Runa di Guerra

[Aurora Occidentale] [CC]

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    { Kijani Fahari - Limitare del Bosco }
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    C… cosa stavo per fare?
    si chiede lo Scorpione, ridestandosi dalla furia omicida che l'ha ghermito
    -cosa mi era successo?

    Preso dalla frenesia della caccia e del combattimento, l'Egiziano era stato sul punto di porre fine alle vite degli inermi fuggiaschi con la più brutale e disinvolta leggerezza... ma con il risvegliarsi della propria coscienza, Amon si ferma in tempo, e i due soldati dell'Ovest vengono raggiunti ma soltanto tramortiti; dopotutto, se il mondo impazzisce e decade nella barbarie più insensata, non vuol dire che bisogna seguirlo.

    » Per fortuna che ci è andata bene... «
    commenta Mozart, senza nascondere un sospiro di sollievo per la piega degli eventi

    " Non siamo nemici!"
    esplica la graziosa Sarah con voce chiara e forte, avanzando con le mani in vista

    Il Custode del Bosco disattiva il suo potere oculare e riporta indietro i due svenuti per deporli davanti al Nagavandari, e mentre gli ignari attori di quella vicenda si riuniscono, anche la Volpe Rossa -una volta scemata l'adrenalina e rinsavito saziatosi! dalla bramosia di sangue- torna a ragionare ed esprimersi con la consueta pacatezza... non prima di aver però spiegato agli astanti i -pesanti- motivi a monte del suo agire.

    “Io sono Mugen Fudo. Avevo un conto in sospeso con questi ed altri soldati:
    senza motivo mi hanno attaccato, cacciato e ferito... mi hanno chiamato Mostro.”

    racconta la creatura, incerto sulle reazioni che susciterà negli altri
    “Gli ho solo mostrato che ogni azione genera una conseguenza.
    Cosa sapete dirmi di loro?”

    chiede al Principe Naga, prima di rivolgersi all'umano che lo ha soccorso e appoggiato
    "Hai mantenuto la parola Amon... amico."

    È stato un piacere ed un onore combattere al tuo fianco, Mugen.
    risponde con complicità l'Egiziano, per poi presentarsi come si deve anche agli altri
    Il mio nome è Amon e sono una delle guardie di Shui Yoe Tu, che presiede questo posto. Ero di ronda quando Mugen è arrivato ai confini di Kijani Fahari e subito abbiamo combattuto contro di loro.
    conferma il giovane, spostando gli occhi verdi sulla fanciulla dai capelli rossi
    Devo ringraziarvi per il vostro arrivo e, in particolare, è voi che devo ringraziare per averci salvato la vita: grazie!

    La Rossa intercetta lo sguardo del giovanotto, ma -con un mezzo sorriso ad arcuarle le labbra morbide- si limita a replicare con una scrollata di spalle, come se non avesse in fondo compiuto niente di eccezionale.

    Avevamo già ricevuto la minaccia di un’invasione, per la reticenza mia e della mia signora a lasciar loro questo posto, ma stavolta sono venuti in pompa magna con macchine infernali e con tutti quegli uomini....
    riprende Amon, raccontandovi la sua versione dei fatti
    ...mi ha lasciato un po’ sbigottito: senza il vostro aiuto saremmo probabilmente periti in battaglia, senza risolvere alcunché. Quindi, devo dedurre che voi siate… beh, sì: voi siete la resistenza?

    » La prego di scusare la nostra intrusione. Io sono Mozart Von Baltasar, Cavaliere Celeste al servizio dell'Alfiere dell'Est, la Dama Azzurra Kalia Djibrielle Feadù Menethil. «
    cogliendo l'occasione per presentarsi, il Saint interviene con prontezza
    » Io e la mia compagna Sarah siamo stati inviati nell'Ovest per indagare su quanto sta accadendo alle popolazioni locali. Il nostro compito è sincerarci della situazione, tuttavia -e penso di parlare anche a nome dell'Alfiere- siamo disposti ad aiutare il vostro contingente come più ci è possibile. «

    "Oltre a ciò ci era stato detto di metterci in contatto con una potente entità residente in questi boschi, che avrebbe potuto informarci meglio sulla situazione ed esserci alleata."
    gli fa eco la giovane principessa, facendo menzione di quella che si intuisce essere Yoe
    "Non sono ancora sicura dei vostri intenti, ma stando a quanto ho appena visto presumo che costei potrebbe essere interessata ad aiutare anche voi. Perciò gradiremmo molto poterla raggiungere con la vostra guida o almeno che inviaste degli uomini che si mettano in contatto con lei."

    Ad interrompere il tempo dei discorsi è il suono di passi incespicanti sul tappeto di foglie, ed è con una certa sorpresa che vedete sbucare dal nulla una giovane fanciulla dai capelli neri: il mantello che l'ha celata ai vostri occhi e ai vostri sensi è caduto, e con essi il sortilegio di cui la sua fibra è intessuto, e per timore che sia una spia nemica, ella viene istantaneamente intrappolata dalla sua stessa ombra.

    “Ci sono molte questioni da discutere. Vorrei che veniste all'accampamento.”
    ancora una volta, sono le parole del Naga a mostrare la direzione da seguire
    “Aiutatemi con i prigionieri, non voglio più alcuna vittima. Appena saremo giunti al sicuro,
    avrete tutte le notizie necessarie a scegliere se restare o andarvene.”


    Così, non vi resta che immobilizzare i prigionieri scampati alla vostra controffensiva, e seguire il Custode dei Sentieri della Trascendenza lungo la via per cui vi fa strada, lontano dal cuore dei boschi... verso la terra rossa e i suoi speroni di roccia, da cui si levano ancora in lontananza i densi fili di fumo degli incendi.

    png

    Raggiungere l'accampamento della Resistenza -avvolto dalla fitta ed acre nebbiolina degli incendi domati- richiede naturalmente più tempo di quanto abbia necessitato la tratta inversa: adesso siete un gruppo più nutrito, e -soprattutto- avete dei prigionieri, che -nel migliore dei casi- sono pesi morti perché privi di sensi... quando non oppongono resistenza o cercano di scappare, complicandovi la traversata.

    Nel vedervi giungere così in tanti, le difese si mobilitano all'istante, sulle prime allarmate da una possibilità di attacco ravvicinato... ma non appena Sagramor -un uomo di colore alto come una montagna- riconosce il Naga e la donna dai capelli rossi alla testa del drappello, un suo cenno autoritario è sufficiente a far abbassare le armi al contingente venutovi incontro e a far aprire un corridoio sicuro verso il cuore del settore di tende sbruciacchiate.

    Ad un altro cenno della nera Montagna Silenziosa, i prigionieri vengono presi in consegna e i soldati si dividono tra quelli in turno di guardia e quelli che stanno assistendo i feriti... disposti in almeno quattro corridoi di lettighe disposti nello spiazzo centrale.
    Odayaka Mira non è in vista.Meglio andare a cercarla.


    Straight to the Point

    Stavolta le indicazioni saranno un po' personalizzate; avrei voluto inserire tutto nel narrato, ma vista la coralità delle esperienze di ciascun PG mi vedo “costretta” a lasciarvi un turno interpretativo per dare il giusto spazio all'introspezione.

    Namas: Tu devi essere il primo a postare: fai gli “onori di casa” agli altri; come detto, Odayaka non è in vista, e la cosa, data la situazione, non ti lascia troppo tranquillo.

    Amon: Come puoi intuire dal discorso iniziato con gli altri PG, è stata fatta menzione della Dama Azzurra, la donna che ti ha accolto e curato al tuo arrivo su Endlos; se quello che il cavaliere biondo ha affermato è vero, è stata lei ad inviare aiuti e ad indicare Yoe -la potente entità abitatrice del bosco- come alleata... è quindi più facile per te credere alle parole dei due – e che non sono due disertori bensì infiltrati nelle fila nemiche.

    Sarah: La cattura dei soldati nemici superstiti ti ha rivelato la presenza del tutto inaspettata della tua suddita Rachel; ovviamente, a te decidere la reazione e gestire la situazione che si creerà tra le due mentre raggiungete l'accampamento della Resistenza.

    Mugen & Mozart: Nessuna informazione aggiuntiva: siete awesome :8D:

    La scadenza è fissata per sabato, 2 febbraio.

     
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    deva


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    I fumi d'acre e d'argento li accolsero come danzatrici esotiche, celandone prima le sagome e accentuandone i contorni, poi, quando la loro marcia ferì il confine dell'accampamento. Il loro rientro, a ritroso lungo la strada che inizialmente aveva condotto il Nagavandari e Beesech verso la fonte di quelle meteore di fuoco, s'era dimostrato più lento del previsto a causa del manipolo di uomini presi in custodia come prigionieri e subito affidati alle amorevoli
    -si far per dire-
    cure della Montagna.
    Namas fu lieto di rivedere Sagramor, al quale concesse un accenno di ciò che molti avrebbero letto come sorriso; le iridi profonde e lucenti del combattente, così affascinanti da rubare l'attenzione anche al crine scuro ed immobile, saettavano alla ricerca dello Specchio Tranquillo. Verticali e fameliche, folgori nella notte, esse mancavano nel trovare Odayaka e subito l'Ohm del Brahamana alterò il proprio corso, assoggettato alla marea di eventi e pensieri che ultimamente governavano la consapevolezza dell'uomo-serpente.
    Poichè sebbene nuovi alleati, delle più disparate nature, avessero affiancato la causa della Resistenza, egli continuava a trovarsi vittima di un'angoscia latente, una sensazione di distaccamento dal proprio spirito che macchiava la candida luminescenza di ciò che forse lo distingueva dal resto: l'essere Trascendente nel pensiero e nell'anima.
    Illuminato, avrebbero detto alcuni.

    Serrando i pugni per strangolare sul nascere quel fiume di ragionamenti, Namas arrestò il passo al centro delle disposizioni di soldati e lettini di cura, voltandosi verso coloro che fino a quel momento avevano solamente potuto scorgere la schiena dell'abitante del Picco Fantasma.


    “Questo è l'accappamento della Resistenza.
    Questa è la Resistenza stessa, tutto ciò che siamo riusciti a recuperare.
    Vorrei sappiaste subito che questa contromisura di forza e dolore è la risposta naturale all'oppressione subita: chi non ha motivo di lottare per l'Ovest, è degno di abbandonare subito il Presidio.”


    Attese, passando lo sguardo su ognuno dei nuovi arrivati, soffermandosi su ciascuno per almeno una manciata di secondi.
    L'Atharvaveda, il suo senso più puro ed impalpabile, descriveva ciascuno degli uomini e donne che avevano accettato di seguirlo in quella folle impresa e per ogni corpo ed anima, le sue percezioni trasformavano i loro flussi d'energia in figure concettuali e misteriose.

    “Nessuno dovrebbe combattere una guerra di cui non condivide l'ideale.”

    Lasciando l'opportunità di replica, il guerriero avrebbe atteso le parole dei suoi 'alleati', pur tuttavia dirigendosi
    -finito il dialogo-
    verso la tenda nella quale, qualche tempo prima, aveva discusso con Mira di Undarm.
    La sola assenza di quella donna riusciva a rendere pungente e penetrante l'aria umida che i polmoni del nagavandari catturavano ad ogni respiro.

     
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    Saggio e previdente, colui che era a capo di quella spedizione aveva ovviamente a cuore prima la salute dei propri uomini, e solo dopo le questioni politiche. Richiese che si prendesse tutti, prigionieri svenuti e non, per tornare indietro al proprio rifugio. La traversata fu lunga e un po' difficoltosa, vuoi perché coloro che erano stati catturati -ed erano svegli- tentarono più volte la fuga, sia perché quelli svenuti rallentavano la marcia. Eppure, infine, eccoli giungere nel luogo dove le truppe ribelli si arroccavano.

    Com'era giusto che fosse, egli dovette dare priorità a questioni di maggiore importanza, non prima di aver sollevato i presenti da ogni responsabilità. Dunque, chi non avesse desiderato partecipare alla battaglia avrebbe potuto defilarsi, senza ricevere per questo alcun segno di disprezzo. Probabilmente anch'egli si preoccupava delle vite che potevano andare perdute in una situazione simile.

    Dal canto suo il Santo non era intenzionato certo ad abbandonare la missione, così si avvicinò alla compagna Sarah per parlarle.

    » Non so te ma io voglio restare. Combattere non è quello che Dama Kalia ci ha ordinato ma che ne sarebbe del nostro onore se scappassimo come conigli? «

    E poi, accorgendosi solo dopo della presenza altrui, aggiunse:

    » Questa signorina non era con noi prima, chi è? -se non sono indiscreto.. «

    LegendaStatus Fisico: In ottimo stato (100%).
    Status Emotivo: Assetato di giustizia.
    Danni Subiti: Nessuno
    Mana Totale: (100%).
    Mana Consumato: (0%).

    EquipGold Cloth di Pisces
    { -corazza d'oro
    -passiva di semi-indistruttibilità valida per i soli attacchi senza consumo
    -passiva di bagliore accecante }

    Lancia d'Oro
    { lancia facente parte dell'Armatura, lunga 3 mt. }

    Flauto delle Vuote Melodie
    { flauto only gdr }

    Elenco Passive
    Seventh Sense
    { passiva mana + 10% }

    The Graceful Death
    { passiva influenza psicologica (paura di morire) }

    Fly me to the Moon
    { passiva di volo }

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    Non poteva certo dire di aver fatto i dovuti onori di casa.
    Purtroppo la situazione non lo consentiva nel modo più adatto, ma bisognava portare pazienza: una guerra era pur sempre una guerra e bisognava concentrarsi ora sulla mera conoscenza degli alleati. Al resto avrebbe pensato sicuramente dopo, a faccenda conclusa, con l’aiuto della sua Signora. La ‘rossa’ rispose alle sue parole con una scrollata di spalle ed un mezzo sorriso, come a voler far capire che in fondo non aveva fatto nulla di eccezionale. Ah, quanto si sbagliava.
    I primi a parlare, dopo di lui, furono i due ‘traditori’ e in particolare il primo fu proprio il guerriero – anche se dall’aspetto, doveva ammetterlo, non lo avrebbe propriamente detto – che si palesò essere come uno dei Cavalieri Celesti al soldo della dama dell’Est, lady Kalia. La cosa lo lasciò molto sorpreso ad essere totalmente sinceri, visto che non si aspettava che la situazione avesse raggiunto contorni così marcati da superare i confini dell’Ovest e raggiungere quelli dell’Est.
    Aveva un debito di gratitudine nei confronti dell’Alfiere dell’Est – anche se lei diceva di no – pertanto avrebbe fatto tutto il possibile per rendere il soggiorno dei due, ad Est, il più piacevole possibile… guerra permettendo, ovviamente. Ancora una volta si trovava in debito con la Dama Azzurra, ma non gli interessava poiché prima o poi l’avrebbe ripagato. E con gli interessi lo avrebbe fatto.
    Parola di Scorpione Nero.

    Il piacere è tutto mio Mozart!”, esclamò rispondendo alle sue parole, “Un debito di riconoscenza mi lega alla Dama Azzurra poiché lei ha salvato la mia vita quando arrivai su Endlos: se aveste bisogno di qualcosa, qualsiasi cosa, non esitate a farmene richiesta. Avrete tutto l’aiuto di cui necessitate, lo prometto.

    Disse, per poi concludere con un piccolo inchino.
    Ascoltò le parole della ragazza, poi, e gli sembrò evidente che stesse parlando della sua Signora, Shui Yoe Tu, reggente di Kijani Fahari ed Ufficiale dell’Ovest, ma non vi era alcun bisogno di contattarla o di metterla al corrente dei fatti in quanto vi era già lui a farne le veci. Era lui a rappresentarla in quella circostanza.
    Pertanto si decise a risponderle, rivolgendole la parole con tutta l’umiltà di cui era in possesso.

    Lady Sarah, mi permetto di risponderle che non vi è alcun bisogno di mandare dei messi all’entità che abita questo posto: Shui Yoe Tu è già al corrente dell’intera situazione ed io stesso sono stato incaricato da lei per proteggere con la mia stessa vita Kijani Fahari e tutte le creature che vi abitano-”, le disse dolcemente, ma al contempo con tono serio, “-pertanto non vi preoccupate e se aveste qualcosa da chiederle, potreste rivolgervi a me direttamente: farò io da tramite.

    E ancora una volta concluse con un piccolo inchino, curvando leggermente la schiena in avanti.
    A catturare le loro attenzioni, però, vi fu il sopraggiungere di una fanciulla le cui fattezze apparirono d’improvviso, una volta caduto un manto dai poteri arcani che fino a quel momento doveva averne celato la presenza e le forme. Era giovane, dai lunghi capelli neri, ma prima che potesse fare alcunché venne bloccata nelle sua stessa ombra dalla donna dai capelli rossi, per il tramite di una magia che non aveva ancora compreso del tutto, per il timore che potesse essere a sua volta una spia.
    Infine, l’ultimo a parlare, fu proprio l’’uomo’ che aveva messo fuori uso con un sol colpo la macchina infernale, ‘sputafuoco’. Aveva un aspetto diverso dal loro e, quindi, sicuramente non poteva che essere anche lui uno dei fantomatici mostri rincorsi dai folli uomini del laccio nero. Le iridi di rettile, pelle d’alabastro, talmente levigata da sembrare fatta di marmo: uno spettacolo unico ed inimitabile.
    Con autorevolezza invitò loro a seguirlo all’accampamento, quindi la risposta alla sua domanda risultò implicita, ma assolutamente palese: loro erano la resistenza.

    Sarà mia premura occuparmi dei due prigionieri che mi sono procurato, quindi non badate loro: sono forte abbastanza per portarli sotto braccio.”, disse legando i due malcapitati in modo che anche se si fossero svegliati, non sarebbero riusciti a liberarsi. “Beh, è il momento di andare.

    Se li caricò sotto braccio e si mosse insieme agli altri.
    Una nuova avventura aveva inizio.

    […]

    Seguirono l’uomo dalle iridi di serpente nel cammino che li avrebbe portati all’accampamento.
    Il cammino si era rivelato lungo e non privo di pericoli o di noie, dovute soprattutto al risveglio dei prigionieri che si portava appresso e che aveva convinto, in un certo senso, a camminare per proprio conto, se non avessero voluto perdere la vita ovviamente.
    Una volta giunti all’accampamento, le difese cominciarono a mobilitarsi temendo si trattasse di una imboscata, ma bastò lo sguardo di un ufficiale – molto presumibilmente – a lasciarli liberi di passare senza temere alcun attacco, in un corridoio sicuro verso una delle tende ivi presenti.
    I prigionieri vennero presi in consegna e lui, come gli altri, fu libero di camminare senza alcun ulteriore impedimento, guardandosi qua e là, tra una tenda e l’altra, cercando di comprendere quali fossero le reali forze di quel contingente armato. A parlare fu ovviamente il padrone di casa, interrompendo il silenzio che si era venuto a creare una volta raggiunto l’accampamento. Vennero squadrati uno ad uno, non prima di aver ascoltato le sue parole: avevano ancora una scelta, ovvero di poter tornare indietro.
    Lui non poteva e non voleva farlo: avrebbe combattuto per la sua libertà e per quella di coloro che si trovavano nella sua stessa situazione (mostri e non). Il primo a rispondere a quella sorta di appello fu il Cavaliere dell’Est, che non si tirò indietro alla sfida pur non avendo ricevuto ordini in merito.
    Lui non sarebbe stato da meno.

    Avrete la mia spada ed i miei poteri.”, rispose a sua volta con una sicurezza disarmante, “Non sono il tipo da tirarsi indietro, ma qui c’è qualcosa di più del semplice onore come posta in gioco: si combatte per far sì che altri possano vivere tranquillamente ed io combatterò per far sì che questa utopia diventi realtà.

    Si fermò un attimo, prima di riprendere a parlare.

    Credo ciecamente in questa impresa, tanto da essermi esposto in prima persona lì nel bosco: io non mi tiro indietro e combatterò a combattere finché il cuore mi batterà nel petto!


    N O T E S

    { Critico ~ 40% . Alto ~ 20 % . Medio ~ 10 % . Basso ~ 5% }
    Energia ~ 50%
    Status Fisico~ Ottimo
    E Q U I P A G G I A M E N T O
    Lama del Destino ~ si tratta di una spada composta dai più pregiati e resistenti metalli allora in possesso alla civiltà egizia. Finemente lavorata e dalla forma inusuale per quei tempi, essa ricorda molto una khopesh per la sua forma, ma essenzialmente è molto diversa da essa. La curvatura non è esasperata come in una Khopesh, ma sembra assumere una forma più elegante. La lucente lama è lunga all'incirca 50 cm; l'elsa, lunga a sua volta 30 cm, è composta di oro e legno entrambi finemente lavorati ed intarsiati grazie ad una egregia manifattura. Perfettamente equilibrata nel suo peso risulta essere manegevole e leggera, ma al contempo abbastanza resistente ed affilata. La spada viene sempre riposta comodamente in una custodia in cuoio posta dietro la schiena, in modo da essere facilmente sguainabile in ogni situazione, anche la più difficile ed insperata.
    Oracolo della Morte ~ indubbiamente il nome gli calza a pennello in quanto questo pugnale ha portato alla morte un numero considerevole di uomini e bestie. Come per la spada, si tratta di un pugnale della più pregevole fattura, composto dai metalli più resistenti e laboriosi per fornire allo stesso una resistenza invidiabile ed un taglio formidabile. La lama è lunga all'incirca 25 cm, leggermente ricurva; il manico, invece, è lungo all'incirca 20 cm, risultando essere manegevole e confortevole per la mano, la sinistra, che deve impugnarlo. Quest'ultimo ha diversi intarsi che lo rendono unico nel suo genere, un vero gioiello agli occhi di terzi. Il pugnale è posto in una custodia in cuoio, anch'esso, posto dietro il busto con l'elsa rivolta verso l'esterno del fianco sinistro in modo da essere facilmente raggiungibile dalla mano sinistra in un moto veloce e assolutamente imprevedibile.
    F A C O L T A'
    Occhio di Ra ~ è un'abilità oculare alquanto particolare, lusso di ben pochi nella storia della setta dello Scorpione Nero e dono indiscusso delle divinità. Tale abilità, meglio conosciuta come Occhio di Ra, si manifesta in un essere umano all'età di sette anni in modo spontaneo e senza alcun preavviso. Gli occhi perdono la loro tonalità assumendo una colorazione che ricorda molto il colore di una perla, mentre le vene intorno agli stessi cominciano a gonfiarsi sino a rendersi visibili, tramutando di fatto, e parzialmente, i lineamenti del volto nel portatore. Inizialmente, appena risvegliato, gli effetti saranno piuttosto confusi e il portatore non sarà in grado, autonomamente, di affidarsi alle facoltà dell'occhio che, di fatto, costituiranno un impaccio ed un fastidio piuttosto evidente ed assolutamente pericoloso in combattimento; la vista, difatti, diventa confusa, sfocata e le facoltà donate dall'occhio tenderanno a confondersi tra di loro senza alcun preavviso creando nel portatore confusione e tremendi mal di testa che culmineranno nello svenimento di quest'ultimo. Con il tempo e con più specifici allenamenti il portatore comincia pian piano a rendersi conto delle diverse facoltà donategli dall'occhio che culminano, infine, con il completo controllo sull'abilità oculare e sulla opportunità di scelta, basata sul momento, di poter sfruttare l'una capacità, invece che l'altra. Di solito i guerrieri che hanno in dote una simile capacità oculare sono molto riflessivi ed a loro, di solito, è lasciato il compito di imbastire strategie più o meno complesse proprio in virtù delle capacità intrinseche dell'occhio. In particolare sono tre le facoltà concesse al possessore di tale abilità; tre differenti abilità sfruttabili a scelta dal custode dell'Occhio di Ra.
    • Io vedo ovunque intorno a me
      L'occhio, in questa accezione, da la possibilità di poter avere una visuale quasi completa, e discrezionale, per un raggio di 20 m intorno al custode per una gradazione di 359°. Come si è accennato, la visuale non è purtroppo completa, poiché un unico grado rimane scoperto; si tratta di un punto collocato proprio dietro la sua nuca, un cono di vuoto dal quale gli è impossibile vedere. Un piccolo malus a fronte di una capacità tutt'altro da sottovalutare.

    • Non vi sono luoghi nei quali io non possa vedere
      Il custode di questo potere è in grado di vedere oltre oggetti, cose e persone senza alcuna difficoltà di sorta. Di solito questa facoltà è strettamente collegata alla precedente in modo da fornirgli la possibilità di avere una visione completa e d'insieme dell'ambiente circostante, ma anche se utilizzata da sola può rivelarsi molto utile. Ovviamente il raggio d'azione è sempre il medesimo, in quanto oltre i 20 m di raggio, il custode sarà impossibilità ad utilizzare questa sua incredibile capacità.

    • Vedo distintamente la tua essenza
      L'ultima capacità - non per importanza, ovviamente - è quella di riuscire a vedere la parte più intima e preziosa di una persona: la sua energia o il suo flusso energetico, che dir si voglia. E' un fenomeno particolare, ed utopico per i più, che non è possibile spiegare per il tramite della scienza. Per quanto, infatti, anche le precedenti abilità non abbiano una spiegazione scientifica che possa in qualche modo svelarne l'arcano funzionamento, questa è la parte più interessante e sicuramente più utile in un combattimento corpo a corpo. Nello specifico, l'energia verrà vista sotto forma di un flusso che, per assonanza, ricorda molto l'apparato circolatorio sanguigno: un fittissimo reticolo che attraversa tutto il corpo della creatura. E' precipuo notare come l'energia s'ammassi ove, di consuetudine, sono ubicati gli organi vitali e questo è già molto importante in quanto, di solito, una illusione non è così raffinata e precisa - intendendo, comunque, illusioni ambientali di livello medio - da replicare perfettamente un flusso circolatorio così congegnato, in modo da consentire al custode di distinguere il vero dal falso. Inoltre, poter vedere il flusso energetico altrui consente di capire quando un avversario è in procinto di attaccare, in quanto a seconda delle stimolazioni e della concentrazione del flusso negli arti è possibile far comprendere al custode quando il proprio avversario stia per attaccare; infatti, a seconda di come verrà strutturato l'attacco, il flusso energetico - agli occhi del custode - subirà una repentina accelerazione nel suo corso. Questa facoltà risulta essere molto importante anche per far fronte alle becere manipolazioni della realtà - illusioni ambientali, ovviamente - che circondano il custode, riuscendo a svelarle con puntualità. Con uno sforzo ulteriore - e, pertanto, con un conseguente dispendio di energie - è possibile svelare anche manipolazioni della realtà più potenti, che ad una prima (s)vista potrebbero ingannarlo [Consumo Alto].
      Agli occhi del custode il flusso energetico ha un colore che differisce, spesso, in ordine alla razza della creatura cui appartiene, facendogli comprendere quindi se si trova davanti ad altri esseri umani, oppure a demoni, angeli ecc.
    Essere un adepto dello Scorpione Nero ~ richiede capacità fisiche fuori del normale, indubbiamente superiori alle capacità di un semplice essere umano. I guerrieri in questione sono addestrati sin dalla più tenera età a sopportare pesi eccessivi, in modo da essere temprati per le future ed estenuanti battaglie in cui saranno coinvolti una volta cresciuti. Amon, in particolare, è riuscito a sviluppare una forza sorprendente, il che lo rende abbastanza pericoloso nel combattimento corpo a corpo. La forza, però, da sola non è tutto e infatti Amon è riuscito a rendere il proprio corpo resistente agli urti ed agli attacchi altrui – se corroborata da una tecnica difensiva, ovviamente – risultando pertanto un ostico avversario.[+ 50% Forza; +50% Resistenza - Abilità Passiva]
    P O T E R I
    -

    Note a margine ~ A voi. =)
     
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    Non dedicarono molto tempo alle parole.
    Raccolsero i prigionieri e dopo aver svelato chi più chi meno la propria identità si misero in marcia verso l'accampamento.

    Così il Demone Volpe si incamminò seguendo la Rossa e l'uomo con i capelli neri, e più da vicino poté cogliere i dettagli del suo aspetto non umano. Era probabile che ciò che li aveva spinti in battaglia avesse una radice comune con quanto era a successo a lui e al modo in cui lo avevano trattato.

    Anche se non poteva conoscere i dettagli quella che stava accadendo in Occidente era una vera e propria guerra nei confronti dei Non Umani.
    Dal canto suo aveva già assaggiato il loro Odio e solo per poco era riuscito a sfuggire agli uomini dal Laccio Nero. Poteva solo supporre che molti altri non erano stati così fortunati.

    Ci volle un po' prima di abbandonare il bosco e che il paesaggio cominciasse a mutare. Lasciarono il riparo della florida boscaglia per muoversi verso le pietre e i picchi rocciosi che caratterizzavano le terre occidentali. In lontananza la loro meta fu segnalata da esili fili di fumo che si levavano timidi nel cielo.

    Guardava gli altri due umani con sospetto. Certo avevano dichiarato di essere al servizio della Dama Azzura e le persone al servizio dell'Alfiere dell'Est che aveva incontrato si erano dimostrate di valore e dai buoni principi. Eppure gli avvenimenti che aveva vissuto avevano sollevato delle ombre nel modo in cui guardava gli Umani.

    Infine raggiunsero la meta, ma prima di poter accedere all'accampamento vero e proprio vennero circondati da un contingente di natura ben diversa da quello affrontato poco prima. A guidarlo c'era un uomo gigantesco, al quale bastò un cenno per disperdere i soldati una volta che ebbe riconosciuto i due che guidavano quella spedizione.

    Un atteggiamento simile non poteva che alimentare il sospetto che colui che li aveva soccorsi nella battaglia fosse una figura di spicco tra i ribelli.

    In questo modo arrivarono nell'accampamento della resistenza.

    “Questo è l'accappamento della Resistenza.
    Questa è la Resistenza stessa, tutto ciò che siamo riusciti a recuperare.
    Vorrei sappiaste subito che questa contromisura di forza e dolore è la risposta naturale all'oppressione subita: chi non ha motivo di lottare per l'Ovest, è degno di abbandonare subito il Presidio.”



    Mugen poteva ben capire cosa avevano vissuto. Lo aveva provato sulla sua stessa pelle. Non si supera facilmente la consapevolezza di vivere in un mondo abitato da altre specie, dove la speranza di incontrare propri simili è scarsa o quasi nulla. Il semipiano risucchia qua e là creature appartenenti alle razze più disparate, isolandole per sempre dai propri simili.

    La Volpe aveva già riflettuto su questo. La sua tribù non era mai stata numerosa, aveva già vissuto lontano dalla propria gente per anni e aveva già considerato che non avrebbe mai più rivisto un volto noto e che forse non avrebbe mai incontrato un altro demone volpe. Inoltre il semipiano pullulava di esseri umani e si era già scontrato con la loro diffidenza, ma credeva di aver superato quella difficoltà. Certo la gente lo avrebbe sempre guardato con timore e paura, ma aveva imparato a convivere con quel sentimento.

    Eppure quel giorno affrontando quegli uomini erano riapparsi sentimenti che credeva di aver sepolto tanto tempo addietro. Era stata risvegliata una sfumatura latente del suo essere, un aspetto primordiale del suo spirito anche esso rimasto a lungo sopito.

    Aveva un buon motivo per restare.

    “Nessuno dovrebbe combattere una guerra di cui non condivide l'ideale.”



    Aveva già levato lama e artiglio per vendicare se stesso, adesso avrebbe lottato per un ideale di libertà. Avrebbe combattuto al fianco della Resistenza.

    “Io resterò e combatterò al fianco della Resistenza.”



    Si era ufficialmente impegnato per la causa delle terre d'occidente.



    Mentre gli altri discutevano tra di loro Mugen decise di allontanarsi e di esplorare l'accampamento. La battaglia lo aveva stancato più di quanto avesse immaginato e la ferita al fianco rischiava di peggiorare. Le pulsazioni e le fitte improvvise ne rammentavano la presenza. Doveva sfruttare quel momento di tregua, era più che sicuro che presto sarebbe giunto nuovamente il momento di sfoderare le armi. Ed era probabile che la battaglia futura sarebbe stata decisamente più impegnativa. Pertanto si ritrovò a vagare guardingo alla ricerca di qualcosa con cui medicare la ferita, che intanto aveva incrostato la veste di un denso rosso scuro...

    CITAZIONE
    Condizioni fisiche: ferita al fianco destro
    Condizioni psicologiche: stanco
    Energie: 75%
    Note: :flwr:

    Tecniche utilizzate:
    //

    Passive:
    ~Retaggio di una volpe Rossa:
    Che cos'è esattamente un demone volpe? Nessuno lo sa con esattezza, ne esistono varie razze, varie tribù e una moltitudine di sottospecie... sebbene siano molto difficili da incontrare, creature furbe e sfuggenti. La varietà a cui appartiene Mugen ha molti tratti in comune con la comune volpe rossa selvatica, una descrizione spicciola porta infatti a definirlo come una grossa volpe dalla postura eretta, col pollice opponibile e in grado di parlare. Inoltre un demone volpe ha un ciclo vitale molto molto lungo, infatti Mugen, con qualche centinaio di anni, è da considerarsi nel pieno della giovinezza. Non è chiaro cosa accada ad un demone volpe una volta invecchiando... si sa solo che il suo manto diventa completamente bianco e abbandona il branco dei più giovani per andare chissà dove. O almeno è questo che si crede, uno strano meccanismo si innesca nelle giovani volpi nei confronti dei membri anziani, o per lo meno nei confronti dei membri anziani che hanno superato la Soglia. Non riescono più a ricordarsi di loro, o meglio non riescono a focalizzare l'attenzione su coloro che hanno superato la Soglia. Per questo si parla di Soglia, una sorta di soglia dell'esistenza. Certo ci si ricorda della vita trascorsa insieme e delle imprese compiute da un membro scomparso, ma ad un certo punto questi scompare nell'oblio ed è anche difficile da individuare il momento esatto in cui avviene l'attraversamento della Soglia. Si tramanda inoltre di incontri con volpi bianche nel corso dei secoli e in momenti particolari della storia, ma i racconti sono tutti un po' vaghi e si perdono nel ricco folklore delle volpi rosse.
    Come detto un demone volpe è una creatura fuori dall'ordinario, i loro sensi sono superiori a quelli di un qualsiasi umano. Sono in grado di fiutare ed identificare una qualsiasi creatura in un raggio d'azione estremamente ampio e seguire una traccia per loro è estremamente facile.
    Se non bastasse sono creature forti e veloci, in grado di affrontare qualsiasi avversità. Le loro capacità uditive si estendono oltre l'immaginabile, un demone volpe riesce facilmente a distinguere il battito di un cuore e un sussurro appena sospirato in un raggio d'azione di decine forse centinaia di metri...Inoltre dispongono di micidiali armi naturali: artigli in grado di lacerare la carne e zanne in grado di spappolare le ossa. Non bisogna lasciarsi ingannare se spesso si mostrano come esseri bonari e pacifici. Una volta fiutata la preda, difficilmente la lasciano andare...
    [Bonus forza +50% (5 punti), Olfatto iper sviluppato raggio d'azione: 30 metri in duello (5 punti), zanne e artigli (2 punti); Caratteristiche bloccate: Vista notturna, udito iper sviluppato (5 punti)]

    ~Reliquie di una volpe Bianca:
    Mugen è uno dei pochi che può vantare di aver incontrato una Volpe Bianca nella sua vita. Forse perché i più se ne dimenticano. In realtà anche lui dubita di quanto avvenuto e dei vaghi ricordi che ha dell'incontro, se non fosse che quell'incontro gli ha lasciato una prova tangibile. Infatti l'unica certezza della Volpe Rossa è il dono ricevuto dalla misteriosa Volpe Bianca: il velo. Un nome sibillino per una reliquia altrettanto enigmatica. Il velo ha l'aspetto di un haori bianco, che al tatto sembra fatto di seta. Nessuno potrebbe mai sospettare l'origine indefinita di un tale manufatto né tanto meno indovinare il suo potere latente. Oltre ad essere baluardo e prova di un'esperienza vissuta l'haori dona a chi lo indossa straordinarie capacità. Mugen ha infatti scoperto che indossando l'haori può facilmente fluttuare in aria, come se fosse privo di peso, come se fosse uno fantasma...
    [Abilità passiva di volo (1+5 punti), altre particolarità per ora sconosciute]


    Equip:

    ~Lama di una Volpe guerriera:
    Mugen è sempre accompagnato dalla sua spada. Realizzata in acciaio itemprato, si tratta di un arma di ottima fattura. La lama raggiunge i 120 cm di lunghezza, perfetta e bilanciata. Ha uno spessore di 1.7 cm nella sezione centrale. La lama si assottiglia sempre più verso i bordi, creando un doppio filo estremamente tagliente di appena un mm ed una terribile punta acuminata. E' dotata di guardia sempre in acciaio da 15 cm, e di un elsa di 25 cm, che permette un’impugnatura comoda e salda. L’intero oggetto ha una colorazione grigiastra. La spada è stata bene studiata per quanto riguarda il peso, che non supera i due chilogrammi. Normalmente riposta nel suo fodero grigio senza particolari ornamenti, che la volpe tiene al fianco sinistro. Uno strumento valido e funzionale.


    ~Bokken di Fanedell
    Non con il solo acciaio combatte il samurai e benché il Demone Volpe abbia con sé delle vere e proprie armi naturali, Fanedell gli ha fornito ciò che accompagna tradizionalmente l’addestramento dei samurai e anche alcune delle battaglie successive al completamento della sua formazione: una spada di legno dalla forma e dalle dimensioni di quella delle armi più tipicamente usate dai samurai. Tuttavia questo non è un mero pezzo di legno, per quanto pregiato, ma ha altresì una proprietà particolare: se impugnato e con la previa spesa di un quantitativo Variabile di energia, l’arma può allungarsi di altri tre, cinque, sette o dieci metri, risultando così utile in svariate situazioni, anche non prettamente combattive.


     
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    " Ci sono molte questioni da discutere.
    Vorrei che veniste all'accampamento."

    Rispose il capo dei ribelli a tutte le richieste appena fattegli. In effetti quello non era il posto migliore per mettersi a discutere e poi la piccola folla gli aveva detto così tante cose che probabilmente lo avevano indotto comunque a prendere un po' di tempo per rispondere singolarmente ad ogni domanda.
    " Aiutatemi con i prigionieri, non voglio più alcuna vittima.
    Appena saremo giunti al sicuro, avrete tutte le notizie necessarie a scegliere se restare o andarvene."

    La fanciulla fece segno di aver capito, anche se non sapeva bene come si dovessero gestire i prigionieri di guerra e non si riconosceva in una carceriera. Comunque non sarebbe dovuto essere troppo difficile: in fondo le sarebbe bastato chiedere come fare a uno dei soldati o anche solo imitarlo. Tuttavia durante il viaggio Sarah non sarebbe riuscita a combinare molto per via di un incontro totalmente inaspettato.
    Infatti quando fu vicina a un gruppo di prigionieri controllati da tre ribelli vi scorse una figura femminile, cosa di per se strana vista la composizione dell'armata occidentale.
    Un attimo... capelli neri, sguardo severo e leggero broncio... sembrava essere familiare!


    " Che ci fai qui?"
    Chiese stupita la ragazza, ma il suo stupore era ben poco rispetto a quello di Rachel e lo si poteva chiaramente vedere nella sua espressione.
    " Dovrei dirlo io."
    Una non capiva come fosse possibile incontrarla in quel posto e per di più tra i soldati nemici catturati, l'altra più o meno lo stesso o meglio: non capiva per quale motivo una persona come lei si fosse andata a mettere in mezzo in una guerra e unita a un gruppo di ribelli.
    La principessa la guardò e rifletté qualche attimo. Era più che logico che non dovesse fare parte del nemico e senza pensarci due volte chiese che la lasciassero andare.
    " Lei non c'entra nulla, liberatela."
    Disse indicandola al trio, ma questi non le diedero bada. Non si fidavano certo di una sconosciuta appena arrivata, anche se il loro leader sembrava non averla considerata una nemica. Se fosse stato lui o un suo superiore a chiederlo non avrebbero esitato a farlo, ma non volevano arrischiarsi a liberare un prigioniero su richiesta di una che non avevano mai visto.
    Dopo qualche tentativo la ragazza se ne fece una ragione e decise semplicemente di camminare vicino all'altra fino all'accampamento. Magari avrebbe potuto approfittarne per chiarire un po' di cose.

    " Allora, perché sei qui? Non sapevo neanche che fossi neanche su Endlos e mi sembra un po' strano averti incontrato proprio qui."
    Si, era sin troppo strano, forse c'era qualcosa sotto.
    " Ise mi ha chiesto di prendermi cura di te durante una specie di viaggio. Quindi ti ho seguita da lontano."
    Se prima ad essere diffidente era solo Rachel, ora lo era anche Sarah. Non appena sentì il nome della nemica iniziò a pensare che fosse in qualche modo in combutta con lei. Ultimamente se lo chiedeva; nonostante le ancelle fossero state le uniche persone che riuscivano a distrarla un po' durante quegli odiosi sei mesi, aveva iniziato a pensare che potessero essere complici della fata non solo a livello inconscio. Forse sapevano perfettamente come fossero andate le cose e volevano aiutare capelli rosa a sorvegliarla perché lei potesse continuare il suo stupido gioco.
    Bah, forse non era il caso di essere così precipitosi, ma episodi come quelli la lasciavano pensare.
    " Posso sapere invece cosa stai facendo da queste parti?"
    Era un po' strano per lei parlare dandosi del tu, anche se era necessario farlo in quelle circostanze. Era la prima volta che lo faceva e ora che ci pensava lo era stato anche per Lisa e Sheila, però da quando le due erano andate su Endlos avevano preso a parlare in modo informale. Non che desiderasse anche lei farlo, specialmente con la persona di cui si fidava di meno.
    " È una lunga storia..."
    Quindi cercò di spiegarle a grandi linee la situazione di quel presidio e di cosa si occupasse lei quando si trovava in quel mondo.

    Il gruppo giunse all'accampamento e alcuni prigionieri, compresa Rachel, vennero fatti sedere temporaneamente sul terreno. Sarah la guardò per qualche secondo, per poi chiedere cosa fare. Se era davvero in combutta con la nemica avrebbe potuto benissimo lasciarla lì. Certo, non era ancora pronta per attuare il piano per ribellarsi a quella stupida fata, ma non avere qualcuno che la sorvegliava le avrebbe fatto comunque comodo, anche perché gli effetti delle influenze mentali stavano lentamente svanendo e se se durante quella missione se ne fossero completamente andati avrebbe potuto accelerare i suoi piani.
    Si, in fondo non succedeva nulla se la lasciava lì per un po', tra l'altro non le avrebbe neppure potuto rimproverare di non aver provato a farla rilasciare.
    Però... cosa le sarebbe potuto succedere mentre sarebbe stata trattenuta? E se i carcerieri o i soldati avessero iniziato a prendersela con i prigionieri? Quel genere di cose non erano rare e non poteva essere sicura che tra i ribelli non ci fosse almeno uno abbastanza vile da agire in quel modo!
    Sospirò e scosse la testa. Non poteva permettersi di lasciare qualcuno che conosceva in una situazione simile! In fondo, anche se fosse effettivamente venuta lì per spiarla bastava solo fare più attenzione.
    " Non so te ma io voglio restare. Combattere non è quello che Dama Kalia ci ha ordinato ma che ne sarebbe del nostro onore se scappassimo come conigli?"
    Disse Mozart proprio quando la ragazza si stava dirigendo dal nagavandari per chiedere il rilascio della cortigiana.
    " Questa signorina non era con noi prima, chi è? Se non sono indiscreto..."
    Ora occorreva una scusa ben piazzata per giustificare tutto. Non sarebbe stato difficile dato che lo aveva già fatto diverse volte, dato che parlare di Dreamcross e di cosa fosse lì avrebbe solo complicato le cose. E poi finché nessuno sapeva quelle cose avrebbe potuto continuare a vivere su Endlos come una persona normale, anche se non era comunque come tornare come prima. [No Sarah, comunque non sei normale. Puoi essere principessa o meno, maschio o femmina, umana o meno o tutto quello che vuoi. Ma finché la tua testa continua a ragionare in quella maniera sarai sempre anormale. Vuoi vedere che indovino se deciderai di rimanere o meno?]
    " Diciamo che è un'amica. Viene dalla mia stessa dimensione, non può far parte dei nemici."
    Poi rispose alla prima domanda.
    " Anch'io voglio restare. Non possiamo andarcene dopo che abbiamo visto quanto sta succedendo."
    [Lo sapevo! Ma si c'è solo un esercito numerosissimo che vuole farmi a pezzi e voi siete un pugno di uomini disperati, ma che sarà mai?
    Se questa non è pazzia... ma tornare nell'Est per chiedere supporto no, eh?]

    " Anche perché non siamo nelle condizioni per comunicare con la Dama Azzurra. Impiegheremmo come minimo due settimane a raggiungere l'Est e in quel tempo la situazione può degenerare o concludersi.
    Solo quando saremo certi che le cose andranno per le lunghe potremo valutare se tornare indietro o mandare qualcuno al posto nostro."

    [Ah... È vero! Se non altro la testa la sai far funzionare bene quando ti ci metti, ma rimani comunque folle.]

    La fanciulla raggiunse Namas e si premurò di comunicargli la loro decisione, per poi parlare della cortigiana.
    " Siamo con voi. Non possiamo ignorare il genocidio che sta venendo operato ."
    Dopo una pausa di qualche secondo, cambiò discorso.
    " Ad ogni modo avrei una richiesta. Vedete quella ragazza dai capelli neri in mezzo agli altri prigionieri?
    Non fa parte dei soldati nemici, la conosco personalmente e posso garantirlo. Desidererei che la liberaste, sono pronta ad assumermi ogni responsabilità derivante da questa scelta."


    gif

    Ci mancava solo quest'ulteriore umiliazione! Non solo ero stata colpita, catturata e tutto il resto, ma ora rischiavo di venir soccorsa proprio dalla persona che mi avevano chiesto di proteggere! Era il colmo per il mio orgoglio di guerriera?
    Mi aveva fatto letteralmente saltare i nervi che quella biondina avesse chiesto in continuazione di farmi rilasciare durante tutto il viaggio e che continuasse a farlo ora.
    Potevo benissimo pensarci io. In fondo un'occasione per fuggire si sarebbe sicuramente presentata e avrei potuto recuperare un po' di onore.
    Cosa sperava di dimostrarmi Sarah? Che lei era una brava principessina perché mi faceva liberare e allora avrei dovuto servirla con devozione per il resto della mia vita? Forse, ma purtroppo per me questi trucchi padronali non avevano effetto su di me: in fondo se aveva desiderato diventare una principessa per avere un esercito di schiavetti era più che logico che ne avesse avesse cura. In fondo non potevo servirla finché ero prigioniera.

    Sospirai, cercando di di riflettere con calma. Nonostante quanto stavo vedendo non volevo modificare l'immagine di "bambina capricciosa" che temevo fosse Sarah. Era quasi come se la mia diffidenza mi stesse accecando, anzi forse avrei desiderato solo avere la conferma che fosse così.
    In tal modo sarebbe stato tutto molto più semplice: avrei saputo di aver un nemico a cui ribellarmi, avrei svegliato tutte le altre e ci saremmo conquistate la nostra libertà, anche sbarazzandoci di Sarah se necessario.
    Invece avevo notato delle cose che non mi sarei aspettata: una ragazza non proprio indifesa e incapace, che prestava servizio presso un presidio di Endlos. Stentavo però a correggere l'idea che mi ero fatto di lei, anche perché era estremamente diverso da quanto avevo visto durante il periodo precedente ai suoi viaggi in questa dimensione.
    Forse avrei dovuto mettere da parte tutto quello che pensavo di lei e giudicarla come se fosse una sconosciuta. Ora che ci pensavo, anche se temevo di essere sua prigioniera, dal canto mio non avevo mai provato a non svolgere il ruolo assegnatomi. Come potevo capire se ero schiava o meno di qualcuno se non avevo mai provato a disubbidire?
    Dovevo sfruttare meglio quel viaggio se volevo trovare le mie risposte e soprattutto accettare di essermi sbagliata.
    Status psichico: Determinata
    Status fisico: Ottimale
    Energia: 95%
    Equipaggiamento: La punta d'argento (Spada)
    Si tratta di una comunissima spada impugnabile a una e due mani, lunga più di un metro e abbastanza leggera. Non presenta particolari lavorazioni e ha una forma molto sobria, badando più alla praticità e alla maneggevolezza che all'aspetto.
    Il nome deriva dalla tonalità di colore dell'acciaio dell'arma.

    Passive in uso

    Il carisma di una principessa: Sia per il suo aspetto, che per i suoi modi, ma soprattutto perché sa come prendere le persone, Sarah risulterà estremamente carismatica. Basterà vederla o avercela vicino per sentire come un'aura che spingerà chi è attorno a lei a partire ben disposto nei suoi confronti, ad avere un punto di riferimento, ad ascoltarla volentieri e a considerare i suoi consigli allettanti, indipendentemente dalla situazione.
    Chi subisce l'abilità è libero di descrivere cosa la colpisce della ragazza e come reagisce all'influenza che è semplicemente emozionale e non può controllare la volontà altrui.
    L'abilità non è altro che una passiva di influenza mentale, che può essere attivata o disattivata a piacimento da lei, a seconda del modo in cui decida di approcciarsi con gli altri.

    La delicatezza di una principessa: Chiunque abbia mai letto un libro per bambini sa che le principesse delle fiabe sono delle creature talmente graziose e delicate che nemmeno il più crudele degli antagonisti ha mai osato alzare un dito su di loro; limitandosi a rinchiuderle nella torre di un qualche castello, piuttosto che far conoscere loro il dolore.
    Tuttavia Sarah un tempo era un ragazzo che sognava (e sogna tutt'ora) di diventare come uno degli eroi storici o, perché no, dei racconti. E si sa che tutti i paladini della giustizia hanno una dote innata a cacciarsi nei guai; tanto che nemmeno il più paziente degli aiutanti non può trattenersi dal dargliene di santa ragione per tutte le disavventure in cui si lasciano coinvolgere.
    Come può Sarah, vista la sua attitudine a mettersi nei pasticci, non conoscere il dolore come tutte le altre principesse? Semplicemente non provandolo.
    Infatti, al suo posto la fanciulla sentirà una sensazione né piacevole, né spiacevole che l'avvertirà di essere stata ferita o colpita in qualche modo. Tuttavia, non sentendo male potrebbe essere indotta ad un'eccessiva spavalderia, col rischio di allargare le ferite, pur essendo consapevolissima del danno.
    Volendo l'abilità può essere disattivata, facendole sentire dolore come tutti. Ma occorre specificarlo all'inizio della scena.


    Famigli/Pet in uso ----> Rachel

    Il seguito di una principessa: Note come "Il seguito", "Le cortigiane" o "Le ancelle di Einheit"; queste ragazze sono l'orgoglio del principato. Assistono Sarah nelle sue mansioni, in sua assenza governano loro la nazione e forse sono le sue migliori amiche.
    Non tutte sanno combattere e non è troppo difficile accorgersene dato che chi ne è in grado può reggere molto bene una battaglia, mentre le altre in genere possono venire stese da un banale pugno.
    Sarah potrà portare con se una di queste ogni volta che si avventurerà su Endlos, che potrà aiutarla in svariati modi, usare abilità non superiori a potenza media (grazie all'energia della ragazza) e anche supportarla in battaglia se in grado di combattere.
    Se una di queste fanciulle viene gravemente ferita, perde i sensi o le viene arrecato qualche altro tipo di danno grave, scompare in una nuvola di fumo e torna ad Einheit.

    Status fisico Pet: Leggermente ferita al fianco, per via di una piccola esplosione presa di striscio
    Equipaggiamento Pet

    Arco e Faretra: Un armamentario base, composto di un arco medio e di una faretra per portare le frecce. Salvo particolari eccezioni, d'ordinanza vengono assegnate cinque frecce.
    Queste armi sono solitamente molto sobrie e prive di decorazioni, badando più alla praticità e al mimetismo che all'aspetto estetico. Vengono usate da alcune schiere dell'esercito e da parte delle ancelle che si occupano della sicurezza al castello. [2pt]

    Mantello dell'anonimato: Realizzato dall'ancella di Sarah più abile in tessitura. Apparentemente è un banale mantello nero in una stoffa comune, munito di cappuccio (ricorda vagamente una tunica per intenderci).
    Possiede però una capacità davvero interessante: quello di rendere trascurabile e poco degno di attenzione chiunque lo indossi. Chi vedrà una persona indossante tale abito tenderà ad ignorarla e non vorrà perdere il suo tempo con lei, come se fosse un tipo che non conosce e che non gli serva assolutamente fermare.
    Si tratti di una forestiero in cerca di informazioni, di un investigatore, di un rapinatore in cerca di vittime, se incontrerà una persona con quel mantello la ignorerà e rivolgerà la sua attenzione altrove, a meno che non sia quella persona a fare la sua mossa.
    L'effetto del vestito non è altro che un'influenza psicologica e quindi contrastabile con un adeguata difesa.
    È possibile anche annullare gli effetti del senza toglierselo in due modi: o tirando indietro il cappuccio e tendendo un lembo capo d'abbigliamento, oppure perdendo conoscenza.
    [Oggetto + Passiva]
     
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    { Avamposto temporaneo della Resistenza }
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    Dopo aver affidato i prigionieri alle cure di Sagramor -l'uomo di colre, alto come una montagna e dalle spalle larghe come un armadio- avanzate tra i pennacchi di fumo che oscillano alla pigra brezza che precede l'alba simili a vessilli, e sebbene veniate adocchiati con diffidenza come gruppo, la presenza della donna dai capelli rossi e dell'uomo-serpente pare rassicurare in fretta i reduci, che anziché fare domande inquisitorie preferiscono tornare alle loro occupazioni da campo: curare i feriti, salvare le provviste e i rifornimenti risparmiati dal fuoco, riparare e smontare le tende danneggiate prima della marcia dell'indomani, e seppellire i morti.

    “Questo è l'accampamento della Resistenza.
    Questa è la Resistenza stessa, tutto ciò che siamo riusciti a recuperare.”

    esordisce il Principe Naga, presentandovi la realtà in cui vi siete ora immersi
    “Vorrei sappiate subito che questa contromisura di forza e dolore è la risposta naturale all'oppressione subita: chi non ha motivo di lottare per l'Ovest, è degno di abbandonare subito il Presidio.”
    con una pausa eloquente e significativa, il prescelto dell'Atharvaveda li squadra uno a uno
    “Nessuno dovrebbe combattere una guerra di cui non condivide l'ideale.”

    » Non so te ma io voglio restare. «
    subito, il Santo dell'Est si rivolge alla Principessa, sua compagna in quella missione
    » Combattere non è quello che Dama Kalia ci ha ordinato,
    ma che ne sarebbe del nostro onore se scappassimo come conigli?
    «
    afferma, e .notando la presenza dell'ancella al seguito di Sarah- subito aggiunge
    » Questa signorina non era con noi prima, chi è? -se non sono indiscreto.. «

    "Diciamo che è un'amica. Viene dalla mia stessa dimensione, non può far parte dei nemici."
    replica quella, riferendosi alla mora con cui si è intrattenuta nella strada verso il campo
    "Anch'io voglio restare. Non possiamo andarcene dopo che abbiamo visto quanto sta succedendo... anche perché non siamo nelle condizioni per comunicare con la Dama Azzurra. Impiegheremmo come minimo due settimane a raggiungere l'Est e in quel tempo la situazione può degenerare o concludersi."
    osservò saggiamente la bionda, analizzando le diverse possibilità
    "Solo quando saremo certi che le cose andranno per le lunghe potremo valutare se tornare indietro o mandare qualcuno al posto nostro."
    presa posizione, avanza verso il Naga per comunicargli la decisione
    "Siamo con voi. Non possiamo ignorare il genocidio che sta venendo operato .
    Ad ogni modo avrei una richiesta. Vedete quella ragazza dai capelli neri in mezzo agli altri prigionieri? Non fa parte dei soldati nemici, la conosco personalmente e posso garantirlo. Desidererei che la liberaste, sono pronta ad assumermi ogni responsabilità derivante da questa scelta."


    Beesech e Sagramor osservano per un attimo la ragazzina, soppesandone le parole, poi si scambiano una muta occhiata di intesa, e mentre il gigante dalla pelle d'ebano rilascia la prigioniera, la rossa rivolge a Namas una rassicurazione, come a volersene prendere la responsabilità...

    « Non vedo perché no: due braccia in più possono tornarci utili. »
    ...che tuttavia suona come un indiretto avvertimento a Rachel
    « ...e se dovesse cercare di fuggire, posso sempre tranciargliele. »

    A spezzare quel momento di tensione per la “velata” minaccia, giunge pronta la voce di Amon.

    Avrete la mia spada ed i miei poteri. Non sono il tipo da tirarsi indietro, ma qui c’è qualcosa di più del semplice onore come posta in gioco: si combatte per far sì che altri possano vivere tranquillamente ed io combatterò per far sì che questa utopia diventi realtà.
    risponde lo Scorpione, che non ha il minimo dubbio, essendo l'Ovest la sua casa
    Credo ciecamente in questa impresa, tanto da essermi esposto in prima persona lì nel bosco: io non mi tiro indietro e combatterò a combattere finché il cuore mi batterà nel petto!

    “Io resterò e combatterò al fianco della Resistenza.”
    gli fa eco Mugen, il Kitsune, levando la spada per dar forza al suo voto

    Una volta preso quell'impegno con voi stessi, il vostro onore e l'Ovest, la donna dai capelli di fuoco si stacca dal gruppo e la perdete presto di vista in mezzo al movimento che c'è in giro per l'avamposto; voialtri, invece, seguite Namas all'interno di una grossa tenda al centro dell'accampamento, dove la prima cosa che vedete è un trio di anziani -probabilmente cerusici- che vi rivolgono le spalle, tutti intenti ad armeggiare con bendaggi ed unguenti i cui effluvi persistenti vi si insinuano nelle narici, deliziandole con i loro profumi di rosa, patchouli e altre essenze che non riuscite a riconoscere.

    Ci vuole qualche secondo prima che i vecchietti concludano quella che deve essere stata un'opera certosina di lunga durata, e quando finalmente si fanno da parte, scorgete la figura aggraziata di una donna dai capelli neri -lisci come seta e legati in una crocchia alta-, dignitosamente seduta in mezzo a diversi cuscini; nonostante la vestaglia non lasci scoperto nulla di sconveniente, vi turba vedere la fitta rete di bendaggi spessi che deve avvolgerle tutte e due le gambe nella loro interezza e quasi completamente il braccio destro, allungandosi fino al sottile collo da cigno.
    E' come veder sfigurata un'opera d'arte.

    jpg
    « Vedo che la vostra azione ha avuto successo, Principe – bentornato. »
    esordisce l'Ambasciatrice, rivolgendo il solito sorriso cortese al Naga
    « Non immaginavo sareste tornato con degli ospiti... »
    i suoi dolci occhi scuri scivolano su tutti gli altri, scrutandoli uno per uno
    « Vogliate accomodarvi, signori e signorina: posso offrirvi del thé? »

    Prima che possiate accettare o rifiutare, la vedete rivolgere un cenno e congedare i guaritori.


    Straight to the Point

    Bene, il primo step introduttivo di quest'ultimo atto di campagna è quasi concluso: i combattimenti sono conclusi e il gruppo è ora riunito al cospetto di Odayaka Mira, lo Specchio Tranquillo; qui verrete messi al corrente delle prossime imprese che vi aspettano.

    Le uniche indicazioni che ho da darvi per questo turno riguardano il turno di postaggio: vorrei che i primi fossero -in quest'ordine- Namas (per introdurre il resto della banda all'Ambasciatrice di Undarm) e Daiki, che vorrei agisse accorgendosi della ferita di Mugen e curandola prima di entrare nella tenda - il Volpone ci serve in forze :8D:

    La scadenza è fissata per domenica, 17 febbraio, compresa.

     
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    Scostò il drappo che celava l'ingresso alla tenda, lasciando che l'ombra dei loro corpi scivolasse sinuosa al riparo dal brusìo operoso dell'esterno; tutti, chi per un motivo chi per l'altro, avevano scelto di rimanere con lui, di seguirlo fino in fondo a quella folle
    -sicuramente paritaria e non meno necessaria-
    resistenza al genocidio e ai piani di Kuroi e Kikio-Ho.
    Per quanto conoscese bene (e non abbastanza) i due individui, il Nagavandari non era ancora capace di dipengere la loro astrazione fra i propri pensieri e per questo, senza che nessun occhio umano avesse il diritto di sbirciare l'opera, affastellati e sciolti i due steli vorticavano nel buio del lato più profondo e abissale del suo animo asceso.
    Steli senza forma definita, piegati dalle vibrazioni dell'Atharvaveda.
    Ombre di fantasmi.


    “Odayaka...
    Queste persone hanno deciso di abbracciare la Resistenza e di far loro questa lotta per la libertà dell'intero Presidio.”


    Non seppe resistere alla vista dei bendaggi: colmando quella distanza, di tempi e di intenti, il guerriero dalla pelle d'alabastro s'avvicinò alla donna, inginocchiandosi fino a raggiungerne la stessa altezza, i muscoli esposti al bacio languido delle luci soffuse. Le dita, perfette pur avendo distrutto carni e ossa, gettando sangue su numerosi
    (e troppi)
    terreni, spazzarono via la tensione del tessuto, affinchè i polpastrelli potessero delicatamente assaggiare quel dolore impresso su di un corpo talmente fragile da spezzarsi al solo pensiero di ferirlo.


    “Vi presento Odayaka Mira, Reggente di Undarm.
    Signora delle due Gemelle e mia preziosa alleata in questa battaglia.”


    Parlò piano eppure non si voltò a sincerarsi che tutti avessero potuto udire le sue parole; gli occhi, dalle iridi d'oro fuso, attizzavano uno sguardo sì potente e penetrante, ma allo stesso momento ammansito, reso più docile anche dall'arcata folta e scura delle sue sopracciglia, chiuse in una muta preghiera per quel corpo ferito.
    Tornò ad erigersi nella sua intera altezza, svettando su buona parte degli uomini e le donne raccolte lì, mentre il suo volto mutava in una maschera di determinazione e le labbra tagliavano perpendicolari e fiere la pelle immobile contornata dai capelli scuri e ribelli.

     
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    Il possente uomo e la donna si scambiarono un'occhiata d'intesa, poi finalmente questa si decise a farsi portavoce dei due, rassicurando Sarah.
    " Non vedo perché no: due braccia in più possono tornarci utili."
    Almeno fin quando non arrivò alle minacce...
    " ...e se dovesse cercare di fuggire, posso sempre tranciargliele."
    Ecco, ora sicuramente Sarah andava in modalità "non è giusto fare così" e si sarebbe messa a protestare, fraintendendo completamente il discorso e dimenticando che stava difendendo una potenziale alleata della fata.
    " Sbaglio o è stato il vostro stesso leader a dire che nessuno dovrebbe essere obbligato a combattere questa guerra se non lo desidera? Ha diritto a scegliere come lo abbiamo avuto noi..."
    E sarebbe andata avanti col rischio di sollevare un grosso polverone, se l'ancella non fosse intervenuta in tempo.

    gif


    jpg
    Questa proprio non me l'aspettavo! Insomma non era proprio il genere di frase che avrebbe potuto dire l'idea di Sarah che mi ero fatta. Certo, il fatto che volesse lasciarmi la possibilità di decidere se prendere parte a quest'impresa non significava che potessi anche scegliere se essere la sua cortigiana o se non aver più nulla che fare con lei, ma comunque mi colpì.
    L'unica spiegazione che avrei potuto trovare era che quella ragazza fosse una sorta di genio che, intuendo i miei pensieri, si comportava così per confondermi. Ma, chissà perché, mi sembrava alquanto difficile che fosse così.
    Dopo quella frase finalmente tutti i miei pregiudizi caddero e potei finalmente giudicarla con freddezza per capire realmente chi fosse per trovare le risposte che cercavo.
    Già, perché se da un lato avevo una prova (per quanto piccola) di non essere sua prigioniera, dall'altro mi chiedevo perché avesse desiderato diventare una principessa. Insomma, l'unico motivo che mi veniva in mente era per avere un mucchio di persone pronte ad eseguire ogni suo ordine. Che lo avesse fatto per un'altra ragione? Quale però? Non vedevo motivo di utilizzare una magia così potente per far nascere un'intera popolazione per uno scopo nobile o anche solo non infantile. E se...
    Bah, non era il tempo delle riflessioni. L'intervento di Sarah rischiava solo di complicare le cose, anche perché la minaccia della donna alludeva al fatto che potessi disertare e quindi tradirli rivelando tutto ai loro nemici e non al fatto che volesse obbligarmi a combattere.
    " Non dovete preoccuparvi, sono con voi anch'io."
    Dissi per troncare la cosa sul nascere e sembrò funzionare, dato che quando anche l'ultimo presente confermò il proprio supporto, Beesech si staccò dal gruppo. Comunque per molti versi capivo i suoi modi: per quanto ne sapeva avrei potuto benissimo essere un'infiltrata dei nemici e quella piccola minaccia era stata più che comprensibile.
    Di nuovo venni riportata alla realtà quando notai che la principessa mi stesse guardando in maniera strana. Seguii il suo sguardo e mi parve che fosse diretto al mio fianco.
    " Sembri ferita, fammi dare un'occhiata."
    No, no, no! D'accordo essermi fatta scoprire, catturare e persino farmi liberare da chi avrei dovuto scortare, ma farmi persino curare da lei sarebbe stata l'umiliazione finale.
    " Non è niente, lasciami stare."
    Dissi allontanandomi di un passo.
    " A me non sembra "niente". Stai ferma, ci metterò un attimo."
    Ah, ma perché si ostinava? Misi entrambe le mano, quasi volessi proteggere il danno e risposi a voce più alta.
    " No, tanto ha smesso di sanguinare. Mi arrangio... cioè posso benissimo pensarci io."
    Mi guardai intorno, cercando un modo per togliermela di dosso e ben presto trovai la scusa adatta.
    " Piuttosto prenditi cura di lui, dato che sembra essere messo peggio di me e un'abrasione del genere potrebbe dargli delle noie in battaglia."
    Dissi, facendole notare il demone volpe e finalmente si voltò, avesse capito che per me era una questione d'orgoglio o semplicemente creduto alla mia scusa, per dirigersi verso di lui.
    " Con permesso, potrei vedere quella ferita?"
    Comunque non potevo far a meno di notare che durante quel piccolo scambio di battute ci eravamo comportate quasi come due ragazze normali e non come superiore e subordinato, il che sarebbe stata un'altra cosa su cui avrei dovuto meditare.


    gif

    Poco dopo che Sarah ebbe finito di guarire Mugen e che Rachel avesse stretto sulla sua abrasione, nascondendola poi sotto al mantello, Namas condusse tutti all'interno di una tenda in cui un'altra donna stava finendo di venir medicata. Non sembrava però essere una persona qualunque e non solo per la notevole bellezza, ma anche per il portamento che aveva. Di fatto il principe rivelò il suo rango e fosse lì in veste di ambasciatrice di una zona del presidio.
    La biondina odiò ammetterlo, ma le lezioni forzate di etichetta che aveva ricevuto le sarebbero tornate parecchio utili, anche se magari le norme di comportamento erano diverse nell'Ovest.
    " Siamo onorati della vostra presenza e accettiamo di buon grado il tè."
    Disse, eseguendo un breve inchino. Ora, se non si ricordava male, la persona meno conosciuta doveva presentarsi alla più nota. Comunque non era il caso di farsi troppe paranoie, anche se sbagliava qualcosa non succedeva niente. Un conto era partire col piede giusto con un'alleata, un altro era ragionare come Ise avrebbe voluto che facesse.
    " Il mio nome è Sarah Graniv. Sono stata inviata assieme al mio collega da Dama Kalia Menethil, per sincerarci della situazione in questo presidio. Desidereremo offrire in nostro aiuto, nei limiti delle nostre possibilità."
    Anche Rachel si sarebbe presentata in maniera analoga a quella della ragazza, ma lo avrebbe fatto per ultima, giustificando la sua presenza dicendo di essersi legata lì dopo aver sentito delle voci riguardo all'Ovest, per unirsi al gruppo che osteggiava la politica genocida in atto.
    Status psichico: Determinata
    Status fisico: Ottimale
    Energia: 90% (95 - 5)
    Equipaggiamento: La punta d'argento (Spada)
    Si tratta di una comunissima spada impugnabile a una e due mani, lunga più di un metro e abbastanza leggera. Non presenta particolari lavorazioni e ha una forma molto sobria, badando più alla praticità e alla maneggevolezza che all'aspetto.
    Il nome deriva dalla tonalità di colore dell'acciaio dell'arma.


    Attive utilizzate

    Bagliore curativo: Avvicinando le mani ad una ferita, un'ustione, una botta o anche a un punto in cui ci sia un'emorragia interna, comparirà una debole luce bianca che nel giro di qualche secondo sarà in grado di curare il danno.
    Può essere usato solo all'infuori del combattimento.
    Consumo: Variabile Basso


    Passive in uso

    Il carisma di una principessa: Sia per il suo aspetto, che per i suoi modi, ma soprattutto perché sa come prendere le persone, Sarah risulterà estremamente carismatica. Basterà vederla o avercela vicino per sentire come un'aura che spingerà chi è attorno a lei a partire ben disposto nei suoi confronti, ad avere un punto di riferimento, ad ascoltarla volentieri e a considerare i suoi consigli allettanti, indipendentemente dalla situazione.
    Chi subisce l'abilità è libero di descrivere cosa la colpisce della ragazza e come reagisce all'influenza che è semplicemente emozionale e non può controllare la volontà altrui.
    L'abilità non è altro che una passiva di influenza mentale, che può essere attivata o disattivata a piacimento da lei, a seconda del modo in cui decida di approcciarsi con gli altri.

    La delicatezza di una principessa: Chiunque abbia mai letto un libro per bambini sa che le principesse delle fiabe sono delle creature talmente graziose e delicate che nemmeno il più crudele degli antagonisti ha mai osato alzare un dito su di loro; limitandosi a rinchiuderle nella torre di un qualche castello, piuttosto che far conoscere loro il dolore.
    Tuttavia Sarah un tempo era un ragazzo che sognava (e sogna tutt'ora) di diventare come uno degli eroi storici o, perché no, dei racconti. E si sa che tutti i paladini della giustizia hanno una dote innata a cacciarsi nei guai; tanto che nemmeno il più paziente degli aiutanti non può trattenersi dal dargliene di santa ragione per tutte le disavventure in cui si lasciano coinvolgere.
    Come può Sarah, vista la sua attitudine a mettersi nei pasticci, non conoscere il dolore come tutte le altre principesse? Semplicemente non provandolo.
    Infatti, al suo posto la fanciulla sentirà una sensazione né piacevole, né spiacevole che l'avvertirà di essere stata ferita o colpita in qualche modo. Tuttavia, non sentendo male potrebbe essere indotta ad un'eccessiva spavalderia, col rischio di allargare le ferite, pur essendo consapevolissima del danno.
    Volendo l'abilità può essere disattivata, facendole sentire dolore come tutti. Ma occorre specificarlo all'inizio della scena.


    Famigli/Pet in uso ----> Rachel

    Il seguito di una principessa: Note come "Il seguito", "Le cortigiane" o "Le ancelle di Einheit"; queste ragazze sono l'orgoglio del principato. Assistono Sarah nelle sue mansioni, in sua assenza governano loro la nazione e forse sono le sue migliori amiche.
    Non tutte sanno combattere e non è troppo difficile accorgersene dato che chi ne è in grado può reggere molto bene una battaglia, mentre le altre in genere possono venire stese da un banale pugno.
    Sarah potrà portare con se una di queste ogni volta che si avventurerà su Endlos, che potrà aiutarla in svariati modi, usare abilità non superiori a potenza media (grazie all'energia della ragazza) e anche supportarla in battaglia se in grado di combattere.
    Se una di queste fanciulle viene gravemente ferita, perde i sensi o le viene arrecato qualche altro tipo di danno grave, scompare in una nuvola di fumo e torna ad Einheit.

    Status fisico Pet: Leggermente ferita al fianco, per via di una piccola esplosione presa di striscio
    Equipaggiamento Pet

    Arco e Faretra: Un armamentario base, composto di un arco medio e di una faretra per portare le frecce. Salvo particolari eccezioni, d'ordinanza vengono assegnate cinque frecce.
    Queste armi sono solitamente molto sobrie e prive di decorazioni, badando più alla praticità e al mimetismo che all'aspetto estetico. Vengono usate da alcune schiere dell'esercito e da parte delle ancelle che si occupano della sicurezza al castello. [2pt]

    Mantello dell'anonimato: Realizzato dall'ancella di Sarah più abile in tessitura. Apparentemente è un banale mantello nero in una stoffa comune, munito di cappuccio (ricorda vagamente una tunica per intenderci).
    Possiede però una capacità davvero interessante: quello di rendere trascurabile e poco degno di attenzione chiunque lo indossi. Chi vedrà una persona indossante tale abito tenderà ad ignorarla e non vorrà perdere il suo tempo con lei, come se fosse un tipo che non conosce e che non gli serva assolutamente fermare.
    Si tratti di una forestiero in cerca di informazioni, di un investigatore, di un rapinatore in cerca di vittime, se incontrerà una persona con quel mantello la ignorerà e rivolgerà la sua attenzione altrove, a meno che non sia quella persona a fare la sua mossa.
    L'effetto del vestito non è altro che un'influenza psicologica e quindi contrastabile con un adeguata difesa.
    È possibile anche annullare gli effetti del senza toglierselo in due modi: o tirando indietro il cappuccio e tendendo un lembo capo d'abbigliamento, oppure perdendo conoscenza.
    [Oggetto + Passiva]


    Edited by ..Daiki.. - 15/2/2013, 18:47
     
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    La battaglia aveva lasciato al Demone Volpe una brutta ferita, che poteva diventare seria se lasciata ad infettarsi. Così la Volpe si guardava intorno alla ricerca di qualcosa con cui medicarsi...

    Ma ancora una volta più della ferita stessa era altro a renderlo inquieto. Nella radura aveva sfogato la sua rabbia e la sua ferocia, eppure continuava a perseguitarlo uno strano senso di frustrazione. I primi soldati che aveva incontrato, non tanto quelli con il laccio nero, ma quelli con la fascia bianca, avevano scosso e gettato un'ombra sul suo spirito. Una sorta di torpore fastidioso da cui era difficile scuotersi, soprattutto se continuava ad immergersi in quei ricordi. In questo la ferita pulsante era decisamente d'aiuto.

    Rapito non s'accorse dunque che la fanciulla dell'Est si era avvicinata finché non parlò rivolgendosi a lui.

    " Con permesso, potrei vedere quella ferita?"

    Di tutto quello che poteva dire, non si aspettava certo una cosa del genere. Non... da un'umana. Si meravigliò di quel pensiero, ma aveva davvero perso la fiducia nell'umanità? Cosa avrebbe detto il Maestro se avesse saputo di quei suoi pensieri? Di certo avrebbe saputo mostrargli la via per superare quella strana insicurezza.

    Annuì.

    Un bagliore dorato partì dalle mani della fanciulla irrorando le sue carni di una rinnovata energia. Il demone osservava rapito. I tessuti cominciarono a rigenerarsi e il dolore diminuì quasi istantaneamente lasciando al suo posto una sensazione decisamente piacevole. Quando il processo terminò si ritrovò senza parole... Ed è difficile lasciare un demone volpe senza parole.

    “Grr.. grazie!”

    Le si rivolse col tono più cordiale di cui era capace, ma dove le parole non potevano arrivare giunse il suo sguardo. I suoi enormi occhi dorati sembravano luccicare colmi di gratitudine.

    Quella fanciulla lo aveva curato e non lo conosceva nemmeno. Quel gesto di gentilezza aprì una breccia nel suo cuore, contrastando tutte le negatività che aveva accumulato dal suo arrivo in occidente.

    Amon e la fanciulla gli stavano restituendo la fede nel prossimo.

    “Ti sono debitore.”

    Ritrovata la compostezza del guerriero pronunciò quelle parole come un solenne giuramento.



    Proseguirono dunque verso la tenda al centro dell'accampamento. Al suo interno un trio di vecchietti si stava dando un gran da fare. Terminate le loro operazioni rivelarono al gruppo la persona di cui si stavano occupando.

    Una donna dall'aspetto fragile e regale. Le fasciature che coprivano gran parte del corpo rivelavano la presenza di numerose ferite. Nonostante il sorriso cortese Mugen percepiva dietro quelle cordiali parole un che di malinconico.

    La sua identità fu presto resa nota dal Principe, colui che li aveva condotti fin là. Questo in qualche modo contribuì a spiegarne l'autorità.

    Oltre al principe avevano l'onore di incontrare un'altra importante persona, Odayaka Mira, reggente di Undarm.

    Un nome e un titolo che in realtà Mugen non aveva mai sentito nominare. Aveva ancora un'idea vaga dell'intera situazione politica del semipiano, lui che era un demone ramingo.

    Nonostante ciò aveva già percepito in maniera istintiva la regalità di Odayaka e questo bastava per renderle omaggio come meritava.

    “Le porgo i miei omaggi”

    Disse inchinandosi rispettosamente.

    “Io sono Mugen Fudo. Sono giunto in Occidente desideroso di esplorare queste terre, ma sono stato attaccato nonostante non avessi dimostrato intenzioni ostili. Adesso la vostra causa è la mia causa...”

    Prese una pausa.

    “... vi aiuterò a liberare queste terre dall'oppressione. Sono disposto ad affrontare nuovamente quegli uomini con la fascia bianca... ho un conto in sospeso con loro."

    Nonostante il vigore con cui disse quelle parole rabbrividì inconsciamente per un istante prima di concludere cordialmente.

    “E gradisco volentieri una tazza di thé.”



    CITAZIONE
    Condizioni fisiche: ottime *.*
    Condizioni psicologiche: stanco
    Energie: 75%
    Note: :flwr:

    Tecniche utilizzate:
    //

    Passive:
    ~Retaggio di una volpe Rossa:
    Che cos'è esattamente un demone volpe? Nessuno lo sa con esattezza, ne esistono varie razze, varie tribù e una moltitudine di sottospecie... sebbene siano molto difficili da incontrare, creature furbe e sfuggenti. La varietà a cui appartiene Mugen ha molti tratti in comune con la comune volpe rossa selvatica, una descrizione spicciola porta infatti a definirlo come una grossa volpe dalla postura eretta, col pollice opponibile e in grado di parlare. Inoltre un demone volpe ha un ciclo vitale molto molto lungo, infatti Mugen, con qualche centinaio di anni, è da considerarsi nel pieno della giovinezza. Non è chiaro cosa accada ad un demone volpe una volta invecchiando... si sa solo che il suo manto diventa completamente bianco e abbandona il branco dei più giovani per andare chissà dove. O almeno è questo che si crede, uno strano meccanismo si innesca nelle giovani volpi nei confronti dei membri anziani, o per lo meno nei confronti dei membri anziani che hanno superato la Soglia. Non riescono più a ricordarsi di loro, o meglio non riescono a focalizzare l'attenzione su coloro che hanno superato la Soglia. Per questo si parla di Soglia, una sorta di soglia dell'esistenza. Certo ci si ricorda della vita trascorsa insieme e delle imprese compiute da un membro scomparso, ma ad un certo punto questi scompare nell'oblio ed è anche difficile da individuare il momento esatto in cui avviene l'attraversamento della Soglia. Si tramanda inoltre di incontri con volpi bianche nel corso dei secoli e in momenti particolari della storia, ma i racconti sono tutti un po' vaghi e si perdono nel ricco folklore delle volpi rosse.
    Come detto un demone volpe è una creatura fuori dall'ordinario, i loro sensi sono superiori a quelli di un qualsiasi umano. Sono in grado di fiutare ed identificare una qualsiasi creatura in un raggio d'azione estremamente ampio e seguire una traccia per loro è estremamente facile.
    Se non bastasse sono creature forti e veloci, in grado di affrontare qualsiasi avversità. Le loro capacità uditive si estendono oltre l'immaginabile, un demone volpe riesce facilmente a distinguere il battito di un cuore e un sussurro appena sospirato in un raggio d'azione di decine forse centinaia di metri...Inoltre dispongono di micidiali armi naturali: artigli in grado di lacerare la carne e zanne in grado di spappolare le ossa. Non bisogna lasciarsi ingannare se spesso si mostrano come esseri bonari e pacifici. Una volta fiutata la preda, difficilmente la lasciano andare...
    [Bonus forza +50% (5 punti), Olfatto iper sviluppato raggio d'azione: 30 metri in duello (5 punti), zanne e artigli (2 punti); Caratteristiche bloccate: Vista notturna, udito iper sviluppato (5 punti)]

    ~Reliquie di una volpe Bianca:
    Mugen è uno dei pochi che può vantare di aver incontrato una Volpe Bianca nella sua vita. Forse perché i più se ne dimenticano. In realtà anche lui dubita di quanto avvenuto e dei vaghi ricordi che ha dell'incontro, se non fosse che quell'incontro gli ha lasciato una prova tangibile. Infatti l'unica certezza della Volpe Rossa è il dono ricevuto dalla misteriosa Volpe Bianca: il velo. Un nome sibillino per una reliquia altrettanto enigmatica. Il velo ha l'aspetto di un haori bianco, che al tatto sembra fatto di seta. Nessuno potrebbe mai sospettare l'origine indefinita di un tale manufatto né tanto meno indovinare il suo potere latente. Oltre ad essere baluardo e prova di un'esperienza vissuta l'haori dona a chi lo indossa straordinarie capacità. Mugen ha infatti scoperto che indossando l'haori può facilmente fluttuare in aria, come se fosse privo di peso, come se fosse uno fantasma...
    [Abilità passiva di volo (1+5 punti), altre particolarità per ora sconosciute]


    Equip:

    ~Lama di una Volpe guerriera:
    Mugen è sempre accompagnato dalla sua spada. Realizzata in acciaio itemprato, si tratta di un arma di ottima fattura. La lama raggiunge i 120 cm di lunghezza, perfetta e bilanciata. Ha uno spessore di 1.7 cm nella sezione centrale. La lama si assottiglia sempre più verso i bordi, creando un doppio filo estremamente tagliente di appena un mm ed una terribile punta acuminata. E' dotata di guardia sempre in acciaio da 15 cm, e di un elsa di 25 cm, che permette un’impugnatura comoda e salda. L’intero oggetto ha una colorazione grigiastra. La spada è stata bene studiata per quanto riguarda il peso, che non supera i due chilogrammi. Normalmente riposta nel suo fodero grigio senza particolari ornamenti, che la volpe tiene al fianco sinistro. Uno strumento valido e funzionale.


    ~Bokken di Fanedell
    Non con il solo acciaio combatte il samurai e benché il Demone Volpe abbia con sé delle vere e proprie armi naturali, Fanedell gli ha fornito ciò che accompagna tradizionalmente l’addestramento dei samurai e anche alcune delle battaglie successive al completamento della sua formazione: una spada di legno dalla forma e dalle dimensioni di quella delle armi più tipicamente usate dai samurai. Tuttavia questo non è un mero pezzo di legno, per quanto pregiato, ma ha altresì una proprietà particolare: se impugnato e con la previa spesa di un quantitativo Variabile di energia, l’arma può allungarsi di altri tre, cinque, sette o dieci metri, risultando così utile in svariate situazioni, anche non prettamente combattive.


     
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    Aveva dimenticato un particolare importante: la prigioniera!
    Per quanto avesse pensato ai due prigionieri che si era portato appresso, aveva completamente dimenticato la giovane fanciulla dai capelli d’ebano che avevano catturato insieme agli altri, tanto che a garantire per la sua libertà fu Sarah, poi appoggiata anche dall’altra ragazza che era con loro.
    Lui non aveva niente in contrario, in quanto non aveva ritenuto sin dall’inizio che fosse pericolosa per la loro missione, quindi fece semplicemente spallucce appoggiando in pieno quella decisione.
    Prima che potessero seguire il guerriero dalla pelle d’alabastro, Sarah si accorse della ferita di Mugen e si apprestò a curarlo, un po’ come Lady Kalia aveva fatto con lui molto tempo fa e sorrise, capendo che quello era un altro passo del demone volpe verso l’amicizia con gli uomini.

    «Gli uomini sono esseri straordinariamente leali-», si disse guardando il suo nuovo amico, «-e ti saranno amici per sempre se aprirai loro il cuore: io non ti tradirò mai.»

    Quel momento era dunque passato, ora bisognava seguire il guerriero d’alabastro.
    Era suo compito guidarli all’interno dell’accampamento ed era loro onere seguirlo, anche per non destare sospetti nell’accampamento ed arrischiare di trovarsi invischiati in una qualche sorta di tradimento e dar adito così a scontri insensati tra alleati.
    Li aveva visti i loro sguardi non appena erano arrivati, ma non poteva dar loro torto: fosse stato nei loro panni avrebbe fatto lo stesso, guardando ed osservando gli stranieri con cipiglio ostile e sospetto, mancando di dar loro fiducia sin da subito. Ma in fondo non sarebbe stata neanche colpa sua, perché non era facile fidarsi di chi non si conosceva, ma bisognava unicamente avere fede affinché le loro azioni si fossero rivelate giuste e lui avrebbe fatto di tutto per guadagnarsi la loro fiducia.
    Era anche la sua terra, dopotutto, e non poteva fare altrimenti: se voleva vivere in pace e far vivere in pace chiunque volesse soggiornare nell’Ovest doveva combattere e dare finanche la vita se fosse stato necessario alla causa che si era imposto.
    La donna dai capelli rossi, frattanto, si era allontanata dal gruppo e ne aveva perso le tracce all’interno dell’accampamento, senza che potesse fare altro per poter capire dove stesse andando o dove fosse diretta in quanto non ancora aveva pienamente coscienza di quale fosse la pianta di quell’avamposto.
    Entrò nella tenda insieme agli altri, cercando di scorgere chi o cosa vi fosse al di là dei tre anziani, forse dei medici – o degli stregoni – intenti a praticare chissà quale arte, ma alla fine cominciarono a farsi da parte, per poi allontanarsi e lasciare così modo al guerriero di presentarli (in senso lato) alla donna lì presente. Si chiamava Odayaka ed era di una bellezza sfavillante.
    Dall’aspetto fragile, fin troppo fragile, forse anche dovuto ai bendaggi cui era stata ahimè costretta dai medici che le avevano praticato le cure fino a qualche istante prima. L’espressione era però serena, di chi sembrava non aver patito alcunché e, parimenti, di chi era contenta di ricever quella visita.
    Doveva esserci un legame molto stretto tra la donna ed il guerriero, questo era certo.

    «Principe?!», si chiese, «Non ci aveva messo al corrente del suo titolo nobiliare, ma dal rispetto che incuteva negli altri uomini dovevo aspettarmelo che doveva essere una figura carismatica.
    Però, chi se l’aspettava?
    »

    Dopo che si furono presentati gli altri, si presentò anche lui.
    Si inginocchiò dinanzi alla reggente di Undarm, chinando il capo come era solito fare con la sua signora, Shui Yoe Tu, e si preparò per parlare a sua volta.

    Il mio nome è Amon e sono una delle guardie di Shui Yoe Tu, signora di Kijani Fahari, al vostro servizio ed al servizio delle genti dell’Ovest.”, disse per poi alzarsi in piedi a sua volta e seguitare a parlare, “È per me un piacere ed un onore mettermi al vostro servizio.

    Fece una piccola pausa, per poi riprendere.

    Non so di cosa si tratti, ma gradirei anch’io assaggiare un po’ di ‘the’.


    Post parecchio fiacco, ma non volevo farvi perdere altro tempo. =)
     
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    Trovarsi lì, in quella situazione, faceva sentire il Santo come un pesce fuor d'acqua. Tutto quel che ricordava delle sessioni di riunione, tipiche prima di una battaglia, erano le sue catene e una lunga fila di alte guardie che gli assicuravano totale immobilità. Del resto aveva sempre capito davvero poco di strategia, almeno in passato: uno schiavo non deve capire, deve obbedire e basta. Così stare alla pari in quel folto gruppo aveva per lui una ventata nuova, qualcosa di totalmente... diverso. E nuovo, anche.

    Quando fu il suo turno, dunque, sorrise nei riguardi di Odayaka e fece:

    » Io sono Mozart Von Baltasar, anche se preferisco che mi si chiami Mozart semplicemente. Non sono natio di Endlos ma provengo dalle terre dell'Est per ordine di sua eccellenza la Dama Azzurra, Kalia Djibrielle Feadù Menethil. «

    Quindi prese un sorso di quel thé, buono come mai ne aveva bevuti in vita sua. A dire il vero, quello era il primo che beveva da tanti anni a questa parte. Quando ebbe finito di sorseggiare, ritenne di voler espletare alcuni suoi dubbi alla dama e, indirettamente, al Principe.

    » Come Cavaliere Celeste intendo appoggiare la causa comune, tuttavia vorrei suggerire un piano... «

    Si trattenne un'istante. Poco sapeva della loro missione, eppure quel poco gli era bastato per formulare qualche idea. L'abitudine al combattimento fece poi il resto.

    » Può darsi che magari io suoni sfacciato, ma ho trascorso metà della mia vita tra una battaglia e l'altra, e ho l'impressione che il nostro non sia un vero esercito. Certo molti di noi sono valenti condottieri, ma non sono due o tre persone che fanno la differenza: contro un'esercito addestrato, abbiamo uomini altrettanto capaci? «

    Chissà, magari qualche voce di protesta si sarebbe sollevata contro quel giovane che, sbucato dal nulla, pensava di poter fare la bella figura sparando sentenze e giudizi. Ovviamente non era quella l'intenzione del Santo, dal momento che era più contento di sapere che quell'esercito di rivoltosi -che rivoltosi non erano- aveva più chance di uscirne integro, di quante ne aveva di uscirne distrutto.

    » A me no che io stia sbagliando -e mi auguro che sia così-, lanciarci in battaglia a testa bassa sarebbe un suicidio. Perché dunque non sfiancare i nostri nemici? Da esperto potrei avvelenare le loro vivande... ciò li renderebbe affamati, stanchi, e potrebbe generare lotte interne. «

    Se volevano riprendersi l'Ovest non potevano rischiare di perdere molti e valenti uomini lì, tra i boschi. Dovevano invece arrivare alle porte di Sequerus con un contingente forte, saldo e compatto.

    » Non ho altro da dire. «

    E infine si sedette, aspettando una risposta da parte della dama.

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    Status Emotivo: Assetato di giustizia.
    Danni Subiti: Nessuno
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    Mana Consumato: (0%).

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    “Odayaka... Queste persone hanno deciso di abbracciare la Resistenza
    e di far loro questa lotta per la libertà dell'intero Presidio.”


    Mentre varcate la soglia della tenda di comando, le parole del Naga vi presentano all'alleata che vi attende al suo interno, ma quando gli occhi serpentini si posano sulle bende che celano i segni delle ustioni, la preoccupazione per le condizioni dell'Ambasciatrice sembra prendere repentinamente il primo posto tra i suoi pensieri... insieme all'indignazione verso l'ennesima efferatezza di quella guerra insensata.

    “Vi presento Odayaka Mira, Reggente di Undarm.”
    ve la introduce dopo averla raggiunta per inginocchiarsi al suo fianco
    “Signora delle due Gemelle e mia preziosa alleata in questa battaglia.”

    Dopo aver visto da vicino le medicazioni -e immaginato i segni del fuoco al di sotto- Namas si rimette in piedi e, restando accanto allo Specchio Tranquillo, torna ad ergersi nella sua statuaria altezza per osservarvi con un'espressione seria su cui la determinazione è ora ulteriormente rinnovata: la lista dei capi di imputazione per le colpe dei Governatori di Sequerus non fa che allungarsi – e il momento di saldare il conto si avvicina.

    " Siamo onorati della vostra presenza e accettiamo di buon grado il tè."
    la giovane biondissima Principessa è la prima a spezzare -e alleggerire- l'atmosfera
    "Il mio nome è Sarah Graniv. Sono stata inviata assieme al mio collega da Dama Kalia Menethil, per sincerarci della situazione in questo presidio. Desidereremo offrire in nostro aiuto, nei limiti delle nostre possibilità."

    « E' piacere mio godere della compagnia di un'ospite così graziosa per il thé. »
    replica educatamente l'interlocutrice
    « E, a nome dell'Ovest, vi ringrazio per l'interessamento vostro e dell'Est. »

    Con la pacatezza misurata che le è sempre valso il suo appellativo, la donna dell'Ovest risponde alla riverenza della giovane con un aggraziato inchino del capo, sorridendo cordiale e serena.... ma il barlume che le ravviva ora lo sguardo scuro sembra far intendere che la provenienza della ragazza e la menzione del suo mandante, un importante potenziale alleato, per quanto dall'altra parte del mondo- non l'abbia lasciata indifferente.

    “Le porgo i miei omaggi”
    interviene il Kitsune, esibendosi in un inchino prima di proseguire e presentarsi
    “Io sono Mugen Fudo. Sono giunto in Occidente desideroso di esplorare queste terre, ma sono stato attaccato nonostante non avessi dimostrato intenzioni ostili. Adesso la vostra causa è la mia causa: vi aiuterò a liberare queste terre dall'oppressione.”
    racconta Mugen, esponendo la sua esperienza dichiarando le proprie motivazioni
    “Sono disposto ad affrontare nuovamente quegli uomini con la fascia bianca...
    ho un conto in sospeso con loro...E gradisco volentieri una tazza di thé.”


    « Sono sinceramente costernata per la vostra storia, Fudo-san. »
    risponde la donna, mentre un'ombra di tristezza cala sul suo viso
    « Vicende come questa sono ormai all'ordine del giorno...
    eppure, solo fino a pochi mesi fa, il legittimo Alfiere non lo avrebbe mai permesso. »


    Nonostante ella non perda il suo quieto sorriso e non manchi di ricambiare l'omaggio del demone con un nuovo inchino del capo, un altro guizzo -stavolta preoccupato- perturba i recessi degli occhi dolci e scuri dell'Ambasciatrice, il cui sguardo si sposta con discrezione verso l'Araldo dell'Atharvaveda, in cerca di una conferma e un'intesa: nn c'è dubbio che quel di cui si parla sia il Laccio Bianco, i Pacificatori, il risultato dei deliri di Kikio Ho.

    Il mio nome è Amon e sono una delle guardie di Shui Yoe Tu, signora di Kijani Fahari,
    al vostro servizio ed al servizio delle genti dell’Ovest.

    si presenta l'Egiziano, ricevendo la benedizione di un sorriso dalle labbra della dama
    È per me un piacere ed un onore mettermi al vostro servizio.
    ...Non so di cosa si tratti, ma gradirei anch’io assaggiare un po’ di ‘the’.


    « Il thè è una bevanda che si ricava dall'infuso in acqua bollente di una ricca varietà di piante aromatiche; si dice che accresca la concentrazione e aiuti a trovare la serenità... »
    mentre spiega, la domanda di Amon le strappa persino una musicale ed elegante risata
    « Credevo che la vostra Signora -a cui non ho mai potuto rendere grazie di persona per aver mondato il bosco della mia regione- ne facesse ampio uso, visto il suo rinomato ascendente sulla natura... »

    Shui Yoe Tu, un altro dei grandi poteri sulla scacchiera di Sequerus... e chissà quale peso avrebbe potuto avere per la battaglia, se solo si fosse sollevata in rivolta e messa in marcia alla testa dei suoi, al di fuori dei confini della selva che aveva reso suo dominio...!

    Mentre il thè viene servito da uno degli anziani andato via poco prima, l'Ambasciatrice si appunta mentalmente il promemoria di indagare le intenzioni della Guardiana in un secondo momento, perché l'educazione esige che si dedichi a ciascun ospite le medesime premure, ed è tempo che i begli occhi scuri saggino lo smeraldo incastonato nelle iridi del biondo cavaliere dell'Est.

    » Io sono Mozart Von Baltasar, anche se preferisco che mi si chiami Mozart semplicemente. Non sono natio di Endlos ma provengo dalle terre dell'Est per ordine di sua eccellenza la Dama Azzurra, Kalia Djibrielle Feadù Menethil. «
    si presenta il Saint, sorbendo un sorso di thè caldo e profumato
    » Come Cavaliere Celeste intendo appoggiare la causa comune, tuttavia vorrei suggerire un piano... Può darsi che magari io suoni sfacciato, ma ho trascorso metà della mia vita tra una battaglia e l'altra, e ho l'impressione che il nostro non sia un vero esercito. Certo molti di noi sono valenti condottieri, ma non sono due o tre persone che fanno la differenza: contro un esercito addestrato, abbiamo uomini altrettanto capaci? «
    [size=1]nel pacato silenzio della donna, il Cavaliere proseguì la sua proposta

    » A meno che io stia sbagliando -e mi auguro che sia così-, lanciarci in battaglia a testa bassa sarebbe un suicidio. Perché dunque non sfiancare i nostri nemici? Da esperto potrei avvelenare le loro vivande... ciò li renderebbe affamati, stanchi, e potrebbe generare lotte interne. Non ho altro da dire. «

    jpg
    « Un'osservazione certamente corretta, Mozart-san, tuttavia... perché sia possibile stilare un efficace piano d'azione, due cose sono necessarie. »
    esordisce la donna con aria pacata ma ferma, parlando a tutti i presenti
    « Secondo i calcoli, avremmo dovuto raggiungere indisturbati almeno i piedi dei Picchi Rocciosi, ma come l'agguato di questa notte ha dimostrato, le truppe dei Governatori sono preparate al nostro arrivo... Quel che ci serve sono dunque informazioni sulle mosse del nemico – e contiamo di venirne presto in possesso con il lavoro dei ricognitori, e la collaborazione dei prigionieri. »
    facendo una pausa, la Signora di Undarm si sofferma a sorbire un sorso di thé
    « Ora che conosco le vostre storie e le vostre motivazioni, posso accordarvi la stessa fiducia riconosciutavi dal Principe, ma... per trovare il modo migliore di rendervi utili alla causa, ho bisogno di sapere quali siano le vostre capacità e i vostri punti di forza. »

    E mentre gli occhi scuri di Odayaka vi passano in rassegna, nel silenzio denso che cala su di voi capite che ella è in attesa delle vostre rivelazioni – e dimostrazioni.


    Straight to the Point

    Dovrebbe essere tutto chiaro: il PG deve esporre quali sono i talenti che vuole mettere a disposizione della Resistenza e -a scelta- anche darne una piccola dimostrazione; nulla vi vieta, naturalmente, di mentire o omettere qualcosa, ma... insomma: è tutto rimesso all'interpretazione di ciascuno.

    L'unica condizione di questo turno è che Namas posta per ultimo.
    La scadenza è fissata per domenica, 3 marzo, compresa.

     
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    Una donna arguta e di gran classe.
    Il primo pensiero che passò nella mente del Santo fu un misto tra meraviglia e ammirazione: quel genere di donne potevano riunire in sé l'arte del comando e la grazia della femminilità, senza perdere di un'oncia né l'una né l'altra. Così sorridendo, attendendo che terminasse, aggiungesti:

    » Mi permetto a questo punto di anticipare gli altri, onde concludere anche il discorso di cui prima. «
    Un colpo di tosse, a schiarirsi le idee.
    » Il mio dominio sono le rose.
    Le rosse, velenose, che uccidono come in un sonno.
    Le nere, fameliche, che divorano ciò che graffiano.
    La bianca, immacolata, che viaggia nel cuore del nemico e ne succhia il sangue.

    Da queste tre si apre tutto il florilegio delle mie capacità, che vertono principalmente su queste componenti. Non sono uno stratega in senso stretto ma mi abbandono egregiamente in trabocchetti e piani di sorta. Faccia di me quel che crede giusto, madama.
    «

    Concluse lasciando la parola agli altri, com'era giusto che fosse.

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    Ad uno, ad uno si erano presentati.
    Ad uno, ad uno ciascuno di loro aveva ricevuto il medesimo trattamento e la medesima attenzione dalla dama che dispensava loro sorrisi, parole di premura e di conforto. Quando arrivò il suo turno ebbe anche la pazienza di spiegargli cosa fosse quella bevanda, chiedendosi come mai non ne fosse già a conoscenza visti i suoi trascorsi con Shui Yoe Tu. Magari aveva già avuto modo di bere un po’ di quella bevanda, ma forse la sua signora aveva dato per scontato che il suo guerriero ne avesse già bevuto altrove. In realtà, nel suo tempo e nelle terre in cui abitava non era bevanda comune, quindi era più che lecita la sua domanda e sperava fortemente che non venisse preso in giro dagli altri commensali per la sua ignoranza.
    D'altronde, pur essendo un guerriero d’élite, rimaneva pur sempre uno schiavo agli occhi del Faraone – anche se c'era da dire che lui era uno dei suoi figli illegittimi – quindi anche se gli era stato concesso qualche lusso, non gli era dato conoscere tutto.
    Ne bevve un sorso e ne riconobbe subito il sapore.
    In realtà ne aveva già bevuto.

    In effetti mi sembra un sapore già conosciuto-”, le disse rispondendo alle sue parole, “-ma forse la mia signora ha omesso di farmene imparare il nome: da dove vengo io non vi è l'usanza di bere piante infuse. È molto buono: la ringrazio infinitamente.

    Le disse infine, chinando il capo in segno di riconoscenza.
    Dopo di lui parlò uno dei guerrieri al servizio di Lady Kalia, che cercò di apportare – oltre alla sua presentazione – la propria visione dei fatti e doveva ammettere che non aveva tutti i torti; ma in realtà bisognava anche considerare il fatto che loro, come gruppo, non conoscevano nessuno lì all’accampamento e quindi non potevano sapere se potevano esserci altri guerrieri straordinari come loro. Fino a quel momento avevano visto in azione soltanto il Principe e la donna dai capelli rossi, ma sicuramente vi erano altri esseri dai poteri straordinari e più disparati.
    Bevve un altro sorso, con l'intenzione poi di intervenire in prima persona e far presente la sua visione dei fatti che, parimenti a quella di Mozart, poteva essere tacciata di parzialità visto e considerato l'esiguo numero di informazioni da loro detenute.
    Aveva capito che quel Cavaliere, come lui, doveva aver solcato più di un campo di battaglia e doveva essere sopravvissuto a combattimenti efferati e guerre, quindi aveva tutto il diritto di poter dire la propria, anche solo per mettere in guardia – sempre dal suo, dal loro punto di vista – quell'esercito di rivoluzionari.
    Odayaka, però, l'anticipò.

    «A quanto pare hanno subito un attacco, ecco il perché di quelle ferite disastrose!», si disse lasciando alla donna la possibilità di poter continuare la propria ‘invettiva’ e mettere così al corrente loro delle strategie da adottare. «Non è una situazione facile se quei bastardi conoscono già il numero degli uomini qui presenti e noi abbisogniamo di informazioni per poter approntare un piano di battaglia.»

    Si morsicò quindi il labbro, attendendo le parole della donna.
    A quanto pareva aveva accordato loro ampissima fiducia, ma com’era normale abbisognava di conoscere i loro poteri per poter meglio impiegare le sue forze, proprio come aveva pensato anticipatamente lo Scorpione, in modo da poter pensare ad una valida strategia di attacco e di difesa.
    Mozart, a quanto aveva capito, aveva un’affinità floreale vista la capacità di generare rose distinte sia nei colori, sia nei loro poteri: devastanti a dire il vero! Mai aveva potuto pensare che la natura potesse essere utilizzata in tal modo, un potere davvero affascinante.
    Decise di parlare a sua volta e si fece quindi avanti, posando la tazza di thè onde evitare di far danno o di romperla con la sua dimostrazione.
    Era abbastanza timoroso di svelare così presto le sue carte, ma non aveva scelta se voleva essere di una qualche utilità alla causa e quindi si decise a mostrare le sue armi, le sue virtù.

    Sono stato addestrato al combattimento sin da bambino e sono riuscito a risvegliare l’energia latente nel mio corpo che mi consente di superare i limiti imposti dalla mia umanità-”, disse chiudendo quindi gli occhi e concentrandosi al fine di favorire la visibilità del suo potere, “-si chiama ‘Respiro Divino’ e mi consente di potenziare il mio corpo, nonché di lanciare la mia energia a distanza.

    Era ora visibile la sua energia in forma d’aura, di colore azzurro su tutto il corpo.
    Sorrise, per poi riaprire gli occhi e sopprimere nuovamente la sua energia, lasciando svanire quell’alone che per un poco lo aveva illuminato scompigliandogli i lunghi capelli d’ebano. Si concentrò ancora un poco, al fine di portare un po’ d’energia sugli occhi al fine di mostrare il suo secondo talento.
    Il suo volto, al solito, si sfigurò mostrando le vistose vene intorno agli occhi pregne dell’energia del ragazzo; il colore dei suoi occhi, da smeraldo, divenne di perla perdendo finanche la pupilla.

    Vi prego di non spaventarvi per il mio aspetto, è tutto normale: questo è l’’Occhio di Ra’-”, disse calmando con calma, con un piccolo sorriso nervoso stampato sul volto, “-è la mia punta di diamante, perché mi consente di scandagliare il territorio in un’area molto ampia, tranne un piccolo punto cieco che di solito non mi da problemi.

    Decise di soprassedere sul punto cieco, per poi continuare.

    Posso vedere anche al di là di muri ed oggetti, per un raggio limitato ovviamente, ma abbastanza da risultare utile in missioni di ricognizione!”, tese a rimarcare quanto potesse essere utile anche quella sua capacità, “E inoltre mi permette di vedere il flusso energetico delle persone, concedendomi un piccolo vantaggio per cercare di schivare gli attacchi dei miei nemici.

    Chiuse gli occhi e li rilassò, ritornando quindi alla normalità.

    Credo sia tutto-”, disse per poi portare ambo le mani sulle armi e sguainarle, “-ah, no: ci sono anche la mia spada ed il mio pugnale, ma queste fanno parte del mio addestramento alla guerra.

    Rimise a posto spada e pugnale, quindi.

    Ora è veramente tutto.

    Sorrise e si tirò indietro lasciando quindi il proprio posto agli altri.
    Lui, d’altronde, aveva già detto abbastanza.


    Ho ritenuto opportuno non linkare nuovamente tutto. =)
    Spero vada bene. :D
     
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53 replies since 23/10/2012, 14:20   1209 views
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