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mmmarm.
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Gli era stato consigliato di iniziare le sue ricerche dal magisterium nella parte alta di quella meraviglia che era Laputa. Benché le indicazioni fossero semplici forse non erano sufficienti a individuare il luogo in questione. D'altra parte non v'era modo di scoprirlo se non quello di cercare. Fu così quindi che il nero si incamminò di buona lena dal latifondo laputense verso la città alta.
L'ampiezza di quelle strade, la semplicità e al contempo la meravigliosità di tutte quelle piccole cose che rendevano Laputa una meraviglia lasciavano di stucco il mago. Immaginatevi la sua faccia quando si trovò davanti all'albero casa. Un'immensa costruzione, una meraviglia per gli occhi. Ci arrivò per puro caso, nel suo disperato tentativo di orientarsi nell'immensità del presidio, e vi si rifugiò attratto dalla sua magnificenza, dimenticandosi momentaneamente del suo obiettivo.
Si prospettò di esplorare in lungo e in largo quel luogo se non fosse incappato nel moon grill, il luogo più invitante che gli si potesse prospettare al momento, poiché non si riposava da parecchio. Appena entrato la sua attenzione non poté che ricadere su di un uomo che indossava un'armatura scintillante di argento. Quella figura emanava senz'altro sicurezza, perciò il mago, anche se con un po' di insicurezza, lo avvicinò.
Ehi tu-
No! Non doveva dargli del tu! S'interruppe, fece un respiro e riprese.
Scusate, potete aiutarmi?
Lo sperava, dopo una breve sosta si sarebbe finalmente diretto al magisterium, ma non avendo idea di dove fosse un aiuto avrebbe senza dubbio fatto comodo. Certo, l'idea di restare nell'albero casa lo tentava parecchio, ma prima era meglio concentrarsi sulle cose importanti. Rimase in piedi col capo chino sperando vivamente in una risposta positiva dell'uomo.. -
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mmmarm.
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L'uomo si voltò lentamente e visibilmente incuriosito, probabilmente dall'aspetto del mago, rispose con gentilezza accennando un sorriso.
Dimmi pure, in cosa posso esserti utile?
Il mago si rilassò, tranquillizzato dai modi cortesi del cavaliere. Poi, grattandosi il capo, spiegò la situazione.
Ecco, io sto cercando il Magisterium... Ma Laputa è enorme e io non ho idea di dove sia... Tu, cioé voi... Potete aiutarmi?
Terminò di parlare e cercò un posto a sedere, per riposarsi dopo la fatica del lungo cammino. Lo trovò e vi si accasciò rilassandosi. Non voleva sembrare sfrontato ma aveva girato a vuoto per tutta Laputa chissà per quanto tempo e una pausa ci voleva proprio. Sperava davvero che l'uomo potesse indicargli la via più rapida per il Magisterium, anche perché si stava facendo tardi e il mago, tra le altre cose, si era trovato in quella situazione che aveva messo come priorità, ma non aveva nemmeno pensato a cosa fare nell'immediato futuro. Riflettendo bene avrebbe dovuto essere parecchio preoccupato, perché, anche se tutto stava andando bene, non aveva alcuna idea di cosa avrebbe dovuto fare ora che era lì a Laputa. A dirla tutta il mago non era nemmeno sicuro di avere capito dove si trovava realmente.
Così, con la testa colma di pensieri e lo sguardo assorto nel vuoto, il nero rimase adagiato sulla sedia in attesa di una risposta del cavaliere.. -
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ç__ç scusa l'immenso ritardo. -
mmmarm.
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Si alzò in tutta fretta all'udire la risposta positiva del cavaliere. Questi disse di essere un insegnante, lì al Magisterium, quindi non avrebbe avuto problemi a portarvi il mago. Infatti si avviò facendo cenno al mago di seguirlo, che in fretta gli si accodò curandosi di seguirlo a poca distanza.
Cominciarono a proseguire tra le strade di Laputa che ancora apparivano ancora al giovane stregone come un insieme disordinato, ma con un suo fascino, di lunghe e contorte strade. Non sapeva per quanto avessero camminato ma, rispetto al tempo che aveva impiegato prima tentando di raggiungere il Magisterium, arrivarono decisamente presto.
Si erigeva innanzi ai suoi occhi un edificio immenso le cui mura stesse sembravano essere ricche di magia così come coloro che lo abitavano. Varcarono l'entrata, gesto che sancì l'inizio di una nuova vita per il mago. Lì, mentre il nero era ancora distratto dai suoi pensieri, Grifis si rivolse al mago.
Eccoci arrivati, se hai ancora bisogno di aiuto non esitare a chiamarmi.
E il nero non perse tempo. Non sapeva come iniziare la sua ricerca, perciò perchè non iniziare proprio dal Falco.
Aspetta! Io ho bisogno di aiuto... ancora.
In effetti si vergognava di chiedere di nuovo aiuto. Effettivamente aveva appeno perso la memoria ma si sentiva come se stesse sfruttando quelle persone che si erano dimostrate gentili con lui.
Io ho perso la memoria e... sto cercando uno psiomante che possa... farmi ricordare. Lo farei da solo ma come avrai intuito io pratico la magia.
Si interruppé per dare al cavaliere il tempo di elaborare quelle informazioni. Poi dopo una profonda ispirazione, con fare riservato e a bassa voce, parlò.
Tu... tu ne sei capace?. -
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a te. -
mmmarm.
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Grandi magie?
Non poteva essere una coincidenza. Quel giorno era iniziato con l'incontro di Trevor e ora un'altro mago, che dall'aspetto, ispira forza e saggezza. Doveva scoprirne di più, in fondo se si trattava di magia non poteva che essere interessato. In realtà non conosceva le sue vere capacità ma era conscio di poter manipolare la trama arcana del mondo per dare vita alle magie offensive, definite "nere".
Magie...?
Anche io sono un mago ma... credo tu l'abbia già capito.
Il suo aspetto era inequivocabile. Il grande cappello intrecciato, le lunghe vesti scure e logore e il bastone di legno scheggiato non portavano che a una conclusione. D'altronde non gli dispiaceva essere inquadrato subito. Ora che aveva perso la memoria era per tutti "il mago" o "il piccoletto", ma preferiva pensare a se stesso con questi epiteti piuttosto che pensare di non sapere più chi essere.
Che genere di magie pratichi?
Puoi... mostrarmele?. -
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mmmarm.
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Il ghiaccio, eh?
Io sono capace di manipolare diversi elementi...
O almeno lo credeva, non aveva ancora avuto modo di vedere fin dove arrivassero effettivamente le sue capacità. Sentiva scorrere dentro di se la magia, e Trevor aveva confermato questa ipotesi, ma non sapeva per certo quali fossero i suoi limiti.
... ma nell'uso delle armi non sono molto capace.
Come docente del Magisterium posso insegnarti tutto quello che so. Non hai che da chiedere.
Ottimo, non poteva sperare in meglio. Non conosceva però neanche le abilità del cavaliere quindi decise di dare una piccola dimostrazione della sua abilità, da una parte per rendersi conto delle sue abilità, dall'altra per mostrarle a Grifis.
Mmmh... Vediamo...
Borbottò tra se, mentre imponeva le mani verso l'alto cercando di confluire l'energia. Poi lo percepì. Un piccolo blocco di ghiaccio si formò poco lontano dai due per poi cadere e frantumarsi a terra. Poi con aria soddisfatta si rivolse al Falco.
Com'era? Credi di potermi insegnare qualcosa?. -
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scusa il ritardo y__y. -
mmmarm.
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Accettò e, facendo al mago segno di seguirlo, lo condusse a un'area attrezzata per l'addestramento magico attraversando gran parte del Magisterium. Lì il nero si guardò attorno esaminando il tutto con attenzione e con grande impazienza, sebbene tentasse di nasconderla.
Il suo sguardo incontro infine la figura severa ma rassicurante del falco, che stava a pochi metri di distanza dal mago. Questi lo ascoltava con attenzione e trepidante mentre faceva la sua richiesta. Appena finì rimase in attesa, osservando il mago.
Il nero ripeté le movenze effettuate poco prima ma impegnandosi decisamente di più, senza però esagerare. Dunque, mentre gli occhietti concentrati emanavano una fioca luce giallognola, le braccia rilasciavano l'energia che si amalgamò sotto gli occhi dei presenti formando un blocco di ghiaccio molto compatto e che al solo vederlo faceva venire i brividi.
Il blocco, di discrete dimensioni, cadde con un grande tonfo. E come il blocco cadeva non più vincolato dalla magia del mago, questi portò un braccio davanti al volto per proteggersi dalle piccole schegge di ghiaccio. Pensò di aver dato ottima prova delle sue abilità, ma per sicurezza chiese a Grifis.
È abbastanza...?. -
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mmmarm.
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Grifis sembrò essere rimasto visibilmente colpito, così come il mago in effetti. Non conosceva, o meglio non ricordava, i suoi poteri e quella era un'ottima occasione per rammentarli.
Oh beh... grazie.
Ora la cosa si complicava. Infatti il nero non solo avrebbe dovuto solidificare l'acqua per renderla solida e fredda, ma prima avrebbe dovuto far confluire la magia in un oggetto. Non sapeva cosa scegliere ma poi si ricordò del coltello tenuto all'interno della giacca. Lo estrasse esaminandolo con attenzione.
Questo dovrebbe andare... spero.
Strinse il manico del pugnale nel palmo tentando di far confluire l'energie, il gelo nell'arma e poi congelarla. Il che si dimostrò più difficile del previsto. Riusci a concentrarsi ma al primo tentativo tutto ciò che gli riuscì fu quello di congelare l'elsa dell'arma. Aveva fatto tutto troppo in fretta senza dare abbastanza tempo alla magia di insinuarsi nella lama. Riprovò ancora ma con più calma. Il gelo passò attraverso il braccio e per l'intera lama, ma quando il nero tentò di ghiacciare l'arma questa rimase normale.
Troppo lento... devo farlo al momento giusto.
Più determinato di prima il mago strinse il pugnale, che quasi vibrò per la magia infusagli dentro. Tenendo a mente il tempo e con grande concentrazione, il nero fece per congelare l'arma. E fu così. Il filo della lama era ghiacciato, delineato da piccoli e luccicanti cristalli di ghiaccio, di uno splendido azzurro cielo. Evidentemente contentò, cercò lo sguardo del falco gli mostrò l'arma.
Ce l'ho fatta!. -
.CITAZIONEper prima cosa, mi scuso ENORMEMENTE per il ritardo. Per non farti aspettare, ho preferito chiudere qui così da aprire l'altro topic con l'apprendistato finale dell'attiva (sempre che tu non voglia farla a costo fisso)^^ Se vuoi, puoi fare un post conclusivo..