Le Masticore non possono entrare.

[lam]

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  1. TukTuk
     
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    Faceva caldo, a Laputa. Non quanto ne facesse nel presidio Sud, certo, eppure ti aspetteresti che, salendo di altitudine, l'aria si raffreddi. Invece, a Laputa, faceva caldo. Un gran caldo.

    Tuktuk era seduto in una saletta d'aspetto, all'interno dell'Albero Casa. I primi dieci minuti era elettrizzato, c'era qualcosa in quel posto... che il cavalcaspirito non riusciva a definire. Gli piaceva.
    Quando i minuti si trasformarono in una mezz'ora, cominciò ad averne le scatole piene.
    Faceva caldo. Un gran caldo.
    E per quanto suggestivo fosse il posto, una sala d'attesa era una sala d'attesa.
    Seduto su una seggioletta di plastica, la Masticora sdraiata ai suoi piedi.

    Su di un mobiletto, le tipiche riviste da sala d'attesa. Il "Laputa's eye" prometteva gli scandali più calienti di tutto il presidio galleggiante. Quarion Galanodel continuava a terrorizzare il mondo maschile, mentre sua sorella, Drusialia, sembrava essere stata colta in flagrante in atteggiamento intimo con l'alfiere, un Goblin dal nome impronunciabile. Un Verdastro insomma.

    La mezz'ora divenne ora.
    Tuktuk era l'unico presente, oltre ovviamente alla propria compagna.
    Che fosse giorno feriale?

    La Masticora fece sapere al mondo intero che ne aveva le scatole piene, ruggendo talmente forte che probabilmente l'eco sarebbe arrivato fin giù, alla Quinta Bolgia.

    Dalla parete accanto spuntò un anima, tutta curva, che trotterellando, stava per entrare nella saletta d'attesa.
    Tuktuk gettò la rivista e si avvicinò allo sportello pubblico, preparandosi il discorso.
    La figura arrivò, si sedette, rivolse uno sguardo vacuo al Boggart e si espresse.

    "Dicaaaahhhh"
    Il molliccio la guardò, attraverso il vetro dello sportello. Da qualsiasi lato la guardasse, quella non era una donna. Eppure, era vestita da donna. -una donna priva di gusto-
    Un soprabito rosa pastello, una collana di perle e una maglia di lana a collo alto.
    Il volto dall'espressione assente era ravvivato da un grosso porro marrone sul lato della bocca. I capelli orribilmente tinti di rosso.

    Tuktuk ebbe un brivido prima di parlare.
    "Si, guardi... sono qui per entrare negli Avviatori." commentò, preso da quella "visione".
    La donna gli restituì lo stesso sguardo vacuo, emettendo un sommesso borbottio da un punto indefinito del proprio corpo.
    "Gli Avviatori dice?"
    Il Boggart, pieno di aspettativa, annuì.
    "Un attimo e shonoshubitodalei. commento la receptionist, alzandosi e ritirandosi nell'altra stanza.
    Con la propria vista, Tuktuk ne seguì l'anima. La donna (?) era ferma immobile sull'uscio dell'altra stanza.
    Perfettamente immobile.
    A fissare, probabilmente, il vuoto.

    E ci rimase per una decina di minuti.
    La Masticora prese a ringhiare.
    Tuktuk aveva un espressione tipo quella di pyt.

    La tipa tornò. Stessa espressione vacua.
    "Dicaaaaaaaaah"

    Una qualche forza misteriosa impedì al cavalcaspirito di saltarle ala gola.
    ""Sono qui per unirmi... agli Avviatori... nella squadra blu...."
    Di nuovo dalla donna si alzò il brobottio sommesso di poco prima.
    "Quell'animale non può stare qui." commentò questa volta, accennando alla Masticora col naso abduco.
    Lo spirito, chiamato in causa, alzò lo sguardo, snudando le tre file di denti.
    "No guardi, non è un è un animale da compagnia...sono sicuro che possa rest..."
    La donna prese un adesivo dalla scrivania, lo staccò dal supporto e lo incollò al vetro.
    Una Masticora stilizzata -con tanto di tre bocche e coda uncinata- stava sotto un segnale di divieto, con tanto di "io non posso entrare".

    "Oh."
    Il borbottio aumentò d'intensità.
    Tuktuk guardò la propria compagna con una nota disperata, questa comprese, si alzò e scivolò nella stanza adiacente.

    "Nella squadra blu dice?" domandò nuovamente, petulante, la receptionist.
    Tuktuk annuì con la testa.
    "Un attimo e shonoshubitodalei.
    Tuktuk si aspettò che la donna (???) tornasse nuovamente nell'altra stanza, a fissare le pareti. Invece non si mosse di un millimetro.
    Stette li.
    A fissarlo.

    "Mi scusi?"
    "Dicaaaaaaaaaaaaaaaaaaaah"
    "Oh al diavolo." il Boggart scavalcò lo sportello, spinse via la donna -che non fece una piega, semplicemente scivolò sul pavimento con tutta la sedia borbottando- e prese a frugare fra le carte nella scrivania. Una di queste recava un indirizzo e un nome.
    Non gli fregava niente e se anche solo l'indirizzo della pizza d'asporto.
    Prese e uscì.
    Mentre sbatteva la porta, udì un eco in lontananza.
    "Dicaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaahhhhhhhhhhhh"


    Città Alta


    Dopo ore di girovaghismo, finalmente il Cavalcaspirito e la propria Maticora raggiunsero l'indirizzo indicato dalla scheda trafugata. Indubbiamente, doveva abitarci un membro dei Liberi Aeris Milites... un certo Khatep.
    "Bhe, amica mia... come dissero quelli dell' Enola Gay, O la va, o la spacca!" e bussò.


     
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    Inventario.

    Si era finalmente deciso a fare l’inventario completo di tutte le pozioni, macchinari, strumenti e ingredienti che erano andati miseramente distrutti dal suo ritorno su Endlos -poiché era passato ormai un mese e non l’aveva ancora fatto, impegnato com’era- e siccome aveva una giornata libera senza nulla da fare, si era deciso una volta per tutte a soddisfare quella fastidiosa incombenza.
    Non che avesse fretta, i suoi studi teoretici avevano la precedenza e in ogni caso i laboratori alchemici della gilda erano sempre più che riforniti ma purtroppo c’era una parte della scienza che andava un filino oltre la moralità consentita normalmente ai Liberi Aeris Milites, ricerche su cui era assai meglio nessuno di loro sapesse nulla, conoscenze che era opportuno non chiedersi come fossero state ottenute.
    La popolazione di animali randagi, nell’ultimo mese, era curiosamente aumentata ma fortunatamente nessuno se ne chiese il motivo.
    Sarebbe tornata a diminuire presto.


    Sali di potassio.
    Polvere di ferro.
    Sangue di drago.
    Linfa di Cetrone, direttamente da Fanedell questa volta.
    Ah ma certo, funghi dalle grotte di Merovish.
    Veleno di Fangorn e direi che c’è tutto.


    La lista delle cose da acquistare era ormai conclusa, anche se più che una lista era un piccolo volume di quindici pagine di pergamena rilegate in cuoio e tutte incise dalla sua leggera e precisa grafia svolazzante.
    Effettivamente doveva ricomprare un bel po’ di cose, oltre a tutti gli strumenti distrutti erano andati a male anche tutti i reagenti.
    Gli sarebbe costata una fortuna, curiosamente sebbene i costi fossero alti poteva agilmente permettersi tale spesa, il piccolo commercio di materiali alchemici pregiati ha sempre fruttato molto bene, anche se ora aveva dovuto smettere a causa della concorrenza del Sodalizio aveva accumulato una buon capitale.
    Scese al piano di sotto, controllando un’ultima volta il piccolo volume e continuando a scorrere una pagina dopo l’altra sentì bussare alla propria porta.

    Perché c’era sempre qualcuno pronto a dargli fastidio mentre stava facendo qualcosa?
    Senza curarsi troppo di quell’interruzione, deciso a ignorare stoicamente chiunque ci fosse stato al suo uscio e tirare dritto verso il negozio dell’alchimista ma quando aprì la porta dovette immediatamente ricredersi, non tanto perché ciò che vide lo impressionò quanto per il fatto che non poteva fisicamente passare.
    La masticora bloccava il passaggio.

    Se avesse avuto i polmoni avrebbe sbuffato.
    Con uno scatto chiuse il volumetto che aveva di fronte agli occhi, rimettendolo in borsa, pronto per affrontare questa nuova seccatura (il fatto che una masticora stesse nel bel mezzo di Laputa non lo preoccupava minimamente) guardandosi intorno per cercare chi aveva bussato alla sua porta, convinto che la bestia non fosse stata.
    Solo quando rivolse lo sguardo verso il basso notò quel piccolo esserino bluastro che dalla faccia sembrava quasi aver incontrato la segretaria dei LAM, un essere ripugnante e microcefalo incapace persino di indicare dove fossero i bagni.
    Sebbene quell’interruzione lo stesse solamente scocciando, la sua innata curiosità ebbe istantaneamente il sopravvento, in fondo non capita tutti i giorni che un Boggart con in testa un Edro spezzato e che se va in giro con una grossa Masticora bussi alla tua porta, ben pensandoci probabilmente la maggior parte delle persone sarebbe fuggita terrorizzata.
    Quell’ultima considerazione lo fece ridacchiare non poco.

    Non sapevo ci fossero dei Boggart, qui su Endlos, ne tantomeno Masticore.
    Perché sei venuto a bussare alla mia porta?
    Non può essere un caso, questa è l’unica abitazione civile di tutta la zona quindi vuoi qualcosa da me, parla.


    Gentile e comprensivo come sempre, il Sommo si era persino concentrato per cercare di non offendere involontariamente quel membro di una razza notoriamente ritardata e sottosviluppata, tanto stupida da causare terremoti nei cunicoli in cui vive a causa dei propri balli sfrenati durante delle feste poste in giorni casuali.
    Quella razza era…non c’era nemmeno un aggettivo adeguato per parlarne, a parte “irrecuperabile” non gli veniva in mente nulla, tuttavia le loro credenze sull’origine dell’universo, per quanto completamente errate, erano piuttosto divertenti da leggere.
     
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  3. TukTuk
     
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    Passò qualche istante, e nessuno arrivò ad aprire. Il Boggart sospirò, convinto che quella giornata non avrebbe MAI avuto fine. Era ancora traumatizzato dall'incontro precedente, nel suo piccolo cervello di molliccio echeggiavano ancora quelle oscure, maledette parole, che si trasformavano nella sua immaginazione in una cupa e diabolica risata..

    "Diiiiiiicaaaaaaaahahahah



    Rabbrividiamo, fratelli e sorelle.

    Se nessuno fosse accorso a quella porta, sarebbe dovuto tornare la, al cospetto di quella creatura malefica.

    Grazie ai Cunicoli, la porta si aprì.
    La Masticora drizzò la testa azzurra mantata d'oro, squadrando il lich da capo a piedi. Era abituata alla vista d creature molto particolari (tra cui, i Boggart), eppure quell'essere era fra i più stravaganti che avesse incontrato, senza che tentasse di saltarle alla gola. E viceversa.

    Il Boggart invece continuò a fissare con i propri occhi ciechi il punto ove prima vi era una porta.
    Si accorse del lich solo quando questi si pronunciò.
    Il Molliccio si tirò in piedi, aggrottando le sopracciglia.

    A differenza della Masticora, lui non riusciva a vedere quella presenza.
    Sulle prime pensò ad uno spirito, o a qualche creatura senz'anima. Pareva andasse di moda, in quel luogo, non avere un anima o averla in qualche modo strano.
    La Masticora sembrava vederlo perfettamente, tanto che gli riservò un verso interrogativo con la terza bocca.

    Preso alla sprovvista da quell'aggravarsi della sua cecità, Tuk si scordò il 90% dei discorsi che si era preparato.
    Restava solo "scusi posso usare il suo bagno", "lei conosce Gegiù?" e "non lanciare oggetti dal finestrino".

    :run:



    Senza sapere neppure bene come, riprese il controllo, focalizzandosi davanti a se (supponendo che l'uomo fosse li).

    " E io non sapevo esistessero creature in grado di riconoscere un Boggart, men che meno che sapessero cosa fosse uno Spirito dei Cunicoli." commentò, abbozzando un sorriso. Cercò di concentrarsi, usando l'anima della Masticora come "faro" per distinguere i lineamenti dell'uomo, nello stesso modo con cui riusciva a distinguere l'ambiente circostante.
    Così facendo intravide un bagliore sfuocato, come la luce di un anima molto, molto lontana.
    Si rivolse pertanto a quel bagliore.

    "Ho intenzione di entrare nella squadra Blu dei
    Liber Aeris Milites... mi hanno detto all'Albero Casa di rivolgermi a lei, o dotta creatura.
    "
    chinando teatralmente il capo, facendo ondeggiare pericolosamente la piramide posta sul capo.




    eeeeeeeeee scusa il ritardo. :win:
     
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    Boggart.

    Quel piccolo esserino lo divertiva assai, pur avendolo appena incontrato, un po’ perché era piccolo e bli (cosa già di per se piuttosto buffa) ma anche e soprattutto perché se ne stava a cavalcioni di una bestia capace di massacrare una mezza dozzina di uomini adulti senza nemmeno stancarsi e la trattava come fosse il suo “gattino coccoloso”.
    Un micio così grosso che ci si sarebbe potuti issare in piedi sul suo dorso, come infatti il piccolo essere fece per risultare più alto e arrivare più o meno all’altezza del Lich.
    Sulle prime sembrava non vederci molto bene, curioso.

    E io non sapevo esistessero creature in grado di riconoscere un Boggart, men che meno che sapessero cosa fosse uno Spirito dei Cunicoli.
    Ho intenzione di entrare nella squadra Blu dei
    Liber Aeris Milites... mi hanno detto all'Albero Casa di rivolgermi a lei, o dotta creatura.


    Interessante, quel piccolo mostriciattolo voleva entrare nella squadra Blu, di cui lo stesso Khatep faceva parte e voleva fosse lui a reclutarlo; il Sommo non potè esimersi dal domandarsi come mai fosse venuto da lui e fosse andato, ad esempio, da Feng Yang Leng, con la stucchevole aura di patetica bontà e la sua innata stupidità sarebbe stato felice come un ragazzino di sbrigare quella nuova e noiosa pratica.
    Beh, doveva almeno riconoscere che il Boggart conosceva la deferenza, il che era un bene per lui (soprattutto con Khatep, che si faceva addolcire non poco), ma non poteva essere assunto così su due piedi e prima doveva essere quanto meno testato nelle intenzioni.
    Beh infondo non capitava tutti i giorni di poter avere una discussione informale con un parente stretto dei goblin quindi tanto valeva assecondarlo e non rispedirlo all’edificio centrale dei LAM, però era curioso di sapere com’egli era arrivato fino a lui.

    Sarebbe gradito presentarsi quando si incontra qualcuno che dovrà decidere del proprio futuro all’interno di un organizzazione come i LAM, dato che non è per nulla scontato che io ti conferisca il privilegio di entrare.
    Tuttavia soprassederò la questione, ho letto qualcosa sulla società del tuo popolo e…manca di etichetta quindi comprendo la tua difficoltà, per questa volta.

    Ora entra, vorrei scambiare qualche parola con te per constatare se dovrei o meno prendere dalla scrivania i documenti relativi all’arruolamento di nuovi membri.
    Ah, quanto alla tua bestia, può entrare e stare nell’atrio ma se si imbizzarrisce e inizia a distruggere qualcosa non ne rimarrà nemmeno la cenere, spero di essere stato chiaro.


    Tanto avrebbe comunque dovuto chiamare i carpentieri per riparare questo e quello, era passato molto tempo e la casa, per quanto robusta, aveva bisogno di essere riparata, non sarebbe crollata ma era meglio abbellirla un po’, lui era un Sommo Sacerdote, dopo tutto.
    Voltandosi verso l’interno fece strada al piccolo essere e indicò con la mano uno dei divani presenti nel soggiorno.

    Mentre ti siedi e mi dici il tuo nome, perché non cominci con lo spiegarmi davvero come sei arrivato alla mia porta?
    Ai LAM sanno benissimo come sono, non mandano mai nessuno da me, tanto più che se ti hanno mandato qui vuol dire che sei passato dalla segreteria centrale e quindi avrebbero potuto mandarti dal comandante blu, che tanto non ha nulla da fare tutto il giorno.
    Io, in ogni caso, sono Khatep.
    Gradisci del the caldo mentre parliamo?


    Non lo faceva certo per affabilità, non gli sarebbe interessato minimamente se il boggart fosse anche morto di sete in quel preciso istante ma sapeva bene che parlare con qualcosa di caldo in mano contribuiva a creare un ambiente più “familiare” e quindi a far abbassare leggermente le difese inconsce dei soggetti con cui parlava.
    Senza saperlo il piccolo bluastro avrebbe rivelato più di quanto non avesse voluto.

    TU SCUSA PER IL RITARDO T.T
     
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  5. TukTuk
     
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    Per quanto si sforzasse, Tukarian non riusciva a focalizzare decentemente quell'anima sfuggente. Ne fu sorpreso, ma solo parzialmente. Sembrava che su in superficie, almeno una persona su tre avessero dei problemi all'anima. E questo non era riservato solo ai bipedi, ma anche a certi rossicci di sua conoscenza. Ma sorvoliamo.

    Il Boggart si passò discretamente la mano artigliata lungo il collo della tunica di pelli che indossava.
    No, l'Avviatore aveva ragione. Niente etichetta... rischiava anche di sbagliare lavaggio. Chissà, forse avrebbe potuto lasciare l proprie vesti a quel bipede, che sembrava averne anche tanta.

    Il molliccio venne invitato ad entrare, il vero colloquio stava per cominciare.
    L'invito venne esteso anche alla Masticora.

    Ah, quanto alla tua bestia, può entrare e stare nell’atrio ma se si imbizzarrisce e inizia a distruggere qualcosa non ne rimarrà nemmeno la cenere, spero di essere stato chiaro.



    Il felino celeste, che già una volta quel giorno era stato messo da parte, ringhiò con la prima fauce e guaì con la seconda.
    "Chiarissimo." commentò con la terza, alzandosi da dove si era accucciata e seguendo il due.
    Il trio si sistemò in quello che presumibilmente era un salotto -difficile dirlo, Tukarian era cieco come una talpa a certe cose-
    Il Boggart prese posto dove gli veniva indicato: il divano era pensato per un bipede normale, e il piccolo Boggart poté sedervi a gambe incrociare, come era consono alla sua carica, chiudendo gli inutili occhi opachi e facendo dondolare appena la grossa piramide che le faceva da copricapo.
    La Masticora si accucciò ai suoi piedi, appoggiando la pesante testa sulle zampe anteriori e mettendosi placidamente a sonnecchiare.

    "Venni battezzato col nome di Tukariatartuk Dai Cunicoli SemiSepolti da una Septa Zitella, seconda per diritto di nascita al titolo di Matrona, oltre ottecento anni fa. Appartengo all'ordine religioso dei Cavalcaspirito, i Ciechi dei Cunicoli.
    Quella ai miei piedi è la Masticora del Leone celeste dalle mille e mille Fauci, la Sbranatrice dei Cunicoli, Divoratrice di Stelle.
    "
    Un mormorio di sommessa approvazione si levò dal gattone azzurro.
    C'è una ragione se i Boggart sono restii a presentarsi: si prendono la mano e non si fermano per una buona mezzora in titoli e onorificenze. Un popolo orgoglioso, che però spesso sbaglia i lavaggi in lavatrice.

    "In quanto al motivo della mia presenza qui..." il pensiero tornò a quella donna (??) alla reception dell'Albero Casa "... ecco diciamo che ci sono stati dei disguidi alla reception. Si. Disguidi. e in mancanza di indicazioni... ecco ho preso il primo nominativo che ho trovato." l'espressione del Boggart era contrita, gli angoli della bocca pericolosamente inclinati verso il suolo, le orecchie lunghe a penzoloni, gli occhi, sempre chiusi, congelati in una espressione afflitta.
    "Dicaaaaaahhh"
    Mai avrebbe più dormito senza incubi.



    sono stato in ospedale, ormai penso di averlo detto ovunque XD scusa comunque il megaritardo. :win:
     
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    Cominciò a prepararlo mentre il boggart si accomodava sul suo divano e la sua enorme masticora faceva altrettanto, dalla terza bocca uscì una voce che con voce piuttosto inconsueta si dichiarò d’accordo con il patto appena proposto dall’Antico.
    Questo era interessante, che quelle strane bestie mistiche potessero persino parlare gli era decisamente nuovo, il suo piccolo ospite probabilmente non poteva saperlo ma indubbiamente aveva appena guadagnato svariati punti e fatto parecchia strada verso il suo traguardo.

    Intanto che faceva il the, Khatep ascoltava attentamente tutto ciò che il suo piccolo ospite aveva da dire.

    Venni battezzato col nome di Tukariatartuk Dai Cunicoli SemiSepolti da una Septa Zitella, seconda per diritto di nascita al titolo di Matrona, oltre ottecento anni fa. Appartengo all'ordine religioso dei Cavalcaspirito, i Ciechi dei Cunicoli.
    Quella ai miei piedi è la Masticora del Leone celeste dalle mille e mille Fauci, la Sbranatrice dei Cunicoli, Divoratrice di Stelle.
    In quanto al motivo della mia presenza qui… ecco diciamo che ci sono stati dei disguidi alla reception. Si. Disguidi. e in mancanza di indicazioni... ecco ho preso il primo nominativo che ho trovato.


    Era momentaneamente indeciso tra il sedersi o il rimanere in piedi aspettando che l’acqua per il the bollisse, normalmente si sarebbe seduto per evitare di avere un aria imponente rispetto al proprio interlocutore, voleva farlo sentire a proprio agio e spingerlo ad aprirsi, non certo incutere timore ma ripensando al fatto che Tukariatartuk era completamente cieco quella era forse una premura inutile.
    Alzarsi dopo pochi minuti gli sarebbe pesato tantissimo, quindi rimase semplicemente dov’era, appoggiandosi al proprio bastone con calma e tranquillità.

    Passò qualche secondo di silenzio, intanto che il Sommo riordinava le idee nei confronti del bluastro, quando infine parlò nuovamente.

    Hai preso il primo nominativo che hai trovato?
    Devo dedurre che hai afferrato un mucchio di carte e casualmente il mio indirizzo era tra queste?
    Ai Liberi Aeris Milites non piacciono i ladri…ma tralasciamo la questione per il momento, magari me lo spiegherai meglio successivamente.
    Dimmi piuttosto, perché desideri aggregarti alla nostra gloriosa organizzazione?


    Un leggero fischio indicò che l’acqua stava bollendo, con movimenti rapidi l’Antico afferrò la teiera inserendovi tre bustine di the (ce n’era per due tazze) e la posò di fronte al boggart assieme a una tazza pulita, era anche curioso di vedere come se la sarebbe cavata nel versarsi la bevanda bollente, cieco com’era.
    Non voleva pesi morti nella sua organizzazione.

    Prego, ecco il the.



    SCUSASCUSASCUSASCUSASCUSA mi ero completamente dimenticato ç_______ç
     
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  7. TukTuk
     
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    Il buon Bluastro liquidò con un alzata di spalle e un gesto spensierato le parole del saggio suo ospite, come se la faccenda del “furto” fosse di scarsa importanza. I Boggart avevano una diversa concezione della proprietà privata, ma mentre la stragrande maggioranza degli abitanti dei Cunicoli sfruttava quella loro “diversa concezione” per depredare la superficie, i Cavalcaspirito si esercitavano al distacco al senso di possessione.
    Tukarian tuttavia si dovette in ogni caso scusare, non era più nel Sottosuolo dei suoi antenati mangiatori di torte, lo sapeva bene, e doveva sottostare alle regole della civiltà della superficie.
    Me ne scuso, ma piuttosto che affidarmi alla segretaria trovatami davanti, ho preferito mettere la mia vita nelle mani del caso e della provvidenza. cosa che, probabilmente, avrebbe fatto chiunque in quella situazione.

    Povero Boggart.

    L’espressione cieca del molliccio tuttavia si fece più seria alla seconda domanda, come se, per lui, il colloquio vero e proprio, cominciasse solo allora.
    Per la media dei mollicci, Tuktuk era forse un ottimo oratore, ma sapeva di non poter reggere il confronto con i bipedi di superficie, pertanto si schiarì la gola, prima di cominciare.
    Preferì non farlo con un rutto, come invece le sue usanze volevano.

    Io sono un Cavalcaspirito. Ho combattuto per il mio popolo in una guerra lunga e sanguinosa. Ho perso fin troppi amici, in quell’occasione… e ora che la guerra è finita, il destino mi ha nuovamente messo alla prova.

    Il bluastro si mise a gambe incrociate sul divano, prima di cominciare a levitare a qualche centimetro da esso e, in seguito, galleggiare verso il tè che gli veniva offerto. Comodamente sdraiato nel nulla sopra le due stoviglie, le ormai abituate dita del molliccio scandagliarono la superficie della tazzina vuota, indagando per attimi invece sulla teiera bollente. I due oggetti inanimati non possedevano anima, ma erano comunque distinguibili dal riflesso delle anime dei presenti, che agivano come dei sonar.
    Tuttavia, questa “vista” non era esattamente come vedere ad occhio nudo, e certe operazioni erano da effettuare a tatto.

    Una volta accertatosi dello stato delle due stoviglie, il Boggart afferrò con mano callosa la teiera e versò con sicurezza fino a riempire la propria tazza.

    La ringrazio, dotta creatura. La mia gola cominciava ad essere arsa come solo le sabbie di madre Yuzrab possono essere. commentò, mentre si riportava ritto, ora galleggiando nuovamente verso il sedile, portandosi nel mentre alle labbra la tazzina.
    L’operazione impeccabile venne rovinata dall’imprecazione in lingua molliccia (imprecazione che prendeva dentro diverse divinità). Quel the era DAVVERO caldo.

    Gli spiriti, dicevo, mi hanno nuovamente messo alla prova. Come molti del mio ordine, sono stato contattato da uno degli spiriti dei cunicoli… un grande onore, ma anche un grande onere. Il compito che la masticora mi aveva affidato era ed è quello di comprendere l’equilibrio del mondo di superficie… e preservarlo, con tutte le mie forze.
    Ma masticora, che sdraiata ai piedi del divano pareva quasi addormentata, aprì uno dei due occhi ferini, annusando l’aria, come se avesse capito di essere chiamata in causa.

    Non ho l’ardire dell’orso, nell’affermare di aver compreso quale sia l’equilibrio di questo mondo… ma se c’è una cosa che ho capito, viaggiando in questi mesi, è che se un equilibrio c’è, questo può essere protetto da poche colonne… una di queste non può che essere quest’organizzazione. nel dirlo, il Bluastro indicò con un ampio cenno l’intera stanza, anche se molto probabilmente, voleva indicare tutta Laputa, e quindi i Liberi Aeris Milites.

    Nei suoi viaggi aveva potuto documentarsi sul poderoso gruppo che stazionava su Laputa. Non solo l’intero presidio aveva stimolato la sua percezione spiritica, ma anche i pochi membri con cui aveva avuto a che fare gli avevano sempre dato l’impressione di essere quello che lui stava cercando.
    Ma, come disse il campeggiatore, intendiamoci… non crediate che io voglia sfruttare questo gruppo per i miei biechi fini. So bene che non sto chiedendo il pane ad un gruppo di carità. Per quanto siano limitati, metto al vostro servizio i miei poteri. Ottocento degli anni di superficie sono trascorsi dalla mia nascita, e so di non essere un giovane Boggart da combattimento… ma la mia compagna è possente, e il mio supporto in combattimento potrebbe rovesciare le sorti di una battaglia, se mi è concesso dirlo. Il petto del Boggart si gonfiò di orgoglio, pecca che anche il più saggio dei Boggart aveva.

    E poi diciamocelo, Tuktuk era un anziano. Gli anziani si gasano un sacco a tessersi le lodi da soli.




    Stiamo facendo a gara a chi ci mette di più a rispondere, ammettilo :yuppi:
    Visto che le sto usando, ti posto le passive del Boggart.

    Occhi di un Cavalcaspirito.
    I Cavalcaspirito Boggart sono fin dalla nascita completamente ciechi. Questa è l'unica caratteristica che permette di di riconoscerli fin dal primo giorno dalla nascita, in quanto un Boggart vedente non potrà mai sperare di diventare un Cavalcaspirito.

    Tuttavia, questo handicap viene ampiamente ricompensato con la facoltà di vedere le anime degli altri esseri viventi, che agiscono come impulsi sonar e riflettono il mondo attorno a loro.
    La visuale di un Cavalcaspiriti è molto diversa da quella di una creatura dotata di vista convenzionale.
    I colori, la forma delle cose, le tonalità di luce e oscurità avranno un significato completamente diverso per chi vede il mondo attraverso la propria anima.
    Oltre a questo, questa visuale offre diversi vantaggi, come un utile funzione auspex che permette di rilevare la presenza di un anima nel raggio di 30 metri.

    Trascendenza spirituale.
    I Boggart sono famosi per non conoscere la stragrande maggioranza delle fondamentali leggi della fisica.
    Molti di loro credono che il mondo sia un immenso cunicolo infinito, altri che sia semplicemente una torta.
    Altri ancora dicono che il mondo non esista, perchè la torta pigolava e se la sono mangiata.

    I Cavalcaspirito, invece, conoscono perfettamente le leggi che regolano il mondo materiale... semplicemente, scelgono di ignorarle.
    Come la stupida legge di gravità.

    Chi diavolo ha deciso che i corpi debbano stare attaccati a terra?
    Un bipede che giocava con delle mele? Giammai.
    Tuktuk non cammina da ormai 400 anni. Si limita a lievitare a qualche centimetro dal terreno, solitamente a gambe incrociate, fluttuando nell'aria.
    Non è un vero e proprio volo il suo, quanto un placido fluttuare nell'etere.

     
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    Eccellente.

    Osservò il piccolo boggart levitare sopra il divano mentre sciorinava quella che l’Antico supponeva essere la sua miglior parlantina, constatò con un minimo di ammirazione il suo galleggiare nell’aere e afferrare sicuro delle stoviglie per il the, sicuro che quello non fosse che una minima parte di ciò che egli era in grado di fare.
    Stava quasi per considerarlo un essere civilizzato quando questo portò alle labbra la tazza con il the, per poi scoppiare in quella che sembrava decisamente essere un’imprecazione piuttosto colorita che però Khatep non comprese poiché tra le sue quasi infinite conoscenze, purtroppo, la lingua dei piccoli boggart non figurava.
    Non ancora.

    Ma, come disse il campeggiatore, intendiamoci… non crediate che io voglia sfruttare questo gruppo per i miei biechi fini. So bene che non sto chiedendo il pane ad un gruppo di carità. Per quanto siano limitati, metto al vostro servizio i miei poteri. Ottocento degli anni di superficie sono trascorsi dalla mia nascita, e so di non essere un giovane Boggart da combattimento… ma la mia compagna è possente, e il mio supporto in combattimento potrebbe rovesciare le sorti di una battaglia, se mi è concesso dirlo.


    Proteggere gli equilibri del mondo, eh?
    Se fosse stato un individuo normale probabilmente avrebbe preso TukTuk per goblin che ha battuto troppo violentemente la testa contro un sasso, ma lui non era un essere come gli altri e sebbene a lui questa capacità mancasse, poteva quasi sentire che il boggart aveva una connessione particolare con il mondo spirituale quindi non era improbabile che uno di essi gli avesse affidato quella missione, agli spiriti in genere piace molto, l’equilibrio.
    Ah già, inoltre c’era quell’enorme masticora parcheggiata nel suo soggiorno, quella era decisamente una prova sufficiente.

    Molto bene, TukTuk, direi che potresti essere un valido elemento per la l’Ala Blu dei Liberi Aeris Milites.
    È la sezione di cui faccio parte anche io, abbiamo essenzialmente il compito di burocrati e compiti gestionali, per ora, sebbene possiamo fornire il nostro supporto in un eventuale battaglia grazie ai nostri poteri.
    Se dici di non essere un combattente, escluderei a priori gli altri tre ordini.


    In fondo perché non perorare la causa del piccolo essere bluastro?
    Sembrava davvero convinto nel voler entrare nella gilda, pareva avere davvero qualche potere nascosto e avrebbe avuto modo di studiare una masticora viva da vicino, lui non aveva nulla da perdere; senza parlare del fatto che ogni casino che avesse combinato sarebbe stato sotto la responsabilità di Yang, che se la sbrigasse lui.

    Alzò il palmo della mano e in essa comparve un globo di luce magica.

    Ovviamente, tuttavia, io non posso accettare all’interno della gilda qualcuno che non sia in grado quantomeno di difendersi, ne converrai, persino qualcuno con abilità dedite ad aiutare gli altri non può dipendere da coloro che sta aiutando per la propria protezione.


    Batté il bastone al suolo e dal globo di luce fuoriuscì un tentacolo di energia, rapido come il fulmine si sarebbe diretto contro il boggart con il chiaro intento di trapassarlo da parte a parte per renderlo un piccolo spiedino di goblin.
    Ovviamente non aveva realmente intenzione di colpirlo, il suo assalto magico si sarebbe arrestato non appena avesse incontrato una qualsiasi resistenza, era tutta scena, ma questo lo sapeva lui soltanto.

    Se TukTuk avesse deflesso il colpo, Khatep si sarebbe voltato senza dare alcuna spiegazione del gesto e sarebbe andato al piano di sopra a prendere i documenti relativi alle iscrizioni nell’Ala Blu dei Liberi Aeris Milites.

    A quanto pare sì O.o

    Mana: 100-10= 90%

    Signore della Luce
    "Somma perfezione della magia della luce, capace tanto di attaccare quanto di proteggere; indubbiamente l'incantesimo migliore di tutto l'Ordine dei Maghi del Sole..."
    I Maghi del Sole, l'altro ordine dedito al servizio della divinità solare ma che a differenza del culto funebre utilizza magie e incantesimi anzichè evocazioni, ha la capacità di poter convogliare l'enorme forza del Dio e disporne come più si preferisce della sua luce, muovendola, spostandola, liquefandola e addirittura solidificandola in Lucinferina, un elemento ambrato luminescente fatto di lucida solida tenuta assieme dalla magia, si dice che per questo privilegio il grande Dio si prenda parte dell'energia di chi ha richiesto i servigi del suo elemento.
    La verità però è questo è un semplice incantesimo che dona la capacità di manipolare a proprio completo piacimento e discrezione qualunque luce presente nella zona di effetto della magia stessa, tale luce potrà essere plasmata in qualsiasi modo, persino solidificata dalla mente abile del mago accorto, o esplodere in caso perda la concentrazione, a causa della violenta liberazione della luce dalla sua gabbia magica; solo i maghi più strani e innovativi trovano che questo effetto eplosivo possa avere qualche reale utilità in battaglia, con le dovute precauzioni.
    Consumo: variabile [medio]
    Effetto: Il Sommo Sacerdote ha la capacità di manipolare la luce, dissipandola, concentrandola e addirittura liquefandola e solidificandola per sfruttarla come più desidera, questo però è legato alla presenza di luce pur andando bene un qualunque tipo di luce (naturale, magica o artificiale) ed è indipendente dalla sua quantità poichè per incrementarne l'intensità si usa il potere insito nell'incantesimo, serve solo come "miccia" per far partire la magia.
    La gittata massima a cui può giungere questa luce sfruttata dal sommo varia in base al consumo utilizzato per la tecnica (basso 5 metri, medio 7, alto 10 e critico 15) e qualunque forma egli gli dia avrà un potere pari a quello del consumo utilizzato, purchè non sia una forma troppo grande.
     
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  9. TukTuk
     
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    Tukarian si riaccomodò, cercando di raffreddarsi la lingua ustionata come meglio poteva. Finché parlava, andava bene, ma come smetteva quel maledettissimo tè cominciava a scottare. Che il suo reclutatore lo avesse avvelenato?
    Il Bluastro ridacchiò, scuotendo il grosso testone.
    Invece che perdersi in pensieri folli, si concentrò su quello che l’Antico aveva da dirgli. Sorrise compiaciuto, felice di aver fatto una buona impressione. Non si stupì di essere chiamato Tuktuk. Non era la prima volta che i bipedi di superficie accorciavano così il suo nome, e non era la prima volta che il Boggart si stupiva di quanto corti fossero i loro.

    Annuì quando gli venne proposta la squadra Blu. Non era un soldato da prima linea, non lo era mai stato nemmeno negli anni di giovinezza. Il suo compito era quello di infondere il potere degli Spiriti negli altri, e quindi supportarli... sia nel campo di battaglia, sia nella vita di tutti i giorni. Quella carica gli sarebbe calzata come un guanto.

    Stava per rispondere che era onorato di tanta considerazione, quando Khatep riprese a parlare, spostando l'argomento su una faccenda più materiale.
    Apprezzò il fatto che il suo esaminatore volesse una prova dei suoi poteri. Apprezzò meno il fatto che per avere tale prova avrebbe tentato di staccargli la testa.
    Nel momento in cui l'orbe si staccò dalla mano del suo evocatore, Tukarian aprì, per la prima volta da quando quella conversazione era iniziata, gli occhi. Le iridi rese opache dalla cecità si tinsero di un grigio vivo, mentre numerose voci roche e angosciate montavano nella sua testa.

    Z5jrtBi
    Come una maledizione, i corpi di tre figure si sollevarono dal nulla, sorgendo al soccorso del Cavalcaspirito. Gli sguardi vuoti, svuotati di ogni emozione si confondevano sulla carnagione pallida, quasi grigia.7
    Gli spiriti richiamati da Tukarian si materializzarono davanti a se, frapponendosi fra lui e il colpo. La sfera di luce impattò con il corpo di uno degli spiriti, che rivolse uno sguardo vuoto verso Khatep, per poi scomparire assieme ai suoi compagni.

    Tuktuk richiuse nuovamente gli occhi.
    "Le anime dei Senzacolpa, le chiamo. Sono gli spiriti di chi è morto senza avere la padronanza del proprio destino, per colpa altrui. Non lasceranno che mi succeda niente di male, ne a me ne verso chi sarà mia premura proteggere." commentò, fissando il punto dal quale erano comparsi gli spiriti. Poi stese una mano verso la Masticora, e questa si acquattò ai suoi piedi, facendosi carezzare la criniera.
    " Vuole altre dimostrazioni? Dovrei essere in grado di estrarre un coniglio da qualche cilindro, se avesse la cortesia di prestarmene uno." scherzò il Boggart. Odiava dover richiamare quegli spettri per motivi tanto futili... ma cercò di non darlo a vedere.




    Incredibile ma vero, un post prima di un mese di attesa!
    Energia: 90%

    Occhi di un Cavalcaspirito.
    I Cavalcaspirito Boggart sono fin dalla nascita completamente ciechi. Questa è l'unica caratteristica che permettedi riconoscerli fin dal primo giorno di vita, in quanto un Boggart vedente non potrà mai sperare di diventare un Cavalcaspirito.

    Tuttavia, questo handicap viene ampiamente ricompensato con la facoltà di vedere le anime degli altri esseri viventi, che agiscono come impulsi sonar e riflettono il mondo attorno a loro.
    La visuale di un Cavalcaspiriti è molto diversa da quella di una creatura dotata di vista convenzionale.
    I colori, la forma delle cose, le tonalità di luce e oscurità avranno un significato completamente diverso per chi vede il mondo attraverso la propria anima.
    Oltre a questo, questa visuale offre diversi vantaggi, come un utile funzione auspex che permette di rilevare la presenza di un anima nel raggio di 30 metri.

    Trascendenza spirituale.
    I Boggart sono famosi per non conoscere la stragrande maggioranza delle fondamentali leggi della fisica.
    Molti di loro credono che il mondo sia un immenso cunicolo infinito, altri che sia semplicemente una torta.
    Altri ancora dicono che il mondo non esista, perchè la torta pigolava e se la sono mangiata.

    I Cavalcaspirito, invece, conoscono perfettamente le leggi che regolano il mondo materiale... semplicemente, scelgono di ignorarle.
    Come la stupida legge di gravità.

    Chi diavolo ha deciso che i corpi debbano stare attaccati a terra?
    Un bipede che giocava con delle mele? Giammai.
    Tuktuk non cammina da ormai 400 anni. Si limita a lievitare a qualche centimetro dal terreno, solitamente a gambe incrociate, fluttuando nell'aria.
    Non è un vero e proprio volo il suo, quanto un placido fluttuare nell'etere.

    Anime dei senzacolpa.
    Molti sono i pericoli che minacciano l'anima. Molti i pericoli, le tentazioni, le torte!
    "Quante insidie.
    Puoi dirlo forte.
    QUANTE INSIDIE!" [Cit.]
    A Tuktuk tuttavia piace giocare sul sicuro . Grazie alla padronanza del proprio spirito, egli è in grado di sfruttare le energie spirituali e arcaiche per generare una difesa composta dalle anime presenti in loco.
    Queste si ergeranno a difesa del Boggart o dei suoi alleati, bloccando qualsiasi offensiva possa venir loro arrecata. [Medio]
     
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    Meraviglioso.

    Il piccolo Tuktuk aveva completamente deflesso il suo colpo di luce, che non era nulla di speciale ma sicuramente più di quanto potesse ottenere un mago principiante, assolutamente senza alcuno sforzo.
    Per farlo il boggart aveva utilizzato i suoi strani poteri per convocare tre spiriti, tre anime, una delle quali gli rivolse uno sguardo vuoto mentre veniva colpita in pieno dal suo assalto luminescente.

    Le anime dei Senzacolpa, le chiamo. Sono gli spiriti di chi è morto senza avere la padronanza del proprio destino, per colpa altrui. Non lasceranno che mi succeda niente di male, ne a me ne verso chi sarà mia premura proteggere.
    Vuole altre dimostrazioni? Dovrei essere in grado di estrarre un coniglio da qualche cilindro, se avesse la cortesia di prestarmene uno.


    Sentì la voce del boggart ovattata dalla distanza, dato che appena aveva visto che quel piccoletto sapeva difendersi da se era andato a prendere i moduli per l’arruolamento, assieme a penna e calamaio per le firme necessarie, anche se pensava sinceramente che nessuno nell'intero universo meritasse davvero il titolo di "senzacolpa", non lo diede a vedere e tornò a focalizzarsi sul modulo.
    Le formalità in fondo andavano rispettate fino in fondo.

    Una volta che tornò tuttavia si rese conto improvvisamente di un lievissimo problema di base, Tuktuk era completamente cieco quindi non avrebbe potuto leggere e firmare il modulo d’arruolamento ma per fortuna gli venne in mente un’idea.

    Ben, capirai che dovevo pur testare in qualche modo le tue capacità di difenderti, come ho già detto sebbene i LAM siano un’organizzazione piuttosto libera, io non ho intenzione di ammettere alcun peso morto al suo interno, ne abbiamo già fin troppi.
    Comunque ho qui il modulo, data la tua condizione di cecità dubito che tu sia in grado di leggerlo anche se pare tu disponga della capacità di identificare gli oggetti in base a…non so ancora bene che cosa.
    Ora te lo leggerò.


    E così fece, ogni singola riga, parola o lettera del foglio venne letta con voce alta e chiara in modo che il boggart potesse comprenderne appieno il significato, non dimenticò alcune frasi ne tralasciò i pochi punti scomodi.
    Era convinto che, almeno dal punto di vista delle carte bollate, l’onestà fosse assolutamente d’obbligo, o meglio, che gli inganni si dovessero nascondere tra le parole ma, per fortuna di Tuktuk, in quel foglio non ve n’era neanche uno.
    Quando ebbe finito rivolse ancora la parola al suo interlocutore.

    Ora, vuoi tu, Tukariatartuk Dai Cunicoli SemiSepolti da una Septa Zitella, diventare un membro effettivo dei Liberi Aeris Milites, per la precisione un Aviatore Blu?


    In caso di risposta affermativa l’Antico avrebbe appoggiato il modulo davanti al boggart, intinto la penna nella china e guidato la sua mano nei punti in cui avrebbe dovuto firmare per rendere valido il reclutamento.
    Se invece Tuktuk avesse detto di no all’ultimo, avrebbe atteso dicesse qualcos’altro.

    Risposta lampo, sono shockato quanto te D:
     
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  11. TukTuk
     
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    Il Boggart ascoltò con innata attenzione le parole del lich, cercando di non lasciarsi sfggire alcun dettaglio del contratto che gli veniva chiesto di firmare. Come la strana e intelligente creatura aveva intuito, Tukarian poteva leggere solo quelle lettere che erano scolpite nella roccia, o in rilievo. Che avessero uno spessore, degli angoli, qualcosa su cui la luce delle Anime potesse gettare chiarezza nel buio della sua vista. Ma la parola scritta con inchiostro sulla carta di pergamena non significava nulla per lui, era come un foglio bianco.

    Doveva ammetterlo, Kathep si era dimostrato una delle persone più scaltre con cui aveva avuto a che fare nella sua lunga vita, sia nei cunicoli (non ce ve ne fosse bisogno, li l'intelligenza media sfiorava quella di un tostapane) sia all'esterno. In pochi riuscivano a comprendere in così breve tempo quale fossero i limiti della vista di un Cavacaspirito: i più si limitavano ad un "ah, ok" quando capivano che potevano essere visti e la cosa finiva li.
    Il Bluastro sorrise mesto: i dubbi che aveva avuto sull'organizzazione erano svaniti del tutto grazie a quella strana creatura che stava ora leggendo il lungo contratto.

    Arrivò poi il momento della verità. Avrebbe firmato o no?
    Tukarian diede un rapido sguardo alla propria compagna, ma questa lo osservò inespressiva, dall'antro che aveva occupato con la sua grossa stazza. La decisione doveva essere sua e solo sua.
    Prese con decisione la penna e, secondo le indicazioni della creatura, firmò uno scarabocchio che comprendeva parte del suo nome, un piccolo schizzo dei suoi Cunicoli e la rappresentazione della piramide che aveva in testa, suo simbolo di riconoscimento. Anche se non sapeva leggere, il Boggart sapeva certo firmare. La prima cosa che veniva insegnata ai cuccioli mollicci era saper firmare un contratto, che in quella strana forma voleva essere vincolante.
    "Che la nostra collaborazione sia prospera e soddisfacente." concluse il Bluastro, sorridendo e sigillando così il contratto.

    In seguito, tese la mano verso il suo reclutatore, in segno di rispetto. Il Boggart Dei Cunicoli Semisepolti aveva finalmente messo radici ad Endlos.



    Energia: 90%

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    I Cavalcaspirito Boggart sono fin dalla nascita completamente ciechi. Questa è l'unica caratteristica che permettedi riconoscerli fin dal primo giorno di vita, in quanto un Boggart vedente non potrà mai sperare di diventare un Cavalcaspirito.

    Tuttavia, questo handicap viene ampiamente ricompensato con la facoltà di vedere le anime degli altri esseri viventi, che agiscono come impulsi sonar e riflettono il mondo attorno a loro.
    La visuale di un Cavalcaspiriti è molto diversa da quella di una creatura dotata di vista convenzionale.
    I colori, la forma delle cose, le tonalità di luce e oscurità avranno un significato completamente diverso per chi vede il mondo attraverso la propria anima.
    Oltre a questo, questa visuale offre diversi vantaggi, come un utile funzione auspex che permette di rilevare la presenza di un anima nel raggio di 30 metri.

    Trascendenza spirituale.
    I Boggart sono famosi per non conoscere la stragrande maggioranza delle fondamentali leggi della fisica.
    Molti di loro credono che il mondo sia un immenso cunicolo infinito, altri che sia semplicemente una torta.
    Altri ancora dicono che il mondo non esista, perchè la torta pigolava e se la sono mangiata.

    I Cavalcaspirito, invece, conoscono perfettamente le leggi che regolano il mondo materiale... semplicemente, scelgono di ignorarle.
    Come la stupida legge di gravità.

    Chi diavolo ha deciso che i corpi debbano stare attaccati a terra?
    Un bipede che giocava con delle mele? Giammai.
    Tuktuk non cammina da ormai 400 anni. Si limita a lievitare a qualche centimetro dal terreno, solitamente a gambe incrociate, fluttuando nell'aria.
    Non è un vero e proprio volo il suo, quanto un placido fluttuare nell'etere.
     
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    Firma.

    Ora il piccolo boggart che aveva di fronte era, a tutti gli effetti, un membro della squadra Blu dei Liberi Aeris Milites.
    Probabilmente avrebbe dovuto portarlo fino all’Albero Casa, fargli passare indenne l’orribile segretaria e fargli fare tutto il classico giro turistico che veniva fatto fare la prima volta, ma la cosa gli scocciava terribilmente, tanto più che non si era affatto dimenticato di avere delle compere da fare.
    I suoi magazzini alchemici non si sarebbero certo riempiti da soli e non voleva rimandare ulteriormente.

    Che la nostra collaborazione sia prospera e soddisfacente.


    Il molliccio gli porse la mano, probabilmente a volergliela stringere in segno di rispetto o per suggellare definitivamente il patto.
    L’Antico rimase un istante interdetto di fronte alla cordialità del suo piccolo ospite, sapeva che la sua razza era considerata tra le più barbare e disgustose del mondo ma forse i libri si sbagliavano, a parte l’imprecazione di prima Tuktuk gli sembrava piuttosto educato…e pulito.
    Gli strinse la mano, per poi guidarlo fuori della propria casa, assieme alla sua gigantesca Masticora.
    Non perse però occasione di malignare un poco sul suo nuovo compagno di gilda, poiché dopotutto nonostante le sue buone qualità lo aveva interrotto mentre stava per uscire.

    Ora devi solo portare quel foglio all’Albero Casa e consegnarlo alla segretaria.
    Buon divertimento.


    Detto questo si allontanò per le vie della città alta con il suo elenco in mano, anche se ricordava esattamente cosa doveva acquistare, era giusto una precauzione.
    Intanto, dentro di se, rideva del povero boggart.

    Bene, direi che se vuoi puoi fare tu un ultimo post e poi buttiamo tutto in valutazione :3
     
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  13. TukTuk
     
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    La firma era stata fatta, il contratto così suggellato legava il destino del Bluastro a quello dei Liberi Aeris Milites. Il Boggart sorrise, levitando a qualche centimetro dal pavimento dell'abitazione, pensando a quali conseguenze potessero scaturire da quel piccolo getto di inchiostro recante il proprio nome.
    Pensava seriamente quanto detto al Lich. Se c'era un equilibrio, in quel pazzo mondo, questo era sorretto anche grazie a quella strana fazione laputense.

    La Masticora si alzò dalla sua posizione, osservando con rinnovato interesse la creatura che li aveva accolti. In parte condivideva i pensieri del proprio compagno di vita, in parte nutriva dei dubbi sulla sua decisione. Eppure, lo aveva scelto proprio per questa sua capacità di prendere decisioni imprevedibili, e non aveva intenzione di cambiare opinione proprio in quel momento.

    Il tempo forse avrebbe dato ragione ad entrambi.
    Tukarian strette con entusiasmo la mano del proprio reclutatore. Era eccitato da quella nuova via che aveva scelto di intraprendere. Non vedeva l'ora di cominciare.

    "Ora devi solo portare quel foglio all’Albero Casa e consegnarlo alla segretaria.
    Buon divertimento."



    L'espressione del Boggart virò da blu acceso al azzurro smorto, perfino la piramide parve afflosciarsi.
    "Ah." commentò, prendendo il documento che gli veniva porso.

    La Masticora rise di gusto.




    E abbiamo concluso! Grazie per la role e sopratutto per la pazienza X)
     
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12 replies since 15/7/2012, 19:00   215 views
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