Tesori Sepolti

Building on Ruins ~ Preludio I

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    Un sopralluogo sul teatro del prossimo atto fa sempre parte di ogni prova pianificata con cura, ma per quanto amasse la ritualità di certi preparativi -indispensabili per una buona riuscita- e gli piacesse la tintarella con cui la sua pelle delicata poteva arricchirsi nel deserto, la sabbia restava una delle cose più fastidiose.

    Oh, beh, ad onor del vero: non è che ce l’avesse con la sabbia in sé, perché starsene sdraiato su una spiaggia -spaparanzato al sole come uno dei serpenti a cui spesso lo accostavano- non era certo una cosa di cui si sarebbe mai sognato di lamentarsi, ma... quando il vento la solleva in turbini... e ogni granello cerca di insinuartisi sotto il mantello, tra i capelli e negli occhi...
    beh, non era il suo ideale.

    Rintuzzandosi nel pastrano leggero in modo da lasciar scoperti solo gli occhi cerulei, percosso da un vento che rapiva dal cappuccio poche ciocche di capelli fulvi, il viandante marciava verso l’oasi quando -casualità delle casualità- la punta del suo piede destro urtò leggermente qualcosa sepolto nella sabbia.

    La consistenza era stata piuttosto soffice, e non si era nemmeno fatto male, ma la cosa l’aveva incuriosito... così, mentre un colossale golem alto più di due metri si palesava per fornire al suo padrone un riparo dal vento con la sua mole, il viandante si accoccolò sulla coltre di rena e cominciò a disseppellire il suo tesoro nascosto; pochi minuti di lavoro gli permisero di riesumare la salma, e mentre contemplava il suo operato come un archeologo farebbe con un reperto, il Serpente confermò la sua prima impressione: era una giovane ragazza umana.
    Ed era anche piuttosto carina.

    « Ehi...? Sei viva...? »

    Banale domanda di rito -più che lecita in questo casi-, visto che non sembrava esser lì sotto da molto, e che le rivolse con voce premurosa mentre le ripuliva delicatamente il volto con la mano guantata, prima di farle cadere sulle sue labbra un rivolo di acqua dolce dalla sua bisaccia.

    « Se lo sei e riesci a sentirmi, devi solo aprire gli occhi... ♥ »

    Gli sarebbe bastato un segno qualsiasi, e poi l’avrebbe aiutata, perché ogni tanto è divertente giocare al buon samaritano... ma se fosse rimasta inerme,non avrebbe certo perso tempo per aiutare un cadavere.

     
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    Essere morta non era poi così male, infondo.
    Al diavolo tutte le preoccupazioni e le sfighe apocalittiche che continuavano a perseguitarla come a ricordarle che, per quanto le riguardava, rimanere in vita non era stato programmato. Non dopo che una fottutissima -ah, che qualcuno la fulmini!- umana ascesa allo stato di demone l'aveva colpita in pieno con uno dei suoi abracadabra in aramaico e spedita dritta dritta in coma senza possibilità di ritorno. Ed era già un colpo di culo che durante il suo sonno non le avevano staccato la spina, che tanto i suoi avevano abbastanza soldi da tenerla come peso morto per qualche altro anno. Che poi, in piedi o su una barella non cambiava molto, considerando quanto tempo trascorrevano insieme. Una fortuna la sua, che aveva pagato a caro prezzo: strappata dalla propria dimensione natia in un continente post apocalittico pieno di stronzi, appena svegliata dal lungo sonno non aveva fatto in tempo ad entrare in un casato che subito si era ritrovata a fare la spia a tempo pieno sotto esplicite minacce di morte da parte di nientepopodimeno che Sua Maestà, Signore e Re dei Figli di Buona Donna, da tutti chiamato -o meglio bisbigliato per timore di essere ascoltati- Kashin dei Von Kramer.
    Si, avete sentito bene, Kashin dei Von Kramer; non la fatina del dentino, e neanche l'orso Yoghi.
    E lo aveva incontrato nel deserto. Avete capito??? Nel deserto!!! Quante cazzo di probabilità ci sono di incontrare un Kashin nel deserto?!?!?!? E poi dicono che la sfiga non esiste...
    In ogni caso, nel bene o nel male, questo enorme, gigantesco stronzo era diventato inconsapevolmente l'esecutore della stessa volontà suprema che tanto ce l'aveva con lei, ed infatti gli bastò la prima stronzata detta dal primo imbecille a caso che passava per giungere a valide motivazioni per staccarle la testa dal collo, cosa che fece. No, un attimo... non le aveva staccato la testa dal collo. Forse infilzata? No, non se lo ricordava... No, un attimo... lei era riuscita a scappare e... ricordava una tromba d'aria di uno strano viola acceso, robe da trip mentali da funghetti allucinogeni e poi... booh! Che poi, perchè diavolo ci pensava se tanto era morta??? Chissenefrega di come era stata uccisa; per quanto le riguardava Kashin poteva anche andare a farsi fottere, non le interessava più. Non le interessava più nulla a dire il vero, ed in effetti stava bene. Nel buio e lontana da tutti, in un tepore che sapeva di letto... in effetti morire faceva parecchio caldo.
    ...
    Morire faceva caldo?
    Italiano a parte... da quando si sentiva caldo da morto???

    « Ehi...? Sei viva...? »

    Oh, no... che il cielo mi mandi un'ascia bipenne dritta in fronte... non può essere vero! Mi rifiuto di crederlo!!! No, no e no!!!!! Lasciami in pace, stupido essere dal gene monco! Sono morta, cazzo!!!!

    « Se lo sei e riesci a sentirmi, devi solo aprire gli occhi... ♥ »

    ...
    Fanculo.


    Qualcosa di umido le bagnò le labbra, ed immediatamente dopo si sentì dell'acqua alla gola, ed il retrogusto del suo rossetto. Fu in quel momento che la coscienza riuscì a prendere nuovamente possesso delle sue membra stanche -ed ahimè ancora vive- mentre un'improvviso e rapido respiro la portò ad ingozzarsi da sola. I due minuti successivi li passò a sputacchiare tutto ciò che le era entrato in corpo negli ultimi cinque sul mantello del suo salvatore, ma dubito che voi lettori vogliate davvero sapere i dettagli, o anche quanti santi ha buttato giù in pochi secondi fra un colpo di tosse ed un rigurgito, quindi passeremo oltre. Sta di fatto che aprì piano gli occhi azzurri, un attimo accecata dalla forte luce. Si portò l'avambraccio al volto per pulirsi il naso e la faccia, dunque si cimentò in un secondo tentativo, questa volta mettendo a fuoco quello che, aveva ipotizzato dalla voce, fosse un uomo. Improvvisamente tutto si fece chiaro, ma della sua faccia vide ben poco, nascosta com'era da quel cappuccio.
    Però aveva degli occhi fighi.

    -E tu chi cazzo sei? Da dove esci fuori?
     
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    Qualche secondo appena di attesa, e la graziosa fanciulla dai corti capelli scuri -una bellezza che le ricordò la Giustizia- si rianimò all’improvviso e... beh, si animò molto: cominciò a scuotersi in preda alle convulsioni, a sputare e a tossire sul mantello del suo salvatore, il tutto vomitando una fiumana di oscenità che avrebbe fatto concorrenza alla Forza nei suoi momenti di loquacità. Nel complesso, gli sembrò preda di qualche possessione demoniaca. Affascinante.

    « Sì, se viva...! »
    si rispose da solo, sorridendo sotto il cappuccio

    La ragazza, intanto, schiuse lentamente le iridi azzurre come il cielo, e mentre la sua mente si sforzava di mettere a fuoco il suo soccorritore, ella si passò l’avambraccio sulle labbra per ripulirle dalla mistura di acqua, sputo e sabbia che le era colata sul mento.

    -E tu chi cazzo sei? Da dove esci fuori?
    gli domandò la dolce creatura

    « Mi chiamo Isaac, e passeggiavo nel deserto pensando ai fatti miei, quando... »
    replicò disinvolto e querulo il Serpente, abbassando il cappuccio e svelando il volto
    « ...sono inciampato nel cadavere di una bella signorina. ♥ E ho pensato di parlarci. »

    Una folata di vento del deserto catturò la corta chioma dell’uomo, giocando con lisce ciocche di capelli rosso ruggine, e mentre i suoi occhi come ghiaccio la fissavano sorridendo, le sue labbra -seducenti e ben disegnate- si piegarono in una curva sorniona, baciate di nuovo dalla luce del sole.

    « Sai, mi incuriosiva sapere cosa ci faceva qui, in mezzo al niente. »

     
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    « Sì, se viva...! »


    Ottimo spirito di osservazione Sherlock!
    Se non mi metto ad applaudire il tuo acume è solo perchè mi viene ancora da vomitare...

    « Mi chiamo Isaac, e passeggiavo nel deserto pensando ai fatti miei, quando... »

    Nel momento in cui si abbassò il cappuccio, la faccia di Alhandra subì un profondo mutamento. Da sguardo truce, denti digrignati e fronte corrugata tipica di chi riusciva a farsi bastare molto poco per scatenare una rissa, la mandibola smise immediatamente di far forza mentre gli occhi blu si sgranavano di stupore. Se non avesse temuto qualche granello di sabbia portato da quel ventaccio maledetto, probabilmente sarebbe anche rimasta a bocca aperta.
    Un volto riemerso da ricordi ormai dimenticati?
    Un qualche potere rivelatosi solo in quell'istante?
    Un'idea geniale quanto improvvisa?
    No.
    Evidentemente non siete ancora in grado di entrare nella sua testa. Credete davvero che una come lei si possa mai mettere a filosofeggiare su cose dalla dubbia praticità e potenzialmente pericolose per il suo equilibrio gastrointestinale? Oooh, diamine! Da quando il masochismo è una malattia così comune?!?! Ma andiamo con ordine. Idee geniali: da quando non ne aveva una? Fino a quel momento non aveva fatto altro che cazzate, e lo dimostrava come e dove si trovava. Poteri magici? Santo cielo, era un'umana! A parte qualche trucchetto imparato dopo anni di studio non conosceva una beneamata cippalippa di magia, figurarsi riconoscerla. Ed infine, ultimo ma non meno importante, se lo avesse già visto prima, con molta probabilità non se lo sarebbe mai dimenticato.

    « ...sono inciampato nel cadavere di una bella signorina. ♥ E ho pensato di parlarci. »

    Il vento gli smosse i capelli color ruggine, splendida cornice ad un viso affilato ed affascinante su cui due occhi glaciali ed assassini la scrutavano intriganti, illuminati da una strana scintilla che le fece venire la pelle d'oca. Nel momento in cui se lo immaginò ad un addio al nubilato vestito da pompiere, Alhandra giunse rapidamente alla conclusione che era da tanto che non faceva del sesso con uno decente.
    E quello davanti a lei era fottutamente gnocco.
    Immensamente, evidentemente, obbiettivamente gnocco.

    « Sai, mi incuriosiva sapere cosa ci faceva qui, in mezzo al niente. »

    L'ipotetica quanto scenica bavetta che le sarebbe scivolata lungo il lato della bocca si arrestò di colpo, mentre le parole del suo salvatore la riportarono bruscamente con i piedi per terra. Già... cosa ci faceva lì?!?!? In effetti anche lei avrebbe apprezzato una risposta da qualcuno a riguardo, ma evidentemente erano soli.

    -Boh, a dire il vero pensavo di essere schiattata.

    Fece spallucce.

    -Scappavo da uno stronzo che voleva giocare al piccolo macellaio con me, e poi... mi son ritrovata qui.

    Si portò una mano al capo, e prese a grattarsi la zazzera nera e scompigliata.

    -Cioè, non pensar male, eh! Io non mi drogo... avevo solo un pò bevuto, ma in genere quando bevo dimentico tutto, però mi ricordo abbastanza bene la scena... quindi boh, non ho la minima idea di cosa sia successo.

    Detto ciò tornò a guardarlo, vagamente insicura sulla possibilità che credesse ad una versione simile senza mandarla in un manicomio o crederla fatta fin sopra i capelli per poi abusare di lei, anche se in effetti era improbabile che non fosse consenziente...
    Si, insomma, uno così quando ti ricapita???
     
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    L’espressione della giovane si addolcì improvvisamente, abbandonando il cruccio astioso -che doveva averla colta al suo brusco risveglio- in favore di un’espressione ben più sbigottita (da pesce lesso), adorabilmente buffa, nella quale indugiò lungamente... cioè, finché l’ultima domanda del Serpente non la riportò alla realtà del momento.

    -Boh, a dire il vero pensavo di essere schiattata.
    confessò con tono nonchalante, facendo un’alzata di spalle
    -Scappavo da uno stronzo che voleva giocare al piccolo macellaio con me, e poi...
    mi son ritrovata qui.


    Con un lampo di consapevolezza nei suoi gelidi occhi azzurri, Isaac mosse un lieve cenno di assenso col capo, incoraggiandola a continuare e mostrandosi tranquillo e compassato mentre la signorina si grattava pensosamente la testolina, come se non fosse per nulla meravigliato dal contenuto di quella storia... E a conti fatti, era proprio così: ai rapimenti del Maelstorm aveva fatto un po’ l’abitudine, ormai.

    -Cioè, non pensar male, eh! Io non mi drogo... avevo solo un pò bevuto, ma in genere quando bevo dimentico tutto, però mi ricordo abbastanza bene la scena... quindi boh, non ho la minima idea di cosa sia successo.

    « Capisco. Beh, che dire? Una storia affascinante. ♥ »
    commentò affabile, alzandosi in piedi e porgendole la mano per aiutarla a tirarsi su
    « Se mi raccontassi l’ultima cosa che ricordi,
    magari potrei aiutarti a capire cosa è successo. »

    si offrì gentilmente il rosso, senza abbandonare il suo sorriso affettato
    « E, già che ci sei, potresti dirmi il tuo nome... ♥ »



    Edited by Madhatter - 15/9/2012, 19:31
     
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    Quando il tizio le chiese il nome, la ragazza dai capelli corvini e gli occhi blu oltremare rimase un attimo con le labbra semiaperte e lo sguardo da pesce lesso. Dannazione! Aveva passato pochi anni fra Von Liebewitz e Von Kramer e si era totalmente dimenticata come presentarsi ad una persona... segno che di fatto erano proprio messi male, ma tanto loro non ne avevano bisogno, continuando a farsi guerra fra loro e ricorrendo a pugni, lame ed incantesimi ogni volta in cui serviva l'uso della parola. I pochi che amavano parlare, invece, ispiravano istinti omicidi. Oddio, probabilmente in passato non era così, probabilmente esistevano tizi coi controcazzi, ma evidentemente la sua fortuna già ampiamente citata non le permetteva di fare incontri decenti. A dire il vero era un miracolo che si ritrovasse un figo stratosferico al proprio risveglio, ragion per cui iniziò a pensare che ci fosse una fregatura, lì da qualche parte.
    Troppo bello per crederci, soprattutto per lei che soffriva di sfiga cronica ed acuta.

    -Ehm... mi chiamo Alhandra.

    Mugugnò portando lo sguardo altrove con nonchalance così da mascherare il suo imbarazzo, mani in tasca e posa rilassata. In quel momento pensò che infondo fare la spia era stato utile per imparare preziosi dati sul linguaggio del corpo, utili non solo in quel mestiere.

    -E non mi ricordo molto... credo di aver perso i sensi immediatamente. Mi sembra di aver visto qualcosa simile ad un tornado, però... viola. Poi buio, nient'altro.

    Alzò nuovamente le spalle, come da copione per il tipico personaggio menefreghista che generalmente fingeva d'essere.
    E le riusciva molto bene, tra l'altro.
    E poi diciamocelo, voleva anche mettersi in mostra.

    -Tu, invece?
    Posso sapere come ti chiami o ti piace fare il misterioso?

     
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    -Ehm... mi chiamo Alhandra.

    « È un bel nome. »
    la adulò il Serpente, con voce suadente e un sorriso maliardo

    -E non mi ricordo molto... credo di aver perso i sensi immediatamente.
    raccontò la giovane bellezza, infilando le mani in tasca e assumendo un’aria pensosa
    -Mi sembra di aver visto qualcosa simile ad un tornado, però... viola. Poi buio, nient'altro.

    Dopo aver ascoltato con aria comprensiva la sua storia, il giovanotto dai capelli rosso ruggine mosse un lieve cenno col capo, e -accarezzandosi il mento con dita sottili fasciate in un guanto di pelle- schiuse le labbra per buttarle lì un commento.

    « Sì.... Sì, credo di capire: deve essere stato il vortice del Maelstorm a rapirti. »

    Così esordì l’Imperatore... e probabilmente avrebbe allegato anche una spiegazione in breve del fenomeno, se le ultime parole della Naufraga non lo avessero colto di sorpresa, facendogli inarcare un sopracciglio -perplesso- e reclinare il capo da una parte -interrogativo-.

    -Tu, invece? Posso sapere come ti chiami o ti piace fare il misterioso?

    « Oh, beh... Quando mi sono presentato dicendo “Mi chiamo Isaac”... »
    rispose un po’ dubbioso, citando quanto accaduto solo poco prima
    « ...intendevo che Isaac è il mio nome. ♥ »

    E, con l’affabile nonchalance di un gatto, le sorrise.

     
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    « Sì.... Sì, credo di capire: deve essere stato il vortice del Maelstorm a rapirti. »

    Oh, si si! Davvero interessante!
    Se solo avesse capito di cosa diavolo parlava ne sarebbe stata rapita, ceeeerto. In ogni caso era meglio tacere ed annuire, che nella vita non si sa mai. Ne dubitava, ma nulla poteva assicurarle che quel figo allucinante non fosse uno dello stampo di Kashin, ed allora erano cazzi. Si, cazzi, perchè se lei era capace di incappare per ben due volte di fila in tipi simili, allora poteva anche andarsi a sparare, che faceva prima. E soffriva anche di meno.

    « Oh, beh... Quando mi sono presentato dicendo “Mi chiamo Isaac” ...intendevo che Isaac è il mio nome. ♥ »

    ...
    Ok, figura di merda numero uno.
    Oddio, poteva anche essere la due se contava il quasi-vomito sul suo mantello nel momento in cui si era svegliata, ma lì era in parte incosciente, quindi aveva deciso che non valeva. Sta di fatto che doveva uscirne nel modo più dignitoso possibile.

    -Si, certo che sì!

    Disse con aria palesemente insicura, nonostante si sforzasse di fare la figa.

    -Ma ti chiami Isaac e basta? Ad esempio, io ho un cognome: Liadon. Tu ne hai uno o sei stato vomitato dall'ambiente circostante e chi ti ha creato non ha avuto tempo o voglia di darti delle origini?

    Superstoccata ed Alhandra vince!!!!! Che classe, che classe gente!
    Roba da olimpiadi del giro della frittata...
     
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    -Si, certo che sì! ...Ma ti chiami Isaac e basta?
    dopo un attimo di silenzio imbarazzato, la ragazza riprese la parola ostentando sicurezza
    - Ad esempio, io ho un cognome: Liadon. Tu ne hai uno o sei stato vomitato dall'ambiente circostante e chi ti ha creato non ha avuto tempo o voglia di darti delle origini?

    Gli occhi cerulei del viandante del deserto catturarono quelli della fanciulla in un maliardo ammiccamento, cui non fece mancare l’accompagnamento di un sorriso in tralice e una breve risatina divertita: la giovane Alhandra stava straparlando in maniera adorabile... e questo, dalle sue esperienze, voleva solitamente dire che la ragazza in esame stava agilmente tentando la tipica manovra del ribaltamento della frittata, dello scarica-barile... insomma: del rovesciamento dei ruoli.
    Adesso era lui a non essersi presentato a dovere.

    « Oh, ma che sbadato, che sono...! »
    pronunciò con tono di velluto, contemplandola affascinato
    « Ero così preso dal blu dei tuoi occhi che ho scordato le buone maniere. »

    Tra gli Arcani della Corte, lui era l’Imperatore, e in quanto tale aveva troppe -come dire?- “esperienze” con i capricci della volubile Imperatrice per non essere in grado di gestire con profitto quel genere di situazioni; il trucco con le donne di quel temperamento -se di trucco poteva parlarsi- era assicurarsi di non sminuirle: dopotutto, si trattava di un investimento, e chiudere un occhio ogni tanto sulle loro assurdità era un compromesso accettabile per godere dei “benefici” che esso poi portava.

    « Il mio nome è Isaac Laforeze. »

    Si presentò di nuovo, esibendosi perfino in un inchino e prendendo delicatamente la mano di lei nella propria -avvolta nel guanto- per portarsela alle labbra, in un quanto mai squisito baciamano... tutte quelle vezzosità cavalleresche spudoratamente copiate da suo fratello il Sole.

    « Onorato di fare la tua conoscenza, Signorina Alhandra Liadon. »
    riprese, guardandola negli occhi e rimettendosi ben dritto, senza lasciarle la mano
    « Mi permetterebbe di scortarla alla più vicina città? Sa... il deserto -per quanto romantico- non è un posto più sicuro del mondo in cui attardarsi... »

     
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    « Oh, ma che sbadato, che sono...! »

    Perfetto.
    Il tizio l'aveva bevuta: improvvisamente il suo ego prese a gonfiarsi, felice che un paio di anni come spia fossero davvero serviti a qualcosa, oltre ad averla quasi uccisa.

    « Ero così preso dal blu dei tuoi occhi che ho scordato le buone maniere. »

    ...
    No, cioè... ci stava provando?!?!?
    Oddio, non che le dispiacesse a dire il vero, ma non pensava di essere in condizioni tali da risultare anche vagamente intrigante per un esponente dell'altro sesso, ancor più se terribilmente gnocco ed irradiante figaggine da tutti i pori come quello che le sostava innanzi. Santo merluzzo... con uno così ci si sarebbe buttata a pesce!
    Ah-ha... si, il gioco di parole... bello.
    E ringraziate, cari lettori, che la sottoscritta non si sia cimentata in giochi più equivoci, che a parlare di pesci alle tre e mezza di notte si rischia di cadere in metafore ben più raccapriccianti, e sappiamo tutti cosa intendo. E si, magari non ha neanche senso tutto quello che sto scrivendo, ma cosa potevate aspettarvi da una che da piccola guardava le banane in pigiama? Un'innocenza rovinata da frasi ambigue e doppisensi celati insinuatisi nella mia mente, a quei tempi fin troppo simile ad una spugna, e rimasti latenti fino all'adolescenza, lì dove ho iniziato a vomitare esclamazioni di natura dubbia esattamente come Dante faceva coi chiasmi nella Divina Commedia.
    Solo che Dante era più elegante e fumava oppio... io non avevo scuse.

    « Onorato di fare la tua conoscenza, Signorina Alhandra Liadon.
    Mi permetterebbe di scortarla alla più vicina città? Sa... il deserto -per quanto romantico- non è un posto più sicuro del mondo in cui attardarsi... »

    Intanto il volto di Alhandra aveva assunto una curiosa tonalità rossastra, molto diversa dalla sua pelle bianchissima, a tratti quasi cadaverica. In effetti a furia di stare dietro Kashin si finiva per dimenticarsi certe cose come la sublima arte dell'accoppiamento, e sul momento non le venne nulla di intelligente da dire. Sapeva solo di sentire caldo, e che stava per fare un'immensa cazzata.

    -Oh, si... credo di sentire caldo...

    E così sarebbero partiti.
     
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    -Oh, si... credo di sentire caldo...

    L'appannato sguardo illanguidito della giovane, e il rossore acceso che le si era disteso sulle guance esangui, diceva chiaramente che la lusinga -il veleno preferito di quel Serpente- stava facendo presa sul cuore della sua appetitosa preda... ma poiché la seduzione è un’arte basata sull’intrigo, il rosso preferì maliziosamente vestirsi di innocenza, e mentre il suo volto bello e affilato indossava la maschera della più sincera preoccupazione, con un gesto cavalleresco si tolse il mantello per deporlo sulle spalle della ragazza.

    « Oh, cielo: temo ti stia venendo un’insolazione, stando ferma qui in mezzo al nulla! »
    mormorò suadente la sua voce di velluto, mentre le mani sottili le sollevavano il cappuccio sul capo -sfiorando casualmente la frangia corvina- per far sì che il tessuto fresco e leggero la proteggesse dalla calura
    « Sarà il caso di affrettarci a trovarti un posto più comodo e confortevole dove riposare! ♥ »

    Dov’è la seduzione, vi chiedete?
    Ma naturalmente nell’abbigliamento succinto e attillato che Isaac indossava al di sotto: un completo che aveva tutta l’aria di essere di pelle o cuoio brunito, e che -oltre a lasciar poco spazio all’immaginazione- metteva ben in risalto il fisico snello e atletico, facendo bella mostra di altorilievi di muscoli scolpiti ma non troppo pronunciati, così da farlo risultare sinuoso ed elegante anche nella sua quasi nudità.

    « Chiederò aiuto ad un mio amico... »
    annunciò con tono premuroso, mentre le voltava le spalle per rivolgersi al deserto
    « ...faremo molto prima. »

    Il rito di evocazione fu pressoché istantaneo: al giovanotto basto tendere la destra davanti a sé ed eseguire un aggraziato movimento con la mano perché -all’improvviso- una lucciola bianca comparsa dal nulla cominciasse a mutare, divenendo una fatua fiammella prima, ed un lampo abbagliante poi; un istante dopo, quando l’effetto pirotecnico si fu esaurito, una specie di grosso rettile bianco era comparso ad una manciata di metri da loro... e se ne stava immobile e col lungo collo disteso e abbassato quasi a sfiorare la sabbia, accucciato sulle zampe e con le ali spiegate graziosamente ai lati del corpo sinuoso come se stesse esibendosi in un inchino.

    « Non c’è nulla da temere. »
    assicurò, voltandosi a sorriderle e tendendole la mano guantata per scortarla a bordo
    « E’ ben disciplinato, e poi... garantisco io per la tua incolumità. ♥ »


    Gli abiti che Isaac indossa sono quelli che puoi vedere nell’avatar :pft: Mentre la creatura è quetta :win:

    Sky - [IMG] Nonostante la prima impressione porterebbe ad imparentarlo ai Draghi, Sky mostra appena una pallida somiglianza con quei grandi rettili dominatori del cielo; infatti, il Dragofalco se ne discosta innanzitutto per la taglia, di molto più ristretta di quella dei colossali sputa-fuoco.
    Il maggior tratto caratteristico risiede nelle particolarissime scaglie che a tratti ricordano delle piume, soprattutto per quelle presenti alla radice della coda da rettile, sopra la quale spiccano, disposte a ruota, delle visibili delle “penne timoniere” recanti ciascuna l’iscrizione di una runa.
    Sky è stato forgiato per avere dalla sua la massima grazia e fluidità in ogni movimento e la più perfetta agilità in tutte le sue manovre aerodinamiche.
    Completamente bianco, questo Diavolo Innocente raggiunge una lunghezza complessiva di 5 metri, dal muso alla punta della coda cuneiforme, e un’altezza di 2; presenta una testa squadrata in cima al collo allungato e flessuoso, e delle ampie, bellissime e forti ali bianche.
     
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    Gameaccount di Drusilia Galanodel

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    Ok, Bene.
    Premettendo che a differenza del post precedente non siamo alle tre e mezza di notte ma nel pieno pomeriggio (dunque in fascia protetta), non mi soffermerò sui pensieri tremendamente sconci che passarono per la testa di Alhandra nel momento in cui Isaac le fece vedere cosa ci fosse sotto il mantello. Che poi, amici miei, Alhandra esiste davvero, ed anche se io non ho la più pallida idea di cosa davvero le passa nella testa fin nei dettagli più scabrosi, mi basterebbe farle leggere il post per venire a saperlo e no, oggi è giornata relax e soprattutto... stanotte voglio dormire. Dunque, per il bene del vostro pudore e della mia sanità mentale, mi limiterò a descrivere la faccia di Alhandra durante i pensieri più hard ed ovviamente a rispondere a quel mammamiachefigoallucinante di Isaac.

    « Oh, cielo: temo ti stia venendo un’insolazione, stando ferma qui in mezzo al nulla! Sarà il caso di affrettarci a trovarti un posto più comodo e confortevole dove riposare! ♥ »

    Disse lui, avvicinandosi a lei e mostrandole tutto quel ben di Dio. E si, era terribilmente da stronzi farlo quando dall'altra parte si era all'asciutto da mesi, e sappiamo tutti di cosa. Non a caso Alhandra lo fissò con uno sguardo che sembrava voler dire "in realtà un posto credo di averlo già trovato, ed è..."
    Censura. Censura. Censura.
    Santo cielo com'è difficile giocarla senza diventar volgari!
    Che poi io faccio la figa e l'incorruttibile, ma tanto prima o poi ci ricasco, e via con le volgarità ed il trash. Peccato però che con Alhandra manca lo splatter, altrimenti potevo trovarmi qualche fan di film horror di serie B. E fidatevi, ce ne sono tantissimi in giro. Magari anche tu che leggi lo sei, ah? Ma torniamo alla nostra coppia preferita!

    « Non c’è nulla da temere.
    E’ ben disciplinato, e poi... garantisco io per la tua incolumità. ♥ »

    Sul volto di Alhandra si delineò un sorrisetto che tutto sembrava tranne che dolce, traducibile con il prima citato "pensiero hard".

    -Oh, beh... se garantisci tu...

    Si avvicino a quel... coso... e lanciò un'occhiatina maliziosa al suo padrone.

    -Mi spieghi come si cavalca?

    Ecco, l'ho fatto.
    Anzi, lo ha fatto lei, ma l'ho scritto io, che poi detta così è ancora peggio di quel che volevo rendere ma vabbè... che il cielo abbi pietà di me. E di Alhandra, che ne ha seriamente bisogno, oltre ad una collana di cornetti per scacciare il malocchio. E questo perchè accontentarsi non serve a nulla quando lo scrittore che guida le tue azioni ti ficca, volente o nolente, in situazioni orribili, e ti fa conoscere personaggi ancora peggio.
    Se questa non è sfiga, Alhandra è una donna di classe.
     
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    -Oh, beh... se garantisci tu...
    replicò la ragazza, arricciando le labbra in un sorrisino malizioso e avvicinandosi
    -Mi spieghi come si cavalca?

    Piegando le labbra ben disegnate allo stesso modo, il giovane dai capelli color ruggine si limitò a reclinare il capo da una parte e a rispondere all’ammiccamento, prima di arrampicarsi in mezzo alle scapole del suo drago-falco e porgerle la mano per issarla in groppa accanto a sé... o, per meglio dire su di se: praticamente, la teneva sulle ginocchia.

    « Oh, non è affatto difficile: a me piace molto cavalcare...! ♥ »
    ribatté prontamente, con la stessa giuliva disinvoltura
    « Basta prendere confidenza con la belva: il contatto fisico è molto importante...
    Poi, non resta che seguire la corrente... entrare in sintonia... trovare il proprio ritmo... »

    replicò affabile e paziente, come ci si aspetterebbe da un affascinante istruttore
    « Sono sicuro che ti verrà molto naturale...! ♥ »

    La creatura si levò aggraziatamente in volo con un solo poderoso battito d’ali, e mentre volute di sabbia si levavano a formare un polverone, i metri tra i due e la distesa rovente delle rovine di Daleli crebbero fino a consegnarli alle nubi.

    png

    La traversata a dorso di drago non fu troppo lunga: giusto il tempo di sorvolare la distesa desertica dello Yuzrab ed atterrare all’ingresso dei cunicoli che li avrebbe condotti fin nel ventre della Tana merovisha, e furono di nuovo con i piedi per terra; la creatura era stata congedata così come era apparsa, e -con i modi galanti di un perfetto cavaliere- il Serpente aveva condotto la giovane per il dedalo di gallerie sotterranee.

    L’aveva scortata fino ad un pittoresco locale del posto, la cui insegna scalcagnata recava il nome “Quinta Bolgia”, e con aria da uomo di mondo aveva chiamato il garzone -un ragazzotto albino con l’aria da sbarbatello- ordinando diverse chicche da intenditore della Tana... così, eccoli là, seduti ad un tavolo imbandito con il cibo migliore che si potesse reperire laggiù e il torcibudella meno schifoso che l’oste potesse fornire.
    Romanticamente a lume di candela, naturalmente.

    « Dimmi, Alhandra... hai gradito la nostra cenetta? ♥ »

     
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    E' mezzanotte e tutto va bene.
    E no, non parlo dell'orario in cui scrivo, anche se pure in real è notte inoltrata. Qui parliamo della nostra eroina Alhandra, tratta in salvo da un valoroso principe azzurro rosso in sella al suo cavallo bianco alla sua "belva". E si, ho colto, ho colto. Ci mancherebbe se non ho colto. Come se da questo lato non capisca i doppi sensi... infondo sono io la mente malata che ha creato Quarion, no? Anche se devo ammettere che l'idea di un maschietto pazzerello e birbante come il gemellino di Drusilia l'ha avuta zio Fitz prima di me, e da lui l'ho ereditata. Ma non divaghiamo, che altrimenti si fa notte sul serio e io domani dovrei andare in facoltà.
    Dicevamo... era mezzanotte e tutto andava bene.
    Alla luce delle candele puzzolenti (?) e mezze sciolte di un locale popolato ma dal dubbio gusto ed il concetto di igene praticamente inesistente che prendeva il nome di "Quinta Bolgia", Alhandra si ritrovò a mangiare un pò di cibo della casa e, sebbene l'ambiente le avesse dato sulle prime una cattiva impressione, quello che Isaac ordinò fu davvero buono. O forse faceva schifo ma la fame aveva coperto tutti i sapori... chissà. In effetti questa idea non sarebbe stata poi così assurda considerando gli eventi degli ultimi giorni, ma lei preferì pensare di essere in compagnia di un cavaliere buongustaio e dall'indiscutibile potere politico e sociale. Che poi, in materia di fascino, non poteva certo dirgli contro: uno come quello il fascino lo usava per pulirsi le mani e non solo, giusto per dare l'idea della quantità di materia prima. A pensarci bene non potè non immaginarselo detentore di qualche particolare carica di spicco: capitano di un qualche esercito privato, nobile ereditiero dagli immensi possedimenti o chissà, l'imperatore di un regno alternativo. Infinite erano le possibilità perchè infinito era l'immaginario di una ragazza... erotico o meno.

    « Dimmi, Alhandra... hai gradito la nostra cenetta? ♥ »

    Disse Isaac con voce vellutata e sensuale.
    Ad Alhandra, intanto, scappò un rutto.

    -L'ultima volta che ho mangiato del buon cibo con un tipo figo come te mi son ritrovata minacciata di morte con uno spadone divora-anime alla gola.

    Ingoiò sonoramente l'ultimo goccio di torcibudella rimasto, poi si rese conto che forse quello era un commento poco delicato.

    -A parte questo, beh... il posto è ganzo. Puzza un pò ma l'importante è la compagnia!

    Terminò sorridendo furbetta e posando forchetta e coltello sul tavolo.
     
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    In risposta alla sua richiesta, la giovane dagli occhi blu fiordaliso si esibì in un non troppo signorile rutto, ma... sorridendole con cordialità, il Serpente lasciò correre: dopotutto, era anche di quei modi un po’ rozzi che quella fanciulla componeva il suo singolare fascino.

    -L'ultima volta che ho mangiato del buon cibo con un tipo figo come te
    mi son ritrovata minacciata di morte con uno spadone divora-anime alla gola.


    « Niente del genere con me: puoi stare tranquilla...! ♥ »
    garantì l’uomo alzando le mani mentre Alhandra scolava l’ultima bottiglia

    Ed era vero: quello con la spada divora-anime era Gain...ma il suo nerboruto compagno di squadra -a quell’ora- doveva già presumibilmente essere in viaggio, a sua volta in direzione dell’oasi dello Yuzrab.

    -A parte questo, beh... il posto è ganzo. Puzza un pò ma l'importante è la compagnia!
    la ragazza gli rivolse un sorriso furbetto e depose le posate

    « Allora, visto che con me sei stata bene come non ti capitava da tempo... »
    esordì, prendendole delicatamente una mano, senza smetterle di sorriderle
    « ...non credi che mi meriterei un piccolo premio? ♥ »

    Incatenando le penetranti iridi di ghiaccio allo sguardo blu della sua ospite, Isaac portò la pallida mano di Alhandra alle labbra, sfiorandole appena la pelle con quel tocco lascivo: un dolce veleno distillato dal bacio del Serpente, per rendere più allusivo il tipo di ricompensa cui avrebbe ambito.

     
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