Runa di Guerra

[Aurora Occidentale] [CC]

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    Viaggiatore dei Mondi

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    Le cose stavano prendendo un'ottima piaga: prima erano riusciti a stendere ben sei nemici e ora era successo qualcosa di persino migliore! Che cosa? Ma era ovvio: le vesti che aveva usato per camuffarsi la facevano sembrare un uomo.
    Almeno per un po' avrebbe potuto ingannare sé stessa e provare a pensare che sotto la corazza ci fosse davvero lo Zenar di un tempo.
    Già... peccato che quell'armatura fosse un po' larghina per lei! Faticava un po' a tenerla ferma; forse però se l'avesse infilata tenendo l'equipaggiamento dentro essa avrebbe ovviato a questo piccolo inconveniente e avrebbe nascosto eventuali oggetti che avrebbero potuto insospettire altre sentinelle.
    Provò e constatò con piacere che funzionasse, anche se dopo qualche passo si rese conto del peso del tutto. Era decisamente più lenta dovendosi portare dietro tutta quella roba, ma non ci poteva fare molto. Quindi proseguì col commilitone verso le colonne di fumo che si stavano facendo sempre più inquietanti...

    Era più o meno un ora che stavano andando avanti e la boscaglia si era fatta più fitta, nonostante il terreno sabbioso e apparentemente inadatto a quel genere di vegetazione. Se non altro quel bosco sarebbe potuto rivelarsi un ottimo nascondiglio nel caso fosse passato nuovamente qualcuno.
    Neanche a farlo apposta, proprio in quell'istante i due sentirono dei rumori probabilmente causati da altre persone di passaggio e Mozart suggerì saggiamente di trovarsi un nascondiglio. Ma fu proprio lui a ad attirare l'attenzione degli altri, pestando un grosso ramo. Il rumore di passi si fece gradualmente più forte, segno che si stavano avvicinando e che erano nei guai, però almeno c'era un lato positivo in tutto ciò... non era stata lei a combinare quel pasticcio!
    Ben presto si trovarono accerchiati da una ventina di persone e neanche l'impeto di onnipotenza che stava vivendo riuscì a non farle temere il peggio. Un numero così grande sarebbe sicuramente stato un problema! Cosa sarebbe successo? Avrebbero iniziato una battaglia? Li avrebbero arrestati?
    " Vi ho già detto di non allontanarvi dal plotone: questo bosco è maledetto."
    Eh? Ma erano impazziti? Ah no, semplicemente dovevano essere stati ingannati dal loro travestimento e li avevano scambiati per qualcuno di loro. Meglio così, almeno non avrebbero dovuto combattere e al momento adatto se ne sarebbero potuti andarsene, senza contare che se fossero stati astuti avrebbero potuto ottenere anche delle informazioni.
    Il collega rispose e si aggregò al gruppo e lei fece lo stesso, anche se non proferì nessuna parola. In fondo con quelle vesti sembrava un ragazzo e parlare con una voce bianca avrebbe fatto capire ai soldati che ci fosse qualcosa di strano. Certo, avrebbe potuto anche provare a imitarne una più profonda, ma vista la situazione non era il caso di correre rischi inutili. Quindi imitò i gesti marziali del biondo e provò a comportarsi come tutti gli altri.
    Nel farlo notò però la presenza di alcuni lacci di color nero sulle casacche di alcuni militi. Che fossero i membri di quel misterioso corpo che si occupava di dar la caccia ai non-umani?

    gif

    Le cose iniziavano a non quadrarmi più! Quella ragazza era sbucata fuori travestita da soldato, si era diretta verso l'incendio e ora... no no aspetta... si stava aggregando ad un plotone che l'aveva appena scoperta? Sembrava quasi che stesse facendo un missione di infiltrazione!
    Una come lei era andata a fare una cosa del genere? Beh, però tutto quel viaggio poteva andare a sostegno di tale ipotesi; in fondo lo stesso tragitto che i due avevano compito per arrivare lì non era stato privo di difficoltà. Chissà perché si erano recati in un posto come quello.
    Scossi la testa ed iniziai a pensare di non conoscere abbastanza bene la principessa per poter essere sicura delle mie supposizioni. L'immagine di "damigella indifesa" che mi ero fatta stava lentamente svanendo, ma prima di abbandonarla totalmente volevo avere altre conferme.
    Comunque ora si stava unendo alla pattuglia e ciò mi avrebbe creato non pochi problemi! Ora come facevo a riconoscerla fra tutti? Scossi la testa e decisi di seguire semplicemente il drappello di soldati.
    Mi sarei tenuta abbastanza a distanza dal gruppo, dopo tutto un numero così grande di persone era abbastanza facile da pedinare anche da lontano, contando che il mantello che indossavo e gli alberi della foresta, avrebbero limitato al minimo le possibilità di venire scoperta.
    Status psichico: Leggermente tesa
    Status fisico: Ottimale
    Energia: 100%
    Equipaggiamento: La punta d'argento (Spada)
    Si tratta di una comunissima spada impugnabile a una e due mani, lunga più di un metro e abbastanza leggera. Non presenta particolari lavorazioni e ha una forma molto sobria, badando più alla praticità e alla maneggevolezza che all'aspetto.
    Il nome deriva dalla tonalità di colore dell'acciaio dell'arma.

    Passive in uso

    Il carisma di una principessa: Sia per il suo aspetto, che per i suoi modi, ma soprattutto perché sa come prendere le persone, Sarah risulterà estremamente carismatica. Basterà vederla o avercela vicino per sentire come un'aura che spingerà chi è attorno a lei a partire ben disposto nei suoi confronti, ad avere un punto di riferimento, ad ascoltarla volentieri e a considerare i suoi consigli allettanti, indipendentemente dalla situazione.
    Chi subisce l'abilità è libero di descrivere cosa la colpisce della ragazza e come reagisce all'influenza che è semplicemente emozionale e non può controllare la volontà altrui.
    L'abilità non è altro che una passiva di influenza mentale, che può essere attivata o disattivata a piacimento da lei, a seconda del modo in cui decida di approcciarsi con gli altri.

    La delicatezza di una principessa: Chiunque abbia mai letto un libro per bambini sa che le principesse delle fiabe sono delle creature talmente graziose e delicate che nemmeno il più crudele degli antagonisti ha mai osato alzare un dito su di loro; limitandosi a rinchiuderle nella torre di un qualche castello, piuttosto che far conoscere loro il dolore.
    Tuttavia Sarah un tempo era un ragazzo che sognava (e sogna tutt'ora) di diventare come uno degli eroi storici o, perché no, dei racconti. E si sa che tutti i paladini della giustizia hanno una dote innata a cacciarsi nei guai; tanto che nemmeno il più paziente degli aiutanti non può trattenersi dal dargliene di santa ragione per tutte le disavventure in cui si lasciano coinvolgere.
    Come può Sarah, vista la sua attitudine a mettersi nei pasticci, non conoscere il dolore come tutte le altre principesse? Semplicemente non provandolo.
    Infatti, al suo posto la fanciulla sentirà una sensazione né piacevole, né spiacevole che l'avvertirà di essere stata ferita o colpita in qualche modo. Tuttavia, non sentendo male potrebbe essere indotta ad un'eccessiva spavalderia, col rischio di allargare le ferite, pur essendo consapevolissima del danno.
    Volendo l'abilità può essere disattivata, facendole sentire dolore come tutti. Ma occorre specificarlo all'inizio della scena.



    Famigli/Pet in uso ----> Rachel

    Il seguito di una principessa: Note come "Il seguito", "Le cortigiane" o "Le ancelle di Einheit"; queste ragazze sono l'orgoglio del principato. Assistono Sarah nelle sue mansioni, in sua assenza governano loro la nazione e forse sono le sue migliori amiche.
    Non tutte sanno combattere e non è troppo difficile accorgersene dato che chi ne è in grado può reggere molto bene una battaglia, mentre le altre in genere possono venire stese da un banale pugno.
    Sarah potrà portare con se una di queste ogni volta che si avventurerà su Endlos, che potrà aiutarla in svariati modi, usare abilità non superiori a potenza media (grazie all'energia della ragazza) e anche supportarla in battaglia se in grado di combattere.
    Se una di queste fanciulle viene gravemente ferita, perde i sensi o le viene arrecato qualche altro tipo di danno grave, scompare in una nuvola di fumo e torna ad Einheit.

    Equipaggiamento Pet

    Arco e Faretra: Un armamentario base, composto di un arco medio e di una faretra per portare le frecce. Salvo particolari eccezioni, d'ordinanza vengono assegnate cinque frecce.
    Queste armi sono solitamente molto sobrie e prive di decorazioni, badando più alla praticità e al mimetismo che all'aspetto estetico. Vengono usate da alcune schiere dell'esercito e da parte delle ancelle che si occupano della sicurezza al castello. [2pt]

    Mantello dell'anonimato: Realizzato dall'ancella di Sarah più abile in tessitura. Apparentemente è un banale mantello nero in una stoffa comune, munito di cappuccio (ricorda vagamente una tunica per intenderci).
    Possiede però una capacità davvero interessante: quello di rendere trascurabile e poco degno di attenzione chiunque lo indossi. Chi vedrà una persona indossante tale abito tenderà ad ignorarla e non vorrà perdere il suo tempo con lei, come se fosse un tipo che non conosce e che non gli serva assolutamente fermare.
    Si tratti di una forestiero in cerca di informazioni, di un investigatore, di un rapinatore in cerca di vittime, se incontrerà una persona con quel mantello la ignorerà e rivolgerà la sua attenzione altrove, a meno che non sia quella persona a fare la sua mossa.
    L'effetto del vestito non è altro che un'influenza psicologica e quindi contrastabile con un adeguata difesa.
    È possibile anche annullare gli effetti del senza toglierselo in due modi: o tirando indietro il cappuccio e tendendo un lembo capo d'abbigliamento, oppure perdendo conoscenza.
    [Oggetto + Passiva]
     
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    black s c o r p i o

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    E tu puoi chiamarmi Amon, amico.”, gli rispose senza indugiare oltre.

    Lo guardò per un istante ancora, prima di concentrarsi definitivamente sulla battaglia.
    Attaccare il bosco era stato per loro un errore imperdonabile, non solo nei confronti della sua Signora o nei suoi, ma anche nei confronti del bosco stesso che era senziente, vivo e vegeto. Quanto doveva aver sofferto per quel colpo che gli era stato inferto così, a tradimento? Quanti lamenti, pianti o urla doveva aver rilasciato nell’aria affinché qualcuno, come lui, potesse udirli e vendicarlo?
    Quei dannatissimi bastardi avevano avuto la forza di lanciarsi contro quel bosco, contro il suo bosco e non li avrebbe perdonati o graziati: non avrebbe fatto alcun prigioniero quel giorno, finendo per essere etichettato egli stesso come mostro, ma era così che agiva uno Scorpione Nero.
    Per quanto fosse cambiato durante la degenza in quel luogo, per quanto la gentilezza fosse ormai diventata parte del suo essere, rimaneva comunque ben radicato all’interno del suo animo la memoria d’essere stato un valente Scorpione Nero in passato, tra i più spietati assassini della sua congregazione. Ciò che gli veniva ordinato veniva portato a termine facendo bene attenzione anche al più piccolo dei particolari.
    Non aveva pietà con i propri nemici e quegli uomini lo erano, ahimè per loro, e non si sarebbe controllato neanche un po’ perché non meritavano affatto il suo perdono. Erano esseri che si erano lasciati abbagliare da convinzioni assurde, assolutamente sbagliate e lì rinveniva anche gli errori della sua patria, del Faraone e di tutta la corte: anche loro avevano denigrato e sfruttato coloro che consideravano ‘diversi’.
    Quella sarebbe stata un’ottima occasione per redimersi a sua volta per i mali che aveva causato al prossimo che, volente o nolente, era dovuto sottostare ai suoi capricci ed ai suoi ordini; era stato un privilegiato in passato solo per essere stato uno Scorpione Nero, ma ora le cose erano cambiate e non aveva la benché minima intenzione di accettare quel comportamento un momento di più.
    Strinse così ancora più saldamente la propria spada, gonfiando i muscoli del braccio destro che quasi tremava per lo sforzo: era pronto a scaricare su di loro tutto l’odio ed il rancore accumulato.

    ”, la sua attenzione venne catturata da altro.

    Altri due rombi di tuono, simili al precedente, vennero uditi distintamente.
    La terra sembrò tremare sotto i suoi piedi e la cosa non poté fare altro che far aumentare la sua rabbia smisuratamente, senza che potesse fare alcunché per domarla. Ormai era visibile nella sua espressione corrucciata, mentre i denti venivano digrignati con insistenza, quasi a grattarsi l’un l’altro.
    L’avevano fatto ancora e lui non aveva potuto far niente per fermarli, tanto che la rabbia gli cresceva nel cuore al di sopra di ogni altro sentimento; si sentiva inutile ed inadatto al ruolo di protettore, di guardiano di quel bosco, così come di guardia del corpo di Yoe. Le sue sicurezza sembravano svanire veloci, neanche fossero neve che si scioglie al sole: possibile che tutta la sua baldanza fosse scemata già?
    Era totalmente insicuro, ma questa era una situazione che si era creata in lui da quando aveva messo piede su Endlos, come se il raggiungimento di questo piano dell’esistenza avesse in qualche modo scompensato la sua psiche portandolo a provare sentimenti ed emozioni mai sentite prima.
    Seguì il suo compagno, andandogli dietro, in modo da fornirgli tutto il supporto necessario, anche perché andavano entrambi nella medesima direzione: nel bosco, in direzione del rumore che aveva sentito solo pochi istanti prima. Raggiunto il luogo, quindi, si poté rendere conto dei danni effettivi che erano stati causati alla vegetazione: erano molti, anche se inaspettati per via di ciò che aveva sentito.

    «Sacrileghi-», si disse rivolgendosi a quelli, «-siete solo dei maledetti sacrileghi!»

    Non era più in sé dalla rabbia, ma ancora per poco la ragione ebbe la meglio su di lui.
    Con i suoi occhi aveva già potuto constatare la presenza di quegli uomini, circa una ventina in tutto, di cui otto almeno sembravano appartenere al famigerato ‘Laccio Nero’. Quel che non riusciva a comprendere era che cosa fosse quella strana macchina che si portavano dietro, causa evidente del rumore assordante sentito poc’anzi. Non avevano abbattuto altre querce secolari, ma avevano comunque distrutto ed estirpato molte altre piante per permettere a quell’aggeggio di poter passare.
    Ma come diavolo facevano a non sapere che quel bosco era vivo? Possibile che non gli interessasse ferire quell’essere vivente? Passi per lui, che era uno straniero o della sua Signora che li aveva trattati in malo modo, ma che colpa ne aveva Kijani Fahari? Era colpevole di aver dato loro asilo?
    E perché non si ribellava al passaggio di quella macchina? Perché subiva inerme le angherie di quegli uomini senza far pagare loro un simile affronto? Non poteva credere davvero che si fosse arreso così facilmente e sperava anche nel suo aiuto per fermare quegli uomini, visto che si trovavano in evidente inferiorità numerica. Dal canto loro, i due, erano ancora coperti dalla folta vegetazione presente, dietro ad alberi ma Amon aveva potuto vedere grazie alla propria vista che vi erano almeno quattro guardie intorno a quella macchina infernale, ma non conoscendone bene il funzionamento non capiva cosa stessero facendo.
    Non ebbe molto tempo per pensare, perché Fudo sembrava essere impaziente di lanciarsi contro quegli esseri e vendicarsi per l’affronto subito in precedenza; d’altro canto lui non aveva la benché minima intenzione di pensare ad un piano d’attacco: li avrebbero colti di sorpresa, sperava, e tanto gli bastava per buttarsi a capofitto nell’ennesima situazione difficile ed all’apparenza impossibile.
    Richiamò il ‘Respiro Divino’, suo fedele alleato, e lo incanalò nelle gambe in modo da muoversi più velocemente del normale e favorire così ancora di più l’effetto sorpresa e dirigersi al lato opposto, rispetto a quello intrapreso dal suo amico per l’offensiva, in modo da prenderli su ambo i lati.
    Arrivato a circa un metro di distanza dai soldati lì presenti si fermò, caricando il pugno sinistro sul fianco – poiché libero da qualsivoglia arma per il momento – e vi incanalò il proprio potere lasciando che una corrente cominciasse a vorticargli intorno, con velocità crescente attimo dopo attimo.

    Questo è il mio personalissimo benvenuto a Kijani Fahari-”, disse sprezzante in prima istanza, “-stronzi!

    Era incazzato nero: niente e nessuno avrebbe potuto fermarlo in quel momento.
    Tirò in avanti il pugno sinistro, quindi, proprio in direzione di quei folli – 4 o 5, pure loro – sperando che i loro corpi venissero imbrigliati nella corrente e scaraventati proprio in direzione della loro macchina infernale, provocandogli i danni più disparati, presumibilmente danni da impatto.
    In questo mondo, provando a buttarci i suoi nemici contro, sperava di arrecare anche qualche danno a quell’aggeggio che già aveva provocato molteplici danni al bosco. In più, sperava che il bosco cominciasse a difendersi da solo per giungere in loro aiuto nel momento più opportuno, visto che purtroppo i numeri non erano dalla loro.
    Vi sarebbe riuscito?


    N O T E S

    { Critico ~ 40% . Alto ~ 20 % . Medio ~ 10 % . Basso ~ 5% }
    Energia ~ 100% - 10% - 10% = 80%
    Status Fisico~ Ottimo
    E Q U I P A G G I A M E N T O
    Lama del Destino ~ si tratta di una spada composta dai più pregiati e resistenti metalli allora in possesso alla civiltà egizia. Finemente lavorata e dalla forma inusuale per quei tempi, essa ricorda molto una khopesh per la sua forma, ma essenzialmente è molto diversa da essa. La curvatura non è esasperata come in una Khopesh, ma sembra assumere una forma più elegante. La lucente lama è lunga all'incirca 50 cm; l'elsa, lunga a sua volta 30 cm, è composta di oro e legno entrambi finemente lavorati ed intarsiati grazie ad una egregia manifattura. Perfettamente equilibrata nel suo peso risulta essere manegevole e leggera, ma al contempo abbastanza resistente ed affilata. La spada viene sempre riposta comodamente in una custodia in cuoio posta dietro la schiena, in modo da essere facilmente sguainabile in ogni situazione, anche la più difficile ed insperata.
    Oracolo della Morte ~ indubbiamente il nome gli calza a pennello in quanto questo pugnale ha portato alla morte un numero considerevole di uomini e bestie. Come per la spada, si tratta di un pugnale della più pregevole fattura, composto dai metalli più resistenti e laboriosi per fornire allo stesso una resistenza invidiabile ed un taglio formidabile. La lama è lunga all'incirca 25 cm, leggermente ricurva; il manico, invece, è lungo all'incirca 20 cm, risultando essere manegevole e confortevole per la mano, la sinistra, che deve impugnarlo. Quest'ultimo ha diversi intarsi che lo rendono unico nel suo genere, un vero gioiello agli occhi di terzi. Il pugnale è posto in una custodia in cuoio, anch'esso, posto dietro il busto con l'elsa rivolta verso l'esterno del fianco sinistro in modo da essere facilmente raggiungibile dalla mano sinistra in un moto veloce e assolutamente imprevedibile.
    F A C O L T A'
    Occhio di Ra ~ è un'abilità oculare alquanto particolare, lusso di ben pochi nella storia della setta dello Scorpione Nero e dono indiscusso delle divinità. Tale abilità, meglio conosciuta come Occhio di Ra, si manifesta in un essere umano all'età di sette anni in modo spontaneo e senza alcun preavviso. Gli occhi perdono la loro tonalità assumendo una colorazione che ricorda molto il colore di una perla, mentre le vene intorno agli stessi cominciano a gonfiarsi sino a rendersi visibili, tramutando di fatto, e parzialmente, i lineamenti del volto nel portatore. Inizialmente, appena risvegliato, gli effetti saranno piuttosto confusi e il portatore non sarà in grado, autonomamente, di affidarsi alle facoltà dell'occhio che, di fatto, costituiranno un impaccio ed un fastidio piuttosto evidente ed assolutamente pericoloso in combattimento; la vista, difatti, diventa confusa, sfocata e le facoltà donate dall'occhio tenderanno a confondersi tra di loro senza alcun preavviso creando nel portatore confusione e tremendi mal di testa che culmineranno nello svenimento di quest'ultimo. Con il tempo e con più specifici allenamenti il portatore comincia pian piano a rendersi conto delle diverse facoltà donategli dall'occhio che culminano, infine, con il completo controllo sull'abilità oculare e sulla opportunità di scelta, basata sul momento, di poter sfruttare l'una capacità, invece che l'altra. Di solito i guerrieri che hanno in dote una simile capacità oculare sono molto riflessivi ed a loro, di solito, è lasciato il compito di imbastire strategie più o meno complesse proprio in virtù delle capacità intrinseche dell'occhio. In particolare sono tre le facoltà concesse al possessore di tale abilità; tre differenti abilità sfruttabili a scelta dal custode dell'Occhio di Ra.
    • Io vedo ovunque intorno a me
      L'occhio, in questa accezione, da la possibilità di poter avere una visuale quasi completa, e discrezionale, per un raggio di 20 m intorno al custode per una gradazione di 359°. Come si è accennato, la visuale non è purtroppo completa, poiché un unico grado rimane scoperto; si tratta di un punto collocato proprio dietro la sua nuca, un cono di vuoto dal quale gli è impossibile vedere. Un piccolo malus a fronte di una capacità tutt'altro da sottovalutare.

    • Non vi sono luoghi nei quali io non possa vedere
      Il custode di questo potere è in grado di vedere oltre oggetti, cose e persone senza alcuna difficoltà di sorta. Di solito questa facoltà è strettamente collegata alla precedente in modo da fornirgli la possibilità di avere una visione completa e d'insieme dell'ambiente circostante, ma anche se utilizzata da sola può rivelarsi molto utile. Ovviamente il raggio d'azione è sempre il medesimo, in quanto oltre i 20 m di raggio, il custode sarà impossibilità ad utilizzare questa sua incredibile capacità.

    • Vedo distintamente la tua essenza
      L'ultima capacità - non per importanza, ovviamente - è quella di riuscire a vedere la parte più intima e preziosa di una persona: la sua energia o il suo flusso energetico, che dir si voglia. E' un fenomeno particolare, ed utopico per i più, che non è possibile spiegare per il tramite della scienza. Per quanto, infatti, anche le precedenti abilità non abbiano una spiegazione scientifica che possa in qualche modo svelarne l'arcano funzionamento, questa è la parte più interessante e sicuramente più utile in un combattimento corpo a corpo. Nello specifico, l'energia verrà vista sotto forma di un flusso che, per assonanza, ricorda molto l'apparato circolatorio sanguigno: un fittissimo reticolo che attraversa tutto il corpo della creatura. E' precipuo notare come l'energia s'ammassi ove, di consuetudine, sono ubicati gli organi vitali e questo è già molto importante in quanto, di solito, una illusione non è così raffinata e precisa - intendendo, comunque, illusioni ambientali di livello medio - da replicare perfettamente un flusso circolatorio così congegnato, in modo da consentire al custode di distinguere il vero dal falso. Inoltre, poter vedere il flusso energetico altrui consente di capire quando un avversario è in procinto di attaccare, in quanto a seconda delle stimolazioni e della concentrazione del flusso negli arti è possibile far comprendere al custode quando il proprio avversario stia per attaccare; infatti, a seconda di come verrà strutturato l'attacco, il flusso energetico - agli occhi del custode - subirà una repentina accelerazione nel suo corso. Questa facoltà risulta essere molto importante anche per far fronte alle becere manipolazioni della realtà - illusioni ambientali, ovviamente - che circondano il custode, riuscendo a svelarle con puntualità. Con uno sforzo ulteriore - e, pertanto, con un conseguente dispendio di energie - è possibile svelare anche manipolazioni della realtà più potenti, che ad una prima (s)vista potrebbero ingannarlo [Consumo Alto].
      Agli occhi del custode il flusso energetico ha un colore che differisce, spesso, in ordine alla razza della creatura cui appartiene, facendogli comprendere quindi se si trova davanti ad altri esseri umani, oppure a demoni, angeli ecc.
    Essere un adepto dello Scorpione Nero ~ richiede capacità fisiche fuori del normale, indubbiamente superiori alle capacità di un semplice essere umano. I guerrieri in questione sono addestrati sin dalla più tenera età a sopportare pesi eccessivi, in modo da essere temprati per le future ed estenuanti battaglie in cui saranno coinvolti una volta cresciuti. Amon, in particolare, è riuscito a sviluppare una forza sorprendente, il che lo rende abbastanza pericoloso nel combattimento corpo a corpo. La forza, però, da sola non è tutto e infatti Amon è riuscito a rendere il proprio corpo resistente agli urti ed agli attacchi altrui – se corroborata da una tecnica difensiva, ovviamente – risultando pertanto un ostico avversario.[+ 50% Forza; +50% Resistenza - Abilità Passiva]
    P O T E R I
    Velocità
    L'addestramento non gli ha donato semplicemente una forza straordinaria, ma grazie anche all'apporto del Respiro Divino può aumentare la sua velocità in modo esponenziale rendendosi pericoloso agli occhi dei suoi avversari. Basterà infatti condensare la sue energia nelle gambe, per fare in modo di muoversi molto più veloce del normale. In poche parole, spendendo un Consumo Medio il guerriero sarà in grado di aumentare la propria velocità per un intero turno del 50%. [Consumo Medio]

    Funerale del Deserto
    Altro colpo di difficile apprendimento, ma dalla potenza contenuta, insidioso abbastanza da riuscire a mettere in difficoltà i propri avversari e prende spunto dalle pericolosissime tempeste del deserto, nel quale viene appresa la tecnica. Grossolanamente noto come «pugno del vento» questa tecnica sfrutta una sorta di affinità elementale con il vento, necessario ad Amon per riuscire ad eseguire la tecnica. Questi lascerà infatti ricoprire il proprio braccio - destro o sinistro non fa alcuna differenza - da una corrente la quale quale comincerà a vorticare con insistenza e crescente velocità intorno allo stesso, denotando una discreta concentrazione del vento presente già nell’atmosfera, imbrigliandolo con la propria energia – il Respiro Divino – intorno al braccio. La tecnica consta nel rilasciare frontalmente una corrente estremamente forte che cercherà di imbrigliare al suo interno l'avversario - o gli avversari - in modo da costringerli a subire passivamente una serie di vortici che metteranno a dura prova l'altrui resistenza. Il colpo potrebbe sbalzare indietro l'avversario - o gli avversari - per diversi metri e costringerli, nel caso vengano portati in alto, a cadute oltremodo pericolose. [Consumo Medio]

    Note a margine ~ Anzitutto scusatemi per il ritardo, ma non è un periodo florido per me. =\ Comunque, nella specie, gioco tutto sull'effetto sorpresa. XD Il resto credo si evinca chiaramente dal post. =)
     
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    deva


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    « Devono star usando qualche diavoleria di Klemvor! »
    « Potrebbero essere lontani miglia... »


    Le parole dello specchio si sciolsero quando l'aria, violentata da un'altra esplosione, s'incendiò di rabbia ed una folata opprimente
    -rovita e malodorante-
    sgambettò i sensi dei soldati e dei presenti.
    Mute e tese, le espressioni di Namas e di Odayaka fecero il contrappunto a dei pensieri tristi ma necessari: attendere un'altra cometa fiammeggiante era l'unico modo per comprendere senza errore la direzione dell'attacco.
    Non appena il bolide scavò la terra a venti metri da loro, la voce di Beesech e lo sguardo della Montagna sancirono la scelta del Nagavandari: l'incontro dei loro occhi durò poco più che il tempo necessario a svuotare un secchio d'acqua sull'incendio, ma in quell'infinitesima stazionarietà, entrambi colsero la gravità del cammino intrapreso.


    “Cureremo questo male.”

    Seguirono passi lunghi e calcolati, delle falcate che lo videro serpeggiare
    -movimenti degni della sua natura-
    fra schiene ed armature di soldati improvvisati, impegnati a raccogliere i pezzi del loro precario spirito combattivo.


    C'erano motivi per non credere che il Bosco fosse vivo.
    Eppure il Nagavandari non ne aveva mai trovati alcuni.
    Ogni fibra della corteccia di ogni singolo albero appariva viva e vitale ai suoi occhi; in quel frangente, in più, la lettura dei flussi raccontava al guerriero quanto dolore provenisse dai gesti violenti perpetrati per nome e conto di Kikio e Usama.
    La presenza della rosa, la donna che lo aveva accompagnato in quel lungo e faticoso viaggio dalla prigione all'illusione di libertà, teneva ancorato Namas ai pensieri del momento, impedendogli di cedere alla pressione del flusso di Ohm.
    L'energia nel suo corpo, sempiterna e disciplinata, era sempre stata più densa e pulsante di chiunque fosse mai nato sotto la nomea di Nagavandari; le iridi da rettile, nel buio di quelle immense fronde, tracciavano misteriosi arabeschi di riflessi dorati, lasciando una scia sovrannaturale ad ogni scatto dell'uomo-serpente.

    Arrestò la corsa al limitare dell'abbraccio vegetale, notando un vociare e i rumori tipici della colluttazione: fece scarsamente in tempo ad individuare chi o cosa fosse responsabile di tutto quel trambusto e furono i dettagli più importanti ad imprimersi nella sua consapevolezza.


    “Aiuta quei due, c'è bisogno che gli uomini del Laccio Nero perdano coscienza prima di poter influenzare le mie facoltà.”

    Non attese certo conferma da Fiorellino e, in seguito ad un profondo respiro, il combattente dalle vesti smeraldine e dorate si gettò di corsa verso l'arnese responsabile della devastazione all'accampamento. Le braccia, possenti e tese nello sforzo, mulinavano nel ritmo della corsa, in armonia con le possenti gambe capaci di divorare quella distanza nel tempo necessario a far scorrere una discreta quantità di ohm nel pugno destro.
    Le nocche della mano, avvolte in guanto dei riflessi del mare più bello e profondo, testimoniarono l'intenzione di Namas: colpire il mostro di metallo, scartando e schivando i pochi rimasti in piedi e capaci di ostacolare il suo percorso.

    Status fisico: ///.
    Ohm: 100-20=80%
    Equip: nessuno;
    Abilità passive: Rigveda (FRZ+50%), Samaveda (RES+50%), Pranava (articolazioni snodabili); Yajurveda (doti acrobatiche); Atharvaveda (lettura Flussi + visione 360°), Aranyaka (resistenza influenze emotive)
    Slot:
    [1] Karma (consumo Alto) per rinforzare il pugno diretto al marchingegno, in un punto che Namas individua come probabile centro nevralgico per il flusso interno di alimentazione;
    [2] //

    Note: Ovviamente la stima di Namas sul punto d'impatto è totalmente personale, non ha alcun fondamento teorico o oggettivo se non un suo intuito aiutato dalle passive di lettura dei flussi energetici. :win:

    CITAZIONE

    ͼͽ Karma ͼͽ
    Il ciclo causa-effetto.
    Tramite l'impiego dell'Om che risiede nel corpo è possibile far trasudare tale energia fino a coprire una zona del corpo (più o meno estesa, a seconda dell'efficacia che si vuole dare al colpo) e renderla capace di sprigionare più potenza del normale in misura proporzionata all'obolo pagato. Poichè l'Om è una forza trascendentale, tale 'patina' traslucida dai riflessi azzurri e verdi riesce ad interagire con la trama eterea e magica, indebolendola tramite un azione uguale-e-contraria sui flussi che la sostengono; un impatto invece con corpi fisici, materiali, si traduce nella liberazione improvvisa e spontanea dell'Om il quale risuona e sfalda l'essenza stessa di ciò che colpisce. Per la natura stessa di questo Sentiero dello Spirito, la tecnica è utilizzabile anche come baluardo di difesa dell'integrità personale, laddove la zona soggetta a minaccia venga rivestita del quantitativo adatto di Om. La circolazione di questa energia permette anche il rivestimento, nell'eventualità occorra, di armi in possesso dell'utlizzatore, purchè esse siano adatte allo scopo.

    {variabile}
    [Costo: 4 pt]
    (La tecnica consiste in una utilizzabile in fase difensiva e una in fase offensiva. Il funzionamento è lo stesso ma conta come due tecniche separate. Ha effetto anche su manifestazioni eteree e forza magiche. La patina può rivestire anche armi appartenenti al caster purchè esse siano artefatti, quindi con almeno una caratteristica particolare-potere-abilità.)

     
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    { Kijani Fahari - Limitare del Bosco }
    Mugen | Amon | Namas

    “Puoi chiamarmi Mugen Fudo...”

    E tu puoi chiamarmi Amon, amico.

    Ultimate le brevi presentazioni che la circostanza permette, la Volpe e lo Scorpione puntano dritto verso il punto di adunanza degli invasori, muovendosi silenziosi come ombre, con i sensi all’erta e le membra vibranti di elettricità, pronti a piovere addosso al nemico come folgori dal cielo... rinvigoriti dal conforto della reciproca presenza, e col coraggio rafforzato che ispira solo il cameratismo e la consapevolezza di non essere soli nella propria battaglia.

    I loro passi li guidano alla radura dove i soldati di Sequerus e il Lacci Neri hanno posto presidio attorno ad una qualche diavoleria meccanica dall’aria grottesca e nient’affatto rassicurante, ed è proprio sotto gli occhi dei due eroi che quell’accozzaglia di lamiere puzzolenti -attorno a cui si affaccendano come formiche cinque uomini in uniforme- fa esplodere un altro colpo, ruggendo fumo e sputando fuoco dalla sua lunga bocca rivolta verso il cielo.

    Fremendo per il desiderio di rivalsa, la Kitsune scivola tra la vegetazione come solo una creatura dei boschi sa fare, mentre l’Egiziano lo segue dappresso, vibrando di una collera a stento trattenuta e che cresce ad ogni passo per ciascuna cicatrice inferta al Bosco Vivente: entrambi con la spada al fianco e pronta a colpire.

    Indugiando ancora un istante al riparo del fogliame, ai due basta uno sguardo di intesa per capirsi, come due predatori illuminati che si spartiscono equamente la zona di caccia; poi, prendono strade diverse: Mugen aggira l’anello di uomini schierati a sinistra per prenderli da un versante, e nel frattempo Amon si porta sulla destra per pressare gli invasori da lì, in una perfetta manovra a tenaglia.

    "Roar!"

    Nel momento in cui la Volpe esce allo scoperto, il suo poderoso ruggito squassa l’aria facendo sobbalzare più di uno di quei giovani succubi di una propaganda scellerata; dall’altra parte, invece, lo Scorpione richiama a sé i talenti del Respiro Divino per accrescere la sua velocità e avventarsi sui nemici.

    Questo è il mio personalissimo benvenuto a Kijani Fahari, stronzi!

    Uno degli uomini con al braccio la scura insegna del Laccio Nero inizia a gridare ordini, ma nella frenesia dello scontro i due ribelli non riescono a discernerne le parole - ma a giudicare da come i soldati si chiudono a testuggine attorno alla macchina e da come i tecnici al centro della formazione si rimettono freneticamente all’opera, è chiaro che deve essergli stato affidato l’incarico di proteggere l’impianto e di non interrompere qualsiasi cosa stiano facendo.

    Ma non è facile restare concentrati quando vedi due belve caricare nella tua direzione, e così molti di quei giovani -troppo giovani per aver potuto conoscere una vera battaglia prima di quel momento- subiscono in pieno l’impatto dell’effetto sorpresa, e iniziano a cadere sotto i colpi combinati dei due difensori della Natura: il vento imbrigliato nel pugno di Amon travolge un quartetto di avversari, che perdono la presa sulle loro armi e vengono sbalzati gambe all’aria, mentre la lama di Mugen trafigge un uomo, ne ferisce un secondo e ne scaraventa via un terzo, mietendo vittime come una falce il grano.

    Con tonfi pesanti come colpi di maglio, già sette dei vostri venti avversari colpiscono il suolo, e questa è la miglior testimonianza che la sortita è riuscita... ma è presto per cantare vittoria, e a ricordarlo dai due combattenti è il coro di detonazioni dei fucili spianati dalla retroguardia degli uomini di Sequerus.

    Proprio in quel momento -ai margini delle vostre percezioni-, due nuovi sconosciuti compaiono nella radura, e le labbra ben disegnate del giovane dai capelli neri si muovono per pronunciare qualcosa, a cui la ragazza dai capelli rossi che l’accompagna risponde con un leggero cenno del capo. Amici o nemici? Vi piacerebbe capirlo, ma il rumore degli spari inghiotte la sua voce.


    { Kijani Fahari - Limitare del Bosco }
    Mozart | Sarah

    » Signorsì signore! «

    Grazie alla pronta replica del Musico, il contingente in cui siete accidentalmente incappati rinuncia a indagare sulla vostra identità, e -nel rimettersi in riga con gli altri- Mozart scocca alla sua collega un’occhiata eloquente... ma, in fondo superflua perché la Principessa afferri il succo della questione e si affretti ad imitarlo in silenzio: che mescolarsi con gli altri e marciare con loro sia meglio è una decisione alquanto lampante.

    Sfortunatamente, però, se avevate sperato di raccogliere informazioni su cosa sta accadendo o di defilarvi non visti, constatate ben presto che non si tratta di opzioni granché plausibili: oltre ad essere inglobati nella formazione, notate che nemmeno lo stanziamento in retroguardia -lontano dal rigido controllo del comandante- sembra alleggerire l’eccessiva seriosità dei samurai, e così vi ritrovate a marciare accanto ai vostri potenziali nemici in un silenzio assoluto, rotto solamente da rombi attutiti e non più così lontani... e la dilatazione di quel rintocco non serve che a rendere ancora più tedioso il tempo che si trascina in quella situazione.

    Ci vuole quasi un’ora prima che qualcosa spezzi la monotonia, soverchiando il monotono suono dei vostri passi ed irrompendo nelle vostre percezioni, ed è con un sobbalzo sorpreso che cogliete il frastuono che pare originarsi a poche decine di metri da voi: dapprima, si tratta ancora di quel solito rombo -stavolta vicino e fragoroso-, ma poi grida di dolore, strilla di paura, suoni di colluttazione, e una raffica di pallottole vi colgono di sorpresa. Qualcuno sta combattendo non troppo lontano da qui.

    « Forza, uomini! »
    vi richiama all’ordine il vostro superiore, montando in sella al suo destriero
    « I nostril valorosi compagni devono essere sotto attacco: andiamo ad aiutarli! »

    Intorno a voi si levano cori di grida agguerrite, e subito partite alla carica verso il focolaio di guerra per unirvi alla battaglia, e dopo pochi minuti di marcia sostenuta, eccovi a destinazione, pronti ad entrare in azione... ma dalla parte di chi?

    Forse non è una domanda dall’esito troppo incerto, ma mentre davanti a voi si spiega una piccola radura non avete neppure il tempo di decidere se continuare la vostra recita aiutando i soldati dell’Ovest contro la grossa Volpe bipede e due giovani uomini abbigliati come civili, o se piuttosto rivoltarvi contro di loro e aiutare i sovversivi: una fanciulla dai corti capelli rossi vi si para davanti ad appena una manciata di metri da voi, e mentre ondeggia le mani con la grazia di una ballerina, le stesse ombre che proiettate sul terreno acquistano corpo e vita propria... tramutandosi in speroni pronti ad impalarvi.


    { Kijani Fahari - Limitare del Bosco }
    Mugen | Amon | Namas | Mozart | Daiki

    Dopo aver visto con i suoi occhi di rettile quali ingiurie la foresta -la più pacifica delle forme di vita- ha dovuto subire per mano del Laccio Nero, Namas giunge finalmente alla radura da cui sono partiti gli attacchi al suo accampamento... salvo scoprire i suoi nemici già sotto assedio da parte di una Volpe vestita da spadaccino -e con doti all’altezza delle sue apparenze, per quel che può scorgere- e un giovane uomo dagli occhi bianchi che non veste la divisa: hanno già steso sette uomini di Usama, non restano che otto membri del Laccio Nero e gli ingegneri in grado di manovrare l’arma.

    “Aiuta quei due.”
    dispone con prontezza il Naga, rivolgendosi a colei che lo accompagna
    “C'è bisogno che gli uomini del Laccio Nero perdano coscienza
    prima di poter influenzare le mie facoltà.”


    La donna dai corti capelli di fiamma muove un assenso col capo e mentre con grazia si sposta verso un altro settore del campo di battaglia, proprio mentre una scarica di mitra parte degli ingegneri rimasti accanto al loro cannone, che spianano i fucili contro la Kitsune e l’Egiziano; il resto, accade tutto in un attimo: Namas prende la corsa verso il cuore dello spiazzo, dribbla i cinque tecnici -intenti a fare fuoco contro i misteriosi alleati- e condensa l’Ohm nel pugno destro prima di abbatterne la violenza contro il cuore dei circuiti di quel mostro di metallo.

    Poco più in là, prima che Mugen e Amon abbiano il tempo di reagire alla sventagliata di pallottole che minaccia di trasformarli in due colabrodo, con una leggiadria che ha del surreale, le loro ombre si staccano dal suolo per sollevarsi a formare uno scudo... e là l’offensiva si infrange, lasciandoli illesi; gli otto Lacci Neri che sono invece stati testimoni di quello stesso sortilegio, ora crollano al suolo in pozze di sangue, che sgorga copioso da dove tentacoli di ombra li hanno trafitti.

    Un fiotto di scintille si leva dal quadro comandi dell’arma in segno di resa, accompagnato da un denso fumo acre che si sparge dal foro che ha perpetrato nell’arma nemica, e il Naga ripiega verso la radura mentre la Rossa percorre con movimenti leggeri -come un passo di danza- il corridoio ideale che separa la zona presa dalla Volpe da quella difesa dallo Scorpione; punta verso il limitare degli alberi... da cui sono appena sbucati fuori altri invasori dei Cinque Picchi.

    Questi sono vestiti da samurai, e hanno l’aria di essere ben più esperti e coriacei degli altri, ma la danzatrice sembra ugualmente curiosa di scoprire quanto possono resistere le loro corazze.

    « Siete in tanti... meglio sfoltirvi subito. »

    Con sinuosi movimenti delle braccia, la donna conferisce nuovamente vita alle ombre dei soldati, tramutando quelle di otto di loro in lame pronte ad ucciderli... peccato solo che, tra i “fortunati” ci siano anche i due infiltrati.




    Straight to the Point

    Con un pò di fatica, sono riuscita a radunarvi tutti nello stesso posto =D
    Bene, nel caso non sia chiaro, gli attacchi di Amon, Mugen e Namas sono andati a segno, quindi i soldati presenti nella radura sono stati praticamente sgominati: restano solo cinque soldati semplici, che in vero sono solo i tecnici che sapevano far funzionare l’arma.
    Subito dopo, però, arrivano altri 20 uomini dell’Ovest (di cui 4 sono Lacci Neri), in armatura completa da Samurai; scambiandoli per nemici, la PNG con i capelli rossi li attacca insieme ad altri sei del contingente.
    A voi carta bianca su cosa fare: resta ancora una dozzina di nemici da abbattere.

    Se ci sono domande o qualcosa non è chiaro, postate tutto in bacheca.
    La scadenza è fissata per sabato, 15 dicembre.

     
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    Per fortuna quel manipolo di scemi non aveva scoperto l'abilissimo travestimento del Cavaliere e della Principessa. Eppure, benché avesse tentato più volte, Mozart s'avvide dell'impossibilità di separarsi dal gruppo, cosa che lo costrinse non solo a seguire il plotone in una marcia tediosa e decisamente sfibrante, quanto perfino nell'immischiarsi in una schermaglia in cui poteva benissimo fare la fine del pollo: trafitto a morte da quelli che doveva aiutare.

    » Stammi vicino, qui si mette male! «

    Avrebbe detto, galantuomo com'era, per assicurarsi che la giovane fanciulla uscisse indenne dalla situazione. Così cercando di tenerla vicino al suo fianco, si inoltrò in quella spaventosa situazione: il marasma della battaglia era retto solo dal suono delle magie lanciate da entrambe le postazioni. E per quanto riguardava la sua, vide partire contro se e gli altri samurai otto speroni di tenebra. A questo cercò subito di porre rimedio, senza però dare altrettanto favore ai presunti compagni. Quindi due rovi s'ersero a difesa sua e di Sarah, sgominando solo i due attacchi a loro diretti. A quel punto, stracciandosi da dosso le vesti dei nemici si fece avanti, volendo trovare contatto con la donna e parlarle.

    » Il mio nome è Mozart e vengo a nome di Dama Kalia, Alfiere dell'Est! Con me c'è anche Sarah, non siamo nemici! «

    Un grido accorato, speranzoso di non trovare ostilità.
    In quel momento, era meglio per loro rivelarsi come alleati che farsi uccidere come nemici.

    LegendaStatus Fisico: In ottimo stato (100%).
    Status Emotivo: Preoccupato.
    Danni Subiti: Nessuno
    Mana Totale: (100%).
    Mana Consumato: (10%).

    EquipGold Cloth di Pisces
    { -corazza d'oro
    -passiva di semi-indistruttibilità valida per i soli attacchi senza consumo
    -passiva di bagliore accecante }

    Lancia d'Oro
    { lancia facente parte dell'Armatura, lunga 3 mt. }

    Flauto delle Vuote Melodie
    { flauto only gdr }

    Elenco Passive
    Seventh Sense
    { passiva mana + 10% }

    The Graceful Death
    { passiva influenza psicologica (paura di morire) }

    Fly me to the Moon
    { passiva di volo }

    Attive Usate

    Souverain de Ronce ~ signore dei tralci e delle spine
    Al cosmo del Mozart rispondono rovi e rampicanti1 di vario genere, spesso coperti di spine o aculei possenti. Di questi egli può disporre come più gli aggrada, e nei modi più disparati. Il loro raggio d'azione (4 metri a Basso, 6 a Medio, 10 ad Alto e 15 a Critico) ha il Cavaliere come centro, ed, pur dipartendo esclusivamente da lui, entro tali limiti potranno emergere ove questi lo desidera (o animarsi, se sono già presenti in campo). Sempre in virtù dell'energia profusa, è possibile disporre di più rovi (4 elementi a Basso, 6 2 a Medio, 8 ad Alto e 10 a Critico) aizzandoli contro un bersaglio così come la fantasia vuole: per stritolare, per fustigare, per aggrapparsi, per difendersi, per strangolare... L'unico limite alla versatilità di questa tecnica è Mozart stesso, oltre che la quantità di Cosmo a sua disposizione.
    { Attiva Consumo Variabile Medio1 }

     
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    Sperava che le cose andassero meglio, ma quei soldati si rivelarono meno loquaci del previsto e lei non poteva certo arrischiarsi a prendere la parola. Anche avesse cercato di imitare una voce profonda, poteva rischiare di tornare a parlare normalmente in un momento di distrazione e probabilmente non le avrebbero nemmeno risposto.
    Forse non era stata una buona idea infiltrarsi tra le fila dell'Ovest. Dovevano trovare il momento giusto per andarsene... peccato che a formazione fosse incredibilmente uniforme e se due uomini si fossero staccati lo avrebbero notato tutti!
    Le cose si stavano facendo più complicate e l'unica cosa che potevano fare era aspettare pazientemente un'occasione buona per fuggire, mentre l'inquietante rumore delle esplosioni scandiva la marcia.

    Era un ora che stavano andando avanti e non si era ancora presentata l'occasione buona! Iniziava a temere che le cose potessero diventare ancor più complicate. E se fossero finiti in un posto dove vi erano ancora più soldati? E se avessero voluto accertarsi della loro identità?
    Iniziò a maledirsi per essersi diretta verso quel focolare senza riflettere un attimo. Avrebbe potuto essere qualsiasi cosa e per la sua pessima abitudine di dover per forza andare a controllare stava rischiando di ostacolare la missione. Sospirò, rendendosi per una volta conto di quanto fossero stupidi certi suoi atteggiamenti, anche se era consapevole che non avrebbe mai potuto farne a meno.
    Poi tutto cambiò improvvisamente: un'esplosione vicinissima coprì il rumore dei passi dei marcianti e grida di rabbia e di dolore si profilarono a qualche decine di metri, anticipando tutti gli altri rumori di guerra.
    " Forza, uomini!"
    Aspetta, aspetta... non avrebbero mica dovuto combattere? No, no, no! Non poteva andare così: sarebbe stato il peggior imprevisto che potesse mai capitargli! Avevano un compito da svolgere e rimanere coinvolti in una battaglia rischiava di mandarlo a monte.
    " I nostri valorosi compagni devono essere sotto attacco: andiamo ad aiutarli!"
    Splendido! Che succedeva poi se dopo il combattimento uno dei due non era più in grado di continuare? Tralasciando il pericolo che stavano correndo, stavano trascurando la loro missione e aiutando i loro nemici... Ha, che bella prospettiva! Tra l'altro i nemici del laccio nero potevano essere dei loro potenziali alleati.
    Un momento, ma certo! Se era come diceva il comandante a cavallo, quello doveva essere un esercito ribelle e se così fosse stato, allora avrebbero potuto finalmente ottenere degli appoggi. Sicuramente la gente locale conosceva bene il presidio e avrebbe potuto indicare loro la via più breve per raggiungere l'entità nascosta nella foresta e se fosse riuscita in qualche modo a mettersi in contatto con l'Est, sarebbe stato possibile pianificare un'azione congiunta.
    Si, ma come chiarire tutto durante la confusione della battaglia? C'era il rischio che i potenziali alleati continuassero ad attaccarli e contemporaneamente che anche le milizie dell'Ovest iniziassero a diventare ostili. Senza contare che Mozart avrebbe potuto voler restare infiltrato nelle loro file. Che fosse il caso di aspettare semplicemente a vedere che succedeva?
    Non ebbe il tempo di pensarci, perché dopo pochi istanti si trovò immersa nel combattimento. La prima minaccia sembrò essere una donna dai capelli rossi, che mosse le mani un un modo parecchio bizzarro, erse una barriera per i propri alleati, per poi contrattaccare in maniera analoga.
    Eh? Stava usando la sua stessa ombra per cercare di infilzarla? Maledizione, questo genere di cose la mandavano proprio su tutte le furie! Doveva ringraziare il cielo che fosse nemica dei suoi nemici, altrimenti gliele avrebbe suonate di santa ragione.
    Comunque, prima ancora che potesse innalzare la barriera, il cavaliere pensò a proteggere entrambi e ciò non le sbollì certo la rabbia. Come? Pensava che non fosse in grado di difendersi da sola? Ma si che lo era, anzi avrebbe potuto anche lei avrebbe potuto fermare quell'attacco per entrambi, solo che non poteva dimostrarlo se veniva anticipata!
    E mentre Sarah era in preda ai soliti complessi di inferiorità, il ragazzo decise di rivelare chi fossero.
    " Il mio nome è Mozart e vengo a nome di Dama Kalia, Alfiere dell'Est! Con me c'è anche Sarah, non siamo nemici!"
    Aveva rivelato chi erano in mezzo ai nemici, quello sì che era folle. D'accordo, d'accordo, anche lei faceva spesso enormi stupidaggini, ma non sarebbe arrivata al punto di pronunciare il nome della Dama Azzurra e i loro rispettivi.
    Insomma, nel peggiore dei casi quella frase poteva azzerare le già basse possibilità di riuscire a trattare in qualche modo con l'attuale governo dell'Ovest, almeno con lei autorità dell'Est!
    Ad ogni modo, tra le poche cose che poteva fare c'era togliersi l'elmo e confermare la sua stessa identità, sperando che i loro "nuovi alleati" non li attaccassero e dessero loro man forte, oltre che dare una sonora botta in testa al comandante per impedire di lanciar loro addosso i suoi uomini.
    E fu proprio quello che fece. Subito dopo aver rimosso quella parte di armatura evocò un enling armato di mazza che si diresse in volo, emettendo una tenue luce blu, verso l'uomo a cavallo. Anche se aveva probabilmente un elmo, un colpo alla testa dato da un'arma avrebbe fatto lo stesso male. Se fosse riuscito a stordirlo tutta la sua squadra sarebbe riuscita a coordinarsi e forse avrebbe potuto farci anche una piccola chiacchierata dopo la battaglia.

    gif

    Avevo seguito il gruppo da più di un'ora, senza che accadesse nulla di importante, a parte le cannonate lontane. Nonostante ciò ero perfettamente consapevole che quel gruppo di uomini potesse stare andando verso una battaglia e la cosa non avrebbe certo facilitato il mio compito.
    Proprio in quel momento sentii dei rumori di guerra e la squadra si mosse come previsto. Continuando a muovermi tra gli alberi e portandomi presso il luogo della scena. Tra i vari scontri, i samurai e le creature silvane, vi fu una cosa che mi colpì: una donna dai capelli rossi respinse con estrema facilità una poderosa offensiva, per poi attivare un incantesimo d'attacco davvero astuto. Ero piacevolmente colpita da quella ragazza: era una grande combattente e se non fossimo state nei pressi di una sanguinosa battaglia mi sarebbe piaciuto misurami con lei.
    Purtroppo avevo ben altre cose a cui pensare: c'erano due perone infiltrate tra i samurai e non sapevo dovere fossero. Non potevo neanche cercare di aiutarle attaccando l'armata avversaria: erano in troppi e se mi avessero scoperto sarei stata nei guai.
    Proprio in quel momento però, il ragazzo biondo rivelò lui e la sua compagna di viaggio, facendo una mossa a dir poco avventata. Subito dopo erse una difesa per proteggersi e coprire anche la principessa.
    Ah ecco: lo sapevo che quella ragazza non era lì per combattere. Una come lei non era sicuramente in grado di proteggersi da sol...

    !

    Maledizione, a momenti ci rimanevo secca! Distratta mi accorsi solo all'ultimo momento che un colpo vagante stava arrivando verso di me. Ero riuscita a spostarmi, ma non abbastanza in fretta da uscirne illesa.
    Tastai il fianco e poi guardai le dita lievemente sporche di rosso. Non era niente; solo una ferita superficiale.
    Status psichico: Concentrata
    Status fisico: Ottimale
    Energia: 95% (100 - 5)
    Equipaggiamento: La punta d'argento (Spada)
    Si tratta di una comunissima spada impugnabile a una e due mani, lunga più di un metro e abbastanza leggera. Non presenta particolari lavorazioni e ha una forma molto sobria, badando più alla praticità e alla maneggevolezza che all'aspetto.
    Il nome deriva dalla tonalità di colore dell'acciaio dell'arma.

    Passive in uso

    Il carisma di una principessa: Sia per il suo aspetto, che per i suoi modi, ma soprattutto perché sa come prendere le persone, Sarah risulterà estremamente carismatica. Basterà vederla o avercela vicino per sentire come un'aura che spingerà chi è attorno a lei a partire ben disposto nei suoi confronti, ad avere un punto di riferimento, ad ascoltarla volentieri e a considerare i suoi consigli allettanti, indipendentemente dalla situazione.
    Chi subisce l'abilità è libero di descrivere cosa la colpisce della ragazza e come reagisce all'influenza che è semplicemente emozionale e non può controllare la volontà altrui.
    L'abilità non è altro che una passiva di influenza mentale, che può essere attivata o disattivata a piacimento da lei, a seconda del modo in cui decida di approcciarsi con gli altri.

    La delicatezza di una principessa: Chiunque abbia mai letto un libro per bambini sa che le principesse delle fiabe sono delle creature talmente graziose e delicate che nemmeno il più crudele degli antagonisti ha mai osato alzare un dito su di loro; limitandosi a rinchiuderle nella torre di un qualche castello, piuttosto che far conoscere loro il dolore.
    Tuttavia Sarah un tempo era un ragazzo che sognava (e sogna tutt'ora) di diventare come uno degli eroi storici o, perché no, dei racconti. E si sa che tutti i paladini della giustizia hanno una dote innata a cacciarsi nei guai; tanto che nemmeno il più paziente degli aiutanti non può trattenersi dal dargliene di santa ragione per tutte le disavventure in cui si lasciano coinvolgere.
    Come può Sarah, vista la sua attitudine a mettersi nei pasticci, non conoscere il dolore come tutte le altre principesse? Semplicemente non provandolo.
    Infatti, al suo posto la fanciulla sentirà una sensazione né piacevole, né spiacevole che l'avvertirà di essere stata ferita o colpita in qualche modo. Tuttavia, non sentendo male potrebbe essere indotta ad un'eccessiva spavalderia, col rischio di allargare le ferite, pur essendo consapevolissima del danno.
    Volendo l'abilità può essere disattivata, facendole sentire dolore come tutti. Ma occorre specificarlo all'inizio della scena.

    Attive in uso

    Le ali di Einheit: È difficile non ricordarsi il giorno in cui un gran numero di enling (creature dall'aspetto umano e che viaggiano e vivono tra le dimensioni) arrivarono sul principato, in cerca di un luogo dove rifugiarsi dai loro nemici.
    Dopo la piccola vicenda il nuovi arrivati decisero di rimanere permanentemente ad Einheit, vivendo assieme al resto della popolazione.
    Mantenendo fede alla loro promessa, hanno insegnato le loro conoscenze magiche e si sono impegnati a proteggere il luogo dove ora vivono. Perciò Sarah ora può contare su un nuovo tipo di evocazione che ha la possibilità di volare.
    La fanciulla potrà chiamare un numero variabile di enling o di persone che hanno appreso le loro arti (a seconda del consumo fino a un massimo di: quattro, sei, otto e dieci), in grado di volare ed equipaggiati principalmente con armi medievali e tenerli in campo uno o due turni (a sua discrezione).
    Ovviamente le loro capacità delle singole unità saranno proporzionate ai consumi e distribuite a seconda del numero di evocazioni e dei turni in cui rimarranno in campo.
    Consumo: Variabile Basso (Evocato uno)


    Famigli/Pet in uso ----> Rachel

    Il seguito di una principessa: Note come "Il seguito", "Le cortigiane" o "Le ancelle di Einheit"; queste ragazze sono l'orgoglio del principato. Assistono Sarah nelle sue mansioni, in sua assenza governano loro la nazione e forse sono le sue migliori amiche.
    Non tutte sanno combattere e non è troppo difficile accorgersene dato che chi ne è in grado può reggere molto bene una battaglia, mentre le altre in genere possono venire stese da un banale pugno.
    Sarah potrà portare con se una di queste ogni volta che si avventurerà su Endlos, che potrà aiutarla in svariati modi, usare abilità non superiori a potenza media (grazie all'energia della ragazza) e anche supportarla in battaglia se in grado di combattere.
    Se una di queste fanciulle viene gravemente ferita, perde i sensi o le viene arrecato qualche altro tipo di danno grave, scompare in una nuvola di fumo e torna ad Einheit.

    Status fisico Pet: Leggermente ferita al fianco, per via di una piccola esplosione presa di striscio
    Equipaggiamento Pet

    Arco e Faretra: Un armamentario base, composto di un arco medio e di una faretra per portare le frecce. Salvo particolari eccezioni, d'ordinanza vengono assegnate cinque frecce.
    Queste armi sono solitamente molto sobrie e prive di decorazioni, badando più alla praticità e al mimetismo che all'aspetto estetico. Vengono usate da alcune schiere dell'esercito e da parte delle ancelle che si occupano della sicurezza al castello. [2pt]

    Mantello dell'anonimato: Realizzato dall'ancella di Sarah più abile in tessitura. Apparentemente è un banale mantello nero in una stoffa comune, munito di cappuccio (ricorda vagamente una tunica per intenderci).
    Possiede però una capacità davvero interessante: quello di rendere trascurabile e poco degno di attenzione chiunque lo indossi. Chi vedrà una persona indossante tale abito tenderà ad ignorarla e non vorrà perdere il suo tempo con lei, come se fosse un tipo che non conosce e che non gli serva assolutamente fermare.
    Si tratti di una forestiero in cerca di informazioni, di un investigatore, di un rapinatore in cerca di vittime, se incontrerà una persona con quel mantello la ignorerà e rivolgerà la sua attenzione altrove, a meno che non sia quella persona a fare la sua mossa.
    L'effetto del vestito non è altro che un'influenza psicologica e quindi contrastabile con un adeguata difesa.
    È possibile anche annullare gli effetti del senza toglierselo in due modi: o tirando indietro il cappuccio e tendendo un lembo capo d'abbigliamento, oppure perdendo conoscenza.
    [Oggetto + Passiva]
     
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    Il ruggito del Mostro esplose nella radura annunciando la sua furia. Erano stati proprio loro ad evocare quel Mostro e adesso avrebbero pagato il prezzo col sangue. La bestia ferita, più nello spirito che nella carne, calò su di loro aiutato da Amon, il misterioso guardiano del bosco dagli occhi bianchi che gli aveva offerto aiuto.

    La sua lama si mosse due volte, addentando e squarciando, il sangue cominciava a fluire. Il demone riuscì a scaraventare via un terzo soldato prima che i restanti si rendessero realmente di cosa stesse succedendo ed avviassero il contrattacco. Dal canto suo anche Amon stava facendo piazza pulita dei suoi avversari, rivelandosi un temibile guerriero. Decisamente preferibile come amico che come nemico.

    Volpe e Uomo non erano gli unici ad essere giunti in quel luogo, altri due strani individui comparvero ai limiti delle loro percezioni. Un uomo e una donna dai capelli rossi. Ma non poteva concentrarsi su quei due, era in corso una battaglia!
    I compagni dei caduti non ci misero molto a rispondere all'assalto con quei loro congegni di metallo. Una scarica di piombo piovve su di loro. Un istante. Non ebbe modo di agire in tempo, sapeva come affrontare quei colpi. Tuttavia la sua ombra prese vita e si frappose come scudo tra la Volpe e i proiettili diretti a lui. I giganteschi occhi dorati erano sgranati per l'incredulità. Che cosa diavolo era successo?

    Intanto rapido e sfuggente uno dei due figuri scivolò tra i tecnici coi fucili in pugno per affondare un potente colpo al macchinario che loro tentavano di proteggere. In più gli otto uomini dal laccio nero crollarono trafitti da tentacoli d'ombra. Lo stesso arcano e sinistro prodigio che lo aveva protetto aveva posto fine alla loro vita. Fu solo in quel momento che cominciò a realizzare in pieno che in quella battaglia erano scese in campo nuove forze, che per il momento avevano deciso di spalleggiarli.
    Li avevano aiutati ma era troppo presto per stabilire se fossero amici o nemici. Meglio tenere sott'occhio la proprio ombra...

    Restava quel gruppo sparuto di tecnici. Li avrebbe passati volentieri a fil di spada, uno per uno. Ringhiante e con la spada in pugno era pronto ad avventarsi su di loro. Ma se nuovi poteri si erano uniti a loro anche i soldati ricevettero rinforzi. Un nuovo contingente irruppe nella radura, una ventina di soldati armati vestiti come samurai. Sembravano decisamente guerrieri più esperti di quelli finora affrontati, o per lo meno sembravano molto più pericolosi di quelli rimasti attorno alla macchina.

    Mugen Fudo decise di rivolgere loro la proprio furia. Gli otto caduti del laccio nero gli erano stati tolti e in più preferiva agire subito prima di rischiare di essere circondato da quel folto gruppo di nemici.
    Anche la donna sembrò muoversi contro di loro.

    Allora la Volpe Rossa si voltò scivolando verso i nuovi venuti, ringhiante e assetato anche del loro sangue. La distanza che li separava si accorciava ad ogni istante, le labbra ferine tremolanti. Quando pochi metri li separavano aveva già scelto le sue prede.

    Tre soldati.
    Convinto o meno, evitò l'uomo e la ragazza che avevano dichiarato di non appartenere a quella risma.

    Le fauci vibrarono e si chiusero accompagnate da un ringhio basso e agghiacciante. Addentò l'aria mentre i suoi occhi fissavano la prima delle sue prede. Fosse stato un uomo saggio avrebbe già cominciato a temere la furia e la potenza del suo morso, non fosse altro perché le zanne della belva non si accontentavano di mordere la sola aria. La potenza di quelle zanne continuò a propagarsi verso la preda, una tagliola eterea diretta alla spalla del soldato pronta a chiudersi e dilaniarne le carni.

    Non sarebbe stato l'unico a ricevere il morso. In uno scatto le zanne si chiusero nuovamente e un nuovo morso volò verso il collo della seconda vittima.

    Ormai era vicino, il terzo soldato avrebbe incontrato la lama affilata, pronta ad affondargli in pieno petto.

    La battaglia proseguiva...

    CITAZIONE
    Condizioni fisiche: ferita al fianco destro
    Condizioni psicologiche: deciso e dolorante
    Energie: 85%-5%-5%=75%
    Note: Utilizzo due volte Zanne implacabili (due bassi) e tento un affondo :flwr:

    Tecniche utilizzate:
    ~Zanne Implacabili
    Il morso di una belva non è mai cosa da sottovalutare, in particolare se si tratta del terribile morso di un grosso demone volpe come Mugen Fudo. Accompagnato da un ringhio inquietante la Volpe Rossa azzanna in uno scatto l'aria davanti a lui e la potenza del morso non si arresta. Si crea infatti una tagliola eterea, grande quanto le fauci della Volpe, che comincia a muoversi rapida verso il bersaglio. Un morso tenace e affamato di sangue che riesce a procedere per diversi metri prima di estinguersi. Nel qual caso riuscisse a raggiungere la vittima questi si ritroverebbe sul corpo gli stessi danni che avrebbe ricevuto da un'azzannata diretta.

    Consumo: Variabile Durata: istantanea

    Passive:
    ~Retaggio di una volpe Rossa:
    Che cos'è esattamente un demone volpe? Nessuno lo sa con esattezza, ne esistono varie razze, varie tribù e una moltitudine di sottospecie... sebbene siano molto difficili da incontrare, creature furbe e sfuggenti. La varietà a cui appartiene Mugen ha molti tratti in comune con la comune volpe rossa selvatica, una descrizione spicciola porta infatti a definirlo come una grossa volpe dalla postura eretta, col pollice opponibile e in grado di parlare. Inoltre un demone volpe ha un ciclo vitale molto molto lungo, infatti Mugen, con qualche centinaio di anni, è da considerarsi nel pieno della giovinezza. Non è chiaro cosa accada ad un demone volpe una volta invecchiando... si sa solo che il suo manto diventa completamente bianco e abbandona il branco dei più giovani per andare chissà dove. O almeno è questo che si crede, uno strano meccanismo si innesca nelle giovani volpi nei confronti dei membri anziani, o per lo meno nei confronti dei membri anziani che hanno superato la Soglia. Non riescono più a ricordarsi di loro, o meglio non riescono a focalizzare l'attenzione su coloro che hanno superato la Soglia. Per questo si parla di Soglia, una sorta di soglia dell'esistenza. Certo ci si ricorda della vita trascorsa insieme e delle imprese compiute da un membro scomparso, ma ad un certo punto questi scompare nell'oblio ed è anche difficile da individuare il momento esatto in cui avviene l'attraversamento della Soglia. Si tramanda inoltre di incontri con volpi bianche nel corso dei secoli e in momenti particolari della storia, ma i racconti sono tutti un po' vaghi e si perdono nel ricco folklore delle volpi rosse.
    Come detto un demone volpe è una creatura fuori dall'ordinario, i loro sensi sono superiori a quelli di un qualsiasi umano. Sono in grado di fiutare ed identificare una qualsiasi creatura in un raggio d'azione estremamente ampio e seguire una traccia per loro è estremamente facile.
    Se non bastasse sono creature forti e veloci, in grado di affrontare qualsiasi avversità. Le loro capacità uditive si estendono oltre l'immaginabile, un demone volpe riesce facilmente a distinguere il battito di un cuore e un sussurro appena sospirato in un raggio d'azione di decine forse centinaia di metri...Inoltre dispongono di micidiali armi naturali: artigli in grado di lacerare la carne e zanne in grado di spappolare le ossa. Non bisogna lasciarsi ingannare se spesso si mostrano come esseri bonari e pacifici. Una volta fiutata la preda, difficilmente la lasciano andare...
    [Bonus forza +50% (5 punti), Olfatto iper sviluppato raggio d'azione: 30 metri in duello (5 punti), zanne e artigli (2 punti); Caratteristiche bloccate: Vista notturna, udito iper sviluppato (5 punti)]

    ~Reliquie di una volpe Bianca:
    Mugen è uno dei pochi che può vantare di aver incontrato una Volpe Bianca nella sua vita. Forse perché i più se ne dimenticano. In realtà anche lui dubita di quanto avvenuto e dei vaghi ricordi che ha dell'incontro, se non fosse che quell'incontro gli ha lasciato una prova tangibile. Infatti l'unica certezza della Volpe Rossa è il dono ricevuto dalla misteriosa Volpe Bianca: il velo. Un nome sibillino per una reliquia altrettanto enigmatica. Il velo ha l'aspetto di un haori bianco, che al tatto sembra fatto di seta. Nessuno potrebbe mai sospettare l'origine indefinita di un tale manufatto né tanto meno indovinare il suo potere latente. Oltre ad essere baluardo e prova di un'esperienza vissuta l'haori dona a chi lo indossa straordinarie capacità. Mugen ha infatti scoperto che indossando l'haori può facilmente fluttuare in aria, come se fosse privo di peso, come se fosse uno fantasma...
    [Abilità passiva di volo (1+5 punti), altre particolarità per ora sconosciute]


    Equip:

    ~Lama di una Volpe guerriera:
    Mugen è sempre accompagnato dalla sua spada. Realizzata in acciaio itemprato, si tratta di un arma di ottima fattura. La lama raggiunge i 120 cm di lunghezza, perfetta e bilanciata. Ha uno spessore di 1.7 cm nella sezione centrale. La lama si assottiglia sempre più verso i bordi, creando un doppio filo estremamente tagliente di appena un mm ed una terribile punta acuminata. E' dotata di guardia sempre in acciaio da 15 cm, e di un elsa di 25 cm, che permette un’impugnatura comoda e salda. L’intero oggetto ha una colorazione grigiastra. La spada è stata bene studiata per quanto riguarda il peso, che non supera i due chilogrammi. Normalmente riposta nel suo fodero grigio senza particolari ornamenti, che la volpe tiene al fianco sinistro. Uno strumento valido e funzionale.


    ~Bokken di Fanedell
    Non con il solo acciaio combatte il samurai e benché il Demone Volpe abbia con sé delle vere e proprie armi naturali, Fanedell gli ha fornito ciò che accompagna tradizionalmente l’addestramento dei samurai e anche alcune delle battaglie successive al completamento della sua formazione: una spada di legno dalla forma e dalle dimensioni di quella delle armi più tipicamente usate dai samurai. Tuttavia questo non è un mero pezzo di legno, per quanto pregiato, ma ha altresì una proprietà particolare: se impugnato e con la previa spesa di un quantitativo Variabile di energia, l’arma può allungarsi di altri tre, cinque, sette o dieci metri, risultando così utile in svariate situazioni, anche non prettamente combattive.

     
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    Non aveva capito cosa le sue vittime avessero detto, ma non importava.
    Gli aveva lanciato contro il suo colpo per destabilizzarli e trascinarli nella furia omicida del suo vento, con quella tecnica che con tanta fatica aveva appreso nel caldissimo deserto del suo paese natio. Come tante piccole formichine, le guardie si erano raggruppate tutt’intorno i tecnici e la macchina infernale al fine di proteggerla dall’assalto suo e del suo nuovo amico, ma a quanto sembrava i ranghi non erano poi così serrati come volevano far credere loro.
    Un’occhiata fugace gli aveva permesso d’individuare tanti giovani all’interno di quella ‘muraglia’, ma era alquanto evidente che si trattava di sbarbatelli alla prima esperienza; magari qualcuno poteva anche avere la sua età, ma lui era abituato a combattere sin da piccolo, quindi non faceva assolutamente testo.
    Poco prima di rilasciare il suo colpo sorrise arcigno, come se una vecchia sensazione, una vecchia emozione si fosse impossessata di lui: era un qualcosa di tremendamente differente da quando aveva combattuto per liberare proprio quel bosco dalle lordure delle streghe. Era il sentimento della battaglia che fremeva nel suo petto dopo tutta quella calma e, in un certo senso, agognava l’arrivo dei nemici nei confini di Kijani Fahari proprio per rimettersi in gioco e mostrare a quel mondo che aveva ancora la forza di combattere.
    Aveva passato interi giorni immerso nella natura ad allenarsi e ad impratichirsi ancor di più con il Respiro Divino, impratichendosi sempre di più nell’utilizzo delle sue tecniche d’attacco e di difesa, in modo da trovarsi sempre pronto a difendere la sua signora ed il bosco stesso. Ora ne aveva la possibilità.



    Il colpo, infine, era stato lanciato, sbaragliando completamente gli avversari cui era stato rivolto.
    Nessuno sembrava essere scampato alla sua furia, almeno di quelli che aveva puntato, ma sapeva bene che non doveva abbassare la guardia, perché ben altre guardie sarebbero giunte a sopperire al vuoto di quelle appena sbaragliate, portandoli ancora in una situazione di inferiorità numerica che avevano a malapena ridotto proprio con quell’attacco che sembrava essere stato coordinato.
    Utilizzò la sua vista speciale per guardarsi intorno, senza girare il proprio volto, ma a quanto pareva i nuovi arrivati dovevano trovarsi nel suo punto cieco, tanto che addirittura il suo udito li aveva percepiti. Si girò indietro, temendo un attacco nemico, ma ciò che ne vide furono due persone – almeno alla lontana – che parlavano l’un l’altra e proprio l’uomo sembrò dire qualcosa che sfuggiva alle sue orecchie a cui la donna aveva risposto con un cenno del capo. Neanche il tempo di girarsi, che un suono secco catturò la sua attenzione, ma ormai era già troppo tardi per frapporre qualsivoglia difesa alla sua persona.
    Si era distratto ed ora ne pagava lo scotto.
    D’altronde la battaglia era così: mai voltare le spalle ai propri nemici, perché quel folle gesto avrebbe potuto significare la fine. E lui questo lo sapeva bene, l’aveva imparato a sua spese, tanto che le cicatrici presenti sul suo corpo sembravano essere un monito, piuttosto che un vanto di sopravvivenza.
    E lui, che era veterano del campi di battaglia, assassino al soldo dello Scorpione Nero si era fatto cogliere alla sprovvista, senza poter rimandare indietro il colpo. Ma, d’altronde, anche lui era giovane ed anche lui, quando ci si metteva, era piuttosto impulsivo, se non arrogante nei suoi modi di fare.
    Per quanto gli addestramenti fossero stati duri e per quanto, almeno in parte, fossero riusciti a modellare il suo carattere in modo da meglio rispondere alle esigenze della congrega, rimaneva sempre un giovane ragazzo impulsivo, che ragionava ben poco anche nelle situazioni più disperate. E dire che la volpe lo aveva messo in guardia sulle armi che quei maledetti avevano portato con sé, ma lui aveva voluto comunque buttarsi a testa bassa in quello scontro, senza pensare alle conseguenze e non gli interessava se sarebbe potuto essere potenzialmente mortale, perché lui viveva per combattere e la sua massima aspirazione era quella di morire contro un avversario degno. Già, forse quello sarebbe stato il suo unico rimpianto: morire per chissà cosa, anziché combattere contro un avversario degno della sua spada.
    Destino impietoso, ma ormai la sua fine era giunta.

    …?!”, rimase sorpreso, senza parole quasi nell’assistere a quel miracolo.

    Davanti a lui c’era la sua ombra a fargli da scudo: ma cosa mai poteva essere?
    Come poteva la sua ombra muoversi, senziente, e difenderlo dagli altrui attacchi? Quale miracolo stava accadendo dinanzi ai suoi occhi increduli? Eppure non erano molte le cose che ormai poteva sorprenderlo, ma quella cosa surclassava di gran lunga quanto aveva visto nel breve arco della sua vita.
    Persino il grande mondo di Endlos e le sue magie sembravano oscurarsi dinanzi a quel prodigio, ma non finiva lì poiché i loro carnefici ora erano riversi al suolo, in una pozza di fango, trafitti dalla ‘medesima’ ombra che sembrava averlo protetto. Sia lui, sia Mugen.
    Aveva dell’incredibile e anche quella volta si era salvato per il rotto della cuffia. Si girò quindi verso i due che erano appena arrivati, ma non vi trovò nessuno e, anzi, sentì un rumore sordo provenire proprio dalla macchina che era stata attaccata da quell’uomo che aveva visto poc’anzi insieme alla donna.
    L’adrenalina aveva preso a scorrere con maggiore intensità nel suo corpo: poteva sentirla, ormai. Chiuse per un istante gli occhi, lasciando che l’emozione della pugna gli pulsasse vivida nel cuore, così come nella mente lasciandosi ottenebrare i sensi da quella sensazione di onnipotenza. Ora che era sopravvissuto avrebbe potuto ripagare quegli stolti con la medesima moneta: pura e sana violenza.
    La macchina infernale, dal canto suo, sembrava essere giunta al capolinea emettendo delle flebili scariche, prima d’ammutolirsi definitivamente lasciando tirare al giovane egiziano un sospiro di sollievo.
    Per il momento il bosco era salvo.

    «Non posso credere ai miei occhi: due alleati fortissimi!», esclamò urlando di gioia nella sua testa, senza farsi minimamente nessuna domanda su quale potesse essere la loro identità o le loro intenzioni, «Se non fosse stato per loro adesso sarei anch’io riverso al suolo. Sono in debito con loro.»

    Beh, non poteva essere altrimenti e non aveva alcun dubbio: erano suoi alleati.
    Anzi, loro, ma non sapeva se la volpe sarebbe stata del suo stesso avviso, visto che si trattava comunque di esseri umani, o presunti tali. Poco importava, il loro aiuto, per l’egiziano, era bene accetto e, anzi, era stato anche piuttosto provvidenziale visto che senza di loro sarebbe certamente crepato.
    Ma non c’era tempo per ringraziarli, poiché vi erano altri soldati in arrivo e stavolta sembravano essere molto più pericolosi di quelli che avevano affrontato solo pochi istanti prima; erano bardati da capo a piede con armature piuttosto strane e bizzarre, almeno dal suo punto di vista. Certo, per uno che era abituato a combattere mezzo nudo, persino degli abiti avevano un che’ di bislacco, ma bisognava sorvolare.
    Dall’aspetto sembravano essere più esperti e coriacei di quelli che avevano affrontato e, effettivamente, non è che ci volesse poi molto: finalmente una sfida all’altezza delle sue capacità.

    Non vi permetterò di insozzare oltre questo posto!”, disse rivolgendosi ai nemici.

    E corse, quindi, anche lui insieme alla volpe.
    Avrebbe scaricato su di loro le frustrazioni che lo avevano colto in quel momento e dell’affronto che aveva subito nel farsi salvare dagli altri; per quanto, infatti, fosse riconoscente ai due alleati per avergli salvato la vita, non poteva accettare un simile scenario per amor proprio.
    Era orgoglioso, troppo orgoglioso per non poter scaricare la propria rabbia su di loro e visto che ne arrivavano di nuovi, non avrebbe avuto difficoltà nello scaricare la propria forza su di loro e di certo non si sarebbe fatto scappare quella ghiotta occasione. Il suo volto sembrava essere invasato, talmente era grande il desiderio di combattere ancora, senza risparmiarsi assolutamente.
    Guardò fugacemente il guerriero che aveva colpito la macchina infernale, per poi guardare la donna che lo aveva salvato ed ora attaccava, di già, i nuovi avversari.
    Lui non sarebbe stato da meno.

    Ora vi ammazzo!”, disse caricando il potere del respiro divino nella spada.

    Si distanziò dalla volpe, in modo da non coinvolgerla nell’attacco.
    E, ancora, si allontanò rispetto alla donna in modo da non colpirla; inoltre si posizionò in modo da non coinvolgere i due che si erano svestiti dell’armatura, anche se parzialmente, e si erano palesati come loro nuovi alleati. Non sapeva se credere realmente alle loro parole, ma il fatto che fossero stati attaccati già dalla donna gli faceva presagire che non avrebbe in alcun modo dovuto preoccuparsi.
    Dopotutto, perché svestirsi e rendersi riconoscibili? Erano riusciti ad eludere quell’attacco, e questo bastava a dimostrare quanto potessero essere abili, ma si decise che non era alcun motivo di preoccuparsi di loro, perché comunque vi era già qualcun altro che lo stava facendo.
    Bisognava quindi dividersi gli uomini in modo più o meno equo e Mugen si era già data da fare, quindi perché non portare un attacco a sua volta? Frenò la sua corsa con il piede destro, facendovi perno, e scivolando un poco sul terriccio alzando un po’ di polvere. Nulla di eclatante insomma.
    Menò un fendente orizzontale da sinistra verso destra, rilasciando il Respiro Divino fino ad allora concentrato al suo interno in forma di mezzaluna frontalmente tagliando nettamente quel po’ di polvere che ancora permaneva nell’aria, con l’intento di colpire contemporaneamente tre o quattro soldati, in modo da ridurre ulteriormente il loro numero.
    Vi sarebbe riuscito?


    N O T E S

    { Critico ~ 40% . Alto ~ 20 % . Medio ~ 10 % . Basso ~ 5% }
    Energia ~ 80% - 20% = 60%
    Status Fisico~ Ottimo
    E Q U I P A G G I A M E N T O
    Lama del Destino ~ si tratta di una spada composta dai più pregiati e resistenti metalli allora in possesso alla civiltà egizia. Finemente lavorata e dalla forma inusuale per quei tempi, essa ricorda molto una khopesh per la sua forma, ma essenzialmente è molto diversa da essa. La curvatura non è esasperata come in una Khopesh, ma sembra assumere una forma più elegante. La lucente lama è lunga all'incirca 50 cm; l'elsa, lunga a sua volta 30 cm, è composta di oro e legno entrambi finemente lavorati ed intarsiati grazie ad una egregia manifattura. Perfettamente equilibrata nel suo peso risulta essere manegevole e leggera, ma al contempo abbastanza resistente ed affilata. La spada viene sempre riposta comodamente in una custodia in cuoio posta dietro la schiena, in modo da essere facilmente sguainabile in ogni situazione, anche la più difficile ed insperata.
    Oracolo della Morte ~ indubbiamente il nome gli calza a pennello in quanto questo pugnale ha portato alla morte un numero considerevole di uomini e bestie. Come per la spada, si tratta di un pugnale della più pregevole fattura, composto dai metalli più resistenti e laboriosi per fornire allo stesso una resistenza invidiabile ed un taglio formidabile. La lama è lunga all'incirca 25 cm, leggermente ricurva; il manico, invece, è lungo all'incirca 20 cm, risultando essere manegevole e confortevole per la mano, la sinistra, che deve impugnarlo. Quest'ultimo ha diversi intarsi che lo rendono unico nel suo genere, un vero gioiello agli occhi di terzi. Il pugnale è posto in una custodia in cuoio, anch'esso, posto dietro il busto con l'elsa rivolta verso l'esterno del fianco sinistro in modo da essere facilmente raggiungibile dalla mano sinistra in un moto veloce e assolutamente imprevedibile.
    F A C O L T A'
    Occhio di Ra ~ è un'abilità oculare alquanto particolare, lusso di ben pochi nella storia della setta dello Scorpione Nero e dono indiscusso delle divinità. Tale abilità, meglio conosciuta come Occhio di Ra, si manifesta in un essere umano all'età di sette anni in modo spontaneo e senza alcun preavviso. Gli occhi perdono la loro tonalità assumendo una colorazione che ricorda molto il colore di una perla, mentre le vene intorno agli stessi cominciano a gonfiarsi sino a rendersi visibili, tramutando di fatto, e parzialmente, i lineamenti del volto nel portatore. Inizialmente, appena risvegliato, gli effetti saranno piuttosto confusi e il portatore non sarà in grado, autonomamente, di affidarsi alle facoltà dell'occhio che, di fatto, costituiranno un impaccio ed un fastidio piuttosto evidente ed assolutamente pericoloso in combattimento; la vista, difatti, diventa confusa, sfocata e le facoltà donate dall'occhio tenderanno a confondersi tra di loro senza alcun preavviso creando nel portatore confusione e tremendi mal di testa che culmineranno nello svenimento di quest'ultimo. Con il tempo e con più specifici allenamenti il portatore comincia pian piano a rendersi conto delle diverse facoltà donategli dall'occhio che culminano, infine, con il completo controllo sull'abilità oculare e sulla opportunità di scelta, basata sul momento, di poter sfruttare l'una capacità, invece che l'altra. Di solito i guerrieri che hanno in dote una simile capacità oculare sono molto riflessivi ed a loro, di solito, è lasciato il compito di imbastire strategie più o meno complesse proprio in virtù delle capacità intrinseche dell'occhio. In particolare sono tre le facoltà concesse al possessore di tale abilità; tre differenti abilità sfruttabili a scelta dal custode dell'Occhio di Ra.
    • Io vedo ovunque intorno a me
      L'occhio, in questa accezione, da la possibilità di poter avere una visuale quasi completa, e discrezionale, per un raggio di 20 m intorno al custode per una gradazione di 359°. Come si è accennato, la visuale non è purtroppo completa, poiché un unico grado rimane scoperto; si tratta di un punto collocato proprio dietro la sua nuca, un cono di vuoto dal quale gli è impossibile vedere. Un piccolo malus a fronte di una capacità tutt'altro da sottovalutare.

    • Non vi sono luoghi nei quali io non possa vedere
      Il custode di questo potere è in grado di vedere oltre oggetti, cose e persone senza alcuna difficoltà di sorta. Di solito questa facoltà è strettamente collegata alla precedente in modo da fornirgli la possibilità di avere una visione completa e d'insieme dell'ambiente circostante, ma anche se utilizzata da sola può rivelarsi molto utile. Ovviamente il raggio d'azione è sempre il medesimo, in quanto oltre i 20 m di raggio, il custode sarà impossibilità ad utilizzare questa sua incredibile capacità.

    • Vedo distintamente la tua essenza
      L'ultima capacità - non per importanza, ovviamente - è quella di riuscire a vedere la parte più intima e preziosa di una persona: la sua energia o il suo flusso energetico, che dir si voglia. E' un fenomeno particolare, ed utopico per i più, che non è possibile spiegare per il tramite della scienza. Per quanto, infatti, anche le precedenti abilità non abbiano una spiegazione scientifica che possa in qualche modo svelarne l'arcano funzionamento, questa è la parte più interessante e sicuramente più utile in un combattimento corpo a corpo. Nello specifico, l'energia verrà vista sotto forma di un flusso che, per assonanza, ricorda molto l'apparato circolatorio sanguigno: un fittissimo reticolo che attraversa tutto il corpo della creatura. E' precipuo notare come l'energia s'ammassi ove, di consuetudine, sono ubicati gli organi vitali e questo è già molto importante in quanto, di solito, una illusione non è così raffinata e precisa - intendendo, comunque, illusioni ambientali di livello medio - da replicare perfettamente un flusso circolatorio così congegnato, in modo da consentire al custode di distinguere il vero dal falso. Inoltre, poter vedere il flusso energetico altrui consente di capire quando un avversario è in procinto di attaccare, in quanto a seconda delle stimolazioni e della concentrazione del flusso negli arti è possibile far comprendere al custode quando il proprio avversario stia per attaccare; infatti, a seconda di come verrà strutturato l'attacco, il flusso energetico - agli occhi del custode - subirà una repentina accelerazione nel suo corso. Questa facoltà risulta essere molto importante anche per far fronte alle becere manipolazioni della realtà - illusioni ambientali, ovviamente - che circondano il custode, riuscendo a svelarle con puntualità. Con uno sforzo ulteriore - e, pertanto, con un conseguente dispendio di energie - è possibile svelare anche manipolazioni della realtà più potenti, che ad una prima (s)vista potrebbero ingannarlo [Consumo Alto].
      Agli occhi del custode il flusso energetico ha un colore che differisce, spesso, in ordine alla razza della creatura cui appartiene, facendogli comprendere quindi se si trova davanti ad altri esseri umani, oppure a demoni, angeli ecc.
    Essere un adepto dello Scorpione Nero ~ richiede capacità fisiche fuori del normale, indubbiamente superiori alle capacità di un semplice essere umano. I guerrieri in questione sono addestrati sin dalla più tenera età a sopportare pesi eccessivi, in modo da essere temprati per le future ed estenuanti battaglie in cui saranno coinvolti una volta cresciuti. Amon, in particolare, è riuscito a sviluppare una forza sorprendente, il che lo rende abbastanza pericoloso nel combattimento corpo a corpo. La forza, però, da sola non è tutto e infatti Amon è riuscito a rendere il proprio corpo resistente agli urti ed agli attacchi altrui – se corroborata da una tecnica difensiva, ovviamente – risultando pertanto un ostico avversario.[+ 50% Forza; +50% Resistenza - Abilità Passiva]
    P O T E R I
    Raggio di Ra
    È una tecnica molto potente poiché Amon lascia che il Respiro Divino attraverso il suo corpo, per poi farlo confluire nelle braccia e nella mano che impugna la spada, per poi farlo confluire in questa e generare così l’attacco che si paleserà agli occhi altrui in forma di mezzaluna color azzurro dalle capacità taglienti impressionanti, tali da avere l’ardire di provocare nei propri avversari danni ingenti dovuti alla particolarità dell’attacco stesso. Come già detto è un attacco molto potente vista la quantità di energia in esso instillata. [Consumo Alto]

    Note a margine ~ Scusatemi, scusatemi, scusatemi. :(
    Comunque provo a colpire 3, anche 4 se riesco, soldati. =)
     
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    deva


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    L'impatto col macchinario fece vibrare di ritorno l'animo del Nagavandari: sentì il gelo dell'acciaio, il ronzìo del fulmine scorrere avanti ed indietro, rianimare le particelle della sua linfa. Ma il gelo, quello sì che fece impressione su Namas, marchiando
    -a freddo-
    la consapevolezza di avere a che fare con uomini di ghiaccio.
    Senza alcun fuoco interiore.


    “Beesech, non attaccare l'uomo e la ragazza!
    E cerca di non spargere troppo sangue...”


    Che richiesta poteva essere quella?
    Come poteva in cuor suo domandare ad un'estranea, della quale si fidava per la concomitanza di esperienze vissute in quei giorni così a ridosso della lotta, un tale atto di rinuncia?
    Senza neppure conoscerne l'origine e i motivi che
    -assieme ad altri compagni-
    l'avevano spinta a rischiare la propria vita per lui, per la loro causa.

    Mentre a poca distanza i due guerrieri, di fattezze differenti ma mossi entrambi da una luce interiore che poteva far invidia a molti cavalieri o combattenti dell'intero Presidio, mulinavano le loro armi e la loro furia contro i nuovi giunti, proprio quest'ultimi rinforzi
    -spiegati davanti a loro e vittime dei talenti oscuri della donna-
    assaggiavano l'amaro di una preannunciata e verosimile caduta in battaglia.
    Voltò il capo, contornato da una corona di capelli corvini, squadrando il miscuglio di emozioni che dipingevano una turbolenza di ohm nei flussi percepiti dall'Atharvaveda.


    “Voi, gettate via i vostri marchingegni.
    Non esiterò a togliervi la vita, se fosse necessario.”


    Dare le spalle a quel manipolo di uomini rimasti a gestire il macchinario non era stato un gesto di follìa od eccesso di confidenza: semplicemente, per i più acuti, avrebbe testimoniato il chiaro messaggio dell'uomo-serpente...ovvero che in quella guerra da loro scatenata, non c'era spazio per la pietà o la compassione.
    Non verso chi si ostinava a rimanere vittima di un'oscura e tetra gabbia di ideali malati.
    Fece qualche passo verso la donna, ponderando la possibilità di partecipare lui stesso alla colluttazione, rigettando subito dopo l'ipotesi: sapeva che far esprimere una parte del loro potenziale sarebbe stato sufficiente a guadagnare l'attenzione dei pochi sopravvissuti.
    La scelta era semplice: vivere e parlare oppure morire e tacere.
    Per sempre.


    “Anche voi, arrendetevi. Subito!”

    Il Bosco udì il sibilo di serpente più forte che alcun orecchio avesse mai sentito.

    Status fisico: ///.
    Ohm: 80%
    Equip: nessuno;
    Abilità passive: Rigveda (FRZ+50%), Samaveda (RES+50%), Pranava (articolazioni snodabili); Yajurveda (doti acrobatiche); Atharvaveda (lettura Flussi + visione 360°), Aranyaka (resistenza influenze emotive)
    Slot:
    [1] Karma (consumo Alto) per rinforzare il pugno diretto al marchingegno, in un punto che Namas individua come probabile centro nevralgico per il flusso interno di alimentazione;
    [2] //

    Note: :megusta:
     
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    { Kijani Fahari - Limitare del Bosco }
    Namas | Amon | Mugen | Mozart | Sarah

    » Stammi vicino, qui si mette male! «

    Con galanteria, Mozart si premura di tutelare la sua collega, ma le parole non sono naturalmente l'unica contromisura per fronteggiare il pericolo, e mentre gli speroni di tenebra sorgono dal suolo per impalare -insieme al drappello dell'Ovest- i due Cavalieri dell'Est, il Saint evoca dei rovi coronati di spine in difesa di entrambi. Non proprio il tipo di reazione che possa passare inosservata - soprattutto all'avvenente attaccante dai capelli di fuoco, che sbatte le folte ciglia con una certa sorpresa.

    » Il mio nome è Mozart e vengo a nome di Dama Kalia, Alfiere dell'Est! «
    proclama il biondo, liberandosi alla meglio della corazza da samurai
    » Con me c'è anche Sarah, non siamo nemici!
    «

    Una confessione avventata, quella del Cavaliere, tanto più perché avanzata nel bel mezzo della battaglia: quando ci si trova presi tra i due fuochi degli schieramenti avversi, dove quelli che hai davanti potrebbero non crederti, e quelli che hai alle spalle... beh, reagire alla dichiarazione di tradimento. Tuttavia, se in effetti alle spalle dei due è riscontrabile un certo sgomento, la misteriosa Rossa ha nello sguardo una luce indecifrabile.

    “Beesech, non attaccare l'uomo e la ragazza!”
    la voce del guerriero che ha distrutto il macchinario le toglie ogni dubbio di condotta
    “E cerca di non spargere troppo sangue...”

    Nonostante il dissidio interiore in cui il gesto del compagno l'ha indotta -ah, 'orgoglio!-, è proprio Sarah a rompere gli indugi di quel momento sospeso, perché quando si è in ballo bisogna ballare; con un movimento rapido e fluido, la ragazza si libera dell'elmo, confermando le parole del Musico con la sua identità -le donne non possono far parte dell'esercito occidentale- e dando dimostrazione concreta del loro schieramento: il copricapo non ha ancora toccato il suolo, che una mistica luce blu avvampa dalla mano della fanciulla, levata contro il comandante del Laccio Nero.

    Quell'alone luminoso annuncia la comparsa di uno dei servitori di Sarah, ma il bersaglio non fa in tempo a reagire: l'enling lo raggiunge in volo in un attimo, la mazza che l'essere impugna cala sul suo elmo -stordendolo- e il cavallo si impenna disarcionandolo e rendendolo incapace di reagire per riscuotere i suoi uomini dalla confusione in cui l'attacco a sorpresa -e su più fronti- li ha gettati.

    Presa coscienza della comparsa di nuovi inaspettati alleati, la Volpe si dirige verso il contingente di samurai, ringhiando e bramando vendetta per il suo onore: superato il Musico e la Principessa, il Kitsune si avventa sul guerriero più vicino, affondandogli le zanne nel collo e assaporando il sangue che zampilla dal varco nell'armatura; un urlo di orrore si leva dal soldato vicino all'aggredito, ma egli non fa in tempo a rinsaldare la presa delle mani tremanti sull'arma, che un nuovo schiocco delle fauci della Volpe lo costringe a subire la stessa sorte.

    Non vi permetterò di insozzare oltre questo posto!
    proclama lo Scorpione, affrettandosi a seguire il suo nuovo amico
    Ora vi ammazzo!

    Mentre le prede di Mugen si accasciano a terra con lo sguardo sempre più spento man mano che la vita li abbandona e un sinistro gorgoglio si leva da gole lacere e da labbra imbrattate da uno rigurgito rosso, Amon convoglia le sue forze mistiche nella spada e -prese le giuste precauzioni per non coinvolgere i suoi alleati- scaglia un fendente di luce che travolge altri due avversari -appena ragazzi- che si costringono a reagire a quell'orrore, levando le katane.

    “Voi, gettate via i vostri marchingegni.”
    intima il Naga, rivolgendosi agli ingegneri radunati attorno a lamiere ormai in avaria
    “Non esiterò a togliervi la vita, se fosse necessario.”

    In una muta ma esplicita affermazione di supremazia, come chi non ha nulla da temere, l'uomo-serpente volge le spalle al drappello di ostili ormai privi di proiettili -rimasti vicino al cannone distrutto-, e si muove lesto verso il focolare della battaglia ancora in corso... senza tuttavia mettersi all'opera di persona.

    “Anche voi, arrendetevi. Subito!”

    Sebbene non con l'esito sperato, le parole del Principe sembrano assestare l'ultimo colpo allo spirito dei soldati nemici: i tecnici gettano via le armi ormai scariche e colgono l'occasione per voltarsi e tentare una ignobile fuga verso gli alberi, mentre la metà degli otto samurai rimasti in piedi decide che è meglio darsi alla fuga e abbandonare il generale non appena i loro compagni superstiti iniziano ad affondare nelle proprie ombre come nelle sabbie mobili.

    « Smettetela di dibattervi: ormai è finita. »


    Straight to the Point

    La scena di combattimento si è conclusa, e la situazione è questa: i 5 tecnici -lontani da voi una decina di metri-
    stanno fuggendo in una direzione, 4 dei samurai scappano in quella opposta; vi concedo diritto di autoconclusività su di loro nel caso vogliare fermarli per prenderli prigionieri o ucciderli.

    Considerando che insieme a voi restano il comandante dei fanti in armatura, e quattro dei suddetti -che sono stati bloccati nel “pantano” creato dalla Rossa-, relazionatevi come verrebbe più normale ai vostri alterego nella circostanza in cui si ritrovano; se volete concordare una linea d'azione o inserire anche qualche dialogo, potete mettervi d'accordo in bacheca. ^w^/

    La scadenza è fissata per venerdì, 11 gennaio.

     
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    Uno dopo l'altro quei soldati stavano cadendo per mano di quello sparuto e improvvisato gruppo di individui fuori dal comune. Un paio avevano avuto la disgrazia di incontrare il potere delle zanne del Demone Volpe, che implacabile aveva tolto loro la vita lacerando e tranciando.

    Il protettore del bosco non fu certo da meno e sfoderando un insolito fascio luminoso annientò un altro paio di samurai. Dei rimanenti otto quattro affondano nelle proprie ombre, mentre gli altri optarono per ciò che un vero samurai non dovrebbe mai fare quando vede i suoi compagni cadere. D'altronde era assai comprensibile l'orrore che provavano, in venti erano arrivati nella radura e il fato crudele... no non il fato, ma la rabbia di un demone e le ragioni di altri li avevano ridotti in ginocchio.

    E quello stesso demone non aveva ancora esaurito la sua sete di sangue. I nemici erano caduti uno dopo l'altro sotto i suoi colpi, ma la sua rabbia non cessava di ardere. Vedere quella diserzione non fece che alimentare i suoi istinti animali. Vederli correre via non fece che alimentare il suo desiderio di prenderli. Prenderli e annientarli!

    Aveva da poco terminato il suo ultimo affondo che già le sue narici avevano agganciato le nuove prede. Poteva avvertire la loro paura, che pungente lo inebriava. Così balzò all'inseguimento. In pochi istanti la sua lama affondò nella schiena di uno dei fuggitivi, quello rimasto più indietro rispetto ai compagni. Sgomenti si accorsero di Mugen solo quando il corpo senza vita cadde al suolo esanime. In più la Volpe Rossa aveva cominciato a ringhiare senza nemmeno accorgersene mentre estraeva la lama calda di sangue dal corpo della prima vittima.

    Il fluido denso scivolava sul filo, esaltando le sue passioni ancestrali. Era all'apice della sua furia, all'apice della sua bestialità. Con un secondo balzo raggiunse un altro fuggitivo atterrandolo. Questi provò a dimenarsi sotto il peso del demone, ma il bestione era troppo pesante per lui. Col viso affondato nel terreno freddo e umido poteva sentire il ruggito della Volpe. Dapprima basso e poi sempre più forte e agghiacciante.

    Con uno strattone della mano artigliata Mugen strappò parte delle protezioni dalla sua preda. Laddove gli artigli sfiorarono la pelle spuntarono esili rivoli sanguigni.

    Selvaggiamente scese su di lui.
    Il soldato poteva sentire il fiato selvatico e caldo sulla pelle scoperta sul retro del collo e poi più nulla. Le zanne affondarono nella carne inondando le fauci di sangue. Rovente.
    Giù sempre più, per poi chiudersi con uno schiocco tremendo spappolando delle vertebre.

    Si.
    Era morto. Ma lui non si era mai sentito così vivo.
    Aveva catturato la sua preda.
    Aveva assaporato la sua essenza, la sua vita.

    Urlò fuori tutto il suo fervore animale.
    La bocca satura dell'ultima linfa vitale che poco prima scorreva nel samurai.

    E in quel momento, in cui il suo spirito animale era così pieno, la rabbia cominciò a dissolversi.

    Vendetta, l'aveva avuta.

    Sangue, aveva avuto anche questo.

    Lentamente si rimise in piedi. La lingua scivolava tra le zanne e sulle labbra lavando via ogni traccia di sangue. Mentre riacquistava la sua demoniaca lucidità si passò una manica del nero kimono sul viso ferino.

    E mentre ritornava verso il gruppo (aveva si abbandonato ogni interesse nei confronti degli altri due fuggitivi) la sua mente prese ad analizzare gli eventi appena successi con una freddezza disarmante. Nella battaglia tanti avvenimenti erano stati accantonati, eppure erano successe tante cose. Oltre ad Amon e ai superstiti del massacro c'erano altri quattro individui, le cui storie si erano intrecciate proprio in quella battaglia.

    C'erano l'uomo dai cappelli scuri, la rossa dagli inquietanti poteri e i due disertori o infiltrati, uomo e fanciulla. Nell'impeto del combattimento avevano fatto causa comune contro quel nemico. Ora era curioso di scoprire chi fossero, cosa sapessero di quei soldati e cosa li avesse spinti ad aiutarli.

    In più si avvicinava a loro in modo pacifico. Aveva ritrovato il contegno e quietato la sua ferocia. Era curioso come nel demone Volpe si alternassero stati ed emozioni tanto diversi. Era incredibile che riuscisse a persino un equilibrio, e che da quello affiorasse in fondo uno spirito nobile e gentile invece di una folle belva sanguinaria priva di senno.

    In quello stato di semi normalità era tornata a pulsare più viva di prima la ferita al fianco. Lo scontro lo aveva sfiancato ed ora ne avvertiva tutte le conseguenze.

    “Io sono Mugen Fudo. Avevo un conto in sospeso con questi ed altri soldati. Senza motivo mi hanno attaccato, cacciato e ferito...”


    Quelle parole erano nate spontanee. Quasi come se sentisse il bisogno di giustificare le sue azioni a quegli sconosciuti.

    “... mi hanno chiamato Mostro. Gli ho solo mostrato che ogni azione genera una conseguenza.”


    Come avrebbero reagito?

    “Cosa sapete dirmi di loro?”


    Scelse di non parlare di Amon, ma fu a lui che si rivolse quasi privatamente.

    "Hai mantenuto la parola Amon... amico."


    La morte aveva soddisfatto il suo orgoglio ferito, ma potersi fidare di quell'umano stava risanando altre ferite ben più importanti.
    CITAZIONE
    Condizioni fisiche: ferita al fianco destro
    Condizioni psicologiche: appagato
    Energie: 75%
    Note: :flwr:

    Tecniche utilizzate:
    //

    Passive:
    ~Retaggio di una volpe Rossa:
    Che cos'è esattamente un demone volpe? Nessuno lo sa con esattezza, ne esistono varie razze, varie tribù e una moltitudine di sottospecie... sebbene siano molto difficili da incontrare, creature furbe e sfuggenti. La varietà a cui appartiene Mugen ha molti tratti in comune con la comune volpe rossa selvatica, una descrizione spicciola porta infatti a definirlo come una grossa volpe dalla postura eretta, col pollice opponibile e in grado di parlare. Inoltre un demone volpe ha un ciclo vitale molto molto lungo, infatti Mugen, con qualche centinaio di anni, è da considerarsi nel pieno della giovinezza. Non è chiaro cosa accada ad un demone volpe una volta invecchiando... si sa solo che il suo manto diventa completamente bianco e abbandona il branco dei più giovani per andare chissà dove. O almeno è questo che si crede, uno strano meccanismo si innesca nelle giovani volpi nei confronti dei membri anziani, o per lo meno nei confronti dei membri anziani che hanno superato la Soglia. Non riescono più a ricordarsi di loro, o meglio non riescono a focalizzare l'attenzione su coloro che hanno superato la Soglia. Per questo si parla di Soglia, una sorta di soglia dell'esistenza. Certo ci si ricorda della vita trascorsa insieme e delle imprese compiute da un membro scomparso, ma ad un certo punto questi scompare nell'oblio ed è anche difficile da individuare il momento esatto in cui avviene l'attraversamento della Soglia. Si tramanda inoltre di incontri con volpi bianche nel corso dei secoli e in momenti particolari della storia, ma i racconti sono tutti un po' vaghi e si perdono nel ricco folklore delle volpi rosse.
    Come detto un demone volpe è una creatura fuori dall'ordinario, i loro sensi sono superiori a quelli di un qualsiasi umano. Sono in grado di fiutare ed identificare una qualsiasi creatura in un raggio d'azione estremamente ampio e seguire una traccia per loro è estremamente facile.
    Se non bastasse sono creature forti e veloci, in grado di affrontare qualsiasi avversità. Le loro capacità uditive si estendono oltre l'immaginabile, un demone volpe riesce facilmente a distinguere il battito di un cuore e un sussurro appena sospirato in un raggio d'azione di decine forse centinaia di metri...Inoltre dispongono di micidiali armi naturali: artigli in grado di lacerare la carne e zanne in grado di spappolare le ossa. Non bisogna lasciarsi ingannare se spesso si mostrano come esseri bonari e pacifici. Una volta fiutata la preda, difficilmente la lasciano andare...
    [Bonus forza +50% (5 punti), Olfatto iper sviluppato raggio d'azione: 30 metri in duello (5 punti), zanne e artigli (2 punti); Caratteristiche bloccate: Vista notturna, udito iper sviluppato (5 punti)]

    ~Reliquie di una volpe Bianca:
    Mugen è uno dei pochi che può vantare di aver incontrato una Volpe Bianca nella sua vita. Forse perché i più se ne dimenticano. In realtà anche lui dubita di quanto avvenuto e dei vaghi ricordi che ha dell'incontro, se non fosse che quell'incontro gli ha lasciato una prova tangibile. Infatti l'unica certezza della Volpe Rossa è il dono ricevuto dalla misteriosa Volpe Bianca: il velo. Un nome sibillino per una reliquia altrettanto enigmatica. Il velo ha l'aspetto di un haori bianco, che al tatto sembra fatto di seta. Nessuno potrebbe mai sospettare l'origine indefinita di un tale manufatto né tanto meno indovinare il suo potere latente. Oltre ad essere baluardo e prova di un'esperienza vissuta l'haori dona a chi lo indossa straordinarie capacità. Mugen ha infatti scoperto che indossando l'haori può facilmente fluttuare in aria, come se fosse privo di peso, come se fosse uno fantasma...
    [Abilità passiva di volo (1+5 punti), altre particolarità per ora sconosciute]


    Equip:

    ~Lama di una Volpe guerriera:
    Mugen è sempre accompagnato dalla sua spada. Realizzata in acciaio itemprato, si tratta di un arma di ottima fattura. La lama raggiunge i 120 cm di lunghezza, perfetta e bilanciata. Ha uno spessore di 1.7 cm nella sezione centrale. La lama si assottiglia sempre più verso i bordi, creando un doppio filo estremamente tagliente di appena un mm ed una terribile punta acuminata. E' dotata di guardia sempre in acciaio da 15 cm, e di un elsa di 25 cm, che permette un’impugnatura comoda e salda. L’intero oggetto ha una colorazione grigiastra. La spada è stata bene studiata per quanto riguarda il peso, che non supera i due chilogrammi. Normalmente riposta nel suo fodero grigio senza particolari ornamenti, che la volpe tiene al fianco sinistro. Uno strumento valido e funzionale.


    ~Bokken di Fanedell
    Non con il solo acciaio combatte il samurai e benché il Demone Volpe abbia con sé delle vere e proprie armi naturali, Fanedell gli ha fornito ciò che accompagna tradizionalmente l’addestramento dei samurai e anche alcune delle battaglie successive al completamento della sua formazione: una spada di legno dalla forma e dalle dimensioni di quella delle armi più tipicamente usate dai samurai. Tuttavia questo non è un mero pezzo di legno, per quanto pregiato, ma ha altresì una proprietà particolare: se impugnato e con la previa spesa di un quantitativo Variabile di energia, l’arma può allungarsi di altri tre, cinque, sette o dieci metri, risultando così utile in svariate situazioni, anche non prettamente combattive.


     
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    black s c o r p i o

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    Gli avversari che aveva puntato erano stati sbaragliati completamente.
    La sua furia si stava scatenando in tutto il suo ardore e poteva quasi dire di essere tornato all’antico splendore, di essere nuovamente degno dell’appellativo di ‘Scorpione Nero’, il cui segno e simbolo era ben vivido nel suo tatuaggio posto sulla spalla destra.
    Stava onorando il suo nome e quello dei suoi compagni, trucidati tra loro mentre lui era intento a salvare il Faraone ed ora era lì a difendere l’onore di Shui Yoe Tu, sua signora, e del suo nuovo amico Mugen, nonché l’integrità perduta di Kijani Fahari. Stava combattendo per uno scopo e lo stava facendo nel modo più spietato che gli era stato insegnato nei lunghi anni di addestramento ed apprendistato per divenire uno dei membri di quella oscura setta.
    Si stava preparando a quella battaglia già da tempo, viste le minacce arrivategli.
    Era stanco di tutta quella calma, di tutta quella tranquillità: lui era nato per combattere e viveva per farlo, non era fatto per stare fermo ed immobile ad aspettare la vecchiaia senza far nulla. Era un guerriero il cui unico scopo era difendere ed abbattere i propri avversari, che fosse un ordine o meno. Era quello il suo inquadramento principale e solo all’arrivo di Endlos trovò anche altre priorità, ma il combattimento rimaneva pur sempre il suo chiodo fisso. Sempre e comunque.
    Ed ora aveva avuto l’opportunità di sfogare i suoi istinti, i suoi rancori e la sua rabbia repressa in giorni e giorni di calma asfissiante e sfiancante, nei quali perdeva i suoi giorni in una ronda che fino a quel momento non gli aveva portato null’altro se non un’agitazione sempre più grande per quella situazione di stasi forzata che lo avevano relegato lì. Non voleva ammetterlo, ma aver sentito da quei tipi la minaccia di sopraggiungere con forze militari per scalzarli gli aveva illuminato il volto: aveva l’opportunità di combattere, ancora, e la cosa non gli dispiaceva affatto; l’unico loro errore era stato coinvolgere la sua signora ed il bosco, ma per il resto sarebbero potuti andare a sfidarlo come e quando avessero voluto perché lui di certo non si sarebbe tirato indietro da quella sfida.

    Morirete tutti, nessuno escluso bastardi!”, disse dopo aver inferto quell’ulteriore colpo mortale.

    Si leccò le labbra poi, assaporando immaginariamente il gusto del sangue.
    La sua espressione, già mostruosa di per sé per via dell’abilità oculare, sembrava ancor più malevola, un lato nascosto per fin troppo tempo ma che in realtà faceva ampiamente parte di lui, del suo io più profondo che aveva ricacciato nell’abisso una volta sopraggiunto su Endlos. Nemmeno nella guerra di liberazione di Kijani Fahari si era fatto vedere, ma in quella guerra il suo lato oscuro sembrava mostrarsi agli occhi degli astanti senza alcuna riserva, un po’ come stava facendo anche Mugen con un paio di quelli che erano riusciti a scappare, in un patetico tentativo di ritirarsi dalla battaglia.
    Sorrise. Mugen si stava vendicando per l’orgoglio ferito e per le ferite che gli erano state inferte, nonché per la discriminazione di cui era stato oggetto; lui, dal canto suo, stava solo difendendo Kijani Fahari e la sua signora, nonché la sua stessa persona dalle barbare mani di quegli idioti.
    Eppure si sentiva come un tempo: il fervore della battaglia era entrato in lui con prepotenza e proprio come gli era stato insegnato non avrebbe fatto nessun prigioniero perché quello era il suo bosco e li vigevano le sue regole.
    Né più, né meno.

    «Non vi lascerò sopravvivere, voi siete le mie prede!», disse puntando gli altri due.

    Prese a correre in quella direzione, dandosi una spinta con il Respiro Divino.
    Li raggiunse in un tempo irrisorio grazie alle sue facoltà, già pronto a colpirli barbaramente alle spalle con un paio di affondi, in modo da frenare per sempre la loro corsa. Ma c’era qualcosa che non andava: sarebbe stato onorevole colpirli così, da codardi, alle spalle? Era così che si sarebbe comportato veramente uno Scorpione Nero in battaglia? Lui non aveva mai fatto una cosa del genere: i propri avversari li aveva sempre battuti in modo onorevole, fronte a fronte, senza ridicoli mezzucci o colpi a sorpresa alle spalle.
    O forse gli era successo di farlo? Non ricordava bene, ma ciò che riaffioravano nella sua mente erano gli insegnamenti che gli erano stati dati nel corso dell’addestramento: ‘vincere ad ogni costo, con ogni mezzo e senza alcun ripensamento’; grossomodo era questo l’insegnamento che gli era stato dato e lui lo stava eseguendo alla perfezione, ma il suo nuovo ‘io’ glielo impediva con forza.
    Aveva deciso di cambiare, in parte, ed utilizzare le proprie facoltà solo a fin di bene e non per compiere altri omicidi gratuiti, come in quel preciso istante. Non era così che voleva vivere, non voleva più uccidere se aveva la possibilità di non farlo e quei due poveracci non sembravano neanche intenzionati a combattere vista la loro ritirata disordinata con la coda tra le gambe.
    Scrollò il capo, come per riprendersi dal torpore cui era stato costretto dal suo stesso animo e mise a fuoco la situazione: si stava macchiando dell’omicidio di quei due così, a cuor leggero, senza una ragione valida che potesse in qualche modo giustificare il suo gesto.

    C… cosa stavo per fare?”, si chiese ad alta voce, “-cosa mi era successo?

    Ma non poteva comunque lasciar scappare quei due: dovevano pagare.
    Non con la vita, almeno non per il momento, ma doveva catturarli in qualche modo quindi li avrebbe storditi, in modo da renderli mansueti e favorire così la loro cattura più facilmente. Sfruttando quindi l’energia rimastagli nelle gambe li raggiunse e li colpì entrambi con il taglio della mano dietro la nuca, in modo da stordirli e far perdere loro temporaneamente conoscenza.
    Rimessa la spada nel fodero, ne prese uno per braccio e si avviò verso gli altri lasciando che gli occhi tornassero alla loro forma e colore originari. Era forte abbastanza per portarli entrambi, senza alcuno sforzo apparente, per poi lasciarli a qualche passo di distanza dall’uomo che aveva colpito la macchina infernale.
    Il suo cuore si riempì di gioia nel sentire le parole della Volpe: l’aveva chiamato amico.

    È stato un piacere ed un onore combattere al tuo fianco, Mugen.”, gli disse strizzandogli l’occhio destro.

    Quanto agli altri, era arrivato il momento di presentarsi in modo degno.

    Il mio nome è Amon e sono una delle guardie di Shui Yoe Tu, che presiede questo posto-”, disse facendo evidente riferimento al bosco, “-ero di ronda quando Mugen è arrivato ai confini di Kijani Fahari e subito abbiamo combattuto contro di loro. Devo ringraziarvi per il vostro arrivo e, in particolare-

    Si girò poi verso la donna dai capelli rossi, per ringraziarla personalmente.

    -è voi che devo ringraziare per averci salvato la vita: grazie!

    Si girò nuovamente anche verso gli altri, per poter finire quanto aveva da dire.

    Avevamo già ricevuto la minaccia di un’invasione, per la reticenza mia e della mia signora a lasciar loro questo posto, ma stavolta sono venuti in pompa magna con macchine infernali-”, quest’ultimo riferimento alla catapulta era ovvio, “-e con tutti quegli uomini mi ha lasciato un po’ sbigottito: senza il vostro aiuto saremmo probabilmente periti in battaglia, senza risolvere alcunché.

    Fece un attimo di pausa, per poi riprendere.

    Quindi, devo dedurre che voi siate… beh, sì-”, s’interruppe un attimo cercando di trovare le parole più adatte, “-voi siete la resistenza?


    N O T E S

    { Critico ~ 40% . Alto ~ 20 % . Medio ~ 10 % . Basso ~ 5% }
    Energia ~ 60% - 10% = 50%
    Status Fisico~ Ottimo
    E Q U I P A G G I A M E N T O
    Lama del Destino ~ si tratta di una spada composta dai più pregiati e resistenti metalli allora in possesso alla civiltà egizia. Finemente lavorata e dalla forma inusuale per quei tempi, essa ricorda molto una khopesh per la sua forma, ma essenzialmente è molto diversa da essa. La curvatura non è esasperata come in una Khopesh, ma sembra assumere una forma più elegante. La lucente lama è lunga all'incirca 50 cm; l'elsa, lunga a sua volta 30 cm, è composta di oro e legno entrambi finemente lavorati ed intarsiati grazie ad una egregia manifattura. Perfettamente equilibrata nel suo peso risulta essere manegevole e leggera, ma al contempo abbastanza resistente ed affilata. La spada viene sempre riposta comodamente in una custodia in cuoio posta dietro la schiena, in modo da essere facilmente sguainabile in ogni situazione, anche la più difficile ed insperata.
    Oracolo della Morte ~ indubbiamente il nome gli calza a pennello in quanto questo pugnale ha portato alla morte un numero considerevole di uomini e bestie. Come per la spada, si tratta di un pugnale della più pregevole fattura, composto dai metalli più resistenti e laboriosi per fornire allo stesso una resistenza invidiabile ed un taglio formidabile. La lama è lunga all'incirca 25 cm, leggermente ricurva; il manico, invece, è lungo all'incirca 20 cm, risultando essere manegevole e confortevole per la mano, la sinistra, che deve impugnarlo. Quest'ultimo ha diversi intarsi che lo rendono unico nel suo genere, un vero gioiello agli occhi di terzi. Il pugnale è posto in una custodia in cuoio, anch'esso, posto dietro il busto con l'elsa rivolta verso l'esterno del fianco sinistro in modo da essere facilmente raggiungibile dalla mano sinistra in un moto veloce e assolutamente imprevedibile.
    F A C O L T A'
    Occhio di Ra ~ è un'abilità oculare alquanto particolare, lusso di ben pochi nella storia della setta dello Scorpione Nero e dono indiscusso delle divinità. Tale abilità, meglio conosciuta come Occhio di Ra, si manifesta in un essere umano all'età di sette anni in modo spontaneo e senza alcun preavviso. Gli occhi perdono la loro tonalità assumendo una colorazione che ricorda molto il colore di una perla, mentre le vene intorno agli stessi cominciano a gonfiarsi sino a rendersi visibili, tramutando di fatto, e parzialmente, i lineamenti del volto nel portatore. Inizialmente, appena risvegliato, gli effetti saranno piuttosto confusi e il portatore non sarà in grado, autonomamente, di affidarsi alle facoltà dell'occhio che, di fatto, costituiranno un impaccio ed un fastidio piuttosto evidente ed assolutamente pericoloso in combattimento; la vista, difatti, diventa confusa, sfocata e le facoltà donate dall'occhio tenderanno a confondersi tra di loro senza alcun preavviso creando nel portatore confusione e tremendi mal di testa che culmineranno nello svenimento di quest'ultimo. Con il tempo e con più specifici allenamenti il portatore comincia pian piano a rendersi conto delle diverse facoltà donategli dall'occhio che culminano, infine, con il completo controllo sull'abilità oculare e sulla opportunità di scelta, basata sul momento, di poter sfruttare l'una capacità, invece che l'altra. Di solito i guerrieri che hanno in dote una simile capacità oculare sono molto riflessivi ed a loro, di solito, è lasciato il compito di imbastire strategie più o meno complesse proprio in virtù delle capacità intrinseche dell'occhio. In particolare sono tre le facoltà concesse al possessore di tale abilità; tre differenti abilità sfruttabili a scelta dal custode dell'Occhio di Ra.
    • Io vedo ovunque intorno a me
      L'occhio, in questa accezione, da la possibilità di poter avere una visuale quasi completa, e discrezionale, per un raggio di 20 m intorno al custode per una gradazione di 359°. Come si è accennato, la visuale non è purtroppo completa, poiché un unico grado rimane scoperto; si tratta di un punto collocato proprio dietro la sua nuca, un cono di vuoto dal quale gli è impossibile vedere. Un piccolo malus a fronte di una capacità tutt'altro da sottovalutare.

    • Non vi sono luoghi nei quali io non possa vedere
      Il custode di questo potere è in grado di vedere oltre oggetti, cose e persone senza alcuna difficoltà di sorta. Di solito questa facoltà è strettamente collegata alla precedente in modo da fornirgli la possibilità di avere una visione completa e d'insieme dell'ambiente circostante, ma anche se utilizzata da sola può rivelarsi molto utile. Ovviamente il raggio d'azione è sempre il medesimo, in quanto oltre i 20 m di raggio, il custode sarà impossibilità ad utilizzare questa sua incredibile capacità.

    • Vedo distintamente la tua essenza
      L'ultima capacità - non per importanza, ovviamente - è quella di riuscire a vedere la parte più intima e preziosa di una persona: la sua energia o il suo flusso energetico, che dir si voglia. E' un fenomeno particolare, ed utopico per i più, che non è possibile spiegare per il tramite della scienza. Per quanto, infatti, anche le precedenti abilità non abbiano una spiegazione scientifica che possa in qualche modo svelarne l'arcano funzionamento, questa è la parte più interessante e sicuramente più utile in un combattimento corpo a corpo. Nello specifico, l'energia verrà vista sotto forma di un flusso che, per assonanza, ricorda molto l'apparato circolatorio sanguigno: un fittissimo reticolo che attraversa tutto il corpo della creatura. E' precipuo notare come l'energia s'ammassi ove, di consuetudine, sono ubicati gli organi vitali e questo è già molto importante in quanto, di solito, una illusione non è così raffinata e precisa - intendendo, comunque, illusioni ambientali di livello medio - da replicare perfettamente un flusso circolatorio così congegnato, in modo da consentire al custode di distinguere il vero dal falso. Inoltre, poter vedere il flusso energetico altrui consente di capire quando un avversario è in procinto di attaccare, in quanto a seconda delle stimolazioni e della concentrazione del flusso negli arti è possibile far comprendere al custode quando il proprio avversario stia per attaccare; infatti, a seconda di come verrà strutturato l'attacco, il flusso energetico - agli occhi del custode - subirà una repentina accelerazione nel suo corso. Questa facoltà risulta essere molto importante anche per far fronte alle becere manipolazioni della realtà - illusioni ambientali, ovviamente - che circondano il custode, riuscendo a svelarle con puntualità. Con uno sforzo ulteriore - e, pertanto, con un conseguente dispendio di energie - è possibile svelare anche manipolazioni della realtà più potenti, che ad una prima (s)vista potrebbero ingannarlo [Consumo Alto].
      Agli occhi del custode il flusso energetico ha un colore che differisce, spesso, in ordine alla razza della creatura cui appartiene, facendogli comprendere quindi se si trova davanti ad altri esseri umani, oppure a demoni, angeli ecc.
    Essere un adepto dello Scorpione Nero ~ richiede capacità fisiche fuori del normale, indubbiamente superiori alle capacità di un semplice essere umano. I guerrieri in questione sono addestrati sin dalla più tenera età a sopportare pesi eccessivi, in modo da essere temprati per le future ed estenuanti battaglie in cui saranno coinvolti una volta cresciuti. Amon, in particolare, è riuscito a sviluppare una forza sorprendente, il che lo rende abbastanza pericoloso nel combattimento corpo a corpo. La forza, però, da sola non è tutto e infatti Amon è riuscito a rendere il proprio corpo resistente agli urti ed agli attacchi altrui – se corroborata da una tecnica difensiva, ovviamente – risultando pertanto un ostico avversario.[+ 50% Forza; +50% Resistenza - Abilità Passiva]
    P O T E R I
    Velocità
    L'addestramento non gli ha donato semplicemente una forza straordinaria, ma grazie anche all'apporto del Respiro Divino può aumentare la sua velocità in modo esponenziale rendendosi pericoloso agli occhi dei suoi avversari. Basterà infatti condensare la sue energia nelle gambe, per fare in modo di muoversi molto più veloce del normale. In poche parole, spendendo un Consumo Medio il guerriero sarà in grado di aumentare la propria velocità per un intero turno del 50%. [Consumo Medio]

    Note a margine ~ sto approfittando della giocata per scoprire un nuovo lato di Amon, che pensava di aver dimenticato. XD Detto questo, al di là delle pippe mentali, non uccido i due che rimangono ma li catturo entrambi stordendoli prima. =)
     
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    Per fortuna il grido accorato del Saint era servito al suo scopo: certo era stato rischioso ma spesso, specie in battaglia, era la fortuna ad aiutare il guerriero, non solo l'esperienza. Inoltre, se avesse continuato a recitare la parte del soldato nemico, il rischio di ritrovarsi contro tutto il contingente alleato non lo avrebbe visto uscirne vivo. Alla fine del giorno, invece, la fuga dei nemici dettava la schiacciante vittoria delle forze alleate, sebbene -ritenne il Gold Saint- fosse bene non lasciar scappare nessuno dei soldati nemici... specie se voleva continuare la sua messa in scena.

    » Per fortuna che ci è andata bene... «

    Sospirò il Cavaliere nell'accorgersi che già altri erano intervenuti per fermare la fuga di quei maledetti. Non vi fu dunque bisogno d'utilizzare le sue energie per fermarli. A quel punto cercò di giungere a contatto con il Nagavandari, di cui in realtà non conosceva nulla, neanche il nome; ne fu attirato solo perché, dei presenti, dava l'idea di tirare le fila di quella che sembrava una rivolta. Informazioni, quelle, che in verità aveva costruito sulla base di supposizioni: il momento di fare domande, dunque, era diventato impellente.

    » La prego di scusare la nostra intrusione. Io sono Mozart Von Baltasar, Cavaliere Celeste al servizio dell'Alfiere dell'Est, la Dama Azzurra Kalia Djibrielle Feadù Menethil. «

    Seguì una certa misura nel suo parlare, come se nominare la Dama fosse per lui lo stesso che pregare in chiesa il nome di un santo, sperando che la sua figura, sempre clemente, accompagni ogni attimo della sua difficile e perigliosa esistenza.

    » Io e la mia compagna Sarah siamo stati inviati nell'Ovest per indagare su quanto sta accadendo alle popolazioni locali. Il nostro compito è sincerarci della situazione, tuttavia -e penso di parlare anche a nome dell'Alfiere- siamo disposti ad aiutare il vostro contingente come più ci è possibile. «

    Non era stato forse un'ordine della Dama Azzurra, quello. Tuttavia, dava per scontato che, se ella fosse stata lì presente, non avrebbe esitato a fare qualunque cosa per aiutare chi era stato cacciato, ucciso e torturato dalla sua legittima terra. Nemmeno per un'attimo il Saint pensò a loro come a non-umani, ma solo a civili vittime di soprusi.

    E il suo sangue di Cavaliere dello zodiaco ribolliva come non mai!
    Era compito di un Cavaliere d'Oro combattere sempre per la giustizia e con onore. E a quel richiamo non seppe dir di no.

    LegendaStatus Fisico: In ottimo stato (100%).
    Status Emotivo: Assetato di giustizia.
    Danni Subiti: Nessuno
    Mana Totale: (100%).
    Mana Consumato: (0%).

    EquipGold Cloth di Pisces
    { -corazza d'oro
    -passiva di semi-indistruttibilità valida per i soli attacchi senza consumo
    -passiva di bagliore accecante }

    Lancia d'Oro
    { lancia facente parte dell'Armatura, lunga 3 mt. }

    Flauto delle Vuote Melodie
    { flauto only gdr }

    Elenco Passive
    Seventh Sense
    { passiva mana + 10% }

    The Graceful Death
    { passiva influenza psicologica (paura di morire) }

    Fly me to the Moon
    { passiva di volo }

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    La confusione della battaglia aumentò, anche se le pareva che quella sorta di ribelli non li stessero più prendendo di mira (e, cosa più importante, non usassero le loro stesse ombre per attaccarli). Ad ogni modo era estremamente difficile riuscire a capire bene come stessero andando le cose, tra urla, tensione e soldati che correvano di qua e di là.
    Dopo qualche secondo rinunciò a guardare il quadro generale, preoccupandosi solo di quanto stesse accadendo a lei e al collega. Per fortuna, gradualmente i nemici diminuirono e i rumori smisero di sovrapporsi.
    Il demone volpe si stava vendicando su coloro che l'avevano attaccato prima assieme all'amico, ma vista dalla posizione della fanciulla non era facile capire se alcuni stessero ancora combattendo o se la stessero semplicemente prendendo con dei fuggitivi o prigionieri ormai innocui. Comunque ora dovevano cercare di non farsi nemici anche quelli, ma cercare di trovare in loro dei validi alleati; a tutto il resto potevano pensarci dopo. Quindi alzò le mani e iniziò ad avanzare assieme a Mozart.
    " Non siamo nemici!"
    Gridò per farsi sentire più chiaramente tra ciò che rimaneva della confusione che aveva caratterizzato lo scontro. Una volta vicini aspettò pazientemente mentre il collega spiegava.
    " La prego di scusare la nostra intrusione. Io sono Mozart Von Baltasar, Cavaliere Celeste al servizio dell'Alfiere dell'Est, la Dama Azzurra Kalia Djibrielle Feadù Menethil."
    Disse per poi fare una pausa, forse per evidenziare il nome appena pronunciato.
    " Io e la mia compagna Sarah siamo stati inviati nell'Ovest per indagare su quanto sta accadendo alle popolazioni locali. Il nostro compito è sincerarci della situazione, tuttavia -e penso di parlare anche a nome dell'Alfiere- siamo disposti ad aiutare il vostro contingente come più ci è possibile."
    A quel punto la fanciulla decise di aggiungere anche l'unica parte della loro missione, a cui Mozart non aveva ancora accennato. Certo, in casi normali sarebbe stato meglio rivelare le loro direttive solo a coloro di cui sapeva di potersi fidare e non poteva ancora affermarlo riguardo a quel manipolo ribelle. Ormai però l'altro Cavaliere Celeste aveva spiegato gran parte del loro compito e poi quanto era appena successo corrispondeva al racconto che era pervenuto loro: le forze del presidio attaccavano i non umani. Però un solo episodio non era ovviamente sufficiente per sincerarsi della situazione, anche perché non potevano essere certi sul perché li avessero attaccati, né quali fossero i veri intenti della piccola armata. Ma forse era il caso di correre il rischio, specialmente quando c'erano delle vite in ballo mano a mano che il tempo passava.
    In fondo se le persone che avevano davanti non erano come speravano sarebbe cambiato poco se avesse rivelato quel poco che Mozart non aveva ancora detto. Mentre rivelare quei particolari a degli alleati li avrebbe aiutati non poco; chissà, magari avrebbero persino scoperto di poter far di più per quel presidio di quanto credevano all'inizio del viaggio.
    " Oltre a ciò ci era stato detto di metterci in contatto con una potente entità residente in questi boschi, che avrebbe potuto informarci meglio sulla situazione ed esserci alleata.
    Non sono ancora sicura dei vostri intenti, ma stando a quanto ho appena visto presumo che costei potrebbe essere interessata ad aiutare anche voi. Perciò gradiremmo molto poterla raggiungere con la vostra guida o almeno che inviaste degli uomini che si mettano in contatto con lei."

    Disse, sperando che la persona con cui avevano iniziato a parlare (che aveva l'aria di avere una certa rilevanza tra i ribelli) si rivelasse un buon alleato.

    gif

    La battaglia era proseguita, prendendo una piega decisamente favorevole per le forze di cui faceva parte la rossa... e sembrava che in qualche modo la principessina fosse riuscita a sopravvivere in tutto quel trambusto. Tuttavia non avevo ben capito come fossero andate le cose, dato che mi ero dovuta portare in una posizione più sicura, visto quanto mi era appena successo.
    Avevo tastato più e più volte la ferita, scossa dal fatto che avrei potuto lasciarci le penne per un motivo così stupido. Vivevo la cosa come un piccolo smacco, come se il sangue che lentamente colava da lì fosse la prova che non fossi ancora abbastanza forte. Comunque se ritenevo umiliante quel fatto, presto mi sarebbe successe qualcosa ancora peggio.
    Infatti intravidi un gruppo di uomini farsi strada tra la foresta e decisi saggiamente di aggirarli, ma il dolore per il taglio mi fece mettere il piede in fallo ed inciampare. Il cappuccio si abbasso, facendo vedere il mio volto e le chiome nere, e tirai inavvertitamente un lembo del mio mantello, annullandone così le proprietà magiche. Subito dopo mi notarono e venni circondata. Si, quello fu proprio il colmo!
    Comunque non potei fare molto, se non accettare di venire con loro. Opporre resistenza sarebbe stato troppo rischioso e per lo meno non mi avrebbero portato distante dal mio obiettivo, dato che Sarah sembrava essere proprio tra loro.
    Status psichico: Mentalmente, leggermente stanca per la tensione accumulata
    Status fisico: Ottimale
    Energia: 95%
    Equipaggiamento: La punta d'argento (Spada)
    Si tratta di una comunissima spada impugnabile a una e due mani, lunga più di un metro e abbastanza leggera. Non presenta particolari lavorazioni e ha una forma molto sobria, badando più alla praticità e alla maneggevolezza che all'aspetto.
    Il nome deriva dalla tonalità di colore dell'acciaio dell'arma.

    Passive in uso

    Il carisma di una principessa: Sia per il suo aspetto, che per i suoi modi, ma soprattutto perché sa come prendere le persone, Sarah risulterà estremamente carismatica. Basterà vederla o avercela vicino per sentire come un'aura che spingerà chi è attorno a lei a partire ben disposto nei suoi confronti, ad avere un punto di riferimento, ad ascoltarla volentieri e a considerare i suoi consigli allettanti, indipendentemente dalla situazione.
    Chi subisce l'abilità è libero di descrivere cosa la colpisce della ragazza e come reagisce all'influenza che è semplicemente emozionale e non può controllare la volontà altrui.
    L'abilità non è altro che una passiva di influenza mentale, che può essere attivata o disattivata a piacimento da lei, a seconda del modo in cui decida di approcciarsi con gli altri.

    La delicatezza di una principessa: Chiunque abbia mai letto un libro per bambini sa che le principesse delle fiabe sono delle creature talmente graziose e delicate che nemmeno il più crudele degli antagonisti ha mai osato alzare un dito su di loro; limitandosi a rinchiuderle nella torre di un qualche castello, piuttosto che far conoscere loro il dolore.
    Tuttavia Sarah un tempo era un ragazzo che sognava (e sogna tutt'ora) di diventare come uno degli eroi storici o, perché no, dei racconti. E si sa che tutti i paladini della giustizia hanno una dote innata a cacciarsi nei guai; tanto che nemmeno il più paziente degli aiutanti non può trattenersi dal dargliene di santa ragione per tutte le disavventure in cui si lasciano coinvolgere.
    Come può Sarah, vista la sua attitudine a mettersi nei pasticci, non conoscere il dolore come tutte le altre principesse? Semplicemente non provandolo.
    Infatti, al suo posto la fanciulla sentirà una sensazione né piacevole, né spiacevole che l'avvertirà di essere stata ferita o colpita in qualche modo. Tuttavia, non sentendo male potrebbe essere indotta ad un'eccessiva spavalderia, col rischio di allargare le ferite, pur essendo consapevolissima del danno.
    Volendo l'abilità può essere disattivata, facendole sentire dolore come tutti. Ma occorre specificarlo all'inizio della scena.


    Famigli/Pet in uso ----> Rachel

    Il seguito di una principessa: Note come "Il seguito", "Le cortigiane" o "Le ancelle di Einheit"; queste ragazze sono l'orgoglio del principato. Assistono Sarah nelle sue mansioni, in sua assenza governano loro la nazione e forse sono le sue migliori amiche.
    Non tutte sanno combattere e non è troppo difficile accorgersene dato che chi ne è in grado può reggere molto bene una battaglia, mentre le altre in genere possono venire stese da un banale pugno.
    Sarah potrà portare con se una di queste ogni volta che si avventurerà su Endlos, che potrà aiutarla in svariati modi, usare abilità non superiori a potenza media (grazie all'energia della ragazza) e anche supportarla in battaglia se in grado di combattere.
    Se una di queste fanciulle viene gravemente ferita, perde i sensi o le viene arrecato qualche altro tipo di danno grave, scompare in una nuvola di fumo e torna ad Einheit.

    Status fisico Pet: Leggermente ferita al fianco, per via di una piccola esplosione presa di striscio
    Equipaggiamento Pet

    Arco e Faretra: Un armamentario base, composto di un arco medio e di una faretra per portare le frecce. Salvo particolari eccezioni, d'ordinanza vengono assegnate cinque frecce.
    Queste armi sono solitamente molto sobrie e prive di decorazioni, badando più alla praticità e al mimetismo che all'aspetto estetico. Vengono usate da alcune schiere dell'esercito e da parte delle ancelle che si occupano della sicurezza al castello. [2pt]

    Mantello dell'anonimato: Realizzato dall'ancella di Sarah più abile in tessitura. Apparentemente è un banale mantello nero in una stoffa comune, munito di cappuccio (ricorda vagamente una tunica per intenderci).
    Possiede però una capacità davvero interessante: quello di rendere trascurabile e poco degno di attenzione chiunque lo indossi. Chi vedrà una persona indossante tale abito tenderà ad ignorarla e non vorrà perdere il suo tempo con lei, come se fosse un tipo che non conosce e che non gli serva assolutamente fermare.
    Si tratti di una forestiero in cerca di informazioni, di un investigatore, di un rapinatore in cerca di vittime, se incontrerà una persona con quel mantello la ignorerà e rivolgerà la sua attenzione altrove, a meno che non sia quella persona a fare la sua mossa.
    L'effetto del vestito non è altro che un'influenza psicologica e quindi contrastabile con un adeguata difesa.
    È possibile anche annullare gli effetti del senza toglierselo in due modi: o tirando indietro il cappuccio e tendendo un lembo capo d'abbigliamento, oppure perdendo conoscenza.
    [Oggetto + Passiva]
     
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    deva


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    “Ci sono molte questioni da discutere.
    Vorrei che veniste all'accappemento.”


    Lanciò uno sguardo d'intesa verso Beesech: era a lei che, a più di tutti i presenti, doveva riconoscenza. Alla donna che, disconoscendo un misterioso e tacito interesse personale, era stata giunco sotto la neve nel trattenere i propri istinti, cedendo all'autorità di un individuo estraneo al suo passato e alla sua vita.
    Namas fece serpeggiare i propri occhi sui guerrieri che per primi avevano attaccato, assieme a lui, il contingente militare posto a difesa del macchinario; feroci e ferali, ne apprezzava la fierezza prima di tutto e poi la disciplina dimostrata nel tornare sotto il controllo della mente, liberi dalla schiavitù degli impulsi.
    Fu poi il turno dell'uomo biondo e della fanciulla, entrambi mascheratisi fra le fila nemiche al fine di ottemperare al dovere dell'Est.
    Che le parole di morte e pregiudizio fossero davvero giunte oltre i confini del Presidio?
    Quella sì che poteva dirsi una piega favorevole degli eventi.


    “Aiutatemi con i prigionieri, non voglio più alcuna vittima.
    Appena saremo giunti al sicuro, avrete tutte le notizie necessarie a scegliere se restare o andarvene.”

    Status fisico: Ottimale.
    Ohm: 80%
    Equip: nessuno;
    Abilità passive: Rigveda (FRZ+50%), Samaveda (RES+50%), Pranava (articolazioni snodabili); Yajurveda (doti acrobatiche); Atharvaveda (lettura Flussi + visione 360°), Aranyaka (resistenza influenze emotive)
    Slot:
    [1] //
    [2] //

    Note: :goccia:
     
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