Al picco della Guardia

"Il peccato originale"

La scena era semplicemente assurda. Quando Cindy entrò dentro la stanza la sensazione di vomitare faticava a essere trattenuta perché in un esistenza, si poteva vedere di tutto, m non un simile spettacolo raccapricciante.
I due corpi, anzi no “cose” non erano altro che un ammasso informe di carne che respirava appena , a cui qualcosa simile alle braccia uscivano, mentre i suoi occhi bianchi non mostravano segni di umanità. La giovane serva dai capelli rosa e li occhi azzurri, non riuscivano a guardare quel coso ne a sentire quei rantoli , prima che potesse morie per sempre. Avanti a quell’ atto contro natura si trovava una persona in ginocchio china a terra, che emetteva anche questa dei rantoli e diceva parole sconnesse.
Cindy si avvicinò u solo istante.

“Padrone?”.

Sussurrò appena, senza però ricevere una riposta sensata .

“Non ci vedo…”

Ripeteva, sottovoce . Cindy non riusciva molto a capire , pi posizionato d i spalle com’era era difficile conoscere cosa volesse fare o dire. Si avvicinò e si accorse che a terra c’era tanto sangue, forse il suo padrone era ferito, doveva far qualcosa. Cercò di allungare le mani per poterlo soccorrere, ma il corpo di costui si alzò di colpo e rimanendo in ginocchio, con le mani scarlatte sulla faccia emise un grido terrificante. La sua faccia era percorsa da un lungo taglio, e i suoi occhi erano attraversati da una linea insanguinata che gli imbrattava ogni angolo del volto e del suo corpo.

[…]

"Il picco della Guardia."

“Undertaker!”.

Una voce lo svegliò di colpo e lui quasi completamente frastornato, cercava di capire dove fosse, poi se lo ricordò perfettamente, era arrivato da poco nel confine Ovest ai piedi del Picco della Guardia, si ricordava che era giunto lì per cercare delle armi visto che era il posto più famoso per le sue officine, inoltre contava anche di cercare degli ingredienti per i suoi esperimenti alchemici, ma dopo un viaggio simile, fatto interamente a cavallo la stanchezza lo aveva fatto approdare in una locanda poco lontano dalla città, dove aveva conosciuto un viandante che conosceva di “fama” il suo nome come “Undertaker” e che diceva di essere un suo più accanito sostenitore e che avrebbe voluto imparare la sua arte alchemica.
Era stato questo a chiamarlo, mentre si era completamente addormentato dopo aver bevuto un paio di birre. L’alchimista si massaggiò la testa.

“Accidenti ho preso un ‘altra sbronza spero di non aver fatto cazzate.”.

Il vindante scosse la testa, anche se in verità la sera aveva iniziato semplicemente a fare delle battutacce e a ridere come un allocco beccandosi anche un pugno da parte di un energumeno, devoto alle milizie dell’Ovest( ma questo era meglio che non venisse tanto sbandierato). Da quelle parti, non girava un aria tanto felice, era per quello che giravano molti soldati e probabilmente le questioni politiche stavano in bilico. Forse non era l’ideale andare in cerca di ingredienti e armi però a lui servivano.

“Andiamo in città.”.

Disse, alzandosi un po’ scompostamente dal bancone , sostenuto dal suo amico.

“Non mi sembri molto informa oggi.”.

Undertaker fece segno invece di stare bene e di proseguire, non aveva tempo da perdere.

“Ehi guarda che se volevo la balia me la sarei cercata almeno attraente …”.

Emise una risata divertito forse dalla sua stessa battuta , che lasciò sbigottito il suo amico.

"Nella locanda non si beve da soli"

Ermenegisto e il suo nuovo “ammiratore” si stavano prestando ad andarsene, però una grossa botta alla schiena li costrinse a sedersi quasi di botto senza che loro si fossero neppure resi conto di ciò che succedeva , poi fu dopo quell’attimo che realizzarono. Un grosso ragazzone dal crine biondo si era appena messo in mezzo a loro e aveva ordinato da bere. Evidentemente voleva amici di “bevute” e in effetti non si poteva biasimare, bere da soli era decisamente simbolo di una vita poco appagata, peccato che Ermenegisto si era mezzo ubriacato prima e non che era una buona idea onestamente e a pensarlo fu il viandante, perché se fosse stato per Ermenegisto che già alla parola “ti offro una birra gratis” gli luccicavano gli occhi sarebbe rimasto lì per sempre e forse avrebbe combinato qualche danno.

“Ehm…no grazie veramente stavamo andando a cercare del materiale per le ricerche del “maestro” e…”.

Il poveraccio, non fu nemmeno ascoltato , perché Ermenegisto si era “attaccato” a quel nuovo individuo che decise di ordinare altri “due giri”, al bancone dove c’era una splendida ragazza a servire.

“Altri due giri qui! Bellezza!”.

Il viandante sospirò, certo no si aspettava che l’uomo che tanto ammirava fosse un tipo del genere. Preferì aspettare qualche minuto, sperando che Ermenegisto non bevesse ancora troppo lui no ordinò niente per ora.
Il boccale della “bionda per eccellenza spumante” era stato versato e Ermenegisto se lo però vicino, poi cercò di guardare il nuovo venuto, per quanto i suoi occhi ciechi potessero vederlo. Gli sembrava un tipo apposto, chissà se era di quelle zone.

“Mmmm mi parete un tipo apposto e non lo dico solo perchè mi avete invitato a bere, forse avremmo o potremmo anche diventare compagni di viaggio. Sapete era da un po’ che non venivo nelle Terre dell’Ovest, ma pare che molte cose siano cambiate . Oh che sbadato quasi dimenticavo, Ermenegisto Phantomhive, o semplicemente "Undertaker" si proprio cos' "becchino", evidentemente qualche burlone mi ha additato questo nomignolo peril modo in cui mi vesto o forse anche per altro, ma lasciamo perdere, sono un alchimista. Lei o voi come preferite…come posso chiamarvi?”.

Bevve un sorse , pulendosi la bocca con un fazzoletto bianco con le iniziali della sua antica famiglia.

"Nella locanda non si beve da soli"

Ermenegisto più guardava quel ragazzo e più gli sembrava un po’ troppo rude, però dal suo detto in effetti si poteva intuire perché , probabilmente era un guerriero che proveniva da qualche caserma e in effetti anche al picco della guardia ce ne era una, forse poteva aiutarlo solo a trovare le fucine migliori, ma non era venuto solo per quello aveva bisogno di alcuni ingredienti, l’unico posto che gli serviva visitare era un posto dove se li potesse procurare.

“Già l’alchimia è una scienza che può essere capita solo da chi riesce a studiare gli elementi presenti in natura…”.

Guardò il suo bicchiere di alcolico, come fosse un intenditore, poi affermò.

“Anche l’alcool è una grande composizione alchemica e vedo che tu riesci a reggerlo bene. In ogni caso cercavo un negozio per poter prendere i miei ingredienti per il mio esperimento, cercavo dello iodio concentrato e dello zolfo. Però devo trovare dei posti specifichi, ce ne dovrebbero essere, ma non saprei come muovermi qui, per questo avevo fatto anche affidamento su i “miei fan”!”.

Scoccò un occhiata verso il suo amico viandante posto vicino all’altro bancone, che accennava si con il capo.

“Infatti ci dovrebbe essere un negozio per esperti alchimisti appena dentro in città.”.