[CSV] Tirare le Somme

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    Quando il misterioso viaggio che li aveva condotti ad incontrare la progenitrice del casato Galanodel -in un altro tempo e in un altro luogo- si era concluso, il Raitei si era ritrovato insieme ai suoi compagni di viaggio esattamente dove quell’avventura era cominciata: comodamente seduto sulla sua poltrona nella Sala del Conclave di Palanthas.

    Che proprio lui -tra tutti il più silenzioso e riflessivo- avesse affermato che fosse giunto il momento dei discorsi era una cosa che aveva destato un certo scalpore, ma quando Yoko, Rekishi ed Amarth avevano risposto prendendo subitaneo congedo (il primo per sincerarsi delle condizioni di Drusilia, gli altri due per meditare sull’accaduto), chiunque avrebbe temuto un rallentamento nel procedimento di sbroglio di quella matassa...

    La verità era stata che -fortuna nella sfortuna- l’allontanamento degli altri tre coinvolti nella vicenda aveva lasciato Brifos in compagnia dell’unica mente con la quale il gigante avrebbe potuto confrontarsi al meglio per cavare quel ragno fuori dal suo metaforico buco:

    Arthur Friederick Giles, Corona di Khymeia.

    Libro alla mano, i due avevano ripercorso la storia dall’esterno -seguendo le righe vergate in alfabeto enochiano che solo il Vampiro sapeva decifrare- e dall’interno -prendendo nota di tutti i dettagli registrati dalla mente del Demone delle Tempeste-, e pian piano erano cominciati ad emergere numeri, date, eventi, assiomi... da lì, il duo aveva cominciato a prendere in considerazione
    le ipotesi più astruse e sperimentali quali
    l’interpretazione a molti mondi della meccanica quantistica, la teoria delle bolle, l’interpretazione di Copenhagen, e la teoria delle stringhe; le maggiormente plausibili erano state più approfonditamente indagate tramite la consultazione dei relativi tomi della Biblioteca, e... poi avevano cominciato a fare i calcoli.

    Pagine e pagine, intere lavagne grandi come muri, giorni ininterrotti di lavoro; dopotutto, nessuno dei due aveva distrazioni come il sonno o l’alimentazione di cui preoccuparsi... e quando giunse il tempo per il Magister di fare nuovamente visita all’Est, fu così che li trovò: sigillati in uno studio chiuso tra pareti di grigia ardesia fitta di simboli di gesso bianco, a ridurre ai minimi termini chilometriche equazioni fitte di segni incomprensibili, intenti a tirare le somme.

     
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    Quando le cave di quella che era la sua funzione senocardinale presero a divenire sempre più piccole con x tendente a più e meno infinito, Arthur non potè non portare una mano al mento e fissare la lavagna interamente occupata da calcoli in almeno cinque linguaggi diversi come se gli stesse sfuggendo qualcosa. Seguendo i semplici dettami volti a risolvere il problema delle prove ripetute di Bernoulli, la teoria delle probabilità aveva dato loro modo di focalizzare l'attenzione su quelle che sembravano le risposte più fattibili fra quelle proposte, e giunto a quel punto avrebbe giurato di trovare una soluzione entro la serata... eppure non fu così, anzi, sembrava quasi una via di mezzo fra la la teoria degli universi paralleli, quella della contaminazione di artefatti attraverso ricordi ed infine -ma non meno importante- il viaggio temporale. Il tutto, poi, era stato perfino piegato al volere del creatore, così da non risultare pericoloso nella realtà -la morte di Amarth ne era una prova più che considerevole- oltre che focalizzato solo su determinati eventi, e non a tutto il passato. Roba da far accapponare la pelle perfino a lui, che di magia mista a scienza era praticamente un maestro: mai e poi mai avrebbe pensato ad una cosa simile, figurarsi rendere quelle formule puramente teoriche possibili nella realtà. Più che altro ci voleva la medesima energia dell'esplosione di almeno cinque stelle, oltre alla gravità e massa di tre buchi neri, quindi dubitava ci fossero mai riusciti davvero senza far implodere Endlos.

    -Direi di lasciare in sospeso questi calcoli, ora come ora ci è impossibile andare avanti. Abbiamo bisogno di più informazioni.

    E così si erano rimessi al lavoro, questa volta alla ricerca di un qualche messaggio nascosto fra le righe di quel libro di storia -perchè così era- nella speranza di avere qualche informazione riguardo il prossimo ricordo. Perchè era certo al cento per cento che ce ne fosse un altro, altrimenti la loro avventura nel libro non avrebbe avuto alcun senso: chi li aveva coinvolti in quella situazione voleva arrivare a qualcosa, ma il punto della situazione non si era ancora fatto visibile. Non potendo attendere altre direttive, avevano deciso di trovarsi da soli la prossima tappa e così, estrapolando le date trascritte, rielaborandole secondo la numerologia della Cabala ed eliminando le cifre superflue e poco significative avevano perfino trovato delle coordinate esistenti, il che era già un passo avanti nonostante non fossero affatto sicuri sulla possibilità di trovare davvero qualcosa.
    Tuttavia era pur sempre un inizio.


    -Amico mio, senza di te non so proprio cosa farei.

    Disse a Brifos, dandogli un'amichevole pacca sulla spalla.
    Al suo ritorno, Yoko avrebbe trovato delle buone nuove.

     
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    Ai giorni successivi fece seguito un insolito silenzio.
    Yoko non prese contatti con i Saggi di Palanthas, ed altrettanto non fecero loro; vi era di che riflettere, molto di che riflettere, ed ognuno evidentemente si trovò più comodo nell'affrontarlo a modo proprio.
    Furono dei giorni strani, particolari, vissuti a metà fra la costante apprensione - nel verificare che non vi potessero essere ripercussioni di alcun tipo, non percettibili a primo impatto o ritardate negli effetti -, e con la testa fra le nuvole, cercando di immaginare una spiegazione plausibile e sensata alla vicenda trascorsa.
    Ammesso e concesso che quello fosse semplicemente un libro di storia... che motivo aveva di essere stato trascritto, e per di più reso magico? Per quale motivo era giunto proprio nelle loro mani?
    La parte più difficile, tuttavia, fu conservare il silenzio: ritenne più opportuno non fare parola dell'accaduto con la sua compagna, seppur ne fosse direttamente coinvolta. Non seppe darsi una vera e propria ragione, e forse non sarebbe stato in grado di raccontare a dovere gli avvenimenti.
    Doveva - voleva vederci assolutamente più chiaro.
    Ma per fare questo, aveva bisogno dei Saggi.

    Quando aprì la porta della stanza laddove gli era stata riportata la loro presenza, storse visibilmente il naso.
    E prima di avventurarsi oltre la soglia esitò per ben più che qualche istante; stava adocchiando la posizione delle finestre.
    Una, due... ok, poteva farcela. Grossa boccata d'aria, fiato trattenuto e... spalancate, tutte.
    Lasciò aperta anche la porta, ovviamente.

    « ...da quanto tempo siete chiusi qua den... »

    Si bloccò d'improvviso.
    Sgranò gli occhi osservando i graffiti che avevano disegnato sulle pareti.

    « Amarth vi consente di fare queste cose nella sua biblioteca? »

    Effettivamente, si ritrovò a pensare alle possibili conseguenze di quel loro gesto solo dopo aver sentenziato la sua domanda... scattò a chiudere immediatamente la porta, prima che qualcuno potesse vedere e riportare.
    Avevano del fegato, indubbiamente. Sperava perlomeno che non fosse indelebile... passò dunque un dito su una delle strisce bianche rappresentate sulla parete, ritrovandosi della polverina sulla punta delle dita.
    Oh, gesso. Beh, almeno se la sarebbero cavata cancellando tutto alla svelta!
    ...e se anziché gesso si fosse trattato di...

    « Che cosa stavate facendo?? »

     
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    -Direi di lasciare in sospeso questi calcoli, ora come ora ci è impossibile andare avanti.
    Abbiamo bisogno di più informazioni.


    Le parole d’un tratto asserite dal suo collega spezzarono il denso silenzio quasi sacrale della biblioteca, inducendo il gigante a cacciar la testa blu elettrico fuori dalle pagine di un tomo polveroso; con una ronzante scintilla azzurrina sulla punta del suo corno aureo, Brifos si era limitato a muovere un lieve cenno di assenso, e poi si erano rimessi al lavoro. Tra loro, funzionava così: era un’intesa che non abbisognava di parole superflue.

    -Amico mio, senza di te non so proprio cosa farei.

    Il Raitei stava per schiudere le labbra e dire qualcosa quando la porta dello studio si aprì con uno scatto leggero ma secco, e nello spingersi in direzione del vano dell’uscio, le sue iridi di grigia ardesia si posarono sulla figura quasi umana -ad eccezione della coda e le orecchie da Volpe- del Magister Saddler.

    « ...da quanto tempo siete chiusi qua den... »
    chiese il Mago, arricciando il naso e rimbalzando gli occhi aurei per la stanza
    « Amarth vi consente di fare queste cose nella sua biblioteca? »
    l’Amal reclinò la testa da un lato e osservò lo Yoko richiudere i battenti
    « Che cosa stavate facendo?? »

    « . . . »

    In perfetto silenzio, il Figlio della Tempesta osservò la Volpe per un lungo istante, poi spostò lo sguardo su Arthur, e il suo volto incolore espresse la sua muta richiesta: “spiegaglielo tu”...

     
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    L'arrivo di Yoko non gli destò affatto sorpresa, piuttosto si voltò ad osservarlo con la solita inespressività che assumeva il suo volto ogni qual volta si trovava a riflettere a lungo tempo su questioni di massima importanza. Si, in effetti avrebbe potuto metterci meno ardore, ma l'idea che in qualche modo la faccenda riguardasse la sua bambina lo metteva in ansia. Un'ansia terribile, quasi... umana. A dire il vero doveva sentirsi fortunato ad avere un compagno di studi come Brifos al suo fianco: con la sua presenza gli faceva compagnia, ed anche se non si parlavano, in un certo riusciva a dargli conforto nei momenti difficili.
    Infondo entrambi condividevano il pensiero che per essere legati non servivano gesti o parole: non se l'erano mai detto, vero, ma in loro vi era la sicurezza di una completa e totale condivisione di idee da parte dell'altro.


    -Giocavamo a Tekken.

    Rispose sospirando, e posando il gessetto sul tavolo.

    -Non vedi che stavamo lavorando?
    Tu, piuttosto: la piccola lady come sta?


    Dunque prese a fissarlo, gli occhi freddi e taglienti puntati su di lui. Lui che era stato gentilmente ospitato in casa dalla sua bambina, e perfino nella sua camera da letto! Colui con cui avrebbe dovuto fare una bella chiacchierata, non appena le acque si sarebbero calmate.
    Perchè Arthur non dimentica mai, quanto non avrebbe mai cancellato il legame profondo che condivideva con la sua bambina. La piccola Drusilia, luce dei suoi occhi in un'esistenza nelle tenebre.



    Edited by Drusilia Galanodel - 17/10/2012, 22:36
     
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    Ah, quanto (non) gli era mancata l'eloquenza di Brifos! Silenzio, un sentitisssimo e passionale silenzio dai mille significati; avrebbe ipotizzato che si fosse offeso per l'ultima volta in cui, alla sua inaspettata (!) e sorprendente (!!) richiesta di parola (!!!), tutti quanti (comprensibilmente) se l'erano data a gambe, ma... nah, gli Unicorni non portano rancore.

    « Tecchen? »

    Ribadì ovviamente con ingenuità la Volpe, la cui attività videoludica non rientrava nelle proprie conoscenze (per il momento, dato che non la conosceva ancora!).
    Fissò perplesso le strisciate di gessetto, ed ancor più confuso commentò:

    « Non sembra molto divertente... »

    Beh, giochi da Saggi, cosa poteva aspettarsi... non si soffermò pertanto più di tanto, anche perché la domanda successivamente imposta da Arthur rientrava finalmente negli interessi della giornata.

    « Sta bene, sta bene.
    Pare che gli avvenimenti non abbiano intaccato in alcun modo la realtà che conosciamo »


    Il che era un bel sollievo, ma...

    « Mi domando se sia stato un semplice caso.. magari abbiamo avuto la fortuna di non alterare la storia, e di conseguenza tutto è andato come sarebbe dovuto. »

    Si avvicinò ad una delle sedie pensieroso, pronto a prepararsi ad una lunga e complicata chiacchierata.

    « Voi avete scoperto o risolto qualcosa?
    ...Rekishi? »


    Non era presente nella stanza con loro, strano.
    Voltandosi per ricercarlo con lo sguardo, incrociò nuovamente il gessetto sulle pareti, ed una domanda gli sorse spontanea:

    « ...ah, ma quindi chi stava vincendo? »

     
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    Una scintilla azzurra percorse il corno del Raitei mentr’egli assisteva allo scambio di battute tra il Saggio e il Magister, ma si astenne dall’intervenirvi... almeno fino a quando le ultime domande di Yoko rimasero a fluttuare per un istante su uno strato di denso silenzio.

    «...ah, ma quindi chi stava vincendo? »

    « Amarth. »
    rispose il gigante, con irriconoscibile sarcasmo nascosto nella voce incolore
    « Ad ogni modo, Rekishi, non ha ancora fatto ritorno alla Biblioteca;
    tuttavia, abbiamo ugualmente compiuto qualche progresso con le nostre ricerche. »


    E -incrociando le braccia sul petto- il Demone delle Tempeste lanciò ad Arthur uno sguardo eloquente, perché fosse lui ad esporre i risultati del loro lavoro... naturalmente, ponendoli in un linguaggio che fosse semplice abbastanza per la comprensione della Volpe.

     
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    Accolse di buon grado lo sguardo dell'arguto collega, e nel mentre si chiarì la voce portando educatamente il pugno davanti alle pallide labbra.

    -A quanto pare il manoscritto ci è stato consegnato per due motivi: innanzitutto era stato incantato per farci vivere quel determinato periodo storico, anche se non ci è ancora ben chiara la ragione per cui sia stato necessario. Idem non ci è ancora chiaro che cosa esattamente dovevate fare, oltre ad assistere, se dovevate fare qualcosa, sia chiaro.

    Portò le dita al mento con fare pensoso, sollevando lo sguardo su alcuni calcoli.

    -La seconda ragione è per leggere il libro, che a quanto pare contiene un numero improponibile di numerologia tratto dalla Cabala. E' stato davvero difficile capirne qualcosa, ma alla fine siamo giunti ad un risultato sensato.

    Fece spallucce, dunque si diresse verso la mappa dell'Est elegantemente incorniciata di azzurro che pendeva sul muro prossimo alla volpe. Puntò il dito su di una precisa zona di Chediya.

    -Sono uscite fuori delle coordinate. Coordinate di questo punto in particolare. Evidentemente chi ci ha dato il libro voleva che lo raggiungessimo dopo aver vissuto quel ricordo. Non so perchè, non so cosa ci aspetta, ma quelle sono le indicazioni oggettive e più di questo dubito mi sia possibile.

    Socchiuse gli occhi con fare sconsolato.

    -Ahimè, abbiamo ancora pochi dati a disposizione.

     
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    Stava vincendo Amarth? Ma se non era neanche presente nella stanza...?
    Ah, certo:

    « Non dovete essere molto bravi a questo gioco allora... »

    Se l'avversario si poteva addirittura concedere il lusso di una pausa per lasciarli lì a fare da soli le loro mosse..! Li stava stracciando, praticamente. A tal punto che neanche imbrogliando avrebbero mai potuto recuperarlo!
    La forza dell'Arcobaleno... chi l'avrebbe mai detto che dietro quel muso serio ed impassibile si celasse in realtà lo spirito di un giocatore incallito.
    ...aspetta, forse non era in realtà così bravo ma era semplicemente stato vittima di un altro attacco fulminante come nell'avventura recente e quindi era dovuto scappare via per..?
    Insomma, le informazioni sulla missione.

    « Qualcuno ci guida verso qualcosa... »

    Cosa e chi erano chiaramente le incognite da risolvere; senza l'aiuto di Dan, chiaramente, che oltre ad aver messo loro in mano la copia di quel libro incantato, ben poco sapeva o poteva dire al riguardo. Eh, d'altronde: quando mai farci affidamento! Lui e la sua fiammella depressa alla ricerca di una vacanza...

    -Ahimè, abbiamo ancora pochi dati a disposizione.

    « Cercherò di procurarvene degli altri, dunque.
    Chediya, Est... »


    Ripeté il Demone nella sua testa, tanto per fissare le coordinate della nuova destinazione, quanto per cercare un possibile collegamento mentale (un'illuminazione vera e propria, vista la situazione) con la vecchia e la nuova posizione.

    « Voi verrete anche questa volta? »

     
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    Senza nemmeno un battito di ciglia a scomporre la marmorea indifferenza del suo volto, il Raitei ascoltò in silenzio il discorso di Arthur senza nemmeno sentire il bisogno di annuire: dopotutto -e su questo non nutriva il minimo dubbio- il collega stava esponendo i fatti in maniera impeccabile, esponendo i dati raccolti, presentando le ipotesi che era possibile e lecito congetturare, ed enumerando i numerosi interrogativi che quella situazione sollevava e che pendevano sui loro saggi capi, ancora -per il momento- privi di una risposta risolutiva.

    -Ahimè, abbiamo ancora pochi dati a disposizione.
    concluse il Vampiro, controllando un’ultima volta i calcoli con gli occhi bigi

    « Cercherò di procurarvene degli altri, dunque. Chediya, Est... »
    si offrì prontamente la Volpe, voltandosi verso di loro in cerca di appoggio
    « Voi verrete anche questa volta? »

    « Stavolta non mi sarà possibile. »
    ribatté l’Amal, muovendosi dalla sua immobilità solo perché interpellato
    « Ci sono altre faccende altrettanto serie che mi richiedono altrove. »

    Faccende come il mistero della Riscrittura, che sembrava star provocando disastri non indifferenti in giro per tutta Endlos, e in cui anche la corona di Khymeia era rimasta coinvolta non troppo tempo prima.

    « Conto comunque di proseguire gli studi del caso non appena ci invierai nuovi dati. »

    Concluse, e i vitrei occhi bigi incrociarono quelli aurei di Yoko

     
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    Annuì piano con il capo alle parole della volpe, ed altrettanto fece con il suo fidato collega e fedele amico Brifos. Non poteva che essere pienamente in accordo con lui riguardo le loro faccende in sospeso, ed anche se per questa volta non viaggiava con il suo compare, non poteva che confermare quanto innumerevoli fossero comunque gli oneri che gravavano sulle sue spalle. Sia come saggio che come precettore.

    -Temo che sarebbe più saggio operare su entrambi i fronti: a quanto mi è parso di capire Drusilia centra qualcosa in questa vicenda, e non posso permettermi che la piccola Lady possa finir lesa, anche se non mi è ancora chiaro su cosa stiamo lavorando. Preferisco essere prudente, e rimarrò con lei, casomai vi fossero problemi. Potrei tuttavia chiedere a qualche Cavaliere Celeste di farti da scorta al posto mio.

    Terminò brevemente, osservando entrambi i suoi interlocutori. Infine si voltò per poi incamminarsi alla sua scrivania, dunque prese un foglietto di pergamena, piuma e calamaio, ed intinse sopra delle cifre, probabilmente le coordinate esatte del luogo. Lo consegnò al Magister.

    -Vai e sii cauto. Pensa al bene di Drusilia, esattamente come fai quando decidi di non sfiorarla. Perchè tu sei un ragazzo intelligente che mantiene sempre le mani a posto, giusto?


    Più tardi...

    La porta si chiuse, segno che la Volpe era andata a caccia. Ai Saggi, invece, non restava che studiare, questa volta per la Riscrittura. Arthur chiuse un libro lasciato aperto e lo ripose su di uno scaffale, per poi prenderne un altro riguardante la storia di Endlos.

    -Brifos...

    Disse quasi senza pensarci, quasi folgorato dai suoi stessi pensieri.

    -...dici che dovrei fidarmi di lui?

     
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    In parole povere se la sarebbe dovuta sbrigare più o meno da solo questa volta. Accompagnato da aiutanti certamente, ma pur sempre finora estranei alle vicende ed egli avvenimenti appena vissuti; avrebbe potuto rappresentare un problema? Dover spiegare tutte le difficoltà affrontate e le certezze acquisite...

    « ...mh. »

    Allungò le labbra su un lato in una smorfia dubbiosa.
    Consentire però ai Saggi di ragionare su dati e scoperte comodamente adagiati sulle loro scrivanie (o pareti che fossero), lontani da pericoli e situazioni disturbanti, forse avrebbe garantito comunque un'efficienza nel lavoro altrimenti impossibile.

    -Vai e sii cauto. Pensa al bene di Drusilia

    « Va bene, mi occuperò io di- »

    Si interruppe, poiché le orecchie si rizzarono catturate dalle esternazioni successive.

    -esattamente come fai quando decidi di non sfiorarla. Perchè tu sei un ragazzo intelligente che mantiene sempre le mani a posto, giusto?

    Uh?
    Fu indeciso.
    Beh, tanto per cominciare aveva fatto bene nel sottolineare la sua intelligenza, anche se per troppo poco tempo e con troppa poca enfasi; ma va bene, ci si poteva lavorare su col tempo.
    Ma il resto... doveva mostrarglielo quel sorriso vagamente malizioso che gli stava per spuntare sulle labbra, o era forse meglio tenerlo nascosto?

    « Oh, assolutamente. »

    Meglio assumere un'aria seria, professionale e responsabile.
    Così, giusto a sentimento.

    « So sempre dove tenere le mie mani! »

    Eh, lo sa bene !
    Aveva anche l'imbarazzo della scelta.
    Ma quello forse era meglio non specificarlo.
    Silenzio ambiguo e tagliente.

    « Bene, io vado! »

    Soluzione giusta al momento giusto, come al solito.

    « Vi farò avere notizia il prima possibile. A presto! »

    E detto ciò la Volpe si avviò verso l'uscita, lesta e felice, prima di avventurarsi per la nuova missione, di ripassare dove avesse dovuto potuto posizionare le mani per considerarle al posto giusto..!

     
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    Con un rapido e composto cenno di assenso, Arthur si ritrovò a sua volta a declinare l’incarico di prender parte alla spedizione in prima persona, pur sopperendo alla mancanza promettendo alla Volpe la scorta e la collaborazione di qualche affidabile soldato dell’Est; voltatosi per dirigersi alla propria scrivania, il vampiro fissò su carta le coordinate da fornire al Magister, e gliele consegnò assieme ad un ultimo avvertimento.

    Vai e sii cauto. Pensa al bene di Drusilia...

    « Va bene, mi occuperò io di- »
    principiò il demone, prima di doversi interrompere

    ...esattamente come fai quando decidi di non sfiorarla.
    Perchè tu sei un ragazzo intelligente che mantiene sempre le mani a posto, giusto?


    Momento di denso e riflessivo silenzio.

    « Oh, assolutamente. So sempre dove tenere le mie mani! »
    garantì Saddler con aria estremamente seria, prima di dirigersi verso l’uscita
    « Bene, io vado! Vi farò avere notizia il prima possibile. A presto! »

    La porta si chiuse con un tonfo leggero, e i passi della Volpe svanirono ben presto in lontananza; rimasti soli, i Saggi cominciarono a raccogliere il materiale di studio inerente il fascicolo del Libro per far spazio alla pratica riguardante la Riscrittura, e il Raitei stava disponendo dei raccoglitori in bell’ordine dentro uno scaffale quando la voce della Corona di Khymeia tichiamò la sua attenzione.

    -Brifos... ...dici che dovrei fidarmi di lui?

    Voltandosi a guardarlo, il gigante dai capelli blu reclinò il testone da una parte, il corno aureo sibilò con una crepitante scintilla, e gli insondabili occhi grigi svanirono per un istante dietro un singolo battito di palpebre.

    « Ho osservato Saddler abbastanza a lungo, quando eravamo sul campo... »
    replicò con calma, afferrando il senso della domanda del college
    « ...e mi è parso devoto alla causa, oltre che moralmente in regola. »
    concluse... prima di scuotere un po’ la tesa nell’aggiungere
    « Però, a volte mi da l’impressione di essere un po’... lento. »

     
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