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Due vampiri, Godric e Klaus, si erano da poco incontrati nelle viscere della Tana.
Era stato un meeting piuttosto... acceso: i sentimenti d’orgoglio dei due figli di Caino avevano portato altra brutalità in quei cunicoli maledetti. Beh, dopotutto Merovish era soprattutto questo: soprusi e maltrattamenti, ingiustificati e inesauribili.
Si mormorava che le terre del Sud avessero costantemente sete di sangue, e purtroppo lo sgocciolio del caldo liquido vermiglio non saziava mai l’arida sabbia. Il circolo vizioso della brutalità – soffocante come una spirale d’odio – alimentava il degrado del presidio.
Un timido sogno si era fatto strada nelle menti di alcuni abitanti del settentrione, un progetto ambizioso per salvare quelle lande dall’autodistruzione. Quei sognatori assetati di sangue erano chiamati Eversori.
Klaus aveva intenzione di presentare il nuovo individuo al Gerarca Bid’daum, e seppe dove cercarlo da uno dei pochi fidati a conoscenza degli spostamenti del Castigo. Era un privilegio tutt’altro che ambito dai membri dell’organizzazione, giacché il carattere del Kuthiano era orribilmente volubile. Rimanendo invischiati nei traffici del più squilibrato della gilda si rischiava di perdere ogni cosa: qualche arto, la sanità mentale, la vita, la famiglia, i ricordi e addirittura... l’anima.
Perciò fu difficile per il Malkavian scucire le informazioni riguardo al Triumviro da uno dei pochi fortunati. A fatica venne a sapere che Bid’daum si era recato alle Cave del Sapere, e che aveva ordinato di non essere disturbato per nessun motivo.
Pessimo momento per un colloquio di lavoro, dunque.
Ma d’altronde, con uno psicopatico come quello, poteva mai esserci un momento tranquillo?. -
Neidlos.
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Ormai il Sud era praticamente casa sua. L'habitat naturale, dove un mostro del suo genere poteva esprimere liberamente tutto il suo contorto e deviato modo di essere, senza destare troppo scalpore.
Come se gliene importasse, poi, di non dare troppo nell'occhio. Tutto l'opposto, anzi.
Fatto stava che le terre meridionali non avevano più segreti per Klaus. Conosceva ogni buco di culo di quella terra arida e impregnata di sangue. Da Merovish a Daleli, da Geisine allo Yuzrab, cunicoli, deserto, bazar e tutto il resto. Per lui erano come un libro aperto.
C'era un luogo però, uno soltanto, dove il Malkavian non aveva messo ancora piede. Un posto non proprio adatto, ad un tipo come lui. Un posto che vedeva l'avvicendarsi di gente non proprio dedita all'azione, ma più ad altre...cazzate, direbbe qualcuno.
« Cosa ci è venuto a fare qui quello poi... » berciò irritato, sentendosi - com'era - costretto a varcare la soglia delle Cave del Sapere. Guardò Godric, il Vampiro che si era trascinato da Merovish, per proporgli un lavoro « Non è che sia tutto questo genio, ecco. »
La situazione era semplice; doveva incontrare Bid'daum, presentargli il Von Kramer, per capire se fosse stato in grado di far parte degli Eversori. Il Kuthiano era uno dei capi, quindi serviva il suo parere.
« Ricordami che dopo devo tornare da quel verme smidollato. » ruggì, riferendosi all'informatore che gli aveva dato la dritta su dove si trovasse il Corno « Gli staccherò la testa per avermi fatto perdere tutto quel tempo. »
E sì, trovare il criminale spaziale non era stata di certo una cosa semplice, sapeva bene come far perdere le sue tracce quello.
Per di più, aveva ordinato categoricamente di non essere disturbato.
« Che si fotta. »
Diede voce ai suoi pensieri col suo solito timbro nero.
Se il Cornutone voleva stare alla larga dalle faccende burocratiche interne agli Eversori, allora non doveva fare il boss.
D'altronde, non le aveva fatte lui le regole.SPOILER (clicca per visualizzare)CITAZIONE. -
°PaNdEmOnIuM°.
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« [EM] Vampire's Reunion »
Ma blatera sempre questo tipo?
Godric~ Eversore ~ Scheda Godric
Fu la domanda che invase il mio pensare, mentre le nostre figure si muovevano verso una destinazione di cui io ero all’oscuro della sua ubicazione. Il mio parlare fu interrotto, ascoltando semplicemente il gracchiare del Malkavian, che come una donna in cinta sputava parole senza un ragionamento logico, ma solo per il semplice atto di esternare la sua frustrazione. Io dal canto mio me ne stavo silente, mentre percorrevamo le strade rovinate di quella città, che assomigliava più una latrina, che alla capitale di un territorio abbastanza esteso. Nuovamente all’interno di quei fottuti cunicoli lasciando l’esterno, dove tempo precedente all’incontro con quello psicolabile di un vampiro, avevo ifatto conoscenza con un altro simile: riuscendo in sua compagnia a trovare la via di uscita per espormi nuovamente alla luce solare, e fare la mia comparsa in quella fogna chiamata città. Ora… come detto, mi ritrovavo nuovamente nel sottosuolo, in compagnia di quel demente, pompato e vanesio, che continuava a blaterare sfondandomi i timpani: fra discorsi di un incarico che gli era stato assegnato, e la descrizione di questa figura che a quanto pareva dovevo incontrare per essere proposto dal Malkavian come nuovo membro di questa organizzazione. Non che l’oscurità mi provocasse qualche tipo di malessere o agitazione - cazzo! ero un vampiro, io proliferavo dentro al materia oscura - ma dover nuovamente camminare in quel labirinto mi frustrava, per di più in compagnia di un tipo che non mi ispirava molta affidabilità. Comunque ormai mi trovavo immerso in questo gioco chiamato socializzare, e tornarmene indietro non mi garantiva la certezza diritrovare la superficie: quindi… non mi rimaneva altro che seguire quel pazzo, e sperare che il suo orientamento fosse decente più del suo comunicare. Qualche domanda bazzicava nella mia testa, chiedendo chi fossero, cosa cercavano, e soprattutto perché doversi addentrare nel sottosuolo per incontrare i pezzi grossi. Ma parlare prima del tempo non mi avrebbe portato a nulla, se non dover credere alle parole di un mentecatto bravo solo a dare spettacolo, e per di più spinto dall’egocentrismo di rendere ogni cosa caotica: perciò… avrei semplicemente atteso l’incontro ufficiale con qualche altro esponente di questo gruppo chiamato Eversori.
Manca ancora molto?narrato; parlato; pensato; parlato altrui
note:. -
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L’improbabile coppia, alternando invettive e incomprensioni, raggiunse il quartiere delle Cave del Sapere, una delle pochissime oasi di pace in cui la contorta violenza merovisha non giungeva. Comparvero dinnanzi a voi i grandi portali della biblioteca, incastonati in un cunicolo imponente, e dischiusi quel tanto che bastava a far passare una persona alla volta: questo perché l’uomo doveva accostarsi alla conoscenza con umiltà, chinando la testa e abbandonando il solito passo arrogante...
... oppure – più semplicemente – i cardini centenari del portale erano talmente incrostati di vecchiume da non consentire un’apertura completa. Attraversando lo stretto pertugio creatosi tra i due battenti colossali, raggiungeste l’atrio della biblioteca. Uno sparuto gruppetto di persone stava transitando per l’androne, ma fu il custode bibliotecario ad attirare la vostra attenzione, seduto dietro ad un tavolo modesto e intento a scrivere qualcosa. Non sollevò neppure lo sguardo in vostra direzione.
Pareva un anziano come tanti altri, probabilmente fuori posto nel covo della violenza, a stretto contatto con sicari e squilibrati. Eppure era tranquillo, assorto nel suo impiego a centinaia di metri sotto la superficie desertica. Pareva indifeso, incapace di affrontare la minima scaramuccia che a Merovish era all’ordine del giorno.
Eppure, malgrado tutto, resisteva.. -
Neidlos.
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I due Vampiri entrarono nella gigantesca biblioteca delle Cave del Sapere. Una enorme porta aperta, con gli inevitabili cigolii al seguito, e lo strano duo fece il suo trionfale ingresso in scena.
Diverse persone pullulavano in quel pozzo di sapere e conoscenza; gente che andava su e giù, a destra e a sinistra, con una tranquillità tale da far dimenticare per un attimo in che Presidio ci si trovasse.
« Seguimi. » biascicò il Malkavian, invitando l'altro a tenere il passo.
Notò subito un tipo, un uomo anziano. Intento a scrivere chissà che cosa, non aveva nemmeno alzato la testa all'entrata dei due figli di Caino.
« Salve. » esordì Schneider, con l'aria seccata di chi va di fretta « Cerchiamo un certo Bid'daum. »SPOILER (clicca per visualizzare)CITAZIONE
Edited by Neidlos - 18/12/2012, 11:21. -
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Probabilmente il bibliotecario articolò qualche parola, ma a voi non fu dato saperlo. Le sue labbra secche stavano certamente sillabando qualcosa, eppure la vostra testa non riusciva a cogliere il senso del suo parlato. Non pensiate che il problema fosse legato a lui... il problema era in voi.
Le pieghe del vostro encefalo erano state invase da una presenza malsana - quasi vomitevole - che ovattò e confuse qualunque altra percezione che non fosse quella fondamentale: la fuga. Dovevate andarvene all'istante, voi non potevate entrare lì - anche se fosse stata l'ultima zolla calpestabile del mondo -, non potevate scoprire la verità sul Gerarca diabolico. Ogni lembo del vostro corpo vi strillava di scappare dall'abominio che era nascosto nei corridoi proibiti della Cave. I due vampiri non riuscirono a fare altrimenti, sotto lo sguardo stupito e maledettamente complice dell'anziano.
Rimandarono quell'incontro ad un indistinto domani, e s'incamminarono per i cunicoli periferici.
Frattanto gli anatemi oscuri si disfarono in un androne tappezzato di pentacoli, e un ghigno affilato s'incurvò nel buio fitto, un'oscurità occupata da un essere soltanto: il reietto di Kuthian..