".

    Non mi vorrà forse dire che lei sia una di quelle giovani donne che si priva di divertimenti e piaceri della vita solo perché la morale comune impone di fare così!

    Ecco, appunto.
    Insomma, era sempre lì, a domandare indirettamente robe come "insomma, ce li hai i manciaciumi o no?", e chi è siciliano capisca.
    E sorrise, eccome se sorrise, ma senza ancora rivelare il lato prettamente mandrigoldo, che ricordiamo essere la fusione di mandrillo e manigoldo.

    Perché sarebbe un vero peccato, altrimenti...

    E lo disse con una voce così suadente, ma così suadente, che fu sera e fu mattina, però uno non se ne accorgeva perché era appunto troppo suadente per prestar attenzione a vili cose come il rincorrersi del giorno e della notte.
     
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    Quegli occhi gli penetrarono l'anima.
    E se voi mascalzoni avete pensato a quello, non è certo colpa della sottoscritta, dolce e gentil donzella estremamente romantica, inguaribile sognatrice d'amore nonostante abbia creato e giochi tuttora quell'adorabile trollone di Quarion. Quindi fatevi una ragione, perchè siete degli sporchi zozzoni.
    Vergogna, vergogna, vergogna!

    Dicevo: quegli occhi gli penetrarono l'anima.
    Belli come non mai, sembravano riflettersi in quelli di Isabelle Quarion con innaturale sensualità, e nello sguardo bramoso di conquista del Trickster, l'Ambasciatore rivide sè stesso... e gli piacque.

    Lo avrebbe fatto suo in quel luogo ed in quel preciso istante, ma la seduzione non è arte da poco: estremamente complessa, altalenava il suo dominio fra fantasia e puro istinto e lui che ne era l'Avatar in terra mai avrebbe distrutto quella delicata magia da entrambi generata sotto le fronde arboree di quel piccolo giardino. Il gioco doveva proseguire, e gli attori erano esortati a recitare la loro parte così che i desideri più intimi si fossero congiunti, invitando la carne debole a fare lo stesso.

    -Oh, s-signore... lei mi lusinga.

    Disse abbassando dolcemente lo sguardo, le gote rosse e vellutate al pari di due frutti maturi.

    -Ero qui a trascorrere il tempo passeggiando per i giardini dopo una visita al tempio.

    ...perchè fantasia sessuale voleva che fosse pure santarellina.
    Eh, si, lo so che mi odi, Pyt.
    :8D:

    -E poi, credo di aver incontrato la creatura più bella su cui abbia mai posato gli occhi.

    Sorrise teneramente, risollevando lo sguardo senza tuttavia cancellare quel candore niveo tipico di chi non aveva mai conosciuto la seduzionè, nè assaggiato le labbra di un uomo.

    -Credo di essermi persa in un bellissimo sogno.



    Edited by Drusilia Galanodel - 17/1/2013, 23:38
     
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    Niente, certe volte non puoi far altro che piangere.
    Tipo io, ora, mentre penso al fatto che Cluracan ci sta provando con Quarion, tenendo conto pure del fatto che è tutto voluto.
    Sigh sigh, sob sob.
    Ma vabbè. Forza e coraggio.
    CITAZIONE
    -Oh, s-signore... lei mi lusinga.

    Azzardò la bella Isabelle, arrossando come facevano le dame d'un tempo, non quelle di oggi, che se arrossano lo fanno da tutt'altra parte.
    Si vedeva proprio che quella donna era di antichi valori, quelli che piacevano tanto al buon Trickster, che difatti sorrideva a più non posso.
    CITAZIONE
    -Ero qui a trascorrere il tempo passeggiando per i giardini dopo una visita al tempio.

    Cito testualmente:
    Secondo l'art. 12 della Costituzione dei Manigoldi, è proibito indurre in tentazione fomentando l'interlocutore attraverso allusioni che sconfinano nel profano.
    Il Gancanagh era in visibilio, anche se non lo dava a vedere.
    E NON SO SE CI SIAMO CAPITI.
    CITAZIONE
    -E poi, credo di aver incontrato la creatura più bella su cui abbia mai posato gli occhi.

    Vero anche, però, che c'è il seguente comma che recita:
    Tuttavia, se si può arrivare ad infornare la pagnotta, mecojoni.
    CITAZIONE
    -Credo di essermi persa in un bellissimo sogno.

    E niente.
    Che c'è da fare, in situazioni come queste.
    Un fremito di passione, e via.
    Signorina Isabelle.
    Proferì, serio come poche volte, anche perché non ti capita di trovare sempre due bocce enormi che se ne vanno a messa e poi ti fanno salire le calorie.
    Se questo è un sogno, e io sono una semplice immaginazione del suo animo...
    Continuò, stringendole la mano con le sue.
    Spero proprio che nessuno la svegli, ora!
    Si avvicinò, con un'espressione teatrale di uomo affranto ma felice.
    Permetta a questa povera fantasia di divenir reale, di raggiungere mondi inimmaginabili, di sentirsi finalmente viva, anche solo per una fugace avventura onirica!
    E la guardò come occhio morto guarda.
    Però nel senso tipo mano morta, non come il pesce che non è fresco, ci mancherebbe.
     
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    Signorina Isabelle.
    Se questo è un sogno, e io sono una semplice immaginazione del suo animo...
    Spero proprio che nessuno la svegli, ora!


    Che uomo, che poeta!
    E che occhi!

    In effetti, osservandolo nelle sue egregie performance da casanova, l'Ambasciatore aveva percepito nel fatato qualcosa che non andava, l'odore violento di chi, nel futuro, avrebbe potuto dargli noie. Un soggetto pericoloso, dunque: uno così a Laputa sarebbe perfino stato in grado -con molto allenamento e numerosi tentativi- di "sciogliere" la sua adorata sorellina, e questo lui non sarebbe stato in grado di accettarlo. Prima il Dreamer, poi uno sconosciuto... Drusilia era sua, sua e di nessun altro. Il loro legame era più profondo di qualsiasi altra cosa su Endlos, più saldo perfino dell'Amore stesso! No, lui non l'avrebbe mai persa di nuovo.

    Permetta a questa povera fantasia di divenir reale, di raggiungere mondi inimmaginabili, di sentirsi finalmente viva, anche solo per una fugace avventura onirica!

    Per qualche attimo gli stuzzicò l'idea di liberarsene, giusto per risparmiarsi inutili preoccupazioni.
    Ma non ora e non in quel posto... troppo illuminato ed affollato per i suoi gusti.

    -Oh, messere, lei è così colto ed erudito!

    Avrebbe esclamato in una finta sincera confessione.
    Giusto per confonderlo, deviare... avrebbe perso la sua bussola.

    -M-ma... ma io sono timida!

    Si portò una mano al viso, mentre col braccio piegato stringeva la parte alta del busto verso il centro... provocando un curioso fenomeno che inizia con un seno compresso e termina con qualcosa che si muove nell'ombra.
    Ma torniamo al dialogo.

    -Q-queste persone... queste persone ci guardano, e mio padre potrebbe essere nei dintorni. L'idea di essere scoperta mi... mi spaventa così tanto! N-non vorrei... non vorrei mai c-che... che non mi volesse più bene.

    Una lacrimuccia scivolò lungo i suoi lineamenti delicati e femminili, mentre le labbra si stringevano tremanti.

    -Se solo ci fosse un modo...

    E poi attese che il pesce abboccasse.

     
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    -Oh, messere, lei è così colto ed erudito!

    Onestamente, Cluracan di solito è uno di quelli che alle lusinghe fa taaaaante orecchie da mercante, giusto per il fatto che sono tutte cose che già sa.
    Seibbbelloo, seibbbraavoooo, seiffigoooo eccetera eccetera.
    Che dire, grazie, grazie! Ma lo so già! robe così insomma.
    Però c'è anche da dire che, quando ti trovi di fronte una così con due cose cosà, ci resti un minimo anche tu.
    Sì, proprio tu.
    Tu.
    CITAZIONE
    -M-ma... ma io sono timida!

    Alla vostra destra, un Cluracan che fa una faccia molto compromettente, di quelle da galera.
    Che poi in realtà, diciamo le cose come stanno, il Trickster non è che pensava a cosa lei stava dicendogli, quanto più a COSASTAIFACENDOCONQUELBRACCIOISABELLECOSA.
    Niente, è finita.
    Con un'abile mossa che, fosse stato lucido, avrebbe indotto il Ganchanagh a pensare che quella Isabelle non era poi così tutta casa e chiesa, ma che sicuramente con le cappelle (sistine) c'aveva comunque a che fare, la damigella pushuppò le già abbondanti tette, cosa che ci tengo a dire.
    Donne.
    Non fatelo.
    Ne va della nostra incolumità psicofisica.
    E della vostra.
    CITAZIONE
    -Q-queste persone... queste persone ci guardano, e mio padre potrebbe essere nei dintorni. L'idea di essere scoperta mi... mi spaventa così tanto! N-non vorrei... non vorrei mai c-che... che non mi volesse più bene.

    CHE SQUARAUS DI ROBE PAZZESCHE.
    Povero Cluracan che non ha il senso di ragno, che a quest'ora un minimo di preavviso lo prendeva.
    Per la serie "è troppo bello per essere vero, e infatti non è vero, solo che ancora non lo so".
    CITAZIONE
    -Se solo ci fosse un modo...

    E lacrima finale.
    9/10 alla recitazione.
    Non dò 10 perché Quarion c'ha la sorpresa. Ma comunque...
    In tutto questo, il buon Clura aveva guardato labellaIsabella col volto di chi conosce la vera sofferenza, e che sofferenza!
    Sembrava uno di quei bambini con le labbra arricciate, le ciglia corrugate nel disegno di dispiacere e gli occhioni lucidi dall'emozione.
    Che sentimentalone! Che uomo che sa quando doversi sciogliere! Che epiteto di maestosa empatia!
    Un mito.
    Signorina Isabelle, io...
    Tentennò, con voce tremante...
    Lei... Lei non merita tutto ciò.
    Le asciugò la lacrimuccia, che se l'avesse portata a fare analizzare alla scientifica ci avrebbero trovato più testosterone che acqua.
    Lei... Lei merita di vivere la vita al massimo, ora che è nel pieno del suo splendore! Non può sottostare al volere di suo padre che, per quanto possa amarvi, è troppo accecato da questo sentimento per capire cosa è giusto per voi!
    Har har har.
    Lei... Lei deve seguire il suo cuore! Il suo spirito! La sua voce interiore, la sua vocazione! E per questo deve spezzare le catene dell'oppressione!
    Qua ci stiamo buttando sul politico, occhio.
    Quindi...
    Cluracan le prese le mani, stringendole forte forte, e, infine, proclamò, dignitosissimo:
    Che si cerchi una location appartata!
    Quanta soave mandrigolderia traboccante poliglottismo.
    Infinito Cluracan.
    Che potrebbe essere benissimo il nome di un profumo.
    E così, stringendole le mani, la fece alzare, esortandola a correre alla ricerca di un ameno luogo ameno. È bello ripetere ameno.
    Ah, e ovviamente si mise a correre perché voleva vedere le tette sballonzolare.
    Dico.
    Và.
     
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    Percorsero insieme i giardini, mano nella mano come due innamorati.
    I fiori attorno a loro incorniciavano le due figure di mille ed ancor mille colori (ce ne saranno davvero così tanti?), ed il terreno morbido accompagnava i passi cadenzati della corsa come un verde tappeto. Per la gioia di Cluracan, il davanzale di Quarion Isabelle ballonzolava come non mai, ed ogni cosa sembrava bellissima e felice da quella prospettiva.
    Raggiunsero così una stradina buia, poi il retro di un cortile ed infine... una cantina abbandonata. Come Isabelle facesse a conoscere quel posto nessuno avrebbe mai potuto immaginarlo, ma l'importante era che fosse imboscato per evitare l'ira del padre, giusto?

    -Oh, sir Cluracan, sono così emozionata!

    Sussurrò appena con voce tremante ma felice, docilmente posata contro una parete. Il corpetto appena sbottonato (o forse le era saltato un bottone durante la corsa, schizzando via da qualche parte e prendendo il passante di turno negli occhi) lasciava intravedere qualcosa che allo sguardo di un Ganchanagh avrebbe superato perfino il valore dell'oro: a dirla tutta Quarion non sapeva di che razza fosse, ma infondo quell'espediente funzionava anche con buona parte delle creature esistenti nel Multiverso. Culture lontane, visioni del mondo diverse? Quarion sapeva bene che c'erano cose che non cambiavano mai.

    -Mi batte forte il cuore...

    E così, sotto le spoglie della procace Isabelle, l'Ambasciatore dell'Est sorrise distogliendo timidamente lo sguardo ed attendendo che l'altro facesse la prima mossa. Sapeva che il Trickster l'avrebbe presto raggiunto.

    Post piccino, al prossimo salta fuori la sorpresa :guru:

    Nota inutile: la cantina dove vi trovate fa parte del dungeon sotterraneo che porta alla casa (ormai distrutta) di Lord Ukkonen citato nella quest Soltanto per Amore. Quarion conosce la location perchè presente a Laputa durante la prima notte delle Nove Giornate, in più in compagnia della sorella Drusilia (che monitorava l'incursione nella magione).
     
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    Mano nella mano come due innamorati, dice lei.
    I fiori attorno che li incorniciavano, dice lei.
    Il davanzale di Isabelle che ballonzolava come non mai, ed ogni cosa sembrava bellissima e felice da quella prospettiva, dice lei.
    Mannaggia a lei, mannaggia.
    CITAZIONE
    -Oh, sir Cluracan, sono così emozionata!

    Inutile dire che Cluracan stava altamente sbattendosene i gingilli del fatto che quell'avvenente quanto pudica signorina lo stava portando in una CANTINA.
    Una CANTINA.
    ABBANDONATA.
    CASA E CHIESA 'STA MINaturale che si senta così emozionata, o luce degli occhi miei! È solo il suo spirito che cerca di seguire la sua vocazione!
    Sì, dai, tipo.
    Si tuffò con gli occhi in quella scollatura che dire scandalosa è fare un complimento alla morigeratezza, pregustando già l'ambito premio, che, con una metafora, chiameremo: tette enormi.
    Scusate, non sono bravo con le metafore.
    CITAZIONE
    -Mi batte forte il cuore...

    E PRESTO NON SARÀ IL SOLO A BATTERE FORTE, HAR HAR HAR.
    HAR HAR.
    HAR.
    Scusate, non sono bravo con le metafore.
    Non devi preoccuparti, Isabelle...
    Disse, sollevandole appena il capo accarezzandole il mento. Avesse avuto la barbetta caprina, il buon Quarion, Clura l'avrebbe potuto sgamare subito, e invece... Pelle vellutata come i sederini dei bambini.
    Maledetta Nivea for Men, maledetta!
    Lasciate fare a me...
    Proferì, sussurrato, quasi proveniente dagli abissi e dagli inferi della sua anima. Fugace. Un attimo solo. {Gold Cit}
    E dunque, avvicinò le sue splendide labbra a quelle celestiali della dama con la torre e meno male che non ero bravo con le metafore, per...
    Sì...
    Per... Per...
    mioddiomioddiomioddio
    Per d-darle...
    mioddiomioddiomioddio
    Un... Un...
    mioddiomioddiomioddio
    Un ba-...
    mioddiomioddiomioddio
    UN BA-...
    MIODDIOMIODDIOMIODDIO
    UN BACIO.















    aaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaa
    Un bacio.
    E di quelli sbrodoloni.
    E di quelli che tipo dopo ci scappa la pizza.
    Nel senso che poi metti la pala nel forno.

    Scusate, non sono bravo con le metafore.
     
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    Sicura di aver ben chiuso la porta a chiave, Isabelle si lasciò andare all'impeto della passione, beata fra le braccia del fatato e totalmente in balia del suo innato e meraviglioso sex-appeal. La lingua si insinuò rapida e vogliosa nella sua bocca, e le mani scivolarono lentamente sul suo fondoschiena, palpandolo con un vigore davvero poco femminile. Ma tant'è.

    -Oh, Cluracan, non hai nemmeno idea di cosa mi piacerebbe fare con te- sussurrò sensuale al suo orecchio, per poi mordicchiarglielo. La voce lo accarezzava in una tonalità più bassa... quasi maschile -Potrei continuare in eterno, ma devo pensare al bene di mia sorella: voi due non potete incontrarvi.

    Improvvisamente qualcosa prese vita sotto la gonnella della dolce Isabelle, e sempre più forte premette contro il bassoventre dello sfortunato Cluracan. Le stoffe che fino a qualche attimo prima cingevano un seno innaturalmente grande si adagiarono sul petto maschile ormai vuote e desolate; qualora il fatato si fosse discostato, davanti a lui avrebbe intravisto nella penombra il volto androgino di un giovanotto dagli occhi aurei ed i lunghi capelli azzurri. A dire il vero, sarebbe potuto sembrare comunque una fanciulla: ma non era chiaramente Isabelle, e dove il volto ingannava, il corpo chiaramente maschile rendeva la questione abbastanza palese.

    cluralol

    -Sei adorabile e mi ispiri sesso più di chiunque altro: è un vero peccato che debba eliminarti.
    Spero che tu possa perdonarmi ♥


    I capelli chiari dai riflessi del colore dei lapislazzuli sembrarono unirsi da soli in lunghe trecce, e poi mutare ancora in fili elettrici dalla forma tentacolare e non particolarmente incoraggianti (in tutti i sensi). Se Cluracan non si fosse mosso, gli avrebbero stretto polsi e caviglie per non farlo dimenare, e poi cinto la gola così da porre fine a quel pericolo per l'integrità della gemella.
    Perchè Drusilia amava solo lui, di questo ne era certo, ma lo infastidivano le distrazioni.
    E Cluracan poteva diventare una distrazione.

    Ovviamente è una tecnica usata dal punto di vista scenico: puoi farti acchiappare (ed in quel caso non ti strozza ancora) come puoi divincolarti. Scegli te XD
    CITAZIONE
    →TENTACOLI INORGANICI»
    Derivazione: evocatore
    Descrizione: Quarion è in grado evocare "tentacoli" dall'aspetto di fili elettrici o di elementi elettronici. Questi sono collegati al corpo del loro utilizzatore (precisamente sono prolungamenti dei suoi capelli) e fungono come arti aggiuntivi, più forti di quelli organici dell'evocatore. Non possono essere spezzati a mani nude, ma basta una lama qualunque per tagliarli. Il numero dei tentacoli è 10. Alla punta sono perforanti.
    Consumo: Medio
    Drurata: Variabile
     
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    Dicono che se guardi troppo a lungo nell'abisso, prima o poi l'abisso guarderà dentro di te.
    Sì, ma il problema è quando guardi troppo a lunga in Quarion, che poi guarda lui dentro di te.
    E non sono cose belle.

    Meno male che Cluracan non ci aveva guardato, dentro Quarion. E non ci avrebbe guardato.
    Perché, vuoi per fortuna, vuoi per immensa sfiga celestiale, quell'Isabelle, che slinguava così tanto che ci potevano fare la pubblicità per limonare contro una parete grande non ci vuole una lingua grande, ma una grande lingua, pian piano rivelò il suo vero essere.
    Che non era una ninfomane, purtroppo.
    quanto soffro, quanto soffro...
    Certo, gli stava palpando le natiche che manco i ciechi quando palpano la frutta per vedere se è buona, ma il povero Ganchanagh che ne poteva sapere? Pensava che avesse dato sfogo alle sue pulsioni imperiture, quelle antiche e porche.
    quanto soffro, quanto soffro...
    CITAZIONE
    -Oh, Cluracan, non hai nemmeno idea di cosa mi piacerebbe fare con te-

    Tralasciandoilfattocheavevatipolavocedabaritono, il povero Trickster pensava che, dai, erano gli ormoni che le abbassavano così la voce.
    Sapete.
    O magari era raffreddata.
    quanto soffro, quanto soffro...
    Oh, ma faremo, fare-
    CITAZIONE
    -Potrei continuare in eterno, ma devo pensare al bene di mia sorella: voi due non potete incontrarvi.

    PREGO?
    STAI FORSE DICENDOMI CHE HAI UNA SORELLA GNOCCA TANTO QUANTO E LA TIENI NASCOSTA PER EVITARE LE COSE A TRE?!
    PREGO?!?

    Sì. Prega Cluracan, prega.
    Ma non per quello.

    Improvvisamente {cit}, il

    DRAMMA.



    *frush frush*
    Mh?
    Il fatato si fermò un attimo.
    *frush frush*
    Ma cos-
    Il fatato si fermò due attimi.
    *frush frush*
    Ma che diav-
    Il fatato si fermò definitivamente.
    *frush frush*
    Sbiancò.
    Sguardo morto da pesce rosso morto che guarda una natura morta in un punto morto.
    Nel Mar Morto.
    M-m-m-m-m-ma...
    Abbassò appena lo sguardo, giusto per notare che ora poteva vedere i propri piedi.
    Prima no, perché c'erano le tette di Isabelle.

    Trivia Endlos: dove sono finite le tette di Isabelle?


    Rialzò lo sguardo.
    È la barbetta che citavo prima, quella che ora c'è?
    CITAZIONE
    -Sei adorabile e mi ispiri sesso più di chiunque altro: è un vero peccato che debba eliminarti.
    Spero che tu possa perdonarmi ♥

    Niente da fare. Nessun luogo dove fuggire. Nessuna tecnica di controllo del tempo per tornare indietro e suicidarsi la mattina.
    Rivelò il suo vero essere, dicevo.
    Il suo vero, trentacentimetrico, essere.
    *frush frush*
    Cluracan sgranò gli occhi.
    Cluracan aprì la bocca.
    per essere partecipi al dolore di Cluracan, leggete tutto l'urlo
    NNNNNNNNNNNNNNNNNNNNNNNNNNNNNNNNNNNNNNNNNNNNNNNNNNNNNNNNNNNNNNNNNNNNNNNNNNNNNNNNNNNNNNNNNNNNNNNNNNNNNNNNNNNNNNNNNNNNNNNNNNNNNNNNNNNNNNNNNNNNNNNNOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAHAAAAAARRGHRAARHGAGRHAGRHARHGAHGRHAGRHAGRHAGRHAARARAGHRGHARGAHRA-
    Diecimilioni di decibel d'urlo. Fosse stato Majin Bu nella Stanza dello Spirito e del Tempo, a quest'ora aveva incrinato la realtà.
    E poi niente.
    Si spense.
    Dentro, intendo.
    Nell'anima. Nella sua essenza.
    Nemmeno fece caso ai tentacoli aaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaa che lo avvilupparono, per impedirgli ogni mossa.
    Non importava più nulla.
    Non aveva più senso vivere.
    Guardava fisso il suolo, con gli occhi spenti, la bocca semi-aperta.
    ... uccidimi...
    Biascicò.
    ... fa quello che devi fare...
    Spezzato nella psiche.
    ... ormai nulla ha più senso...

    'mbare, ma stai piangendo?
    No, no... Sono solo... Solo... lagrime maschie...
     
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    Lo sentì urlare e si eccitò come non mai.
    Già pregustava il suono delle vertebre che, inesorabilmente, prendevano a scricchiolare contro i componenti inorganici dei suoi tentacoli per poi spezzarsi una dopo l'altra, tuttavia anche per il bello e fin troppo attivo Quarion giunse qualcosa a smorzargli tutto il phatos che era riuscito a crearsi con quel piano ineccepibile ed oltremodo perfetto.

    ... uccidimi...
    Biascicò la vittima.
    ... fa quello che devi fare...
    Spezzato nella psiche.
    ... ormai nulla ha più senso...
    ...

    Rimase per un attimo a guardarlo, le mani in vita affondavano con stizza nella stoffa femminile che gli scendeva sui fianchi come l'abito di una pornostar molto dotata su una modella d'alta moda (ed ovviamente piatta). Le labbra si tesero, arrabbiate, ed invece di ucciderlo finì per tirargli uno schiaffo con tutta la forza che aveva.
    Uno sculaccione, più che schiaffo.
    Quelle chiappe erano
    DI-VI-NE
    ...
    Ecco, si era eccitato di nuovo.

    -Santo cielo! Fa qualcosa!- gli ordinò, innervosito dalla sua apatia -Non sei divertente, sai?!?!
    Prima sembrava che potesse conquistare il mondo con tutta l'energia che aveva, ed ora sembrava un dannatissimo mollusco! Adirato l'Ambasciatore prese a camminare avanti ed indietro davanti a lui con fare nervoso, più che altro per sbollire. Ma il fatato di fronte a lui rimase estremamente, fastidiosamente, insopportabilmente passivo. Non che ce l'avesse con i passivi, sia chiaro, ma li preferiva quando urlavano... o almeno si dimenavano, e Cluracan era troppo bello per fare la fine di una bambola gonfiabile rotta. Perfino lui che voleva ucciderlo lo pensava, ed era tutto dire.

    clurapiange

    -Cioè, davvero credevi che esistesse una donna simile? E che fuggisse con te in questo modo!?!?- la voce iniziò a sembrare un gridolino isterico, poi si fece più calma -Ciò che mi sconvolge è che non è stupidità la tua ma, immagino, abitudine. Tu non ti sei posto dilemmi perchè ti è già capitato, ne sono sicuro.

    Prese a mordersi le unghie laccate di nero, nervoso.
    Vedere il fatato appeso in quel modo gli ricordò alcune simpatiche pratiche di bondage.

    -E' questo il problema, Cluracan. Io n-non... io non vorrei... non vorrei eliminarti. Però sei p-pericoloso, ecco.

    Riprese a camminare, agitato e sofferente come non mai. Il suo lato geloso e possessivo lo voleva morto, ma quello esteta ed amante lo supplicavano di fermarsi. Che fare? Che fare?!?!?

    -Mia sorella non può vederti, non deve, capisci?
    Lei deve amare solo me, non te.

     
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    CITAZIONE
    -Santo cielo! Fa qualcosa!-

    PER GIUNTA.
    CITAZIONE
    -Non sei divertente, sai?!?!

    SCUSA SE C'HA IL TRAUMA DELLA VITA, SCUSA.
    E non mi pronuncio sullo sculaccione.
    Sapete, vizio di forma.
    Il signor Transilvano camminava avanti e indietro, mentre Cluracan continuava a fissare il nulla, con la sua mente che proiettava immagini felici di anatroccoli che attraversano la strada.
    Sorrideva beato a volte, prima di tornare a ricordare dove si trovava e cos'era successo, riassumendo l'espressione diun morto.
    CITAZIONE
    -Cioè, davvero credevi che esistesse una donna simile? E che fuggisse con te in questo modo!?!?-

    Quelle parole lo punsero nell'orgoglio, e si sa che Cluracan, quando viene insinuato nel suo campo migliore, un minimo si inalbera.
    La testa scattò, e fissò la fu Isabelle Pascal con occhi indispettiti.
    CITAZIONE
    -Ciò che mi sconvolge è che non è stupidità la tua ma, immagino, abitudine. Tu non ti sei posto dilemmi perchè ti è già capitato, ne sono sicuro.

    ECCO.
    PRECISAMENTE, MANNAGGIA.
    Ci tenne a mettere in chiaro le cose, il fatato.
    CITAZIONE
    -E' questo il problema, Cluracan. Io n-non... io non vorrei... non vorrei eliminarti. Però sei p-pericoloso, ecco.

    Il Trickster sgranò gli occhi.
    Sbagliava forse a pensarlo, ma notava che quell'uomo dai facili costumi femminili era un po'... in apprensione.
    Il buon Clura lo scrutò inarcando un sopracciglio.
    Poi rise, anche tanto.
    Ahahahahah! Pericoloso!
    Era la prima volta che glielo dicevano, un minimo di vanagloria gli toccava.
    Intanto il professor Pendolo Retrattile continuava nel suo deambulare nervoso, tanto che a quel punto Cluracan era abbastanza sicuro che forse l'avrebbe scampata.
    CITAZIONE
    -Mia sorella non può vederti, non deve, capisci?
    Lei deve amare solo me, non te.

    Il senso di mandrillo del fatato pizzicò.
    Aveva detto... Sorella?
    Era tentato di iniziare a fare gli occhi galeotti, ma poi un fulmine illuminante lo colpì.
    Senti, amico, se tua sorella è come te, sta' sicuro che non mi ci avvicinerò manco per sbaglio!
    Vuoi vedere che aveva beccato la coppia di carnevale, i fratelli Travestoni. Quanto disagio, quanto.
    Giuro, puoi averla tutta per te!
    Poi, suvvia, che paroloni.
    "Amare".
    Mica Cluracan poteva amare sua sorella... Cluracan doveva amare TUTTE.
    Non c'erano rischi di gelosie, tanto il Ganchanagh bastava ed avanzava per ognuna di loro.
    Di quelle bone, s'intende.
    E meno male che il fatato non sapeva ancora chi, e soprattutto come, fosse la fantomatica sorella di Transilvano, visto che pensava fosse un altro pericolo ambulante dalle trasformazioni facili.
    Eh, beata ignoranza...
     
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    Quarion rimase lì, braccia conserte, le labbra tese e fortemente indeciso sul da farsi mentre il fatino iniziava a ridere senza motivo, forse preda di qualche strano raptus randomico. Però, anche se drogato, restava comunque il giovane più bello che avesse mai visto. Oltre a sè stesso, ovviamente ma... chi poteva essere meglio di lui? Ovviamente nessuno.

    -Facciamo un patto.

    Propose allora l'Arcano dell'Amor Profano. In genere c'era poco da fidarsi di uno come lui, però restava pur sempre un esteta. Era un dato di fatto che un essere come Cluracan fosse sprecato da morto.

    -Io ti libero, e tu non insidierai per nessun motivo al mondo Drusilia Galanodel.

    Lo sguardo aureo si incrociò con quello del manigoldo appeso come un salame, poi avvicinò una mano ai suoi splendidi capelli neri e ne staccò un filo soltanto, riponendolo in tasca con cura. Rallegrato gli si avvicinò, dandogli un leggero bacino sulla guancia così da stampargli la forma delle proprie labbra sulle gote. Visto nella penombra gli sembrò quasi un cuoricino fatto di rossetto.

    -Ai Saggi di Palanthas basterà un capello per capire chi sei e dove abiti. Se saprò che l'hai insidiata verrò a prenderti personalmente, e desidererai di esser già morto da tempo.

    Detto ciò, lo lasciò andare libero, e lentamente se ne andò via canticchiando un'allegra melodia, accompagnato dall'ancheggiare dei fianchi che ne stabilivano il tempo. Prima di chiudere la porta dietro di sè, gli scoccò un bacino volante.

    -Mi piace come corteggi le fanciulle. Se vieni ad est, ti presterò qualche mia amante per farmi perdonare!

    E poi sparì, lasciando il fatato solo nei suoi pensieri.

     
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