Soltanto per Amore

Prologo.

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    Viaggiatore dei Mondi

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    Le illuminazioni notturne del Moonlight Grill erano accese da poco tempo e già i lampioni disseminati lungo le vie della Città Bassa avevano preso ad irradiare luce dal basso, trasformando l'orizzonte del Latifondo in una corona di aurore bagnate nell'oro. Se non fosse stato per questi non si sarebbe nemmeno visto l'orizzonte: tutto era nero come la pece, e solo a tratti era possibile scorgere le sagome degli elementi di un paesaggio bucolico al chiarore niveo della luna e delle stelle. Chiudendo gli occhi e rimanendo in silenzio Drusilia credeva che sarebbe stato possibile ascoltare parole perse nel rumore delle fronde degli alberi ed il buio della notte, trasportate da una brezza che cominciava ad essere pungente in quel periodo dell'anno, segno che ormai il freddo non avrebbe tardato a farsi sentire.
    All'Albero Casa c'era un gran numero di Aviatori ed Aviatrici; questa volta il Gran Maestro non avrebbe dovuto cercare aiuti esterni qualora vi fossero stati problemi di sorta, anche se personalmente avrebbe preferito percorrere miglia e miglia a marcia forzata piuttosto che fare guerra ai suoi concittadini. Lo si capiva dal silenzio che era calato su tutto non appena il giorno lavorativo era giunto al termine: non un filo di vento a sfiorare foglie secche ed erba, non una parola della Dama chiusa nella penombra del suo studio ad osservare contemplante o forse assente il mondo fuori dalla finestra. Una calma inquieta, quella, quasi un presagio palpabile anche per chi, ahimè, non era a conoscenza di ciò che per Laputa sarebbe potuta divenir tragedia. Mai come allora la Dama era consapevole di quanto fosse solo una questione di tempo, ormai. Non restava che attendere in silenzio, e pregare il cielo ad ogni minuto che passava, cancellato dal continuo scorrere del tempo.


    -Avanti.

    Riaccese le luci non appena qualcuno bussò alla sua porta.
    A varcarla tuttavia non fu un Aviatore, piuttosto una bella signorina riccamente vestita, segno di nobiltà o comunque di benessere familiare. Non a caso la riconobbe subito come figlia di uno dei mercanti più ricchi del Sodalizio: Rajuilma Ukkonen.


    -Come mai questa visita nel cuore della notte? Vostro padre sarà in pensiero...

    La bella ospite si accomodò, ben attenta a chiudere la porta dietro di lei.

    -E' da lui che scappo, mia signora. Ormai non faccio più parte della sua famiglia. Lui... lui mi ha... diseredata, questa notte stessa. Fu la disperazione a condurmi qui, non l'incoscienza.

    Uno sguardo perplesso apparve sul bel volto di Drusilia mentre, con un rapido movimento, si alzava e chiudeva tutte le tende che le mostravano al mondo: se era in fuga dal padre, allora c'era motivo di pensare che questo avesse mandato qualcuno a cercarla.

    -Ma... non son qui per chiedere asilo, se è questo che pensa. Io... io ho deciso di andarmene da Laputa. Non posso sopportare di rimanere ancora qui con... lui. Non ce la faccio. Però non posso, e dovete aiutarmi, ve ne supplico.

    Il Gran Maestro si riaccomodò per poi prendere un profondo respiro.
    La sua ospite, intanto prese a singhiozzare.


    -Se è per questioni di politica, sapete bene che non sono nella condizione di...

    -Nessuna questione di politica, Dama Galanodel.
    Cuore piuttosto.


    Drusilia si fermò all'istante.
    Aveva davvero detto "cuore"?
    Attese spiegazioni.

    -Non posso andarmene senza l'unica ragione per cui ancora vivo. Il mio unico amore... mio padre lo tiene prigioniero in casa. Io... non so come liberarlo. Vi prego, farò qualunque cosa...

    Fu allora che le lacrime scesero copiose dai suoi occhi, mentre Drusilia sostava innanzi a lei con sommo disagio. Non poteva permettersi azioni azzardate, anche se era ormai a conoscenza di alcune voci disonorevoli a loro riguardo, padre di Rajuilma compreso. Ma, ahimè, un conto era saperle per sentito dire, un conto era qualcuno a cui mancava poco per inginocchiarsi in lacrime e poi supplicare disperatamente un aiuto. In ogni caso, qualunque fosse stata la sua decisione, per prima cosa avrebbe dovuto placarla, oppure orecchie indiscrete sarebbero apparse dal nulla, richiamate dal suo pianto.

    Sospirò seccata, dandosi della cretina.
    Sapeva come sarebbe andata a finire...


    -Ora calmati e raccontami tutto nel dettaglio. E che nulla di ciò che diremo esca fuori da questo ufficio, sono stata chiara?

     
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