Sperando in un'udienza

La Somma Inquisizione si muove

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    Ormai si era abituato alla vista delle colonne di fumo provenienti dalle ciminiere. Se n'era fatta una ragione: quella città aveva subito una vera e propria trasformazione da circa otto rotazioni fa. Non faceva più caso ai comignoli nella periferia cittadina, che aumentavano ogni volta che andava in visita lì. Aveva iniziato ad odiare quel posto e a recarsi lì solo quando necessario.
    Tossì un paio di volte, sperando di arrivare presto al coperto, dove l'aria era meno opprimete. Purtroppo ci vollero ancora venti minuti prima che potesse vedere il palazzo del consiglio inquisitorio, in chi si chiese più e più volte come mai non avessero spostato la fermata della ferrovia in un posto maggiormente vicino al loro quartier generale. Bah, chi poteva capirli i grandi signori dell'edilizia? Erano tra le poche persone in quel mondo che potessero contare qualcosa oltre a loro, ma sembravano agire completamente a casaccio; mossi solo dall'odore di possibili profitti. Ragionavano in maniera davvero strana, prova ne era il comportamento della zona industriale, che inizialmente si era espansa con estrema facilità, poi si era bloccata all'improvviso; forse per colpa dell'eccessiva velocità.
    In ogni caso ora era di fronte alla costruzione, ormai diventata di un colore scuro per via delle ceneri. All'inizio avevano tentato di tenerla pulita, assoldando decine di lavoratori che costantemente si prodigavano per lustrare la pietra. Presto però si erano arresi e ora si limitavano a rimuovere la polvere nera quando si accumulava eccessivamente.
    L'uomo, Gerom Redenz, Alto Custode della Somma Inquisizione, tossì nuovamente per poi entrare dentro. Lì l'aria era più respirabile, quasi quasi sarebbe rimasto in quel luogo anche dopo la riunione, se non fosse stato che nella sua residenza sui monti Alvne fosse ancora migliore.
    Raggiunse quindi la sala assemblee, un'enorme stanza simile ad un anfiteatro dove tutti gli inquisitori più influenti discutevano delle questioni più importanti.
    " Buongiorno a tutti. Qui il clima si sta facendo insopportabile, penso che sia il caso di prendere seriamente in considerazione di spostare la sede del consiglio."
    La sua era a momenti un battuta, ma i suoi colleghi parvero essere davvero d'accordo. Segno che sentivano lo stesso disagio e che magari un domani avrebbero spostato altrove il luogo dove si riunivano.
    Magari un una cittadina più piccola e meno famosa, ma ancora non divorata dalle industrie che annebbiavano i cielo di tutte le capitali.
    Il luogo si riempì e tutti iniziarono a parlare tra di loro, finché un alto inquisitore non richiamò i presenti all'ordine, dando inizio alla riunione.
    " Per favore signori! Siamo qui per una questione importante. Il coordinatore della nostra squadra su Endlos ci ha informato che ci sono state delle novità"
    Un vecchio lo interruppe.
    " Intendete dire quel gruppo di persone che abbiamo mandato per dare la caccia a quell'insulso Abominio? Qual'era poi il suo nome..."
    " Se non ricordo male Ise, o qualcosa del genere..."
    " Grazie.
    Insomma, stento a credere che non solo stiamo a discutere qui, ma che anche stiamo occupando uomini e mezzi per dargli la caccia tra le dimensioni."

    " Tensenv, devo forse ricordarvi la l'ottava regola di questo mondo?"
    Secondo tale regola, nella loro dimensione quando un'organizzazione stava per controllare totalmente il loro pianeta, una persona oppressa avrebbe preso testa ad una ribellione che l'avrebbe distrutta.
    Siccome i padroni del momento erano gli inquisitori, di certo non avrebbero gradito che ciò accadesse. Perciò avevano cercato subito di identificare il loro nemico ed eliminarlo.
    " Per favore, non tirate fuori quella favoletta per bambini. Possediamo il controllo totale del nostro mondo, nessuno osa opporsi a noi."
    " Dimentica quei movimenti di ribellione nelle regioni Della Cetelia e Ravie."
    " Si tratta di un pugno di ragazzetti senza mezzi, né organizzazione. Per me è solo questione di mesi prima che vengano schiacciati."

    Tum...Tum

    " Anche il nemico più debole può rivelarsi fatale, se sottovalutato."



    Il rumore dei passi pesanti, annunciò l'arrivo di un ragazzo di venti o trent'anni, dai capelli corvini e gli occhi scurissimi.
    " Luogo tenente Cornell, allora quali sono gli sviluppi di cui voleva informarci?"
    Il giovane attese che tutti fossero in silenzio, poi prese a parlare.
    " Ho ragione di credere che la nostra presenza su Endlos sia nota a qualcuno. Per via dell'inettitudine di una nostra sentinella e della pessima procedura scelta dal sottotenente Mark, due persone sono riuscite ad infiltrarsi nella nostra base provvisoria e a rubare una runa.
    Sospettiamo che siano state mandate lì da qualcun altro che sapeva già che eravamo lì e che cercava una semplice conferma."

    " Un motivo in più per ritirare i nostri uomini. In fondo le probabilità che l'abominio si trovi lì sono solo del 10% e anche se fosse in quel posto, non avremo i mezzi per cercarlo.""
    " Tensenv!"
    Alzò la voce il collega, più perché lo aveva fatto infuriare con suo modo di fare che per richiamarlo.
    " Dopo questo incidente le probabilità sono più alte. Comunque è vero che sarebbe difficile trovarlo con i mezzi a nostra disposizione. Proprio per questo propongo un cambio di strategia: anziché continuare a muoverci nell'ombra, cercare l'aiuto dei governi locali."
    Chiaro e sicuro di se (forse anche troppo), come al solito.
    " La nostra tattica si è spesso dimostrata vincente, perché dovremmo cambiarla? E poi non è il suo ruolo proporre cambiamenti, quindi stia al suo posto."
    Questa colta l'inquisitore ce l'aveva con Cornell, ma il giovane sapeva come prendere lui e tutti gli altri.
    " Vogliate scusarmi, prendete quello che ho detto come un pensiero ad alta voce. Solo ce pensavo che per far fronte al nemico numero uno, valesse la pena uscire allo scoperto."
    Per un attimo nessuno disse nulla, poi Gerom intervenne, colpito dalle parole del ragazzo.
    " Non ha tutti i torti, in fondo quell'abominio sembra essere in gamba, visto che è riuscito ad annullare la maledizione che le abbiamo lanciato.
    Pure io stento a credere che sia riuscito a mettersi sotto l'ala protettrice di una principessa.
    Forse allearci con le forze locali non sarebbe una cattiva idea, senza contare che queste potrebbero rivelarsi degli ottimi alleati, anche dopo aver risolto il nostro problema."

    L'assemblea andò avanti a parlare per un po', ma il luogotentente capì di aver vinto.
    " E sia, Cornell. Contattali pure e ti diamo anche la possibilità di scegliere a chi avvicinarti per primo, visto che ormai conosci abbastanza bene Endlos."
    In fondo il ragazzo era una persona abbastanza indicata per le missioni diplomatiche; se c'era una cosa che si potesse dire era che avesse una buona dose di carisma.
    " Non vi deluderò, signori. Tuttavia ho una richiesta da farvi: la Somma Inquisizione deve essere disposta a dare qualcosa in cambio alla persona a cui parlerò. Sia ricchezze, conoscenze o anche semplici favori."
    Ancora gli uomini uomini parvero non approvare.
    " Come sarebbe a dire?"
    " Su Zanv sono un rappresentante del più autorevole ordine e organizzazione, su Endlos non sono nessuno, quindi se riuscirò a ottenere udienza con chi ho in mente io avrò solo una possibilità per accattivarmi la sua simpatia. Nel caso non riesca a fargli credere che il nostro nemico sia una minaccia anche per quel mondo, dovrei aver bisogno di promettergli qualcosa in cambio per ottenere il suo appoggio."
    Il tono degli altro si fece più calmo.
    " Capisco cosa vuoi dire, allora potrai farlo.
    Ora puoi andare."

    " Signori..."
    Si inchinò, per poi andarsene.
    Dopo un quarto d'ora l'assemblea giunse al termine e Gerom non poté fare a meno di fare un paio di considerazioni sulla persona che aveva visto.
    " Scusate miei illustri colleghi, ma non posso fare a meno di notare l'arroganza del nostro luogotenente. A momenti raggiungeva il limite dell'insubordinazione; quasi fosse lui quello che doveva dirci come lui."
    " E' fatto così, ma non preoccuparti: nonostante l'apparenza è un cagnolino molto ubbidiente."
    Quanto si sbagliava! Ben presto Cornell avrebbe tenuto in pugno tutti i membri di quell'assemblea.


    L'assistente seguì il proprio superiore appena questo uscì dal corridoio. Aveva potuto assistere alla consultazione da lontano ed era rimasto perplesso.
    " Signore, non ha detto loro che ha già preso lei l'iniziativa."
    Il ragazzo sorrise.
    " Non occorre riportare dettagli così insignificanti..."
    L'altro insistette, anche se sapeva che non poteva calcare troppo la mano per non incorrere nelle sue ire.
    " Insomma, non mi sembra un dettaglio così insignificante far muovere i suoi uomini fino a Sequerus..."
    " Cosa cambia? Tanto sapevo che mi avrebbero permesso di farlo. Sai, non amo perdere tempo, né farmi le camminate per le montagne. Quindi ho mandato avanti gli altri, per spostare lo sbocco del passaggio nei pressi dell'entrata della città."
    In tal modo quando avrebbe compiuto il balzo dimensionale, sarebbe arrivato direttamente in prossimità della capitale, senza evitando di dover percorrere il passo che conduceva alla città.
    " Ah, se è solo questo allora non era davvero necessario."
    " Mica ho fatto solo questo. Ho anche detto agli altri di chiedere un'udienza con un esponente della nobiltà locale, un uomo di nome Kikio Ho."
    Era sicuramente la persona più indicata, almeno secondo le informazioni che aveva su di lui. Tanto che aveva raccomandato ai suoi uomini di fare di tutto per farsi ricevere da lui, anche dando mazzette a chi gli era vicino per ottenere un'udienza di soli venti minuti nel cuore della notte.
    Tuttavia sapeva che non sarebbe stato necessario arrivare a tanto per incontrarlo. In fono era un aristocratico, mica un re. E poi era sicuro che appena i suoi subordinati avessero accennato che la questione riguardava un non umano, sarebbe diventato maggiormente reperibile.
    " Ma..."
    " Pensi che sia un problema il mio spirito di iniziativa?"
    " Assolutamente no, signore."
    Eccome se lo era! In casi normali avrebbe riferito tutto a qualcuno, ma sapeva bene come sarebbe andata a finire con Cornell: Avrebbe saputo calmare i suoi superiori ed evitare qualsiasi punizione, per poi andare a rovinare la carriera a chi aveva osato fare la spia.


    Dimensione: Endlos - Luogo: Sequerus

    Eccola, la città dei ponti e dei picchi rocciosi! Un simbolo di audacia e contemporaneamente d'ingegno. Pochi erano i popoli che sceglievano di insediarsi sulla cima di una montagna, ma quello dell'Ovest aveva avuto il coraggio di stabilirsi non su una, ma ben cinque e di erigere lì una vera e propria capitale.
    " Magnifico..."
    Commentò, mentre inspirava l'aria fredda che gli pungeva la pelle. Chiuse meglio i lacci dell'uniforme nera e continuò ad ammirare lo splendido paesaggio. La cosa che gli piaceva di quel presidio era l'abilità degli uomini, che avevano saputo sviluppare la tecnologia e servirsi della forza dell'acqua muovere l'intera città. Non era una cosa da poco, visto il livello d'arretratezza in cui versavano tutti gli altri presidi.
    " Signore, quando vuole io sono pronto."
    Il si volse, fece cenno di aver capito e quindi fece strada.
    " Aspettami fuori dall'edificio, probabilmente vorrà ricevere solo me. Indicami solo la persona con cui devo parlare."
    " Capisco."
    Dunque arrivarono nel Picco di Guardia, ingresso della città e sede di svariati edifici militari, come caserme, accademie e centri di comando. Quasi quasi l'avrebbe visitato più tardi, con calma.
    Finalmente arrivarono davanti alla costruzione e l'assistente indicò un uomo seduto sulla scrivania.
    " La vede quella guardia? E' a lei che gli altri si sono rivolti."
    " Grazie, ora aspetta qui. Non so quanto ci metterò"
    Ed entrò, avanzando sicuro verso l'uomo in armatura.
    "Buon giorno, sono Cornell Vensen. Un paio di mesi fa ho mando una persona a chiedere un'udienza con Lord Kikio Ho, a nome mio. Mi è stato detto di ripresentarmi oggi per sapere se e quando potrà ricevermi."
    Sicuro e fermo, ma questa volta non arrogante. Sapeva che non convenisse comportarsi così, almeno in un primo momento.
    Se ho sbagliato qualcosa, dimmelo che correggo^^

    Scusami se il post è un po' lunghino, ma volevo un po' presentare l'antagonista e la sua fazione.


    Edited by ..Daiki.. - 1/7/2012, 01:14
     
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    Png: Sentinella dello Scudo

    L'uomo alza lo sguardo dalle proprie faccende, degnandoti di una sufficiente squadrata da capo a piedi; ha degli occhi color nocciola, piccoli ma non per questo non apprezzabili e la folta chioma dello stesso colore, raccolta in una liscia coda di cavallo, allunga notevolmente il viso rotondo.
    La dentatura bianca, come l'armatura che indossa
    -un corpetto di pelle e qualche placca di metallo a coprire le anche-
    e l'elsa della katana assicurata al fianco, si schiude per dare risposta alla tua richiesta.

    « Kikio Ho-sama è molto impegnato. Dovrà attendere fuori da quella stanza, ora sta discutendo con Ijzer Vurst. »

    Indicandoti con una mano, di cui solo l'indice si distende per darti un punto da osservare, la porta giusta, il soldato torna fra le scartoffie che il suo responsabile
    -uno dei tanti rampolli della famiglia Svalinn-
    gli ha cortesemente assegnato da completare in poche ore.

    Il post va benissimo e anzi, era molto carino =)
    Proseguiamo con tranquillità ;) Hai la massima libertà!
     
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    Combattere un nemico non era qualcosa di così semplice come si poteva pensare; richiedeva calma, disciplina, capacità analitica e tanta astuzia. Lo stesso, paradossalmente, si poteva dire per procurarsi un alleato. Non bastava chiedere collaborazione per ottenerla, ma bisognava conoscere chi si voleva portare dalla propria parte. Capire se la pensasse come la propria fazione, cosa gli potesse interessargli, cosa si aspettasse dagli alleati e soprattutto come si dovesse parlargli.
    Ovviamente senza l'impegno pratico non si poteva portare avanti una reciproca assistenza, ma la comunicazione era fondamentale per iniziarla. Perciò Cornell aveva sin da subito preso in esame qualsiasi cosa stesse succedendo lì dentro, cercando di cogliere ogni possibile particolare che potesse rivelare la personalità di Kikio Ho.
    Intanto la sentinella alzò lo sguardo e squadrò il ragazzo con i suoi neri, piccoli e penetranti occhi per capire chi fosse e il luogotenente fece finta di non accorgersene. In fondo anche lui avrebbe fatto lo stesso se si fosse presentato qualcuno che non conosceva e se l'altro non si fosse reso conto di venire esaminato sin da subito, lui avrebbe evitato di partire sulla difensiva.
    Comunque anche lui osservò bene la guardia. Sembrava avere una buona dose di disciplina e seguire bene il protocollo a giudicare dal vestiario. Grazie a quei dettagli fu in grado di fare le prime deduzioni e di iniziare ad ipotizzare come comportarsi lì. Un atteggiamento rispettoso e contemporaneamente pratico (insomma, come quello dei militari) sarebbe andato bene.
    " Kikio Ho-sama è molto impegnato. Dovrà attendere fuori da quella stanza, ora sta discutendo con Ijzer Vurst."
    Ottimo, aveva ricevuto altri tre indizi! Prima di tutto quell'aristrocratico doveva avere una notevole importanza se era così impegnato e quindi avrebbe dovuto trattarlo con il dovuto rispetto. Poi, visto il numero di persone con cui avrebbe dovuto parlare quel giorno, avrebbe preferito qualcuno che arrivava in fretta al punto, anziché un logorroico. Altro dettaglio era il modo con cui l'aveva chiamato la sentinella: aveva usato un suffisso onorifico, segno che il nobile avrebbe gradito che venir nominato usando parole come "Lord" o "-sama".
    Se era così allora era partito col piede giusto!
    " Grazie, molto gentile. Aspetterò volentieri."
    Rispose pacato e freddo, ma con modi garbati. Il rispetto era fondamentale, se voleva evitare di essere cacciato subito. Avrebbe dovuto mettere da parte la propria arroganza per un po'... pazienza, avrebbe mostrato quanto valeva con i fatti.

    Subito dopo si avvicinò alla porta, ma non eccessivamente per non apparire indiscreto. Se avesse trovato delle sedie nelle vicinanze vi si sarebbe seduto, per non dare l'impressione di essere impaziente.
    Nell'attesa di venir chiamato si preparò mentalmente all'incontro, consapevole che avrebbe dovuto capire in pochi secondi se quel Kikio Ho preferiva dei discorsi estremamente stringati o semplici, ma con un minimo di enfasi.
     
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    Raggiungi la porta indicata dal soldato e non fai in tempo a cercare una sedia quando essa viene spalancata: per quanto sia giorno, un'ombra immensa si proietta su di te, gettando la tua intera figura in una penombra gelida.
    Dalla stanza se ne esce un uomo imponente, massiccio, dalla barba bianca e uno sguardo severo, tagliente, così spigoloso da farti venire i brividi su cosa egli sia capace di fare con l'enorme alabarda che si porta appresso, nella mano destra.
    Neanche a dirlo, passa oltre e ti squadra con disinteresse, puntualizzando che tu gli sei d'intralcio e che la tua presenza lì è per lui significativa come una formica sulla superficie del sole.
    Lo stesso sole che di cui ti ha privato poco prima, oscurandoti.

    Quello è Ijzer Vurst.
    E capisci dal tono con cui ti invita ad entrare
    -colui che stai aspettando-
    che Kikio Ho non ha sicuramente discusso del tempo libero o del clima.

    « Avanti. »

    Avanti, solo questo.
    Perchè entrando in quel minuscolo ufficio troveresti solo un mobile in stile orientale, alla parete destra, una scrivania ed una poltrona veramente spartane...e poi lui, l'Unificatore, seduto su quest'ultima in attesa che il sole alle sua spalle
    -entrato a forza tramite la vetrata-
    scenda verso il tramonto.
    Poichè è la notte la migliore consigliera per certe faccende.

     
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    Che genere di persona ci fosse dietro quella porta era sicuramente l'incognita più importante dei suoi ragionamenti, ma purtroppo anche la più difficile da determinare.
    Certo, sapeva più o meno come la pensasse politicamente Kikio Ho riguardo la situazione di Sequerus e quali fossero le sue proposte, il che era già qualcosa, ma non era comunque abbastanza per capire chi si sarebbe trovato davanti.
    Lui sperava che rientrasse nelle sue due categorie di "alleato ideale" (a dire il vero molto simile al nemico o rivale ideale). La prima corrispondeva ad un individuo di poco polso, incapace e anche stupido, facile da controllare e da cui si poteva ottenere tutto quello che si voleva. La seconda era il suo opposto: una persona brillante e autorevole. Insomma qualcuno da ammirare e che potesse fornire un aiuto insostituibile in caso di difficoltà.
    C'era però da dire che questo secondo tipo di alleati/nemici gli andasse bene solo quando chi collaborasse con lui la pensasse al suo stesso modo riguardo le questioni cruciali e chi lo ostacolasse fosse sempre e comunque il suo eterno secondo.
    In caso contrario odiava quelle figure, specialmente quella del nemico. Lui voleva essere sì messo sotto pressione, ma aver sempre la certezza della vittoria. Se qualcuno avrebbe osato mettere in dubbio l'esito di una lotta (di qualsiasi genere), si sarebbe premurato di "punire" il rivale in proporzione a quanto lo aveva messo in difficoltà.
    Per esempio come aveva fatto con Mark, un ragazzo che sperava di diventare un grande inquisitore. Sfortunatamente aveva tentato di superarlo e aveva avuto più di una possibilità di riuscirci. Risultato? Quando Cronell era riuscito a batterlo definitivamente e a distanziarsi da lui di due gradi, aveva fatto in modo che non potesse più venire promosso e l'aveva umiliato costringendo ad essere come il suo servetto, relegandolo ai lavori più semplici.

    Comunque ora era meglio smettere di pensare come gli sarebbe piaciuto che l'interlocutore fosse e cercare un posto a sedere. Ma proprio quando il giovane fu davanti alla porta questa si aprì ed uscì un uomo dalla stazza imponente, sembrava quasi una roccia. Portava con se un enorme alabarda e doveva essere sicuramente un alto gerarca militare.
    Ciò che però colpiva di più era il suo sguardo, severo e talmente gelido tanto da far rabbrividire per un attimo il ragazzo (e ce ne voleva perché qualcuno riuscisse ad intimidire Cronell!)
    Lo squadrò per un attimo con disinteresse, dicendogli che gli era d'intralcio e facendo ben intuire che lo considerava come un semplice insetto che gli si era messo davanti.
    Ma cosa! Come si permetteva? L'inquisitore non lo diede a vedere, ma essere trattato in quel modo lo aveva mandato su tutte le furie. E dire che pensava che nessuno avrebbe potuto mancargli di rispetto... quell'uomo si era permesso persino di mettergli i piedi in testa!
    Aveva quasi voglia di attaccarlo, per dargli una bella lezione. Tuttavia la battaglia non sarebbe stata semplice e poi avrebbe fatto saltare all'istante l'incontro diplomatico, facendo solo dei nemici alla Somma Inquisizione.
    Quindi si limitò a liberare il passaggio a quella specie di generale.

    Appena il vecchio lo superò una voce proveniente dall'interno destò la sua attenzione.
    " Avanti."
    Un tono penetrante e carismatico, ma anche tipico di chi non aveva tempo da perdere. Cronell capì che quella sarebbe stata una “” difficile, ma non si sarebbe tirato indietro. In fondo un lato positivo c'era: se fosse riuscito ad accattivarsi la sua fiducia avrebbe potuto vantare una grande vittoria.
    Subito entrò e analizzò la situazione. Stando al modo in cui era stato trattato non avrebbe gradito se si fosse dato importanza, né se non fosse subito venuto al punto. Poi, a giudicare dal tavolo orientale avrebbe gradito che ci si rivolgesse a lui con il suffisso "sama",
    " I miei omaggi, Kikio Ho-sama."
    Iniziò inchinandosi.
    " Il mio nome è Cornell Vensen e sono un semplice messaggero inviato dalla dimensione di Zanv, per esporvi un problema che potrebbe accomunarci."
    (Da notare che avesse usato "semplice" e non "umile", quasi avesse un rifiuto a pronunciare tale parola.)
    Fece quindi una pausa, per capire se il nobile volesse intervenire o se preferisse restare ad ascoltare.
    Solo nel caso in cui Kikio Ho lo avesse lasciato continuare, avrebbe proseguito.
    " Vedete una creatura non umana ha minacciato il nostro mondo e provocato diversi disordini al suo interno. Siamo riusciti a sventare le sue malefatte, ma non ad impedirle di fuggire. Abbiamo ragione di pensare che possa essersi rifugiata in questa dimensione e che un domani possa tornare a minacciare sia per noi che il mondo di Endlos... compreso il presidio occidentale.
    Sapendo come la pensate sui problemi etnici, i miei superiori sono fiduciosi che condividiate la nostra preoccupazione e promettono che sapranno sdebitarsi adeguatamente anche con una collaborazione minima."

    Dritto al punto subito, senza fargli perdere tempo. Mostrandogli sia la possibile minaccia, sia il guadagno che avrebbe ricevuto acconsentendo a supportarli anche solo in minima parte.
    Secondo i suoi calcoli Kikio Ho avrebbe potuto reagire i tre modi differenti. Avrebbe potuto chiedergli ulteriori informazioni sulla creatura, mettersi già a trattare sulla ricompensa o pretendere una prova che il suo racconto fosse vero.
    In ogni caso ora doveva stare in silenzio e aspettare la risposta del suo interlocutore, solo allora avrebbe potuto argomentare nuovamente.
     
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    " I miei omaggi, Kikio Ho-sama."
    " Il mio nome è Cornell Vensen e sono un semplice messaggero inviato dalla dimensione di Zanv, per esporvi un problema che potrebbe accomunarci."


    Appena metti piedi nella stanza, un sottoposto dell'Unificatore chiude la porta dall'esterno, ed è lo stesso Kikio Ho a farti un cenno per invitarti a prendere posto dall'altro lato della scrivania, di fronte a lui.
    C'è una sedia imbottita dalla struttura metallica, con arabeschi di ottone e rame lungo le sinuose aste che sorreggono il mobilio; il Capofamiglia Ho ti degna di uno sguardo rapido
    -dove puoi notare i suoi occhi profondi e misteriosi-
    per poi tornare a firmare le numerose scartoffie sul ripiano, più simili ad appunti che pratiche di burocrazia.

    « Spero sia conciso. »

    " Vedete una creatura non umana ha minacciato il nostro mondo e provocato diversi disordini al suo interno. Siamo riusciti a sventare le sue malefatte, ma non ad impedirle di fuggire. Abbiamo ragione di pensare che possa essersi rifugiata in questa dimensione e che un domani possa tornare a minacciare sia per noi che il mondo di Endlos... compreso il presidio occidentale.
    Sapendo come la pensate sui problemi etnici, i miei superiori sono fiduciosi che condividiate la nostra preoccupazione e promettono che sapranno sdebitarsi adeguatamente anche con una collaborazione minima."


    Il guerriero non è interessato al tuo discorso e non fa nulla per nasconderlo; continua a scrivere sui fogli, graziandoti con il minimo sindacale della sua attenzione, poichè egli ha appreso che prima si risolvono le faccende di casa propria e poi si pensa al resto,
    -figuriamoci un mondo parallelo ad Endlos!-
    ma non appena il suo cervello comincia ad elaborare l'informazioni sulle parole "non-umana" e "problemi etnici", vedi che la velocità della sua grafia muta, guadagnando un andamento più armonioso e calcolato.

    « Quale aiuto potreste darmi se, per vostra stessa ammissione, siete i responsabili della fuga di un problema che stiamo giust'ora discutendo? »

     
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    Quel Kikio Ho era molto diverso dai suoi superiori! Era un uomo forte, intelligente e che sapeva esattamente le regole della diplomazia. Sarebbe stato molto più difficile ottenerne l'aiuto, ma ciò non fece desistere Cronell dal proprio intento, anzi lo spronò. Osservava ogni singola azione del soggetto, per capire a cosa stesse pensando e come prendesse le sue proposte.

    Sembrò andare avanti a scrivere e prestargli ben poca attenzione(brutto segno), ma poco dopo che ebbe pronunciato le parole che toccavano i problemi razziali l'interlocutore si alterò.
    Trovato! Ecco il suo punto debole! Era proprio come gli avevano detto: pensava che i non umani sarebbero il male. Ora sapeva come avrebbe dovuto muoversi.
    " Quale aiuto potreste darmi se, per vostra stessa ammissione, siete i responsabili della fuga di un problema che stiamo giust'ora discutendo?"
    Ottima domanda! Non era un idiota e non ci sarebbe voluto poco per portarlo dalla sua parte. Era davvero ammirevole come stesse cercando di rivoltargli contro il suo stesso discorso!
    Tuttavia avrebbe risposto a tono, ma avrebbe cercato di portare la conversazione più riguardo alla pericolosità del loro nemico, che al modo in cui si sarebbero penetrati. Ora sapeva la "debolezza" di quel giovane dallo sguardo intenso e si sarebbe accanito su quel punto, come se volesse bombardare la breccia di una corazza di un veliero per allargarla.
    " Si parla di diversi anni fa. A quel tempo non avevamo ancora consolidato le nostre forze; ora sì e soprattutto abbiamo gente con molto più polso di un tempo."
    Ovviamente non poteva subito mettersi a parlare della pericolosità della non umana (e della sua protettrice), ma doveva arrivarci agganciandosi alla domanda dell'aristocratico.
    " Ora possediamo mezzi e rispose. Potremmo persino indire una tassa di scopo nel nostro mondo e far confluire i guadagni, in metalli pregiati, nelle casse del vostro presidio."
    Endlos e Zanv infatti non avevano la stessa valuta, ma l'oro, l'argento e il rame valevano ovunque.
    " Abbiamo anche conoscenze magiche non conosciute su Endlos e parecchi uomini che potremmo mettere a vostra disposizione."
    Gli avrebbe chiesto poco in cambio, ma in fondo era quello che gli bastava.
    " Certo, non abbiamo abbastanza mezzi per cercare in tutta Endlos, per questo siamo venuti da voi. Ci basterebbe solo che ci passaste delle informazioni, nel caso venisse avvistata la non umana che ci è sfuggita. Per il resto potremo pensare noi a rimediare al nostro errore."
    Ma a Kikio Ho interessavano il supporto economico, militare e nuova conoscenza magica? Forse non molto, ma in quel modo aveva portato il discorso dove voleva e il bello sarebbe stato che avrebbe evidenziato la pericolosità della minaccia facendo finta di voler parlare della ricompensa.
    " E ci tengo a sottolineare che ci penseremo anche nei casi estremi, come disordini o piccole rivolte, a meno che non desideriate di occuparvene voi.
    Comunque non preoccupatevi, si tratta della peggiore delle ipotesi ed è poco probabile abbia già i mezzi per farlo o abbia simpatizzato con qualcuno con interessi in comune."

    Forse aveva osato un po', d'altronde se fosse andato sul sicuro non avrebbe ottenuto molto. Così forse l'aristocratico avrebbe considerato Ise come una minaccia o forse gli avrebbe chiesto quale interesse potrebbe aver avuto questa nel prendersela con loro. In ogni caso si tenne pronto a tutto.
     
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    " Si parla di diversi anni fa. A quel tempo non avevamo ancora consolidato le nostre forze; ora sì e soprattutto abbiamo gente con molto più polso di un tempo."
    " Ora possediamo mezzi e rispose. Potremmo persino indire una tassa di scopo nel nostro mondo e far confluire i guadagni, in metalli pregiati, nelle casse del vostro presidio."
    " Abbiamo anche conoscenze magiche non conosciute su Endlos e parecchi uomini che potremmo mettere a vostra disposizione."


    In un silenzioso sorriso
    -enigmatico a dir poco-
    che piega appena l'intero volto di Kikio Ho, il Capofamiglia raduna le scartoffie impilandole accuratamente l'una sull'altra, facendo attenzione che i bordi siano i più regolari possibli.
    Riposte al lato del piano in legno, poggia i gomiti sul tavolo e di conseguenza il mento nella presa delle proprie dita incrociate, ascoltando con attenzione le tue parole.

    " Certo, non abbiamo abbastanza mezzi per cercare in tutta Endlos, per questo siamo venuti da voi. Ci basterebbe solo che ci passaste delle informazioni, nel caso venisse avvistata la non umana che ci è sfuggita. Per il resto potremo pensare noi a rimediare al nostro errore."

    " E ci tengo a sottolineare che ci penseremo anche nei casi estremi, come disordini o piccole rivolte, a meno che non desideriate di occuparvene voi.
    Comunque non preoccupatevi, si tratta della peggiore delle ipotesi ed è poco probabile abbia già i mezzi per farlo o abbia simpatizzato con qualcuno con interessi in comune."


    « Capisco. »

    Senza sciogliere quella posizione, Kikio inizia a sospirare in modo vistoso, palesando una certa insofferenza per quelle faccende così lontane dai suoi piani per Sequerus.

    « Apprezzo che abbia evidenziato i limiti della sua organizzazione. E apprezzo anche il tentativo di barattare la mia collaborazione con dei beni di scarso -a mio avviso- valore.
    Tuttavia, c'è una sola cosa che potrei esigere in cambio di 'aiuto'.
    »

    Attende, come è giusto che sia quando ci si prepara a fare un'offerta un po' particolare.

    « Non voglio alcuna ingerenza da parte vostra o di queste creature non-umane.
    Vi fornirò tutte le informazioni che i miei uomini hanno, così potrete stanarle e farne ciò che più desiderate.
    »

    Quella disponibilità ti suona così poco armoniosa con la sua figura da metterti subito in allerta.

    « Tuttavia »
    -c'è sempre un tuttavia-
    « se oserete anche solo minimamente intralciare o ritardare i miei progetti, il nostro accordo salterà.
    Con tutte le conseguenze del caso.
    »

     
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    Improvvisamente l'aristocratico mise a posto i fogli ed ascoltò tutto con maggior attenzione. O stava trovando maggior la questione di maggior interesse o doveva essere irritato dalle sue parole. In ogni caso l'unica cosa che poteva fare era continuare nella sua strada, deviando sì opportunamente il discorso, ma non cambiando repentinamente il tono o l'argomentazione (dato che così avrebbe perso credibilità).
    Kikio Ho iniziò a mostrare una certa insofferenza. Difficile dire se verso la minaccia di cui gli stava parlando o se verso lo stesso Cronell.
    Sorrise in maniera enigmatica per poi rispondere.
    " Apprezzo che abbia evidenziato i limiti della sua organizzazione. E apprezzo anche il tentativo di barattare la mia collaborazione con dei beni di scarso -a mio avviso- valore.
    Tuttavia, c'è una sola cosa che potrei esigere in cambio di 'aiuto'."

    Fece poi una pausa, come volesse dare maggior importanza alle parole che stava per dire. In ogni caso lo sarebbero state, visto che avrebbe dichiarato se propendeva per aiutarlo o meno.
    " Non voglio alcuna ingerenza da parte vostra o di queste creature non-umane.
    Vi fornirò tutte le informazioni che i miei uomini hanno, così potrete stanarle e farne ciò che più desiderate."

    Era un po' strano che si fosse aperto subito. Forse non avrebbe ancora dovuto dare per scontato il successo della trattativa. Probabilmente il nobile lo stava mettendo alla prova, per vedere se subito se ne approfittava della sua disponibilità.
    " Tuttavia."
    Aggiunse Kikio Ho, preannunciando che avrebbe chiesto delle garanzie.
    " Se oserete anche solo minimamente intralciare o ritardare i miei progetti, il nostro accordo salterà.
    Con tutte le conseguenze del caso."

    Aveva posto delle condizioni, come tutti i grandi uomini. Si stava dimostrando molto scaltro non aiutare senza si e senza ma, ma solo in determinate circostanze. Ora era arrivato il suo turno e sapeva bene che l'unica cosa che poteva fare era accettare quelle richieste. Non difficili da esaudire, ma che esigevano la massima serietà da parte loro.
    " È stato chiarissimo, ma non si preoccupi, non interferiremo minimamente nei suoi progetti. Appena le avremo trovate faremo in modo che non possano nuocere né ai suoi uomini, né al nostro presidio e ci impegneremo a non farlo neanche noi con le nostre azioni.
    Quando tutta questa storia sarà finita ce ne andremo da questa dimensione e se lo desidera il nostro nome non giungerà più alle vostre orecchie."

    Ora rimanevano da definire alcuni particolari, come l'aspetto della nemica che stavano cercando e quale contatto avrebbero avuto per ottenere ciò che volevano. Tuttavia l'aristocratico queste cose le doveva sapere già e se fosse stato Cronell a definirle avrebbe rischiato di irritarlo. Quindi era meglio lasciare che facesse tutto lui e chiedere quei dettagli solo se necessario.
    Il suo aiuto sarebbe stato prezioso, anche delle semplici informazioni avrebbero potuto aiutarli a stanare l'abominio e a capire chi fosse la principessa che l'avesse aiutato.
    Quindi si sarebbe premurato di non deludere il suo nuovo collaboratore.
     
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  10. -Mille Voci-
     
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    " È stato chiarissimo, ma non si preoccupi, non interferiremo minimamente nei suoi progetti. Appena le avremo trovate faremo in modo che non possano nuocere né ai suoi uomini, né al nostro presidio e ci impegneremo a non farlo neanche noi con le nostre azioni.
    Quando tutta questa storia sarà finita ce ne andremo da questa dimensione e se lo desidera il nostro nome non giungerà più alle vostre orecchie."


    Quello che dice è esattamente quello che ti aspetti uscire dalla sua bocca.

    « Me lo auguro. »

    Disfatta la posa delle dita, il corpo di Kikio Ho si issa in posizione eretta, mentre il fisico asciutto dell'Unificatore aggira la scrivania per recarsi presso una mensola posta a lato dei due uomini; intento a cercare chissà quale volume, voltato di spalle, il Capofamiglia ti concede nuovamente parte della sua preziosa
    -si fa per dire-
    attenzione.

    « Avrò bisogno delle informazioni necessarie ad identificare le vostre fuggitive. Potrete lasciare il fascicolo ad un qualsiasi sottoposto. Avrete poi notizie direttamente dai miei subordinati: basterà dire loro dove alloggiate qui a Sequerus. »

     
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    Dunque andò avanti a spiegare e contemporaneamente a studiare i movimenti dell'interlocutore per capire se ci fosse qualcosa che non andava. Appena finì di parlare, l'altro intervenne subito.
    " Me lo auguro."
    Esattamente come si aspettava che rispondesse.
    Era questo ciò che voleva? Perfetto, lo avrebbe avuto. Sparire dalla vista di qualcuno non era difficile e solo uno stupido avrebbe intuito che sarebbe convenuto farlo in quel caso.
    Ora che ci pensava, Kikio Ho non solo doveva odiare i non umani, ma neanche gli stranieri dovevano andargli tanto a genio. In un certo senso lo capiva; dopo tutto viveva in un contesto in cui quelle scelte erano perfettamente logiche. In fondo quando si faceva una battaglia, di qualunque genere fosse, non si doveva andare per il sottile, ma solo mostrare una grande fermezza.
    " Avrò bisogno delle informazioni necessarie ad identificare le vostre fuggitive. Potrete lasciare il fascicolo ad un qualsiasi sottoposto. Avrete poi notizie direttamente dai miei subordinati: basterà dire loro dove alloggiate qui a Sequerus."
    Non poteva chiedere di meglio! A quel punto sarebbe stato il caso di andare; restare lì e far perdere ulteriormente tempo all'aristocratico non avrebbe fatto altro che irritarlo.
    Tuttavia era lui il padrone di casa lì e sarebbe stato opportuno far decidere al lui quando sarebbe potuto andarsene.
    " Ho capito, contatterò un vostro subordinato.
    Non ho altre domande o richieste."


    Se Kikio Ho gli avesse detto che poteva andare o se glielo avesse fatto capire in qualche modo, tipo facendo aprire la porta, avrebbe detto.
    " Prendo congedo."
    Si sarebbe nuovamente inchinato e avrebbe lasciato la stanza.
    Invece sarebbe rimasto lì se l'aristocratico avesse voluto aggiungere qualcosa e nell'ultimo, improbabile, caso in cui fossero rimasti entrambi fermi senza dire nulla avrebbe chiesto permesso di prendere congedo.
     
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  12. -Mille Voci-
     
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    "Ho capito, contatterò un vostro subordinato.
    Non ho altre domande o richieste.

    Prendo congedo"


    Senza comprendere come, non appena palesi il tuo desiderio di lasciare la stanza, un sottoposto di Kikio apre la porta alle tue spalle, accompagnando i tuoi movimenti e richiudendola non appena ne varchi la soglia.

    « Non dimentichi i nostri accordi. »

    E' una frase in lontananza e la percepisci appena, eppure non pare gridata.
    Un sussurro, un monito.
    Una sorta di minaccia.
    Ma è troppo tardi per controbattere, perchè l'ufficio dell'Unificatore
    -uno dei tanti-
    è nuovamente sigillato e il mezzogiorno di Sequerus ha reso quell'edificio così afoso da invitarti all'esterno, dove una brezza più avvolgente rinfresca gli uomini e le donne della città dei picchi.
    Umani e non.

    Scena conclusa!
    Posto io in valutazione e passo anche a lasciarti il feedback =*
    Grazie! :D
     
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