[EM] Il Dottore e il Mercante

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  1. ~Steel
     
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    Parlato Calisto
    Parlato SARA
    Parlato Smile


    Caldo... caldo... un caldo fottuto...

    Annaspava come un pesce fuor d'acqua, il torso completamente nudo imperlato di sudore, la testa gettata all'indietro. Erano in viaggio da poco più di un giorno e già la sua carnagione era passata da un pallido rosato a un bruno caramello. Accanto a lui, pacificamente seduta, stava SARA, vestita di tutto punto con jeans e camiciola, fatto che gli faceva venire ancora più caldo al solo vederla: maledetti automi e la loro insensibilità alle temperature. Smile, d'altro canto, era spalmato sul fondo del carro, tant'è che non sapeva dire se fosse morto o appena moribondo.
    Avevano lasciato il clima temperato e accogliente dell'Est per imbarcarsi in una "gita" verso il Sud, in direzione di Merovish. La distanza non era eccessiva, certo, tanto che dopo solo un giorno avevano quasi attraversato l'intera foresta di Fenedell, compiendo più di metà strada; il problema era che usciti dalla foresta, per una condizione metereologica che ancora non si spiegava, le temperature erano incrementate all'improvviso manco stessero marciando nel fottuto deserto del Gobi.
    Prima di continuare, tuttavia, sarebbe il caso di spiegare il perché di quel viaggio. Ebbene, appena una settimana prima Calisto aveva avuto un'improvvisa illuminazione, una rivelazione giuntagli da un sogno, dal passato. Per quanto possa sembrare stupido, quell'evento aveva lasciato un certo segno sullo scienziato, che improvvisamente s'era deciso a sottrarsi all'inerzia del proprio tempo. Così, con nuovamente uno scopo da perseguire, s'era messo a girare per bar e locali e persino uffici, in cerca di quelle che chiameremmo "opportunità di lavoro". Intendeva riprendersi il proprio laboratorio, nutrire nuovamente la sua mente con enigmi, lavoro e sogni, ma per far questo gli servivano fondi. Il punto di svolta risaliva a due giorni prima, quando per errore, mentre affogava la propria frustrazione in un bicchiere di vodka, sentì due tizi parlare fra loro di una certa compagnia a Sud, una gilda di mercenari in cui si potevano fare dei soldi veloci. Preso dall'interesse s'era messo a fare domande, scoprendo che questi Eversori vattelapesca erano un'associazione piuttosto famosa tra gli avventurieri, giacché accettavano leve da tutti i presidi, purché si dimostrassero utili.
    Quelle notizie gli furono sufficienti per imballare le sue cose, recuperare gli assistenti e mettersi in marcia verso Sud, verso gli Eversori. Certo, lui non era un uomo d'azione, non era mai stato un soldato e un mercenario e non aveva intenzione di diventarlo, combattere non era il suo mestiere. No, il motivo che lo spingeva a Merovish era quello di cercare finanziatori, perché in fondo anche l'arte della guerra richiedeva il supporto della scienza e lui avrebbe volentieri fornito il suo aiuto, se questo significava poter disporre di un laboratorio e delle attrezzature.

    Giunsero all'ingresso delle Gallerie solo nel tardo pomeriggio. Il sole era già sulla via del tramonto, ma ancora i suoi raggi rendevano l'ambiente cocente. Guidare il carro fin all'interno degli ombrosi e intricati cunicoli fu un piacevole sollievo, non che non facesse caldo, certo, ma almeno lì sotto le temperature erano umanamente sostenibili rispetto all'esterno.
    Con una prolungata esclamazione di piacere - fraintendibile, per chi non fosse a conoscenza della situazione - si stiracchiò, mettendosi in piedi sul rimorchio e abbracciando - non solo metaforicamente - l'atmosfera del Merovish. Non aveva intenzione di perdere inutilmente tempo a cercare una sistemazione, era giunto fin lì con uno scopo ben preciso e l'avrebbe perseguito fin da subito. Come da indicazione dei due fannulloni incontrati a quel bar, la sua destinazione era il Bazar delle Talpe, forse il posto più vivo ma anche più pericoloso del Merovish.
    Senza esitazioni prese le redini, guidando il carro tra le svolte dei cunicoli in direzione di quello che presupponeva essere il cuore pulsante del luogo. Come suo solito dirigeva i cavalli stando in piedi sul sedile del cocchiere e il fatto che fosse mezzo nudo e giocherellasse con un bastone da passeggio nemmeno fosse una majorette, lo rendeva piuttosto vistoso. Non ci volle comunque molto prima che raggiungesse il Bazar, giacché la sua posizione lo rendeva come uno snodo rispetto alle altre zone del Merovish; fermò il carro poco vicino a una bancarella e diede un rapido sguardo alla rada folla che ancora batteva la via.

    Maestro, intendete lasciare qui il carro? Statisticamente, le probabilità che al vostro ritorno troviate ancora qualche oggetto sono molto basse.

    Si voltò a guardare l'androide. Già, aveva ragione, lasciare il carro incustodito avrebbe probabilmente significato non rivederlo più e giacché tutta la sua erba e l'oppio erano lì sopra, sarebbe stata una tragedia.
    Si scrocchiò il collo, fissando pensoso la volta di pietra della grotta, per poi esclamare.

    Ok! Facciamo così, Smile tu resterai sul carro, se qualcuno si avvicina o tenta qualche scherzo, libera le chimere... ma non Dio-che-brutto, rischierebbe di creare un macello.

    Alché l'esserino annuì entusiasta.

    Ricevuto Cal! Se fanno un passo avanti li mando tutti all'ospedale.

    SARA scosse la testa con fare depresso, mentre invece il Dottore alzò smagliante un pollice d'intesa e senza ulteriore indugio afferrò camicia, sigarette e bastone, saltando giù dal rimorchio.

    I tipi del bar gli avevano detto che avrebbe dovuto rivolgersi ad un tipo di nome Zimmeck, Zimmel... oh, qualcosa con la Zimme insomma. "Lo riconoscerai a prima vista, fidati", queste erano state le loro uniche parole non appena aveva domandato come fosse fatto questo Zimmequalcosa, il che poteva solo significare che possedesse un aspetto particolare. Molto particolare, unico ecco, tanto da farlo risaltare in mezzo al caos del Bazar, proprio come quella sottospecie di spiacevole essere bozzuto e rossiccio che sbraitava ad una bancarella.
    ...

    Sgranò gli occhi, vagamente sorpreso, fissando quel tizio con fare tra l'ammirato e il divertito. Restò in silenzio, pietrificato lì in mezzo alla strada per qualche secondo, per poi urlare senza alcun preavviso.

    WATTO!!!

    Era lui! Era senza dubbio lui, o quantomeno un suo parente! Il Watto di Guerre Stellari, quello che aveva comprato Anakin!
    Preso da un giovanile entusiasmo - era un fan di Star Wars - si gettò in direzione della bancarella, al suo fianco SARA lo seguiva con aria preoccupata ma non stupita, giacché era avvezza alle stranezze del suo maestro. Fattosi largo fra la folla Calisto raggiunse in breve il chiosco, battendo con forza una mano sul bancone e sporgendosi in avanti per avvicinarsi al volto del reincarnato Watto.

    Wooh, c'assomigli un sacco, tranne per il colorito e qualche differenza nella corporatura, magari hai anche un giovane schiavo umano al tuo servizio eh? Dimmi che ce l'hai, ti prego e se si chiamasse Anakin, o Vader, o qualcosa del genere, allora devo avere un autografo.

    Parlava rapidamente, con quel fare scanzonato che gli era tipico, quasi come un bambino un po' pazzo che aveva appena visto un personaggio di fantascienza. Non fraintendete però, il Dottore sarà stato anche eccentrico, ma non stupido, come i due tizi del bar avevano detto, aveva già realizzato che probabilmente quel tipo rossiccio dall'aspetto butterato non era altri che il Zimmequalcosa che stava cercando.
    Con tutta calma poggiò la camicia su una spalla - sì, per tutto questo tempo era rimasto a torso nudo, la teneva semplicemente in mano senza una ragione -, il bastone ai suoi piedi e s'accese una sigaretta.

    Ehi amico, non è che sai qualcosa riguardo gli Eversori?

    Quindi poggiò i gomiti sul ripiano di fronte a sé, fissando il Boggart con fare ghignante. Eh, la verità è che si stava divertendo a prenderlo un po' in giro: quel tipo gli ispirava simpatia.



    Famigli:

    CITAZIONE
    png• Smile: Smile è sicuramente il più anziano compagno d'avventura di Calisto, il primo anzi. E' stata la prima creatura prodotta dallo scienziato in giovane età e fin da allora continua a restargli accanto come un fedele animale domestico e prezioso amico. In verità, nel corso del tempo, Smile ha cambiato molto il suo aspetto, soprattutto perché essendo stato il risultato di procedure rudimentali la sua prima forma era notevolmente più primitiva. Al giorno d'oggi Smile ha l'aspetto di quello che sembra essere un grosso insetto, con quattro zampe simili a quelle di un granchio, due arti superiori dalla medesima struttura umana, una testa dalla forma ovale priva di naso o labbra ed infine due paia di ali membranose che consentono il volo. Di tutte queste caratteristiche, l'unica rimasta costante nel tempo è stata l'assenza di un muso, tanto che il suo nome, Smile, gli deriva proprio dal fatto che la mancanza di una bocca fa sembrare che sorrida quasi sempre. Il ruolo di Smile non è del tutto chiaro, le sue piccole dimensioni (è alto 27 cm) e la struttura gracile non lo rendono utile in combattimento, non possiede alcuna abilità o arma particolare e l'unica eccezionalità rispetto alla maggior parte delle altre chimere è la sua superiore intelligenza, confrontabile con quella di un umano medio. Probabilmente l'unico scopo di Smile è quello di star accanto al suo padrone, importunarlo o rimproverarlo, come un amico di vecchia data farebbe.
    {GDR - Famiglio GDR con pura funzione narrativa.}


    png• S.A.R.A.: Acronimo di Sgnacchera Allucinante Robotica Autoalimentata, è una androide semi-organica che svolge il ruolo di assistente e braccio destro di Calisto. Come suggerisce il suo nome, le intenzioni dello scienziato al momento della sua creazione non erano del tutto professionali, tanto da spingerlo ad usare come base per il prodotto l'anatomia della sua modella preferita. Sfortunatamente per lui, qualcosa deve essere andato storto durante la calibrazione, perché la cara e intransigente SARA tende a rispondere alle sue avance con una serie di pugni e calci allo stomaco: forse un errore nel parametro del sadomaso. All'esterno SARA appare come una formosa donna dai capelli corvini e occhi azzurri, alta circa un metro e settanta, con delle invidiabili misure 90-57-84 - un po' differenti dall'originale, ma il Dottore desiderava la perfezione. Per quanto sia provocante il suo aspetto, comunque, non dimentichiamo che è stata creata per rivestire un importante ruolo d'assistenza ed è quindi non solo dotata di un intelletto elevato - con capacità di calcolo tipiche di una macchina -, ma anche di una personalità composta e seria, decisamente più matura rispetto alle frivolezze del suo creatore. Vista la funzione per cui è stata progettata, in ogni caso, SARA si rivela inadatta al combattimento, tanto da essere priva di armi particolari - il fascino femminile non conta - e l'abilità nel corpo a corpo è giusto sufficiente per tenere a bada i molestatori, Calisto in primis.
    {GDR - Famiglio GDR con pura funzione narrativa.}

    Equipaggiamento:

    CITAZIONE
    • Il Bastone: Qual è il punto di possedere un bastone se non lo si usa per sostegno né si possiede uno status che ne giustifichi la mera funzione da passeggio? Forse è proprio questo il punto, che un simile accessorio non abbia una funzione, bensì rappresenti un semplice orpello che mal si accorda all'immagine di un comune e talvolta trasandato uomo di scienza. Nero, d'un brillante nero dalla lucentezza metallica dal pomello in ottone con rifiniture in oro, l'intero, leggerissimo corpo è composto non di legno, bensì di una lega metallica di zinco, magnesio e alluminio. E' dunque questo solo un inutile orpello da sfoggiare per puro gusto di farlo? Così sembrerebbe, ma tenendo da conto le abilità di trasmutazione del Dottore è facile che questo comune venga trasformato in una spada, una mazza, una falce o qualunque altro prodotto pratico e pronto all'uso.

    Note: Faccio un rapido sunto. Calisto arrivo al Bazar sul suo carro, che lascia in un angolo alle cure di Smile. Lui e SARA, dunque, cominciano a girare per il Bazar in cerca di Zimmer, quando Calisto vede un tipo alla bancarella che gli ricorda Watto di Sar Wars (XDDD). Inutile dire che Watto è in verità Zimmer e che dopo qualche battutina Calisto gli chieda esplicitamente informazioni sugli Eversori.

    PS: Perdona il post papirico.
     
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  2. Zimmer
     
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    "Cosa? Tu continua? Tu è cieco? Questa no è mano di Tugh che io ha ordinato! "
    La voce squillante del molliccio si sentiva a diverse leghe di distanza, mentre questi si sbracciava davanti alla bancarella di un mercante reggendo una mano mozzata dal colore grigio nerastro, probabilmente appartenente al cadavere di qualche poveraccio.

    Il commerciante, poveretto, cercava di ribattere in qualche modo, affermando che quello era il miglior Tugh in circolazione e che se non lo era era stato truffato anche lui.
    Parole di questo tipo non fecero altro che far ulteriormente infuriare il Mercante Rosso, tantè che si sbottonò la giacchetta di cuoio, lasciandola aperta sulla pelle rossa e scagliosa, lasciando intravedere i numerosi tatuaggi runici che gli ricoprivano il petto. Dal collo spuntò una curiosa collana, che come pendenti aveva una mezza dozzina di dita mozzate.
    Un dito in meno a chiunque avesse provato a imbrogliare il rossiccio.

    23, il giovane schiavo che lo accompagnava, sospirò rassegnato mentre si reggeva ad un fucile più alto di lui. Si era tenuto qualche passo più in dietro rispetto al proprio padrone, restando al fianco del grosso Oliphant. Quella non era la prima scena di quel genere cui assisteva quel giorno.

    Tutto era cominciato con la scoperta che i commercianti del Distretto della Fame avevano cominciato a vendere i loro prodotti al ribasso, in modo da poter far fronte a quella crisi che era conseguita dopo l'attentato nei confronti del Loto Nero e ai disordini che ne erano conseguiti. Erano passati ormai dei mesi da allora, ma la crisi si stava facendo ancora sentire.

    Totale: Zimmer aveva dei contratti commerciali con alcuni di questi mercanti, che improvvisamente erano diventati improduttivi.
    Pertanto andavano recisi.

    Il mercante sembrava sul punto di cedere alle pressioni del molliccio, che si facevano sempre più incalzanti. Aprì la bocca come a voler dire qualcosa, e un sorriso di trionfo si dipinse sul volto di Zimmer...

    "WATTO!"



    Il Molliccio si girò verso quella voce, con aria perplessa, individuando un giovane a torso nudo, che si avvicinava verso di lui.
    Questi battè il pugno sul legno marcio della bancarella, cominciando a parlare fitto fitto su watti, schiavi e vaderi.
    Tuttavia, Zimmer qualcosa sembrò capirla.

    " Oy! Anakin! Tu avvicina si?"
    23 osservò stupito il proprio padrone. Poi si voltò, come a cercare la persona con cui stava parlando. Dietro di lui, nessuno.
    Lo schiavo sospirò, facendosi avanti.
    "Si?"

    " Ecco! Lui fa autografo. Venti monete d'oro l'uno. Tu quanti vuoi? Venti? Tu ha detto venti si?"

    il tutto con un sorriso che partiva da orecchio a orecchio... ah, potrebbero scriverci intere ballate sui sorrisi Boggart.

    L'oliphant, assistendo allo scambio di battute, barrì, contento di poter dare nuove amicizie.
    Barcollando per la grossa mole, il barripede si avvicinò a SARA, patpattandole la testa con la proboscide.
    Oliphant: creature affettive e loquaci... almeno, finché non ti schiacciano.

    L'ultima frase dello strano ragazzo però fece irrigidire il Boggart.
    " Io sa molte cose, ma cose cambiano a seconda di chi chiede e di perchè chiede."
    ciocciò il Boggart, saltando sul bancone e sedendosi comodamente sul legno scheggiato.


     
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  3. ~Steel
     
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    Parlato Calisto
    Parlato Zimmer


    Wah fantastico! Anche il suo modo di parlare era simile a quello di Watto, anche se le cadenze somigliavano più a quelle di Yoda incrociato con un albanese: spaco botilia, amazo familia, quel genere lì. Non appena Zimmer chiamò a sé 23 - spacciato per una bruttissima copia di Anakin -, dunque, fu ben felice di farsi raggirare dall'astutissimo bluff del Boggart, finendo per spendere così venti delle trenta monete d'oro che rappresentavano pressappoco il suo intero capitale. SARA non fu affatto contenta di quella transazione, ma il suo sguardo gli suggeriva che avrebbe aspettato di essere da sola con lui per punirlo; per il momento, comunque, si concesse di abbracciare con fare infantile quel pezzo di carta con su scribacchiato a grandi caratteri "23".

    Io sa molte cose, ma cose cambiano a seconda di chi chiede e di perché chiede.

    Questa volta la sua reazione fu particolarmente diversa: non appena aveva nominato gli Eversori, Watto s'era rapidamente messo sulla difensiva, lasciando cadere il precedente argomento. Ovvio, non c'era motivo per lui di fidarsi di uno sconosciuto mezzo ammattito che lo aveva approcciato di punto in bianco senza neanche presentarsi.
    Gli rispose dunque con un sorriso, mentre con una mano riprendeva il bastone sul quale finì per appoggiarsi scaricandovi l'intero suo peso.

    Oh, sono solo un semplice, brillante, magnifico ed umile scienziato che ha delle cose di cui discutere con loro. Questioni di affari certo, ma credo sarebbe appropriato se mi rivolgessi direttamente a qualcuno dei piani alti.

    Per quanto ne sapeva Calisto, quel Boggart dalla lingua sciolta non era altro che un tramite, l'ufficio di collocamento della Gilda, niente più. La sua situazione, però, richiedeva un'approvazione ben più elevata di quella di un semplice committente di terz'ordine, giacché il suo obiettivo era quello di trovare dei finanziatori quanto più facoltosi.



    Edited by ~Steel - 9/7/2012, 01:23
     
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  4. Zimmer
     
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    E così quello strano individuo aveva di che parlare con qualcuno della casta alta degli Eversori. Zimmer ridacchiò fra se e se, immaginando quale assurda richiesta gli sarebbe stata rivolta questa volta.
    Era da un po che alla Bolgia non arrivavano dei contratti seri, tolti quelli della Crimson Caravan. L'ultima volta aveva dovuto cacciare a male parole un giovane che voleva assoldare il Castigo per disinfestare il proprio seminterrato dai ratti.

    Forse poteva giocare un po con quello strano individuo e la sua compagna.
    "Ah! Eversori si! ... Zimmer! Tu cerca Zimmer! O, lui astuto essere. Tu lo trova alla Quinta Bolgia... veni, io fa strada!" esclamò, sorridendo e snudando una serie di denti e zanne messi qua e la senza ordine apparente nella bocca del Boggart.
    Dopo aver fatto un gesto al proprio schiavo, questi andò a recuperare l'oliphant, che stava per abbracciare la povera SARA con la propria proboscidona.
    "Mi scusi... è un animale molto espansivo." si scusò lo schiavo, arrampicandosi sopra le quattro zanne dell'animale e tirandogli un orecchio per farlo desistere dalle sue manifestazioni affettive.
    Questi barrì, tutto contento, e si avviò al seguito di Zimmer, che senza aspettare ne conferme alcune, era sceso dal tavolo e si era diretto verso la via principale del Distretto della Fame.

    "E tu dimmi... che tipo di scienziato è?" domandò il rossiccio, tenendosi sul vago, mentre avanzava fra le bancarelle e la marea di gente che popolava il Bazzar, seguito dall'Oliphant e dallo schiavo sopra di esso.

    Lingua da mercante.[Passiva]
    Si può dire che sia la sua più spiccata qualità: sapersi togliere dai guai non usando la pistola, bensì l'arte oratoria.
    Anche se il suo vocabolario non è dei più forbiti o la sua pronuncia la più corretta su tutta Endlos, Zimmer è capace di imprimere nelle sue parole un senso di sicurezza e di veridicità che con gli anni di esperienza come mercante è riuscito pian piano ad affinare.
    Sa sempre trovare la parola giusta nella giusta situazione, riuscendo quando è necessario interpretare il ruolo del buffone o quello del serio.



     
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  5. ~Steel
     
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    Parlato Calisto
    Parlato Zimmer
    Parlato SARA


    Oh bene, il Watto endlossiano aveva recepito il concetto. C'era solo una cosa che non gli era chiara, quel tipo era intenzionato a portarlo da Zimmer - ora era sicuro di quel nome -, ma fino a quel momento Calisto era stato certo che fosse lui Zimmer. Cioé, è chiaro che non avendolo mai visto prima non poteva davvero essere certo che quell'essere rossiccio fosse la persona che stava cercando, ma per qualche motivo si era convinto di aver parlato con Zimmer, fino a quel momento: forse il suo intuito s'era sbagliato?
    Smise di pensarci, perché in fondo l'identità di Watto non gli interessava, finché si fosse mostrato disposto a condurlo dagli Eversori. Da un punto di vista esterno seguire un tipo poco raccomandabile, che parlava come un albanese e pareva uscito da un film di Star Wars, non era la migliore delle idee, ma un qualcosa gli diceva di potersi fidare. Salvata dunque la donzella robotica dalle maliziose appendici di quella sottospecie di elefante in miniatura, si apprestò a seguire trotterellante il Boggart.

    Mentre si facevano largo tra la folla Watto si rivolse a lui.

    E tu dimmi... che tipo di scienziato è?

    Costruzione verbale a parte, trovo quella frase poco chiara: che tipo di scienziato? Uno pazzo probabilmente, ma dubitava che fosse quella la risposta che si aspettava. Alzò dunque un sopracciglio, menando il bastone in fronte e a fianco a sé per scacciare la gente.

    Che domanda sarebbe? Io mi occupo di scienza, qualsiasi scienza, dalla medicina alla robotica. Non avrebbe senso attenersi agli studi su un singolo campo quando il mondo ha così tante cose da offrire. Ecco, ti mostro... SARA!

    Sì maestro?

    Resta ferma ed evita di tirarmi un cazzotto.

    Sperando che il suo ordine fosse effettivamente seguito, lasciò che la donna si avvicinasse, per poi scoprirle parte del ventre e poggiarvi una mano. Nel giro di pochi attimi, la zona precedentemente di un rosa carne cominciò a sbiadire, fino a diventare completamente trasparente come vetro. Questo mise in evidenza quello che era l'interno dell'androide - dall'esterno scambiabile per un'umana -, mostrando così l'enormità di circuiti, cavi e chip vari.

    Giaaaà, un'autopa di mia creazione, risultati eccellenti, anche se credo che l'hardware del comportamento sia stato danneggia...

    TUNK!
    Un micidiale montante sinistro di SARA lo zittì prima che potesse completare la frase, ma anche così era piuttosto sicuro che il Boggart avesse afferrato il concetto. Dannazione, cominciava ad invidiarlo per avere un servo diligente come 23.



    Attive:

    CITAZIONE
    • Trasmutazione Alchemica Come c'è da aspettarsi da un alchimista esperto non può certo mancare al repertorio la padronanza avanzata delle trasmutazioni elementali. Che si tratti del proprio corpo o dell'ambiente che lo circonda, basta la volontà, dell'energia e un pizzico di immaginazione per plasmare e creare ciò che si desidera. Solitamente le trasmutazioni necessitano di un cerchio alchemico e/o la presenza di catalizzatori specifici per l'esecuzione, ma nel caso specifico di Calisto la pietra filosofale che il suo corpo contiene è un mezzo più che sufficiente per incanalare la propria energia. Generalmente parlando le trasmutazioni - in particolare le sue - non hanno dei veri e propri limiti di applicazione, ma questo è solo un concetto ideale. Il risultato di una trasmutazione è infatti condizionato dall'energia dell'utilizzatore prima ancora del catalizzatore utilizzato. In termini quantitativi un consumo d'energia Basso è sufficiente a sostenere stabilmente la creazione di una falce di piombo di 2.5 metri per circa un turno; tecnicamente sarebbe anche possibile creare un muro di mattoni alto dieci metri infondendo un quantitativo Basso di energia, ma questo perderebbe stabilità quasi subito e cadrebbe in terra al primo soffio di vento. Prendendo ad esempio i due estremi, un consumo Basso permetterà generalmente la trasmutazione in materia per un volume di circa 5 m3 (o di un arto, se usata su di sé), mentre un Critico permetterà trasformazioni in materia con volume di 15 m3 (o il corpo intero, se usata su di sé). Altre variabili del processo sono il tempo di vita del costrutto (durata in turni) e massa dei reagenti utilizzati, ma quest'ultima può essere trascurata a seguito dell'azione specifica della pietra filosofale che permette di ignorare la legge.
    {Attiva - Trasmutazione di materia organica e inorganica, le limitazioni di volume derivano dal raggio massimo per consumo, se usata su di sé segue la regola (1 arto/2 arti/4 arti/corpo intero), agisce sulla propria persona e su elementi terzi a contatto, se vi è continuità di fase (solido-solido, liquido-liquido ecc.) si può trasmutare a distanza secondo le limitazioni di raggio a consumo; Variabile, 1 o 2 turni. --> Basso}
     
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  6. Zimmer
     
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    Il gruppo così formatosi cominciò il tragitto verso la Bolgia, Zimmer Watto e Calisto in testa, il restante della compagnia qualche passo più indietro.
    Il Boggart scrutò con la coda dell'occhio lo scienziato, cercando di intuire cosa mai potesse volere un tipo del genere dagli Eversori.
    Nonostante le apparenze e il comportamento da dany rincoglionito, sembrava avere un fondo di serietà che stuzzicava la curiosità del rossiccio.
    Superarono il grosso delle bancarelle, avvicinandosi alla piazza del distretto, che splendeva in tutto il proprio squallore. Quello era il centro vero e proprio di tutto il Bazar delle talpe, la creme della creme.

    La risposta che l'uomo gli fornì fece sorridere il Boggart. Tutte le scienze... successivamente lo avrebbe interrogato in Boggartologia, con qualche riferimento alla burpologia applicata, la famosa scienza del rutto parlato.
    Quello che invece sorprese veramente il rossiccio fu la dimostrazione dell'ingegno dell'uomo, quando questi mostrò la vera natura nella nuova amica dell'Oliphant (che per inciso, non le aveva tolto gli occhi di dosso un secondo.)

    Zimmer si avvicinò quel tanto che bastava per poter osservare la parte trasparente e quindi le interiora della "ragazza".
    Non aveva la grazia della Potato Armor, ma il Boggart doveva ammettere di essere impressionato.
    "Fa anche caffè?" chiese, osservando come la tipa mettesse Ko il proprio creatore.

    "Servitore che no ubbidisce inutile. Ma intraprendenza a volte è più utile di sottomissione, io ammette." La seconda parte della frase venne detta con tono di voce basso, in modo che 23 non potesse sentirlo.

    Fece poi un gesto allo schiavo, che prontamente scese dall'oliphant e raggiunse i tre.
    Zimmer lo face stare fermo nella stessa posizione che aveva assunto l'androide, e posizionò una mano rugosa sul ventre del giovane.
    "Tu guarda ora si?" annunciò, dando due colpetti alla pelle pallida dello schiavo.
    Questi rivolse uno sguardo preoccupato verso il proprio padrone.
    "Eeeeee... OP!"
    Dal punto di vista morfologico, non successe niente.
    La pelle non divenne trasparente, non furono mostrati circuiti o peggio, organi.

    Dal punto di vista fisico, lo schiavo volò a terra, boccheggiando.
    Zimmer gli aveva dato un poderoso pugno alla bocca dello stomaco, e adesso si stava massaggiando la mano.

    "Proteine 16% Lipidi 13% Glucidi 1% Acqua 65% Sali minerali 5%. Tu deve solo nutrire lui ogni tanto, e tu ha servo fedele. Vantaggi? Affidabile, più delle volte, e tu no deve fare lui manutenzione. Ma sopratutto, lui economico."

    Il Boggart sottolineò volutamente l'ultima parola. Forse aveva capito cosa stava cercando quell'uomo dagli Eversori.
    " Costruire lattina con gambe costoso è vero? Serve prototipi, strumenti, laboratorio... soldi, in pratica."

    La frase ad effetto venne interrotta da un urletto strozzato, proveniente dal Boggart stesso.
    La canna del grosso fucile del proprio schiavo si era abbattuta (non con eccessiva forza) sulla zucca rugosa del molliccio, fra un corno e l'altro.

    MA TI SEI IMPAZZITO? FA MALE! urlò lo schiavo, reggendosi la pancia con una mano.
    Zimmer si massaggiò il bernoccolo, fulminandolo con uno sguardo, tornando poi a porre la propria attenzione allo scienziato.
    Lingua da mercante.[Passiva]
    Si può dire che sia la sua più spiccata qualità: sapersi togliere dai guai non usando la pistola, bensì l'arte oratoria.
    Anche se il suo vocabolario non è dei più forbiti o la sua pronuncia la più corretta su tutta Endlos, Zimmer è capace di imprimere nelle sue parole un senso di sicurezza e di veridicità che con gli anni di esperienza come mercante è riuscito pian piano ad affinare.
    Sa sempre trovare la parola giusta nella giusta situazione, riuscendo quando è necessario interpretare il ruolo del buffone o quello del serio.



     
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  7. ~Steel
     
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    <b>Parlato Calisto


    Si rialzò da terra massaggiandosi la mandibola dolorante, lanciando un'occhiataccia alla sexy boxeur che ora stava vendendo esaminata con molta attenzione dal Boggart. I seguenti commenti del rosso lo fecero sorridere, anche se forse SARA non li gradì particolarmente, visto che appena possibile si riabbassò la maglia con fare stizzito.
    Quello che però lo fece letteralmente piegare in due dal ridere fu il teatrino che Zimmer mise su assieme a 23 e che avrebbe tecnicamente dovuto fungere da termine di paragone per le loro rispettive situazioni.

    WAHAHAH!!! Sì, proprio un magnifico servitore hai! Quel che hai frainteso è che SARA non è una mia schiava, è la mia assistente, è progettata per essere intelligente, lei.

    Quindi mostrò al Boggart il foglio autografato di poco prima, in cui si leggeva chiaramente uno scarabocchiato 23, altro che Anakin.
    Asciugandosi le lacrime e cercando di riprendere fiato - dopo lo sforzo addominale del riso -, fissò per un attimo il molliccio, in silenzio, per poi dargli una pacca sulla spalla e dirgli con fare serio.

    Però hai ragione, Watto, nel mio lavoro si ha una fondamentale esigenza di risorse e denaro, due cose di cui al momento non dispongo.

    Era piuttosto chiaro quel che volesse far intendere con quella frase, ed in fondo i due sembravano essersi già capiti, quindi non c'era bisogno di tante pantomime. Non riusciva ancora ad inquadrare bene quel bozzuto e bizzarro tizio, ma era piuttosto chiaro che se ne intendesse di affari e non solo. Insomma, cominciava a stargli a genio... se fosse una cosa positiva o meno lo ignorava.

     
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  8. Zimmer
     
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    Risentito, lo schiavo si issò nuovamente sopra la grossa figura dell'oliphant, rifugiandosi sopra la poderosa schiena. Nel giro di pochi secondi era stato picchiato e gli avevano dato dello stupido. Proprio un ottima giornata... non lo pagavano abbastanza per quel lavoro. Non lo pagavano affatto, a ben vedere.

    Era il turno del molliccio di esplodere in una poderosa risata, sguainando entrambe le file di denti e zanne, sputacchiando anche po un in giro.
    "Schiavo intelligente! Ah, tu scherza! Tu scherza!" giù risate.

    Quando si ricompose, incassò la pacca sulla spalla, ricambiando ora lo sguardo serio. Il tempo dei giochi si poteva dire concluso, si erano divertiti entrambi abbastanza... era ora delle trattative.

    Erano giunti davanti alla Quinta Bolgia, l'ex fucina che il Boggart aveva riconvertito a taverna, una delle più conosciute di Merovish.
    Con una manata aprì la porta e si fece da parte, lasciando che i suoi ospiti potessero entrare.

    L'ambiente era il solito di sempre. L'atmosfera male illuminata in stile PUB era ravvivata dal grosso focolare che dominava al centro della stanza. Diversi tavoli erano disposti un po ovunque, e la gente beveva, gridava e si pestava.

    23 scivolò con discrezione dietro al bancone, armeggiando con alcolici vari, mentre Zimmer si sedette a uno dei tavoli, facendo cenno allo scienziato di accomodarsi.

    "Noi parla di affari ora si?" commentò, mettendosi comodo sulla sedia e slacciandosi la veste di cuoio e pelli, lanciandola verso il pancone, restando a petto nudo, rosso e ricoperto di tatuaggi runici. Uno, in particolare, era un grosso occhio con una E rovesciata sotto.
    "Tu ha bisogno di fondi, io crede. Noi ha. Cosa tu offre?"

    Le trattative erano cominciate.

    Lingua da mercante.[Passiva]
    Si può dire che sia la sua più spiccata qualità: sapersi togliere dai guai non usando la pistola, bensì l'arte oratoria.
    Anche se il suo vocabolario non è dei più forbiti o la sua pronuncia la più corretta su tutta Endlos, Zimmer è capace di imprimere nelle sue parole un senso di sicurezza e di veridicità che con gli anni di esperienza come mercante è riuscito pian piano ad affinare.
    Sa sempre trovare la parola giusta nella giusta situazione, riuscendo quando è necessario interpretare il ruolo del buffone o quello del serio.





     
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  9. ~Steel
     
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    Parlato Calisto
    Parlato Zimmer


    Dunque era il momento della verità. Il luogo in cui il Boggart l'aveva intenzionatamente trascinato era finalmente stato rivelato, un pub dei più squallidi e caotici che avesse mai visto, essì che era un esperto di certi luoghi. La semplice aria che si respirava in quel buco, carica del pungente odore di alcol e vomito, mista alle urla degli scalmanati clienti di basso borgo, rendevano la Quinta Bolgia degna del suo nome. Lo aggradava quel posto.
    Appena entrato, lo schiavo del rosso era corso al bancone, mentre il padrone s'era sistemato in panciolle su una sedia, vistosamente avvezzo a simili situazioni.

    Noi parla di affari ora si? Tu ha bisogno di fondi, io crede. Noi ha. Cosa tu offre?

    Sulle prime quelle parole lo lasciarono interdetto, non tanto per il fatto che gli venissero rivolte da quel tizio, quanto per il tono con cui erano state pronunciate. Solo in quell'istante realizzò che il molliccio cugino di Watto che gli stava di fronte, non poteva essere un semplice messo della compagnia, doveva essere qualcosa di più, una persona più importante di quanto si fosse figurato inizialmente.
    Dopo un attimo di silenzio emise un un verso simile a una risatina strozzata e sorridendo divertito prese una delle sedie vicine, sedendosi all'altro capo del tavolo, proprio di fronte al Boggart. Accanto a lui prese posto anche SARA, che tuttavia era più concentrata sugli sguardi che i commensali le rivolgevano, che sulla conversazione tra i due.

    Zimmer, suppongo. Oh, non mi sono presentato vero? Già già, ti ho detto che sono uno scienziato ma nemmeno conosci il mio nome eh? Cominciamo dal principio dunque: io sono il dottor Calisto, questa è la mia assistente numero uno, SARA e poi ci sarebbe anche un altro spiacevole mostriciattolo più simile ad un animale da compagnia, ma non può raggiungerci al momento.

    Ed eccolo attaccare al solito con quella sua frenetica parlantina un po' confusionaria. Era una sua peculiarità non lasciar capire all'interlocutore se stesse scherzando o stesse parlando seriamente, ma in fondo quella era un colloquio d'affari, quindi probabilmente avrebbe evitato di dire troppe stronzate.

    Ehi! Due birre, una bionda e una scura!

    Urlò a 23, che stava armeggiando dietro al bancone, facendo vivacemente segno con la mano per richiamare la sua attenzione. Una trattativa richiedeva necessariamente un'adeguata dose di alcol, quantomeno per lui, visto che le birre se le sarebbe scolate da solo.
    In attesa che arrivasse l'abbeveraggio, tornò a guardare i Boggart, questa volta fissandolo con uno sguardo decisamente più serio.

    Dunque, cosa dicevamo... ah sì, la mia offerta. Ebbene amico mio, come ti ho già spiegato il mio lavoro necessita di fondi e risorse, ma non solo io sono al verde, il mio laboratorio ha anche subito... un piccolo incidente. Al momento, dunque, non ho modo di continuare le ricerche per conto mio, ma posso sempre lavorare per conto di qualcun'altro... se questo mi permettesse di continuare la mia attività.

    In breve: datemi i mezzi e vi fornirò i risultati, ma amava complicarsi la vita con paroloni e inutili giri di parole.

     
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  10. Zimmer
     
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    La sedia che reggeva il molliccio si inclinò all'indietro, sotto la spinta del proprio occupante, andando ad appoggiarsi con lo schienale verso il muro. il Boggart allungò i piedi sul bordo del tavolo, portandosi le mani dietro la testa, fissando pensieroso il soffitto.
    La collana di dita ondeggiò per qualche secondo, scivolando infine di lato.

    Curiosamente, tutti gli avventori nei tavoli vicini si erano alzati e avevano levato le tende, magari spostandosi qualche tavolo più in la. Evidentemente, quella era una scena abbastanza nota ai più affezionati clienti della Bolgia.

    "Zimmerthaugher Dei Cunicoli Dai Quali Si Torna." lo corresse, svogliatamente. "Ma voi bipedi è tutti smemorati. Tu chiama me come tu vuole." biascicò alla fine, ridacchiando. Ormai era abituato a sentire le varie storpiature che il resto del mondo si inventava per chiamarlo, tanto che alla fine lo usava perfino lui.
    Pensò distrattamente a un certo bluastro, a come si irritasse quando il suo nome veniva accorciato.

    Il molliccio gettò un occhiata distratta all'aiutante meccanica del dottore. Non gli piaceva parlare d'affari assieme a terzi, tant'è vero che spesso allontanava il proprio stesso schiavo. Ma come aveva già sottolineato lo scienziato, lei non era una schiava... non era nemmeno una persona, a ben vedere, ma un oggetto.

    23 si avvicinò con le birre, lasciandole sul tavolo e gettando un occhiata incuriosita verso il proprio padrone e poi verso quello che, molto probabilmente, era il prossimo acquisto degli Eversori.
    Il tatuaggio che portava sulla spalla, simile a quello del molliccio ma senza la E rovesciata, per un secondo gli pizzicò da sotto la tunica di lino. Dopo una piccola riverenza allo scienziato, tornò dietro il bancone.

    Zimmer non toccò gli alcolici. L'uomo voleva berseli entrambi? Che facesse... i contratti firmati con gli ubriachi erano i più interessanti, anche se il mercante rosso dubitava che quello strano individuo andasse giù per così poco.

    "Allora scienziato... tu no gira attorno a cose. Tu vuole miei soldi. Io vuole gente per mio piccolo progetto." commentò, tornando a sedersi in posizione eretta e portando le mani a intrecciarsi a ponte davanti agli occhi da rettile.
    Uno scienziato... loro avevano già uno scienziato, in verità. Zimmer ricordò il pilota del NEXT, il grosso esoscheletro da combattimento che diverse volte gli aveva salvato le chiappe scagliose.
    Ma come dicevano sempre i Boggart Bicefali, due teste pensano più merda di una.


    "Io ha lavoro per te. Ma no è lavoro part-time, tu capisce? Se tu lavora per Eversori... tu da parte di Eversione. Fino a tua morte, o mia. " affermò, facendo un cenno allo schiavo. Questi gli passò, dal bancone, un boccale rosso fuoco, una pinta di Birra Boggart. Un alcolico strepitoso per i mollicci... un veleno letale per il resto del creato.


    "Tu dice me... cosa tu sa di Merovish? Questa è tua prima visita?" domandò, con voce neutra. Doveva saggiare il terreno, capire se lo scienziato sarebbe stato un buon Eversore o un semplice strumento.
    Il Boggart sarebbe stato più soddisfatto della prima ipotesi, ma non si faceva scrupoli a considerare la seconda.


    Lingua da mercante.[Passiva]
    Si può dire che sia la sua più spiccata qualità: sapersi togliere dai guai non usando la pistola, bensì l'arte oratoria.
    Anche se il suo vocabolario non è dei più forbiti o la sua pronuncia la più corretta su tutta Endlos, Zimmer è capace di imprimere nelle sue parole un senso di sicurezza e di veridicità che con gli anni di esperienza come mercante è riuscito pian piano ad affinare.
    Sa sempre trovare la parola giusta nella giusta situazione, riuscendo quando è necessario interpretare il ruolo del buffone o quello del serio.


    Perdona il ritardo, casini vari.



     
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  11. ~Steel
     
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    Parlato Calisto


    Chiamarlo come voleva? Eh, era seriamente tentato di rinominarlo Watto, da quel momento in poi, ma d'altronde non avrebbe fatto più molto ridere se avesse continuato ad apostrofarlo con quel nomignolo: il rosso probabilmente nemmeno sapeva chi fosse Watto. Bah, in ogni caso le presentazioni erano terminate e 23 era sopraggiunto con le sue birre giusto in tempo per l'inizio del colloquio vero e proprio. Bene, ne aveva bisogno.
    Mentre Zimmer parlava, tono diretto e neutro, da vero uomo d'affari, il Dottore se ne stette zitto ad ascoltare, con il viso praticamente ficcato dentro il boccale. Quando sentì la parte sull'essere un Eversore a vita bisogna ammettere che ebbe un lieve sussulto, tanto da fargli singhiozzare schiuma dalla bocca, che poi ricacciò giù con un altro poderoso sorso del biondo liquido. Poteva dar l'impressione di non star ascoltando, ma in verità i suoi vispi occhi smeraldini erano fissati con interesse sulla figura del Boggart.

    La fine del discorso del bozzuto Watto coincise con la fine della sua bionda, ma prima di attaccare la seconda, il Dottore si concesse qualche attimo di silenzio per riflettere. Ruttò un reflusso alcolico, poi, appoggiandosi comodamente allo schienale, rispose alle parole del mercante con fare spensierato.

    Vediamo... la mia vita coincide praticamente col mio lavoro, quindi... sì, diciamo che un lavoro a lungo termine può starci. Lavorare per voi fino alla mia morte, però... neehh, non è un'idea che mi sconfifferi molto, sono un tipo estremamente longevo, io. D'aaaltro canto, se un giorno avessi le risorse per mettermi in proprio, e voi non foste ancora morti, credo che sarebbe comunque possibile una collaborazione.

    Rivolse lo sguardo al soffitto, scrocchiandosi il collo e prendendo fiato.

    Intendiamoci, io non sono un mercenario, ho una volontà propria, ma mi sono rivolto a voi proprio perché quel che voglio io e quel che serve a voi, potrebbe coincidere. E' quel che chiamano rapporto simbiotico, amico mio.

    E qui afferrò la seconda pinta, mandando rapidamente giù una discreta quantità della scura birra che aveva ordinato.

    Oh sì...

    Che sbadato, aveva dimenticato di rispondere all'altra domanda del Boggart. Posò nuovamente il bicchiere, poi si guardò un po' intorno con aria pensierosa, rimuginando fra sé e sé su quanto gli avevano detto i due tipi al bar di Istvàn.

    Umh... mi hanno parlato del posto. Ho sentito racconti fantastici, della serie "tieni pulito il culo, non sai mai quando potresti perdere la verginità anale, nel Merovish", davvero delizioso. Mi ricorda i bei vecchi tempi trascorsi a Baghdad: soldati, cadaveri, necrofili e colera... ti sarebbe piaciuta.

    Quindi ridacchiò divertito, tornando ad affondare il volto dietro il calice di alcol.



    Nel caso non lo sapessi, io domani partirò per le vacanze e starò via fino al 28, quindi prima del 29 non potrò rispondere. :win:
     
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    TRUE LOVE IS POSSIBLE ONLY IN THE NEXT WORLD — FOR NEW PEOPLE. IT IS TOO LATE FOR US. WREAK HAVOC ON THE MIDDLE CLASS.

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    Il molliccio scrutò da dietro il proprio boccale quello strano individuo, mentre si scolava i rispettivi alcolici senza trattenenere esclamazioni o rutti assortiti -rutti cui il buon Boggart rispose a tono, come voleva la tradizione, facendo vibrare le pareti della taverna-
    Sorrise poi, quando lo vide esitare alla sua proposta. Era soddisfatto: solo un idiota avrebbe accettato così, su de piedi, senza nemmeno sapere quale fosse il lavoro da portare a termine. E lo scienziato sembrava molto più intelligente di quanto lasciasse intendere il suo modo di fare.

    "Tu intende me, io no sta offrendo te contratto di schiavitù. Tu potrà sempre fare tutto quello che tu di solito fa... con qualche aggiunta, io pensa." mormorò il rossiccio, dando un lungo sorso alla propria bevanda, poggiando poi il boccale sul tavolo.
    Un piccolo moscerino, intontito dai vapori alcolici della Bolgia, ebbe la brillante idea di rinfrescarsi con tale bevanda, andando ad appoggiarsi sulla superficie del liquido.
    Prese istantaneamente fuoco, schizzando fori dal boccale come una piccola cometa.

    Nuovamente, il Boggart sorrise. Si, la descrizione fatta dallo scienziato calzava perfettamente alla sua città.
    "Questa città è caos. Ma se io dicessi che c'è soluzione?"
    Parole appena mormorate, come se si stesse parlando di banalità, come un tubo che perdeva, o dell'aroma della birra che l'uomo si stava scolando.
    "SE ci fosse gruppo che già controlla buona parte di città... e di Yuzrab stesso...tu no pensa che può essere conveniente far parte di chesto gruppo?"

    Ora il Boggart stava giocherellando con il proprio bicchiere vuoto. Aveva detto tutto. Non aveva detto niente.
    Per un attimo ripensò a un giorno di più di un anno prima.
    Un uomo pieno di cicatrici gli aveva fatto lo stesso discorso, all'ombra di una bancarella appena montata dal rossiccio.

    "Io offre questo. Tu ha laboratorio. Laboratorio attrezzato, no robaccia. Tu ha accesso a nostri fondi, e noi divide con te ogni introito. Ma tu condivide con noi tue invenzioni, e aiuta con tuoi esperimenti... più lavoro extra." commentò, facendo cenno al proprio schiavo di avvicinarsi.

    "Se tu accetta, io promette lavoro più grande che tu possa trovare in ogni dove, in ogni vita. " Lo schiavo li raggiunse, porgendo un grosso rotolo di pergamena chiuso dal sigillo degli Eversori, il grande occhio, al proprio capo.



    Lingua da mercante.[Passiva]
    Si può dire che sia la sua più spiccata qualità: sapersi togliere dai guai non usando la pistola, bensì l'arte oratoria.
    Anche se il suo vocabolario non è dei più forbiti o la sua pronuncia la più corretta su tutta Endlos, Zimmer è capace di imprimere nelle sue parole un senso di sicurezza e di veridicità che con gli anni di esperienza come mercante è riuscito pian piano ad affinare.
    Sa sempre trovare la parola giusta nella giusta situazione, riuscendo quando è necessario interpretare il ruolo del buffone o quello del serio.


    Tranquillo, fra qualche giorno partirei anch'io e tornerei per il 2, quindi riprendiamo li.



     
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  13. ~Steel
     
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    Parlato Calisto
    Parlato Zimmer


    Ascoltava attentamente il rosso, in silenzio, attingendo con avidità dal bruno liquido contenuto nella caraffa; il viso semi-nascosto dal calice, gli occhi fissi e attenti in fronte a sé. Le parole del Boggart gli scorrevano addosso come onde di un fiume, quasi ad eroderlo ed ogni tanto portando via granuli del suo essere, o depositandovi qualcosa. Forse la birra cominciava a penetrargli la mente, forse i fumi mefitici e le urla del locale annebbiavano la sua concezione del tempo, ma gli parve quasi che i secondi si dilatassero durante l'intero discorso del mercante: come dal boccale, Calisto beveva anche dalle labbra dell'abile molliccio seduto in fronte a lui.
    Tutto era lasciato sottointeso, sospeso nell'aria come una vaga promessa o più una velata minaccia, ma che fosse quello l'intento delle sue parole, il Dottore aveva ben afferrato il concetto dietro di esse. Fin dall'inizio non aveva creduto che una compagnia di mercenari potesse basarsi unicamente sull'amore per il sangue e il denaro, ma ora che Zimmer gli sibilava all'orecchio con quel fare capace tipico del mestiere, aveva realizzato molte cose. Non si trattava di una semplice gilda, non un'accozzaglia di guerriglieri pronti a tutto per la battaglia, come aveva immaginato: il potere della conoscenza che lui aveva deciso di offrire ora gli pareva anche più caro di quanto non credesse; la conquista di una città - ma anche più, di un continente - richiede forza, numeri e strumenti. Dunque lui non sarebbe diventato uno schiavo, né un mercenario, bensì un'arma, ma neanche, sarebbe stato riduttivo definirlo a quel modo: lui sarebbe diventato il padre di tutte le armi.
    Un rotolo di carta venne poggiato sul tavolo di fronte ai suoi occhi.

    Se tu accetta, io promette lavoro più grande che tu possa trovare in ogni dove, in ogni vita.

    Questa era la promessa del rosso, ed era certo che l'avrebbe mantenuta.

    Seguì un momento di esitazione, durante il quale lo scienziato spostò più volte lo sguardo dal foglio, a Zimmer a SARA, senza staccare le labbra dal bordo della coppa di vetro.
    Solo quando questa fu svuotata per intero del contenuto, dopo che l'ebbe sbattuta con discreta forza sul legno, Calisto si degnò di rivolgere un lieve mormorio pensoso; rifletteva su cosa avrebbe fatto, quanto avrebbe potuto raggiungere e di quali peccati si sarebbe macchiato nel perseguire la strada che aveva deciso di percorrere. Dopotutto, però, fu costretto ad ammettere che già da secoli addietro era stato corrotto dai propri desideri: chissà quante vite aveva eradicato o rovinato senza nemmeno che ne fosse a conoscenza, e quante altre aveva consciamente ignorato lungo il cammino. Non era certo se considerarsi un uomo ambizioso o meno, non per quanto riguardasse i sogni di potere ed egemonia che quegli Eversori parevano coltivare, in ogni caso; ciò che tuttavia gli era stato offerto non era altro che quel che chiedeva: non importava quale fosse il loro obbiettivo finale, fintanto che lui avesse perseguito il proprio.
    O almeno, questo è ciò che continuava a ripetersi.

    Schioccò la lingua, stringendo le palpebre in uno sguardo duro che raramente qualcuno aveva avuto l'onore di vedergli in faccia.

    Le condizioni... sembrano accettabili.

    E si sporse in avanti col busto, carezzando con una mano la perga che aveva portato 23. Dietro di lui, SARA non osava pronunciare parola, si limitava a guardare il maestro con fare altezzoso come ad approvare con severità le sue azioni.
    Anche questa era una rara occasione.

     
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  14. Zimmer
     
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    Un silenzio innaturale era sceso sulla Bolgia, normalmente chiassosa come pochi altri locali di Merovish. Gran parte degli avventori avevano avuto il buonsenso di levare le tende, e quelli che avevano avuto il coraggio di restare o erano nuovi dell'ambiente di Merovish, o erano dei veterani della Quinta. Alcuni di quest'ultimi portavano una piccola spilla rossa, o un drappo dello stesso colore legato chi al braccio, chi alla gamba.
    Il reclutamento di un nuovo Eversore era un avvenimento che meritava l'attenzione degli Echi di Merovish evidentemente... lo scienziato avrebbe avuto modo di conoscere anche quell'aspetto dell' Eversione, ma a tempo debito.

    Il Boggart lo squadrò con i propri occhi sbilenchi per tutto il tempo che l'uomo si prese per pensare, giocherellando con la pergamena sigillata, consegnatagli dal proprio schiavo.
    Come in una partita a Poker, Zimmer aveva calato la propria mano, lasciando abbastanza soldi sul piatto per far sbavare un poco l'avversario. Ora bisognava vedere se le sue carte erano buone abbastanza per vincere quella mano, o se quello strano uomo che si accompagnava ad un droide aveva dei numeri migliori dei suoi.
    Il che sarebbe stato alquanto spiacevole.
    Non solo per il Boggart.
    Quella mano, infarcita di se e di forse, era una mano pericolosa da giocare.
    Ma proprio come in ogni partita di poker, il Boggart sapeva di poter vincere.

    Finalmente, anche il secondo giocatore calò la propria mano.
    Zimmer sorrise come solo un Boggart sapeva fare -e su quei sorrisi, in molti avevano composto ballate e sonetti-, mentre consegnava la pergamena all'uomo.

    "Le sabbie dello Yuzrab sono ad ascoltarti, bipede." lo avvertì, sogghignando a quello sguardo mortalmente serio che finalmente rivelava parte della natura di quello strano individuo.

    La pergamena che aveva consegnato era molto più antica di quanto non sembrasse, nonostante fosse evidente di come fosse stata trattata per impedirne lo sgretolamento. Molto probabilmente, quel pezzo di carta giallastro e arrotolato aveva passato molte ore alle Cave del Sapere, dove dita esperte ne avevano dispiegato i lembi e trattato la superficie con resine e impasti noti solo ai bibliotecari di Merovish.

    Una volta dispiegata, lo scienziato si sarebbe probabilmente reso conto come quella fosse in realtà la pagina strappata da una qualche sorta di libro. Le scritte erano in gran parte sbiadite, nonostante alcuni tratti fossero ancora leggibili. I caratteri tuttavia non erano quelli correnti di Endlos, così come il linguaggio usato.
    Sembrava come l'elenco di qualcosa, a lato erano state tracciate a matita delle possibili (quanto inconcludenti) traduzioni.
    Nel centro, una grossa immagine rilevava quale fosse "il lavoro più grande che tu possa trovare".

    Era lo schizzo stilizzato di una mastodontica costruzione metallica, che pareva a metà fra una nave e un dirigibile.
    Quello che lo scienziato avrebbe osservato erano i progetti di una nave da guerra.

    "Se tu scava abbastanza a fondo, Yuzrab ricompensa te con tesori inaspettati..." commentò il Boggart, lasciando intuire dove avessero trovato quella mostruosità.
    "Tua scienza è in grado di rimettere a nuovo mostro di ferro?" domandò il rossiccio, ghignando fra se e se.

    Si può dire che sia la sua più spiccata qualità: sapersi togliere dai guai non usando la pistola, bensì l'arte oratoria.
    Anche se il suo vocabolario non è dei più forbiti o la sua pronuncia la più corretta su tutta Endlos, Zimmer è capace di imprimere nelle sue parole un senso di sicurezza e di veridicità che con gli anni di esperienza come mercante è riuscito pian piano ad affinare.
    Sa sempre trovare la parola giusta nella giusta situazione, riuscendo quando è necessario interpretare il ruolo del buffone o quello del serio.

    Piccolo appunto: Quel che trovi sulla pergamena è scritto in Tedesco. In caso il tuo pg, per un motivo o per un altro conosce il tedesco, sentiti libero di romanzare su cosa possa esserci scritto la sopra.
    Benvenuto in famiglia =D





     
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  15. ~Steel
     
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    Parlato Calisto
    Parlato Zimmer


    L'aria era greve, pesante, rifletteva l'importanza delle parole pronunciate quali promesse. Tutto intorno a loro gente si alzava, silenziosa, fuggendo con gelida calma da quel luogo divenuto troppo pericoloso: quasi come se un rituale a cui nessuno era concesso assistere stesse per prendere luogo. Il silenzio si accompagnava ad una miriade di sguardi concitati, alcuni spaventati, altri euforici, ma tutti accuratamente distanti dal loro tavolo; coloro che fino a qualche momento prima adocchiavano i tre personaggi, incuriositi e affascinati, ora avevano volto i loro sguardi, isolandoli dal resto del mondo.

    Le sabbie dello Yuzrab sono ad ascoltarti, bipede.

    Sogghignava, il Boggart, e così fece Calisto, ricambiandolo con un sorrisetto soddisfatto, perché quello era il sugello, la condanna sotto la quale era stato accettato il suo "giuramento": il benvenuto tra gli Eversori.

    Nella sua mano era già serrato un lembo della pergamena e non appena Zimmer la lasciò - indicazione del fatto che era destinata a lui -, il Dottore la trasse a sé, srotolandolo con delicata cura. Era antica, ingiallita e sottile, ma stranamente resistente sotto le sue dita, che in breve stringevano lo scritto davanti a lui. I suoi occhi scorsero rapidi, più e più volte, studiando avari le scritte, i disegni ed i simboli che s'ammucchiavano caotici sulla carta: riconobbe subito diverse scritte in tedesco, che tuttavia faceva fatica a tradurre, un po' per la superficiale conoscenza della lingua, un po' per il testo in larga parte sbiadito; appunti erano stati aggiunti, da diverse mani e diversi periodi, alcuni come approssimate traduzioni, altri come calcoli e abbozzi geometrici. Ciò che però attirava l'attenzione, al centro del foglio, un disegno, la rappresentazione di quella che riconobbe essere una nave da guerra.
    Erano evidentemente i progetti per un incrociatore.

    Tua scienza è in grado di rimettere a nuovo mostro di ferro?

    Ascoltò la richiesta di Zimmer senza staccare gli occhi dal foglio, studiando ancora un poco quei disegni e quelle indicazioni, poi sorrise smagliante, scoppiando in una sonora risata.

    Se sono in grado di ripararlo?!

    E continuò a ridere, di un divertimento che aveva qualcosa di sinistro, di sbagliato; gettò poi lo straccio ingiallito sul bancone, abbandonando la schiena contro la sedia e facendola dondolare all'indietro.

    Amico mio, io posso renderlo due volte più maestoso e terribile...

    E in quegli occhi fissi sul Boggart, in quello sguardo ridente ed illuminato da una luce quasi folle, non si leggeva traccia di menzogna o esagerazione: la sua era pura, magnifica idolatria.



    Appunto, Calisto viene da un mondo simile al nostro, ma tecnologicamente avanzatissimo, per questo sborona un po' vedendo i progetti di una nave da guerra simile. xD
    Ah, non conosce esattamente il tedesco, ma ha viaggiato molto, quindi qualcosa sa, ho semplicemente evitato di descriverlo.
     
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16 replies since 8/7/2012, 17:59   204 views
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