The Lady of Legend

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  1. Shantotto
     
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    Federazione di Windurst (Vana'diel), ufficio personale di Shantotto

    Picchiettava ritmicamente il suo piede al terreno, non in segno di nervosismo ma quanto più di semplice attesa.
    Braccia conserte, orecchie tese e dritte come suo solito sotto le code dorate dei suoi capelli, sguardo fisso ed inamovibile sulla porta; era alta un metro o giù per lì, la piccola Tarutaru.
    I sessantacentrimetri più temuti e rispettati di ogni universo possibile ed esistente.
    Non una sola persona aveva osato varcare la soglia della sua porta, quel giorno; ben pochi a dire il vero avevano il coraggio di farlo di loro spontanea volontà, ben consci di come la loro visita sarebbe potuta andare a finire! Così piccola, innocente e carina a vedersi...
    ...che la gente tremava -letteralmente- quando la sua voce all'altoparlante dell'Accademia richiamava il loro nome al suo cospetto.
    Ma quel giorno no, era diverso: la donna della leggenda, eroe rispettato ed invidiato da chiunque, non aspettava uno studente qualsiasi nel suo studio personale. Nessun favore o servigio da richiedere.
    Aspettava la sua allieva.

    taptaptaptaptaptap - una corsa in lontananza

    Esisteva una creatura tanto folle da accettare il suo tutorato?

    - Ehiiii sono tornataaaa!

    Una ragazzina, per l'esattezza. Tanto incosciente quanto sfrontata.
    Spalancò bruscamente il portone correndovi contro senza fermare la sua corsa, se non per poggiarsi con le mani sulle ginocchia così da riprendere fiato finalmente al cospetto della maestra.

    - Ti sono mancata prof?
    Err, volevo dire...Professoressa Shantotto?


    « Hmph, in una buona ricerca la lontananza potrebbe prendere il sopravvento
    Ma onestamente, Prishe, dove sei stata sino a questo momento? »


    Mano portata riflessiva al mento per l'incosciente: eh, dove era stata?

    - Beh, naturalmente stavo... ehm...
    Investigando qui intorno, un po' lì ed un po' là...


    « Qui intorno?



    Oooh-oh-oh-oh
    Non pensavo ci volesse un giorno! »


    Quella risata, era una leggenda che avanzava di pari passo con la figura della temibile Tarutaru..!
    Il suo eco risuonava in ogni sala della Federazione.
    Prishe era in... ronda da quelle parti, insomma. Alla ricerca magari degli ultimi elementi mancanti per terminare l'esperimento finale del suo dottorato.

    « Non sperare che me la beva,
    mia piccola e cocciuta allieva.
    Pensavi forse che ti avrei riservato più clemenza,
    nel giorno fortuito della mia partenza? »


    SGAMATA!
    Urlò il corpo giovane ed asciutto della ragazzina, che scattò indietro quasi fosse sorpresa di esser stata scoperta! Accidenti, si era totalmente scordata del compito che le era stato assegnato, pensava che magari facendo tardi nel rientrare sarebbe riuscita a farle credere quanto meno di essersi comunque almeno messa un minimo d'impegno...

    « Bada bene, Prishe: se non termini la tua prova entro i tempi prestabiliti,
    le mie fiamme non avranno pena neanche per i tuoi vestiti! »


    Un'allieva di Shantotto bocciata nell'esame più importante di quella scuola? Giammai. Che mai si fosse visto un simile oltraggio!
    E massimo dei voti, come minimo.

    - Uh ehm...
    Ci vediamo presto, prof!


    Ecco, forse era meglio cercare di svignarsela finché era in tem...

    « Non ho ancora finito con te! »

    Dito puntato in sua direzione e corpo inamovibilmente immobilizzato.

    - Woa ho capito...
    La prossima volta ti porterò qualcosa di interessante, va bene?


    « Ricordati bene le mie parole, ragazzina insolente!
    Sfuggi ai tuoi doveri per l'ennesima volta,
    ed al mio ritorno quella tua lingua sarà arsa e sepolta. »


    E severa, adirata nel volto e con le mani poggiate sui fianchi, la figura minuta dell'eroe della leggenda scomparve improvvisamente nel nulla da Windurst.

    - Ahi ahi...


    Magisterium (Endlos), Hall principale

    Gli occhi curiosi ad osservare lo scenario circostante, le mani delicatamente posate sui fianchi, il piede che batte le mattonelle ritmicamente non in segno di nervosismo, ma di attesa.
    Si guarda intorno, con aria compiaciuta ed apparentemente soddisfatta.

    « Mh. »

    Sarebbe arrivato qualcuno ad accoglierla?

    Scheda di Shantotto per eventuali descrizioni e poteri: link.
     
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  2. Dan Mihai Simion
     
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    -Con le mani sbucci
    Leeeeee cipolleeeeeh ♪

    Me le sento addosso
    Suuuuulla pelleeeeeeeeeeh ♪


    Un rumore di passi giungeva con un certo ritmo, mentre pian piano si avvicinava Dan Mihai Simion, gran lavoratore ed affidabilissimo assistente del Prorettore del Magisterium Yoko Saddler, mago dagli indiscussi poteri e competenza a cui aveva appena sbolognato consegnato qualcosa come duecento pagine di ricerca. Davvero non se la sentiva a prendersi tutti i meriti per quel lavoraccio... per questo aveva lasciato al suo capo la parte più difficile facile.

    -Eeeeeeeh accarezzi il gatto.
    Coooooooooon le maaaaaniiiiiii!♪


    Probabilmente Yoko lo avrebbe ucciso molto, molto presto.
    Ma nel frattempo si sentiva allegro.
    Ah, che bella giornata!
    L'ideale per farsi una passeggiata! ♥

    Accadde tuttavia che qualcosa attirò la sua attenzione proprio all'ingresso dell'enorme edificio. Una bambina, probabilmente, anche se raramente i ragazzini entravano in una scuola come quella. A tratti pensava che non avrebbero varcato la soglia del Magisterium nemmeno se si fossero persi... sta di fatto che quella lì davanti a lui non era normale: non appena si girò in sua direzione bastò un semplicissimo contatto di sguardi per farlo raggelare. Sembrava quasi che con quelle gemme color nocciola fosse in grado di strapparti l'anima e giocarci a wimbledon nell'inferno.
    ...
    brrrrrr!

    -Ehm...

    Ormai paralizzato -ed anche sgamato- prese a sudare freddo mentre cercava di ostentare un sorriso ed una sicurezza che ormai non erano più suoi.

    -...desidera... si, ehm... signorina?

     
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  3. Shantotto
     
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    Concentrò le sue attenzioni sulla figura che da lontano si avvicinava ancor prima che potesse udirne il suono dei passi. L'aveva avvertita chiaramente, quell'essenza, ancor prima che si palesasse dinnanzi ai suoi occhi; difficile non notarla, non per qualcuno del suo calibro quanto meno.
    Interruppe il ritmico suono generato dal picchiettare del suo piccolo piede, e quando il giovincello giunse infine al suo cospetto... ribadì con fermezza la sua posa: piedi ben puntati al terreno, mani ripoggiate con fierezza sui fianchi con i gomiti ben larghi, e capo rivolto verso l'alto ad osservarlo dritto sul volto, dal basso verso l'alto.
    Le arrivava a malapena al di sopra delle ginocchia, ma... ah, avrebbe giurato di ritrovarsi a ruoli invertiti! Quante belle sensazioni che avrebbe provato Dan sotto l'analisi cruda e silenziosa del suo sguardo...
    Una bistecca pronta ad esser girata su una graticola
    Un condannato che dinnanzi al suo boia disperato gesticola
    Un paziente, senza anestesia sotto il bisturi sofferente.
    Lo stava studiando, forse analizzando?
    Era diverso, questo se lo dovette riconoscere; tante magie e tante trame fino ad ora aveva analizzato, ma quella...



    « ....mh. »

    Sorrise, e parve interessata.
    Gran brutto segno, per quel povero ragazzo...

    « Carino quel tuo casco di banane.
    Ma per i miei occhi le tue catene non sono poi così tanto lontane... »


    E finalmente distolse da lui lo sguardo, riportato a curiosare nel paesaggio. Per il momento avrebbe potuto definirsi salvo il biondino, questo parve chiaro: era altro ad avere la priorità nei pensieri della piccola Tarutaru. Era giunta da quelle parti con un obbiettivo chiaro e specifico, e non pareva molto propensa ad accogliere eventuali distrazioni:

    « Sto cercando il Rettore. »

     
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  4. Dan Mihai Simion
     
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    Aveva un che di profondamente inquietante parlare con una tipa del genere.
    Si, insomma... sembrava una bambina e si comportava da adulta, era... carina, coccolosa, eppure qualcosa nel suo sguardo incuteva maledettamente paura, un pò come le bambole possedute dal Demonio, giusto per dirne una; insomma, dire che si sentiva a disagio era ben poca cosa, e la parte più triste della faccenda consisteva nel dato di fatto -perchè era evidente da come sosteneva il suo sguardo- che lei ne fosse pienamente consapevole.
    Chissà perchè gli venne in mente un detto popolare che affermava quanto fossero pericolose le donne consapevoli delle proprie armi e di come usarle.
    Bah...

    « Carino quel tuo casco di banane.
    Ma per i miei occhi le tue catene non sono poi così tanto lontane... »


    ...
    Se avesse potuto sarebbe morto all'istante, invece sbiancò di colpo.
    Stava davvero parlando in rima ???
    Santoaeon se faceva paura!!!

    Quale sarebbe stata la prossima mossa? Chiedere di fare un gioco insieme? ...Improvvisamente si immaginò morto in una vergine di ferro.
    ...
    No, un attimo, calma.
    Non doveva pensare a quelle cose, piuttosto a cosa aveva appena detto.
    Catene, catene, catene... di cosa stava parlando?
    Boooh!

    « Sto cercando il Rettore. »

    Improvvisamente il Magister si trovò a sorridere: questa la sapeva!

    -Oh, mi spiace signorina ma non credo sia attualmente possibile incontrarlo. So che è in viaggio, ma se desidera può rivolgersi al Prorettore per questioni di massima urgenza.

    E mentre parlava con voce forzatamente calma e gentile, Dan Mihai Simion cercò di non tremare al suo cospetto.

     
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  5. Shantotto
     
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    Era simpatico però.
    Rispettoso e vivace; ma soprattutto furbo, composto ed intelligente. Apprezzava sempre studenti di quel genere, la piccola Tarutaru: non serviva neanche metterli in riga!
    Ci pensavano da soli.
    Bravo ragazzo.

    Dunque il Rettore non era presente? Beh... pareva glie ne importasse davvero molto poco, alla temutissima maga di Windurst, che non accennò ad una smorfia in sua risposta se non di necessaria (ma non dovuta) "presa di coscienza". Ma era in qualche modo realmente interessata ad incontrarlo? No perché quella sua perenne convinzione e fierezza dava l'idea che...

    « Che non si scomodi dunque dal suo viaggio:
    Al suo ritorno la poltrona sarà per lui solo un miraggio. »


    Mh? Che cosa avrebbe voluto dire?
    ...ed ora perché voltava improvvisamente le spalle a quel giovane ragazzo, avviandosi col suo piccolo e svelto passo all'inizio di quella grossa scalinata che conduceva al piano superiore, laddove si trovavano gli uffici del personale?

    « Che si sparga la voce,
    e sia chiara e veloce: »


    Non fermò il suo piccolo incedere, ma girò leggermente su un lato il suo capo, affinché l'altro potesse udirla al meglio.
    ...sembrava davvero che conoscesse quel posto, per la sicurezza ostentata nella sua camminata! Stava andando in un luogo ben preciso?

    « Il Rettore è... tornato! »

    Rettore? Ma se aveva appena detto che...

    « Oooh-oh-oh-oh! »

    E la voce risuonò incredibilmente roboante, forte ed acuta nel vuoto elegante e maestoso della Hall principale; non un corridoio si salvò dal suo eco.
    Rivolgersi al Prorettore? Beata ingenuità.
    Lei era il nuovo Rettore, da quel momento in avanti.

    ..ma poteva davvero deciderlo lei, così, di sua unica e spontanea volontà?!
    Beh... che provasse a contestarlo chi ne aveva il coraggio.

     
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  6. Dan Mihai Simion
     
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    Esattamente come prima, il povero Dan non potè far molto che sentirsi immensamente confuso, oltre che turbato. In primis, durante la sua ora di nonfaccionienteprimacheilprorettoremiuccida si era presentata una signorina che magari avrebbe anche potuto trovare carina se solo non avesse emanato da tutti i pori una presenza che quasi lo schiacciava, terrorizzandolo a morte e causandogli fisime assurde fra le più cruente e crudeli che potesse mai immaginare.
    Improvvisamente convenne che se il Male avesse davvero avuto una sola faccia, probabilmente sarebbe stata la sua.

    « Che non si scomodi dunque dal suo viaggio:
    Al suo ritorno la poltrona sarà per lui solo un miraggio. »


    Per secondo, invece, come se davvero tutto ciò non bastasse, questa si era messa a dire cose strane in rima, costringendolo ad ancora maggiore attenzione di quella che normalmente dava a qualunque altro studente, professore o capo, e tutto mentre cercava di non scappare via urlando... un bel problema insomma.

    « Che si sparga la voce,
    e sia chiara e veloce: »


    Lei si voltò e prese a camminare verso gli uffici del personale, mentre nella mente del biondino si faceva strada il dubbio su chi le avesse dato informazioni se c'era solo lui.
    No, un momento...

    « Il Rettore è... tornato! »

    -...

    « Oooh-oh-oh-oh! »

    Un improvviso senso del dovere lo portò ad alzare il dito mentre lei si allontanava a passetti svelti, quasi a voler prendere parola e farle notare che no, il rettore era un uomo e non era lei, ma fu l'istinto a fermargli ogni esclamazione che avrebbe potuto innervosirla, lasciandolo così in una posa plastica e vagamente stupida fino a che la tarutaru non fu completamente salita al piano di sopra.
    Ovviamente si parla di istinto di sopravvivenza.

    -Pronto Yoko?

    Disse avvicinandosi ad uno sportello ed alzando una cornetta lì vicina.
    Aveva una voce strana... sconfitta.

    -Il rettore è tornato.

    E così il suo inferno ebbe inizio.

     
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