Brutal Raid

{EM} Attaccanti

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    Viaggiatore dei Mondi

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    Il bagliore delle fiaccole bagnava le pareti di solida pietra d'un candore caldo e misterioso, mentre le fiamme scarlatte si levavano imperiose sfidando un cielo buio e senza stelle. Un gruppo di mercenari si era avvicinato alla Porta delle Icone in abiti da viaggiatore di stoffe pregiate, portando con sè dei fogli con scritti a mano permessi ufficiali recanti il simbolo del Sodalizio e bagagli ricchi di armi d'ogni tipo. Mercanti a prima vista, e difatti era quello il modo in cui dovevano apparire alle guardie che, proprio in quel momento, si dirigevano verso di loro, foglio di pergamena in mano e piuma intinta nell'inchiostro nero.

    -Nomi e tipologia del vostro bagaglio, signori.

    Disse un soldato dal volto segnato da profonde occhiaie. Intanto, altri tre si avvicinavano chiedendo cortesemente.

    -Desiderate un accompagnamento alla locanda più vicina o avete già posto dove alloggiare?

    Ad un primo sguardo, era abbastanza semplice per uno del mestiere giungere alla conclusione che quelle mura fossero invalicabili. E non era certo per l'altezza -decisamente sopra la norma ma comunque inutile per chi era in grado di volare- o per lo spessore, piuttosto dal numero di guardie pressochè assurdo per quello che era il presidio più piccolo del semipiano. Se i calcoli non erano sbagliati... probabilmente più della metà degli abitanti del Presidio Errante erano soldati, decisamente troppi rispetto ai tempi passati, il che era tutto dire, oltre ad essere la fonte di un numero imprecisato di teorie a riguardo, fondate o meno che fossero.
    Era per quello che i vostri datori di lavoro avevano preferito farvi entrare come mercanti d'armi, così da non risultare pericolosi e portare con voi i vostri attrezzi del mestiere. Tutto stava ad entrare, recarsi al Cappio di Bronzo, lasciare la roba in camere prenotate, effettuare un rapido scambio con schiavi obbligati a prendere il vostro posto fra le coperte e recarsi al Mastio.
    Il resto, poi, sarebbe potuto divenire puro ed incontrollato piacere per i più sadici... o per coloro che si divertivano con poco.

    ATTACCANTI

    Post introduttivo.
    C'è da descrivere il vostro arrivo e le ragioni che vi guidano nell'aver accettato la missione. Ricordo a tutti che nessuno dei vostri pg ha visto in faccia i datori di lavoro. Sapete solo che ce ne son minimo due, e dalle voci uno è giovane, mentre l'altro più maturo.
    In più i vostri nomi falsi son stati già decisi in separata sede (altrimenti i permessi non servirebbero a nulla se non corrispondono ai nomi), ma dato che noi giocatori non li abbiamo decisi siete liberi di sceglierveli liberamente ora. Siete anche liberi di decidere di non essere tutti mercanti ma suddividervi in mercanti più schiavi, purchè si ricordi che tutto ciò che verrà detto è stato già pianificato in separata sede.
    Buon gioco e buona fortuna =*

    Prossima scadenza: Domenica 30 settembre (incluso).

    Dato che le iscrizioni son state fatte molto tempo fa, coloro che non risponderanno entro la scadenza saranno automaticamente fuori dalla quest ed eventualmente rimpiazzati.



    Edited by Drusilia Galanodel - 13/11/2015, 17:41
     
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    C A S T I G O

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    Il notturno silenzio avvolgeva il geoide Laputense nel suo gelido abbraccio.

    Quel frammento di continente incastonato tra le nubi occidentali si stava lentamente abbandonando tra le braccia di Morfeo, in cerca del sonno ristoratore che tanto bramava. Eppure non tutti gli uomini che camminavano per le vie dell’Isola dei Cieli erano disposti a cedere alle lusinghe della stanchezza: la moltitudine di guardie manteneva fieramente le posizioni assegnate, cercando disperatamente di smorzare la noia scambiando qualche parola col vicino compagno d’arme, in attesa dell’alba lontana e del cambio di turno.

    Altri individui rinunciavano ai piaceri di un giaciglio, muovendosi come predatori notturni per le strade cittadine, nascondendo i loro loschi affari agli occhi del giorno.

    Infine c’erano loro.

    Una prima occhiata avrebbe suggerito la loro occupazione e la loro identità. Pregiati tessuti avvolgevano i corpi – forse spossati per il viaggio – di un gruppetto di mercanti, il cui passaggio era accompagnato dallo scalpitare degli zoccoli e dallo sfregamento delle ruote dei carri sul selciato. Presto il gruppo vide i mastodontici battenti del Cancello, unica interruzione presente lungo la muraglia difensiva che cingeva il primo anello dell’isola. La presenza del portale s’intuiva anche attraverso quella spessa coltre di buio, punteggiata solo dai lumi dorati delle fiaccole.

    Uno dei commercianti – particolarmente alto e dotato di un vistoso corno che si protendeva dalla tempia destra – rivolse un breve ma intenso sguardo a tutti i suoi compagni. I suoi occhi vermigli, infervorati solo per un istante da un barlume di follia, sembravano ordinare a tutti di attenersi al piano e di non commettere idiozie. Quei passaggi erano stati ripetuti più e più volte, simulati nelle loro menti fino allo sfinimento: quella notte bisognava seguire il copione, non c’era spazio per l’improvvisazione.
    D’altronde, i loro misteriosi committenti avevano organizzato tutto con meticolosa precisione: i travestimenti, la copertura, i permessi, l’alloggio, l’alibi e tutto il resto. I suoi compagni sotto mentite spoglie – esclusi i compagni Eversori Dimitriy e Wynn, che già conosceva – gli erano estranei, però nutriva buone speranze sulla loro professionalità: uno specialista si riconosce dai gesti misurati, dai passi felpati e da come ispeziona ogni cosa o persona nelle vicinanze.

    Insieme formavano un team variegato, simile per certi versi a quel ligneo cavallo mitologico che superò le linee difensive di Ilio e permise l’assedio di quella città, ormai dispersa negli eoni del tempo. Quei soldati assonnati non potevano nemmeno immaginare chi stava transitando per quel portone.

    Io sono Deitarn, e insieme ai miei compagni trasporto equipaggiamento militare.

    Le sue parole false cordiali avrebbero ricalcato con precisione i dati in possesso della sentinella. Ora sarebbe bastato che anche gli altri enunciassero i loro nomi fasulli, completando così l’inganno.

    Abbiamo già un luogo in cui alloggiare. Grazie comunque della disponibilità, signori.

    Quelle parole suonavano strane per uno come lui: erano termini gentili, grondanti di bontà e unti di educazione fino alla nausea.

    Terminate le procedure doganali, avrebbero varcato quella soglia monumentale, addentrandosi nella tana avversaria senza destare sospetti.
    Nel suo cranio si agitavano idee malsane e progetti insanguinati, il suo istinto di predatore si stava risvegliando, facendo fremere tutto il suo essere.

    Il cavallo si era spostato attraverso la scacchiera e aveva scavalcato la solida linea dei pedoni.



    Stato fisico: ottimale
    Stato mentale: trepidante
    Energia: 110%
    Equipaggiamento:

    Kuthian’s Armor
    Al momento dell’arresto Bid’daum indossava un’armatura di fattura Kuthiana. I tratti particolari sono la leggerezza dei pezzi e la loro incredibile resistenza ai colpi. [Tra la merce]

    Comet Hammer
    Quest’arma è composta da una sfera di metallo del diametro di 15 cm e dal peso di 3 kg. Questo peso è agganciato ad una catena di acciaio della lunghezza di 2 metri. [Tra la merce]

    Támerlein
    Il prigioniero possiede una spada particolare che supera la normale concezione di arma bianca. Si tratta di una lama incorporea che è l’emanazione stessa della sua anima. Recenti studi hanno portato a dimostrare l’ipotesi che quest’arma non sia in grado di danneggiare cose concrete ma solo spiriti e anime. Essendo parte stessa di Bid’daum, egli può scegliere quando farla comparire nella sua mano. [Passiva di evocazione].
    La lunghezza di questa lama fantasma è di circa un metro e con un solo fendente di quest’arma lo spirito colpito viene distrutto e sparisce per sempre. Per quanto sia inservibile come arma di offesa classica, alcune sue peculiarità sono ancora misteriose, in quanto il detenuto è restio a mostrarla. [Non Evocata]

    Bussola dei Desideri
    Tutti i nostri principi di riferimento nella realtà, e tutti gli apparecchi che usiamo per orientarci in essa, dipendono sempre e solo da ciò che desideriamo.
    Queste speciali bussole incantate in dotazione agli Eversori (grazie all’operato del mercante Zimmer) estraggono il loro punto di riferimento dal cuore di chi le impugna. L’ago dello strumento punterà nella direzione in cui si trova la cosa che più si desidera in quel momento.
    La cosa desiderata può essere una persona, un edificio, un animale, un oggetto, un luogo particolare e tanto altro ancora. Ognuno possiede in sé il desiderio di trovare qualcosa, e questa bussola punterà esattamente nella direzione da seguire per trovarla.
    Una volta raggiunto l’oggetto desiderato, l’ago comincerà a girare all’impazzata, aspettando il successivo desiderio.
    Un così potente oggetto magico possiede però delle limitazioni: l’ago punterà in linea retta verso ciò che si desidera, senza considerare la presenza di ostacoli naturali o artificiali. Quindi la bussola non indica il percorso da seguire, ma solo la direzione da prendere. Nel caso l’obiettivo si trovi sopra oppure sotto allo strumento, sarà necessario posizionare l’ago verticalmente rispetto al suolo.
    Se la cosa desiderata non esiste oppure non si trova sullo stesso piano dimensionale, la bussola non sarà in grado di indicare la via. Invece, nel caso in cui la cosa desiderata sia multipla o dislocata in più luoghi in contemporanea, l’ago indicherà l’obiettivo più vicino all’Eversore.
    L’ultima e più importante limitazione è da ricercare nell’utilizzatore stesso. In caso di indecisione o di mancanza di desideri nitidi, la bussola non sarà in grado di mantenere la rotta da seguire.
    Perché, in fin dei conti, non è difficile inseguire quello che vogliamo.
    Difficile è capire che cosa dobbiamo cercare.
    [Oggetto gdr + tecnica only-gdr]

    Passive:

    Risorse criminali
    La logica porterebbe a pensare che il Kuthiano, frammentando di continuo la propria anima, si stia autodistruggendo. Questo risponde solo in parte a verità.
    Usare il proprio spirito è rischioso; ma si è osservato che la sua anima, a causa dei continui utilizzi, è diventata più durevole. Sembrerebbe quasi un meccanismo di autodifesa, avviato in risposta al continuo sgretolamento dello spirito.
    Il criminale possiede una forza vitale superiore agli esseri viventi comuni, e non esiterà a sfruttare fino all’ultima stilla di energia per inseguire i suoi obiettivi.
    [Passiva: 110% energia]

    Oltre la realtà
    La manipolazione degli spiriti ha apportato dei sostanziali cambiamenti nel fisico di Bid’daum. I suoi occhi sono in grado di vedere nitidamente i fantasmi e le anime, normalmente invisibili alle persone comuni.
    Gli spiriti brillano di una perenne luce trascendentale, che li rende visibili al Kuthiano anche di notte o dentro il corpo degli esseri viventi.
    Che essi siano spettri, presenze esoteriche o anime vaganti, non sfuggiranno comunque al tremendo sguardo inquisitore del Castigo. Infatti egli non si limiterà ad osservare, ma la memoria immagazzinerà la forma e il colore specifico che rende unica ciascuna anima. Egli sarà in grado di identificare lo spirito già incontrato in precedenza nella stessa maniera in cui le persone riconoscono un viso familiare. [Auspex spirituale, raggio 30 metri]

    Putrefazione
    Gli spiriti manipolati dal Kuthiano – e la sua stessa anima – sono corrotti fino al midollo. La perversione profonda si amalgama con le forze esoteriche utilizzate dal criminale, trasmettendo questo marciume come una spaventosa epidemia, corrodendo progressivamente ciò che entra in contatto con gli spiriti.
    Tutto ciò che è colpito dalle arti esoteriche del Kuthiano è sottoposto a un progressivo avvizzimento.
    Il lento sfiorire, l’inevitabile morte.
    Questa corrosione è visibile sulla scorza, ma è capace anche di entrare in profondità. L’anima delle persone s’inaridisce e diviene sempre più irriconoscibile.
    Nei casi estremi si arriva alla completa perdizione: e mentre quel fiorellino perde la propria corolla e muore, lo spirito trova la dannazione.
    [Passiva scenica valida per le tecniche sciamaniche del personaggio: gli spiriti provocano un effetto aggiuntivo di corrosione e avvizzimento all’ambiente circostante. Gli effetti sullo spirito nemico sono di libera interpretazione]

    Minaccia tangibile
    Il prolungato passaggio di materiale spiritico attraverso il corpo genera degli effetti permanenti sull’organismo. Si annovera soprattutto un’estrema intensificazione delle sensazioni tattili, a causa dell’ipertensione a cui sono sottoposti alcuni recettori sottocutanei durante le pratiche sciamane.
    Ne consegue che Bid’daum possiede un senso del tatto ipersviluppato, in grado di percepire anche i più lievi spostamenti d’aria e di trovare le più lievi irregolarità sulle superfici che normalmente si direbbero lisce. [Passiva di tatto super-sviluppato]

    Burattinaio
    In caso di bisogno i frammenti di anima quiescenti sparsi in un ambiente possono essere risvegliati.
    Chi è stato lambito dallo spirito del Castigo rimane intriso della sua essenza e può essere manipolato anche dopo mesi dall’ultimo contatto, a patto che si trovi nel raggio di dieci metri da lui.
    Gli oggetti possono essere spostati e destati alla vita. [Passiva di controllo cinetico di oggetti circostanti: massimo 6 oggetti che non superano i 30 kg complessivi. Per estensione only-gdr, permette di manipolare i PNG che sono entrati in contatto con l’anima di Bid’daum]


    Edited by · Jira · - 1/10/2012, 18:24
     
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  3. Amadar Tellan
     
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    Alla fine c'era arrivato. Un fottuto mercante carico d'armi per il Presidio Errante. A chi diamine era venuto in mente una simile copertura doveva mancare qualche rotella al posto giusto: affidare a dei mercenari un carico del genere era parecchio rischiso e la possibilità di svignarsela con quel bottino era molto elevata. E per giunta sapeva di non essere neppure il solo convocato per quella missioncina a non certo basso rischio. Se aveva accettato di tornare in quell'ammasso di tecnologie stravaganti e schiavi ad ogni passo, era solo eprché a Merovish tirava un'aria fin troppo pesante per i suoi gusti, anche se era stato tra i responsabili della depurazione del cosiddetto Loto Nero. Il problema è che gli altri suoi colleghi ci avevano dato dentro con la distruzione e quindi non solo quella banda di fetenti malviventi da quattro soldi ne aveva fatto le spese. E a tutto, purtroppo, c'era un limite. Come gli altri, aveva finito per uscire dai confini di Merovish e darsi alla macchia e da allora aveva perso tutti i contatti. E ci fosse stata una sola volta che quel dannato apparecchio nell'orecchio avesse funzionato! Purtroppo così non era stato ed era quindi finito a vagare per qualche oasi e qualche remoto villaggio nel deserto fino a quando non aveva sentito di un lavoro alquanto pazzo offerto a chiunque avesse avuto voglia di arricchirsi un bel po'. Follia o meno, era la sua unica concreta possibilità di fare qualcosa emagari anche di guadagnarsi qualche ulteriore sovvenzione. Aveva pensato anche di tornare in quella base che aveva scoperto su al Nord, ma a parte che viaggiare per arrivare ogni volta fino a là era un viaggio lungo e penoso, non aveva ancora modo di lavorare come si doveva lì e riedificare tutto si stava rivelando uno sproposito per i costi e le opere necessarie, oltreche per le tecnologie che spesso andavano oltre la sua portata di comprensione. Era triste ammetterlo, ma senza gli altri laggiù non c'era possibilità di trovare un valido impiego di pressoché nulla di quel buco.
    E quindi era finito lì, con una copertura ben organizzata a presentare un passaporto falso alla guardia doganale.
    "Sono Aracnus de Lupois. Sono qui per contrattare una fornitura di armi... e sembra che ne abbiate bisogno" disse con tutta tranquillità il gigantesco mercante, che si sarebbe trovato più a suo agio come scorta di un altro mercante, se non altro perché era difficile trovare un mercante dai muscoli sviluppati e alto due metri. E soprattutto uno che si chiamasse in quel modo!
    *Se trovo il genio che ha organizzato tutto questo... Spero davvero che funzioni, perché altrimenti qui persino me la vedrei male*
    Amadar si era infatti guardato ben attorno e il suo occhio da ex ufficiale militare gli aveva fatto chiaramente capire che quel posto era inespugnabile con un assalto diretto: troppe difese ben sviluppate e sopratuttto non aggirabili per via dell'esponenziale numero dei difensori. Nel suo secondo giro in città, stavolta con indicazioni più precise, aveva potuto fare maggiormente caso alle risorse militari del luogo ed era arrivato ad una sorprendenete quanto preoccupante deduzione: la parte della città che non era schiava dell'altra era composta in grande maggioranza da soldati professionisti. E ciò, oltre che strano, era davvero pericoloso per chi come lui poteva avere intenzioni contrarie al bene della città.
    *Forse facevo meglio a restare un lupo solitario per un altro po'...* si era detto prima di arrivare ai cancelli, ma ormai era troppo tardi per tirarsi indietro. Per fortuna, la copertura funzionò, complice anche la palese stanchezza del doganiere, che ancora un po' forse diventava un automa senza molta capacità critica. Quando altri più freschi arrivarono a chiedergli se avesse bisogno di una scorta, li liquidò brevemente con un sorriso di cortesia, asserendo di aver già prenotato un alloggio. Tale scusa, che peraltro era una mezza verità, bastò affinché quei soldati si occupassero degli altri mercanti.

    Più tardi si ritrovò acconciato ancora da mercante, ma sotto quel travestimento si era ben preparato con tutto il suo materiale, pronto a liberarsi con un gesto della sua copertura e con l'altro a sfoderare una delle armi che ormai costituivano i veri ferri del mestiere dell'Assassino. Il resto della mercanzia poteva anche essere interessante, ma non aveva né modo né tempo di controllare da cima a fondo il suo bagaglio e trasportare anche quello sarebbe stato troppo ingombrante e avrebbe finito per dare nell'occhio anche più di quello che era necessario.
    Uscendo dalla camera, aveva altresì dato il permesso allo schiavo che doveva prendere il suo posto nel letto di tenersi una delle armi del bagaglio per difendersi: anche seil suo compito doveva essere quello di prendrsi una pugnalata al posto suo, non gli piaceva l'idea di qualcuno costretto a farlo senza neppure essere pagato né tantomeno preparato ad una simile evenienza. Ma se una tale misura era necessaria... la cosa si preannunciava davvero poco piacevole. E poi... almeno gli avessero rifilato una ragazza, le avrebbe anche potuto dare un po' di piacere oltre a prendersene per sé prima di andare, ma un ragazzo brutto come il peccato non era affatto un buon partito. E forse era anche un incentivo a sbrigarsi.
    Quindi il finto mercante prese e se ne andò per conto proprio fino al luogo dell'appuntamento. Indicazioni ed istruzioni le aveva: bastava solo non farsi seguire come un pivello fino al luogo dell'appuntamento. E un mercante avrebbe dato emno nell'occhio di un mercenario armato fino ai denti. Senza contare che poi era già stato visto una volta da quelle parti e di farsi riconoscere non ne aveva né voglia né interesse.
    Restava solo da sapere in cosa diavolo si era imbarcato e perché ancora nessuno gli avesse risposto.
     
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  4. _MajinZ_
     
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    Da quando era giunto su Endlos, Dimitriy aveva esplorato diversi luoghi, anche se in genere essi erano vicini al Presidio Sud o al massimo a Nord, dove si recava ogni tanto per staccare un po’ dalla solita vita da mercenario che, dopo un po’, diveniva abbastanza stressante. Il russo doveva visitare ancora parecchi posti e uno di quelli era quel frammento di continente che vorticava tra le nubi a occidente, levitando in aria senza alcuno sforzo apparente. E quella notte finalmente aveva messo piede su quella roccia volante, ma purtroppo non per fare una gita, visto che si trovava li per una missione.
    Ammantato con un mantello nero e logoro, incappucciato e con la testa bassa, l’assassino camminava lentamente tra le vie della Città Alta, ma non era da solo. Con lui vi erano altre persone, mercanti ben vestiti con degli abiti pregiati, tutto il contrario dello schiavo che era diventato il biondo che camminava in silenzio, mentre un frammento del suo viso venne illuminato dal chiarore delle torce. Però il nostro eroe non era stato mica catturato o altro, semplicemente stava recitando una parte così come stavano facendo quei mercanti, uno dei quali era un volto parecchio noto al sicario: si trattava di Bid'daum, uno dei Capi Eversori. E con lui c’era anche la lattina che il giovane aveva recuperato nel deserto, insomma, una bella rappresentanza della Tana.
    Il motivo della presenza del giovane Dimitriy a Laputa, quella notte, era molto semplice: quando arrivavano certi ordini, dall’alto, era abbastanza difficile dire di no. Poteva rifiutare, certo, però avevano fatto il suo nome e di certo non poteva tradire le aspettative della Gilda, soprattutto quando si trattava di missioni come queste. Anche se, beh, non sapeva molto di tutto ciò. I datori di lavoro non si fecero vedere in volto, l’unica cosa che si sapeva era la differenza di età tra i due, un giovane e un uomo un po’ in la con gli anni, ma non troppo. Era un po’ difficile fidarsi di qualcuno con cui non si era scambiato neanche uno sguardo, ma alla fine il naufrago accettò, non senza un po’ di titubanza. L’assassino era una persona molto sospettosa, però aveva come la sensazione che non si trattasse di una trappola, ma magari lo era quindi non bisognava allentare la concentrazione... anche perché una cosa del genere era già successa al ragazzo di Mosca, quell’imboscata non se la sarebbe mai dimenticata.
    Ed ecco spiegata la presenza del killer in quel luogo, e lui aveva scelto di impersonare la parte che più gli si addiceva. Non perché fosse uno schiavo o simili, però era bravo a passare inosservato e quella tenuta lo aiutava non poco, oltre al fatto che non era tenuto a portare un bagaglio: l’unica cosa che gli serviva era la sua arma, ben nascosta sotto la manica destra, pronta a scattare alla minima pressione.
    I viandanti giunsero infine al cospetto di quelle imponenti mura. Dimitriy ne aveva visto molto poche di quella fattura e sollevando appena lo sguardo glaciale poté constatare che l’arrampicata era quasi impossibile, anche per un tipo come lui. Non appena giunsero innanzi al Mastio, alcune guardie si mossero in direzione del gruppo.
    -Nomi e tipologia del vostro bagaglio, signori.
    Fu un soldato a parlare, facendo si che il biondo sollevasse un poco la testa, lasciando trasparire una sola iride da sotto il cappuccio, muovendo poi le labbra per parlare. Il suo classico tono neutro, però, venne leggermente cambiato aggiungendo una punta di sofferenza per quella condizione spiacevole e anche se non era un attore, alcune piccole cose bastavano per far calare l’attenzione. Era un semplice schiavo: gli schiavi non attiravano l’attenzione.
    Adrian è il mio nome... non porto nulla con me...
    Concluse senza aggiungere altro, abbassando nuovamente il capo in segno di sottomissione. Infine si apprestò a riprendere il cammino quando il resto del gruppo si fosse mosso, superando così quelle solide mura per ritrovarsi all’interno, così da dare via a quell’attacco a sorpresa. Non gli erano molto congeniali quel tipo di missioni, ma di certo non si sarebbe tirato indietro e... non avrebbe avuto molta pietà. Quando si trattava di soldati, poteva sporcarsi di nuovo i candidi guanti di rosso.



    CITAZIONE
    Stato fisico: Ottimale
    Stato mentale: Concentrato
    Energia: 100%

    Abilità Passive:
    ₪ Vy ne mozhete vzyatʹ ~ Non puoi prendermi
    Addestrato fin da bambino a rendere ogni movimento sicuro e sorprendente, Dimitriy ha sviluppato un'agilità superiore al normale che un semplice essere umano non potrebbe mai neanche pensare di sfiorare, oltre a una velocità che esula dai limiti di un mortale. I movimenti complessi non sono più un ostacolo, spiccare balzi, salti e rocambolesche fughe diviene facile come respirare, inoltre l'equilibrio riceve un discreto miglioramento che permette al ragazzo di correre anche su superfici esigue o scivolose. Inoltre la rapidità eccezzionele lo rende capace di scatti improvvisi, i quali rendono il giovane quasi imprendibile ed è difficile scorgerne con esattezza i movimenti. Ogni singolo movimento diventa qualcosa di sicuro, rendendo facile schivare ad esempio colpi in arrivo o far perdere le proprie tracce in poco tempo, sfruttando percorsi preclusi a umani senza nessun allenamento specifico e percorrendo grandi distanze con facilità. Il biondo non ha bisogno della forza, gli basta solo colpire al momento giusto come un vero killer per poi sfuggire e senza lasciare nessuna traccia.
    [Power Up Agilità 50% - Velocità 50%]

    ₪ Vy ne slyshite ~ Non puoi sentirmi
    Il silenzio per un assassino è l'alleato numero uno su cui poter contare, seguire il bersaglio senza che esso se ne accorga, arrivare alle spalle e colpire senza dare neanche il tempo alla vittima di rendersi conto di quel che le succede intorno. L'allenamento speciale a cui Dimitriy si è sottoposto ha sviluppato anche questa fondamentale capacità per fare un lavoro come quello, infatti il giovane riesce a distribuire il peso così bene che i suoi passi sono diventati impercettibili ed è quasi impossibile riuscire a sentire qualche suono provenire da lui a meno che non sia lui stesso a volerlo. Anche durante la corsa il suo rumore non viene influenzato e sarà silenzioso proprio come un felino, a patto che tutto il suo equipaggiamento sia ben fissato e non abbia nulla che fa rumore, benché riesca a controllare il suo corpo ciò sarebbe più complicato nel caso ci fosse qualcosa che fa rumore senza il suo volere.
    [Il personaggio non produce nessun suono muovendosi]

    ₪ Krovozhadnostʹ ~ Sete di Sangue
    Durante il suo addestramento, Dimitry ha capito che non è sempre necessaria la forza bruta per colpire con efficacia il nemico, tempismo ed abilità possono produrre una seria lesione al posto di un graffietto da poco. Il biondo assassino sa questo concetto e lo sfrutta a modo suo, in uno stile creato da lui stesso dopo lunghi ed estenuanti allenamenti, fino a rendere tale capacità quasi innata, capace di rendere molto più infidi e letali i colpi che infligge; mirando con naturalezza agli angoli più fragili o debilitanti, come ad esempio un’arteria ed alterando le normali angolature dei colpi è in grado di causare danni solamente in apparenza minori. Colpendo l'avversario nel punto giusto, l'assassino riesce a causare traumi inattesi al sistema circolatorio; questo tende a causare una maggiore fuoriuscita di sangue dalle ferite così inferte, causando una minaccia concreta anche con il più stupido dei taglietti. Proprio come alcuni temibili malattie, infatti venire colpito in questo modo crea una maggiore difficoltà nel sopportare i successivi assalti; una debolezza che apre la via a minacce ben più pericolose, avvicinando di un passo la fine della vita del bersaglio.
    [La precisione dei colpi è tale da causare danni al sistema circolatorio nemico aumentandone così il sanguinamento.]

    Equipaggiamento:
    ₪ Banket Krovi ~ Banchetto di Sangue
    Si tratta di un'arma all'apparenza semplice che però nelle mani giuste diventa un temibile strumento di morte. Essa si compone di un bracciale che avvolge interamente l'avambraccio ed è composta di una lega di metallo abbastanza leggera così da non divenire un ingombro ma un semplice prolungamento del corpo. La parte finale dello strumento è un guanto di pelle con una placca metallica sul dorso della mano che ovviamente è unita al meccanismo presente nell'avambraccio, con annesso una piccola leva metallica che finisce nel palmo della mano. Nell'istante in cui il biondo eserciterà una certa pressione sulla leva, dal meccanismo presente sul polso fuoriusciranno tre lame di acciaio temprato curiosamente rossastre della lunghezza di circa venticinque centimetri appuntite ed affilate, pronte a colpire il nemico di turno. Un'arma facile da nascondere ma letale se usata nel modo giusto.

    Tecniche utilizzate:
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    La notte. Una compagna indispensabile, fedele, una complice per ogni assassino.
    Quell'oscurità che ti avvolge, che ti aiuta a compiere il misfatto quasi sempre indisturbato, per poi celarti alla vista e sparire come un'ombra.
    Un'oscurità che quasi senti provenire anche da dentro il tuo cuore.

    Quella sera Wynn si trovava per la prima volta a Laputa, la città sospesa, in compagnia di altri mercenari per svolgere una missione. Era la sua prima missione come Eversore, dunque perché non accettare senza troppi indugi per dare una piccola dimostrazione di quel che il Maestro delle Rune era in grado di fare?
    E poi, diciamocela tutta, lo faceva anche per i soldi.

    Era la prima volta che lasciava il presidio Sud, e ora ritrovarsi su di un'isola volante mai visitata prima d'ora lo turbava leggermente. Certo, non aveva timore che potesse precipitare da un momento all'altro, quanto sapeva perfettamente che era un luogo che pullulava di guardie a destra e a manca e se fossero stati scoperti sarebbe stato un po' più complicato trovare qualche via di fuga.
    Quando arrivarono ai piedi delle enormi mura ne ebbe la conferma: impossibili da scavalcare, piene di guardie e perfettamente lisce.
    Avvicinatosi al grande portone le guardie attendevano il loro lasciapassare.

    -Nomi e tipologia del vostro bagaglio, signori.

    Attese che parlarono prima gli altri, poi -dopo essersi sistemato il cappuccio in modo da nascondere notevolmente il suo volto con la veste che gli era stata data precedentemente- giunse il suo turno.

    « Il mio nome è Balcoin...sto aiutando a trasportare il carico. »

    Diede qualche colpetto al carro che trasportava le armi in modo da far capire alle guardie di cosa stesse parlando.
    La sua voce era neutra e calmissima: il primo segno di un'apparente innocenza.





    Energia: 100%
    Stato fisico: ottimale
    Stato psichico: impaziente di scatenare il massacro

    Equip:

    •Runeblade
    Non è altro che la sua Spada Runica. Lunga all'incirca un metro, è decorata con delle incisioni runiche che s'illuminano quando Wynn utilizza una tecnica speciale. Nessuno sa dove e come l'abbia ottenuta.

    Abilità:

    •Fast and furious
    Anni e anni di allenamento e di esperienza sul campo hanno reso Wynn una macchina da guerra rapidissima e silenziosa. La sua straordinaria abilità lo rende difficile da colpire e spesso coglie l'avversario impreparato, reagendo al suo attacco quando ormai è già andato a segno. In termini di gdr, Wynn ha un bonus di 50% sull' agilità.
    [Power up +50% agilità]

    •Runic Call
    Sulla pancia Wynn possiede un tatuaggio a forma di runa. Utilizzando una frase particolare innesca la magia della runa, che come un coniglio dal cilindro estrae o depone la sua spada.
    [Passiva di tasca dimensionale]

     
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    Il Cappio di Bronzo sapeva essere particolarmente confortevole per gli esponenti del Sodalizio. Non appena i due finti mercanti accompagnati da altrettanti finti schiavi si presentarono, il locandiere fu immensamente gentile e disponibile, e li accompagnò ai loro alloggi senza domandare altro a parte se desiderassero la cena in camera. Ovviamente nessuno ordinò niente: quella notte non dovevano essere scocciatori.

    Sorpassare il primo blocco di guardia non era stato particolarmente difficile: evidentemente i mercanti che li avevano assoldati -quelli veri- conoscevano il Presidio Errante preticamente a memoria, comprese le crepe ed i punti deboli.

    Bid'daum, Amadar, Wynn e Dimitriy avrebbero aspettato circa venti minuti da quel momento, una giusta attesa affinchè giungessero alle loro stanze dei giovanotti agghindati al punto sembrare in tutto e per tutto delle prostitute, nonostante fossero abbastanza coperti da mantelli sgargianti cosicchè restasse il dubbio nei sensi di chi li osservava. Loro erano quelli che tempo prima erano stati indicati come "schiavi fantoccio", ed avrebbero finto la vostra presenza in camera finchè l'attacco al Mastio non fosse concluso. Intanto vi consegnarono i mantelli, e vi consigliarono di uscire dal retro senza due ore dopo, possibilmente senza attirare eccessivamente l'attenzione, non essendo truccati a dovere ed essendo così costretti a giocare con l'oscurità lì dove il travestimento non aveva potuto.

    Così sarebbe accaduto, ed in poco tempo i mercenari si trovarono fuori senza aver incontrato particolari problemi. La strada era libera: da quel momento avevano piena libertà di azione. Certo, il numero spaventoso di guardie di ronda poteva causare problemi, ma finchè non si violava nessuna legge eravate in salvo.
    O non si avevano atteggiamenti fraintendibili, sia chiaro.
    Infondo i soldati erano stanchi ed assonnati... ma non stupidi.

    ATTACCANTI

    Bene, a fine post vi trovate per strada dopo essere usciti dal Cappio di Bronzo ed aver nascosto i mantelli sgargianti sotto cui vi eravate celati dentro uno scatolone di rifiuti. Adesso i vostri pg hanno completa libertà d'azione, ma voi no.
    Questo non vuol dire che dovete seguirmi tipo zombie, anzi vi voglio svegli e pensanti, ma per qualunque, e ripeto qualunque aggiunta o proposta che farete dovete sempre usare il condizionale, perchè non è detto che i vostri piani siano possibili, sia per questioni bg sia per semplice logica.

    Al momento siete alla Città Bassa: per raggiungere il Mastio dovrete comunque percorrere tutti i gironi intermedi.

    War: attento a non andare troppo oltre lo step temporale che vi assegno implicitamente: al primo post è una sciocchezza parlare della locanda prima che vi arrivate, ma più si va avanti più queste diventano azioni ad altissimo rischio, da me sconsigliate per ovvie ragioni.

    Prossima scadenza: Lunedì 8 ottobre (incluso).

    Una mancata risposta nei tempi previsti provoca ripercussioni (a volte anche pesanti) nello svolgimento della quest, a meno che ovviamente non si avvisi il QM in anticipo =*.



    Edited by Drusilia Galanodel - 13/11/2015, 17:41
     
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  7. _MajinZ_
     
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    Raggiungere la locanda fu abbastanza semplice e il gruppo non trovò nessun ostacolo per giungervi, nessun sospetto, nulla: fino a quel momento tutto sembrava perfetto. Dimitriy teneva ancora la testa bassa, calandosi perfettamente nella parte che aveva scelto, anche se ben presto sarebbe passato a schiavo a carnefice... e la cosa non lo rallegrava molto. Però si trattava comunque di un lavoro e, volente o nolente, doveva svolgerlo al meglio se non voleva mandare a monte l’intera missione. In ballo non c’era solo la sua vita, ma anche quella dei suoi compagni.
    Un solo errore e sarebbe stata la fine.
    Ma per il momento ogni cosa sembrava andare nel verso giusto e, una volta giunti nel locale, il locandiere fu abbastanza felice di accoglierli, mostrando ben presto a ognuno la propria stanza. Certo, vedere uno schiavo alloggiare in una stanza tutta per se poteva dare nell’occhio, ma per quanto ne sapeva il biondo, anche quell’oste poteva essere corrotto. Infatti quel tizio non era nemmeno invadente, si limitò soltanto a chiedere se desiderassero riceve la cena in camera, ma ovviamente nessuno dei mercenari ordinò qualcosa... gli scocciatori dovevano stare alla larga, quella sera.
    Una volta giunto nella sua stanza, il russo si ritrovò in una normale camera di una qualsiasi locanda, ma quello non era il momento di ammirare la mobilia. Il biondo rimase dritto in piedi al centro della stanza, mentre gli occhi chiusi lo aiutavano a concentrarsi al massimo, come era suo solito fare ogni volta che doveva svolgere un’importante missione. Passò una manciata di minuti e qualcosa distrasse il ragazzo, il quale puntò il suo sguardo glaciale verso la porta che subito dopo si aprì, mostrando qualcosa che per un attimo fece vacillare la concentrazione del sicario.
    Quel che aveva davanti era un misto tra un pagliaccio e una prostituta, ma la cosa più terrificante era il fatto che non si capiva se fossero maschi o femmine... era meglio mantenere le distanze, si. Però in quel momento il giovane si ricordò che quelli dovevano essere i sostituti che avrebbero tenuto occupate le stanze, mentre loro svolgevano la missione indisturbati. Ma nonostante tutto Dimitriy non si fidava di quella persona, rimanendo quindi a dovuta distanza.
    Comunque, subito il tizio consegnò all’assassino un nuovo mantello, così si disfò di quello logoro e rovinato che indossava, scambiandolo con un altro più utile per passare inosservato. Lo schiavo consigliò anche di uscire dal retro della locanda, così da non attirare nessuno sguardo indiscreto, visto che in quella città vi erano guardie ad ogni angolo. Il russo però era abituato a muoversi nell’oscurità e celarsi tra le ombre era la sua specialità, infondo era stato addestrato per quel motivo. Non passò molto tempo ed ecco che la porta che dava sul retro del locale si aprì, mostrando la figura del russo che sgattaiolava fuori, nell’oscurità, la luce quella notte non sarebbe stata una sua alleata.
    Una volta fuori, l’assassino avrebbe atteso l’arrivo dei compagni posizionandosi in una zona non troppo in vista, se mai ce ne fossero state, facendosi notare da loro una volta che questi l’avrebbero raggiunto all’esterno. Da quel momento, però, non era una cosa molto buona farsi vedere in gruppo, così avrebbe continuato a camminare nascosto, ma in una posizione tale da tenere d’occhio almeno uno degli alleati, così da non perdersi di vista ma distanziarsi comunque, così da non dare nell’occhio. Le guardi erano tante e un gruppo di persone incappucciate attirava fin troppa attenzione.
    Così, sfruttando l’ambiente e l’oscurità, il russo avrebbe cercato un sicuro passaggio per abbandonare quella zona il più presto possibile, visto che il Mastio era ancora parecchio lontano e per arrivarci... dovevano attraversare ogni girone. Il rischio non era alto, ma di più, molto di più. Come suo solito, però, Dimitriy stava attento a qualsiasi cosa, sfruttando le proprie abilità e conoscenze per passare inosservato agli occhi delle guardie.



    CITAZIONE
    Stato fisico: Ottimale
    Stato mentale: Concentrato
    Energia: 100%

    Abilità Passive:
    ₪ Vy ne mozhete vzyatʹ ~ Non puoi prendermi
    [Power Up Agilità 50% - Velocità 50%]

    ₪ Vy ne slyshite ~ Non puoi sentirmi
    [Il personaggio non produce nessun suono muovendosi]

    ₪ Krovozhadnostʹ ~ Sete di Sangue
    [La precisione dei colpi è tale da causare danni al sistema circolatorio nemico aumentandone così il sanguinamento.]

    Equipaggiamento:
    ₪ Banket Krovi ~ Banchetto di Sangue
    Si tratta di un'arma all'apparenza semplice che però nelle mani giuste diventa un temibile strumento di morte. Essa si compone di un bracciale che avvolge interamente l'avambraccio ed è composta di una lega di metallo abbastanza leggera così da non divenire un ingombro ma un semplice prolungamento del corpo. La parte finale dello strumento è un guanto di pelle con una placca metallica sul dorso della mano che ovviamente è unita al meccanismo presente nell'avambraccio, con annesso una piccola leva metallica che finisce nel palmo della mano. Nell'istante in cui il biondo eserciterà una certa pressione sulla leva, dal meccanismo presente sul polso fuoriusciranno tre lame di acciaio temprato curiosamente rossastre della lunghezza di circa venticinque centimetri appuntite ed affilate, pronte a colpire il nemico di turno. Un'arma facile da nascondere ma letale se usata nel modo giusto.

    Tecniche utilizzate:
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  8. Amadar Tellan
     
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    Più tardi, dopo aver superato il primo sbarramento "doganale", se così si poteva chiamare quella pigra operazione quasi meccanica che l'aveva portato da una parte all'altra del cancello, non si ritrovò più acconciato ancora da mercante. Sotto quel travestimento si era ben preparato per ogni evenienza, pronto a liberarsi con un gesto della sua copertura e con l'altra mano a sfoderare la nuova delle armi che costituivano i ferri del mestiere dell'Assassino. Il resto della mercanzia, fra cui c'erano anche la Spada di Otataral e i pugnali da lancio, poteva anche essere interessante, ma non aveva né modo né tempo di controllare da cima a fondo il suo bagaglio e trasportare anche quello sarebbe stato troppo ingombrante e avrebbe finito per dare nell'occhio anche più di quello che era necessario.
    Per fortuna però non c'erano stati incidenti per la compagnia dei mercanti e dei debiti servitori... una recita che in fondo avrebbe preferito nella circostanza, ma che nella realtà non si sarebbe mai verificata: era già finito in gabbia una volta e non aveva di certo intenzione di tornarci. Era improbabile che gli sarebbero capitati altri esperiemnti, ma l'idea di essere in balia di qualcun altro per qualche scopo più o meno perverso gli faceva quasi istintivamente tendere tuti i muscoli e venire la voglia di spaccare qualche faccia e qualche culo.
    Il piano prevedeva solo una breve sosta per liberarsi dei travestimenti e riprendere le proprie sembianze. In un cero senso sarebbe stato più comodo rimanere un mercante, ma quelle vesti erano troppo sgargianti e soprattutto poco intonate alla sua corporatura perché non apparissero fin troppo vistose per ricoprire un nerboruto armadio di due metri. Alla fine, bene o male, tornare ad essere il solito Amadar Tellan era la soluzione migliore: in fondo in quel modo avrebbe avuto tutto a propria disposizione per affrontare le evenienze peggiori. Uscendo dalla camera, aveva altresì dato il permesso allo schiavo che doveva prendere il suo posto nel letto di tenersi una delle armi del bagaglio per difendersi: anche se il suo compito doveva essere quello di prendersi una pugnalata al posto suo, non gli piaceva l'idea di qualcuno costretto a farlo senza neppure essere pagato né tantomeno preparato ad una simile evenienza. Ma se una tale misura era necessaria la cosa si preannunciava davvero poco piacevole, anche se si trattava solo di una copertura.
    *Vada come deve andare...* si disse: se non fosse stato per la paga promessa e l'occasione di allontanarsi da Merovis, non gli sarebbe fregato niente
    Quindi il finto mercante prese e se ne andò apparentemente per conto proprio fino al luogo dell'appuntamento, ma quella sarbbe stata solo una facciata. Indicazioni ed istruzioni le aveva: bastava solo non farsi seguire come un pivello fino al luogo designato, ma doveva prestare attenzione: era già stato visto una volta da quelle parti per una missione di quel tal Khatep e di farsi riconoscere non ne aveva né voglia né interesse. Quindi, qualora non fosse riuscito a muoversi per le ombre, avrebbe dovuto cercare di spostarsi per le vie secondarie, in maniera del tutto tranquilla: non voleva dare nell'occhio e nonostante le sue dimensioni notevoli, era diventato bravo nello sgusciare e nel passare inosservato, a seconda delle circostanze. In quelle contingenti, il modo migliore per farlo sarebbe stato quello di sembrare uno dei tanti viaggiatori in regola in cerca di una locanda: a quell'ora non c'era molto altro da fare per chi in teoria non conosceva la città e quello sarebbe stato in un certo senso la sua copertura se qualcuno lo avesse fermato. Ma allo stesso tempo da una posizione separata avrebbe anche cercato di guardare le spalle agli altri, così come gli altri forse avrebbero potuto guardare le sue: era abituato a guardarsele da solo ed era sopravvissuto per anni in quel modo, ma già che c'erano gli altri, tanto valeva sfruttarli.
    Restava solo da sapere in cosa diavolo si era imbarcato e perché ancora nessuno gli avesse risposto in maniera decente.
     
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    Come previsto, il gruppo di finti mercanti e schiavi attraversò le mura cittadine senza intoppo alcuno. Tuttavia era ancora presto per cantare vittoria, troppo presto. Erano a malapena entrati in città e la strada verso il Mastio era ancora lunga e dovevano attraversare tutti i gironi di Laputa prima di raggiungere la meta.

    Arrivarono ad una locanda della Città Bassa: il Cappio di Bronzo.
    Il locandiere si comportò in maniera gentile con ognuno di loro mentre li accompagnava nelle proprie camere, domandando anche se desiderassero il pasto in camera. Nessuno tuttavia ordinò nulla: il piano non ammetteva intoppi di alcun tipo. Doveva essere tutto perfetto.

    Wynn si sedette sul suo letto rivolto a osservare la porta della sua stanza. Rimase in quello stato per una ventina di minuti, immobile, silenzioso, ripercorrendo mentalmente il viaggio che lo aveva condotto sino a lì. In seguito il mercenario venne riportato alla realtà quando sentì qualcuno bussare alla porta e quando l'aprì, la figura che gli si presentò davanti non poteva che essere lo schiavo che avrebbe preso il suo posto in quella camera mentre lui versava un po' di sangue assieme ai suoi compagni.
    Lo schiavo gli diede il mantello che stava indossando in quel momento, suggerendo a Wynn di uscire dalla porta sul retro due ore dopo.

    E così fece: attese il tempo necessario, si sbarazzò del suo mantello e indossò quell'altro, per poi uscire dalla porta sul retro della locanda.
    Si guardò intorno con noncuranza -se si fosse guardato intorno con fare troppo circospetto avrebbe rischiato di dare nell'occhio- e si mosse lungo la strada con passo leggero. Infine si posizionò in un angolo particolarmente buio, si appoggiò di schiena al muro e incrociò le braccia in attesa degli altri.




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    Varcarono la soglia del loro rifugio provvisorio, andando ad occupare solo formalmente la camera assegnatagli alla locanda. Prima dell’arrivo dei sostituti ogni mercenario passò il tempo nel modo più congeniale: ciascun professionista aveva il suo peculiare modo di trascorrere i momenti che precedevano un incarico importante.

    Erano quei minuti gravosi e cruciali di preparazione, immancabili fette di tempo che separavano la calma dall’azione. Era indispensabile svolgere piccoli rituali, forse scaramanzie, che portavano alla sincronizzazione assoluta della mente con la missione da svolgere. In questi minuti soffocanti si mettevano da parte tutte le ansie e le inutili preoccupazioni: ogni cosa non inerente all’incarico doveva essere gettata nelle periferie del pensiero, senza riguardi.

    Era interessante guardare come ogni individuo occupasse l’attesa: qualche psicologo strizzacervelli potrebbe desumere la personalità di un killer da questi piccoli gesti.

    Bid’daum rovistò fra la mercanzia e tirò fuori il suo equipaggiamento. Indossò l’armatura del suo pianeta nativo con maniacale cura, facendo aderire ogni sezione al corpo e stringendo ogni cinghia fino a sentire ogni tassello di quel mosaico metallico andare al suo posto. Allacciò il Comet Hammer alla cintola e infilò la sua bussola in una tasca interna.
    L’intera operazione di vestizione occupò l’attesa prima dell’arrivo dei sostituti. Il Castigo non degnò d’attenzione quel surrogato di travione che si presentò nella stanza e si limitò ad indossare il mantello datogli da quest’ultimo.

    Quando giunse il momento, uscì dalla porta retrostante come avevano fatto i suoi compagni. Si sarebbero ritrovati all’esterno, e il Gerarca avrebbe dato poche ma vitali indicazioni.

    Ci muoveremo verso il Mastio tenendo almeno una quindicina di metri di distanza tra noi, per non dare nell’occhio. Dobbiamo comunque rimanere nel raggio visivo di almeno un altro di noi; se qualcosa non va, chinatevi a terra facendo finta di raccogliere qualcosa: quello è il segnale che c’è qualche problema e avete bisogno di aiuto. Tenete un basso profilo sempre e comunque, senza nemmeno dare l’idea di volervi nascondere a tutti i costi: le guardie saranno anche assonnate, ma certe cose sono facilmente notabili.

    Guardò i suoi commilitoni, ammantati dal buio e tremendamente concentrati. Ormai si erano ficcati tutti nel posto più sorvegliato di Endlos, e avevano il compito d’irrompere nel maniero in vistosa inferiorità numerica. Non era una cosa realmente alla portata di chiunque.

    Se volete abbandonare o non vi sentite sicuri di voi, questo è il momento per farlo. Altrimenti marceremo nelle tenebre fino al nostro obiettivo, e allora potrete tornare indietro solo da vincitori. Sia chiaro che io odio i traditori...

    E quella sospensione finale poteva lasciare intendere molto.
    Tutti proseguirono, dimostrando di possedere determinazione e vagonate di pazzia.
    Bid’daum aggiunse un’ultima cosa.

    Mentre siamo per strada, pensate senza sosta a possibili manovre di attacco del Mastio, considerando che i nostri avversari saranno soldati scelti dell’esercito, forse i tanto decantati aviatori. Ah, ancora una cosa: non preoccupatevi per me se vedete che devio verso qualche vicolo laterale... ho le mie ragioni. Ho un piano.

    Detto ciò iniziarono la risalita dei cornicioni Laputensi, facendo dell’oscurità la loro migliore alleata. Come anticipato, il Kuthiano scomparve per un po’ dalla loro vista, infilandosi dentro un vicolo stretto e buio. Era alla ricerca di gente di strada, accattoni che dormissero all’addiaccio tra un palazzo e l’altro. Scandagliò l’oscurità in cerca di anime da annettere al suo progetto perverso. Se mai ne avesse trovata qualcuna, si sarebbe avvicinato come un’ombra e si sarebbe accertato che le vittime fossero effettivamente dei senzatetto. Nella sua mano destra si sarebbe materializzata una lama incorporea, silenziosa come la nera morte che coglie nel sonno. Avrebbe poggiato la spada spirituale sul corpo addormentato degli straccioni, imponendo la sua anima sulla loro logorata vita.

    Il successo di quest’operazione avrebbe portato all’assoggettamento dei barboni, che sarebbero diventati le marionette del Castigo. In seguito sarebbe tornato sulla strada principale con un seguito più o meno nutrito di schiavi sottomessi, da cui avrebbe preso delle doverose distanze: un viandante circondato da vagabondi avrebbe dato non poco nell’occhio, mentre il passaggio di un singolo era molto meno clamoroso.
    Si ricordò anche si riassorbire la sua spada immateriale, evitando così spiacevoli incontri con guardie troppo curiose.

    Cercò l’anima dei suoi compagni attraverso le strade, per unirsi nuovamente allo sparuto gruppo assediante. Se il suo piano aveva successo, avrebbero aumentato considerevolmente il loro vantaggio sui nemici.

    Sciacalli del deserto si aggiravano per le vie notturne della città dei Cieli. Il Male – se non Mefistofele in persona – guidava i loro passi.



    Stato fisico: ottimale
    Stato mentale: mantiene un basso profilo
    Energia: 110%
    Equipaggiamento:

    Kuthian’s Armor [Armatura]

    Comet Hammer [Allacciato]

    Támerlein [Evocata e in seguito fatta sparire]

    Bussola dei Desideri [Oggetto gdr + tecnica only-gdr]

    Passive:

    Risorse criminali [Passiva: 110% energia]

    Oltre la realtà [Auspex spirituale, raggio 30 metri]

    Putrefazione [Passiva scenica valida per le tecniche sciamaniche del personaggio: gli spiriti provocano un effetto aggiuntivo di corrosione e avvizzimento all’ambiente circostante. Gli effetti sullo spirito nemico sono di libera interpretazione]

    Minaccia tangibile [Passiva di tatto super-sviluppato]

    Burattinaio [Passiva di controllo cinetico di oggetti circostanti: massimo 6 oggetti che non superano i 30 kg complessivi. Per estensione only-gdr, permette di manipolare i PNG che sono entrati in contatto con l’anima di Bid’daum]

    Note: la QM deciderà i risvolti del mio tentativo. ^^
     
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    I mercenari si disposero secondo i piani, e procedettero per alcuni quartieri quasi del tutto inosservati: di rado una coppia di guardie attraversava loro la strada o li incrociava per brevi tratti, ma ovviamente non li fermava, non avendone motivo. A dire il vero mancava meno di una decina di metri dalla scalinata che li avrebbe condotti alle seconde mura quando, inaspettatamente, qualcosa sbucò da dietro un angolo, scontrandosi contro il Castigo e ruzzolando ai suoi piedi dolente mentre il suo bastone da passeggio rotolava lungo il ciottolato per qualche metro, finendo ai piedi di Amadar.

    « Acciderbolina, questo si che faceva male! »

    Dall'abito scuro ed il colletto bianco, per chi ne era a conoscenza, sarebbe immediatamente apparso per ciò che era: un prete cattolico. Per coloro che, per ragioni quantomai evidenti come origini da mondi che con il cristianesimo avevano ben poco a che fare o semplicissima disinformazione, sarebbe comunque sembrato un sacerdote o qualcosa di simile. Non lo dicevano solo le vesti, ma anche il corpo, il sorriso, la faccia. Portava legati in una coda bassa i suoi lunghi capelli corvini, e sul naso sottile erano posati un paio di occhialini sporchi.

    « Oh, mi scusi comunque, non era mia intenzione urtarla... »

    Una faccia da sfigato, di quelli che sanno tanto ma finiscono per prenderle sempre e comunque dai bulli della situazione.

    « ...ma per favore, sarebbe così gentile da aiutarmi? »

    E proprio allora, quando il prete levò la mano verso di lui, Bid'daum potè vederlo chiaramente: era completamente cieco.

    ATTACCANTI

    Bid: dopo un lancio del dado, la tua tecnica ha funzionato su 3 barboni, che ora son tuoi burattini.

    Per tutti: decidete come interagire o meno con questa situazione: potete intervenire, ignorarlo, insultarlo, riderci sopra, prenderlo in giro, proseguire da soli... tutto ciò che desiderate: al momento è gdr libero. Ciò non vuol dire che potete usare tecniche o svolgere azioni a random: sebbene siate liberi, ogni cosa resta comunque al condizionale.

    Prossima scadenza: Mercoledì 17 ottobre (incluso).

    Una mancata risposta nei tempi previsti provoca ripercussioni (a volte anche pesanti) nello svolgimento della quest, a meno che ovviamente non si avvisi il QM in anticipo =*.



    Edited by Drusilia Galanodel - 13/11/2015, 17:42
     
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    Muoversi tra le vie della Città Bassa si rivelò molto più semplice del previsto, visto che essendo agli occhi nemici dei semplici passanti, quando le guardie vedevano i quattro mercenari, beh, non ci facevano molto caso e lasciavano correre senza allarmarsi. Infondo non ne avevano nessun motivo. La cosa ancora più bella, però, era il fatto che mancassero una manciata di metri e una scalinata per passare al girone successivo, quindi la meta si faceva sempre più vicina così come la tensione aumentava ad ogni passo, ma almeno Dimitriy riusciva a mantenere la calma: era abituato a missioni di quel tipo.
    Purtroppo gli imprevisti avvenivano sempre nei momenti meno opportuni, e quel che accadde in quel momento avrebbe sicuramente rallentato ogni cosa... non potevano permettersi di perdere tempo.
    Però in quel momento una figura sbucò all’improvviso da dietro un angolo, andando a finire direttamente contro il cornuto e cadendo poi al suolo. La fortuna non era di certo dalla sua parte, visto che tra tutte le persone li presenti era andato a sbattere contro un criminale interplanetario, forse l’essere più spietato che militava tra gli Eversori. L’uomo comunque cadde malamente sul selciato e il suo bastone da passeggio ruzzolò poco più in la.
    Il russo assistette alla scena nascosto in un angolo buio, lanciando un’occhiata alla scalinata... mancava così poco ormai, dovevano muoversi ma quel tizio era sbucato proprio in quel momento, mettendo letteralmente i bastoni tra le ruote al gruppo. Nonostante tutto, l’assassino volse comunque lo sguardo gelido in direzione di quella persona, notando subito come quei vestiti risultassero fin troppo familiari... quello era un prete. Un prete cattolico a giudicare dal particolare abbigliamento.
    Il biondo conosceva bene quelle persone, nel suo mondo essi erano l’unico punto saldo di un pianeta che si avviava verso la distruzione. Non essendoci più una chiesa centrale, essi agivano un po’ come volevano e molti di essi si erano specializzati nella cura dei feriti di guerra, visto che i conflitti non avevano mai termine e l’intera Terra era avvolta da una continua serie di battaglie, le quali mettevano in ginocchio una popolazione sempre più stremata. E quel viso quasi innocente, un po’ ingenuo, era molto simile a quei giovani che assistevano i poveri e i malati.
    Per quanto il suo comportamento fosse strano, però, il moro non sembrava essere a conoscenza della loro missione e quindi la sua presenza forse era del tutto casuale... forse. In silenzio Dimitriy si mosse in direzione della scalinata, non aveva nessuna intenzione di parlare con un prete visto che la missione era molto più importante, così decise di passare oltre e proseguire. Ovviamente nel caso fosse successo qualcosa di anomalo o strano, si sarebbe fermato a controllare, ma in caso contrario avrebbe fatto segno ai compagni che andava avanti, per controllare la situazione. I suoi movimenti erano sempre attenti, così da non dare nell’occhio, cercando come al solito di sfruttare le ombre come copertura.
    Sperava caldamente che il Castigo non lo ammazzasse, infondo non aveva fatto niente di male se non... trovarsi al momento sbagliato, nel posto sbagliato e con la persona sbagliata.



    CITAZIONE
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    Stato mentale: Concentrato
    Energia: 100%

    Abilità Passive:
    ₪ Vy ne mozhete vzyatʹ ~ Non puoi prendermi
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    ₪ Vy ne slyshite ~ Non puoi sentirmi
    [Il personaggio non produce nessun suono muovendosi]

    ₪ Krovozhadnostʹ ~ Sete di Sangue
    [La precisione dei colpi è tale da causare danni al sistema circolatorio nemico aumentandone così il sanguinamento.]

    Equipaggiamento:
    ₪ Banket Krovi ~ Banchetto di Sangue
    Si tratta di un'arma all'apparenza semplice che però nelle mani giuste diventa un temibile strumento di morte. Essa si compone di un bracciale che avvolge interamente l'avambraccio ed è composta di una lega di metallo abbastanza leggera così da non divenire un ingombro ma un semplice prolungamento del corpo. La parte finale dello strumento è un guanto di pelle con una placca metallica sul dorso della mano che ovviamente è unita al meccanismo presente nell'avambraccio, con annesso una piccola leva metallica che finisce nel palmo della mano. Nell'istante in cui il biondo eserciterà una certa pressione sulla leva, dal meccanismo presente sul polso fuoriusciranno tre lame di acciaio temprato curiosamente rossastre della lunghezza di circa venticinque centimetri appuntite ed affilate, pronte a colpire il nemico di turno. Un'arma facile da nascondere ma letale se usata nel modo giusto.

    Tecniche utilizzate:
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    C A S T I G O

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    Si levarono dai loro giacigli, lasciandosi alle spalle la loro libertà. Un trio di straccioni emarginati (due uomini e una zingara, per la precisione) camminò per volontà del Gerarca. Si tennero a distanza da lui, mantenendo un portamento da sonnambuli. Le loro coscienze erano sopite, sigillate nell’oscurità della loro mente da un potere sacrilego. La loro memoria era inattiva, tanto che se mai si fossero risvegliati ancora vivi da quel terribile incubo, nulla avrebbero ricordato di quella notte terrificante. Tutte le altre funzioni cerebrali di base erano operative, canali sensoriali compresi.

    Eccellente.

    Lui e gli altri percorsero la Città Bassa senza inconvenienti: ogni tanto intravedeva l’ombra dei suoi compagni acquattarsi dietro qualche riparo, scrutando la strada che si parava innanzi con l’occhio critico del killer.
    Bid’daum stava provando un marasma di emozioni: si trovava oltre le linee nemiche, in quella che poteva potenzialmente essere una trappola mortale. Nessuna via di fuga gli era concessa in quella fottuta isola volante.

    E questo lo faceva godere.
    Tantissimo.

    Spasmi di piacere misti a terrore attraversavano le sue membra convulse, il suo cuore nero batteva all’impazzata per la tensione, come se fosse una verginella alle prese con la prima cotta. Il silenzio di ogni angolo buio rimbombava nella sua crapa, stordendolo dolcemente come una caraffa di buon vino.
    Questa era l’eccitazione di una missione suicida, veemente come non ne provava da tempo.

    L’imprevisto avvenne con la rapidità di una scheggia di legno che si conficca nell’occhio del falegname.
    Una persona urtò il viandante sbagliato.
    L’uomo che vestiva scuri abiti ruzzolò a terra, perdendo il suo bastone da passeggio. L’impatto fece ritrarre il Kuthiano, preso alla sprovvista dall’incontro: ma si può sapere chi era così coglione da andare a sbattere contro l’unico passante di una strada deserta?!
    Ah, cazzo, un cieco.

    Iniziò a montargli una rabbia spregevole e insensata per quell’ostacolo, schifosamente menomato dal mondo e dal Dio che venerava con tanta insistenza. Gli venne una voglia matta di calpestare il suo lurido cranio zeppo di capelli, sentendo la sua mandibola e i suoi zigomi fracassarsi sotto i colpi inclementi di stivale.

    Poi strinse il palmo destro, chiudendolo in un pugno stizzito. Non poteva farlo, dannazione.
    Non poteva ammazzare qualcuno con tutte le guardie che giravano nei dintorni. Cercò di calmarsi, pensando che l’ostacolo potesse anche essere aggirato: cieco e imbranato com'era, non poteva essere nè testimone nè una spina nel fianco.
    Pensò subito a rimanere in silenzio, scongiurando la possibilità che potesse essere riconosciuto dalla voce. Si limitò a fare cenno agli altri di non parlare, imponendo il proverbiale indice davanti alle labbra. Indicò ad Amadar di portargli il bastone che era finito ai suoi piedi.

    Aiutò lo sfigato a rialzarsi, afferrando quella mano tesa in cerca di soccorso. La mano che serve i poveri che stringeva inconsapevolemente una mano lorda di sangue innocente. Com'era ironica e insensata la vita.
    Se Amadar glielo avesse portato, lui gli avrebbe riconsegnato il bastone senza fiatare. Poi avrebbe cercato di aggirarlo, invitando i compagni a fare altrettanto, lasciandosi alle spalle quel sacerdote vagabondo. Avrebbe fatto la figura del passante solidale e taciturno, senza rischiare rallentamenti di sorta.

    La regola dell’infiltrato imponeva di lasciare meno tracce possibili. E la violenza del Castigo per una volta fu frenata.

    In attesa di potersi scaricare senza limiti sui veri nemici.



    Stato fisico: ottimale
    Stato mentale: si ostina a tenere un basso profilo, non senza fatica
    Energia: 110%
    Equipaggiamento:

    Kuthian’s Armor [Armatura]

    Comet Hammer [Allacciato]

    Támerlein [Evocata e in seguito fatta sparire]

    Bussola dei Desideri [Oggetto gdr + tecnica only-gdr]

    Passive:

    Risorse criminali [Passiva: 110% energia]

    Oltre la realtà [Auspex spirituale, raggio 30 metri]

    Putrefazione [Passiva scenica valida per le tecniche sciamaniche del personaggio: gli spiriti provocano un effetto aggiuntivo di corrosione e avvizzimento all’ambiente circostante. Gli effetti sullo spirito nemico sono di libera interpretazione]

    Minaccia tangibile [Passiva di tatto super-sviluppato]

    Burattinaio [Passiva di controllo cinetico di oggetti circostanti: massimo 6 oggetti che non superano i 30 kg complessivi. Per estensione only-gdr, permette di manipolare i PNG che sono entrati in contatto con l’anima di Bid’daum]
     
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  14. Amadar Tellan
     
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    Aggirarsi in mezzo a tutti quei soldati aveva una doppia valenza per Amadar: da un lato infatti gli ricordava il suo passato di ufficiale imperiale, quando si trovava semplicemente come un soldato tra tanti altri soldati, dotato di un grado sufficiente a comandare e a gratificare le sue doti di stratega e leader del gruppo, ma non abbastanza alto da non essere comandato. Una posizione di secondo piano, che gli permetteva di essere in grado di fare molto sul campo senza dover perdere troppo la testa per discutere delle stronzate della politica e delle teste coronate... all'epoca gli pareva pure una situazione ideale e destinata a durare fino a quando non fosse diventato abbastanza vecchio da fare carriera, sposare Aileen ed andare in pensione a godersi con lei gli ultimi anni che gli sarebbero rimasti, con i suoi figli e nipoti a coltivare le terre conquistate da lui e dall'impero. Tipici sogni di un fottuto ingenuo imbecille, che il destino aveva ridotto a peggio che carta straccia per pulircisi il culo.
    Dall'alto lato, stare lì gli generava una certa qual tensione dovuta all'attenzione necessaria ad evitare le varie guardie e le pattuglie che giravano più o meno stanche anche di sera. E la sua passata esperienza nell'esercito gli era servita per tenere conto dei diversi aspetti che tutta quella militarizzazione civile comportava ed anche i modi migliori per ritorcere il sovrannumero contro gli stessi abitanti del luogo.
    *Poveri sciocchi... Mi chiedo chi sia così stupido da comandare in questo modo: la popolazione così prima o poi sarà talmente tesa da risultare sfibrata e ciò si ripercuoterà inevitabilmente anche sulla tempra e i rifornimenti dell'esercito, se già non lo fa.*
    L'esperienza del Lupo Grigio gli insegnava infatti che dei soldati in ronda notturna dovevano essere molto meno rilassati e che qualcuno dei suoi colleghi e persino lui stesso, a meno dell'impiego di particolari mezzi o capacità, non aveva matmatica possibilità di passare senza essere visto nemmeno una volta e a ciò sarebbe dovuto seguire almeno un incrocio con qualche domanda almeno di rito per assicurarsi che non si trattasse di gente ostile. Invece quei soldati sembravano fare affidamento sul fatto che il loro compito sarebbe stato svolto dalla pattuglia successiva. Tutti invariabilmente. Quello era un chiaro segno di stanchezza, primo segnale di ciò che aveva pensato. Se lo stato generale fosse stato quello che vedeva in giro, che gli rendeva quasi superfluo nascondersi e percorrere tratti in strade non illuminate, compiere la missione e darsela poi a gambe per tornare a Merovish a rintracciare di nuovo gli altri. Ovviamente il suo Codec era stato spento per non essere rintracciabile: Rain gli aveva detto che l'apparecchio era stato tarato per essere nascosto ed inviare messaggi in frequenze criptate in modo da diminuire al minimo le possibilità di essere individuati da apparecchi di alto livello. Aveva capito la metà neanche di quello che gli aveva detto, ma quel poco era stato abbastanza da suggerirgli di evitare ogni rischio finché non fosse stato consapevole del livello di ciò che lo circondava... o fino a quando non avesse avuto bisogno di essere tirato fuori di lì da qualcuno dei suoi compari.

    Ma come al solito, qualcosa doveva infilarsi tra le pieghe del loro percorso: un individuo andò a sbattere contro il vistoso cornuto, che era tale non solo dal punto di vista fisico, ma anche psicologico, dato che si era atteggiato fin da subito come autoproclamato leader del gruppo e aveva imposto condotte su condotte e controcondotte a tutto il gruppo salvo poi dire di avere un piano apparentemente consistente nel farsi i cazzi suoi... e recuperare tre straccioni da chissà dove e che incrementavano notevolmente le loro possibilità di essere scoperti o quantomeno di attirare più di un’occhiata perplessa.
    *Le corna sua...* si era detto mandandolo al diavolo ed inquadrandolo subito come un tizio sanguinario.
    Ma sfiga volle che l'imprevisto andasse a sbattere proprio contro un individuo simile, ruzzolando a terra in maniera rocambolesca e perdendo il bastone da passeggio, che invece finì proprio vicino ad Amadar stesso, il quale aveva istintivamente portato la mano sinistra vicino ai pugnali da lancio sotto il mantello. Quella sfiga incrociata per caso era incarnata da quello che a tutta prima sembrava un tipo piuttosto giovane e, dalle vesti, per giunta un sacerdote, uno di quelli che della vita non avevano capito un cazzo e magari non ne avevano mai prese abbastanza per capire come giravano le cose. Poi il sacerdote stesso alzò la testa si accorse allora di come in parte sbagliato: quel tipo aveva tutta l’aria non solo della sfiga, ma anche e soprattutto dello sfigato, che invece le prendeva eccome eppure non ne aveva ancora avuto abbastanza da ritirarsi in qualche convento pieno di altrettanti sfigati più o meno menagrami. E mentre mendicava aiuto per farsi aiutare, mise in mostra un’altra caratteristica che ad Amadar fece chiede come diamine fosse possibile che se lo fossero ritrovato quasi letteralmente tra i piedi: il nuovo arrivato era infatti completamente cieco e quindi non poteva essere consapevole di aver chiesto aiuto ad uno che sembrava sul punto di ammazzarlo solo perché l’aveva toccato! Il Lupo Grigio era pronto ad intervenire, mentre il biondino segnalò agli altri che se ne sarebbe andato avanti, sostanzialmente fregandosene della situazione: per quanto quel sacerdote fosse d’impiccio e non aveva più molta simpatia per religiosi e affini dopo quello che gli era successo l’ultima volta che era stato benedetto dal prete che avrebbe dovuto sposarlo al suo ritorno dalla guerra, non poteva neppure permettere a quel pazzoide di massacrare il sacerdote di chissà quale divinità e non solo per non attirarne le ire, ma anche e soprattutto per evitare di attirare le guardie nei dintorni.
    Un barlume di ragionevolezza sembrò però passare per gli occhi di quell’unicornuto e gli chiese tacitamente di raccogliere il bastone, cosa che fece prontamente… ma quando tornò a guardarli, il Lupo Grigio tornò a sudare leggermente freddo: quel tale avrebbe aiutato quel tipo a rialzarsi prendendolo per mano! Si rimangiò immediatamente quello che aveva pensato e tornò a giudicarlo un privo di cervello: come cazzo faceva a fare quel mestiere e a non sapere che i ciechi, come anche le prostitute migliori che pur avevano gli occhi, sapevano trarre molte più informazioni anche del dovuto con un semplice tocco e che se non sapeva ben gestire le proprie emozioni e sensazioni rischiava di tradirsi e di mandare tutto a puttane prima ancora di attraversare il girone più basso della città?
    *Se metto le mani sui clienti…* si disse avvicinandosi immediatamente per rimettere il bastone fra le mani del religioso e distrarlo il prima possibile dall’imbecille con il corno. Quest’ultimo aveva cercato di far sapere a tutti che non voleva che nessuno parlasse, ma l’Alchimista non era affatto di quel parere e visto che il supposto leader del gruppo stava per fare un casino di proporzioni epocali, avrebbe sottratto quanto prima il prete dalle grinfie sanguinarie dell’altro, a cui con un tacito cenno degli occhi gialli avrebbe suggerito di andarsene subito possibilmente anche all’inferno, e avrebbe quindi parlato al religioso stesso con voce gentile e tranquilla, cercando di rimetterlo sulla strada giusta: “Non preoccupatevi, reverendo, non è successo niente di male. Abbiate cura di voi e buona serata.
    Quindi avrebbe cercato di proseguire per la sua strada, cercando di rimandare qualsiasi eventuale discussione con gli altri ad un secondo momento. Altrimenti sarebbe stato lì a disposizione del prete per chiarire qualsiasi eventuale dubbio e cercare di scrollarselo di dosso chiacchierando e senza risultare sospetto nel modo di fare e di parlare. Eventualmente uno degli altri, ammesso che avesse più cervello del capo, avrebbe potuto avvicinarglisi e suggerirgli banalmente che dovevano andare e che avevano fretta… magari spacciandosi per il tipo che il religioso aveva urtato.
    In ogni caso, la gentilezza pagava sempre o almeno così dicevano… anche quella finta e con il sotteso semplice scopo di levarsi di torno la fede e i suoi vari celebranti.
     
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    Viaggiatore dei Mondi

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    Fino a quel momento il gruppo di mercenari proseguiva sicuro il percorso che li avrebbe condotti fino alla Città Alta. Nessuna guardia che avevano incrociato sul loro sentiero li aveva infastiditi o anche minimamente squadrati. Il solo pensiero di passare inosservato davanti a una guardia lo eccitava ogni volta come fosse la prima; una sensazione che veniva dal centro del suo corpo e si diffondeva con un piacevole formicolio lungo tutta la superficie del suo essere.
    Se solo le guardie avessero saputo chi erano realmente...

    Raggiunsero i gradini che conducevano al Latifondo senza alcun intralcio e il mercenario era soddisfatto di questo.
    Ma proprio in quel momento una figura andò a cozzare contro il conducente del gruppo, cadendo miseramente in terra mentre il bastone che lo sosteneva rotolava contro un altro membro del gruppo.
    Wynn si fermò, restando a una distanza tale da poter udire una possibile conversazione da parte dei coinvolti.
    A giudicare dagli abiti che indossava l'uomo doveva trattarsi di un sacerdote, o qualcosa del genere, pensò.
    Le sue labbra si piegarono in un sorrisino sadico al pensiero che tra tutti i presenti, il sacerdote si era scontrato proprio con il peggiore di tutti.
    Tuttavia non aveva intenzione di assistere ulteriormente alla faccenda e riprese a camminare a ridosso di un muro lasciandosi alle spalle i due mercenari.
    Li avrebbe aspettati al confine del Girone successivo, per poi tornare in coda al gruppo.




    Energia: 100%
    Stato fisico: ottimale
    Stato psichico: impaziente di scatenare il massacro

    Equip:

    •Runeblade
    Non è altro che la sua Spada Runica. Lunga all'incirca un metro, è decorata con delle incisioni runiche che s'illuminano quando Wynn utilizza una tecnica speciale. Nessuno sa dove e come l'abbia ottenuta.

    Abilità:

    •Fast and furious
    Anni e anni di allenamento e di esperienza sul campo hanno reso Wynn una macchina da guerra rapidissima e silenziosa. La sua straordinaria abilità lo rende difficile da colpire e spesso coglie l'avversario impreparato, reagendo al suo attacco quando ormai è già andato a segno. In termini di gdr, Wynn ha un bonus di 50% sull' agilità.
    [Power up +50% agilità]

    •Runic Call
    Sulla pancia Wynn possiede un tatuaggio a forma di runa. Utilizzando una frase particolare innesca la magia della runa, che come un coniglio dal cilindro estrae o depone la sua spada.
    [Passiva di tasca dimensionale]


     
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37 replies since 21/9/2012, 23:22   767 views
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