Runa di Guerra

[Aurora Occidentale] [CC]

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    Viaggiatore dei Mondi

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    { Avamposto temporaneo - Tenda di Comando - interno }
    Namas

    Mentre siedi sul tatami che è stato posto a pavimentazione della tenda da campo -in cui già da qualche giorno alloggi-, ti godi l’esiguo lusso che una tazza di thè fumante e i pochi cuscini che ti fanno da seggio rappresentano, assaporando di nuovo la fastidiosa sensazione di sentirti invischiato nel tuo tempo... come un pesce che nuota in un fiume troppo denso.

    All’indomani della missione in solitaria con cui tu e i tuoi due amici -Sagramor e Beesech, ora da qualche parte all’interno del perimetro- avete fatto scomparire il quartier generale della Signa tra gli oscuri flutti della costa della Sorella Nera, le cose sono andate evolvendosi con una velocità tale da darti il capogiro: hai appreso dei folli progetti di Kikio Ho, che gioca con la natura cercando di costruire con la scienza degli uomini degli assassini perfetti per il suo genocidio; hai dovuto accompagnare la tua anfitrione in pellegrinaggio per le sue provincie, così da garantirvi il loro appoggio nell’imminente guerra; e -nondimeno- hai dovuto imparare la differenza che c’è tra l’essere un guerriero e l’essere un soldato.

    Badare ai rifornimenti, studiare per ore sulle mappe lo spostamento di gruppi numerosi, ed essere costretto alla forzata inerzia dell’attesa sono tutte cose snervanti, che ti caricano i muscoli di una tensione a cui non ti è possibile dare sfogo... e così mediti, riesaminando la situazione ancora una volta, e cercando di elaborare qualche nuova possibilità: nonostante la dipartita dei Propagandisti abbia privato le Grandi Famiglie dei loro occhi puntati sulla costa, i Governatori di Sequerus devono essere già venuti a conoscenza dell’insurrezione di Undarm, perché sai che anche in questo momento -mentre sei seduto a riflettere- stanno ammassando truppe proprio come voi, fortificando il loro nido arroccato sui picchi.

    « Farete meglio a bere il vostro thé prima che diventi freddo, Principe... »
    ti esorta gentile e -al solito- innaturalmente disinvolta una voce ormai familiare
    « ...e a mangiare qualcosa, vista la marcia che ci attende domani. »

    Sollevi lo sguardo sull’Ambasciatrice di Undarm, e non puoi fare a meno di chiederti come sia in grado di conservare il suo aspetto elegante, aggraziato e imperturbabile anche con indosso quegli abiti da viaggio per lei fin troppo spartani, soprattutto dopo i giorni di disagio a cui la vita di accampamento -così diversa da quella del suo palazzo- e le continue pressanti responsabilità -gli oneri della supervisione e della coordinazione- devono averla costretta.

    Lo svilupparsi di questa campagna militare è avvenuto in un attimo, ma non si può parlare di avventatezza con Odayaka Mira: a dispetto della tempestività con cui si è mossa, ogni cosa ti è subito apparsa a lungo ponderata e scrupolosamente pianificata... come un delitto premeditato a lungo. Solo un’altra delle tante insospettabili sorprese nascoste al di là dello Specchio.

    « Invero, non è nemmeno da escludere l’eventualità di uno scontro. »
    aggiunge pensosa, come se stesse analizzando le condizioni atmosferiche
    « A quanto riportato dalle spie, i Governatori hanno saputo della rivolta,
    <i>e si stanno già preparando per rimetterci al nostro posto. »


    Un conflitto aperto: una prospettiva tutt’altro che rosea.


    { Kijani Fahari - Limitare del Bosco - esterno }
    Mugen

    Un antico adagio dice che la bocca di nessun animale nasconde un veleno più letale di quello che alberga nel cuore degli uomini, e mentre arresti la tua corsa al riparo degli alberi non puoi far a meno di pensare che è davvero così; a sottolineare ulteriormente questa consapevolezza, una macchia rossa e viscosa si spande dal tuo fianco sulla corteccia del primo tronco contro cui ti puntelli per sorreggere il tuo peso, come un promemoria della loro nequizia.

    Sono stati gli uomini a ferirti, e la cosa che rende davvero insopportabile quel dolore -una cosa da poco per un guerriero come te- è che non riesci bene a comprenderne il perché; non è la prima volta che visiti l’Ovest, eppure nessuna autorità locale aveva mai mostrato ostilità verso di te per il semplice fatto di essere quello che sei: “Mostro!” ti hanno urlato contro, giudicandoti e condannandoti con un solo sguardo non appena si sono accidentalmente imbattuti in te; “Feccia!” hanno sbraitato colpendo il tuo spirito con il peso del loro odio mentre già snudavano le armi per caricarti in un impari duello frontale; “Non-Umano”, seguitavano a sputare con disprezzo, come se fosse un mantra.

    Ma... sarà il caso di andare con ordine, visto che soltanto adesso -dopo aver messo belle leghe di distanza tra te e loro- l’adrenalina inizia a scemare e la mente inizia a schiarirsi, facendo sì che quel senso di nausea e malessere che ti ha tenuto giù come una droga cominci a diradarsi.

    Te ne andavi in giro pensando ai fatti tuoi, come qualsiasi creatura ha diritto di fare su Endlos, quando questo gruppo di umani ha dato l’allarme e ha iniziato ad attaccarti: contenere i soldatini in strane uniformi di tela -e le loro armi sputa-piombo- non è certo stato un problema una volta capito il trucco, e anche quando sono arrivati ad aiutarli una decina di tizi con indosso un’armatura -del tipico stile occidentale, secondo i dettami del bushido- e con una fascia nera sul bicipite sapevi come destreggiarti... ma quando sono arrivati quei tre con una fascia bianca legata al braccio, è cambiato tutto, e il “bello” è che non si è trattato di qualche fantasmagorica prova di abilità.

    Era come... come se la loro stessa presenza, la loro vicinanza ti debilitasse: irradiavano per il tuo sesto senso una sorta di repulsione a pelle, come se fossero qualcosa da cui stare alla larga... ed è seguendo il tuo istinto che sei riuscito a rompere l’accerchiamento e dileguarti usando le tue abilità, riportando una ferita al fianco destro, ma riuscendo ad allontanarti dal loro punto di adunanza abbastanza da poter tirare un po’ di fiato.

    Tuttavia, non fai in tempo ad accarezzare l’idea di sederti per fermarti a riposare, che ti accorgi di una presenza: c’è un uomo lì con te nella foresta, e ti ha appena individuato.


    { Kijani Fahari - Limitare del Bosco - esterno }
    Amon

    Da quando hai accettato di servire Shui Yoe Tu, non hai desiderato nient’altro che starle vicino e proteggere lei e ciò che lei ama, ma l’indole volubile della Natura non ha mai messo in ombra la sua generosità, e i suoi occasionali capricci non le hanno mai creato tanti nemici quanti sostenitori ha invece guadagnato per la sua benevolenza... e per te, che sei stato cresciuto come un guerriero fin dalla più tenera età, questa condizione di armonia -che ti ricorda quasi la tua permanenza nelle lande dell’Est- è uno stile di vita cui hai dovuto lentamente imparare ad abituarti.

    Dopotutto, ad Undarm non ci sono minacce per la tua Signora: raccolti rigogliosi, paludi bonificate, e pesca grossa sono solo alcuni dei doni che la hanno resa assai cara alle genti della costa... e, difatti, ciò che tormenta i tuoi pensieri in questi giorni pesanti come il piombo è qualcosa che giunge da più lontano. Sequerus, la Città dei Picchi Rocciosi.

    Spira un vento di tempesta sul Bosco Vivente, e mentre batti i confini della selva per assolvere ai tuoi doveri di ronda non puoi fare a meno di chiederti come si sia arrivati a questo: chiunque nell’Ovest era a conoscenza del forte affetto legava la Guardiana all’Alfiere Mio Aranwe, e tu che le sei stato accanto sai perfettamente quanto la Seconda abbia sofferto per la sua misteriosa scomparsa; apprendere quanto poco i Nobili si siano adoperati per ritrovare la piccola Regina era stato già un’offesa alla Dama Verde, ma quell’affronto era stato solo il primo di una lunga serie.

    Dopo aver rinunciato a ritrovare la loro sovrana, i capi delle più influenti famiglie dei Picchi hanno pensato bene di prendere le redini del Presidio, e nel farlo hanno completamente estromesso Yoe, ignorando il suo rango di Ufficiale; non paghi di questa mancanza di rispetto, i Governatori hanno cominciato a propagandare alla popolazioni ideologie ottuse, razziste e retrograde, predicando dogmi di odio verso i naufraghi e le creature non-umane... una notizia terribile, certo, ma che vi ha toccato relativamente, essendo voi stanziati ad un Undarm mentre quei signorotti pontificavano dalle cime delle loro montagne, miglia e miglia più a nord.

    Le cose hanno però iniziato a cambiare quando la vicina Sorella Nera è stata posta sotto la giurisdizione della Signa Infero -un gruppo di fanatici fedeli alle Famiglie-, imponendo alla popolazione quelle spie pronte a denunciare ogni inadempienza o dissenso verso il regime, ma il punto di non ritorno è stato oltrepassato solo qualche giorno fa, quando una rappresentante di quei promulgatori ha avuto l’ardire di presentarsi alla Reggia Oltre la Figura per pretendere che la Seconda e a voi -il suo seguito- di lasciare la vostra casa per trasferirvi in una struttura adibita ad ospitare di “diversi”.

    All’amarezza del lutto per la perduta fanciulla Aranwe queste ingiurie si sono affastellate nel cuore della Natura -amare quanto il fiele e irritanti come acido-, e se Yoe non ha ucciso quell’impudente sul posto è stato solamente perché è una Signora; tuttavia, la sprovveduta -assai malridotta dopo aver incassato il “cordiale” rifiuto- ha promesso di tornare con i rinforzi necessari a stanarvi dalla foresta e arrestarvi, e così eccoti qui: di nuovo in servizio come un soldato, pronto ad entrare in azione mentre sorvegli gli ingressi del Kijani Fahari.

    D’un tratto, un fruscio ti riscuote dai tuoi pensieri, e subito ti metti in allerta per far fronte a qualsiasi pericolo possa essere in agguato, così amplifichi i tuoi sensi, e la vedi: a qualche decina di metri da te è appena comparsa una grossa volpe antropomorfa... e a giudicare dalla macchia di sangue lasciata sul tronco contro cui si è appoggiata, quella creatura non deve stare troppo bene.


    { Posto di blocco del Laccio Nero - esterno }
    Mozart | Sarah

    Siete in viaggio da almeno un paio di settimane, il che non è strano visto che provenite dall’altra parte del mondo, ma avreste probabilmente fatto molto prima se non aveste dovuto rinunciare alle comodità e cambiare strada così tante volte per molteplici imprevisti; tuttavia, non potete lamentarvi: quando avete accettato la missione sapevate perfettamente che sarebbe stato un viaggio difficile, e ora la Dama Azzurra ha riposto in voi la sua fiducia, affidandovi il delicato compito di infiltrarvi ad Ovest.

    Un alone di mistero aleggia ormai attorno a quel presidio, e prima di mettervi in cammino siete stati preventivamente messi a parte di tutte le poche informazioni che agli esploratori è stato possibile reperire: tutto ha avuto inizio con la scomparsa del precedente Alfiere, una giovane fanciulla di nome Mio Aranwe, di cui si è persa ogni traccia da ormai più di un anno; non è stato possibile fare luce sui motivi e sulle dinamiche del tragico accadimento -accuratamente insabbiato-, e i colpevoli non sono mai stati presi, ma dopo aver esaminato e riesaminato la trama globale della situazione, l’ovvia conclusione è che è questo il “punto zero” della storia. E’ qui che le cose sono iniziate a cambiare.

    Per non far precipitare l’Occidente nel caos, le più eminenti famiglie della regione hanno costituito un Consiglio ristretto assumendo il ruolo di governatori, e da quel momento i dispacci provenienti destinati e provenienti da Rivenore hanno iniziato a farsi sempre più radi e sempre più vaghi, scomparendo piano piano... fino a che anche il traffico di merci e persone ha subito stessa sorte: le frontiere sono state chiuse, ed è piuttosto chiaro che si è provveduto ad eliminare ogni possibile fuga di informazioni... ma per quale motivo?

    Una scheggia di verità ha comunque raggiunto le lande dell’Est, superando chissà come i confini blindati dell’Ovest, e ne siete venuti a conoscenza in occasione dell’omicidio dell’elfa Arwen, alle cui indagini Sarah ha partecipato in prima persona... e si tratta di una verità oscura e terribile: e cioè che, una volta isolato il presidio da ingerenze esterne, i Governatori di Sequerus starebbero perpetrando un vero e proprio genocidio ai danni delle popolazioni non-umane che hanno sempre abitato numerose quelle terra con la benedizione della famiglia Aranwe.

    Così, dopo aver attraversato il Pentauron nella sua lunghezza, ed aver evitato un paio di volte lo scontro con i militari preposti a guardia alle dogane -cosa che avrebbe attirato troppo l’attenzione su di voi-, siete riusciti a penetrare nella nazione ostile prendendo una lunga deviazione verso la vicina Undarm: la sua prossimità ai territori del turbolento Sud rende assai più difficili i controlli, e infatti non avete incontrato nessuno degli uomini del Laccio Nero... fino ad ora, almeno.

    Costeggiando il bosco -che la Dama Azzurra vi ha detto esser presieduto da una potente entità sua amica e leale alla perduta Mio, che potrebbe esservi alleata- avete avuto vita facile, ma quando vi siete imbattuti in una pattuglia di soldati dell’Ovest vi è bastato notare il loro armamento pesante per capire che non sono lì per una semplice ronda: sono in assetto da guerra, e il loro accampamento non deve essere lontano.

    Avete trovato prontamente riparo in uno dei tanti anfratti rocciosi che costellano il territorio per sfuggire ad un combattimento o a una cattura, e state decidendo il da farsi quando una delle guardie -uno dei Lacci Neri- si ferma proprio ad una decina di metri dall’ingresso del vostro nascondiglio e snuda la spada prima di puntarla verso la grotta e segnalarvi ai suoi compagni...

    « Ehi! Qui dentro c’è qualcuno! »

    ...e in un attimo vi ritrovare intrappolati all’interno dell’angusta caverna, con sette samurai in armatura completa e katane sguainate che vi sbarrano il passo, e che si preparano per venire a prendervi.


    Straight to the Point

    Scusate il papiro chilometrico, ma per questa Quest -che vi ricordo essere molto importante per il BG del Presidio Ovest- ho dovuto necessariamente contestualizzare la vostra presenza addentrandovi meglio che mi è riuscito all’interno delle atmosfere e degli eventi che stanno per cambiare il volto di questa parte di Endlos, perciò mi raccomando: impegnamoci insieme per fare un bel lavoro! :grab: Ora, veniamo alle istruzioni personalizzate:

    @ Namas - Niente da dire: sei in tenda con Odayaka nel centro del vostro avamposto per farti ragguagliare sulla situazione del campo di battaglia e i rumors scoperti dalle spie e le ultime del gossip per pianificare una strategia d’attacco.

    @ ScatolaMisteriosa - Con molte scuse per l’auto-conclusività ad inizio avventura, ti ho fatto infliggere una ferita al fianco durante un agguato pregresso, che puoi raccontare o solo accennare secondo tuo gusto; scappando dai Lacci Neri e da alcuni uomini del “Laccio Bianco” (quelli la cui sola vicinanza ti ha procurato malessere) sei finito nel bosco del Kijani Fahari, e ti trovi davanti il PG di Amon; non so se vi conoscete, ma mi pare di no... quindi, prendete contatto nel modo che preferite.

    @ Amon - In una scena che conto di recuperare con Jacopo appena gli sarà possibile, Yoe ha cacciato in malo modo un’ufficiale della Signa Infero presentatasi al Kijani Fahari per comunicarvi l’ordine di sfratto deliberato dal Governo di Sequerus, e ora il bosco è diventato il bersaglio per un imminente attacco; per questo motivo sei di ronda ai confini della selva, e d’un tratto vedi spuntare Mugen, ma subito ti accorgi che è ferito.

    @ Mozart & Sarah - In quanto Cavalieri Celesti, vi trovate ad Ovest perché siete stati incaricati dalla Dama Azzurra in persona di infiltrarvi nel presidio e sincerarvi della situazione reale; dopo varie peripezie -che avete libertà di descrivere mettendoci del vostro o meno-, arrivate al limitare del bosco e venite sorpresi da una pattuglia del Laccio Nero: a voi la prossima mossa.


    Se ci sono domande, postate in bacheca. La scadenza è fissata per 1 novembre.

     
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    deva


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    Sedeva davanti al thè a gambe incrociate, la linea del suo corpo pronta a spezzare la monotonia dell'arredamente che
    -per cause di forza maggiore-
    rendeva spartana e poco accogliente la loro temporanea sistemazione.
    L'intera faccenda aveva costretto Odayaka e Namas ad un peregrinare che ben poco si accostava ai progetti del Principe: per quanto maestro della disciplina e della meditazione, l'Om nelle sue vene era irrequieto, imbizzarrito. Dover cedere alla pazienza non gli costò uno sforzo eccessivo: tuttavia, doversi occupare di faccende lontane
    -all'apparenza-
    dalla sua priorità, lo mise in uno stato di burrasca interiore.

    Gli accadeva spesso: quando la quiete rendeva mansueta la tempesta, egli rimaneva intrappolato nell'occhio del ciclone, impossibilitato a sfogare la furia dei suoi venti, delle sue emozioni. Algido, una statua di serpetine fattezze, Namas confidava nelle arti strategiche della Signora di Undarm...aspettando che le sue, di arti, fossero richieste sul campo di battaglia.


    “Mi chiedo quanti morti porterà questo scontro.
    E pensare che, la collisione fra due idee, può trasformarsi in un'arma così letale.”


    Afferò la tazza contenente il liquido ambrato e la svuotò in un solo, lungo, sorso. I movimenti della sua epiglottide proiettarono un'ombra silenziosa sulla tenda, sagomando il possente collo del Nagavandari; anche se da giorni erano privi di lussi ed agi, Odayaka e il guerriero apparivano sì logori ma non per questo meno affascinanti.


    “Oramai, il vantaggio della sorpresa è svanito.
    Forse, il passo giusto è colpire prima che i loro preparativi siano ultimati.”

     
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    Viaggiatore dei Mondi

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    » Io sono Mozart, molto piacere! «

    Fece all'improvviso, come se si fosse destato da uno strano torpore. In realtà, si era già presentato all'inizio del loro viaggio, soltanto che se ne era dimenticato, e così eccolo di punto in bianco ripresentarsi alla giovane principessa: Mozart Von Baltasar ecc ecc, tanti titoli e smancerie gratuite. Mentre la sua voce echeggiava, il pensiero del difficile compito ch'era stato loro affidato non lo sfiorò nemmeno per un'attimo; e mentre i confini dell'Ovest si profilavano ai loro occhi, ripassò brevemente quel poco che sapeva o che gli era stato detto.

    » Abbiamo un'Alfiere scomparso, e nessuno ne sa niente. Poco dopo pare che le frontiere ed ogni contatto sia stato severamente vietato oppure ostacolato, così da poter continuare i propri crimini impuniti ai danni dei non-umani. Ho afferrato? «

    Si rivolse alla giovane Sarah perché, da quanto aveva compreso, era stata testimone di un'evento che aveva indotto l'alfierato dell'Est a ritenere possibile la pista del "genocidio razzista", fino ad allora segreto nelle terre del versante opposto. E intanto che aspettava una risposta, il giovane biondo di bell'aspetto controllava che nulla sporcasse l'armatura d'oro. La Lancia, invece, era retta circondandola con il braccio, come il miglior allenamento militare gli aveva insegnato.

    Il percorso era stato abbastanza lungo: avevano costeggiato l'Undarm, passando per il Sud dato che era il luogo migliore -oltre che il più pericoloso- per infiltrarsi ad Ovest senza incappare in controlli o ronde di sorta. Dama Kalia poi aveva assicurato loro che, costeggiando il bosco, una creatura amica avrebbe supportato il loro incedere. Sperò non si trattasse di Shui Yoe Tu, la ninfa che aveva incontrato tempo addietro... e con cui aveva avuto un piccante diverbio.

    » Aspetta... «

    Di colpo, il giovane dagli occhi azzurri notò il sopraggiungere di un drappello di soldati pesantemente armati, così consigliò alla compagna di viaggio di cercare un riparo ove nascondersi. Riuscì a trovare un'anfratto roccioso utile allo scopo, e tuttavia poco dopo avervi trovato riparo poté udire la voce di un soldato che chiamava a raccolta gli altri.

    » Maledizione... Ascoltatemi, mademoiselle: attirateli a voi, io penserò a finirli. «

    Bisbigliò alla principessa, salvo poi utilizzare le sue ali di piante e fiori per alzarsi in volo, appiattendosi sul soffitto. Avrebbe atteso che il piccolo gruppo di nemici fosse sufficientemente all'interno, e abituati alla penombra della caverna, per rilasciare la luminosità accecante della corazza. Non prima di averli richiamati.

    » BABBEI! Quassù!!! «

    Quindi, rapidamente, sarebbe piombato dall'alto, agitando la sua Lancia -forte dei tre metri di cui era lunga- per colpire quanti più nemici possibile all'altezza del collo. Avrebbe confidato che l'improvvisa luminosità della corazza avrebbe aperto le loro difese, consentendogli un raid fulmineo e fatale.

    LegendaStatus Fisico: In ottimo stato (100%).
    Status Emotivo: Felice e contento.
    Danni Subiti: Nessuno
    Mana Totale: (110%).
    Mana Consumato: (0%).

    EquipGold Cloth di Pisces
    { -corazza d'oro
    -passiva di semi-indistruttibilità valida per i soli attacchi senza consumo
    -passiva di bagliore accecante }

    Lancia d'Oro
    { lancia facente parte dell'Armatura, lunga 3 mt. }

    Flauto delle Vuote Melodie
    { flauto only gdr }

    Elenco Passive
    Seventh Sense
    { passiva mana + 10% }

    The Graceful Death
    { passiva influenza psicologica (paura di morire) }

    Fly me to the Moon
    { passiva di volo }

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    Occidente.
    Se l'Est lo aveva visto giungere su Endlos, anche l'Ovest era un luogo importante per il demone volpe Mugen Fudo. Aveva vagato in passato confuso e sperduto finché proprio nelle terre occidentali aveva incontrato una guida per uscire e combattere le nebbie che avevano attanagliato il suo spirito e offuscato il suo cuore valoroso. Incontro che lo aveva condotto al dojo nel cuore del semipiano, a metà tra Est ed Ovest.

    Più volte aveva fatto visita alla foresta di Fanedell, ma a dire il vero poco conosceva delle terre occidentali. I suoi occhi dorati avevano avuto modo di scorgere il profilo dei picchi senza mai raggiungerli davvero. E quando si è un naufrago in una dimensione nuova quello che può consolarti è la curiosità e la voglia di esplorare un mondo così nuovo, sconosciuto e misterioso.

    Così si era ritrovato a vagare verso Occidente, spensierato e godendosi il viaggio. Osservando e scrutando con interesse tutto ciò che lo circondava.
    Ma il suo placido e sereno girovagare non era destinato a durare a lungo.

    Non pensava che sarebbe stato costretto ad ingaggiare battaglia! Invece fu proprio quello che accadde!

    Un gruppo di uomini diede l'allarme e in pochissimo tempo si ritrovò circondato. Sembravano soldati, e tra uniformi di tela e armature erano tutti accomunati dalla presenza di un laccio nero intorno al braccio. Tenerli a bada non fu difficile nonostante il numero giocasse decisamente a suo sfavore. Ma la situazione si capovolse con l'arrivò di tre uomini con al braccio un laccio bianco al posto di quello nero.

    Il loro arrivo, la loro semplice presenza aveva strani effetti su di lui. Si sentiva debilitato, gli provocavano strane sensazioni di nausea e repellenza. Affrontarli tutti sembrava adesso un'impresa impossibile, se fosse rimasto troppo a lungo avrebbe finito per soccombere sotto i loro colpi di piombo. Con una manovra abile e istintiva riuscì a rompere l'accerchiamento e a sfuggire ai loro colpi, riportando una ferita al fianco destro.

    Diede fondo a tutte le sue energie e abilità per dileguarsi prima che i soldati potessero raggiungerlo. E quando fu sicuro di potersi fermare un attimo a tirare fiato si appoggiò al primo tronco vicino, mentre il suo sangue si espandeva sulla corteccia legnosa.

    Ma più della ferita sanguinante era altro a bruciare nel suo spirito e orgoglio ferito.
    Aveva combattuto altre battaglie, ma l'odio immotivato che quegli umani gli avevano riversato contro era cosa rara. Già altre volte il suo aspetto aveva destato timore, ma mai reazioni tanto esagerate. Soprattutto considerando che in quel semipiano si aggiravano creature dall'aspetto assai più strano.

    Nei loro tentativi di abbatterlo avevano continuato ad urlargli contro disgustati. “Mostro”, “Feccia”, “Non-Umano”. Queste le parole che gli avevano lanciato contro cariche di un disprezzo incontenibile.

    Quegli uomini erano riusciti a ferirlo in qualche modo, e non solo nella carne.

    Ma non ebbe tanto tempo per ragionare su quanto successo, perché si rese conto di non essere solo. Possibile che lo avessero già raggiunto?

    Senza pensarci sfoderò la katana puntandola contro il suo nuovo avversario.
    Affannato ma deciso ruggì poche parole.

    “Ho affrontato i tuoi amici e non mi tirerò indietro...
    Questo Mostro venderà cara la pelle...
    Non avrete la vita di questo Non-Umano!”





    CITAZIONE
    Condizioni fisiche: ferita al fianco destro
    Condizioni psicologiche: deciso e dolorante
    Energie: 100%
    Tecniche utilizzate://
    Passive:
    ~Retaggio di una volpe Rossa:
    Che cos'è esattamente un demone volpe? Nessuno lo sa con esattezza, ne esistono varie razze, varie tribù e una moltitudine di sottospecie... sebbene siano molto difficili da incontrare, creature furbe e sfuggenti. La varietà a cui appartiene Mugen ha molti tratti in comune con la comune volpe rossa selvatica, una descrizione spicciola porta infatti a definirlo come una grossa volpe dalla postura eretta, col pollice opponibile e in grado di parlare. Inoltre un demone volpe ha un ciclo vitale molto molto lungo, infatti Mugen, con qualche centinaio di anni, è da considerarsi nel pieno della giovinezza. Non è chiaro cosa accada ad un demone volpe una volta invecchiando... si sa solo che il suo manto diventa completamente bianco e abbandona il branco dei più giovani per andare chissà dove. O almeno è questo che si crede, uno strano meccanismo si innesca nelle giovani volpi nei confronti dei membri anziani, o per lo meno nei confronti dei membri anziani che hanno superato la Soglia. Non riescono più a ricordarsi di loro, o meglio non riescono a focalizzare l'attenzione su coloro che hanno superato la Soglia. Per questo si parla di Soglia, una sorta di soglia dell'esistenza. Certo ci si ricorda della vita trascorsa insieme e delle imprese compiute da un membro scomparso, ma ad un certo punto questi scompare nell'oblio ed è anche difficile da individuare il momento esatto in cui avviene l'attraversamento della Soglia. Si tramanda inoltre di incontri con volpi bianche nel corso dei secoli e in momenti particolari della storia, ma i racconti sono tutti un po' vaghi e si perdono nel ricco folklore delle volpi rosse.
    Come detto un demone volpe è una creatura fuori dall'ordinario, i loro sensi sono superiori a quelli di un qualsiasi umano. Sono in grado di fiutare ed identificare una qualsiasi creatura in un raggio d'azione estremamente ampio e seguire una traccia per loro è estremamente facile.
    Se non bastasse sono creature forti e veloci, in grado di affrontare qualsiasi avversità. Le loro capacità uditive si estendono oltre l'immaginabile, un demone volpe riesce facilmente a distinguere il battito di un cuore e un sussurro appena sospirato in un raggio d'azione di decine forse centinaia di metri...Inoltre dispongono di micidiali armi naturali: artigli in grado di lacerare la carne e zanne in grado di spappolare le ossa. Non bisogna lasciarsi ingannare se spesso si mostrano come esseri bonari e pacifici. Una volta fiutata la preda, difficilmente la lasciano andare...
    [Bonus forza +50% (5 punti), Olfatto iper sviluppato raggio d'azione: 30 metri in duello (5 punti), zanne e artigli (2 punti); Caratteristiche bloccate: Vista notturna, udito iper sviluppato (5 punti)]

    ~Reliquie di una volpe Bianca:
    Mugen è uno dei pochi che può vantare di aver incontrato una Volpe Bianca nella sua vita. Forse perché i più se ne dimenticano. In realtà anche lui dubita di quanto avvenuto e dei vaghi ricordi che ha dell'incontro, se non fosse che quell'incontro gli ha lasciato una prova tangibile. Infatti l'unica certezza della Volpe Rossa è il dono ricevuto dalla misteriosa Volpe Bianca: il velo. Un nome sibillino per una reliquia altrettanto enigmatica. Il velo ha l'aspetto di un haori bianco, che al tatto sembra fatto di seta. Nessuno potrebbe mai sospettare l'origine indefinita di un tale manufatto né tanto meno indovinare il suo potere latente. Oltre ad essere baluardo e prova di un'esperienza vissuta l'haori dona a chi lo indossa straordinarie capacità. Mugen ha infatti scoperto che indossando l'haori può facilmente fluttuare in aria, come se fosse privo di peso, come se fosse uno fantasma...
    [Abilità passiva di volo (1+5 punti), altre particolarità per ora sconosciute]


    Equip:

    ~Lama di una Volpe guerriera:
    Mugen è sempre accompagnato dalla sua spada. Realizzata in acciaio itemprato, si tratta di un arma di ottima fattura. La lama raggiunge i 120 cm di lunghezza, perfetta e bilanciata. Ha uno spessore di 1.7 cm nella sezione centrale. La lama si assottiglia sempre più verso i bordi, creando un doppio filo estremamente tagliente di appena un mm ed una terribile punta acuminata. E' dotata di guardia sempre in acciaio da 15 cm, e di un elsa di 25 cm, che permette un’impugnatura comoda e salda. L’intero oggetto ha una colorazione grigiastra. La spada è stata bene studiata per quanto riguarda il peso, che non supera i due chilogrammi. Normalmente riposta nel suo fodero grigio senza particolari ornamenti, che la volpe tiene al fianco sinistro. Uno strumento valido e funzionale.


    ~Bokken di Fanedell
    Non con il solo acciaio combatte il samurai e benché il Demone Volpe abbia con sé delle vere e proprie armi naturali, Fanedell gli ha fornito ciò che accompagna tradizionalmente l’addestramento dei samurai e anche alcune delle battaglie successive al completamento della sua formazione: una spada di legno dalla forma e dalle dimensioni di quella delle armi più tipicamente usate dai samurai. Tuttavia questo non è un mero pezzo di legno, per quanto pregiato, ma ha altresì una proprietà particolare: se impugnato e con la previa spesa di un quantitativo Variabile di energia, l’arma può allungarsi di altri tre, cinque, sette o dieci metri, risultando così utile in svariate situazioni, anche non prettamente combattive.

     
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    Viaggiatore dei Mondi

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    Piccola... forse era proprio questa la parola giusta per descrivere come si sentiva. Quante volte aveva pensato di lottare contro una qualche ingiustizia nel mondo, ma aveva finito per non far nulla dato che nessuno gli diceva mai come agire? Tante e forse anche perché la maggior parte delle persone gli diceva che non poteva fare niente e che dovesse darci un taglio con i sui deliri di onnipotenza. Eppure ora era lì! In barba a quello che sostenevano tutti, era riuscita a realizzare ciò che voleva da tempo, anche se ora capiva perché quei finti vissuti dicessero così: cambiare le cose era difficile!
    Durante la strada aveva avuto modo di riflettere, di guardare le distese di sabbia sconfinate del Sud e le moltitudini di persone che abitavano il Pentauron. Già il mondo era proprio così: enorme e popolato... e loro erano solo in due! D'accordo che in questo caso il problema non era tutta Endlos, ma "solo" un presidio, che però bastava a rendere le cose complicate.
    In fondo era sempre stato così da quando erano entrati nell'Ovest: avevano dovuto evitare i posti doganali e qualsiasi scontro per evitare di attirare l'attenzione su di sé, quasi a non voler svegliare un gigante malvagio che avrebbe potuto schiacciarli con poco.
    Guardò il cielo e si confrontò di nuovo con l'entità dei problemi che stava andando ad affrontare.


    Eh sì, in confronto ad essi era molto piccola!
    " Io sono Mozart, molto piacere!"
    La voce del commilitone la riportò con i piedi per terra e la fece istintivamente guardare indietro, come se si fosse presentato a qualcuno appena arrivato. In effetti era da un po' che si sentiva osservata, ma credeva che fosse solo una sua impressione dovuta al nervosismo. Comunque non vide nessuno in giro... a chi si stava rivolgendo?
    " Eh?"
    Che stesse parlando a lei? No, si era già presentato da un pezzo e poi era da molto che viaggiavano insieme, mica poteva essersi di punto in bianco scordato con chi stesse lavorando. Beh, forse si, in fondo quel tipo era un po' strano, per non dire folle [Ma lei si era mai vista allo specchio?]. La prima volta che lo aveva visto, lo aveva scambiato per il classico "fighetto", ma ben presto le era sembrato più la sua parodia!
    Prima di tutto andava in giro con un armatura completamente in oro e già questo lo rendeva parecchio bizzarro. Era un po' come se lei se ne andasse a spasso con gli abiti da principessa che era costretta ad indossare al castello (e se avesse dovuto indossare quelle odiose vesti anche su Endlos sarebbe letteralmente impazzita). In più controllava con preoccupante scrupolosità che non si sporcasse, quasi fosse convinto di andare ad una sfilata di moda, anziché in missione!
    Viste delle simili premesse non poteva fare a meno di immaginare che in battaglia si staccasse ogni tre secondi dalla mischia per pulirsi la corazza o che oltre agli attacchi nemici, schivasse anche lo sporco.
    " Abbiamo un Alfiere scomparso, e nessuno ne sa niente. Poco dopo pare che le frontiere ed ogni contatto sia stato severamente vietato oppure ostacolato, così da poter continuare i propri crimini impuniti ai danni dei non-umani. Ho afferrato?"
    Però quel giudizio era superficiale: in fondo in quelle due settimane non avevano parlato molto e ognuno se ne era stato nel suo mondo con le proprie riflessioni.
    Se non avesse provato a conoscerlo probabilmente avrebbe avuto un'idea sbagliata di lui; un po' come era successo con Calisto fin quando non ci aveva lavorato insieme.
    " Più o meno è così. Hanno enfatizzato di prestare particolarmente attenzione a un corpo noto come Laccio Nero, che potrebbe rivelarsi molto pericoloso durante il tragitto per raggiungere il nostro alleato."
    Non era gran che come discorso per capire di più dell'altro, ma cos'altro potevano dire? Si stavano infiltrando in un presidio ormai intriso dalla corruzione e governato da gente con pochi scrupoli, poteva forse parlare del più e del meno? Ah, però doveva pur trovare un modo per conoscerlo meglio se voleva riuscire a fare gioco di squadra!
    " Aspetta..."
    Proprio in mente vide un gruppo di soldati vestiti in modo diverso rispetto a quelli dell'ovest e con un impressionante armamento! Che motivano aveva di portarsi dietro tutta quella roba per una semplice ronda? L'unica cosa che le veniva in mente da pensare era che la situazione fosse così instabile nell'Ovest da degenerare nella guerra civile. Di certo non avrebbero reagito amichevolmente alla vista di due stranieri lungo il loro tragitto, perciò seguì più che volentieri il consiglio di Mozard e si infilò con lui in un anfratto roccioso. Il tempo parve trascorrere molto lentamente lì dentro, ma proprio quando iniziava a convincersi di essere al sicuro, udì una voce.
    " Ehi! Qui dentro c’è qualcuno!"
    Maledizione si erano accorti e ciò voleva dire che avrebbero dovuto combattere o fuggire se non volevano finire male! Già, ma come potevano pensare di svignarsela se i nemici provenivano proprio dall'uscita? La paura si fece di nuovo sentire, ma questa volta non era la prima volta che combatteva davvero (perché non si poteva parlare di combattimento con le scaramucce fatte nel suo modo d'origine). Già, perché ora conosceva meglio quell'emozione, sapeva come gestirla, come controllarla e quando ascoltarla. Era sorprendente come le emozioni diventassero alleate da intralcio non appena le si conosceva abbastanza!
    " Maledizione... Ascoltatemi, mademoiselle: attirateli a voi, io penserò a finirli."
    Annuì per poi allontanarsi di alcuni metri, per far si che i samurai si spingessero più in profondità, subito dopo sfoderò l'arma e urlò.
    " Non mi avrete mai!"
    Quindi avrebbe atteso che il suo compagno attaccasse, per poi riprendere iniziativa quando il nemico sarebbe entrato in crisi per l'attacco dell'altro. Una cosa era certa: voleva evitare di uccidere qualcuno, ma per far ciò doveva sfruttare molto bene il diversivo e soprattutto agire con decisione. I modi per farlo erano due: o stordirli o fargli talmente tanto male da impedir loro di combattere il tempo necessario per immobilizzarli o per riattaccare.
    Sarebbe corsa contro un soldato e gli avrebbe tirato un colpo deciso all'avambraccio destro. In tal modo gli avrebbe messo fuori uso il muscolo principale per maneggiare l'arma e se tutto andava bene anche fratturato l'osso. Poi avrebbe calciato una delle sue gambe per sbilanciarlo e farlo cadere a terra, sperando che il dolore e la luce lo stordissero abbastanza da impedire di reagire per qualche secondo. Se fosse andato tutto come sperava e se gli altri uomini non fossero ancora preparati a respingerla, magari perché confusi dall'attacco di Mozart (e solo se c'erano queste condizioni), avrebbe tirato un colpo di spada alla gamba di un'altra truppa per poi balzare indietro.
    Purtroppo allo stato attuale non poteva ancora permettersi di stordirli nella maniera più semplice, ovvero colpendoli in testa. Non possedeva armi contundenti e tirare un pugno stato troppo pericoloso.

    gif

    In effetti era da un po' che si sentiva osservata, ma credeva che fosse solo una sua impressione dovuta al nervosismo...


    No, non era nervosismo quello della principessa Sarah. Le stavo dietro da qualche giorno prima che partisse, anche se non mi aveva notato per via del mantello che indossavo. Mi aveva chiesto Ise di farlo, dato che lei non poteva, e sapevo anche perché: tutti dicevano che fossi l'ancella più brava a combattere e proprio per questo avevano deciso che sarei stata io il capo delle guardie al castello. Non sapevo se ero la più brava, ma di certo ero la più diffidente nei confronti di Sarah e se le altre lo avessero saputo non mi avrebbero assegnato quel ruolo.
    Da quel che avevo capito eravamo nate dal desiderio di una ragazza che voleva essere una principessa, quindi per un motivo piuttosto infantile. Ora perché mai avremo dovuto fare una vita decisa da qualcun altro, con ogni probabilità capriccioso come una bambina? Non avevamo forse il diritto a far della nostra vita quel che volevamo? Il mio compito era quella di proteggerla, ma chi poteva dire su un giorno non sarei stata proprio io a farla fuori per liberare tutti?
    Tuttavia avevo accettato molto volentieri quella missione: Lisa, Sheila e Saline avevano iniziato a comportasi diversamente da quando si erano recata con lei su Endlos. Forse se ci fossi andata anch'io avrei potuto scoprire un lato sconosciuto di quella fanciulla e così verificare se fosse come pensavo.
    Ad ogni modo non avevo avuto molte occasioni per capirlo; fin ora non avevo fatto altro che osservarla da lontano, mentre viaggiava assieme a una sorta di "eroe salvatore di principesse".
    L'opportunità per avvicinarmi a lei arrivò però proprio in quel momento, quando un gruppo di sette soldati si infilò nell'anfratto roccioso dove i due si erano nascosti. Chissà forse se avessi semplicemente atteso la damigella non sarebbe uscita viva di lì e i miei problemi sarebbero finiti, dato che una come lei non sapeva sicuramente combattere. Tuttavia non ero lì per vederla morta, ma per ottenere risposte... in fondo non ero nemmeno sicura di essere prigioniera. Perciò aspettai che tutti i militi entrassero e raggiunsi l'entrata, addentrandomi anche io leggermente. Dovevo stare attenta: se fino a questo momento il Mantello dell'Anonimato mi aveva protetto, con ogni probabilità i nemici mi avrebbero prestato attenzione quando avrei impugnato l'arco. Tuttavia se nessuno si fosse voltato non ci sarebbe stato alcun problema. Quindi estrassi una freccia e cercai di lanciarla contro un nemico, che forse se la sarebbe ritrovava nella schiena.
    Status psichico: Tesa
    Status fisico: Ottimale
    Energia: 100%
    Equipaggiamento: La punta d'argento (Spada)
    Si tratta di una comunissima spada impugnabile a una e due mani, lunga più di un metro e abbastanza leggera. Non presenta particolari lavorazioni e ha una forma molto sobria, badando più alla praticità e alla maneggevolezza che all'aspetto.
    Il nome deriva dalla tonalità di colore dell'acciaio dell'arma.

    Passive in uso

    Il carisma di una principessa: Sia per il suo aspetto, che per i suoi modi, ma soprattutto perché sa come prendere le persone, Sarah risulterà estremamente carismatica. Basterà vederla o avercela vicino per sentire come un'aura che spingerà chi è attorno a lei a partire ben disposto nei suoi confronti, ad avere un punto di riferimento, ad ascoltarla volentieri e a considerare i suoi consigli allettanti, indipendentemente dalla situazione.
    Chi subisce l'abilità è libero di descrivere cosa la colpisce della ragazza e come reagisce all'influenza che è semplicemente emozionale e non può controllare la volontà altrui.
    L'abilità non è altro che una passiva di influenza mentale, che può essere attivata o disattivata a piacimento da lei, a seconda del modo in cui decida di approcciarsi con gli altri.

    La delicatezza di una principessa: Chiunque abbia mai letto un libro per bambini sa che le principesse delle fiabe sono delle creature talmente graziose e delicate che nemmeno il più crudele degli antagonisti ha mai osato alzare un dito su di loro; limitandosi a rinchiuderle nella torre di un qualche castello, piuttosto che far conoscere loro il dolore.
    Tuttavia Sarah un tempo era un ragazzo che sognava (e sogna tutt'ora) di diventare come uno degli eroi storici o, perché no, dei racconti. E si sa che tutti i paladini della giustizia hanno una dote innata a cacciarsi nei guai; tanto che nemmeno il più paziente degli aiutanti non può trattenersi dal dargliene di santa ragione per tutte le disavventure in cui si lasciano coinvolgere.
    Come può Sarah, vista la sua attitudine a mettersi nei pasticci, non conoscere il dolore come tutte le altre principesse? Semplicemente non provandolo.
    Infatti, al suo posto la fanciulla sentirà una sensazione né piacevole, né spiacevole che l'avvertirà di essere stata ferita o colpita in qualche modo. Tuttavia, non sentendo male potrebbe essere indotta ad un'eccessiva spavalderia, col rischio di allargare le ferite, pur essendo consapevolissima del danno.
    Volendo l'abilità può essere disattivata, facendole sentire dolore come tutti. Ma occorre specificarlo all'inizio della scena.



    Famigli/Pet in uso ----> Rachel

    Il seguito di una principessa: Note come "Il seguito", "Le cortigiane" o "Le ancelle di Einheit"; queste ragazze sono l'orgoglio del principato. Assistono Sarah nelle sue mansioni, in sua assenza governano loro la nazione e forse sono le sue migliori amiche.
    Non tutte sanno combattere e non è troppo difficile accorgersene dato che chi ne è in grado può reggere molto bene una battaglia, mentre le altre in genere possono venire stese da un banale pugno.
    Sarah potrà portare con se una di queste ogni volta che si avventurerà su Endlos, che potrà aiutarla in svariati modi, usare abilità non superiori a potenza media (grazie all'energia della ragazza) e anche supportarla in battaglia se in grado di combattere.
    Se una di queste fanciulle viene gravemente ferita, perde i sensi o le viene arrecato qualche altro tipo di danno grave, scompare in una nuvola di fumo e torna ad Einheit.

    Equipaggiamento Pet

    Arco e Faretra: Un armamentario base, composto di un arco medio e di una faretra per portare le frecce. Salvo particolari eccezioni, d'ordinanza vengono assegnate cinque frecce.
    Queste armi sono solitamente molto sobrie e prive di decorazioni, badando più alla praticità e al mimetismo che all'aspetto estetico. Vengono usate da alcune schiere dell'esercito e da parte delle ancelle che si occupano della sicurezza al castello. [2pt]

    Mantello dell'anonimato: Realizzato dall'ancella di Sarah più abile in tessitura. Apparentemente è un banale mantello nero in una stoffa comune, munito di cappuccio (ricorda vagamente una tunica per intenderci).
    Possiede però una capacità davvero interessante: quello di rendere trascurabile e poco degno di attenzione chiunque lo indossi. Chi vedrà una persona indossante tale abito tenderà ad ignorarla e non vorrà perdere il suo tempo con lei, come se fosse un tipo che non conosce e che non gli serva assolutamente fermare.
    Si tratti di una forestiero in cerca di informazioni, di un investigatore, di un rapinatore in cerca di vittime, se incontrerà una persona con quel mantello la ignorerà e rivolgerà la sua attenzione altrove, a meno che non sia quella persona a fare la sua mossa.
    L'effetto del vestito non è altro che un'influenza psicologica e quindi contrastabile con un adeguata difesa.
    È possibile anche annullare gli effetti del senza toglierselo in due modi: o tirando indietro il cappuccio e tendendo un lembo capo d'abbigliamento, oppure perdendo conoscenza.
    [Oggetto + Passiva]


    Edited by ..Daiki.. - 27/10/2012, 15:08
     
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    Da quando aveva deciso di servire Shui Yoe Tu aveva ritrovato la pace.
    Per quanto avesse deciso appena arrivato su Endlos di servire solo sé stesso, la sua indole protettrice ebbe il sopravvento e si unì così a quella che da lì in avanti avrebbe definito la sua ‘Signora’, con l’intento precipuo di proteggerla dal male, proprio come aveva provato a fare durante la guerra per liberare Kijani Fahari e restituirlo così agli spiriti della natura che, nel tempo, aveva imparato ad ascoltare.
    Certo, per uno abituato come lui all’azione, quella stasi voleva dire sofferenza e per quanto almeno in un primo momento aveva sperato nell’azione, purtroppo dovette fare i conti con la dura realtà: quel posto era così tremendamente tranquillo, che riuscì persino ad intaccare la sua indole battagliera, calmandola. Per uno che, come lui, era stato addestrato fin da bambino all’arte del combattimento, quella stasi voleva dire noia, per lo più, ma la sua Signora fece di tutto per farlo stare a suo agio, consentendogli di allenarsi nel bosco, al contempo insegnandogli a rispettarlo come se fosse un essere vivente. Come se fosse vivo.
    E, in realtà, quel bosco era vivo: poteva sentirne persino il respiro, alle volte, delle grandi piante che lo popolavano e delle specie vegetali che li avevano trovato il loro riparo, la loro casa. Già, perché di tale si trattava, la loro casa e ad Amon questo bastava: quel luogo era riuscito ad ammansire il suo spirito, mutandolo sin nel profondo, permettendogli di conoscere più accuratamente la natura umana.
    La sua natura, dopotutto, visto che fin da ragazzo ne aveva conosciuto solo un lato.
    Il lato più barbaro e più cruento, da sempre legato alla battaglia e alla violenza, senza poter fare altro se non combattere e divertirsi, senza pensare a nessuna conseguenza: d’altronde apparteneva al gruppo delle guardie scelte del Faraone e come Scorpione Nero aveva molti più privilegi che responsabilità e queste ultime si riducevano soltanto alla battaglia, per lo più.
    Donne, cibo ed ogni cosa volessero, in fondo era così che funzionava per loro.
    Eppure lì aveva scoperto che le cose andavano molto diversamente: se voleva qualcosa, oltre che chiederla, doveva guadagnarsela. Nessun privilegio, nessun regalo: niente di niente, ogni cosa andava sudata e meritata; aveva conosciuto le gioie e i dolori dell’essere una persona comune, riuscendo a percepire appieno ogni singola sfaccettatura dell’essere degli umani, ed ora lui lo sapeva.
    Tutto questo grazie anche a Shui Yoe Tu.

    […]

    Eppure, se da un lato poteva dirsi una zona tranquilla, dall’altro vi era da temere.
    La minaccia proveniva da altrove, sempre dall’Ovest e, in particolare, dai Picchi Rocciosi di Sequerus; e negli ultimi giorni quella minaccia si era fatta sempre più forte e pericolosa per la sua signora. In effetti c’era qualcosa che non quadrava, perché Yoe aveva un’alleata forte proprio a Sequerus, Mio Aranwe, Alfiere dell’Ovest, con cui la sua Signora aveva stretto un legame molto, molto forte.
    Gliene aveva parlato, in una delle molte passeggiate a Kijani Fahari, ed ogni volta che pronunciava quel nome o ricordava qualcosa dell’Alfiere, i suoi occhi sembravano illuminarsi rendendola ancora più bella di quanto già non fosse: era il risultato di un’amicizia davvero stupenda. Chissà se fosse riuscito a trovare qualcuno da ammirare fin dal profondo del suo cuore in quella maniera.
    Però la situazione mutò profondamente quando l’Alfiere scomparve nel nulla, lasciando la sua Signora nel dolore e nella disperazione per la mancanza di informazioni utili; lui lo sapeva, e anche fin troppo bene, visto che in quei giorni le era stato accanto cercando di smorzare la sua tristezza e cercando di alleviare le sue pene, rendendosi comunque disponibile qualora avesse avuto intenzione di intraprenderne le ricerche: dopotutto era la sua guardia del corpo e sentiva che non poteva fare altrimenti.
    I nobili dell’Ovest non solo avevano deciso di non fare alcunché – il che’ era già motivo d’offesa per la sua signora – ma avevano deciso anche di estromettere Yoe da qualsivoglia decisione o ‘introito’, ignorando bellamente il suo status di Ufficiale del Presidio, offendendola ancora di più. Inoltre, i Governatori avevano deciso di inculcare nella testa della popolazione sentimenti razzisti, proprio contro i naufraghi e le creature non-umane presenti nel presidio. La notizia, comunque, li toccò molto limitatamente, in quanto ad Undarm sembravano non essere ancora arrivati, ma tutto questo era comunque motivo di sconforto e tristezza per chi, come Amon, proveniva da un altro piano esistenziale.
    Anche lui poteva essere discriminato da quegli idioti, ma il fatto che Yoe riponesse fiducia e speranza dentro di lui fu motivo di vanto ed orgoglio, cercando di scansare quelle voci retrograde e quelle idee ottuse dalla sua mente: era una della Guardie di Yoe, dopotutto.

    […]

    Non c’era però da stare tranquilli, perché la loro zona venne ben presto assegnata alla Signa Infero.
    Si trattava di un gruppo di fanatici, vicini alle famiglie nobiliari del presidio, che continuavano ad inculcare quel sentimento di razzismo verso i diversi ed i naufraghi: la loro oasi di pace stava per essere interrotta proprio dall’avvento di quei tizi. Amon, dal canto suo, era tranquillo perché perfettamente in grado di difendere sé stesso e la sua Signora e si sarebbe reso disponibile ad accogliere nei confini di Kijani Fahari tutti gli esuli che avessero richiesto loro asilo e protezione.
    Ma, purtroppo, i tentacoli della ‘Sorella Nera’ erano giunti anche lì, nel bosco, e più precisamente nella magione della sua Signora, nonché sua casa intimando a lei ed a loro – compreso lui stesso – di abbandonare quella magione e trasferirsi in un’apposita struttura adibita per i ‘diversi’. Se non fosse stato per l’intervento di Yoe, si sarebbe lanciato seduta stante contro l’invasore con tutte le armi ed i poteri di cui disponeva, per far capire a quegli idioti che non si sarebbero mossi di un solo passo da quel posto.
    I muscoli erano già tesi e la mano più di una volta si era accostato all’elsa del pugnale, accarezzandola, per poi stringerla e quasi tirar fuori anche la lama. Yoe, evidentemente, aveva già capito tutto e decise di intervenire ella stessa e mostrare così il suo ‘rifiuto’ alla proposta, non uccidendo l’emissario per pura e semplice educazione, ma procurandogli danni e dolore a iosa. L’idiota, però, aveva anche promesso di tornare con mezzi e forze adeguate pur di stanare loro dalla magione.
    Che folle, come se davvero pensasse di poter incutere loro timore, ma dopotutto lui era un soldato, oltre che una Guardia di Yoe e, quindi, sotto ordine della sua signore cominciò a pattugliare il bosco, in modo da preservarlo dalla sudicia presenza di quegli uomini.
    Amon avrebbe combattuto per proteggere
    la sua casa.

    […]

    Era di ronda, come ormai faceva da qualche giorno.
    Pensava e ripensava a quanto era accaduto di lì a poco: quelli che erano venuti con l’intento di scacciarli e la minaccia di tornare con forze adeguate per stanarli ed arrestarli. Inoltre c’era ancora l’enigma della sparizione dell’Alfiere Mio Aranwe. Tutti grattacapi abbastanza grandi da fargli venire una forte, e temporanea, emicrania. Il suo compito, d’altronde, era molto più semplice di quel che sembrava: vigilare e combattere, se necessario, per proteggere il bosco di Kijari Fahari. Quanti giorni e quante notti aveva passato lì ad allenarsi e il bosco non si era mai lamentato e, anzi, alle volte lo aveva persino aiutato: ora bisognava restituire il favore, anche perché ormai vi era particolarmente affezionato.
    Sorrideva, di tanto in tanto, accarezzando questo o quell’albero, con una delicatezza disarmante ed impensabile per un guerriero come lui. Era stato ‘addestrato’ da Yoe a percepire l’essenza vivente di quel luogo, di ascoltarne il respiro ed apprezzarne tutte le sfaccettature. Lì era come perdersi con la mente, abbandonandosi completamente alla natura, respirando aria pura.
    Eppure qualcosa lo riportò bruscamente alla realtà: un rumore, un fruscio che non facevano presagire nulla di buono e che lo misero in allerta, portandolo a sguainare la spada che aveva dietro le spalle. Inoltre, per non farsi trovare impreparato, decise di ricorrere all’’Occhio di Ra’, in modo da vedere intorno a sé e carpire con maggiore precisione cosa o chi avesse disturbato la quiete del bosco.

    Byakugan

    Erano nemici? Molto probabile , vista la minaccia di quella donna, ma non necessariamente vero. Comunque sia bisognava restare all’erta per non essere sorpresi ed uccisi a tradimento.
    Si era fermato per meglio concentrare la propria vista, mentre stringeva con la mano destra l’elsa della spada ed essere pronto così ad utilizzarla. Come ogni volta, utilizzando la sua abilità oculare, il suo volto sembrava mutare: tutt’intorno ai suoi occhi erano uscite delle vene rigonfie, mentre l’iride perse la sua consueta colorazione smeraldina, così come la nera pupilla, colorandosi entrambe di grigio perla.
    Non ci mise molto a scandagliare la zona e, anzi, aveva già avvistato qualcosa poggiato contro un albero: ad occhio e croce sembrava ferito, ma la mancanza di colore nella sua vista non gli dava una percezione completa della realtà e, quindi, si decise ad andargli incontro in modo da scoprire chi fosse e quali fossero le sue intenzioni. Cercò di fare il minor rumore possibile nel muoversi, ma purtroppo non era nelle sue corde essere completamente silenzioso tanto che si accorse che quello si era accorto della sua presenza ed aveva sfoderato la spada: era un nemico, dunque?
    Si avvicinò ancora, più guardingo di prima, ascoltando le parole di sdegno rivolte da quello nei suoi confronti e lì capì che si trattava di un emarginato in quelle terre, proprio come lui. Per un attimo tirò un sospiro di sollievo, perché non si trattava di nemici, ma d’altro canto doveva spiegare a quello che non aveva nulla da temere da lui: ma come avrebbe fatto?

    «Deve essere un emarginato, magari per il proprio aspetto-», si disse rimuginando su quanto gli era stato detto proprio da quell’essere, «-e deve aver avuto una brutta esperienza con noi umani. La cosa più difficile sarà evitare che mi veda in questo stato e che mi veda armato, altrimenti dovrò combattere…»
    «Anche se non voglio!», si disse scuotendo la testa.

    Si avvicinò ancor di più, facendo tornare il suo volto normale.
    Rimise la spada nel fodero e si avvicinò ulteriormente, avendo cura di alzare entrambe le braccia in modo da farsi vedere disarmato ed inerme. La diplomazia non era mai stata il suo forte, ma questa volta avrebbe dovuto pensare a qualcosa per non combattere contro quell’essere che, a quanto pareva, non era affatto umano sia per sua stessa ammissione, sia per l’aspetto esteriore.
    Lo guardò con attenzione, squadrandolo quasi da capo a piede, e quel che ne vide aveva dell’eccezionale: era per parte uomo e per parte volpe; se solo avesse usato la sua vista, sarebbe riuscito a carpire quale fosse la sua reale natura, ma decise di non ricorrervi per non spaventarlo ulteriormente.
    Si avvicinò ancora di qualche passo per poi fermarsi e alzare ancora di più le braccia in modo da mostrarsi assolutamente indifeso e sperare che quello che riponesse le armi.

    Fermo, fermo: non ho alcuna intenzione di farti del male!”, gli esclamò contro, “So che purtroppo qui intorno girano esseri umani come me-”, si affrettò ad aggiungere, “-ma io sono diverso da loro. Qui potrai trovare protezione e potrai curare le tue ferite: io e la mia signora ci prenderemo cura di te!

    Gli sorrise, cercando di mostrarsi amichevole nei suoi confronti.

    L’Ovest non è più terra sicura per i naufraghi, come me, e i ‘Non-Umani’-”, ma quell’ultima coppia di parole era stata detta con disgusto, non tanto per i ‘Non-Umani’ in sé, quanto più per il razzismo insito in tale affermazione. “-come te. Sono tempi difficili da queste parti, ma finché avremo dalla nostra la mia signora, Shui Yoe Tu, questo posto sarà invalicabile per chiunque!

    Si avvicinò ancora di più, tendendogli ora la mano destra.

    Ma lasciati aiutare, te ne prego: io voglio esserti amico e voglio aiutarti-”, gli disse sorridente, “-non ho alcuna intenzione di farti alcun male: io proteggerò chiunque si trovi entro i confini di Kijani Fahari, questo bosco, e non permetterò a nessuna entità malvagia di mettervi piede di nuovo!

    Era convinto in ciò che diceva, questo era ben visibile.

    Vuoi seguirmi?”, e attese una sua reazione.



    Per il momento, visto che metto e tolgo, non posto niente. XD
    Buon gioco a tutti. =)
     
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    { Avamposto temporaneo - Tenda di Comando - interno }
    Namas

    “Mi chiedo quanti morti porterà questo scontro.”
    ti interroghi a voce alta, vuotando la tua tazza d’un unico e pacato fiato
    “E pensare che, la collisione fra due idee, può trasformarsi in un'arma così letale.”

    « Una leggenda del mio paese racconta che le idee sono degli youkai*,
    e che prendono possesso di interi popoli per appianare le loro dispute. »

    esordisce sovrappensiero la donna, sorbendo educatamente un sorso di thé dalla sua tazza
    « ...quelle sono le lotte più cruente: la gente uccide per conto e per nome delle idee, e qualcuno è persino capaci di morire per difenderle... Ma alle idee non importa; dopotutto, non possono capire. »
    prosegue l’Ambasciatrice, guardandoti negli occhi col suo solito sorriso affettato
    « Le idee non amano né provano dolore. Le idee non sanguinano. »

    Per un attimo, tra voi cala un silenzio pesante come un sudario, interrotto solo dal vocio distante dei soldati di ronda per il campo e dal sibilo crepitante delle candele; poi, la candida mano dello Specchio torna a carezzare la carta delle mappe aperte sul tavolo che vi separa, percorrendo con e dita lunghe e affusolate il tracciato che segna l’ultimo stazionamento delle truppe nemiche, rilevato non più tardi di quel pomeriggio.

    “Oramai, il vantaggio della sorpresa è svanito.
    Forse, il passo giusto è colpire prima che i loro preparativi siano ultimati.”


    « Sono d’accordo con voi, Principe. »
    concorda la fanciulla, muovendo un grave cenno di assenso col capo
    « Le mie spie informano che un’avanguardia ha già disceso i Picchi per venirci incontro;
    si tratta di un contingente di soldati scelti, e potrebbero esserci dei Pacificatori tra loro. »

    lentamente, anche gli occhi scivolano a sfiorare la mappa dove già indugiano le sue dita
    « Si avvicinano molto rapidamente, stando a quel che riportano gli esploratori:
    in due o tre giorni ci saranno addosso... »


    La voce soave dell’Ambasciatrice fluttua senza peso nell’aria -in un attimo che sembra dilatarsi al di fuori del tempo- quando la tenda viene illuminata a giorno da un balenio che fa impallidire le candele entro il perimetro di quel vostro sancta sanctorum e squarcia la notte che sta calando al di fuori; poi -come al tuono segue il lampo- un boato vi assorda, prima che le grida di dolore, paura e sorpresa facciano irruzione nel fiume dapprima calmo dei tuoi pensieri, mentre il mondo tremola ai tuoi occhi, distorto da ombre e luci che danzano sul ritmo del crepitio delle fiamme.

    La vostra tenda sembra esser scampata a... a qualsiasi cosa si sia abbattuta sull’accampamento, ma ciò non cambia la realtà, che ti colpisce con l’improvvisa violenza di uno schiaffo pur donandoti un certo contorto sollievo: siete sotto attacco. Ma, finalmente, puoi passare all’azione.


    { Kijani Fahari - Limitare del Bosco - esterno }
    Mugen | Amon

    “Ho affrontato i tuoi amici e non mi tirerò indietro...”
    fiero e coraggioso nonostante la ferita, la Volpe sfodera la katana e fronteggia la presenza
    “Questo Mostro venderà cara la pelle... Non avrete la vita di questo Non-Umano!”

    Fermo, fermo: non ho alcuna intenzione di farti del male!
    si affretta a rassicurarlo l’Egiziano, mostrandosi disarmato e amichevole
    So che purtroppo qui intorno girano esseri umani come me... ma io sono diverso da loro.
    Qui potrai trovare protezione e curare le tue ferite: io e la mia signora ci prenderemo cura di te!


    Per tutta risposta, comprendendo al volo il malinteso a monte di quelle parole di sfida, lo Scorpione infodera le armi deponendo immediatamente ogni ostilità sul nascere, e si fa avanti lentamente e con le braccia alzate e bene in vista.

    L’Ovest non è più terra sicura per i naufraghi, come me, e i ‘Non-Umani’... come te.
    Sono tempi difficili da queste parti, ma finché avremo dalla nostra la mia signora, Shui Yoe Tu,
    questo posto sarà invalicabile per chiunque!

    promette ancora Amon, con fiducia, tendendo la destra come offerta di pace
    Ma lasciati aiutare, te ne prego: io voglio esserti amico e voglio aiutarti; non ho alcuna intenzione di farti alcun male: io proteggerò chiunque si trovi entro i confini di Kijani Fahari, questo bosco, e non permetterò a nessuna entità malvagia di mettervi piede di nuovo! Vuoi seguirmi?

    In quel momento tutto diviene immoto, e la paura e la rabbia si dissolvono in una quiete che rasenta la serenità: Mugen non conosce quell’umano, eppure -con la sensibilità innata di cui spesso sono dotati gli animali- riesce a sentire che non c’è odio nelle parole di quel giovane, che il suo sguardo e il suo cuore non sembrano mentire, e che il suo animo gentile risuona con la pace della natura.

    Non è come quelli che ha incontrato lungo la via e che lo hanno aggredito, questo è certo.
    Il Kitsune potrebbe abbassare la sua arma e afferrare la mano che gli sta venendo tesa...?
    C’è da fidarsi...? Forse, o forse no: è una scelta che dovrà domandare a sé stesso.

    ...ma, prima che abbia modo di prendere la sua decisione di stringere quella mano o levare la spada, una folata di vento porta al suo fiuto l’odore di altri esseri umani, e insieme a quello c’è anche il ben più sgradito lezzo delle nere polveri esplosive e del grasso che olia i meccanismi delle loro macchine di morte.

    Ruotando il capo nella direzione da cui è arrivato solo poc’anzi, a Mugen basta l’istinto animale per individuarli: non sa dire quanti sono, ma -a giudicare dal vento- sono a meno di cento metri da lì, e il pulsare di uno spasmo doloroso della sua ferita ancora aperta gli ricorda che non sono una compagnia che possa piacergli... ma c’è qualcos’altro, nei recessi del suo spirito, che brucia anche di più: il suo orgoglio di guerriero e la dignità di una qualsiasi creatura vivente ingiustamente attaccata che reclama un’occasione di rivalsa.

    Poi, uno schianto terribile fa sobbalzare entrambi, mettendo in allerta anche le percezioni di Amon; una nube stridente di uccelli si libra spaventata nell’aria mentre una folta chioma di fronde viene abbattuta, e d’un tratto anche il guerriero è consapevole di cosa sta succedendo: uno degli alberi di Kijani Fahari è caduto - e di certo non da solo. Gli invasori sono nella foresta.


    { Posto di blocco del Laccio Nero - esterno }
    Mozart | Sarah

    » Maledizione... Ascoltatemi, mademoiselle: attirateli a voi, io penserò a finirli. «

    La sorpresa derivante dall’essere stati scoperti così inaspettatamente non rallenta nemmeno per un istante la mente pragmatica del Cavaliere -che subito formula un pronto piano di azione-, e mentre il suo bisbiglio raggiunge le orecchie della Principessa strappandole un breve ma deciso segno di assenso, egli si libra in volo verso il basso soffitto della caverna, per posizionarsi sopra l’entrata e lì restare nascosto ed in attesa.

    Un’attesa che non dura molto: dall’esterno proviene un suono di più paia di piedi in corsa, che si intensifica man mano che gli ostili si avvicinano all’entrata, sferragliando maledettamente e lasciando intuire che siano armati e corazzati; lo scalpiccio si interrompe, lasciando aleggiare nell’aria solo un vocio indistinto in un idioma sconosciuto, e un sibilo fin troppo familiare vi lascia indovinare che gli uomini hanno sguainato le spade all’unisono.

    « Venite fuori lentamente e con le mani alzate. »
    intima la voce di prima, mentre il suo proprietario si affaccia all’interno
    « Siete in una zona ad accesso limitato: identificatevi o procederemo con l’arresto. »

    Per tutta risposta, Sarah indietreggia verso il fondo della caverna e sfodera la spada.

    " Non mi avrete mai!"

    L’urlo di sfida della Principessa suscita una certa ilarità tra i soldati, che devono trovar irrisoria la minaccia costituita da una ragazzina tanto giovane -ancor di più se da sola contro un drappello di uomini bene addestrati-, e questo li spinge all’incauta decisione di farsi avanti: sono in sei quelli che varcano la soglia dell’angusta grotta, e la loro presenza già riempie l’ambiente in maniera incombente quando la voce di Mozart sovrasta i loro sgradevoli versi e poco lusinghieri commenti.

    » BABBEI! Quassù!!! «

    Razionalmente, nessuno darebbe ascolto alle istruzioni di un nemico, ma l’istinto si comporta diversamente: in contemporanea, i samurai del Laccio Nero gettano la testa all’indietro e levano lo sguardo verso la volta, ed è allora che l’esplosione di luce aurea li sorprende, accecandoli... e mentre alcuni si portano la mano libera al volto, per dar tregua alla vista sfregiata da quel lampo, altri cercano un appiglio nelle pareti di roccia, brancolando per non perdere l’equilibrio.

    Quale momento migliore per attaccarli?
    Senza pensarci due volte, i Cavalieri Celesti ingaggiano battaglia, e mentre Mozart cala dall’alto come una sentenza divina -roteando la lancia per colpire quanti più nemici possibile- Sarah scatta in avanti rapida come un fulmine: la spazzata di lancia -per quanto diretta al collo-, rimbalza contro gli elmi dei quattro samurai in mezzo a cui è atterrato, proiettandoli a terra storditi dalla botta, mentre la combinazione in mischia strappano un urlo di dolore ai due bersagli rimasti in piedi, spedendoli nella polvere come sacchi di patate, a rotolarsi uno per le fratture e l’altro per il taglio al retro-coscia.

    Con un po’ di fortuna e un -letterale- lampo di genio riuscite a sopraffare il contingente, e dopo averli sistemati uscite dall’anfratto roccioso; riverso al suolo, davanti all’ingresso, trovate anche il settimo soldato: è stato freddato da una freccia, ma in giro non si vede nessuno, e il che è certamente strano... perplessi, state scambiandovi qualche occhiata e qualche opinione quando un boato improvviso vi fa sobbalzare.

    Guardinghi e in allerta, vi allontanate dal posto di blocco sfruttando la copertura degli alberi che iniziano a raggrupparsi più fitti alla vostra sinistra -segno che non siete più lontani dalle soglie del Kijani Fahari-, e quando giungete in vista della costa, vedete una colonna di fiamme alzarsi da qualche parte oltre il bosco: sarà il caso di andare a controllare se potete rendervi utili in qualche modo?


    Straight to the Point

    Scusate per il ritardo osceno: sono davvero imperdonabile Y-Y

    @ Namas - Fine della chiacchierata, e via con l’azione ( :qwl: ) : un’esplosione improvvisa -e nemmeno troppo lontana- crea un comprensibile putiferio al di fuori della tenda di comando; puoi scambiare qualche altra parola con Odayaka, o uscire direttamente per vedere com’è la situazione fuori... anticipandoti che troverai un incendio ad una dozzina di metri di distanza e alcuni uomini intendi a domarlo mentre altri -andati nel pallone- sono stati travolti dagli eventi senza sapere cosa fare.

    @ MisteryBox & Amon - State interagendo l’uno secondo il post dell’altro quando il vento porta all’olfatto di Mugen la consapevolezza della presenza di altri uomini, poco prima che un albero cada a circa un centinaio di metri di distanza, dando anche ad Amon l’occasione di accorgersene.

    @ Mozart & Sarah - Avete sopraffatto i sei uomini entrati nella caverna -a voi decidere se immobilizzarli o giustiziarli- e quando uscite trovate il numero sette ucciso da una freccia nella schiena; mentre riflettete su cosa fare di quel corpo, sentite il boato di un’esplosione e vedete fiamme divampare in lontananza, a qualche centinaio di metri dal bosco: decidete se recarvi sul posto per controllare la situazione o continuare per la vostra strada costeggiando il bosco di Undarm.

    Se ci sono domande o qualcosa non è chiaro, postate tutto in bacheca.
    La scadenza è fissata per domenica, 18 novembre.

     
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    Viaggiatore dei Mondi

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    Quell'uomo non era come gli altri.
    Non era certo una questione d'aspetto -non indossava infatti le vesti dei soldati e soprattutto non c'era un laccio al suo braccio, né nero né bianco- fu la sua reazione ad essere imprevedibile. Il demone ferito, una volta scoperto di non essere solo, aveva sguainato la lama, pronto a scendere nuovamente in battaglia, a discapito delle ferite subite, e aveva rivolto minacce rabbiose e ringhianti al suo nuovo avversario.

    Ma quello non rispose alle ostilità.
    Anzi abbassò le armi ed avanzò verso Mugen a braccia alzate e con le mani bene in vista. Qualcuno lo avrebbe chiamato sciocco per essere andato in pasto alla bestia di sua spontanea volontà. Le labbra scoperte a mostrare le zanne vibrarono impercettibilmente man mano che gli si avvicinava, ma non si mosse. Non attaccò. Inspiegabilmente ascoltava.

    L'uomo non impugnava alcuna arma.
    Ciò che rivolse al guerriero ferito furono parole.
    Non apparteneva alla stessa risma urlante e fetente dei suoi aggressori. Lo si poteva in qualche modo intuire.
    Le sue parole -poteva sentirlo- erano sincere. Erano parole gentili che non sembravano nascondere menzogna o inganno. Quello che lo sconosciuto gli offriva erano un'offerta di pace e protezione.
    Decisamente in contrasto con i modi dei soldati che lo avevano attaccato. Non aveva sollevato l'arma, ma soprattutto non aveva aggiunto odio o disprezzo. Mugen forse riusciva a sentirlo, quei sentimenti in lui erano del tutto assenti, i suoi occhi e i suoi gesti non lo tradivano. Oppure fingeva molto bene.

    Ma in qualche modo tutto divenne immoto. Il messaggio di quell'uomo lo aveva raggiunto e la rabbia si disperse nel vento lasciando il posto ad una strana forma di serenità.

    Ma questo bastava per fidarsi?

    L'attacco subito aveva lasciato segni non solo nel corpo, aveva sollevato in lui uno spettro che già in passato si era levato nel profondo del suo cuore. Un senso di diffidenza nei confronti della razza umana. Lui di umani ne aveva visti parecchi, era una razza particolarmente prolifica. In quasi tutti i reami che aveva visitato aveva incontrato degli umani. In loro aveva visto forze e debolezza, onore e malvagità, pensava che in fondo tutti gli esseri erano uguali. Eppure il disprezzo e l'odio ricevuti sembravano aver lavato via ogni cosa. Neppure la quiete e la luce del suo Maestro potevano condurlo alla verità. No forse lui poteva aiutarlo a ragionare e capire, ma era troppo lontano.

    Ora aveva soltanto se stesso, le sue percezioni e il suo istinto.
    Tuttavia era un essere ferito e ogni creatura ferita non ragiona con chiarezza.

    Doveva credere al suo istinto? La sensibilità innata di una creatura antica e selvaggia.

    Furono i suoi sensi sviluppati -il suo fiuto- a interrompere ogni suo dubbio accelerandone i pensieri. La sua mente si rivolse altrove, mentre spostava la testa nella direzione da cui proveniva. In quel momento il suo volto ferino si strinse allarmato.

    Stavano arrivando. I nemici.
    Per adesso quello accanto a lui era suo amico. Così aveva decretato, forse non del tutto convinto ma spinto dalla necessità.

    Il fianco continuava a bruciare intervallando spasmi e fitte. Resistette, la sua pellaccia aveva visto ferite ben peggiori. Il suo orgoglio ferito bruciava più di ogni altra cosa.

    Mentre un albero veniva abbattuto si rivolse deciso al suo interlocutore.

    “Stanno arrivando. Hanno armi di piombo in grado di colpire lontano e sono tanti.”


    I suoi occhi si concentrarono fissandolo con maggiore intensità.

    “Mi spiace. Il tuo bosco è sotto attacco a causa mia. Mi hanno raggiunto. Credo a quello che dici ma niente ti lega a me. Puoi andartene, ma io non posso più fuggire.”


    Sia perché non voleva fuggire, sia perché la fuga era inutile. Avrebbero continuato a dargli la caccia e preferiva tentare di invertire i ruoli. Si rivolse un ultima volta al guerriero prima di scivolare al riparo di un albero, la lama impugnata bramava vendetta.

    “Se rimani combatteremo insieme...”


    Amico.


    CITAZIONE
    Condizioni fisiche: ferita al fianco destro
    Condizioni psicologiche: deciso e dolorante
    Energie: 100%
    Tecniche utilizzate://
    Passive:
    ~Retaggio di una volpe Rossa:
    Che cos'è esattamente un demone volpe? Nessuno lo sa con esattezza, ne esistono varie razze, varie tribù e una moltitudine di sottospecie... sebbene siano molto difficili da incontrare, creature furbe e sfuggenti. La varietà a cui appartiene Mugen ha molti tratti in comune con la comune volpe rossa selvatica, una descrizione spicciola porta infatti a definirlo come una grossa volpe dalla postura eretta, col pollice opponibile e in grado di parlare. Inoltre un demone volpe ha un ciclo vitale molto molto lungo, infatti Mugen, con qualche centinaio di anni, è da considerarsi nel pieno della giovinezza. Non è chiaro cosa accada ad un demone volpe una volta invecchiando... si sa solo che il suo manto diventa completamente bianco e abbandona il branco dei più giovani per andare chissà dove. O almeno è questo che si crede, uno strano meccanismo si innesca nelle giovani volpi nei confronti dei membri anziani, o per lo meno nei confronti dei membri anziani che hanno superato la Soglia. Non riescono più a ricordarsi di loro, o meglio non riescono a focalizzare l'attenzione su coloro che hanno superato la Soglia. Per questo si parla di Soglia, una sorta di soglia dell'esistenza. Certo ci si ricorda della vita trascorsa insieme e delle imprese compiute da un membro scomparso, ma ad un certo punto questi scompare nell'oblio ed è anche difficile da individuare il momento esatto in cui avviene l'attraversamento della Soglia. Si tramanda inoltre di incontri con volpi bianche nel corso dei secoli e in momenti particolari della storia, ma i racconti sono tutti un po' vaghi e si perdono nel ricco folklore delle volpi rosse.
    Come detto un demone volpe è una creatura fuori dall'ordinario, i loro sensi sono superiori a quelli di un qualsiasi umano. Sono in grado di fiutare ed identificare una qualsiasi creatura in un raggio d'azione estremamente ampio e seguire una traccia per loro è estremamente facile.
    Se non bastasse sono creature forti e veloci, in grado di affrontare qualsiasi avversità. Le loro capacità uditive si estendono oltre l'immaginabile, un demone volpe riesce facilmente a distinguere il battito di un cuore e un sussurro appena sospirato in un raggio d'azione di decine forse centinaia di metri...Inoltre dispongono di micidiali armi naturali: artigli in grado di lacerare la carne e zanne in grado di spappolare le ossa. Non bisogna lasciarsi ingannare se spesso si mostrano come esseri bonari e pacifici. Una volta fiutata la preda, difficilmente la lasciano andare...
    [Bonus forza +50% (5 punti), Olfatto iper sviluppato raggio d'azione: 30 metri in duello (5 punti), zanne e artigli (2 punti); Caratteristiche bloccate: Vista notturna, udito iper sviluppato (5 punti)]

    ~Reliquie di una volpe Bianca:
    Mugen è uno dei pochi che può vantare di aver incontrato una Volpe Bianca nella sua vita. Forse perché i più se ne dimenticano. In realtà anche lui dubita di quanto avvenuto e dei vaghi ricordi che ha dell'incontro, se non fosse che quell'incontro gli ha lasciato una prova tangibile. Infatti l'unica certezza della Volpe Rossa è il dono ricevuto dalla misteriosa Volpe Bianca: il velo. Un nome sibillino per una reliquia altrettanto enigmatica. Il velo ha l'aspetto di un haori bianco, che al tatto sembra fatto di seta. Nessuno potrebbe mai sospettare l'origine indefinita di un tale manufatto né tanto meno indovinare il suo potere latente. Oltre ad essere baluardo e prova di un'esperienza vissuta l'haori dona a chi lo indossa straordinarie capacità. Mugen ha infatti scoperto che indossando l'haori può facilmente fluttuare in aria, come se fosse privo di peso, come se fosse uno fantasma...
    [Abilità passiva di volo (1+5 punti), altre particolarità per ora sconosciute]


    Equip:

    ~Lama di una Volpe guerriera:
    Mugen è sempre accompagnato dalla sua spada. Realizzata in acciaio itemprato, si tratta di un arma di ottima fattura. La lama raggiunge i 120 cm di lunghezza, perfetta e bilanciata. Ha uno spessore di 1.7 cm nella sezione centrale. La lama si assottiglia sempre più verso i bordi, creando un doppio filo estremamente tagliente di appena un mm ed una terribile punta acuminata. E' dotata di guardia sempre in acciaio da 15 cm, e di un elsa di 25 cm, che permette un’impugnatura comoda e salda. L’intero oggetto ha una colorazione grigiastra. La spada è stata bene studiata per quanto riguarda il peso, che non supera i due chilogrammi. Normalmente riposta nel suo fodero grigio senza particolari ornamenti, che la volpe tiene al fianco sinistro. Uno strumento valido e funzionale.


    ~Bokken di Fanedell
    Non con il solo acciaio combatte il samurai e benché il Demone Volpe abbia con sé delle vere e proprie armi naturali, Fanedell gli ha fornito ciò che accompagna tradizionalmente l’addestramento dei samurai e anche alcune delle battaglie successive al completamento della sua formazione: una spada di legno dalla forma e dalle dimensioni di quella delle armi più tipicamente usate dai samurai. Tuttavia questo non è un mero pezzo di legno, per quanto pregiato, ma ha altresì una proprietà particolare: se impugnato e con la previa spesa di un quantitativo Variabile di energia, l’arma può allungarsi di altri tre, cinque, sette o dieci metri, risultando così utile in svariate situazioni, anche non prettamente combattive.



     
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    black s c o r p i o

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    La diplomazia non era mai stata il suo forte, doveva ammetterlo.
    Uno come lui era abituato prima a menare le mani e poi, eventualmente, a fare domande, ma quel luogo lo aveva cambiato sin nel profondo e per quanto il suo istinto di protezione fosse rimasto, in realtà, totalmente immutato, a cambiare erano stati altri atteggiamenti sino a quel momento repressi, volutamente o meno. La diplomazia era proprio uno di questi aspetti, tant’è che trovava difficile parlare, dopo aver inguainato la spada e presentarsi al cospetto del ‘Non-Umano’ privo di difese, cercando di farlo ragionare per un poco, nonostante la brutta esperienza con gli uomini.
    In un primo momento di sostanziale diffidenza, quello sembrava pian piano fidarsi, non del tutto ovviamente, ma forse sembrava aver capito che le sue parole erano veritiere. Non aveva mai immaginato un momento come quello e, per questo, il cuore sembrò accelerare i propri battiti sperando di essere accettato da quell’essere e di ottenerne la fiducia incondizionata.
    D’altronde voleva aiutarlo veramente, ma doveva fidarsi e tendergli la mano: non poteva mica caricarselo sulle spalle di forza e portarlo alla magione di Yoe! Quello sarebbe sembrato più un imbroglio e la volontà di catturarlo a tutti i costi, persino prendendolo in giro.

    «No, non posso prenderlo di forza!», esclamò dentro di sé, «Devo aspettare ed avere pazienza: il suo istinto darà ragione a me. Sento che è così!»

    D’un tratto lo vide girarsi, arricciando un po’ il naso.
    Aveva fiutato qualcosa? Se sì, cosa aveva fiutato? Essendo un essere ibrido – o, almeno, così appariva ai suoi occhi – i suoi sensi dovevano essere molto più sviluppati rispetto a quelli di un comune essere umano e, quindi, qualsivoglia odore o rumore giungeva loro molto prima di quanto potesse fare un uomo.
    Non si allarmò per il momento, anche lo sguardo di quello si era fatto più cupo, mostrandosi allarmato agli occhi dell’egizio che ora, pian piano, cominciava a preoccuparsi: stava succedendo qualcosa?
    Lui non sentiva niente, i suoi sensi non percepivano niente: ma allora perché quello sembrava essere allarmato? Era colpa sua? Era la sua presenza a provocargli del fastidio? Non poteva saperlo e, a meno di non riuscire a leggere nella sua mente, non poteva in alcun modo trovare risposta ai suoi molteplici dilemmi: doveva aspettare, semplicemente, e sperare che non fosse niente di grave.
    Ad un tratto, un albero della foresta venne abbattuto! Il fragore era immenso, tanto che indietreggiò quasi temesse che gli cadesse addosso; una fronda di uccelli si librò nell’aria a seguito dell’esplosione, spaventata come non mai dal pericolo appena scampato. Kijani Fahari era stato attaccato e lui non aveva potuto fare niente per fermare l’attacco. E dire che prima aveva promesso protezione ed aveva promesso che quei confini erano sicuri, ma l’oracolo di quella donnaccia si era avverato: erano tornati bene armati.
    Le parole del suo nuovo amico interruppero i suoi pensieri frustrati: avevano armi di piombo in grado di colpire a distanza ed erano numerosi. Si morse il labbro inferiore in segno di nervosismo: alla fine erano tornati davvero con i rinforzi e la cosa lo lasciava alquanto perplesso.
    Erano in due, come potevano fronteggiare un esercito?

    Non è colpa tua, tranquillo-”, disse cercando di tranquillizzarlo, “-purtroppo ci avevano già promesso di tornare con i rinforzi e presto o tardi lo avrebbero fatto comunque. È anche per questo che giravo per i confini del bosco e lo pattugliavo: per evitare di essere colti di sorpresa da questi idioti!

    Si fermò un attimo, per poi riprendere a parlare.

    Sta’ tranquillo, quindi, e non darti colpe che non hai-”, gli disse ancora sorridendo, “-io non ti abbandonerò qui: te l’avevo promesso, no? Ti aiuterò e combatterò anche per proteggere te!
    Questi maledetti avranno pane per i loro denti!”, esclamò ancora.

    Sguainò la spada, riposta nel fodero dietro la schiena, con la mano destra.

    Byakugan

    Richiamò nuovamente l’Occhio di Ra, per vedere più lontano ed avere una panoramica di quanto gli era stato detto dal ferito, in modo da pensare ad una qualche strategia d’attacco. Per quanto quell’altro fosse stato ferito, capiva perfettamente il suo orgoglio e non si frappose tra lui e l’esercito che stava arrivando, ma di certo avrebbe avuto un occhio di riguardo, in modo da non farlo ferire ulteriormente: la sua promessa, dopotutto, era ancora valida. Lui l’avrebbe protetto ad ogni costo.
    Magari, agli occhi di quello, sarebbe potuto sembrare un mostro pure lui visto il cambio repentino del suo volto: le vene, intorno agli occhi, si erano gonfiate, mentre lo smeraldo dei suoi occhi era mutato in perla, facendo sparire persino la sua pupilla. Si girò nei confronti dell’amico e gli sorrise.

    Sì, combatteremo insieme, costi quel che costi!”, gli esclamò, per poi tornare a concentrarsi sugli sfidanti, sperando di riuscire ad ottenere informazioni importanti. “Quest’oggi combatteremo per me, per te, per Kijani Fahari e per tutti quelli come noi. Mostriamo loro la nostra voglia di vivere!

    Ed attese l’inevitabilità degli eventi.


    N O T E S

    { Critico ~ 40% . Alto ~ 20 % . Medio ~ 10 % . Basso ~ 5% }
    Energia ~ 100%
    Status Fisico~ Ottimo
    E Q U I P A G G I A M E N T O
    Lama del Destino ~ si tratta di una spada composta dai più pregiati e resistenti metalli allora in possesso alla civiltà egizia. Finemente lavorata e dalla forma inusuale per quei tempi, essa ricorda molto una khopesh per la sua forma, ma essenzialmente è molto diversa da essa. La curvatura non è esasperata come in una Khopesh, ma sembra assumere una forma più elegante. La lucente lama è lunga all'incirca 50 cm; l'elsa, lunga a sua volta 30 cm, è composta di oro e legno entrambi finemente lavorati ed intarsiati grazie ad una egregia manifattura. Perfettamente equilibrata nel suo peso risulta essere manegevole e leggera, ma al contempo abbastanza resistente ed affilata. La spada viene sempre riposta comodamente in una custodia in cuoio posta dietro la schiena, in modo da essere facilmente sguainabile in ogni situazione, anche la più difficile ed insperata.
    Oracolo della Morte ~ indubbiamente il nome gli calza a pennello in quanto questo pugnale ha portato alla morte un numero considerevole di uomini e bestie. Come per la spada, si tratta di un pugnale della più pregevole fattura, composto dai metalli più resistenti e laboriosi per fornire allo stesso una resistenza invidiabile ed un taglio formidabile. La lama è lunga all'incirca 25 cm, leggermente ricurva; il manico, invece, è lungo all'incirca 20 cm, risultando essere manegevole e confortevole per la mano, la sinistra, che deve impugnarlo. Quest'ultimo ha diversi intarsi che lo rendono unico nel suo genere, un vero gioiello agli occhi di terzi. Il pugnale è posto in una custodia in cuoio, anch'esso, posto dietro il busto con l'elsa rivolta verso l'esterno del fianco sinistro in modo da essere facilmente raggiungibile dalla mano sinistra in un moto veloce e assolutamente imprevedibile.
    F A C O L T A'
    Occhio di Ra ~ è un'abilità oculare alquanto particolare, lusso di ben pochi nella storia della setta dello Scorpione Nero e dono indiscusso delle divinità. Tale abilità, meglio conosciuta come Occhio di Ra, si manifesta in un essere umano all'età di sette anni in modo spontaneo e senza alcun preavviso. Gli occhi perdono la loro tonalità assumendo una colorazione che ricorda molto il colore di una perla, mentre le vene intorno agli stessi cominciano a gonfiarsi sino a rendersi visibili, tramutando di fatto, e parzialmente, i lineamenti del volto nel portatore. Inizialmente, appena risvegliato, gli effetti saranno piuttosto confusi e il portatore non sarà in grado, autonomamente, di affidarsi alle facoltà dell'occhio che, di fatto, costituiranno un impaccio ed un fastidio piuttosto evidente ed assolutamente pericoloso in combattimento; la vista, difatti, diventa confusa, sfocata e le facoltà donate dall'occhio tenderanno a confondersi tra di loro senza alcun preavviso creando nel portatore confusione e tremendi mal di testa che culmineranno nello svenimento di quest'ultimo. Con il tempo e con più specifici allenamenti il portatore comincia pian piano a rendersi conto delle diverse facoltà donategli dall'occhio che culminano, infine, con il completo controllo sull'abilità oculare e sulla opportunità di scelta, basata sul momento, di poter sfruttare l'una capacità, invece che l'altra. Di solito i guerrieri che hanno in dote una simile capacità oculare sono molto riflessivi ed a loro, di solito, è lasciato il compito di imbastire strategie più o meno complesse proprio in virtù delle capacità intrinseche dell'occhio. In particolare sono tre le facoltà concesse al possessore di tale abilità; tre differenti abilità sfruttabili a scelta dal custode dell'Occhio di Ra.
    • Io vedo ovunque intorno a me
      L'occhio, in questa accezione, da la possibilità di poter avere una visuale quasi completa, e discrezionale, per un raggio di 20 m intorno al custode per una gradazione di 359°. Come si è accennato, la visuale non è purtroppo completa, poiché un unico grado rimane scoperto; si tratta di un punto collocato proprio dietro la sua nuca, un cono di vuoto dal quale gli è impossibile vedere. Un piccolo malus a fronte di una capacità tutt'altro da sottovalutare.

    • Non vi sono luoghi nei quali io non possa vedere
      Il custode di questo potere è in grado di vedere oltre oggetti, cose e persone senza alcuna difficoltà di sorta. Di solito questa facoltà è strettamente collegata alla precedente in modo da fornirgli la possibilità di avere una visione completa e d'insieme dell'ambiente circostante, ma anche se utilizzata da sola può rivelarsi molto utile. Ovviamente il raggio d'azione è sempre il medesimo, in quanto oltre i 20 m di raggio, il custode sarà impossibilità ad utilizzare questa sua incredibile capacità.

    • Vedo distintamente la tua essenza
      L'ultima capacità - non per importanza, ovviamente - è quella di riuscire a vedere la parte più intima e preziosa di una persona: la sua energia o il suo flusso energetico, che dir si voglia. E' un fenomeno particolare, ed utopico per i più, che non è possibile spiegare per il tramite della scienza. Per quanto, infatti, anche le precedenti abilità non abbiano una spiegazione scientifica che possa in qualche modo svelarne l'arcano funzionamento, questa è la parte più interessante e sicuramente più utile in un combattimento corpo a corpo. Nello specifico, l'energia verrà vista sotto forma di un flusso che, per assonanza, ricorda molto l'apparato circolatorio sanguigno: un fittissimo reticolo che attraversa tutto il corpo della creatura. E' precipuo notare come l'energia s'ammassi ove, di consuetudine, sono ubicati gli organi vitali e questo è già molto importante in quanto, di solito, una illusione non è così raffinata e precisa - intendendo, comunque, illusioni ambientali di livello medio - da replicare perfettamente un flusso circolatorio così congegnato, in modo da consentire al custode di distinguere il vero dal falso. Inoltre, poter vedere il flusso energetico altrui consente di capire quando un avversario è in procinto di attaccare, in quanto a seconda delle stimolazioni e della concentrazione del flusso negli arti è possibile far comprendere al custode quando il proprio avversario stia per attaccare; infatti, a seconda di come verrà strutturato l'attacco, il flusso energetico - agli occhi del custode - subirà una repentina accelerazione nel suo corso. Questa facoltà risulta essere molto importante anche per far fronte alle becere manipolazioni della realtà - illusioni ambientali, ovviamente - che circondano il custode, riuscendo a svelarle con puntualità. Con uno sforzo ulteriore - e, pertanto, con un conseguente dispendio di energie - è possibile svelare anche manipolazioni della realtà più potenti, che ad una prima (s)vista potrebbero ingannarlo [Consumo Alto].
      Agli occhi del custode il flusso energetico ha un colore che differisce, spesso, in ordine alla razza della creatura cui appartiene, facendogli comprendere quindi se si trova davanti ad altri esseri umani, oppure a demoni, angeli ecc.
    Essere un adepto dello Scorpione Nero ~ richiede capacità fisiche fuori del normale, indubbiamente superiori alle capacità di un semplice essere umano. I guerrieri in questione sono addestrati sin dalla più tenera età a sopportare pesi eccessivi, in modo da essere temprati per le future ed estenuanti battaglie in cui saranno coinvolti una volta cresciuti. Amon, in particolare, è riuscito a sviluppare una forza sorprendente, il che lo rende abbastanza pericoloso nel combattimento corpo a corpo. La forza, però, da sola non è tutto e infatti Amon è riuscito a rendere il proprio corpo resistente agli urti ed agli attacchi altrui – se corroborata da una tecnica difensiva, ovviamente – risultando pertanto un ostico avversario.[+ 50% Forza; +50% Resistenza - Abilità Passiva]
    P O T E R I
    n.a.

    n.a.

    Note a margine ~ Ok, cerco di tranquillizzare la volpe e alla fine mi preparo ad accogliere gli invasori sguainando il Khopesh ed utilizzando l'Occhio di Ra, in particolare l'abilità Io vedo ovunque intorno a me. A voi. =)
     
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    Due o tre giorni.
    Non necessariamente quello degli esploratori poteva essere stato un errore di valutazione; a quanto aveva, sulla sua pelle, appreso, i mezzi adoperati da Kikio e Usama erano privi di limiti morali o
    umani.
    L'esplosione infiammò di luce tutte le ombre sagomate sulla tenda, spegnendo di colpo la trama del tessuto; attardandosi nel ritirarsi alla vista, alcune lingue di fuoco diedero a Namas notizie sul luogo dal quale proveniva il rombo appena udito.

    Precipitandosi all'esterno, il Nagavandari sfiorò appena i contorni delicati di Odayaka, lasciandole in dono una vibrazione mistica ed uno sguardo profondo ma speranzoso: finalmente anche lui poteva rendersi utile nella maniera migliore.
    Trovò ad aspettarlo un incendio sviluppatosi laddove prima alcuni pali di legno e terra battuta ospitavano una stretta feritoia fra due tendaggi di pelle e corde; le possibilità che alcuni feriti fossero ancora intrappolati in quel nucleo di calore e bagliori danzanti si contavano sulle teste dei soldati impegnati a domare la belva rossa.


    “Voglio tutti i soldati al lavoro!
    Limitate l'incendio!”


    Confusi, forse consapevoli per la prima volta della reale minaccia che la loro chiamata a raccolta aveva come fondamento, i fragili sguardi di alcuni uomini si persero sotto l'elmo leggero che ne proteggeva i capi; lucida e misteriosa, la pelle del Principe raccoglieva in sè tutte le sfumature della notta illuminatasi per l'attacco, catturando senza remore l'attenzione dei presenti in un bailamme di rispetto e timore.

    “Voi due!
    Cercate di individuare la fonte di quest'attacco. Voglio sapere da dove ci stanno mirando.
    Intesi?!”

     
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    Le cose erano andate meglio del previsto. L'ottima strategia unita agli sforzi del duo avevano permesso di sovrastare una situazione che, altrimenti, si sarebbe potuta rivelare fatale. Sorridendo, come dinnanzi ad un capolavoro, Mozart ebbe un'intuizione e fece:

    » Dovremmo travestirci. Sì da soldati: prendiamo le uniformi e vediamo di mescolarci a loro. Magari troviamo un modo per infiltrarci nei loro ranghi! «

    Non appena avesse ricevuto un'assenso da parte della compagna, il Cavaliere avrebbe preso a indossare la giubba e i vestiti di quello che sembrava il più grosso del gruppo. Così facendo cercava di camuffare la sua armatura, pur apparendo molto più grosso del normale. Sperava però che nella situazione generale nessuno avesse a cuore di perdere tempo a controllarlo. Finito, si sarebbe voltato per permettere a Sarah di fare altrettanto e quindi, appena fossero entrambi pronti, aggiunse:

    » Sbrighiamoci, Dama Kalia ci ha affidato un compito importante! «

    Non fece in tempo a concretizzare la sua frase in azioni che, una volta messo piede fuori dalla grotta, s'avvide di un fumo che si levava all'orizzonte. Pur non avendo nozioni precise del luogo in cui erano, intuì che doveva avere a che fare con le pattuglie dei dintorni. Forse potevano indagare...

    » Vorrei avvicinarmi per vedere cos'è successo ma teniamo gli occhi aperti. «

    Quindi, con estrema cautela, avrebbe tentato di dirigersi in direzione del fumo. Voleva capire da cos'era dipeso e, se la situazione l'avesse richiesto, avrebbe fatto il possibile per salvare le vite di quanti non-umani potevano essere in pericolo.

    LegendaStatus Fisico: In ottimo stato (100%).
    Status Emotivo: Felice e contento.
    Danni Subiti: Nessuno
    Mana Totale: (110%).
    Mana Consumato: (0%).

    EquipGold Cloth di Pisces
    { -corazza d'oro
    -passiva di semi-indistruttibilità valida per i soli attacchi senza consumo
    -passiva di bagliore accecante }

    Lancia d'Oro
    { lancia facente parte dell'Armatura, lunga 3 mt. }

    Flauto delle Vuote Melodie
    { flauto only gdr }

    Elenco Passive
    Seventh Sense
    { passiva mana + 10% }

    The Graceful Death
    { passiva influenza psicologica (paura di morire) }

    Fly me to the Moon
    { passiva di volo }

    Attive Usate
    Nessuna
     
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    Riguardo a quanto successe in quella grotta e di come Sarah ne uscì... secondo alcuni la ragazza visse un'esperienza che la fece crescere, secondo altri quell'episodio aumentò solo i suoi folli deliri di onnipotenza.
    Quando si era trovata davanti i sei uomini si era davvero sentita nei guai e le loro risate l'avevano proprio fatta arrabbiare. Ma la sua era stata una rabbia che apparteneva a qualcuno di impotente, che nonostante desiderasse fare qualcosa, sapeva di non poter ottenere granché o addirittura nulla.
    Tuttavia, grazie alla propria testardaggine e soprattutto al piano del collega, i due riuscirono ad avere la meglio sui nemici e senza nemmeno ucciderli.
    Era riuscita a fare ciò che persino una parte di sé stessa avrebbe ritenuto impossibile! Senza compromessi, né altro... Ora si che sentiva di poter fare tutto. Se anche l'Ovest era davvero precipitato in una situazione così drammatica come temevano non era detto che non riuscissero a cambiare le cose. Ora che ci pensava, anche il fatto di essere "piccoli" era qualcosa d'importanza relativa, ciò che contava era essere determinati e saldi in ciò in cui si credeva.
    Purtroppo ebbe solo qualche secondo per dedicarsi alle sue riflessioni idealiste, dato che divenne più che evidente che bisognava occuparsi di immobilizzare le guardie e di sottrarre loro l'equipaggiamento. Seguendo anche il consiglio di Mozart di usare quelle uniformi per passare inosservati nelle zone controllate dal Laccio Nero.
    Per quanto riguardava le truppe che avevano sconfitto; probabilmente sarebbero state trovate da qualcuno, magari una squadra stupita per la loro assenza, ma difficilmente i sei avrebbero potuto metterli in pericolo riferendo quanto accaduto. Anche se l'avessero fatto loro due sarebbero stati già lontani e soprattutto non avrebbero potuto dire perché fossero lì. Probabilmente avrebbero concluso di essersela vista con dei semplici fuorilegge e non avrebbero indagato oltre (o almeno così sperava).
    Cercò di usare quello che quegli uomini avevano in dotazione per bloccare mani e piedi, sperando che nel loro equipaggiamento ci fosse qualcosa di utile, tipo corde o altro (che secondo lei dovevano possedere, dato che avevano parlato di arresto quando l'avevano incontrata), in caso contrario avrebbe usato le loro stesse vesti, conservandone solo un paio.

    Quando però ebbero finito, fuori notarono qualcosa di strano: un altro soldato era stato ucciso da una freccia, ma intorno non sembrava esserci nessuno. Qualcosa non andava! Di certo non potevano essere stati loro e il fatto di non sapere chi e perché lo avesse ucciso la inquietava. Che avessero un altro nemico da doversi guardare?
    Sfoderò nuovamente la spada e osservò il cadavere, notando che non avesse più alcune armi. Quindi si mosse intorno con circospezione, temendo di dover fronteggiare qualcuno. L'altro Cavaliere Celeste però le fece notare qualcosa di ancor più significativo: un incendio in prossimità del bosco. Le propose di andare a controllare quanto stesse succedendo e un tipo come Sarah non diceva di no in quelle circostanze.

    gif

    A dire il vero mi aspettavo di dover intervenire in maniera così incisiva, ma a quanto pare quel cavaliere era riuscito a sbrigare tutto molto facilmente e soprattutto con estrema rapidità. Certo, mi pareva comunque un po strano che avesse avuto la meglio così in fretta con ben sei avversari! Che la principessina lo avesse aiutato? No, lo escludevo; una persona che aveva desiderato di diventare appunto la bella damigella in pericolo non doveva essere un tipo che si cimentasse in battaglia, ma al massimo che se ne stava in disparte guardano i cavalieri di turno che la proteggevano (e tutti gli altri che si prodigavano a servirla e riverirla).
    Però ora che la stavo vedendo guardarsi intorno a spada sguainata, mi sembrava anche particolarmente convinta. Bah, sarà stata solo una mia impressione o magari si stava atteggiando da combattente per chissà quale motivo.
    Ma che... che cos'era quel botto? Mi voltai verso la direzione del suono e notai alcune fiamme divampare in lontananza, ma questo fu nulla in confronto a ciò che vidi poco dopo: i due si misero a correre proprio in direzione del punto, che aveva tutta l'aria di non essere proprio sicuro!
    Per quale motivo Sarah doveva andare lì? Non era certo la cosa migliore da fare per mettere l'altro in condizione di proteggerla. Ora che ci pensavo anche andare in quelle terre doveva essere qualcosa di pericoloso, visto quanto era appena accaduto.
    Si stava comportando in maniera diversa da quanto prevedessi, forse dovevo aver valutato male la situazione o c'era qualcosa che non sapevo.
    Risolsi di non aver tempo per simili riflessioni e tornai a seguirli di nascosto.
    Status psichico: Concentrata
    Status fisico: Ottimale
    Energia: 100%
    Equipaggiamento: La punta d'argento (Spada)
    Si tratta di una comunissima spada impugnabile a una e due mani, lunga più di un metro e abbastanza leggera. Non presenta particolari lavorazioni e ha una forma molto sobria, badando più alla praticità e alla maneggevolezza che all'aspetto.
    Il nome deriva dalla tonalità di colore dell'acciaio dell'arma.

    Passive in uso

    Il carisma di una principessa: Sia per il suo aspetto, che per i suoi modi, ma soprattutto perché sa come prendere le persone, Sarah risulterà estremamente carismatica. Basterà vederla o avercela vicino per sentire come un'aura che spingerà chi è attorno a lei a partire ben disposto nei suoi confronti, ad avere un punto di riferimento, ad ascoltarla volentieri e a considerare i suoi consigli allettanti, indipendentemente dalla situazione.
    Chi subisce l'abilità è libero di descrivere cosa la colpisce della ragazza e come reagisce all'influenza che è semplicemente emozionale e non può controllare la volontà altrui.
    L'abilità non è altro che una passiva di influenza mentale, che può essere attivata o disattivata a piacimento da lei, a seconda del modo in cui decida di approcciarsi con gli altri.

    La delicatezza di una principessa: Chiunque abbia mai letto un libro per bambini sa che le principesse delle fiabe sono delle creature talmente graziose e delicate che nemmeno il più crudele degli antagonisti ha mai osato alzare un dito su di loro; limitandosi a rinchiuderle nella torre di un qualche castello, piuttosto che far conoscere loro il dolore.
    Tuttavia Sarah un tempo era un ragazzo che sognava (e sogna tutt'ora) di diventare come uno degli eroi storici o, perché no, dei racconti. E si sa che tutti i paladini della giustizia hanno una dote innata a cacciarsi nei guai; tanto che nemmeno il più paziente degli aiutanti non può trattenersi dal dargliene di santa ragione per tutte le disavventure in cui si lasciano coinvolgere.
    Come può Sarah, vista la sua attitudine a mettersi nei pasticci, non conoscere il dolore come tutte le altre principesse? Semplicemente non provandolo.
    Infatti, al suo posto la fanciulla sentirà una sensazione né piacevole, né spiacevole che l'avvertirà di essere stata ferita o colpita in qualche modo. Tuttavia, non sentendo male potrebbe essere indotta ad un'eccessiva spavalderia, col rischio di allargare le ferite, pur essendo consapevolissima del danno.
    Volendo l'abilità può essere disattivata, facendole sentire dolore come tutti. Ma occorre specificarlo all'inizio della scena.



    Famigli/Pet in uso ----> Rachel

    Il seguito di una principessa: Note come "Il seguito", "Le cortigiane" o "Le ancelle di Einheit"; queste ragazze sono l'orgoglio del principato. Assistono Sarah nelle sue mansioni, in sua assenza governano loro la nazione e forse sono le sue migliori amiche.
    Non tutte sanno combattere e non è troppo difficile accorgersene dato che chi ne è in grado può reggere molto bene una battaglia, mentre le altre in genere possono venire stese da un banale pugno.
    Sarah potrà portare con se una di queste ogni volta che si avventurerà su Endlos, che potrà aiutarla in svariati modi, usare abilità non superiori a potenza media (grazie all'energia della ragazza) e anche supportarla in battaglia se in grado di combattere.
    Se una di queste fanciulle viene gravemente ferita, perde i sensi o le viene arrecato qualche altro tipo di danno grave, scompare in una nuvola di fumo e torna ad Einheit.

    Equipaggiamento Pet

    Arco e Faretra: Un armamentario base, composto di un arco medio e di una faretra per portare le frecce. Salvo particolari eccezioni, d'ordinanza vengono assegnate cinque frecce.
    Queste armi sono solitamente molto sobrie e prive di decorazioni, badando più alla praticità e al mimetismo che all'aspetto estetico. Vengono usate da alcune schiere dell'esercito e da parte delle ancelle che si occupano della sicurezza al castello. [2pt]

    Mantello dell'anonimato: Realizzato dall'ancella di Sarah più abile in tessitura. Apparentemente è un banale mantello nero in una stoffa comune, munito di cappuccio (ricorda vagamente una tunica per intenderci).
    Possiede però una capacità davvero interessante: quello di rendere trascurabile e poco degno di attenzione chiunque lo indossi. Chi vedrà una persona indossante tale abito tenderà ad ignorarla e non vorrà perdere il suo tempo con lei, come se fosse un tipo che non conosce e che non gli serva assolutamente fermare.
    Si tratti di una forestiero in cerca di informazioni, di un investigatore, di un rapinatore in cerca di vittime, se incontrerà una persona con quel mantello la ignorerà e rivolgerà la sua attenzione altrove, a meno che non sia quella persona a fare la sua mossa.
    L'effetto del vestito non è altro che un'influenza psicologica e quindi contrastabile con un adeguata difesa.
    È possibile anche annullare gli effetti del senza toglierselo in due modi: o tirando indietro il cappuccio e tendendo un lembo capo d'abbigliamento, oppure perdendo conoscenza.
    [Oggetto + Passiva]


    Edited by ..Daiki.. - 19/11/2012, 00:41
     
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    { Avamposto temporaneo dei Ribelli }
    Namas

    Lanci un sobrio sguardo di commiato alla tua complice quando -risoluto- lasci la tenda, e non appena oltrepassi quella labile barriera di tessuto vieni investito dal caldo afoso e dal fetore che tutte le cose producono quando bruciano.

    “Voglio tutti i soldati al lavoro! Limitate l'incendio!”
    gridi, incentivando gli uomini, che sembrano riscuotersi e affrettarsi all’azione
    “Voi due! Cercate di individuare la fonte di quest'attacco.
    Voglio sapere da dove ci stanno mirando. Intesi?!”


    Fai a malapena in tempo a finire la frase che un altro bolide fiammeggiante si abbatte sull’accampamento ad una manciata di metri da te, investendoti con una zaffata di aria rovente, e mentre le fiamme divampano -ruggendo come leoni- vieni raggiunto e affiancato da Odayaka.

    « Devono star usando qualche diavoleria di Klemvor! »
    ti dice, tenendo gli occhi scuri ridotti a fessure affilate, che tagliano l’orizzonte
    « Potrebbero essere lontani miglia... »

    Per un lungo istante, intorno a voi cala un silenzio di piombo, a cui solo il crepitio delle fiamme e gli scrosci d’acqua dei soccorritori fanno da contrappunto... è un silenzio d’attesa, perché -per quanto non lo vorreste- l’unico modo per indagare la posizione del nemico è star pronti a cogliere il momento in cui si scoprirà per attaccare ancora. E quando quell’istante arriva, e un nuovo proiettile delinea un sottile arco di luce nella notte, lo Specchio è lesto ad indicarti la direzione da seguire.

    « Da quella parte. Ai margini del bosco stregato. »
    afferma sicura, levando un bianco indice

    La bomba incendiaria si ingrandisce nel cielo, divenendo sempre più piccola man mano che si avvicina, e infine esplode ad una ventina di metri da voi con un boato assordante e un’onda d’urto che scompiglia i capelli di Odayaka.

    « Se ci muoviamo subito possiamo sorprenderli prima che sparino di nuovo. »
    a parlare è la voce ormai familiare di Beesech, mentre la sua padrona ti sopraggiunge al fianco

    La Nera Montagna vi supera trasportando enormi tinozze d’acqua, e non hai bisogno di fare domande a nessuno per capire che Sagramor resterà a difendere il campo -dopotutto, non è il tipo più adatto per intraprendere missioni di avanguardia in strategie mordi e fuggi-, lasciando a te e alla Rossa quel compito

    « Resterò qui io a badare alla situazione, Principe. »

    Il fare sempre gentile dello Specchio ti rassicura, ma incatenando lo sguardo al suo capisci che non c’è tempo da perdere: non ti resta che scambiare uno sguardo d’intesa con la fanciulla che ti ha accompagnato in molte tappe di questo tuo viaggio, e uscire dall’accampamento, schivando il viavai di soldati affaccendati a contenere i focolai di incendio mentre vi affrettate in direzione della fonte di quell’attacco.


    { Kijani Fahari - Limitare del Bosco }
    Mugen | Amon

    L’armonia è sempre un idillio troppo breve - ma il suo valore è inestimabile.
    Sebbene quell’esiguo scambio di sguardi, impressioni ed intenti non sia durato che pochi attimi, il messaggio dello Scorpione è giunto a destinazione: egli è un amico, e la Volpe non ha nulla da temere in quel bosco; non da lui, almeno...

    Tuttavia, la collera e il dolore non hanno il tempo di sopirsi completamente, perché il vicino ricordo di quel che è accaduto con gli umani in armature e quelli in uniforme non si lascia scivolare nell’oblio: ruotando il testone peloso per annusare l’aria, Mugen cattura l’odore dei soldati e della loro polvere da sparo... un istante più tardi, il fragore di un albero abbattuto risuona nella foresta, mettendo sul chi vive l’Egizio.

    “Stanno arrivando. Hanno armi di piombo in grado di colpire lontano e sono tanti.”
    annuncia la Volpe al suo interlocutore, fissandolo con sguardo intenso
    “Mi spiace. Il tuo bosco è sotto attacco a causa mia. Mi hanno raggiunto.”
    confessa, voltandosi e brandendo la lama col chiaro intento di affrontare gli invasori
    “Credo a quello che dici ma niente ti lega a me. Puoi andartene, ma io non posso più fuggire.
    Se rimani combatteremo insieme...”


    Non è colpa tua, tranquillo: purtroppo ci avevano già promesso di tornare con i rinforzi e presto o tardi lo avrebbero fatto comunque.
    si affretta a rassicurarlo amichevolmente Amon, chiarendo la sua situazione
    È anche per questo che giravo per i confini del bosco e lo pattugliavo:
    per evitare di essere colti di sorpresa da questi idioti! Sta’ tranquillo, quindi, e non darti colpe che non hai; io non ti abbandonerò qui: te l’avevo promesso, no? Ti aiuterò e combatterò anche per proteggere te! Questi maledetti avranno pane per i loro denti!


    Con un desiderio di giusta battaglia a ribollirgli nel sangue, e quello di protezione verso quanti in difficoltà che ormai abita il suo spirito, lo Scorpione sguaina a sua volta la spada e ridesta il mistico potere dei suoi occhi: le iridi perdono colore, virando dal verde al bianco ialino, e le vene del viso affiorano a testimoniare lo sforzo ormai tramutato in routine dall’abitudine e l’allenamento, ed è così che si rivolge nuovamente al non-umano. Un’altra dimostrazione di fiducia, quella di mostrargli i suoi poteri.

    Sì, combatteremo insieme, costi quel che costi!
    esclama il giovane custode del bosco, con un rinnovato entusiasmo
    Quest’oggi combatteremo per me, per te, per Kijani Fahari e per tutti quelli come noi.
    Mostriamo loro la nostra voglia di vivere!


    Così -armati e pronti a combattere- non vi resta che seguire le vostre percezioni e prepararvi ad affrontare gli invasori e tutte le avversità che il Destino ha in serbo per voi.


    { Posto di blocco del Laccio Nero }
    Mozart | Sarah

    » Dovremmo travestirci. «
    esclama d’un tratto Mozart, soddisfatto per il buon lavoro di squadra compiuto
    » Sì da soldati: prendiamo le uniformi e vediamo di mescolarci a loro.
    Magari troviamo un modo per infiltrarci nei loro ranghi!
    «

    Intenta a immobilizzare gli avversari che avete messo al tappeto con le corde che avevano addosso, Sarah muove un cenno di assenso per quella proposta, e dopo che il Cavaliere d’Oro ha attuato il camuffamento, risultando oltremodo goffo e sgraziato con tutti i pezzi della corazza che lo vestono a fatica per non scoppiare sopra alla doppia armatura, anche lei si prepara a fare lo stesso.

    Non appena il collega le fa la galante cortesia di uscire, la Principessa indossa la più voluminosa tra le armature da samurai disponibili, e la sua corporatura -più minuta di quella di un uomo- è di molto aiuto nel mascherare i suoi possessi; anche il fatto che sia una ragazza è facilmente occulto, dal momento che -per sua fortuna- gli elmi completi celano anche il volto ad eccezione degli occhi.

    » Sbrighiamoci, Dama Kalia ci ha affidato un compito importante! «

    Così intabarrati uscite a fatica dall’anfratto di roccia che limita l’accesso alla grotta, e la scoperta di un cadavere -ucciso da una freccia e derubato delle sue dotazioni militari- proprio fuori l’ingresso suscita del sospetto nella bionda, che -per precauzione- sguaina la spada; tuttavia, qualsiasi riflessione in merito dovrà aspettare, perché c’è altro che ora richiede la vostra attenzione: c’è del fumo all’orizzonte e il Musico espone il suo piano d’azione.

    » Vorrei avvicinarmi per vedere cos'è successo ma teniamo gli occhi aperti. «

    Guardinghi e fedeli alle vostre intenzioni, iniziate così a scendere il declivio roccioso e a dirigere i vostri passi verso il limitare del bosco, lasciandovi alle spalle il confine ed addentrandovi nel presidio Ovest; all’orizzonte, il cielo che si oscura, ma pennacchi di denso fumo -numerosi come teste di idra- vi indicano ancora la via.


    { Kijani Fahari - Limitare del Bosco }
    Mugen | Amon | Namas

    Il tuono si ripete altre due volte prima che giungiate in prossimità della sua fonte, ma quando arrivate alla sua origine non potete che restare sorpresi: contrariamente a quanto avete sulle prime pensato, non si tratta dello schianto di alberi secolari brutalmente abbattuti -anche se, per creare una radura in quel punto, molte vite vegetali ne hanno pagato le conseguenze-, bensì del rombo di qualche grottesca macchina meccanica che (per chi vi è più avvezzo) potrebbe ricordare una catapulta, sebbene abbia elementi comuni ai cannoni.

    ...non che sia così facile farne una stima da quella distanza, dal momento che vi separano una dozzina di metri e una ventina circa di soldati dell’Ovest schierati ad anello -di cui contate almeno otto appartenenti al Laccio Nero-, che presidiano con scrupolosa efficienza l’arma d’assedio mentre quattro tecnici sono indaffarati a ricaricare per far fuoco con la prossima salva; il riparo degli alberi nasconde il vostro arrivo, e questo vuol dire che avete la possibilità di agire per primi, così da infliggere più danno che vi riesce e cogliere i vostri nemici di sorpresa.


    { Kijani Fahari - Limitare del Bosco }
    Mozart | Sarah

    State camminando da quasi un’ora con la massima andatura che le pesanti armature dell’Ovest vi consentono, e gli scoscesi sentieri di roccia dell’entroterra hanno man mano ceduto il passo ai meno aspri declivi della regione costiera: il mare di Undarm -e il suo mite clima temperato- è ancora molto lontano, eppure la Natura ha ugualmente trovato la forza per sfidare le sabbie che si protraggono dal confine col Sud ed ergersi con orgoglio al di sopra della brulla roccia rossa che caratterizza il presidio occidentale.

    Difatti, le piante hanno iniziato a moltiplicarsi, e anche gli alberi si son fatti più numerosi e fitti, fino a tramutarsi in un muro di verde boscaglia dentro al quale procedete con circospezione... finché una serie di suoni e voci non vi rivelano che ci sono altre persone nei dintorni; state già pensando che potreste nascondervi per stare vedere di chi si tratta, ma un vostro passo falso decide il corso degli eventi e la complicità di un rametto secco che si spezza sotto i vostri piedi annuncia la vostra presenza.

    In un attimo, mentre molte paia di piedi si muovono all’unisono per avvicinarsi al rumore che li ha messi all’erta, vi ritrovate circondati da una ventina di uomini... quattro dei quali hanno al braccio la famosa fettuccia di stoffa nera di riconoscimento del loro reparto di elite; tuttavia, prima che possiate reagire, è proprio uno di loro a rivolgervi la parola, congelando ogni vostro avventato tentativo.

    « Vi ho già detto di non allontanarvi dal plotone: questo bosco è maledetto. »
    sentenzia con una severità che avvicina l’ordine all’accusa
    « E ora rimettetevi in riga con gli altri; all’avamposto hanno bisogno di noi. »

    A quanto pare, il camuffamento è perfettamente riuscito.


    Straight to the Point



    @ Namas, MisteryBox & Amon - Bene: i primi a postare devono essere Mugen e Amon; Namas arriverà sul luogo dopo di loro, accompagnato dalla PNG Beesech - tenendo ovviamente conto di come hanno agito gli altri due.

    @ Mozart & Sarah - Seguendo il fumo, siete finiti nella zona più esterna del Bosco Vivente, ed è qui che venite sorpresi da un contingente del Laccio Nero; il camuffamento vi fa passare per soldati del drappello, e il superiore vi ordina di rimettermi in formazione con gli altri: a voi decidere come agire.

    Se ci sono domande o qualcosa non è chiaro, postate tutto in bacheca.
    La scadenza è fissata per domenica, 2 dicembre.

     
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    Viaggiatore dei Mondi

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    Il nemico era vicino.

    Nemmeno allora il guerriero che aveva incontrato si tirò indietro dalle sue promesse. Aveva annunciato che avrebbe mantenuto la parola data e che si sarebbe schierato al suo fianco per affrontare gli invasori. Tra le altre cose rivelò che stava pattugliando i confini del bosco, in qualche modo sapeva che presto o tardi avrebbe dovuto fronteggiare un'invasione. Ma dato ancora più importante, era decisamente un nemico di quegli altri umani. Il che non poteva che essere un'ulteriore conferma di fiducia.

    Così senza indugi anche l'altro estrasse la sua spada ed accadde qualcosa di strano. I suoi occhi persero colore e delle vene scure affiorarono sul suo volto. Seppure sorpreso il demone non si scompose, erano in molti in quel mondo a possedere doti nascoste. Anzi con quell'aspetto gli sembrava persino meno umano di quegli altri, e in quel momento era un bene.

    Quest’oggi combatteremo per me, per te, per Kijani Fahari e per tutti quelli come noi.
    Mostriamo loro la nostra voglia di vivere!



    L'entusiasmo e lo spirito del custode del bosco lo travolsero cancellando ogni minima ombra di dubbio che ancora aleggiava nel suo cuore. I tempi per gli indugi erano finiti. Aveva offerto la fuga e lui aveva deciso di restare. Adesso non restava loro che combattere.

    “Puoi chiamarmi Mugen Fudo...”


    Si limitò a dire prima di abbracciare il suo destino e proseguire incontro agli invasori.

    Zaffate del loro odore continuavano a raggiungere le sue narici dal senso affilato, disgustandolo con il lezzo delle loro armi che ben conosceva. Non sapeva dire con esattezza quanti fossero, ma una cosa era sicura: erano decisamente in svantaggio numerico. Avanzava rapido e silenzioso scivolando sul terreno, quasi senza sfiorarlo. Il fianco doleva ma avrebbe resistito. Il cuore aveva preso a pompare con più vigore mentre le fauci assaporavano in anticipo il succoso gusto della rivalsa. Lo avevano costretto alla fuga e ferito, ora toccava a lui ricambiare.

    Recuperata la sua volontà niente lo avrebbe fermato, certo poteva ancora sentire su di se il peso dei soldati dal laccio bianco, ma ora era più deciso che mai ad affrontare anche loro. E soprattutto adesso non era più solo.

    Altri due boati rimbombarono nella foresta prima che giungessero vicino ai nemici, e quello che trovarono fu decisamente inaspettato. Una radura artificiale e un diabolico marchingegno presidiato da decine di soldati. Tra tutti spiccano quelli con il laccio nero. Le labbra di Mugen vibrarono mostrando le zanne. La loro vista contribuì ad alimentare il suo furore.

    Così l'orgoglio ferito e il desiderio di vendetta si mescolarono in un furore bruciante, pronto a divenire ben presto furia. Una furia di sangue che non avrebbe risparmiato nessuno.

    Così rapido si mosse, la lama fremeva dal desiderio.

    Qualche decina di metri li separavano e la boscaglia li nascondeva. Scivolò quindi da un lato per attaccare l'anello di uomini sul fianco sinistro. Quando li ebbe girati abbandonò il riparo degli alberi per scagliarsi all'attacco.

    Mentre si avvicinava ebbe modo di contare ben otto uomini con laccio nero. Uno ad uno sarebbero caduti tutti. Ma non erano i soli avversari che avrebbe abbattuto.

    Per prima cosa si gettò sui soldati senza laccio e prima di calare la spada sulla prima vittima le sue fauci si schiusero annunciando il suo furore. Lo avevano chiamato mostro e riversato su di lui tutto il loro odio e il loro disprezzo. Con la sua voce rombante avrebbe annunciato che la bestia era arrivata e reclamava vendetta. Un ruggito terrificante che li avrebbe investiti tutti quanti. Che continuassero a chiamarlo mostro. Quel mostro gli avrebbe mostrato la Paura. Avrebbe chiarito: Predatore e Preda.

    "Roar!"



    E con il ruggito sarebbe calato il primo colpo.

    Un primo affondo diretto al petto del primo uomo. Un fendente al fianco del soldato accanto. Infine un colpo col palmo della mano avrebbe cercato di toccare il guerriero più vicino lasciandolo indenne ma scaraventandolo verso gli altri.

    Mugen Fudo era arrivato.

    CITAZIONE
    Condizioni fisiche: ferita al fianco destro
    Condizioni psicologiche: deciso e dolorante
    Energie: 100%-5%-10%=85%
    Note: Utilizzo un Ruggito Alpha a basso, tento un affondo ad un primo soldato ed un fendente a chi gli sta accando e cerco di colpire con il palmo della mano libera il soldato più vicino con la Spazzata del grande demone. Se il colpo con la mano libera va a buon fine la tecnica dovrebbe scaraventarlo verso i suoi compari. :flwr:
    Tecniche utilizzate:
    ~Ruggito Alpha
    Nel mondo animale la comunicazione non è fatta di parole, è più istintiva e primordiale. Mugen carica in un ruggito tutta la sua fierezza, tutta la sua forza, tutto il suo essere di predatore. Un ruggito in grado di domare le altre creature. Un ruggito potente in grado di intimorire e talvolta assoggettare le bestie dalla mente semplice, e talvolta capace di spezzare e scalfire anche le menti più razionali rievocando la paura primordiale del predatore.

    Consumo: Variabile (Basso) Durata: istantanea
    ~Spazzata del Grande Demone
    Sofisticata tecnica per il combattimento corpo a corpo. Nota anche come la tecnica che non ferisce, almeno direttamente. All'apparenza un vigoroso colpo portato con una o entrambe le mani. La particolarità del colpo è che questi non produce alcun danno da impatto sul bersaglio, il quale percepirà come semplice tocco il contatto col Demone Volpe. L'unicità della tecnica sta appunto nel mondo in cui viene trasmessa e dissipata l'energia impiegata da Mugen. Al bersaglio verrà trasmessa infatti una sorta di spinta diffusa su tutto il corpo, che tenterà di scagliarlo all'indietro. Eventuali danni saranno dovuti magari all'impatto successivo con ostacoli di qualche tipo.

    Consumo: Medio Durata: istantanea

    Passive:
    ~Retaggio di una volpe Rossa:
    Che cos'è esattamente un demone volpe? Nessuno lo sa con esattezza, ne esistono varie razze, varie tribù e una moltitudine di sottospecie... sebbene siano molto difficili da incontrare, creature furbe e sfuggenti. La varietà a cui appartiene Mugen ha molti tratti in comune con la comune volpe rossa selvatica, una descrizione spicciola porta infatti a definirlo come una grossa volpe dalla postura eretta, col pollice opponibile e in grado di parlare. Inoltre un demone volpe ha un ciclo vitale molto molto lungo, infatti Mugen, con qualche centinaio di anni, è da considerarsi nel pieno della giovinezza. Non è chiaro cosa accada ad un demone volpe una volta invecchiando... si sa solo che il suo manto diventa completamente bianco e abbandona il branco dei più giovani per andare chissà dove. O almeno è questo che si crede, uno strano meccanismo si innesca nelle giovani volpi nei confronti dei membri anziani, o per lo meno nei confronti dei membri anziani che hanno superato la Soglia. Non riescono più a ricordarsi di loro, o meglio non riescono a focalizzare l'attenzione su coloro che hanno superato la Soglia. Per questo si parla di Soglia, una sorta di soglia dell'esistenza. Certo ci si ricorda della vita trascorsa insieme e delle imprese compiute da un membro scomparso, ma ad un certo punto questi scompare nell'oblio ed è anche difficile da individuare il momento esatto in cui avviene l'attraversamento della Soglia. Si tramanda inoltre di incontri con volpi bianche nel corso dei secoli e in momenti particolari della storia, ma i racconti sono tutti un po' vaghi e si perdono nel ricco folklore delle volpi rosse.
    Come detto un demone volpe è una creatura fuori dall'ordinario, i loro sensi sono superiori a quelli di un qualsiasi umano. Sono in grado di fiutare ed identificare una qualsiasi creatura in un raggio d'azione estremamente ampio e seguire una traccia per loro è estremamente facile.
    Se non bastasse sono creature forti e veloci, in grado di affrontare qualsiasi avversità. Le loro capacità uditive si estendono oltre l'immaginabile, un demone volpe riesce facilmente a distinguere il battito di un cuore e un sussurro appena sospirato in un raggio d'azione di decine forse centinaia di metri...Inoltre dispongono di micidiali armi naturali: artigli in grado di lacerare la carne e zanne in grado di spappolare le ossa. Non bisogna lasciarsi ingannare se spesso si mostrano come esseri bonari e pacifici. Una volta fiutata la preda, difficilmente la lasciano andare...
    [Bonus forza +50% (5 punti), Olfatto iper sviluppato raggio d'azione: 30 metri in duello (5 punti), zanne e artigli (2 punti); Caratteristiche bloccate: Vista notturna, udito iper sviluppato (5 punti)]

    ~Reliquie di una volpe Bianca:
    Mugen è uno dei pochi che può vantare di aver incontrato una Volpe Bianca nella sua vita. Forse perché i più se ne dimenticano. In realtà anche lui dubita di quanto avvenuto e dei vaghi ricordi che ha dell'incontro, se non fosse che quell'incontro gli ha lasciato una prova tangibile. Infatti l'unica certezza della Volpe Rossa è il dono ricevuto dalla misteriosa Volpe Bianca: il velo. Un nome sibillino per una reliquia altrettanto enigmatica. Il velo ha l'aspetto di un haori bianco, che al tatto sembra fatto di seta. Nessuno potrebbe mai sospettare l'origine indefinita di un tale manufatto né tanto meno indovinare il suo potere latente. Oltre ad essere baluardo e prova di un'esperienza vissuta l'haori dona a chi lo indossa straordinarie capacità. Mugen ha infatti scoperto che indossando l'haori può facilmente fluttuare in aria, come se fosse privo di peso, come se fosse uno fantasma...
    [Abilità passiva di volo (1+5 punti), altre particolarità per ora sconosciute]


    Equip:

    ~Lama di una Volpe guerriera:
    Mugen è sempre accompagnato dalla sua spada. Realizzata in acciaio itemprato, si tratta di un arma di ottima fattura. La lama raggiunge i 120 cm di lunghezza, perfetta e bilanciata. Ha uno spessore di 1.7 cm nella sezione centrale. La lama si assottiglia sempre più verso i bordi, creando un doppio filo estremamente tagliente di appena un mm ed una terribile punta acuminata. E' dotata di guardia sempre in acciaio da 15 cm, e di un elsa di 25 cm, che permette un’impugnatura comoda e salda. L’intero oggetto ha una colorazione grigiastra. La spada è stata bene studiata per quanto riguarda il peso, che non supera i due chilogrammi. Normalmente riposta nel suo fodero grigio senza particolari ornamenti, che la volpe tiene al fianco sinistro. Uno strumento valido e funzionale.


    ~Bokken di Fanedell
    Non con il solo acciaio combatte il samurai e benché il Demone Volpe abbia con sé delle vere e proprie armi naturali, Fanedell gli ha fornito ciò che accompagna tradizionalmente l’addestramento dei samurai e anche alcune delle battaglie successive al completamento della sua formazione: una spada di legno dalla forma e dalle dimensioni di quella delle armi più tipicamente usate dai samurai. Tuttavia questo non è un mero pezzo di legno, per quanto pregiato, ma ha altresì una proprietà particolare: se impugnato e con la previa spesa di un quantitativo Variabile di energia, l’arma può allungarsi di altri tre, cinque, sette o dieci metri, risultando così utile in svariate situazioni, anche non prettamente combattive.

     
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    Ad ogni passo il Santo sentiva l'incombenza della missione che gli era stata affidata, e ad ogni passo si preoccupava che la compagna di viaggio non incorresse in problemi causati dalla sua persona. Così mentre si addentrava verso il limitare del bosco, fiancheggiando il declivio roccioso, strane sensazioni dominavano la sua mente. La lunga traversata contribuì a spostare i suoi pensieri altrove, attimi mitigati tra la fatica d'indossare corazze aggiuntive unita al non proprio facilissimo percorso ch'erano costretti a percorrere. Lì dove la sabbia incontrava il fitto del bosco e dove il mare, per quanto distante, mandava loro qualche sentore di salsedine a cavallo del vento, il suo sguardo non poté esimersi dall'ammirare la particolare forza della natura: si meravigliò anche solo di come avessero potuto degli uomini sperare di vincerla, provocando quel disastro ch'era stato -per il suo mondo- una condanna. Fu in quel momento che lo colse un rumore, sufficientemente umano da fargli bisbigliare a denti stretti:

    » Nascondiamoci! «

    Neanche a dirlo, un piede in fallo gli bastò a farli smascherare. Ancor prima di decidere se afferrare o meno la Lancia, e dare così il via alla battaglia, il drappello di soldati che circondava lui e Sarah si rivelò, almeno per ora, non ostile. Si sorbì volentieri la ramanzina, preferendo quella ad uno scontro impari; e quindi rispose:

    » Signorsì signore! «

    Fece e, lanciando un'occhiata d'intesa alla compagna quando poté, cercando di non farsi scoprire, si apprestò a rimettersi in riga con il drappello. Tentò almeno di mettersi verso la fine, cosicché -in caso- avrebbe potuto defilarsi nuovamente assieme alla Principessa. Fino a quel momento avrebbe evitato qualsivoglia problema o scontro diretto, a me no che non fosse stato costretto.

    LegendaStatus Fisico: In ottimo stato (100%).
    Status Emotivo: Felice e contento.
    Danni Subiti: Nessuno
    Mana Totale: (110%).
    Mana Consumato: (0%).

    EquipGold Cloth di Pisces
    { -corazza d'oro
    -passiva di semi-indistruttibilità valida per i soli attacchi senza consumo
    -passiva di bagliore accecante }

    Lancia d'Oro
    { lancia facente parte dell'Armatura, lunga 3 mt. }

    Flauto delle Vuote Melodie
    { flauto only gdr }

    Elenco Passive
    Seventh Sense
    { passiva mana + 10% }

    The Graceful Death
    { passiva influenza psicologica (paura di morire) }

    Fly me to the Moon
    { passiva di volo }

    Attive Usate
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53 replies since 23/10/2012, 14:20   1209 views
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