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    Viaggiatore dei Mondi

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    Subito, il muto prese posto al tavolo come gli era stato chiesto, e -dopo aver sorbito un altro sorso del suo infuso-, la ragazza rispose alla sua domanda senza voce con un sorriso e un leggero cenno di assenso del capo: sì, le piaceva il thè amaro, e la divertiva la sensazione che le dava, rendendole la lingua ruvida come quella di un gatto.

    «Sono curioso, Sasha: hai l'aria di una che cela il proprio passato tanto quanto noi, di una che viaggia al pari di noi, di una ch'è stata strappata alla sua vita precedente esattamente come noi. Perciò dicci: siamo tutte orecchie!»

    La saccente irritazione che trasudava dalla voce dell’altro fratello si guadagnò a malapena un’occhiata di sufficienza da parte degli occhi di ghiaccio dell’albina; poi, contrariamente alla reciproca antipatia che stava instaurandosi tra loro -o, forse, proprio a dispetto di quella- lei si limitò a sorridergli di rimando in maniera semplicemente amabile, prima di tornare a ignorarlo, rivolgendosi a Min.

    « Non so quanto e se vi hanno spiegato di Endlos, ma -per comodità- partirò dall'inizio: per definizione, Endlos viene sempre definito un "semipiano" più che un mondo vero e proprio... »
    cominciò a narrare con fare calmo e accomodante per il suo preferito
    « ...questo perché la sua ubicazione al centro del Maelstorm -la grande tempesta che rapisce cose, persone e intere porzioni di realtà parallele e alternative per scaraventarle qui e viceversa- ne trasfigura costantemente il volto, impedendogli di raggiungere un assetto definitivo. »

    Cercando di trarre un filo logico dall'intricata massa di informazioni in suo possesso, Sasha fece una pausa per trarre un altro sorso di thé dalla sua tazza e per permettere al muto -di sicuro il fratello intelligente del duo- di metabolizzare le nozioni appena snocciolate; dopo aver assaporato la sua bevanda, riprese.

    « Tuttavia, per ridurre gli ovvi disagi che un mondo in continua trasformazione -"Riscrittura" è il nome del fenomeno- può causare a chi vi abita, Endlos ha trovato un sistema per mantenersi stabile... ed è nient'altro che la forte volontà di alcuni individui. »
    di nuovo, ristette in silenzio per trovare le parole adatte
    « Non è importante che si tratti di qualcuno nato su questo semipiano o rapito da un altro mondo: la loro presenza, volontà e personalità emette un segnale tale da contrastare i capricci del Maelstrom e rendere stabile questo colossale lavoro di patchwork dimensionale.

    Questo "ripetitori" sono estremamente rari, e in virtù del potere che detengono viene loro conferito l'onere e l'onore di governare una zona del semipiano: per questa ragione di comodo, Endlos è suddiviso in sei grandi aree geografiche chiamate Presidi, ciascuno retto da uno di questi individui che prende il titolo di "Alfiere", e ognuno molto diverso dagli altri... proprio perché -inconsciamente- il territorio e le sue genti finiscono per rispecchiare i tratti del carattere di chi lo governa. »



    Edited by Madhatter - 10/9/2012, 20:42
     
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    «Mmh... sei alfieri, dunque...»

    Ripete il gallo, dopo aver attentamente udito quanto Sasha ha detto loro.

    «Sei mirabili autorità cui sottostare, sei divini grazie ai quali non siamo ancora stati sbalzati altrove...»
    (Sei punti di riferimento per chi abita Endlos, sembrerebbe. Ovvero, sei governi di cui ancora non sappiamo nulla, pur essendo anche adesso -con tutta probabilità- sotto la giurisdizione di uno di questi.)
    [Sei Shinigami, sei clown come li chiameresti tu.]
    (Solo se lo meritano. E nel caso, giustamente.)
    [Oh, senza dubbio è un nomignolo giusto -dal tuo punto di vista!]

    Stizza che dal rapporto esulcerato con la donna filtra fino al canale intimo che i due quasi-fratelli condividono.

    [Ad ogni modo...]
    «Ce n'è qualcuno di simpatico tra essi? Oppure non li conosci tutti?»

    Torna alla carica, incalza con un altro paio di domande -anzi no, di più!- senza considerare minimamente che la curiosità priva di pazienza potrebbe irritare la loro ospite, senza pensare che più si ostina a chiedere e più quella gli volta le spalle per parlare con la Rondine -ma tanto, finchè parla...

    «E poi, questi presidi hanno un nome? Come fate a distinguerli?
    Del tipo... hanno un numero, una sigla -traggono il loro titolo dal reciproco reggente...?»

    Chissà se Sasha sarebbe resistita, se l'ignorare Skarn a lungo avrebbe mai portato a qualche risultato -seppur minimo- ai fini di una migliore convivenza: dopotutto, il maggiore dei due sa rivelarsi piuttosto ostinato, ed anzi nulla vieta che questo suo comportamento fastidioso non sia precisa conseguenza del suo volere. Una strategia subdola -una che in fin dei conti rischia di essere controproducente.
     
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  3. Aralune
     
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    «Mmh... sei alfieri, dunque... Sei mirabili autorità cui sottostare, sei divini grazie ai quali non siamo ancora stati sbalzati altrove...»
    ripeté stizzito il giovanotto alla sua destra, cercando di attirare la sua attenzione
    «Ce n'è qualcuno di simpatico tra essi? Oppure non li conosci tutti? E poi, questi presidi hanno un nome? Come fate a distinguerli? Del tipo... hanno un numero, una sigla -traggono il loro titolo dal reciproco reggente...?»

    Il Gallo andò avanti per un bel pezzo, implacabile e petulante, ma l’albina non gli diede la soddisfazione di scomporsi mostrandosi irritata, così si limitò voltarsi verso di lui, regalargli -di nuovo- un sorriso smielato e adorabile -falso come l’oroscopo-, e infine tornare a dedicare le sue attenzioni a Min mentre schiudeva le labbra ben disegnate per parlare.

    « Quattro dei sei Presidi sono identificati in base alla loro posizione geografica: Nord, Est, Sud e Ovest, a cui vanno aggiunti il Pentauron -il Presidio Centrale- e Laputa, una città che fluttua nel cielo. »
    fece una pausa, rivolgendo un sorriso -più sincero- anche a Min
    « Conoscere tutti gli Alfieri non è una cosa così semplice: quello del Nord non si è mostrato in pubblico che una sola volta ed è stato qualche anno fa, lo Spaventapasseri che governava il Sud è scomparso nel nulla, e la ragazzina che regnava ad Ovest pare essere misteriosamente scomparsa. Tralasciando questo, Laputa è retta da un goblin verde con un lungo naso, e l’Est da una specie di fata turchina col potere di guarire qualsiasi male, mentre il Pentauron, dipende direttamente da Rivenore... che è il posto da cui Lord Aeon, il Signore della Chiave, si dice tenere sotto controllo tutta Endlos. »

     
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    Non ne poteva più del suo modo di fare, non ne poteva più nemmeno di trovarla irritante: perchè quel sorriso era l'ennesimo, perchè quella donna non faceva che sorridergli. E ignorarlo, certo.

    [Giuro che me ne vado e vi lascio qui da soli. Forse ne guadagneremmo tutti e due.]
    (Tutti e tre, probabilmente. Se non fosse che io devo continuare a fingere di essere muto: come potrei chiederle altri dettagli?)
    [Puoi mimarglieli. Oppure scriverli.
    O anche solo guardarla con un faccino tenero e compassionevole; secondo me funzionerebbe egregiamente.]

    Rimbrotta acido -forse geloso- dopo aver udito le ultime parole di Sasha ed essersi preparato sfoggiare un sorrisone di rimando.

    «Perfino una città volante: beh, non si può dire che vi fate mancare nulla, anzi!
    Ma piuttosto... »

    Chiederglielo? Fare a meno? Puntualizzarlo soltanto?
    Da quello che sembra ad una prima rapida valutazione, degli alfieri solamente quello del Nord e il Lord Centrale paiono umani: la fata, il goblin e lo spaventapasseri sembrano materia di fiabe e racconti, mentre invece la ragazzina... ha un non so chè di strano. Qualcosa del tipo ma non è troppo giovane per governare un distretto -ancor più se ciò equivale ad opporsi al Maelstrom? Anche se... a ben pensarci nulla esclude che pure a Settentrione ci sia uno strano creaturo: le parole della donna non avevan meglio precisato, e forse soltanto il pregiudizio o l'aspettativa hanno assimilato il primo della lista ad un proprio pari. Dal punto di vista del Gallo, ovviamente.

    (Evita: nemmeno io potrei essere standard al di fuori del nostro mondo. E se qui non fanno differenza tra ciò che giunge grazie alla Riscrittura e ciò che vi nasce, tanto meglio: saremo davvero tra pari. Finalmente.)

    A quelle mute parole Skarn annuisce, convinto che forse ci sia una qualche speranza. E così, lasciando morire il discorso appena cominciato, riattacca invece con la prima curiosità:

    «...in che presidio ci troviamo, ora?»

    Certo, la domanda prevedeva che tutto Endlos fosse spartito tra i vari presidi -anche quei pezzi che continuamente giungevano o ripartivano, pezzi che probabilmente non erano sotto la giurisdizione di alcuno- però ad ogni buon conto l'urgenza premeva sulle altre curiosità: sotto il dominio di chi erano in quell'esatto istante -di quale Alfiere erano per così dire ospiti?
     
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  5. Aralune
     
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    «Perfino una città volante: beh, non si può dire che vi fate mancare nulla, anzi!
    Ma piuttosto... »


    Con quieta aspettativa, Sasha scoccò un’occhiata scettica al Gallo, aspettando che quello terminasse la frase dicendo qualcosa di stupido o fuori luogo... ma va detto che -forse perché ci mise un lungo istante di silenzio per pensarci-, alla fine, riuscì a sorprenderla: certo, durante quell’intervallo l’albina lo aveva visto persino muovere d’un tratto il capo in un cenno di assenso indirizzato a nessuno in particolare, ma la cosa aveva dato i suoi frutti. Tanto Meglio.

    «...in che presidio ci troviamo, ora?»

    « Al momento siamo nel Presidio Centrale, a qualche miglio appena dal confine col Sud. »
    replicò, fissandolo ancora un momento prima di riportare gli occhi azzurri sulla Rondine
    « Se avete intenzione di muovervi, vi sconsiglierei il Sud: è in subbuglio per la scomparsa dello Spaventapasseri, e per un attentato terroristico su vasta scala -che tutti chiamano “Notte del Giudizio”- che ha scatenato una lotta per il potere, visti i vuoti che si sono creati.

    E, per il momento, girerei con attenzione anche per l’Ovest: sembra che i Governatori stiano controllando con attenzione le informazioni che escono dal Presidio e... non c’è nulla di certo, ma gira voce che sia stata iniziata una campagna contro i Naufraghi... »

     
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    [Che cosa divertente...]

    Commenta al fratello ben sapendo che pure lui sarà d'accordo.

    (E che ne sapevo io: ero convinto stessimo andando nella direzione giusta!)

    Replica all'istante la Rondine, il senso di colpa che si fa strada fino a permeare quel legame tanto privato.

    [Scusa?]
    (Dico soltanto che non avevo intenzione di portarci nel bel mezzo di una guerra: siamo andati verso sud seguendo il sole -questo sì- ma non sapendo con esattezza dove siamo naufragati non immaginavo ci stessimo allontanando dalla capitale!)
    [Non intendevo rinfacciarti alcunchè: capisco bene che da qualche parte dovevamo dirigerci, ed è andata bene così. Possiamo sempre volgere le spalle al Sud e puntare alla reggia di Lord Aeon. Immagino abbia almeno un castello. O una buona cassaforte per la sua Chiave.]

    Scherza, cercando di convincere il fratellino che non ce l'ha assolutamente con lui. Non per questo motivo, almeno.

    [Quello che mi preme è non finire in un conflitto che non ci riguarda. E scampare ad altri possibili attentati.]
    (Motivo per cui fare rotta verso Rivenore potrebbe assicurarci la protezione necessaria. Sì, capisco. Sperando che il Lord sia più affidabile del tuo Clown.)
    [Lo sarà. Spero.
    Alla peggio potremo cercare informazioni e fare meta altrove: Sasha non ha detto nulla al riguardo del Nord e dell'Est.]

    (E nemmeno su come raggiungere la città-nel-cielo.)
    [Questo posso sempre chiederglielo io.]

    Aggiunge con l'equivalente mentale di una strizzata d'occhio.

    «Niente Sud, allora. E nemmeno Ovest.»

    Una brevissima pausa prima di riprendere, quasi a fingere che ci stia pensando al momento.

    «Per Laputa, invece? Dove fa scalo il volo che porta lassù?»
     
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  7. Aralune
     
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    «Niente Sud, allora. E nemmeno Ovest.»
    riassunse il Gallo dopo una lunga pausa meditabonda
    «Per Laputa, invece? Dove fa scalo il volo che porta lassù?»

    In un gesto pensoso, l’albina torturò per qualche istante le labbra tumide con fila di denti bianchi come perle mentre gli occhi color ghiaccio vagavano per la stanza: non si trattava di una cosa difficile, ma -in un certo senso- le dispiaceva smorzare l’interesse di quello sbarbatello; alla fine, però, scrollò un poco le spalle e decise che era inutile girarci attorno.

    « Se intendete andare sull’Isola nel Cielo, fareste meglio ad imparare a volare... o a procurarvi una scorta che vi ci accompagni. »
    spiegò con nonchalance, mentre finiva di vuotare la sua tazza di thé
    « L’approdo che collega Laputa alla terraferma si trova ad Ovest, nella città di Klemvor
    - una metropoli fantasma, abitata solamente da droni assassini. Bello, vero? »

     
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    Bello? Bello?
    «Meraviglioso

    Sarcasmo per sarcasmo, ovviamente.

    «Checchè se ne possa dire, accogliente non fa certo parte delle qualità di cui si può fregiare Endlos: appena arrivati e... già metà piano ci è interdetto!
    Insomma, la nostra scelta è limitata. Di molto.»

    Scrolla il capo, noncurante del fatto che Rivenore -quella che loro credono essere la capitale- è già meta fissata.

    «Senza contare, poi, che alla mia prossima domanda probabilmente scopriremo che il Nord è nient'altro che una distesa di ghiacci fluttuanti su di un oceano inospitale, o che sull'Est grava qualche strana forma di magia tale da condurci rapidamente alla morte.»

    Alza le sopracciglia, si slancia in uno sguardo scettico e disilluso tutto per Sasha. E, nel frattempo, riprende a conversare con il fratellino.

    [Ed eccoti serviti i consigli di viaggio della tua cara Sasha!]

    Attacca, canzonandolo su tutta la linea.

    (Ne avevo proprio bisogno: mica erano tue curiosità, no -affatto!)

    Commenta di rimando, sostenendo la farsa in quello che fortunatamente non si trasformerà in un litigio.

    [Bah; sono certo tu ne sia interessato quanto me: quando mai sei rimasto indifferente agli eventi insoliti?]

    Ecco dunque che Skarn sorride -un sorriso ampio, che il giovane rapidamente converte in un gesto d'amicizia rivolto alla donna.

    «Temo allora che sarà il caso di fare rotta verso il Pentauron.»

    Le si rivolge in modo sincero, prima di accorgersi dell'inesattezza pronunciata senza averci pensato a fondo.

    «Cioè, verso il suo centro: spero che almeno la capitale saprà ospitarci finchè non diverremo avvezzi alle stranezze del semipiano -sbaglio?»

    E con quello il Gallo si alza dalla sua sedia, prende a girare intorno al tavolo, si pone alle spalle di Miron e fingendo di sussurrargli qualcosa alle orecchie -niente più che qualche parola priva di significato- dichiara conclusa la conversazione: forse la donna lo tratterrà in sede sventando i loro progetti di viaggio -forse no- ma salvo che riprenda a discorrere di nozioni in qualche modo importanti, il maggiore dei due fratelli guadagnerà l'uscita con l'intento di riprendere il lavoro interrotto.
    Lasciando Miron e Sasha soli. Lasciando che il resto della giornata trascorra senza intoppi.
     
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  9. Aralune
     
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    «Meraviglioso! Checchè se ne possa dire, accogliente non fa certo parte delle qualità di cui si può fregiare Endlos: appena arrivati e... già metà piano ci è interdetto! Insomma, la nostra scelta è limitata. Di molto.»

    « Non vi ho detto che è proibito andarci. »
    puntualizzò la donna senza rivolgergli un secondo sguardo
    « Vi ho solo avvertito che è pericoloso farlo. »

    Davanti a quello scroscio di sproloquiante sarcasmo, l’albina si limitò ad alzare le spalle con quieta indifferenza; non viveva su Endlos da abbastanza per sentirla casa sua e ritenersi risentita da quella osservazione, e -soprattutto- quanto detto dal Gallo era su per giù la realtà: Endlos era una terra di una bellezza incomparabile, ma era incantevole quanto selvaggia... non certo un posto adatto per i deboli di stomaco e di spirito. Una cosa su cui quei due erano d’accordo, finalmente!

    «Senza contare, poi, che alla mia prossima domanda probabilmente scopriremo che il Nord è nient'altro che una distesa di ghiacci fluttuanti su di un oceano inospitale, o che sull'Est grava qualche strana forma di magia tale da condurci rapidamente alla morte.»

    Beh, a Nord non c’era ancora stata, quindi non poteva fornire racconti di prima mano, ma... era piuttosto certa che ci fosse più delle distese di ghiaccio: aveva letto rendiconti suggestivi sulla capitale, Najaza, fregiata dal suggestivo nome di “Città delle Stelle Cadenti”, aveva visto diverse offerte di lavoro atte a reclutare avventurieri pronti a rischiare la pelle per esplorare i dedali labirintici dei suoi dungeon sotterranei, e... quando sentì quella sparata sull’Est non poté far a meno di ridere.

    « L’Est è più una sorta di isola felice. »
    commentò, ricomponendosi e rivolgendo un sorriso alla Rondine
    « Comunque, sì: è piena di magie. »

    «Temo allora che sarà il caso di fare rotta verso il Pentauron. Cioè, verso il suo centro: spero che almeno la capitale saprà ospitarci finchè non diverremo avvezzi alle stranezze del semipiano -sbaglio?»

    « E’ l’idea migliore. »
    assentì

    Con quelle ultime parole, Han si alzò dalla propria seggiola per raggiungere il fratello; senza troppo interesse, Sasha lo udì bisbigliare all’orecchio di Min, e poi lo vide uscire dal capanno senza sprecare nemmeno due parole per congedarsi e salutarla: cafone quanto se l’era aspettato. Rimasta sola in compagnia del giovane più mite, gli rivolse un sorriso gentile e fece per alzarsi a sua volta.

    « Credo che andrò a fare quella doccia, adesso. »
    annunciò, ergendosi in piedi e ponendo le mani sui fianchi
    « Mi accompagni...? Non conosco l’edificio. »

    E ogni allusione, a giudicare dal suo sorriso malizioso, era squisitamente voluta.

     
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    Aveva forse scelta? No, certo che no: ad una richiesta di tal genere -ad un sorriso tutt'altro che innocente- non ci si poteva proprio rifiutare. Non senza risultare terribilmente sgarbati, non dopo essersi offerti come impeccabili ospiti. Cioè, più o meno.
    Quel che importa è che Miron annuisce rapido, che ancora lungi dall'aver compreso dove Sasha voglia andare a parare -perchè, beninteso, con una donna per lui è assai più naturale pensare ad altri scenari- non si cura dell'aver lasciato a metà la tazza di the. Che, in definitiva, la guidi verso l'uscita al fine di accompagnarla -questo si- fino ad un locale semiaperto posto sul retro della stessa capanna: una sorta di tre-muri-di-fango-secco atti a celare quanto possibile i corpi nudi che di lì sovente transitano, un locale non del tutto privato che offriva quali suppellettili un catino, lo spazzolone ed uno sgabello, tutti e tre ammassati accanto ad una cisterna d'acqua posta a contatto con la parete che sull'interno fungeva da fondo del forno.

    Era proprio uno spettacolo d'ingegneria, un sistema sofisticato come pochi ma soprattutto non meno inefficiente di quanto ci si sarebbe potuti aspettare: una doccia ottimale per gente rude, senza problemi di pudore, abituata a ben di peggio. Una doccia che -avendola i due fratelli già sperimentata- la Rondine fu ben contenta di lasciare alla viaggiatrice dagli occhi blu, garantendole un'intimità obiettivamente scarsa se non per il totale disinteresse alla di lei nudità.
     
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24 replies since 15/8/2012, 16:48   399 views
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