Presagi

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    The guru in the darkness...

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    "Le prime apparizioni che fa nella nostra esistenza
    un essere destinato a incontrare più tardi il nostro favore
    assumono retrospettivamente ai nostri occhi un valore di avvertimento,
    di presagio".

    Marcel Proust.


    png

    La sala della Guardia di Palazzo era gremita quel giorno, colma di giovani belli -come lui aveva chiesto- ed affaccendati in pratiche arretrate di qualche giorno a causa di improvvisi disguidi interni. Nulla di preoccupante, infondo, tanto che all'Alfiere gli ultimi eventi erano soltanto stati vagamente accennati: niente briganti, rapitori o altro, solo qualche tentativo di eludere la sorveglianza della reggia da loro stessi composta, sempre vigile ed attenta. E con loro, ovviamente, c'era anche Quarion che, come appartenente alla Guardia Indaco, aveva il dovere di coordinarli e fare in modo che tutto andasse per il meglio. Una giornata come tante dunque, anche se un pò più movimentata. E a dirla tutta, il giovane Galanodel non aveva ancora la minima idea di quanto potesse diventare "insolita".
    In tutti i sensi.

    wooor

    Accadde che, nel mezzo di una riunione, la porta della sala si spalancò, merito di una folata di vento portentosa, tanto fuoriluogo da far sperare all'Ambasciatore in una visita della sorella gemella, Ufficiale di Laputa. Fu forse per tale ragione che attese qualche secondo con sguardo perso, per poi rendersi conto di quanto le sue speranze fossero vane; nessuno si era permesso di varcare la soglia, e tutti i presenti convennero che, probabilmente, si trattava solo di un pò di corrente. Mandò un bel biondino a controllare i corridoio, per accertarsi se qualche donna delle pulizie avesse lasciato finestroni aperti per far asciugare i pavimenti marmorei, ma anche quella supposizione fu errata: quell'ala di palazzo pareva sigillata e letteralmente vuota, a parte loro, ovviamente. Un pò perplessi, i soldati richiusero i pannelli lignei della sala in cui si trovavano, ben attenti a chiuderli a chiave, ma immediatamente dopo essi si rispalancarono con violenza, facendo sobbalzare tutti, Quarion compreso.

    woooev

    Che scherzo era mai quello?

    Senza attendere oltre, il giovane dagli occhi aurei si alzò di scatto dalla poltrona morbida, lasciando i suoi subalterni alla firma e al controllo delle ultime pratiche, per poi precipitarsi immediatamente fuori, nella speranza di trovare quel "simpatico burlone". Eh si, spaventarsi eccessivamente faceva male al cuore, alle arterie, alla pelle ed anche ai capelli! E lui non avrebbe mai, MAI permesso ad un suo capello di diventare bianco prematuramente, o almeno non senza un giusto sacrificio. Gli occhi affilati notarono un movimento a qualche metro di distanza, dietro un angolo, dunque si lanciò all'inseguimento dell'uomo invisibile, fino a che non raggiunse una piccola saletta che, forse per superficialità, forse per eccessiva attenzione ad altro, non aveva mai notato. E, chissà perchè, era sicuro che il burlone si fosse nascosto proprio lì dentro.
    Fu allora che spalancò la porta.

     
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  2. Hesediel.
     
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    zaphj

    -Buongiorno, signor Quarion.

    Fu una voce gentile e zuccherosa ad accoglierlo.

    -Sa, la vedo affannato: desidera asciugarsi?

    Era stato fin troppo facile.
    Da quando i Galanodel si facevano cogliere così facilmente alla sprovvista?
    E soprattutto, come mai lo fissava in cagnesco?
    Infondo doveva aver avvertito la sua essenza, no?
    No, forse no.
    Beh, poco male, l'importante era essere arrivato da lui. E pensare che si era divertito così tanto a far spaventare le guardie di palazzo, tra porte che si spalancavano e mobili che si muovevano! Vero era che uno come lui non doveva comportarsi in quel modo, ma era altrettanto vero che tra i vari divieti imposti appariva anche quello di palesarsi ad un vivente nel mondo concreto eppure... lui era lì, con un corpo tangibile "affittato" all'occorrenza. Era però da ammettere che se non voleva dare nell'occhio, aveva fallito miseramente; un prete cattolico cieco non passava poi del tutto inosservato, per quanto amasse indossare abiti ecclesiastici. Ma lui si sentiva a suo agio in quel vascello, e questo gli bastava per non cambiarlo! E poi, a ben pensarci, ormai indossava quegli abiti da secoli: se se ne fosse andato il povero prete sarebbe rimasto totalmente solo in un mondo sconosciuto e con un handicap non trascurabile. Tese le mani in direzione del mezzo-celestiale, sorridendogli amabilmente.

    -Orsù, non mi guardi con quel faccino imbronciato!
    Non è felice della visita del caro zio Zaphkiel?

     
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    -Spiacente, ma non son solito accettare doni da sconosciuti che si spacciano come miei parenti.

    La voce dell'Ambasciatore era fredda e priva del solito tono divertito e malizioso, come se rimembrare ciò che era la sua "famiglia" potesse provocargli una fitta allo stomaco. No, non era proprio un bell'argomento da cui partire per una civile conversazione. O almeno non lo era per lui.

    pucchu

    -Non ricordo nessuno zio simile, ed anche se fosse sono tutti morti.
    Fine della storia, chiaro?


    Detto ciò si voltò di spalle, per poi incamminarsi verso una poltrona comoda in velluto rosso dove, poco dopo, si sedette, accavallando le gambe con grazia. Gli occhi aurei erano ancora socchiusi; lo avrebbe fatto a pezzi, fossero stati fuori da Lordaeron. Ma, per fortuna di quel prete da strapazzo, erano lì, circondati da quella musica che perennemente placava gli animi irrequieti come il suo. Senza saperlo, la Dama Azzurra aveva appena salvato la vita a quell'uomo.

    -Ora smettila di dire idiozie e veniamo al dunque.
    Chi sei davvero?
    Cosa sei venuto a fare qui?

     
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  4. Hesediel.
     
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    -Oh, piccolo, piccolo Quarion.
    Lo so che i Galanodel, tranne te e tua sorella, sono tutti passati a miglior vita ma vedi...


    Si avvicinò piano a lui, ed il suo volto si fece serio.

    zapphy

    -Sono un tuo parente più "alla lontana".

    E rapide, dietro la sua schiena, comparvero due grandi ali bianche simili a quelle del giovane Ambasciatore, tuttavia molto più grandi, splendenti di luce propria come se ogni singola piuma generasse il bagliore accecante di una stella. Sarebbe durato un solo attimo, quasi come un miraggio, eppure così chiaro da lasciar chiunque senza parole.

    -Zaphkiel, detto anche Hesediel... è così che mi chiamate voi, vero? Ma vedi, ho così tanti nomi che spesso vengo perfino confuso con altri colleghi. In teoria non dovrei essere qui, ma sono così affezionato a voi due gemelli che ho avuto la premura di portarvi delle notizie molto, molto importanti. Sai, mio caro Quarion, il trucco di chi predice il futuro è guardare alcuni indizi che si manifestano nel presente. Ti sei mai chiesto perchè su questa dimensione il tuo adorato Card Master abbia inviato così tanti Arcani? Lo sai che voi venite inviati da lui dove ve n'è bisogno, vero?

    Il sorriso tornò amabile, e si sedette vicino a lui, ad un'altra poltroncina. Sul tavolino che li divideva, improvvisamente, erano apparse tazzine di tè calde, come se fossero state appena servite, nonostante in quella saletta fossero completamente soli, e nessuno si era certo preso la briga di andare in cucina.

    -Evidentemente sta per accadere qualcosa di molto, molto pericoloso, non credi anche tu?
    E se per caso coinvolgesse tutti voi, compresa la tua amata sorella?


    Le mani si spostarono in basso, porgendo in una tazzina due zollette di zucchero.

    -Vuoi una tazza di tè?

     
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    uhmx

    Aveva già sentito quel nome, ed al solo ascoltarlo gli giunse rapido un brivido di timore, reso più forte in seguito dall'apparizione di quelle ali. Sgranò gli occhi aurei, mentre la schiena indietreggiava nonostante lo schienale le facesse fa morbido freno. No, non poteva essere, non era possibile che dopo tutto quello che avevano passato, solo ora il loro "Angelo" uscisse allo scoperto per aiutarli. Non dopo il suo tormento e le sue tentazioni, non dopo il martirio vissuto dalla sorella.

    -Perchè solo adesso?

    Quella domanda aveva un retrogusto di retorica.

    -Cosa sai di me e Mia Sorella?
    Come conosci noi Arcani? E soprattutto... cosa diavolo vuoi dirmi?


    Le parole erano divenute più rapide, scivolate via da labbra rosse strette e particolarmente tese, segno che l'Arcano di Coppe, Amor Profano, era alquanto scosso.
    Attese risposte, trattenendosi dall'improvviso istinto di mordersi le unghie.

     
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  6. Hesediel.
     
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    zaph

    -Non son qui per darti spiegazioni, Quarion.
    Dovresti saperlo, giusto?


    Occhi vacui si spalancarono, fissandolo come se davvero potessero vederlo.

    -Oppure eri troppo impegnato a fissare tua sorella mentre te lo insegnavano?

    Un sorriso sottile si delineò sulle labbra pallide del prete, le palpebre di nuovo abbassate, mentre l'Ambasciatore si irrigidiva a quella provocazione ed alla bordata psionica che l'Angelo gli mandò con essa, schiacciandolo contro la poltrona senza possibilità di rispondere al colpo. E' vero, Hesediel era cieco, ma questo non bastava a non dargli la certezza che il suo interlocutore lo stesse fulminando con lo sguardo. Non voleva ferirlo, davvero, perchè infondo era realmente come un nipote per lui, ma riteneva giusto riportargli alla mente quale era il suo posto, e ricordargli che lo osservava sempre.
    Anche se privato della vista.

    -Dovresti anche sapere che la tua natura ti obbliga ad essere legato ai nostri scopi, e che non siamo soliti intervenire frequentemente nelle questioni mortali. Oggi son qui esattamente per consigliarti questo: raggiungi la tua dimora e non uscire per nessuna ragione. Se dovrai farlo, non intervenire in alcun modo sulle altrui vicende, restane esterno. Lo stesso vale per tua sorella.

    La sua voce era ferma, decisa, così diversa dall'espressione del Galanodel, ora più confusa che mai.
    Gli stava dicendo di... non fare nulla?
    Perchè?
    E cosa avrebbe dovuto fare?
    Infondo era solo un Ambasciatore...

    La risposta giunse fin troppo presto.

    -Si avvicina una guerra cruenta, qualcosa che metterà in pericolo sia te che lei. Statene fuori, o la stirpe dei Figli del Cielo si estinguerà senza possibilità d'appello. Statene lontani e lasciate il lavoro agli altri, perchè non sarete voi gli eroi di questa storia, quindi fatevene una ragione e rimanete al vostro posto. Siete pezzi importanti, ma non è ancora giunto il vostro momento, sono stato chiaro?

    Ne seguì un attimo di silenzio, giusto il tempo per assimilare il colpo e lasciare al giovane Quarion la libertà di rispondere.

    -Cristallino...

    Hesediel sorrise.

    -Bene. Allora vedi di fare in fretta. Hai due compiti importanti ed il tempo stringe.

    Si levò dalla sedia, dunque si voltò verso la finestra aperta.

    -E' stato un piacere, figliolo.

    Scomparve esattamente come era apparso, lasciando come segno del suo passaggio solo una piuma bianca sul pavimento ed il terrore più profondo nel cuore del ragazzo, fino a quel momento all'oscuro di tutto. Una guerra, aveva detto? E contro chi? Possibile che nè lui nè sua sorella fossero in grado di fermarla?

    -Maledizione!

    Sbattè la porta prima di andarsene, ed un pezzo di cristalleria della saletta si infranse al suolo in mille specchi seghettati. Alla luce del sole riflettevano sul muro delicati riflessi come in un elegante dipinto.
    Oro, azzurro e magenta.

     
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