[EM] Bracci di pietra

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  1. _MajinZ_
     
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    Era passata qualche settimana da quando il braccio di Dimitriy era stato tramutato in pietra e quel sortilegio non sembrava avere termine, almeno con i metodi tradizionali, ovvero attendere... ma non ci furono risultati soddisfacenti. L’assassino se ne stava seduto sul suo letto all’interno del suo appartamento e fissava il braccio avvolto dalle granitiche sfumature grigiastre, con la mano rimasta nella posizione in cui aveva afferrato la mano di quella donna che l’aveva preso in giro, sfruttando la sua fiducia e ripagandolo in quel modo tanto infido. Purtroppo in quelle condizioni non poteva svolgere al meglio i suoi compiti, oltre che appesantito doveva agire con un braccio in meno e in certe situazioni non era di certo un vantaggio avere un arto in quello stato.
    Aveva una sola opportunità per fare qualcosa, un solo aiuto per provare a spezzare quel sortilegio che l’aveva ridotto in quello stato e... quell’opportunità non gli piaceva per nulla.
    Non lui... maledizione.
    Mormorò a denti stretti il biondo, nascondendo poi nel guanto bianco la mano paralizzata, alzandosi infine dalla sua posizione per dirigersi verso una sedia, sulla quale era appesa la sua giacca. Una volta indossata, il ragazzo si diresse verso la porta e lasciò il suo appartamento, incamminandosi così verso il Distretto della Fame, dove si trovava la sua unica speranza. Non era contento di questa situazione, non gli piaceva quella persona e avrebbe preferito non incontrarla, ma purtroppo non poteva fare altrimenti: quella era la sua unica speranza per riavere il suo braccio sinistro e non poteva fare altro che fidarsi di quello scienziato da strapazzo.
    Le vie del Bazar erano relativamente sgombre a quell’ora, infatti il momento più caotico era passato da un pezzo ma ovviamente le vie della Tana non erano quasi mai del tutto libere, c’era sempre qualcuno, soprattutto nei vicoli. Comunque, aveva dato appuntamento a quello che doveva essere il suo collega Eversore alla Quinta Bolgia, non era un luogo dove il biondo si recava spesso, ma era pur sempre come una casa per gli Eversori e dimora di uno dei loro Capi. In poco tempo, comunque, l’assassino giunse nel luogo prestabilito e senza indugiare spinse la porta, entrando quindi in quel locale, storcendo subito il naso a causa dell’odore dell’alcool... non lo sopportava proprio. Mosse qualche passo verso un tavolo in un angolo, ignorando completamente tutti gli avventori del locale, prendendo posto in quell’angolo in penombra, quasi ad occultare completamente la propria presenza. Farsi vedere in giro con certe persone poteva portare a risultati controproducenti.
    Comunque, una volta preso posto, il ragazzo attese l’arrivo di quello strano scienziato, sperando che potesse aiutarlo a superare il suo problema anche se in realtà aveva più di un dubbio sulla riuscita dell’operazione... ma purtroppo non aveva alternative.

     
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  2. ~Steel
     
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    Parlato Calisto


    Varcò la soglia con passo sicuro, avanzando giusto di qualche passo verso il centro della sala. Non era un assiduo frequentatore della Bolgia, invero, vi faceva un salto giusto una o due volte a settimana quando voleva ammazzarsi di alcol e spendere soldi al gioco d'azzardo; anche così, però, la sua sola presenza bastava a far voltare alcuni occhi curiosi da un'altra parte, a chiudere alcune bocche e frenare qualche imprudenza: non perché fosse famoso, certo, ma perché la sua pelle riportava il marchio degli Eversori.
    Si guardò per un po' intorno, come a cercare qualcosa in mezzo a quel guazzabuglio di uomini e sedie e tavoli, finché i suoi occhi smeraldini non caddero su un tavolino, nascosto nella penombra, alla quale era seduto un giovinotto dai capelli del platino. Ghignò divertito, mentre un lampo sinistro attraversava il suo sguardo, poi si fece rapidamente largo tra il caos, afferrando una sedia e prendendo posto in fronte al giovane.

    Se volevi parlare con me potevi semplicemente passare dal laboratorio, non ti avrei fatto nulla di male, davvero.

    Gli disse con fare innocente, mentre si sistemava gli occhiali e afferrava una sigaretta riposta nella tasca dei pantaloni.

    Quel giorno il Dottore aveva ricevuto un messaggio di Dimitiy/Platinette, che gli aveva chiesto di incontrarlo alla Bolgia la sera stessa; non aveva specificato altro, ma Calisto aveva già una chiara idea del perché si trovasse lì. Il biondino doveva essersi finalmente deciso a chiedergli aiuto per quel problemino al braccio, non perché si fidasse di lui, chiaro, ma probabilmente perché era l'unico a cui potesse chiedere. Quale che fosse la ragione, non gli interessava, se anche l'avesse sfruttato solo per farsi le seghe, avrebbe fatto il possibile per aggiustargli l'arto.
    Perché? Perché era divertente.
     
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  3. _MajinZ_
     
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    Passò una manciata di minuti, forse mezz’ora, ma alla fine l’attesa del giovane Dimitriy ebbe termine, visto che la porta della Bolgia si spalancò, rivelando la figura dello scienziato che stava molto simpatico all’assassino e soprattutto si fidava ciecamente di lui. Ma anche no. Il russo lo individuò subito dalla sua posizione strategica, da quell’angolo in penombra si poteva tenere sotto controllo l’intero locale passando quasi totalmente inosservati. Infatti Calisto ci mise un po’ per individuare il sicario, passando in rassegnaa qualche volto a destra e a sinistra, prima di incontrare quello neutro e privo di emozioni del biondo, il quale ricambiò l’occhiata smeraldina con la sua azzurra e gelida.
    Quello sguardo non piacque molto all’Eversore, solo Dio poteva sapere cosa passasse nella mente di quell’uomo e Dimitriy già rabbrividiva al solo pensiero di cercare qualcosa li dentro. Era meglio restarne fuori e concentrarsi sul suo problema. Una volta superato il casino della locanda, l’uomo si avvicinò all’angolo in ombra e afferrò una sedia, sedendosi quindi davanti all’assassino.
    Se volevi parlare con me potevi semplicemente passare dal laboratorio, non ti avrei fatto nulla di male, davvero.
    Esordì il dottore con fare innocente, mentre si sistemava gli occhiali e prendeva una sigaretta dalla tasca... non bastava il puzzo di fumo che intossicava il locale, doveva sorbirsi pure un pazzo scatenato che gli fumava proprio davanti. Il mondo era proprio ingiusto. Comunque, lasciando perdere l’odio per il fumo del ragazzo di Mosca, era giunto il momento di parlare della questione più importante, quella per cui aveva convocato lo scienziato in quel luogo sicuro, molto più sicuro del suo laboratorio dove non ci avrebbe messo piede neanche morto.
    Preferisco questo posto, lo trovo più familiare.
    Mentì, ovviamente, ma mantenne una faccia imperscrutabile con la sua solita espressione che non lasciava trasparire nessuna emozione, come un manichino privo di anima. Una volta pronunciate quelle parole, però, il ragazzo prima di continuare a parlare sollevò il braccio sinistro e lo posò sul tavolo, producendo un suono che un normale arto non produceva, questo era poco ma sicuro. Comunque, una volta fatto ciò, il biondo si tolse il guanto e lasciò che il grigiore di pietra della sua mano diventasse visibile, così come il resto dell’avambraccio una volta sollevata la manica della giacca.
    Come vedi ho un piccolo problema con...questo.
    Disse il russo osservando il suo braccio, per poi riportare lo sguardo sullo scienziato.
    Qualche tempo fa ho avuto uno spiacevole incontro con una... gorgone. La stronza mi ha lasciato questo regalo abbastanza fastidioso e, purtroppo, non so come disfarmene.
    Per questo ho bisogno di te.

    Gli ci volle uno sforzo immane per pronunciare quelle ultime parole, non era molto contento dell’idea di dipendere da qualcuno, ma in quel momento non poteva fare altrimenti.
    Le normali cure non funzionano, ne sono certo: non ci ho neanche provato.
    Mi serve qualcuno che abbia qualche conoscenza in più e probabilmente questa persona sei tu.
    Puoi fare qualcosa?

    Domandò infine il ragazzo, fissando il suo interlocutore negli occhi in attesa di una risposta che sperava fosse positiva, non ne poteva più di quel braccio e voleva farlo tornare alla normalità nel più breve lasso di tempo possibile.

     
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  4. ~Steel
     
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    Parlato Calisto


    Era piuttosto evidente che il russo non lo tenesse in gran riguardo, forse per un'inspiegabile impressione di irresponsabilità e insania che il Dottore pareva suscitargli. Suvvia, in fondo cosa aveva mai fatto per farlo dubitare di lui? Bé, forse quella volta col costume da Indiana Jones... o quando aveva fatto il pazzerello con il carro... o quando era uscito matto alla nave precipitata... Ma no, queste cose non centravano! Probabilmente era semplicemente prevenuto, magari era uno di quelli con la paura dei dottori, con la fobia delle siringhe e tutto il resto. Sì, doveva essere così.
    Pensandola in questi termini, era ovvio che il giovanotto lo trattasse con distacco, anche con sfiducia, ma Calisto non poteva certo commiserarlo, perché in fondo riusciva a capirlo. Anche lui c'era passato, e ricordava con orrore quel periodo in compagnia di nazisti gay e scienziati con l'hobby della vivisezione. Ammirava dunque il coraggio che il biondo era riuscito a raccogliere per chiedere il suo aiuto.
    Sorrise benevolo, quasi amichevole in risposta alle parole di Plati, che non riusciva del tutto a nascondere lo sforzo di nascondere il suo timore (?). Successivamente, quando l'assassino posò il braccio sul tavolo e scoprì la maledizione infertagli, il Dottore restò per qualche tempo inerme a fissarlo, appoggiando il mento sulla mano che reggeva la sigaretta; dopo diversi attimi di silenzio mormorò a labbra serrate, poggiando la mano libera sull'avambraccio pietrificato.

    Vediamo un po'.

    Disse con fare inespressivo.

    In quel momento, nel punto di contatto con la sua mano, la carne pietrificata cominciò a riprendere il proprio colore e la propria consistenza, come una macchia che si diffondesse per tutto l'arto.
    Fin da quando aveva scoperto il segreto di quel braccio il Dottore si era soffermato a pensare su come avrebbe potuto guarirlo. Aveva già ipotizzato che potesse essere stato il frutto di una qualche magia, e questo rendeva le cose più complicate, perché come aveva già detto il biondino, normali cure non avrebbero funzionato. A quel punto lo scienziato aveva soppesato diverse idee, procedure che potessero avrebbero risolto il problema: dalla più drastica, l'amputazione, alla più banale, che si basava su una semplice trasmutazione alchemica.
    C'era una piccola possibilità che la ricostruzione della carne, a partire dalla pietra, avrebbe ridonato funzionalità al braccio, ma questo era possibile unicamente se il danno fosse stato superficiale, cioé se non coinvolgesse nervi e osso: la trasformazione dei tessuti in pietra era una cosa semplice, ma la trasformazione di pietra in tessuti... quello richiedeva ben altro che qualche semplice trucco alchemico.

    Prova a muoverlo.

    Chiese infine, ben poco convinto, quando l'intero arto era ormai tornato al suo aspetto naturale e la sua mano già si era separata da quella del russo.



    Non sto a quotare la tecnica che non c'ho voglia, basti sapere che è un basso/medio di un turno che ha trasformato la pietra in carne. :sisi:
    Tuttavia, come descritto, l'intera struttura dei nervi, vene ecc. era troppo complicata per essere riprodotta con una semplice tecnica, perciò interpreta come ti pare l'entità della "cura". Comunque l'esito non sarà soddisfacente.
     
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  5. _MajinZ_
     
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    Calisto sorrise alle parole di Dimitriy, ma non era di certo ciò di cui il biondo aveva bisogno in quel momento: gli servivano cose concrete, non facce simpatiche. Infatti non ricambiò neanche quell’espressione, mantenendo quella che aveva nel momento in cui espose tutta la faccenda. Finalmente qualche istante dopo, lo scienziato posò lo sguardo sul pietroso braccio del russo, il quale attese in religioso silenzio che il suo compare riuscisse a venire a capo della questione, anche se era abbastanza sicuro che quella situazione non avesse una facile soluzione, altrimenti non avrebbe avuto bisogno dell’aiuto di quell’uomo.
    Il dottore, però, aveva assunto l’espressione di uno che ne sapeva molto e una volta posata la mano sul freddo arto, iniziò a fissarlo pensoso. Subito dopo il grigiore del braccio iniziò a venire meno, lasciando spazio al colorito normale e chiaro del russo, il quale osservò il risultato di quel semplice tocco... Calisto si era rivelato un po’ meno incapace di quel che aveva previsto Dimitriy, che però non si scompose più di tanto, restando calmo e tranquillo. Ovviamente non bastava così poco per guarirlo, lo sapeva benissimo e non si era illuso, ma vedere la sua mano tornare normale lo rallegrò un po’: si poteva fare comunque qualcosa, non era completamente perduto. L’idea di un’amputazione non gli piaceva particolarmente, voleva salvare il suo braccio.
    Comunque, dopo aver assistito a quel piacevole spettacolo, Dimitriy obbedì alle parole del dottore e provò a muovere la mano, ma ciò che ottenne fu veramente poco. Le dita si mossero appena ed era come se qualcosa le avvolgesse impedendo di muoverle correttamente e il solo stringere la mano era qualcosa di dannatamente faticoso, tanto che il biondo riuscì a muoverle di una manciata di centimetri a costo di parecchie energie... non era certo così che lo rivoleva.
    Niente, non riesco a muovere nemmeno un muscolo.
    Il braccio era tornato normale ma muoverlo era praticamente impossibile, era come se la pietra fosse diventata semplicemente invisibile ma il suo effetto era ancora presente. Sicuramente serviva qualcosa di molto più potente per guarirlo, ma era quasi sicuro che lo scienziato avesse le capacità per farlo tornare alla normalità, bisognava avere un po’ di pazienza.
    Che hai in mente?
    Chiese infine il russo, spostando lo sguardo dal suo arto agli occhi smeraldini del suo interlocutore, ancora una volta in attesa di una risposta. Purtroppo in quel momento lui non poteva fare molto, quello esperto era Calisto e Dimitriy doveva ascoltare ciò che il collega aveva da dire. E se voleva davvero guarire, doveva mettere da parte ogni perplessità e fidarsi dello scienziato.

     
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  6. ~Steel
     
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    Parlato Calisto
    Parlato Dimitiy


    Come temeva, quel misero tentativo che aveva fatto per aggiustare il braccio del platinato, era servito giusto a donargli un aspetto più "roseo". Per quanto il russo tentasse e si sforzasse non riusciva neppure a stringere il pugno, figuararsi a muovere l'intero arto. Questo significava che la mutazione era diffusa per l'intera struttura dei tessuti interni, nervi e forse ossa compresi, il che rendeva tutto decisamente più complesso, ma anche affascinante.

    Che hai in mente?

    Non rispose alla domanda dell'eversore, non verbalmente almeno, ma da come fissava quel braccio, col fare da scienziato con una propria cavia, si intuiva che di cose per la mente ne avesse diverse. Quale che fosse la malsana o bizzarra idea che gli frullasse per la mente di quando in quando, però, non avrebbe potuto fare niente di concreto fintanto che fossero rimasti lì seduti a chiacchierare: aveva bisogno dei suoi strumenti.

    S'alzò in piedi di scatto, tenendo salda la cicca in mezzo alle labbra, per poi lanciare un'occhiata ansiosa al compagno.

    Noi adesso ce ne andiamo nel mio laboratorio. Ti spiego per la strada alcuni progettini interessanti.

    Quindi, senza indugiare né dar segno di voler attendere una qualche risposta, indicò la porta con un gesto della mano e rapidamente prese a farsi largo in mezzo al salone, in direzione dell'uscita.
    Forse Plati era ancora in tempo per sfuggire alle grinfie del Dottore, stava a lui decidere se richiare di seguirlo.


    Per inciso, tempo di uscire dalla Bolgia e l'effetto della trasmutazione dovrebbe terminare. :sisi:
     
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  7. _MajinZ_
     
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    Dimitriy non ricevette nessuna risposta alla sua domanda, anche se lo sguardo dello scienziato valeva più di mille parole. I suoi occhi fissavano il braccio del biondo con fare assorto, pensando chissà a quali progetti distorti da applicare alla sua nuova cavia che mostrava dei sintomi così particolari che avrebbero incuriosito chiunque, soprattutto un dottore un po’ toccato che si faceva di “rosmarino”. Ovviamente il russo non si fidava per niente di quelle idee, anzi, una parte di se non voleva neanche sapere quel che aveva in mente Calisto, ma per questa volta doveva sforzarsi e fidarsi di quello li, sperando di poter utilizzare ancora il braccio una volta trovata la cura. No, non voleva tagliargli la testa.
    Comunque, dopo qualche attimo, il dottore si alzò di scatto dalla sedia e l’assassino seguì i suoi movimenti con lo sguardo, coprendo nello stesso istante il braccio pietrificato. Il suo interlocutore nel frattempo lo invitò a raggiungere il suo laboratorio, esponendogli per la strada diversi progetti a suo dire interessanti per sistemare quel braccio e, per quanto fosse restio a muoversi, anche il sicario si tirò su e annuì a quelle parole, seguendo quindi l’uomo verso la porta della Bolgia e quindi all’esterno.
    Come già detto non gli piaceva l’idea di seguire quel tizio così poco rassicurante, però il biondo non voleva neanche rischiare di schiattare in missione per colpa di un braccio completamente inutilizzabile e cosa più importante doveva ancora ritrovare chi l’aveva ridotto in quello stato per fargliela pagare, visto che non si era di certo dimenticato di lei. Aveva giusto una chicca da mostrarle pochi istanti prima di ucciderla, una nuova tecnica studiata apposta per lei... ma questo era un altro discorso.
    Alla fine però Dimitriy decise di seguire quel pazzo scatenato, non aveva nulla da perdere e restare con o senza quel braccio era sempre una brutta situazione, quindi doveva fare qualsiasi cosa per riaverlo indietro o per sbarazzarsene, una delle due. Il giovane non aveva fatto progetti strani dentro la sua testa, avrebbe semplicemente reagito di conseguenza alla situazione che il destino gli avrebbe messo davanti, senza farsi troppi problemi. Mentre usciva fuori, comunque, la sensazione di insensibilità del braccio tornò a farsi sentire, visto che la pietra era tornata a prendere pieno possesso dell’arto, facendo così storcere la bocca all’assassino. Voleva mettere fine a quella questione il più presto possibile.

     
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  8. ~Steel
     
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    Parlato Calisto


    Uscendo dalla Bolgia si scontrò con un magro ometto che in quel momento stava cercando di entrare, per la fretta che aveva nemmeno accennò a scusarsi, girandosi appena per assicurarsi che il biondo lo stesse seguendo; mentre i due si allontanavano, le urla dello sconosciuto si perdevano nel nulla.
    La nave in cui era sito il laboratorio non era molto distante dal distretto, ma avrebbero dovuto attraversare l'intera zona commerciale, che, benché non fosse l'ora di punta, era ancora piuttosto affollata. Appena svoltato sulla destra, il duo si ritrovò immerso in una via affollata di botteghini e gente indaffarata; la maggior parte dei commercianti stava smontando le proprie tende e baracche, ma ancora diversi carretti e casse ostacolavano il cammino.
    Il Dottore prese fiato, poi diede segno a Platinette di seguirlo e riprese a camminare, con tanta fretta da voler dare l'impressione di correre. Nel mentre che schivava questo o quello, alternando frammenti di discorso e sbuffi di fumo, lo scienziato prese a parlare rapido e fitto, evidentemente senza curarsi se il russo riuscisse o meno a seguire il filo delle parole.

    Dunque, ascolta bene che non ho molta voglia di ripetere. Per come la vedo hai tre alternative possibili per levarti quel fastidio, e tutte comportano un certo ammontare di lavoro e rischi, perciò non lamentarti.

    Un veloce scarto sulla sinistra per evitare l'energumeno con la mazza.

    Alternativa numero uno. Ti fai amputare quel braccio delle palle e io lo sostituisco con un arto bionico dacisamente fighissimo. Come vantaggi avresti un braccio con prestazioni decisamente elevate rispetto ad un braccio umano, di metallo, che quindi potrebbe fermare spade e simili; si potrebbe inoltre equipaggiare con diversi piccoli armamenti, di quelli divertenti da progettare ed usare. Inconvenienti: sarebbe praticamente insensibile e ti ci vorrebbe un po' per imparare ad usarlo. Dell'aspetto non c'è di che preoccuparsi, posso renderlo identico ad un normale braccio umano all'esterno.

    Continuava a camminare a passo spedito, davanti al russo, parlando a raffica senza neppure accertarsi che questi lo stesse ascoltando o quantomeno seguendo.

    Alternativa numero due. Volendo fare una cosa decisamente tamarra e che eviti l'amputazione, potrei ricostruire interamente il braccio su base alchemica, stabilizzando la trasmutazione con l'impianto di un cristallo di mana. Ricreare in questo modo il tuo vecchio braccio sarebbe troppo difficile, ma potresti avere un arto chimerico, con artigli, lame da tutte le parti, o qualunque altra cazzata ti passi per la testa. Vantaggi? Ovviamente la figaggine di avere un braccio mutante; poi visto che la sua struttura organica è determinata da un circuito di energia, non solo avrebbe grandi potenzialità in fatto di prestazioni, ma potresti anche trasformarlo in un'arma o qualcosa di simile. Tuttavia ci sono due piccoli problemini: primo, per mantenerlo stabile devi ricaricare il cristallo di mana con energia sufficiente, almeno due o tre volte la settimana; secondo, non sarebbe esattamente bello da vedere, cioé, è un braccio un po' mostruoso non puoi aspettarti di meglio.

    Si mise le mani in tasca, rallentando appena il passo mentre finalmente la strada in fronte a loro si faceva più sgombra, agevolando così il passaggio.

    Terza e più noiosa scelta. Tramite lo scanning dell'altro braccio sano, creo un simmetrico modello per il braccio sinistro, completo dei fasci nervosi, vie dei capillari e intera rete dei tessuti. Da questo modello posso creare un braccio artificiale in laboratorio, tagliarti il tuo e ricostituirlo, oppure intervenire per microchirurgia e stimolazione biochimica per revitalizzare in situ le cellule del braccio, evitandoti l'amputazione. In entrambi i casi riavresti il tuo normale, noioso braccio umano, senza figaggini di sorta. Questa però sarebbe una via decisamente lenta: ci vogliono giorni e settimane per coltivare un braccio umano, ed altrettanto tempo per seguire la terapia di rivitalizzazione chirurgica. Inoltre questo è anche il metodo più doloroso, perché gli impulsi nervosi devono essere completamente riallacciati, l'osso ricostituito e i muscoli rinforzati, il tutto con dinamiche piuttosto lente.

    Quindi finalmente il Dottore smise di parlare, sputando in terra il mozzicone esaurito di sigaretta e voltandosi ad affacciare il giovane. Ormai erano arrivati davanti al relitto dell'incrociatore, non rimaneva altro che entrare e salire al laboratorio; prima, però, Calisto avrebbe atteso di conoscere quale scelta avrebbe preso il russo, attendendo in silenzio una risposta. Gli occhi come due fessure, che con freddo distacco fissavano la figura del biondo.


    Qui ti ho offerto l'opportunità di scegliere qualche braccio un po' "speciale". Se per caso volessi, potresti spendere un punticino o due per l'equipaggiamento e scegliere un braccio particolare con delle armi incorporate, attive a consumo, oppure un braccio mutaforma o chessòio. Se invece preferisci "au naturel", puoi sempre dire a Calisto che rivuoi il tuo vecchio braccio e via. A te la scelta. :win:
     
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  9. _MajinZ_
     
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    Dimitriy iniziò a seguire lo scienziato senza dire una singola parola, infatti doveva solo attendere la spiegazione del dottore per capire di quale destino doveva morire e se il suo braccio era in qualche modo possibile, anche se da come si comportava l’uomo non sembrava essere una cosa così impossibile, anzi, Calisto aveva in mente alcuni progettino da applicare al braccio del biondo. Sperava di non diventare una cavia per strani esperimenti sul suo corpo, era meglio non fidarsi totalmente. Appena prima di uscire dalla Bolgia, però, un tizio magrolino si scontrò con il fumatore, continuando però a camminare senza scusarsi e in breve il duo fu fuori, in mezzo alla folla.
    Iniziarono ben presto a camminare velocemente tra tutte quelle persone e il biondo si ritrovò a inseguire il suo interlocutore per evitare di perdere informazioni importanti. Schivare le persone non era comunque un problema per il ragazzo, anzi, sgusciava via con una facilità disarmante, schivando pugnalate in arrivo e altre cose interessanti che potevano accadere tra le strade di Merovish. La cosa che più interessava al russo era recuperare il maggior numero di dettagli per ognuno dei tre interventi che aveva in mente il dottore, infatti prima di prendere una decisione doveva sentirle tutte.
    La prima alternativa consisteva nello sbarazzarsi completamente del braccio pietrificato, sostituendolo con un arto bionico fighissimo con all’interno tanti gingilli oltre a qualche arma. I vantaggi erano quelli di avere un braccio molto più forte e resistente del normale, l’inconveniente era la completa insensibilità e la difficoltà ad abituarsi alla protesi, insomma, ci sarebbe voluto un po’ per abituarsi ma di certo non sarebbe stato come avere il proprio braccio: un problema di sincronia poteva costargli la vita. L’assassino storse il naso, attendendo quindi la proposta successiva.
    Essa consisteva nel ricostruire il braccio con qualche roba alchemica strana, dando vita così a un arto dalle fattezze chimeriche, ovvero con artigli vari e una potenza superiore al normale, oltre al fatto che impiantando un cristallo all’interno di esso lo si poteva rendere molto versatile con la capacità di trasformarsi in un’arma. Vi erano però due inconvenienti: il primo era il fatto che il cristallo andava ricaricato ogni volta con altro mana, il secondo era che un braccio del genere non era proprio l’ideale per passare inosservati e visto il lavoro che faceva in genere il ragazzo, era meglio essere il più invisibili possibile. Quindi accantonò l’idea quasi subito.
    L’ultima proposta consisteva nel ricostruire il braccio partendo da quello sano, per poi crearne una copia in laboratorio e sostituire quello pietrificato con uno del tutto identico a quello precedente, con la solita sensibilità e la solita forza. Il problema di questo progetto, però, era il tempo: ce ne voleva parecchio per ricostruire il suo arto con una coltura di laboratorio, ci voleva tempo per ricrearlo e per rendere il braccio perfettamente funzionante. Il secondo problema era il dolore, infatti il metodo era parecchio doloroso perché bisognava ricostruire ogni fascio nervoso, muscolo e osso. Dimitriy però aveva già scelto, non gli importava del dolore o del tempo, lui voleva una sola cosa.
    Non voglio qualcosa di meccanico o di figo, io rivoglio il mio braccio.
    E se per riaverlo serve tempo o subire parecchio dolore, beh, non mi importa: sono pronto a intraprendere questa strada.

    Rispose infine l’assassino con un tono sicuro e deciso, mentre arrivarono davanti all’incrociatore dove risiedeva il laboratorio di Calisto, il luogo dove probabilmente avrebbe riavuto il suo braccio perdendo di conseguenza quel fastidioso ingombro. Lanciò infine uno sguardo determinato al dottore: era pronto a iniziare.

     
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  10. ~Steel
     
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    Parlato Calisto
    Parlato Smile
    Parlato SARA


    Gh, anche se si aspettava una simile conclusione, il Dottore non poté che restare deluso dalla scelta dell'uomo. Non era per innata bontà di spirito che Calisto aveva accettato di aiutare il russo, bensì perché curare quel braccio rappresentava una sfida medica non ancora tentata. Peccato che il biondo avesse optato per l'opzione più banale per risolvere la faccenda: gli aveva tolto gran parte del divertimento.

    Per tutta risposta, dunque, lo scienziato si sprecò solo a scuotere le spalle, storcendo la bocca con disappunto e mormorando:

    Noioso...

    Quindi diede le spalle all'assassino, facendogli cenno di seguirlo.

    Il duo sarebbe entrato nel mastodontico relitto dell'incrociatore, guidato da Calisto, che con passo svelto e nervoso girava per un corridoio e l'altro, ormai familiare della struttura interna. Sarebbero passati davanti a diverse celle, svariate camere di servizio e controllo, ed ogni tanto qualche addetto ai lavori si sarebbe voltato verso di loro, lanciando uno sguardo particolarmente preoccupato in direzione dello scienziato. L'atmosfera della struttura dava l'impressione che l'intero complesso fosse abitato da soli fantasmi, eppure al contrario delle apparenze, una fitta e frenetica rete di comunicazioni animava quei ponti.
    Infine la sezione scientifica. Ai lati del corridoio alcuni studi e uffici, in cui sfuggevoli omini lavoravano senza sosta. Alcuni piccoli laboratori si aprivano timidamente al pubblico, che avrebbe potuto a malapena notare alcune postazioni, cappe, strumenti e macchinari. Ognuno di questi, tuttavia, impallidiva al confronto con il laboratorio dietro la porta dall'altro capo del corridoio.
    Appena entrati, un ampio ambiente dalle pareti bianche, carico dell'odore delle polveri e fumi, li avrebbe accolti. Diversi scaffali addossati ai muri portavano pile e pile di libri e scartoffie in disordine; macchinari, sonde, computer ed altri strumenti dei più disparati riempivano per intero l'ambiente; abbandonati in terra, sparsi per l'intero pavimento, oggetti metallici, tubi, carte e svariate altre cose di dubbia origine rendevano difficile persino camminare; in un angolo una grossa poltrona, e poco lontano una scrivania, stranamente ben ordinata.

    ...


    SARA! SMILE! VENITE FUORI!

    Urlò il Dottore appena varcata la soglia, prima di richiudere la porta dietro lui e il compagno.

    Agli sbraiti dello scienziato non rispose inizialmente nessuno, poi, un paio di attimi dopo, due figure fecero capolino nel laboratorio.
    La prima era un piccolo esserino dalla forma simile a quella di un ragno, non più alto di mezzo metro e con un paio di ali sul dorso; sbucò svolazzante da dietro una pila di scarti, finendo per appoggiarsi sulla spalla di Calisto, che accolse festosamente.

    Bentornato Cal! Chi è il tuo amico?

    La seconda figura, invece, era quella di una splendida donna, con un fisico da modella e un bel viso giovane, indurito appena da uno sguardo severo ed un paio di occhiali neri, che le regalavano un'aria la professoressa; lei uscì da una porticina a ridosso della parete, completa di camice bianco e guanti di lattice.

    Sì maestro?

    Rispose semplicemente, stando in piedi di fronte alla soglia.
    Lo scienziato fece qualche passo al centro della camera, rivolgendosi agli assistenti con fare autoritario.

    Mi serve la macchina radiografica, lo scannerizzatore cellulare e la camera di replicazione. Preparate anche capsule di petri e fiale per prelievo. Abbiamo del lavoro da fare.

    Concluse l'ultima frase con un sorrisetto poco rassicurante, lanciando un'occhiata al russo con la coda dell'occhio.

    ...

    Come da ordini l'automa e la chimera si sarebbero mossi velocemente, preparando i macchinari, accendendo gli strumenti e prendendo gli oggetti che lo scienziato indicava loro. Quando fossero stati pronti avrebbe dato il via all'esame clinico, che, come aveva già accennato al giovane, sarebbe servito a mappare il braccio sano per poter curare quello pietrificato. L'intera procedura non sarebbe durata più di qualche ora, durante la quale l'assassino avrebbe potuto scoprire che forse il Dottore era sì pazzo, ma anche competente nel proprio lavoro. Certo, se solo non avesse avuto per tutto il tempo quello sguardo inquietante in volto...


    Boh, post un po' confusionario, lo ammetto. .-.
    In pratica ho tagliato corto, risparmiando tutta la pappardella e il tempo necessario per l'esame. Nel prossimo post possiamo già supporre che tutto sia finito, così abbiamo modo di concludere con solo più un altro paio di post, visto che tanto quel che c'era da fare è fatto. :sisi:
    By the way, le figure dei due assitenti sono meglio descritte qui:

    CITAZIONE
    png• Smile: Smile è sicuramente il più anziano compagno d'avventura di Calisto, il primo anzi. E' stata la prima creatura prodotta dallo scienziato in giovane età e fin da allora continua a restargli accanto come un fedele animale domestico e prezioso amico. In verità, nel corso del tempo, Smile ha cambiato molto il suo aspetto, soprattutto perché essendo stato il risultato di procedure rudimentali la sua prima forma era notevolmente più primitiva. Al giorno d'oggi Smile ha l'aspetto di quello che sembra essere un grosso insetto, con quattro zampe simili a quelle di un granchio, due arti superiori dalla medesima struttura umana, una testa dalla forma ovale priva di naso o labbra ed infine due paia di ali membranose che consentono il volo. Di tutte queste caratteristiche, l'unica rimasta costante nel tempo è stata l'assenza di un muso, tanto che il suo nome, Smile, gli deriva proprio dal fatto che la mancanza di una bocca fa sembrare che sorrida quasi sempre. Il ruolo di Smile non è del tutto chiaro, le sue piccole dimensioni (è alto 27 cm) e la struttura gracile non lo rendono utile in combattimento, non possiede alcuna abilità o arma particolare e l'unica eccezionalità rispetto alla maggior parte delle altre chimere è la sua superiore intelligenza, confrontabile con quella di un umano medio. Probabilmente l'unico scopo di Smile è quello di star accanto al suo padrone, importunarlo o rimproverarlo, come un amico di vecchia data farebbe.
    {GDR - Famiglio GDR con pura funzione narrativa.}



    png• S.A.R.A.: Acronimo di Sgnacchera Allucinante Robotica Autoalimentata, è una androide semi-organica che svolge il ruolo di assistente e braccio destro di Calisto. Come suggerisce il suo nome, le intenzioni dello scienziato al momento della sua creazione non erano del tutto professionali, tanto da spingerlo ad usare come base per il prodotto l'anatomia della sua modella preferita, Megan Fox. Sfortunatamente per lui, qualcosa deve essere andato storto durante la calibrazione, perché la cara e intransigente SARA tende a rispondere alle sue avance con una serie di pugni e calci allo stomaco: forse un errore nel parametro del sadomaso. All'esterno SARA appare come una formosa donna dai capelli corvini e occhi azzurri, alta circa un metro e settanta, con delle invidiabili misure 90-57-84 - un po' differenti dall'originale, ma il Dottore desiderava la perfezione. Per quanto sia provocante il suo aspetto, comunque, non dimentichiamo che è stata creata per rivestire un importante ruolo d'assistenza ed è quindi non solo dotata di un intelletto elevato - con capacità di calcolo tipiche di una macchina -, ma anche di una personalità composta e seria, decisamente più matura rispetto alle frivolezze del suo creatore. Vista la funzione per cui è stata progettata, in ogni caso, SARA si rivela inadatta al combattimento, tanto da essere priva di armi particolari - il fascino femminile non conta - e l'abilità nel corpo a corpo è giusto sufficiente per tenere a bada i molestatori, Calisto in primis.
    {GDR - Famiglio GDR con pura funzione narrativa.}
     
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  11. _MajinZ_
     
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    La reazione di Calisto alle parole di Dimitriy era abbastanza prevedibile, visto che storse la bocca mostrando disapprovazione e definendo il biondo noioso, ma lui non badò a quell’affermazione preferendo muoversi in direzione dell’incrociatore che si ergeva mastodontico, seguendo lo scienziato al suo interno per raggiungere così il laboratorio. Il dottore si muoveva rapido tra quei corridoi arrugginiti e dai suoi movimenti era facile capire che la risposta del russo l’avesse reso abbastanza nervoso, ma al ragazzo proprio non importava: a lui interessava riavere il suo braccio e nient’altro. E poi era convinto che sarebbe stata comunque una bella sfida per il suo collega, anche se in effetti non conosceva proprio le sue capacità... ma probabilmente non si sarebbe mai lasciato sfuggire una cavia, o almeno, era ciò che lui pensava del suo compare.
    Il relitto era comunque un luogo abbastanza silenzioso e desolato, ai lati si aprivano piccoli laboratori dove vi lavoravano strane presenze insieme ai fantasmi che probabilmente popolavano quel luogo. Alla fine del lungo corridoio, infine, si trovava il laboratorio dello scienziato che in confronto agli altri era molto più ampio e ricco di macchinari vari, era di certo un luogo completamente diverso dagli altri, ricco di oggetti buttati alla rinfusa e pile di oggetti vari. Una volta che il duo fu dentro, il dottore si mise a urlare così da chiamare qualcuno, probabilmente i suoi assistenti e uno di essi... era abbastanza bruttino. Da dietro una catasta di roba, infatti, sbucò una specie di ragno sorridente con delle alette sulla schiena, che in poco tempo giunse sulla spalla di Calisto, iniziando poi a parlare. Faceva sempre uno strano effetto sentire delle cose strane parlare, ma ormai il russo ci aveva fatto l’abitudine.
    Completamente diversa era invece la seconda figura, infatti da una porticina laterale sbucò una ragazza bellissima, con tanto di occhiali, camice e guanti in lattice. Dimitriy rimase un po’ sorpreso da quella presenza, quale pazza donna poteva accettare di stare con un pazzo come quello, ma non era di certo una cosa che gli importava, quella. Comunque in breve diede le dritte ai suoi assistenti per preparare tutto quello di cui aveva bisogno per iniziare così con tutti gli esami per dar vita al braccio nuovo da sostituire a quello pietrificato. Anche se quel sorriso sinistro non piaceva molto al biondo e ciò avvalorava le viarie ipotesi del giovane: era finito nelle mani di un pazzo.
    Gli assistenti in breve prepararono tutto ciò che serviva al dottore, mentre l’assassino si toglieva il giaccone nero appoggiandolo su un tavolo, sollevando quindi la manica rossa della maglia che indossava, togliendo anche il guanto, preparandosi ad affrontare quella serie di esami e iniziare con la ricostruzione del suo braccio. Ci sarebbe voluto un po’ di tempo, ma ciò non era di certo un problema, il vero problema era lo sguardo spiritato di Calisto, il quale faceva un po’ impressione mentre si apprestava a fare cose strane con il corpo del sicario... ma non pensate male, eh!
    Infine l’esperimento iniziò, Dimitriy non sapeva quanto ci sarebbe voluto ma era fiducioso, non del tutto, nelle capacità del dottore. Infondo non aveva molto da perdere.



    Ottimo ottimo :geez:
     
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  12. ~Steel
     
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    Parlato Calisto


    Quando le procedure ebbero termine, l'ora di cena era passata da un pezzo. Per un po', all'inizio, gli assistenti continuarono a girare attorno allo scienziato e il russo, aiutando con la lettura di un dato, passandosi strumenti e segnando appunti clinici, ma quando ormai la maggior parte del lavoro era fatta, nuovamente scomparvero, assorti dai propri affari. Calisto, d'altro canto, pareva cavarsela bene anche da solo, e trascinava il giovane biondo di qui e là, come un pupazzo, tutto preso nel suo mondo scientifico.
    Per la prima volta Dimitriy avrebbe avuto modo di osservare il Dottore nel proprio ambiente: era così diverso da quando si rapportava col mondo esterno. Non faceva più l'idiota, né aveva quel suo solito atteggiamento mezzo squilibrato, che lo induceva a non prendere seriamente gli altri e a non farsi prendere seriamente a sua volta; calato nel proprio laboratorio, il suo sguardo era decisamente più freddo ed analitico, come se ogni cosa gli passasse sotto gli occhi fosse oggetto di analisi. Persino la sua parlantina irritante e un po' squinternata lasciava il posto a lunghi attimi di silenzio, intercalati da riflessioni ad alta voce, mugugni, ordini agli assistenti e sfilze di termini incomprensibili.
    In un certo qual modo, il Dottore visto come tale, era anche più inquietante della sua controparte mondana.

    E con questo abbiamo finito!

    Esclamò ad un certo punto, mentre spegneva la macchina stretta attorno al braccio del russo.

    Dalle scansioni costruirò un modello anatomico del braccio sinistro, dopodiché passerò alla fase di coltura cellulare con staminali e campioni di tessuto, tra qualche settimana sarà tutto pronto. Torna tra un mese per l'operazione, e vedi non fumarti troppe canne, mi serve che tu senta chiaramente il dolore.

    Concluse con leggerezza, insensibile alla reazione che potrebbe aver avuto il giovane.
    In fondo aveva scelto lui quella strada.

     
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  13. _MajinZ_
     
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    Il tempo passò molto velocemente nel laboratorio di Calisto, andando di molto oltre l’ora di cena, anche se sembravano passati soltanto una manciata di minuti. Il dottore sottopose Dimitriy a numerosi esami, alcuni dei quali molto lunghi e complessi, alternati a un numero indefinito di parole strane che alle orecchie dell’assassino non avevano nessun significato e l’unica cosa che poteva fare era fidarsi di quel tizio e dei suoi assistenti. Nonostante avesse una certa conoscenza del corpo umano, il russo sapeva solo come sfruttare i vari punti per uccidere una persona, ma in campo medico non aveva molte conoscenze, soprattutto su qualcosa come ricreare un braccio dal nulla, partendo solo da una scansione del braccio sano, ovvero il destro.
    La cosa che saltò all’occhio del naufrago, però, fu l’espressione dello scienziato che era completamente diversa da quella sua solita. Infatti non sembrava uno scemo scansafatiche, ma il suo sguardo era serio e attento a ogni informazione, quasi come se avesse uno scanner in quegli occhi che analizzava ogni singola cosa. Niente sfuggiva a quello sguardo serio, quasi inquietante, visto che in quel momento poteva fare davvero delle cose strane e ciò lo rendeva molto più inquietante del suo solito modo di fare e rapportarsi con la gente, mentre commentava, mugolava e faceva strani suoni. Brrr.
    E con questo abbiamo finito!
    Concluse l’Eversore mentre spegneva l’ultimo macchinario, dando così modo al biondo di rivestirsi e indossare nuovamente i guanti così come il giaccone. Ormai il più era fatto e bisognava solo attendere che il braccio fosse pronto per passare così all’operazione. Dimitriy era un tipo paziente, però non vedeva l’ora che tutta quella trafila giungesse al termine, così da poter riavere finalmente il suo braccio e poter riprendere finalmente con il suo lavoro nel modo migliore.
    Con poche parole l’uomo spiegò al ragazzo cosa avrebbe fatto da quel momento in poi, raccomandandosi con l’assassino di non fumare troppe canne visto che doveva sentire bene il dolore e a quelle parole lui guardò malissimo il dottore, mica era così sprovveduto.
    Tsk. Mi hai preso per te forse?
    Ci vediamo fra un mese.

    Detto ciò il russo diede le spalle allo scienziato e si mosse verso l’uscita, attraversando nuovamente quei corridoio senza dire una parola. Doveva solo attendere un mese, un singolo mese prima di potersi disfare di quel sortilegio e mettersi sulle tracce di quella strega: non aveva nessuna intenzione di fargliela passare liscia.



    Trenta giorni passarono in fretta e il giorno dell’operazione finalmente giunse. Dimitriy camminava lentamente per le vie di Merovish in direzione dell’incrociatore che fungeva da laboratorio del dottor Calisto. Lo sguardo era serio, deciso e nessun ripensamento si faceva largo nella sua mente, non stava aspettando altro che quel momento, ci aveva messo un po’ ma alla fine era riuscito ad ottenere ciò che voleva, anche se ancora non vi era nulla di certo e l’esito dell’operazione era ancora incerto, visto che poteva anche andare storto qualcosa. Ma lui non aveva paura, ormai aveva preso la sua decisione e nessuno poteva fargli cambiare idea.
    In breve giunse al laboratorio, infilandosi così tra quei corridoio che aveva già attraversato e solo per quel motivo riuscì ad orientarsi anche se con qualche difficoltà. Si fermò quindi a pochi passi dalla porta che lo divideva dal’incasinato studio dello scienziato, ma restò immobile appena un paio di secondi, muovendosi quindi in avanti e aprendo la porta. Il suo sguardo gelido era sicuro, non vi era esitazione in essi: quel nuovo braccio sarebbe stato suo.
    Sono pronto.
    Il suo tono era calmo, ormai non poteva pià tornare indietro.

     
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  14. ~Steel
     
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    Parlato Calisto
    Parlato Dimitriy


    Era passato esattamente un mese dall'ultimo incontro tra lo scienziato e il russo. Ora era finalmente giunto il fatidico giorno dell'operazione, e come promesso, Calisto aveva preparato ogni cosa. Il laboratorio era molto cambiato dall'ultima volta: il pavimento era stato sgombrato dalla maggio parte dei rifiuti, i banchi e i macchinari spostati contro la parete, ed al centro della sala ora stava un lettino operatorio, con svariate strumentazioni attaccate, coperto da un telo semi--trasparente a formare una cappa. Davanti ad un carrello zeppo di utensili e attrezzi chirurgici, stava Calisto, ritto in piedi, con le spalle alla porta; portava il suo camice bianco da laboratorio, ma in aggiunta a questo, aveva anche dei guanti azzurrini in lattice, una mascherina ed una cuffia. Quando il russo spalancò la porta, varcando la soglia, il Dottore era intento a prepararsi, con l'aiuto dell'assistente SARA, anche lei abbigliata per l'occasione.

    Sono pronto.

    Calisto si voltò, abbassando la mascherina ed accogliendo il giovane con un sorrisetto amaro.

    Cominciamo allora.

    Finito di sistemare la strumentazione, avrebbe chiesto al biondo di spogliarsi, lasciando solo un apposito telo per coprire le gambe e i gioielli di famiglia. Una volta liberato dei vestiti, gli sarebbe stato indicato di sdraiarsi sul lettino, al quale sarebbe poi stato appositamente legato con lacci e cinghie. Dovevano evitare che si agitasse troppo durante l'operazione di impianto.

    Bene amico mio, ecco come ce la sbrigheremo.

    Prese a parlare Calisto, girando intorno al paziente disteso ed immobilizzato, spostando di volta in volta lo sguardo da lui ai macchinari.

    Per prima cosa anestetizzeremo l'intera parte sinistra del torso, rendendoti insensibile l'intera area del torace, spalla e braccio. Quindi seguirà l'amputazione e rimozione dell'intera area pietrificata, udirai dei rumori piuttosto inquietanti ma non sentirai nulla. Un soldatino della tua risma non farà certo storie, nevvero?

    Continuò a sorridergli, avvicinando il viso al suo, ed intanto facendo muti segnali all'androide, che avrebbe poi cominciato ad attaccare flebo, elettrodi ed altre cose strane al corpo del giovane.

    Questa era la parte facile e veloce. Una volta rimosso il braccio passeremo all'impanto di quello nuovo. Come ti ho già detto, è un affare piuttosto complesso, perciò dovremo fare nel modo meno piacevole. Rimuoverò l'effetto anestetizzante e prenderò a saldare insieme i muscoli, le ossa e soprattutto i nervi. Ora, come ti ho già detto, mi serve che tu urli, perché vorrà dire che sto facendo bene il mio lavoro, chiaro? Non preoccuparti, non giudichiamo nessuno qui, neanche se strillassi come una donnetta.

    Schioccò le dita, e a quel segnale SARA uscì appena dalla cappa di plastica, per poi rientrarvi con in mano un grosso contenitore trasparente, pieno di un liquido salmastro, all'interno del quale, attaccato a svariati tubi e siringhe, galleggiava un braccio umano; cosa curiosa, riportava tatuata una "C" all'altezza del polso.

    Un piccolo marchio di fabbrica, per il copyright sai.

    Spiegò sommario il Dottore.

    Avendo finito la sua spiegazione, aspettava solo l'ok del russo per dare il via all'operazione. Una volta pronti, la cappa sarebbe stata chiusa, e SARA avrebbe spruzzato nell'ambiente quella che poteva sembrare acqua, ma che invece era un agente detergente necessario a sterilizzare l'ambiente.
    Strumenti alla mano e macchinari accesi, l'operazione avrebbe poi avuto inizio, prolungandosi fino a tarda notte.


    Il tuo nuovo braccio riporta il copyright Calisto tatuato. Onore e gaudio. :geez:
     
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  15. _MajinZ_
     
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    Appena entrato nel laboratorio, Dimitriy rimase sorpreso dall’ordine di quel luogo: l’ultima volta era tutt’altro che ordinato. Non vi erano più le cataste di oggetti a riempire ogni angolo, la spazzatura era stata quasi completamente rimosso e i macchinari si trovavano contro le pareti, liberando così un sacco di spazio che prima non sembrava ci fosse. Comunque, al centro della stanza si trovava un lettino operatorio con svariate apparecchiature attaccate, circondato da un telo semi trasparente che avvolgeva il tutto come una cappa, donando al tutto un aspetto molto professionale. Quando il biondo entrò nella stanza, vide il dottore agghindato con un abbigliamento consono alla situazione, ovvero con un camice, i guanti, la mascherina e una cuffia, allo stesso modo era vestita la sua assistente.
    Una volta entrato nella stanza, comunque, al russo venne chiesto di spogliarsi e lui senza fiatare eseguì il comando, infondo non si vergognava a farsi vedere nudo: nell’Organizzazione le visite erano talmente frequenti che alla fine anche l’imbarazzo passava in secondo piano, per lui era una cosa normalissima quella. Per evitare di vagare con tutte le vergogne di fuori per il laboratorio, però, il ragazzo indossò una sorta di camice che copriva proprio le zone compromettenti, per poi dirigersi sul lettino e sdraiarsi su di esso. In verità rimase un po’ perplesso da tutti quei legacci e cinghie con cui il dottore assicurò l’assassino al lettino, non voleva mica sezionarlo e studiare ogni singola parte del suo corpo? Sperava caldamente di no, ovviamente.
    Quando il giovane si ritrovò completamente immobilizzato, lo scienziato iniziò a parlare e spiegare le varie fasi dell’operazione. Come prima cosa l’avrebbe anestetizzato, rendendo così insensibile il lato sinistro del corpo, partendo dalla spalla fino alla zona del petto per poi arrivare al braccio interessato. Successivamente avrebbe rimosso la parte pietrificata per poi sostituirla con il braccio nuovo. Non sembrava una cosa complicata, fino a quel momento.
    Non ti preoccupare, non mi spavento per così poco.
    In effetti il russo non era un tipo impressionabile e il dolore non lo spaventava per niente, sapeva già che il tutto non sarebbe stato semplice e si era già preparato a quel che doveva subire, anche il dolore che poteva causare la riconnessione dei nervi. Subito dopo infatti, Calisto iniziò a spiegare la fase successiva dell’operazione, dove avrebbe eliminato la parte anestetica e da quel momento il dottore avrebbe iniziato a riconnettere ogni cosa e la resistenza al dolore del biondo avrebbe fatto la differenza, visto che doveva avvisare con la sua stessa voce che il lavoro del collega stesse andando bene... non era di certo una cosa semplice, ma Dimitriy annuì con decisione.
    Infine l’Eversore schioccò le dita e la sua assistente sparì per un attimo, per poi tornare all’interno della cupola plastificata con in mano un grosso contenitore trasparente, riempito di uno strano liquido e con un braccio galleggiante al suo interno, con una “C” tatuata sul polso. A quella vista il sicario guardò abbastanza male Calisto, ma ormai non poteva più cambiare braccio.
    Sei fortunato che non ho il tempo per attendere un altro braccio.
    Comunque sono pronto, iniziamo.

    Una volta che il russo diede l’ok, la cappa di plastica venne chiusa e al suo interno la donna iniziò a spruzzare un liquido disinfettante per annullare il rischio di infezioni e infine l’operazione avrebbe avuto inizio... e il dolore avrebbe preso il sopravvento.

     
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16 replies since 12/9/2012, 19:34   204 views
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