Brutal Raid

[EM][LAM] Battaglia

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    Mastio.

    Di fronte al Mastio sorgeva un enorme albero di quercia, piantato nel bel mezzo della strada centinaia d'anni prima che questa fosse abitata dall'attuale popolazione. Quando l'Autocrate dovette dare ordine di ricostruire il lastricato in quella strada, aveva preso la decisione di lasciarlo lì com'era, un pò perchè non occupava un posto particolarmente fastidioso, un pò perchè nonostante l'abbandono e la dimenticanza secolare, lui era rimasto lì, re fra gli alberi, traendo forza da sè stesso come nella speranza che Laputa non fosse del tutto finita. Ed ora come quel giorno, quella quercia restava imperiosa nonostante il disastro, conferendo a tutti coloro che si soffermavano anche solo un attimo a fissarla un rassicurante senso di completezza ed eternità, ricordando a tutti che nonostante gli sbagli, la guerra ed il sangue versato da nemici e fratelli... non era ancora finita.

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    Città Alta.

    La strada procedeva dritta e senza diramazioni.
    I cancelli delle ville a schiera di tutti i potenti dell'isola volante si alternavano senza lasciar spazio ad una possibile scorciatoia, se non per mostrare i loro immensi giardini, verande e quanto più insolito ed esotico si potesse immaginare dalle fantasie di mercanti o burocrati estremamente ricchi. Ad esse, poi, si alternavano abitazioni più semplici e spartane, tipiche di chi preferiva dare sfogo delle proprie finanze nell'arte della guerra che per "chincaglierie da femminucce".
    E' su questa strada che i vostri cammini si incrociano: gli attaccanti diretti al Mastio, ed i difensori nel senso opposto. Due gruppi di gente armata fino ai denti che, nonostante le diversità visibili e celate agli altrui sguardi, in comune condividevano la voglia di sguainarle, chi per puro gusto di uccidere, chi per dovere al proprio Presidio, chi per paura, chi per dare fine a quella pagliacciata. Ma le motivazioni non importavano, non in quel momento. Infondo era questo il vero gusto della guerra: ogni idea, ogni sentimento, ogni screzio o piccola sottigliezza veniva semplificato brutalmente nel semplicissimo concetto "o con me o contro di me".
    Nessuna motivazione poteva reggere a quella dura legge fra guerrieri.
    Importava solo lo schieramento in cui ti trovavi.

    Non appena vi vedete, intuite immediatamente intenzioni e circostanze: il vostro fiuto funziona bene, infondo, anche se a volte finisce per venir meno nei momenti in cui meno ci si aspetta. Il Destino è infatti assai ironico alle volte: estremamente difficile da comprendere ed oltremodo complicato da gestire. Nessuno, in quel momento, poteva dire realmente di essere stato fortunato o meno, tuttavia altrettanti avrebbero avuto l'ardire di affermare che quella notte un Demiurgo non avesse messo mano nelle umane vicende.
    Una notte fatale, quella.
    In tutti i sensi.



    Angolo del QM

    Benvenuti nell'ultimo step di questa avventura fra i gironi dell'isola volante =)
    Come potete immaginare (e se non lo immaginate ve lo dico io), si tratta di un combattimento. Un 4 vs 4 per l'esattezza. Per chi non ha idea di cosa sia, lo consideri come un regolare combattimento su Endlos, ma diverso dalla maggioranza di questi per il numero di partecipanti che, invece di essere 2, sono 8 (4 per schieramento). Per tale ragione mi aspetto da voi tante botte ma anche collaborazione fra compagni di squadra, ovviamente se questo corrisponde alla corretta interpretazione del vostro personaggio.
    Le regole sono esattamente quelle che trovate nel regolamento, quindi non vi spaventate.
    Anche il giudice sarà uno staffer (se riuscirò a beccarne uno che non è coinvolto nella vicenda così da essere obbiettivo tanto meglio, altrimenti giudicherò io). I campi di valutazione sono esattamente gli stessi dei combattimenti classici, a cui sarà aggiunto per praticità il "tempo" di posting. Vi darò infatti delle scadenze per i turni di postaggio, e qualora qualcuno tardasse, il punteggio "tempo" inizierà a calare, danneggiando irrimediabilmente la media dei punti ottenuti dalla squadra del ritardatario a fine combattimento. Quindi occhio alle scadenze, o rischiate di danneggiare i vostri compagni.

    Dettagli.

    E con ciò, scendiamo ai dettagli:
    Il combattimento consisterà in uno scontro 4vs4 dentro e non oltre l'ampia strada ciottolata in cui vi trovate, chiusa ai lati dai cancelli e delimitata da incroci abbastanza distanti da non crearvi impedimento: consideratelo come una piattaforma rettangolare larga quanto una strada a 3 corsie.
    Per quanto riguarda la turnazione, avrete un turno di introduzione del personaggio (il vostro arrivo al punto prestabilito e la preparazione al combattimento) più tre post di combattimento nel senso più puro del termine.

    Ordine di turnazione.

    Il primo turno è libero e termina il 2 dicembre (compreso).

    Per quanto riguarda le turnazioni dei post di combattimento, queste saranno alternate per squadra, del tipo:

    Attaccante-Difensore-Attaccante-Difensore...

    Per quanto riguarda i giocatori, non ci sono ordini precisi: si ha una preferenza per mantenere l'ordine dei post in ogni turno inalterato, ma qualora un giocatore non riesca a postare nei tempi previsti è possibile scambiarsi i turni. Lo stesso vale per giocatori che, di fatto, sono fuori dalla tempistica per motivi generici, come l'aver compiuto nel turno precedente solo attacchi ad area, che di fatto non sono rivolti a nessuno in particolare e non necessitano risposta di nessuno.

    Tempi di risposta.

    Tra un post e l'altro intercorranno al massimo 4 giorni, entro i quali chiunque appartenga alla squadra che deve postare ha la possibilità di intervenire. Qualora i tempi non siano rispettati, il punteggio "tempo" sarà calato ed influirà nella media delle valutazioni.

    Possibilità di attacchi in combo.

    E' possibile creare attacchi combinati o potenziati "rubando" il turno all'avversario. Mettendo che il Difensore A abbia appena postato, dichiarando immediatamente in bacheca ed in spoiler l'intenzione di creare una combinazione con uno o più utenti, può togliere il turno successivo all'attaccante e sostituirlo con uno o più Difensori, del tipo:

    Attaccante-DifensoreA-DifensoreB-Attaccante- ecc....

    Questo procedimento, tuttavia, avrà un costo: anche se il Difensore A non contrarrà deficit, quelli che si impossesseranno del turno avversario, dovranno pagarlo 1 slot tecnico. Nel caso succitato, il Difensore A avrà due slot mentre il Difensore B ne avrà uno solo, ma potranno agire in combo. Se vi fosse anche un Difensore C, anche lui sarebbe privato di uno slot tecnico e così via.

    Ovviamente la regola dei tre giorni nell'ordine di postaggio resta invariata, anche tra -in questo caso messo come esempio- un difensore e l'altro.

    Conclusione.

    Al termine del terzo turno smetterete di postare, ed un giudice valuterà la vostra prestazione, decretando la squadra vincitrice o se vi trovate in parità. In ogni caso, qualunque sia il risultato, ho tre finali alternativi =)

    Non posterò durante il combattimento, ma solo dopo l'esito del giudice, per inserire il post conclusivo della quest, quindi regolatevi per le turnazioni come vi ho indicato e procedete con i turni autonomamente.

    Per ulteriori informazioni, sono sempre disponibile in bacheca!.



    Edited by Drusilia Galanodel - 13/11/2015, 17:51
     
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    Kuthian

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    I Am in Control
    I haven’t Lost my Mind
    I’m Picking up the Pieces of the Past
    You left Behind



    Passi affrettati, lo sguardo che si soffermava su tutto e niente, il cuore che martellava dentro la gabbia del torace. Si dibatteva con rabbia, voleva uscire fuori, assaporare la frizzante aria notturna. Liberato dai vincoli della carne, sciolto dalle catene pulsanti che altri chiamavano arterie. Voleva uscire da quelle viscere, voleva fuggire dal caldo loculo che ospitava ogni sua palpitazione.

    Grondante di sangue.

    Percorsi diversi giunsero ad un nodo di raccordo, esperienze antitetiche s’infransero l’una contro l’altra.
    Da un lato, i paladini della Luce, dall’altro i servitori dell’Ombra.
    Ma la questione centrale – anzi, vitale! – era questa: quale schieramento era la luminosa speranza, e quale invece rappresentava la tetra disperazione? Era veramente possibile stabilire quale parte fosse nel giusto?

    Il Kuthiano era convinto di no, fin nel profondo. Aveva straziato la sua anima per ottenere la risposta, aveva assistito all’inesorabile dominio del caos in ogni mondo che aveva calpestato con il suo passo severo. Aveva torturato e ucciso, ancora e di nuovo, così tante volte da non percepire più il rivoltante senso di nausea che attanaglia lo stomaco del killer. Così tanto da non aver più la minima esitazione a conficcare una lama nella gola di qualcuno. Urla atroci e olocausti, per giungere infine ad una fatale consapevolezza.

    Bene e Male non esistono.

    Non erano nient’altro che concetti stabiliti in modo arbitrario dalla mente dei senzienti, cercando di attribuire una parvenza di armonia alla cruda realtà.

    In quella strada deserta, lo scricchiolio dei ciottoli sotto le suole fu l’unico annuncio dell’arrivo degli assalitori. La flebile carezza di piume nel vento, nient’altro che un frullio d’ali nell’aere proclamò la venuta degli aviatori. Si riconobbero vicendevolmente, senza il minimo dubbio. Erano lì dunque, soldati in una guerra inesistente, costretti alla battaglia da forze più grandi di loro.

    Il Kuthiano ne era consapevole.

    E ciò lo faceva fremere d’ira e godimento: era infuriato contro un sistema universale che non lasciava a nessuno la Libertà, e nello stesso tempo era eccitato dall’idea di poter recitare la sua parte del copione senza freni e incertezze.
    Si lasciò sfuggire un commento sussurrato, rivolto unicamente alla sua persona.

    Si comincia.

    https://i.imgur.com/QaE5W.jpg

    Trapassò con lo sguardo le figure dall’altro lato della strada.
    Non fissò nessuna in particolare, ma le abbracciò nel loro insieme. Vide le loro anime rifulgere nell’oscurità.

    Le sue iridi vermiglie e disumane rilucevano in modo spettrale nel buio di quella notte. Inquadrando la sagoma del Gerarca pareva quasi d’immergersi in un abisso di follia, un baratro senza appigli e senza fine.
    Era l’eterna caduta dello squilibrio mentale, straziante a tutti i livelli di coscienza.

    Emergendo dal cranio dell’Eversore, il prominente corno lacerava il cielo, aguzzo come la guglia di una cattedrale. Parte del volto era brutalmente sfregiata da una scarlattina blu cobalto, in risalto cromatico con l’acceso cremisi dei capelli. La sua espressione era truce, severa e implacabile.

    Strattonò con violenza una persona che lo stava accompagnando e la trattenne davanti a sé, bloccata nella presa delle sue braccia. La fioca luce della via tratteggiò le sfocate sembianze di una zingara, parassita emarginato dalla società. Il suo sguardo era assente, e non era difficile ipotizzare quale fosse il suo ruolo in quella farsa. Altri due accattoni si affiancarono al mercenario, finito in testa al gruppo e circondato dai suoi ostaggi.
    La mano destra impugnò un coltello, gentilmente prestatogli da Amadar. Puntò il filo della lama all’altezza della giugulare della stracciona, che non avrebbe opposto alcuna resistenza, assorta nel suo stato d’incoscienza. La mancina trattenne la senzatetto per i capelli, sporchi e trascurati.

    La voce inflessibile e animata da una punta di follia fu rivolta ai nemici.

    Gettate le armi, se non volete che cominci a sbucciare la faccia di questa puttana!

    L’espressione della prigioniera rimase impassibile, rassegnata al suo destino. E fu allora che il coltello affondò lievemente nella tenera carne, lasciando sgorgar fuori un rivolo di sangue che gocciolò sul selciato.



    Stato fisico: ottimale
    Stato mentale: pazzo e violento
    Energia: 110%
    Equipaggiamento:

    Kuthian’s Armor
    Al momento dell’arresto Bid’daum indossava un’armatura di fattura Kuthiana. I tratti particolari sono la leggerezza dei pezzi e la loro incredibile resistenza ai colpi. [Indossata]

    Comet Hammer
    Quest’arma è composta da una sfera di metallo del diametro di 15 cm e dal peso di 3 kg. Questo peso è agganciato ad una catena di acciaio della lunghezza di 2 metri. [Allacciato]

    Támerlein
    Il prigioniero possiede una spada particolare che supera la normale concezione di arma bianca. Si tratta di una lama incorporea che è l’emanazione stessa della sua anima. Recenti studi hanno portato a dimostrare l’ipotesi che quest’arma non sia in grado di danneggiare cose concrete ma solo spiriti e anime. Essendo parte stessa di Bid’daum, egli può scegliere quando farla comparire nella sua mano. [Passiva di evocazione].
    La lunghezza di questa lama fantasma è di circa un metro e con un solo fendente di quest’arma lo spirito colpito viene distrutto e sparisce per sempre. Per quanto sia inservibile come arma di offesa classica, alcune sue peculiarità sono ancora misteriose, in quanto il detenuto è restio a mostrarla. [Non Evocata]

    Bussola dei Desideri
    Tutti i nostri principi di riferimento nella realtà, e tutti gli apparecchi che usiamo per orientarci in essa, dipendono sempre e solo da ciò che desideriamo.
    Queste speciali bussole incantate in dotazione agli Eversori (grazie all’operato del mercante Zimmer) estraggono il loro punto di riferimento dal cuore di chi le impugna. L’ago dello strumento punterà nella direzione in cui si trova la cosa che più si desidera in quel momento.
    La cosa desiderata può essere una persona, un edificio, un animale, un oggetto, un luogo particolare e tanto altro ancora. Ognuno possiede in sé il desiderio di trovare qualcosa, e questa bussola punterà esattamente nella direzione da seguire per trovarla.
    Una volta raggiunto l’oggetto desiderato, l’ago comincerà a girare all’impazzata, aspettando il successivo desiderio.
    Un così potente oggetto magico possiede però delle limitazioni: l’ago punterà in linea retta verso ciò che si desidera, senza considerare la presenza di ostacoli naturali o artificiali. Quindi la bussola non indica il percorso da seguire, ma solo la direzione da prendere. Nel caso l’obiettivo si trovi sopra oppure sotto allo strumento, sarà necessario posizionare l’ago verticalmente rispetto al suolo.
    Se la cosa desiderata non esiste oppure non si trova sullo stesso piano dimensionale, la bussola non sarà in grado di indicare la via. Invece, nel caso in cui la cosa desiderata sia multipla o dislocata in più luoghi in contemporanea, l’ago indicherà l’obiettivo più vicino all’Eversore.
    L’ultima e più importante limitazione è da ricercare nell’utilizzatore stesso. In caso di indecisione o di mancanza di desideri nitidi, la bussola non sarà in grado di mantenere la rotta da seguire.
    Perché, in fin dei conti, non è difficile inseguire quello che vogliamo.
    Difficile è capire che cosa dobbiamo cercare.
    [Oggetto gdr + tecnica only-gdr]

    Due Pugnali di Amadar

    Passive:

    Risorse criminali
    La logica porterebbe a pensare che il Kuthiano, frammentando di continuo la propria anima, si stia autodistruggendo. Questo risponde solo in parte a verità.
    Usare il proprio spirito è rischioso; ma si è osservato che la sua anima, a causa dei continui utilizzi, è diventata più durevole. Sembrerebbe quasi un meccanismo di autodifesa, avviato in risposta al continuo sgretolamento dello spirito.
    Il criminale possiede una forza vitale superiore agli esseri viventi comuni, e non esiterà a sfruttare fino all’ultima stilla di energia per inseguire i suoi obiettivi.
    [Passiva: 110% energia]

    Oltre la realtà
    La manipolazione degli spiriti ha apportato dei sostanziali cambiamenti nel fisico di Bid’daum. I suoi occhi sono in grado di vedere nitidamente i fantasmi e le anime, normalmente invisibili alle persone comuni.
    Gli spiriti brillano di una perenne luce trascendentale, che li rende visibili al Kuthiano anche di notte o dentro il corpo degli esseri viventi.
    Che essi siano spettri, presenze esoteriche o anime vaganti, non sfuggiranno comunque al tremendo sguardo inquisitore del Castigo. Infatti egli non si limiterà ad osservare, ma la memoria immagazzinerà la forma e il colore specifico che rende unica ciascuna anima. Egli sarà in grado di identificare lo spirito già incontrato in precedenza nella stessa maniera in cui le persone riconoscono un viso familiare. [Auspex spirituale, raggio 30 metri]

    Putrefazione
    Gli spiriti manipolati dal Kuthiano – e la sua stessa anima – sono corrotti fino al midollo. La perversione profonda si amalgama con le forze esoteriche utilizzate dal criminale, trasmettendo questo marciume come una spaventosa epidemia, corrodendo progressivamente ciò che entra in contatto con gli spiriti.
    Tutto ciò che è colpito dalle arti esoteriche del Kuthiano è sottoposto a un progressivo avvizzimento.
    Il lento sfiorire, l’inevitabile morte.
    Questa corrosione è visibile sulla scorza, ma è capace anche di entrare in profondità. L’anima delle persone s’inaridisce e diviene sempre più irriconoscibile.
    Nei casi estremi si arriva alla completa perdizione: e mentre quel fiorellino perde la propria corolla e muore, lo spirito trova la dannazione.
    [Passiva scenica valida per le tecniche sciamaniche del personaggio: gli spiriti provocano un effetto aggiuntivo di corrosione e avvizzimento all’ambiente circostante. Gli effetti sullo spirito nemico sono di libera interpretazione]

    Minaccia tangibile
    Il prolungato passaggio di materiale spiritico attraverso il corpo genera degli effetti permanenti sull’organismo. Si annovera soprattutto un’estrema intensificazione delle sensazioni tattili, a causa dell’ipertensione a cui sono sottoposti alcuni recettori sottocutanei durante le pratiche sciamane.
    Ne consegue che Bid’daum possiede un senso del tatto ipersviluppato, in grado di percepire anche i più lievi spostamenti d’aria e di trovare le più lievi irregolarità sulle superfici che normalmente si direbbero lisce. [Passiva di tatto super-sviluppato]

    Burattinaio
    In caso di bisogno i frammenti di anima quiescenti sparsi in un ambiente possono essere risvegliati.
    Chi è stato lambito dallo spirito del Castigo rimane intriso della sua essenza e può essere manipolato anche dopo mesi dall’ultimo contatto, a patto che si trovi nel raggio di dieci metri da lui.
    Gli oggetti possono essere spostati e destati alla vita. [Passiva di controllo cinetico di oggetti circostanti: massimo 6 oggetti che non superano i 30 kg complessivi. Per estensione only-gdr, permette di manipolare i PNG che sono entrati in contatto con l’anima di Bid’daum]

    Note: i tre barboni menzionati sono ostaggi assoggettati con la passiva Burattinaio, con il benestare del QM. Buon divertimento a tutti!
     
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    ~ { Città Alta, Brutal Raid


    Quella notte -quella fatidica notte- il Falco non era se stesso. Mentre sfrecciava per i tetti della città pensieri oscuri attraversavano la sua mente; e lo inseguiva lo spettro di un timore che, pur infondato fino a prova contraria, aveva in sé la forza di rabbonirlo della sua cieca obbedienza. Certo, egli sapeva bene di che energia e potere fosse capace la Dama del Vento.. e tuttavia egli ne conosceva anche il lato più fragile, capace alle volte di cedere per un nonnulla. Credeva e ipotizzava che il tutto fosse frutto di una strategia orchestrata apposta per far allontanare i quattro Aviatori dal Mastio, lasciando sola il Gran Maestro con i veri artefici di quel parapiglia. E lui? E lui che ci faceva così distante dalla donna che aveva giurato di servire e proteggere? E lui che ci faceva in un campo di battagli che non era il suo?

    Il Falco, l'elfo di incommensurabile valore, atterrò giustappunto nell'attimo che vide il Kuthiano afferrare una povera donna e farla sua schiava. Il suo sguardo freddo non si accese d'ira nemmeno per un'istante, e dinnanzi all'ipotesi che l'altro potesse usare la fanciulla come un mero scudo di carne, quanto mai oscura e fredda fu la sua risposta.

    Se ti mascheri dietro una donna non sei questo granché.
    Te la faccio io un'offerta, verme: tornatene da dove sei venuto assieme ai cani rognosi che ti porti appresso e ti prometto che non dovrai raccontare in giro di chi ti ha staccato le gambe e le braccia.



    Giustappunto, per non lasciare adito a incomprensioni, egli sguainò la sua spada seconda -Anthea, dei Sogni Infranti- e la posizionò davanti a sé in moto di sfida: centosettanta centimetri di lama su cui era montato un rotore magico munito di acceleratore e grilletto. L'altra, la sua fidata e migliore Spada degli Spiriti Silvani, taceva silente nel manico in ebano e rami di Fanedell, in attesa di ruggire più violenti intenti. Sicché, in attesa che fosse raggiunto anche dai compagni d'arme, egli lasciò che la luce della Luna illuminasse ai nemici lo splendore della sua corazza -costruita in scaglie e placche d'argento-, sulla quale si poggiava una chioma lunga biondo cenere. I suoi occhi, azzurri come un lago, s'illuminavano di una strana energia quando, sul dorso della destra, balenò un'iridescenza marina per qualche istante. Ogni fibra del suo essere si tese come una corda di violino, e i suoi nervi pizzicavano uno sdegno come se quella corda fosse percorsa dalle zampe di ratti; e quando ne sentì il bisogno, si corresse:

    Anzi no, sai cosa ti dico? Gambe e braccia ve le stacco lo stesso, ma vi offro sempre l'opportunità di strisciare indietro alle vostre tane. Così imparerete cosa capita a chi porta guerra a Laputa...

    Lo sguardo di falco, acuitosi fino all'inverosimile, accompagnò solerte la sentenza ultima.

    Vi farò pentire anche d'essere nati.

    E le ali dietro di lui, metalliche, sbattevo con furia.
    La sua mano stringeva la spada con forza, la sua anima si costruiva dietro l'epiteto del guerriero senza macchia e privo di paura. Stereotipo che tuttavia lasciava forse il senza macchia al dirompente spregio che covava per quel manipolo di manigoldi. Gentaglia senza risma, senza capo o coda, senza alcun onore: forse non era nemmeno giusto lasciarli andare via. Avevano insozzato Laputa. Avevano usato la gente per i loro scopi, e si facevano scudo di civili inermi...

    No. Forse era meglio ucciderli e basta.
    Sì, ucciderli. Era questo che faceva un Cavaliere alla feccia senza specie.
    icon10

    Legenda

    StatusMana totale 100%
    Consumi nessuno
    Condizione fisica 100%, perfetta forma.
    EquipArmatura d'Argento del Falco
    { l'Armatura è composta di un materiale che la rende leggera e facilita i movimenti del Falco }
    { l'Armatura ha in dotazione un paio di ali abili passivamente al volo (per non oltre 5 metri in duello }


    Bussola d'Oro Rosa dei Venti
    { piccola bussola d'oro dotata di quattro lancette, rispettivamente una rossa e tre blu }

    Balmung La Spada degli Spiriti Silvani
    { lunga spada di tipo orientale (nodachi) di 150 cm totali }
    { la lama della spada possiede la capacità di tagliare anche rivestimenti o protezioni di notevole durezza }
    { abilità passiva che rende più incisivi e critici soltanto i colpi privi di consumo sferrati, come se questi colpissero sempre un punto debole altrui }
    { passiva only gdr che consente a Grifis di comunicare con il bosco, potendo sapere se e quando Fanedell è minacciata o è in pericolo }


    Guaina Silvestre
    { il fodero della Spada Balmung è ricoperto da un'intreccio di piante e legno d'ebano }

    Anthea, La Spada dei Sogni Infranti
    { arma bianca a singolo taglio lunga 170cm }
    { la spada possiede un'attiva a consumo basso che permette d'infiammare la lama, provocando con la stessa danni da fuoco per singolo turno }


    Vera Runa dell'Acqua
    { runa incisa sulla mano destra, che brilla di colore azzurro quando viene utilizzata }
    PassiveElfic Eritage
    { in quanto elfo Grifis è dotato di una bellezza sovrannaturale, che serve ai soli fini del gdr }

    Way of the Sword
    { grazie alla sua affinità con la spada Grifis è in grado di intuire la tipologia di attacco che sta per subire: se esso è fisico o magico }
    { grazie ad una particolare tecnica di spada Grifis può rendere difficilmente prevedibili gli attacchi, se e solo se l'arma viene estratta al momento dell'attacco e subito rinfoderata al termine dello stesso }
    { passiva only gdr che permette a Grifis di usare uno stile di combattimento a due spade }


    Sonata Arctica
    { Grifis emana un'aura capace di influenzare il prossimo passivamente, inducendolo a comportarsi nei suoi confronti con rispetto e riverenza }

    Etlreth The White Album
    { Grifis è in grado di lanciare i suoi attacchi senza alcun intermediario, e senza sprecare tempo prezioso }
    { l'aura gelida di Grifis può indebolire e rendere più fragili gli equipaggiamenti altrui, a seguito di attiva a consumo e di avvenuta cristallizzazione }


    Halo of the Justice
    { l'appartenenza ai LAM dona a Grifis il potere d'influenzare passivamente gli altri, inducendoli a ritenere giusta qualsiasi sua azione }

    Knight of the Light
    { Grifis grazie ad una benedizione di luce detiene un'incremento passivo in Velocità e Agilità pari al 25% }
    Attivenessuna

    Altro :yuppi: vi ucciderò. Tutti. Specialmente te :qwl:
     
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  4. _MajinZ_
     
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    User deleted


    Il momento della resa dei conti era finalmente giunto. I mercenari attraversarono la città, immersi nella notte, nascosti dalle ombre loro alleate. Come dei predatori famelici sfruttarono il buio, giungendo abbastanza vicini alle prede senza che queste se ne rendessero conto. Era stato tutto perfetto, nessun intoppo fino a quel punto, nessun contrattempo in grado di intralciare quell’importante missione... tutto ciò era servito a spianare la strada, ma ora era tutto nelle mani di quei quattro invasori, pronti a tutto per portare a termine il compito assegnatogli.
    Dimitriy, nascosto dietro la figura di quel giovane contadino, non disse una parola dal momento in cui mise piede nella città alta, chiuso in una concentrazione che non lasciava spazio alle influenze esterne. Con freddezza ripassava tutte le tattiche che aveva imparato, tutte le mosse e ogni possibilità di ingaggio con il nemico: niente veniva lasciato al caso. L’obiettivo era fisso nella sua testa e, quasi come un robot, non vi era nessuna emozione in quel soldato... non vi erano rimorsi o ripensamenti, ormai era pronto ad agire. Per quella sera, il russo era tornato ad essere lo spietato assassino fiore all’occhiello dell’Organizzazione, il Lampo, colui che portava a termine le missioni rapidamente, senza lasciare nessuna traccia. E soprattutto... non aveva pietà.
    Con nessuno.
    Una strada dritta, senza diramazioni aveva accolto il gruppo. Come se fosse tutto prestabilito, un disegno del Destino per far procedere quella “festa” senza interferenze. I lati della strada erano delimitati dai cancelli delle ville, tutti chiusi a formare dei confini invalicabili. Nei punti dove nessun recinto delimitava i rigogliosi giardini, si potevano vedere abitazioni molto più modeste, testimoni silenti del conflitto che stava per scatenarsi.
    E gli avversari si ritrovarono finalmente uno davanti all’altro, quattro aviatori e quattro mercenari pronti a darsi battaglia, pronti a difendere i propri ideali. Il bene e il male ormai si erano mischiati, e quel che era giusto si mescolava a ciò che era sbagliato, circolando come una corrente d’aria che stava per dar vita a un uragano di forze contrapposte.
    Bid'daum fu il primo a muoversi, strattonando una donna mentre la posizionava davanti a se, puntandole un coltello alla gola, mentre altri ostaggi si posizionavano intorno a lui. Appena qualche passo più indietro si trovava Dimitriy, quasi nascosto dietro al Castigo e i suoi poveracci, ma non era codardia la sua: era solo il suo modo di agire, il suo modo di confondere i sensi degli avversari. Il ghiaccio dei suoi occhi si mosse rapidamente, dando un solo sguardo al nemico, per poi tornare a fissare il selciato. Lo sguardo dell’assassino era vuoto, quasi vitreo e chiunque l’avesse osservato in visto, avrebbe sentito quasi freddo incontrando quelle gelide iridi.
    Il russo aveva già affrontato missioni di quel tipo, perciò sapeva bene come prepararsi, lasciando da parte l’umanità e la paura, per acquisire la concentrazione e il distaccamento necessari per compiere il lavoro nel migliore dei modi. Per quel motivo le parole del Cavaliere bianco non lo sfiorarono neanche, probabilmente non le sentì neanche... mentre nella sua testa rimbombavano, come una cantilena, le parole che l’Organizzazione inculcava ai suoi seguaci.
    ...Zakhvat, Udar i Razrushitʹ... Zakhvat, Udar i Razrushitʹ...
    Afferra. Colpisci. Abbatti.



    CITAZIONE
    Stato fisico: Ottimale
    Stato mentale: Concentrato
    Energia: 100%

    Abilità Passive:
    ₪ Vy ne mozhete vzyatʹ ~ Non puoi prendermi
    Addestrato fin da bambino a rendere ogni movimento sicuro e sorprendente, Dimitriy ha sviluppato un'agilità superiore al normale che un semplice essere umano non potrebbe mai neanche pensare di sfiorare, oltre a una velocità che esula dai limiti di un mortale. I movimenti complessi non sono più un ostacolo, spiccare balzi, salti e rocambolesche fughe diviene facile come respirare, inoltre l'equilibrio riceve un discreto miglioramento che permette al ragazzo di correre anche su superfici esigue o scivolose. Inoltre la rapidità eccezzionele lo rende capace di scatti improvvisi, i quali rendono il giovane quasi imprendibile ed è difficile scorgerne con esattezza i movimenti. Ogni singolo movimento diventa qualcosa di sicuro, rendendo facile schivare ad esempio colpi in arrivo o far perdere le proprie tracce in poco tempo, sfruttando percorsi preclusi a umani senza nessun allenamento specifico e percorrendo grandi distanze con facilità. Il biondo non ha bisogno della forza, gli basta solo colpire al momento giusto come un vero killer per poi sfuggire e senza lasciare nessuna traccia.
    [Power Up Agilità 50% - Velocità 50%]

    ₪ Vy ne slyshite ~ Non puoi sentirmi
    Il silenzio per un assassino è l'alleato numero uno su cui poter contare, seguire il bersaglio senza che esso se ne accorga, arrivare alle spalle e colpire senza dare neanche il tempo alla vittima di rendersi conto di quel che le succede intorno. L'allenamento speciale a cui Dimitriy si è sottoposto ha sviluppato anche questa fondamentale capacità per fare un lavoro come quello, infatti il giovane riesce a distribuire il peso così bene che i suoi passi sono diventati impercettibili ed è quasi impossibile riuscire a sentire qualche suono provenire da lui a meno che non sia lui stesso a volerlo. Anche durante la corsa il suo rumore non viene influenzato e sarà silenzioso proprio come un felino, a patto che tutto il suo equipaggiamento sia ben fissato e non abbia nulla che fa rumore, benché riesca a controllare il suo corpo ciò sarebbe più complicato nel caso ci fosse qualcosa che fa rumore senza il suo volere.
    [Il personaggio non produce nessun suono muovendosi]

    ₪ Krovozhadnostʹ ~ Sete di Sangue
    Durante il suo addestramento, Dimitry ha capito che non è sempre necessaria la forza bruta per colpire con efficacia il nemico, tempismo ed abilità possono produrre una seria lesione al posto di un graffietto da poco. Il biondo assassino sa questo concetto e lo sfrutta a modo suo, in uno stile creato da lui stesso dopo lunghi ed estenuanti allenamenti, fino a rendere tale capacità quasi innata, capace di rendere molto più infidi e letali i colpi che infligge; mirando con naturalezza agli angoli più fragili o debilitanti, come ad esempio un’arteria ed alterando le normali angolature dei colpi è in grado di causare danni solamente in apparenza minori. Colpendo l'avversario nel punto giusto, l'assassino riesce a causare traumi inattesi al sistema circolatorio; questo tende a causare una maggiore fuoriuscita di sangue dalle ferite così inferte, causando una minaccia concreta anche con il più stupido dei taglietti. Proprio come alcuni temibili malattie, infatti venire colpito in questo modo crea una maggiore difficoltà nel sopportare i successivi assalti; una debolezza che apre la via a minacce ben più pericolose, avvicinando di un passo la fine della vita del bersaglio.
    [La precisione dei colpi è tale da causare danni al sistema circolatorio nemico aumentandone così il sanguinamento.]

    Equipaggiamento:
    ₪ Banket Krovi ~ Banchetto di Sangue
    Si tratta di un'arma all'apparenza semplice che però nelle mani giuste diventa un temibile strumento di morte. Essa si compone di un bracciale che avvolge interamente l'avambraccio ed è composta di una lega di metallo abbastanza leggera così da non divenire un ingombro ma un semplice prolungamento del corpo. La parte finale dello strumento è un guanto di pelle con una placca metallica sul dorso della mano che ovviamente è unita al meccanismo presente nell'avambraccio, con annesso una piccola leva metallica che finisce nel palmo della mano. Nell'istante in cui il biondo eserciterà una certa pressione sulla leva, dal meccanismo presente sul polso fuoriusciranno tre lame di acciaio temprato curiosamente rossastre della lunghezza di circa venticinque centimetri appuntite ed affilate, pronte a colpire il nemico di turno. Un'arma facile da nascondere ma letale se usata nel modo giusto.

    Tecniche utilizzate:
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    Death is only the beginning.

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    Le sabbie del tempo.

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    Fine.

    Sembrava che quella stupida pagliacciata si sarebbe conclusa entro breve, mentre volava a bordo del grifone assieme a Firion ripensava agli avvicendamenti di quella notte e al fatto che, fortunatamente, fosse arrivata Drusilia con informazioni precise sul dove e su quanti sarebbero stati gli invasori.
    Per un attimo un dubbio lo folgorò, come facevano dei mercanti ad essere venuti a conoscenza addirittura di piani per assaltare il presidio, considerato che se erano stati presi dovevano essere dei pesci piccoli e che raramente pesci piccoli sono invischiati in cose dalla portata così ampia, soprattutto se il reato che avevano commesso non era particolarmente grave.
    Nessun idiota che progetti l’assalto nientemeno che al Mastio di Laputa lascerebbe in giro gente in grado di spifferare tutto appena venisse pizzicata dalle guardie, la cosa lo rendeva estremamente sospettoso.
    Un paio di millenni di esperienza di politica, intrighi e tradimenti lo avevano reso estremamente paranoico, sebbene la placida pace Laputense avesse assopito tutti i suoi istinti a riguardo.
    Era preoccupato, ma non abbastanza da fare dietro front ma a sufficienza da chiamare Drusilia non appena arrivarono davanti a coloro che avrebbero dovuto combattere, sconfiggere e possibilmente uccidere.
    Prese in mano il suo Frammento di AI e si concentrò ferventemente sulla sua Capo Gilda.

    Drusilia, siamo arrivati al luogo che ci hai indicato come da programma e abbiamo individuato il nemico.
    Per ora il Mastio è nelle tue mani, noi torneremo quanto prima possibile.


    Come ebbe finito di parlare ebbe modo di osservare, da oltre le spalle dei suoi tre compagni dietro i quali si era furbescamente posto, gli individui che aveva di fronte ma si stancò presto, la forma raramente rivela qualcosa sulle abilità e in ogni caso quei quattro sarebbero dovuti venire annientati quindi non aveva senso studiarli.

    La situazione volse subito a vantaggio dei loro avversari, o almeno era convinto che il Khutiano la pensasse così, poiché afferrò una delle straccione che si portava dietro e minacciò di tagliarle la gola con un affilato coltello se loro non avessero immediatamente gettato a terra le proprie armi.
    A quanto pareva il cosmo aveva deciso che quella, per il Sommo, doveva essere la serata più divertente della sua vita perché poco ci mancò che scoppiò direttamente a ridere in faccia alla mostruosità cornuta.
    Come se la vita di un manipolo di stupidi miserabili pezzenti contasse qualcosa o avesse il potere di fargli cedere le armi, tanto più che probabilmente dopo essere stati disarmati sarebbero stati uccisi e quella era una cosa che non potevano assolutamente permettere.

    Se ti mascheri dietro una donna non sei questo granché.
    Te la faccio io un'offerta, verme: tornatene da dove sei venuto assieme ai cani rognosi che ti porti appresso e ti prometto che non dovrai raccontare in giro di chi ti ha staccato le gambe e le braccia.
    Anzi no, sai cosa ti dico? Gambe e braccia ve le stacco lo stesso, ma vi offro sempre l'opportunità di strisciare indietro alle vostre tane. Così imparerete cosa capita a chi porta guerra a Laputa...
    Vi farò pentire anche d'essere nati.


    Naturalmente.
    Grifis doveva per forza essere il primo a parlare, il primo a esprimere un opinione e a sbeffeggiare gli avversari, come se fosse stato il capo di una comitiva scout e questa era una caratteristica di lui che Khatep stava cominciando a trovare seriamente irritante; in ogni caso era stato molto melodrammatico ma aveva ragione.
    Non restava che rincarare un poco la dose in modo che capissero che non se la sarebbero cavata a buon mercato e che la vita di quelle quattro persone che si erano trascinati dietro non valeva assolutamente niente.

    Su, avanti, uccidi pure tutti quelli che ti sei portato dietro, se speri che in qualche modo l’aver portato con te degli ostaggi faccia qualche differenza ti sbagli di grosso, Khutiano.
    Tanto più che quello non è nemmeno un vero ostaggio, quella donna è ormai in tuo potere e facilmente non c’è nulla che possiamo fare per lei ormai, è persa in ogni caso.
    Sei patetico.


    L’ultima frase era stata detta sia con il chiaro intento di esternare tutto il proprio disgusto verso un essere tanto miserevole da cercare di prendere come ostaggi delle persone di nessun valore, pienamente sostituibili, ma soprattutto era stata detta con l’intento secondario di far infuriare quell’uomo dagli occhi color sangue.
    Khatep lo sapeva bene, aveva vinto più di una battaglia in questo modo, che ogni avversario che combatte accecato dall’ira equivale, più o meno, a un avversario già sconfitto per metà.
    Sperava solo che quello fosse tanto idiota da cascarci.

    Status Fisico: Illeso
    Status Mentale: Desideroso di farla finita
    Mana: 100%

    Per poteri e passive si è pregati di guardare in scheda (link in firma), notare che all'appello manca il Siero della Deflagrazione Solare e il Siero delle Verità Nascoste.
     
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  6. Amadar Tellan
     
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    Era assurdo pensare che le cose sarebbero continuate ad andare bene dopo i casini che stavano succedendo altrove e difatti così fu: solo un emerito coglione avrebbe potuto fare finta di niente e non capire quello che sarebbe potuto facilmente succedere e quanto sarebbe stata inutile l'idea di disarmare una folla inferocita tenendola sotto il tiro delle proprie armi, dacché gli umori così tesi erano come una miscela esplosiva e bastava solo qualche scintilla emanata da qualche sobillatore per dar vita ad una reazione a catena delle più sanguinose... e imbecilli di quella sorta non mancavano mai. Probabilmente era solo questione di tempo.
    Loro ne avevano approfittato per riprendere le forze e sgattaiolare alle spalle delle guardie per arrivare fino alla Città Alta. Lì le conoscenze di Amadar della geografia locale si arrestavano, perché si era spinto fino a relativamente poco più in là, a casa di un cliente di cui aveva accettato di fare il lavoro sporco, un cadavere, letteralmente, che manco aveva avuto la gratitudine che si sarebbe convenuta per tutti gli extra che gli aveva fatto. Nemmeno lì c'era rispetto per la sua professione... ma ricchi e potenti erano tutti la stessa sporca razza di pezzenti dentro, con ogni tanto qualche rara eccezione che lui e gli altri della sua categoria erano spesso chiamati ad eliminare. A pensarci era naturale che il fango non volesse mettere in mostra e lasciar andare le proprie perle, ma lasciarle ai porci... con ampio scontento del resto della popolazione, ma quelli erano fattacci loro.
    Lui era lì per conto di quello stesso fango e lo scopo era portare scompiglio in quella notte specifica. Poco altro sapeva e poco altro conveniva che gli servisse sapere, anche se si era premurato di capire abbastanza per capire che dovevano vincere o non avevano speranze di uscirne vivi, perché nessuno li avrebbe aiutati o liberati... e niente di più facile che anzi gli stessi pezzi grossi che li avevano ingaggiati avrebbero cercato di metterli a tacere in eterno nel caso in cui fossero stati catturati. Ragion per cui, aveva preso i suoi debiti provvedimenti e oltre alla copertura fornita dalla maschera, che aveva ulteriormente alterato il suo aspetto: per sua fortuna, il mantello color terra che si era portato dietro era mutato con la maschera ed era diventato nero, con tanto di provvidenziale cappuccio che si era calato sul viso. E oltre a ciò, aveva unito una sciarpa altrettanto scura di fronte al viso, in modo che solo i suoi umanissimi occhi scuri trapelassero.
    Le vie che percorsero furono per lo più deserte, con la gente o barricata in casa o riversata in un modo o nell'altro nei pressi della rivolta... tranne uno sparuto manipolo di quattro coglioni. E tra quei quattro, manco a farlo apposta, c'era pure il suo vecchio cliente, che come uno stronzo sembrò capace in chissà quale cazzo di modo di svelare il trucco dell'unicornuto, che aveva fatto uso di uno dei suoi pugnali per simulare un colpo di mano dell'ostaggio... e non riservò nemmeno granché valore per la vita della sgualdrinella vagabonda, che rischiava di essere a quel punto sgozzata per la semplice frustrazione dell'unicornuto. Certo, l'azione del suo leader improvvisato era un po' eccessiva perfino per lui, che preferiva prendere in ostaggio un nemico piuttosto che una donna che non c'entrava un cazzo e che almeno si poteva scopare con un po' più di calma, ma anche l'altro bastardo rinsecchito valeva meno di tutti quanto a rispetto per la vita altrui... ma quello d'altronde era anche già morto, quindi della vita degli altri non poteva verosimilmente fregargliene una benemerita cippa di minchia.
    Altro soggetto particolarmente sorprendente, in negativo, fu l'elfo corazzato, che anche lui se ne sbatté altamente dell'ostaggio e arrivò a minacciare l'unicornuto e tutti gli altri di tagliare loro gambe e braccia e di lasciare loro andare in quelle condizioni miserevoli, mostrando quindi un fulgido esempio di cavaliere e di tutte le sue qualità: nobiltà, carità, compassione, generosità, pietà, affezione per gli innocenti...
    *Puttanate! L'unico problema è come aprire quella lattina di ipocrisia: carne in scatola, ma chiusa per bene!*
    In posizione arretrata rispetto all'unicornuto e all'altro contadino che si mise a lanciare minacce in una lingua sconosciuta degna di uno psicopatico, il Lupo Grigio studiava attentamente la soluzione e l'approccio migliore, stando ben attento a quale dovesse sfoderare per prima tra le armi che teneva nascoste sotto il mantello. La battaglia, per quanto sconveniente, era ormai inevitabile e stava per avere inizio.

    Energia residua: 100%
    Stato fisico: illeso
    Stato psicologico: pronto alla lotta, in studio del bersaglio più facile da abbattere per primo

    Abilità in uso:
    CITAZIONE
    Forza Assassina
    Scopo dell’esperimento che ha visto coinvolto Amadar era quello di creare un uomo dalla forza superiore al normale senza che perdesse al contempo il proprio raziocinio. Il risultato è visibile fin dall’aspetto esteriore dell’Alchimista: i muscoli ben sviluppati, non proprio naturalmente, suggeriscono a chiunque li veda che il giovane ha una Forza superiore del 50% rispetto alla media umana.

    CITAZIONE
    Riflessi Mutanti
    La mutazione indotta dai vari intrugli alchemici che gli sono stati cacciati in corpo ha avuto un secondo effetto imprevisto: lo hanno reso incredibilmente agile di mano e di corpo. Quindi i vari incredibili fasci di muscoli non hanno il naturale effetto di rendere Amadar un tipo grande e grosso dai movimenti ridotti… chi sottovaluta quindi la sua Agilità superiore del 50% commette un grave errore, spesso e volentieri fatale.

    Equipaggiamento in uso:
    CITAZIONE
    Zampa Artigliata
    Un'arma piuttosto singolare, si tratta di una placca di metallo con un'impugnatura anch'essa di metallo e meglio agganciabile alla mano o ad un'altra protezione mediante un'altra cinghia elastica che si può chiudere sul lato posteriore della placca attorno alla mano o all'eventuale guanto di protezione. Dalla placca partono poi 3 lame di metallo parallele, lunghe 50 centimetri ciascuna, abbastanza sottili e allo stesso tempo flessibili per resistere agli urti e acuminate con una doppia punta adatta a lacerazioni e perforazioni. La particolarità migliore di quest'arma è che le lame possono essere avvelenate, tutte o solo una di esse.

    CITAZIONE
    Corazza del lupo
    Così detta per la colorazione affine a quella dei capelli grigi del suo portatore, non è altro che una corazza di cuoio tipica di ogni guerriero e di ogni assassino professionista. La sua colorazione è tale da risultare difficilmente distinguibile di notte, ma l'effetto ottico è dato puramente dalla tintura, in quanto non sussistono incantamenti di sorta.
     
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    rosez


    Fu la prima volta quella che mi ritrovai ad attraversare il cielo di Laputa privo della vera sensazione di volare: non era una dolce carezza il vento che forte si scontrava con il mio corpo, ma un impedimento, un ostacolo che deviava e rallentava la mia avanzata; non era un orgoglio la briglia con cui stringevo l'irruenza del mio Grifone, poiché non coraggio ma dovere mi spingeva a domare e sottomettere la fierezza di quella creatura; e non era un bel paesaggio l'interminabile distesa di case ed edifici che sottostavano il mio sguardo, ma un intralcio e un'ostruzione alla mia visuale, poiché irraggiungibile parevano rendere la destinazione a cui mi sarei dovuto recare.
    Non fu facile guidare Nesrìn e Khatep sul dorso dei nostri animali alati, non fu facile mantenere valida la concentrazione con la consapevolezza che nelle vie sottostanti, da qualche parte del Presidio, soldati ed aviatori erano costretti a fronteggiare il loro stesso popolo, schiavi inconsapevoli di menzogne a loro rivoltate; non vi era condanna peggiore per un guerriero se non fronteggiare con la sua spada ciò che il suo stesso scudo si ergeva a difendere.

    « Siamo arrivati »

    Rivolsi le mie parole ai compagni di volo per invitarli a prepararsi all'atterraggio, nel momento in cui Grifis nostro Falco e guida iniziò deciso la discesa verso un punto preciso in lontananza. Poggiai una mano sulla testa prima di un Grifone e poi dell'altro, affinché quello fosse per loro un segno di congedo; non potevano esserci utili in un conflitto diretto ed aperto, non in una situazione del genere. Avrebbero sorvolato l'area circostante, sarebbero stati validi alleati, fidati compagni pronti ad intervenire in nostro soccorso qualora gli fosse stato ordinato, ma non armi; occhi i loro, che avrebbero immortalato dall'alto dei cielo la battaglia dei propri soldati.
    L'atterraggio fu dolce, di ben altra pasta si rivelò invece l'accoglienza: vile e viscida fu l'infamia con la quale di prigionieri si facevano scudo e ricatto i nostri bersagli, e sciocco fui io ad aspettarmi il contrario, al cospetto degli autori e colpevoli di quella rivolta.
    Nessun duello ci avrebbe atteso nelle loro armi se non una lotta al pari di bestie, priva di regole, vincitori e vinti... non un solo ulteriore passo avrebbero avanzato verso il Mastio.

    firionspada

    Sfoderai la mia lama al loro cospetto, spada che di una Rosa e non del sangue portava il nome ancor prima che il colore, e fu arma aggiunta alle parole di Grifis prima e Khatep poi, verso un nemico comune al quale nessun aviatore avrebbe mai chinato il capo al cospetto di un ricatto.

    « Pagherete per ciò che avete causato al nostro Presidio. »

    Freddo era lo sguardo così come decisa era la voce, forte come la presa sull'elsa della mia spada.
    E sotto il tintinnio rabbioso delle mie armi fedelmente agganciate all'armatura, il conflitto ebbe inizio.

    « Non avanzerete di un singolo passo: la vostra strada si interrompe quì. »

    Condizione fisica: perfettamente in salute
    Mana: 100%

    Passive per esteso: (in seguito saranno sintetizzate)

    Maestro d'arme
    Il giovane Firion non è un guerriero che, per tutta la sua vita, ha trascorso tempo ad allenarsi fino a raggiungere un ottimo livello ed una perfetta padronanza del proprio corpo e delle proprie armi. No, lui è un genio delle armi, un talento innato dal futuro così roseo e le doti spiccate da lasciar senza parole coloro che si ritrovano a guardarlo con una qualsiasi arma in mano. Sia essa una spada, un bastone, una trave di legno, un giocattolo per bambini o la più esotica delle armi da lancio, lui saprà usarla in ogni caso, con entrambe le mani, anche contemporaneamente. Inutile da dire, lui è unico nel suo genere.

    Filo incantato
    Ciascun'arma di Firion è legata al proprio padrone da un filo magico invisibile agli occhi che gli consente grado di richiamarle a sé qualora gli venissero sottratte o fossero da lui stesse lanciate o abbandonate.

    Volontà del Guerriero
    Forza, onore e coraggio sono le armi predilette di un guerriero; ma la volontà, più di ogni altra cosa, è l'essenziale capace di spingere oltre ogni limite il corpo ancor più della mente. Firion è unico nel suo genere per la mole di armi da cui mai si separa, ma portarle sempre indosso al suo corpo tutte insieme richiede uno sforzo non indifferente, che col passare del tempo ha fortificato il suo fisico. Così come era da suo desiderio, il guerriero dalle mille armi è dunque ora capace di spostarsi in battaglia e non solo con al seguito ogni singolo suo equipaggiamento come che non ne risentisse in alcun modo.
    In termini di gdr, la passiva rappresenta un power up del 50% alla destrezza, che gli consente di muoversi con tutte le armi indosso al suo corpo come che in realtà non le possedesse.
    NB: se privato del suo equipaggiamento, la passiva rappresenta a tutti gli effetti un miglioramento effettivo dell'agilità dei movimenti.


    Equipaggiamento: (immagine)
    • Arco Lungo + frecce
    • Lancia Lunga
    • Spada ad una mano
    • Ascia Monopenne
    • Morningstar
    • Pugnale [x2]
    • Armatura Completa
    • Scudo piccolo

    Nota di integrazione al post: sebbene non direttamente indicato nella scheda, la spada sfoderata ora da Firion si chiama Wild Rose.
    NB: sì avete capito bene: Firion porta dietro con se tutte quelle armi.
     
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    Viaggiatore dei Mondi

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    Era arrivato. Finalmente il momento tanto atteso dal mercenario era giunto.
    Mentre ripercorreva rapidamente con la mente il suo arrivo a Laputa i loro avversari stavano giungendo ai piedi del Mastio uno per uno, ergendo una "difesa umana" pronta a difenderne l'entrata.

    Si limitò a studiarli tutti con lo sguardo, cercando di apprenderne caratteristiche e ipotizzando il loro possibile stile di combattimento. Il primo arrivato, a occhio e croce, doveva essere il loro "capo", o comunque qualcuno di grado superiore al loro. Sembrava il più pericoloso.
    Tuttavia anche gli altri non erano da sottovalutare, se erano stati chiamati a difendere il Mastio in numero così ristretto.

    Dietro quell'aspetto da "donzella dai facili costumi", Wynn non riuscì a trattenere un sorriso sadico. Il loro campo di battaglia sarebbe stato quel largo piazzale contornato dalle abitazioni degli aristocratici che non lasciavano vie secondarie, impedendo ogni via di fuga da parte degli attaccanti.

    Interessante.

    Lentamente, la mano sinistra del mercenario andò a poggiarsi sulla pancia, mentre lui cominciò a sussurrare alcune parole:
    « Io sono il Maestro
    immerso in un lago di sangue.
    »

    La runa situata sulla pancia cominciò a brillare debolmente e il mercenario ne tirò fuori una spada, la sua Runeblade. Passò in posizione offensiva e sorrise nuovamente.

    In quel momento non gli importava cos'era giusto o sbagliato, chi rappresentava il bene e chi il male, chi uscirà vincitore e chi vinto.
    Ciò che importava ora...era il sangue.





    Energia: 100%

    Equip:

    •Runeblade
    Non è altro che la sua Spada Runica. Lunga all'incirca un metro, è decorata con delle incisioni runiche che s'illuminano quando Wynn utilizza una tecnica speciale. Nessuno sa dove e come l'abbia ottenuta.

    Abilità:

    •Fast and furious
    Anni e anni di allenamento e di esperienza sul campo hanno reso Wynn una macchina da guerra rapidissima e silenziosa. La sua straordinaria abilità lo rende difficile da colpire e spesso coglie l'avversario impreparato, reagendo al suo attacco quando ormai è già andato a segno. In termini di gdr, Wynn ha un bonus di 50% sull' agilità.
    [Passiva]


    •Runic Call
    Sulla pancia Wynn possiede un tatuaggio a forma di runa. Utilizzando una frase particolare innesca la magia della runa, che come un coniglio dal cilindro estrae o depone la sua spada.
    [Passiva]

    Info: nessuna
     
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    back to the stars

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    Gli attimi precedenti all’arrivo di Nesrìn sul campo di battaglia improvvisato, furono tutt’altro che piacevoli. La ragione non era tanto dovuta all’eccitazione per l'imminente battaglia che le faceva ardere il sangue nelle vene - colpa del drago impaziente di scatenarsi in tutta la sua furia contro i responsabili di quel vile sotterfugio carbonizzandoli in una sola vampata, ne all’ansia che è solita opprimere il cuore del guerriero nei momenti anteriori alla scesa in campo per decidere le sorti e il futuro della propria patria; niente di tutto questo turbava la metadrago, concentrata su una questione molto più pratica: evitare di finire spalmata al suolo per colpa di un’improvvisa virata di Caska, il grifone gentilmente prestatole da Grifis per compiere in breve tempo il tragitto fino alla Città Alta. Ebbene, è lecito ricordare che la dama del fuoco mai era salita in groppa a una simile creatura (e l’unica volta che l’aveva fatto, non era certo lei a cavalcarlo), ovvio allora vederla indugiare sulla giusta posizione da tenere; l’occhiata torva (del genere: “tu chi sei e cosa ci fai sulla mia schiena?!”) lanciatale dal pennuto appena questa - con ben poca grazia invero, le era montata sopra afferrando decisa le redini, non contribuiva a far sentire meglio la rossa, sicura che prima o poi il volatile le avrebbe fatto un bello scherzetto - i continui tentativi di morderla parlavano da sé. Forse riusciva a percepire il drago nella sua anima? Chissà, ma una risposta affermativa a quest’ipotesi avrebbe certo spiegato l’atteggiamento chiaramente ostile del grifone nei confronti di Nesrìn.

    Per fortuna c’era Firion a calmare la nobile bestia, a distrarla dai suoi intenti bellicosi per guidarla nella giusta direzione; a differenza dalla metadrago, però, il giovane guerriero pareva ben più turbato di lei, come se l’idea di affrontare i suoi stessi concittadini (anche se aizzati contro di lui ... di loro, da nemici sconosciuti) l’avesse ferito nel profondo. Evitando con mossa fulminea un altro futile tentativo della belva di dilaniarle la mano con il suo becco acuminato, la focosa provò a rassicurare il verde aviatore mostrando tutto il suo ottimismo e sprezzo del pericolo.

    - Rilasssati, andrà tutto bene. Una bella fiammata e di quei basstardi non ressterà altro che un mucchietto di cenere.

    L’atterraggio sul ciottolato avvenne senza intoppi e Caska fu ben lieta di levarsi la rossa dal groppone, prendendo immediatamente il volo appena Firion congedò lei e il suo grifone, che avrebbero assistito alla battaglia dall’alto; Grifis era già arrivato sul posto da un pezzo e, da cavaliere senza macchia e senza paura qual’era, non aveva perso tempo a minacciare di morte un tizio dal bizzarro (quanto orrendo) corno sulla fronte, che da vero vigliacco aveva pensato bene di nascondersi dietro ad una donna indifesa. Una scenetta patetica agli occhi della donna-drago: erano lì per cambiare i connotati a quei vermi, cosa c’era ancora da blaterare?

    Nesrìn voleva combattere, scatenare il suo fuoco, liberare il drago; lo disse quindi apertamente a gran voce, decisa e priva di tatto come suo solito, gli occhi che le ardevano e le mani avvolte dalle fiamme.
    - Finitela! Non è con le minacce che ssi vincono le battaglie!
    In risposta a quelle parole, una piccola fiammata le sfuggì dalle labbra.
    - Ssi dia inizio ai giochi, piuttossto.



    Stato Fisico: ottimale.
    Stato Psicologico: eccitata.
    Energia: 100%

    Equipaggiamento: Armatura di Scaglie, Lame Gemelle - vedi scheda.

    Passive: Occhi di Drago [Passiva di Vista Potenziata], Anima di Drago [Passiva di Immortalità] - vedi scheda.


    Edited by Kallisto - 22/1/2013, 14:21
     
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    C A S T I G O

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    Kuthian

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    I don’t Need your Condescending
    words about Me, looking Lonely
    I don’t Need your
    arms to Hold me
    ‘Cause Misery is waiting on Me



    Giunsero dal cielo, angeli custodi chiamati a proteggere i valori cui si erano votati. Un cavaliere dal portamento nobile, freddo e solido baluardo di giustizia... Un cadavere vivente, rinsecchita e orrida maschera di morte... Un guerriero saturo d’onore e gravo d’armi... e una fulva ragazza, impaziente d’incenerire gli opponenti.

    Quattro giustizieri, e nessuno di loro considerò - anche solo per un momento - di gettarsi in aiuto delle povere vite strette nelle spire del viscido Kuthiano. Quante falsità, quanta ipocrisia!
    Dovevano essere loro il rovescio della medaglia, in opposizione alla violenza e ai crimini?

    Lo squilibrio mentale di Bid’daum lo conduceva spesso a desiderare una fazione diametralmente opposta ai suoi intenti, qualcuno su cui riversare tutto il suo ribollente astio. Ne aveva un intimo e febbrile bisogno, per sapere sempre quali ideologie stava calpestando... e, in fondo, per dare un senso alle azioni abominevoli che compiva. Che significato avrebbe un crimine se non ci fosse nessuno a rivendicare la retta via da seguire?
    La sua romantica visione del Male si scontrò contro la realtà dei fatti: quei quattro non lo avrebbero fatto sentire vivo.

    Non avevano mosso un solo dito per gli innocenti.

    Profonda insoddisfazione si fece strada nella mente malata del Gerarca. Esternò i suoi pensieri agli altri pupazzi di carne, quei quattro ostacoli che si frapponevano fra la sua squadra e il completamento della missione.

    Sì, sono un verme, e sono sgusciato fuori dall’oscurità.

    Le sue parole viscide risposero alle invettive del falso paladino. Non si curò di come lo zombie potesse conoscere la sua razza, né di quali reverenziali arcani fosse impregnato il Cavaliere Bianco: c’era solo spazio per la sua psiche disillusa.

    E sì, sono anche un patetico Kuthiano, e ho già maledetto troppe volte il giorno della mia nascita.

    Alla faccia di quanto aveva detto Firion, iniziò a camminare verso di loro, scortato ancora dai suoi ostaggi. La sua mente ormai stava andando alla deriva, trascinata dall’insanìa che lo stava devastando dall’interno. Eppure doveva continuare il suo discorso ideologico, anche a costo di esporsi, anche a costo della vita. Un passo dopo l’altro i suoi stivali avanzavano sul ciottolato, mentre le lampade ad olio perimetrali tratteggiavano ombre suggestive in tutte le direzioni, dipingendo sfumati chiaroscuri sulla figura del Castigo.

    Ma voi non siete eroi.

    Il suo tono era deluso. La lama del coltello rigò distrattamente il viso della femmina, ancora stretta nella sua diabolica presa.

    Siete solo mercenari, e combattete in nome di valori che non vi appartengono.

    Qualcosa di molto simile all’istinto lo fece fermare, quando mancavano poco meno di una decina di passi ai nemici. La voce severa del criminale si acuì, e il pugnale venne stretto dalla sua mano in modo maniacale, fino a sbiancarne le nocche.

    Al contrario di voi, io credo in quello per cui combatto, con tutta la mia anima.
    Io credo...


    png

    ...nel Caos.

    Fu allora che il coltello si mosse verso lo straccione alla sua destra, precisamente verso la gola di quest’ultimo. Con la disinvoltura di un macellaio guidò il freddo metallo fin dentro la carne, e con uno strattone stizzito squarciò la giugulare del suo ostaggio. Il sangue uscì d’improvviso, zampillando fuori dall’arteria al ritmo delle ultime contrazioni cardiache. Il liquido che sprizzò dal collo dilaniato parve nerastro, e lo scintillio carminio si rivelò solo quando i fiotti furono illuminati dalle luci di strada. Il volto della vittima si espresse in un tacito rantolo di dolore.

    Il volto dell’Eversore era ghignante, e il nostro sperò vivamente che gli aviatori si fossero goduti lo spettacolo. O, per meglio dire, il diversivo.
    Già, perché mentre quello schizofrenico sembrava perdersi nei suoi discorsi sopra i massimi sistemi, in fondo alla sua cinica logica stava già organizzando l’offensiva. E quest’ultima non tardò ad arrivare.

    Quei passi distratti, che lo avevano condotto qualche metro più vicino ai suoi interlocutori, avevano impresso nel suolo un brandello dell’anima nera che risiedeva nel nativo di Kuthian. L’emanazione sciamanica viaggiò sottoterra – subdola come un Wyrm del deserto – e si fermò in corrispondenza del guerriero che impugnava la spada scarlatta, bardato da una quantità improponibile di armi.
    Sarebbe emersa dal suolo alle spalle del bersaglio, solidificandosi in forma di cuspide, e sarebbe guizzata verso la gamba sinistra dell’aviatore, puntando verso la zona retrostante alla rotula.

    Al contempo, un secondo (e più straziante) brandello di spirito viaggiò silente attraverso l’etere, dirigendosi verso il sacerdote Lich, quello scheletro vivente che si era permesso di schernirlo.

    Così, mentre il corpo dissanguato del senzatetto crollava inerme al suolo, la doppia offensiva del Castigo si sarebbe abbattuta sui falsi eroi.
    Un formicolio familiare lo avvertì che la presa spirituale sui barboni stava per terminare, giacché le due arti sciamaniche che aveva eseguito poc’anzi erano state davvero destabilizzanti per l’utilizzatore.

    Solo il ghigno maligno restava stoicamente fisso su quel volto psicopatico, come simbolo di un male superiore, capace di soverchiare ogni principio naturale.



    Stato fisico: ottimale
    Stato mentale: deluso e sanguinario
    Energia: 110 – 30 = 80%
    Equipaggiamento:

    Kuthian’s Armor [Armatura]

    Comet Hammer [Arma allacciata]

    Támerlein [Spada Non Evocata]

    Bussola dei Desideri [Oggetto gdr + tecnica only-gdr]

    Due Pugnali di Amadar

    Passive:

    Risorse criminali [Passiva: 110% energia]

    Oltre la realtà [Auspex spirituale, raggio 30 metri]

    Putrefazione [Passiva scenica valida per le tecniche sciamaniche del personaggio: gli spiriti provocano un effetto aggiuntivo di corrosione e avvizzimento all’ambiente circostante. Gli effetti sullo spirito nemico sono di libera interpretazione]

    Minaccia tangibile [Passiva di tatto super-sviluppato]

    Burattinaio [Passiva di controllo cinetico di oggetti circostanti: massimo 6 oggetti che non superano i 30 kg complessivi. Per estensione only-gdr, permette di manipolare i PNG che sono entrati in contatto con l’anima di Bid’daum]

    Attive utilizzate:

    Aculeo fantasma
    Un’emissione di spirito fuoriesce dalle piante dei piedi dell’utilizzatore e si immerge nel sottosuolo. Il prolungamento dell’anima può muoversi sottoterra in un raggio di 7 metri da Bid’daum.
    Dopo aver raggiunto il bersaglio, l’energia spirituale emergerà dal terreno sotto forma di uno spillo lungo un metro. Questo ago fatto interamente con l’anima del criminale possiede le stesse capacità perforanti di un ago d’acciaio molto appuntito.
    Solitamente questo colpo viene sferrato alle spalle del nemico, che non riuscirà a cogliere il velocissimo movimento compiuto dall’anima manipolata. Questo affilatissimo aculeo è in grado di trapassare da parte a parte i comuni umani privi di un’opportuna difesa.
    Tipo: attacco
    Durata: istantanea
    Consumo: medio

    Aggressione spirituale
    Questa tecnica leggendaria permette a due anime rivali di superare le barriere fisiche del corpo e di scontrarsi apertamente. Nel caso particolare, Bid’daum aggredisce con un’emanazione di spirito l’avversario. Lo spirito in movimento è visibile solo agli individui con vista per le presenze spiritiche ed è sotto forma di raggio. L’anima aggredita di solito è colta di sorpresa e le persone in grado di sostenere uno scontro di anime senza soccombere sono veramente poche. La forza distruttrice dello spirito può portare a danni permanenti all’anima del nemico, che si sentirà spossato e profondamente sconvolto da quest’attacco sferrato verso l’ultima frontiera della mente. Nel caso in cui la discrepanza fra le due forze in gioco fosse molto alta, il più debole spesso trova la morte.
    Tipo: attacco
    Consumo: variabile (usata ad Alto)
     
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    Viaggiatore dei Mondi

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    ~ { Città Alta, Brutal Raid


    C'era un'aspetto nella malvagità che rassomigliava ai dogmi di una fede: si era consapevoli della propria idiozia eppur incapaci di separarsene. Ecco cosa pensava il Falco scrutando il Kuthiano, nascosto dietro le sue parole cariche di ideologie e false regole, convinte e sentite come l'omelia di un religioso manigoldo. Perché egli tradiva il suo caos dandosi delle norme, e -guardandolo- perché incapace di sovrastare anche il più banale degli imprevisti... D'altronde, quale buono avrebbe lasciato morire una fanciulla? Nessuno.

    Ma voi non siete eroi.

    Delusione, la sua? Forse per quel motivo il volto dell'altro gli lampeggiò in mente, come se la consapevolezza della sua frustrazione non meritasse che un piccolo spazio, poco meno di un battito di ciglia, sepolto profondamente nel freddo ghiaccio che -ardimentoso- gli ammantava l'ego. E tanto bastò a renderlo consapevole che la sua nemesi, servitore del caso, seguiva dettami più rigidi di quelli promossi dalla Giustizia. Così il suo sguardo s'issò, a sfidarlo forse per l'ultima volta.

    Falsi ideali, verme. Non ti aiuteranno affatto.

    Nello stesso istante in cui l'altro conficcò la propria arma nella gola del barbone, la destra scendeva compiendo un rapido giro; e il dorso, rivolto al cielo, pulsò. Le iridi sottili e rapaci si poggiarono sul fisico del nemico, tonificato nell'arte del peccato, rafforzato dagli spasmi della malavita. Vide il suo mana ardere sinistro, con gli occhi sufficienti a decifrarne la natura. E la voce pronta a dirlo a tutti:

    Aviatori! Ha lanciando una magia!

    Aveva imparato con il sangue cosa distingueva un colpo fisico da uno magico; e sapeva, guardando finanche al tipo di mana, quale tipologia d'offensiva stava per ricevere. Eppure non poteva vederla, non sapeva dove fosse e niente gli suggerì quanto fosse potente... Ma sapere che c'era, anche se in ritardo, era un grande vantaggio. Aprì le ali per assaporare il cielo e sopra di lui una figura manifesta elargiva agli altri un'evento...
    del cui nome era sempre stato consapevole e che trovò tremendo perfino da sussurrare.



    Silent Lake diceva, come un presagio, era la furia invocata dalla Vera Runa sulla sua mano: una strana nebbia bianca avrebbe indugiato attorno al suo corpo, generata candidamente come la neve d'inverno. Entro di essa non si avvinse di una difesa eccellente ma di un'eccellente strumento; poi si avvicinò, impavido, come se non temesse quel che gli era capitato contro.

    In volo come il rapace che rappresentava, aggrottò la fronte quando il caldo del suo sangue scivolò lungo una coscia. Nemmeno a girarsi, non c'era bisogno per un danno tanto basso, eppure il brivido di non aver visto cosa avesse scansato lo fece rabbrividire. E nel mentre la sua corsa in aria lo portava sempre più vicino al bersaglio, dandogli così la finta impressione di volerlo azzannare con la sua spada. Ecco che ruggì ancora:

    Attenti ai suoi colpi, li nasconde alla vista!

    Ma non era l'unico. Non aveva nemmeno iniziato a muovere la spada che dal suo corpo propagò una nuova nebbia, che mescolò alla prima -innocua- per camuffarne gli effetti. A nessuno di loro avrebbe detto che dal suo secondo ghiaccio propagava una polvere fine e maligna, che s'aggrappava famelica a quegli oggetti ch'erano parte dell'inventario; e così abiti, monili, gioielli, accessori, armature, spade e ogni cosa rientrasse nell'equipaggiamento sarebbe stato intaccato quasi istantaneamente da una patina gelida e pungente. Sì, pungente. Pungente perché dentro di essa si nascondevano piccole lame, punte che ad ogni movimento infilavano nella carne un doloroso monito: non muoversi, non usare le proprie armi.

    Guardami negli occhi Kuthiano e ricorda: è arrivato l'Inverno.

    Disse freddamente, con un sorriso quasi finto e si rese conto che era quella era l'unica emozione ad averlo scaldato fino ad ora, a dispetto di tutto il sangue copioso versato dall'altro. Non gli avrebbe nemmeno detto che la sua sola vicinanza era sufficiente a rendere più fragili le cose che aveva congelato, e nemmeno si degnò di fargli sapere che il colpo iniziato come una finta si sarebbe completato in offesa vera seguito con maestria da un'altro, che forse però non avrebbe visto nemmeno partire...

    Perché quando sguainava e poi rinfoderata -com'era intenzionato a fare- la Spada degli Spiriti Silvani, predirne le movenze risultava assai difficile; e così che concludeva il tutto con un'incrocio d'intenti, di cui uno menato con la sua lama prediletta. Lei, ch'era capace di fendere il ferro come fosse burro e di trovarne nella carne sempre il punto più debole da tranciare. E questa volta aveva mirato alla base del collo, poco sopra il petto. Per decapitarlo.

    Ma non gli disse nemmeno questo.
    Non se lo meritava.
    icon10

    Legenda

    StatusMana totale 80%
    Consumi 20% (mediox2)
    Condizione fisica 90%, taglio basso alla coscia destra.
    EquipArmatura d'Argento del Falco
    { l'Armatura è composta di un materiale che la rende leggera e facilita i movimenti del Falco }
    { l'Armatura ha in dotazione un paio di ali abili passivamente al volo (per non oltre 5 metri in duello }


    Bussola d'Oro Rosa dei Venti
    { piccola bussola d'oro dotata di quattro lancette, rispettivamente una rossa e tre blu }

    Balmung La Spada degli Spiriti Silvani
    { lunga spada di tipo orientale (nodachi) di 150 cm totali }
    { la lama della spada possiede la capacità di tagliare anche rivestimenti o protezioni di notevole durezza }
    { abilità passiva che rende più incisivi e critici soltanto i colpi privi di consumo sferrati, come se questi colpissero sempre un punto debole altrui }
    { passiva only gdr che consente a Grifis di comunicare con il bosco, potendo sapere se e quando Fanedell è minacciata o è in pericolo }


    Guaina Silvestre
    { il fodero della Spada Balmung è ricoperto da un'intreccio di piante e legno d'ebano }

    Anthea, La Spada dei Sogni Infranti
    { arma bianca a singolo taglio lunga 170cm }
    { la spada possiede un'attiva a consumo basso che permette d'infiammare la lama, provocando con la stessa danni da fuoco per singolo turno }


    Vera Runa dell'Acqua
    { runa incisa sulla mano destra, che brilla di colore azzurro quando viene utilizzata }
    PassiveElfic Eritage
    { in quanto elfo Grifis è dotato di una bellezza sovrannaturale, che serve ai soli fini del gdr }

    Way of the Sword
    { grazie alla sua affinità con la spada Grifis è in grado di intuire la tipologia di attacco che sta per subire: se esso è fisico o magico }
    { grazie ad una particolare tecnica di spada Grifis può rendere difficilmente prevedibili gli attacchi, se e solo se l'arma viene estratta al momento dell'attacco e subito rinfoderata al termine dello stesso }
    { passiva only gdr che permette a Grifis di usare uno stile di combattimento a due spade }


    Sonata Arctica
    { Grifis emana un'aura capace di influenzare il prossimo passivamente, inducendolo a comportarsi nei suoi confronti con rispetto e riverenza }

    Etlreth The White Album
    { Grifis è in grado di lanciare i suoi attacchi senza alcun intermediario, e senza sprecare tempo prezioso }
    { l'aura gelida di Grifis può indebolire e rendere più fragili gli equipaggiamenti altrui, a seguito di attiva a consumo e di avvenuta cristallizzazione }


    Halo of the Justice
    { l'appartenenza ai LAM dona a Grifis il potere d'influenzare passivamente gli altri, inducendoli a ritenere giusta qualsiasi sua azione }

    Knight of the Light
    { Grifis grazie ad una benedizione di luce detiene un'incremento passivo in Velocità e Agilità pari al 25% }
    Attive

    Silent Lake
    Tre cerchi concentrici luminosi che racchiudono il potere dell'oceano si situano intorno al Falco, descrivendovi un'area pari a cinque metri, che permane per un massimo di due turni a silente difesa del Portatore della Vera Runa. Sotto forma di una gelida nebbia, Silent Lake si situa lo scopo difensivo di questo potere che consiste nell'ostacolare soltanto eventuali tecniche offensive rallentandone drasticamente la rapidità, aiutando Grifis sia per quanto concerne l'erezione di una protezione in tempo utile, sia per quanto invece concerne lo schivarne in toto la pericolosità; infine, giacché esso dipende dalla Vera Runa, tale perimetro magico la insegue fino al momento in cui termina il suo effetto { Attiva a Consumo Medio che consiste nel creare un perimetro di cinque metri, tale che per due turni qualsiasi attiva offensiva vi entri verrebbe notevolmente rallentata }.

    Zephyrus Solstice
    Nessuno dovrebbe mai avvicinarsi al Falco, nessuno che non sia abbastanza audace -o audacemente sciocco- da ignorarne la pericolosità. Perché non si sa mai quand'è che dal suo corpo potrebbe dipanarsi una polvere bianca, soffice e dolce come lo zucchero, silenziosa e infida; Zephyrus Solstice si espanderà tutt'intorno a Grifis, per sette metri, radunandosi come una leggera nebbiolina che mediante contatto diretto, indifferente alle temperature incontrate, andrà sedimentando esclusivamente sugli equipaggiamenti, coprendoli con una perfetta cromatura cristallina, immergendoli di un immacolato bianco. Quivi andranno formandosi quasi all'istante delle piccole schegge di ghiaccio, inizialmente innocue ma che andranno a conficcarsi nella carne a seguito di qualsivoglia movimento. Non si potrebbe temere la vita da quest'offensiva, tuttavia affidarsi alle proprie armi o alle proprie vestigia diventerebbe difficile... sicché disfarsene potrebbe risultare un'utile espediente { Attiva a Consumo Medio che permette di congelare in un'area di sette metri l'equipaggiamento altrui -gdr e non-, rendendolo acuminato e doloroso da utilizzare }.

    Altro piccolo sunto :sisi:
    - Grifis assiste a tutta la scena dell sgozzamento, grazie alla passiva Way of the Sword intuisce che Jirachi stia lanciando una magia spirituale;
    - Sfrutta la sua agilità e velocità maggiorata, unita all'Istant-Cast per usare Silent Lake: questa lo aiuta a rallentare notevolmente l'aculeo, che gli fa un danno basso alla coscia soltanto;
    - Si avvicina volando al vicinissimo Bid e finta un colpo fisico, ma casta Zephyrus Solstice su tutto il gruppo di nemici (o comunque tutti quelli che rientrano nei sette metri di raggio) nascondendola nella nebbia rallentate di Silent Lake;
    - La mia attiva è mirata a congelare ogni cosa del vostro equip, comprese le maschere che avete al viso, per riempirlo di lame e punte e renderli inutilizzabili o poco utili;
    - Si aggiunge la mia passiva che renderà fragili i vostri equip a cristallizazione avvenuta, cui aggiungo con un colpo fisico incrociato tra collo e petto di Bid;
    - Ricordo (e concludo) che la Spada degli Spiriti Silvani può tagliare materiali duri facilmente, provoca danni gravi come se colpisse sempre un punto critico e che, se sfodera e rinfoderata, diviene difficile da prevedere;





    Edited by flama - 4/12/2012, 15:08
     
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  12. _MajinZ_
     
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    Nell’istante in cui i quattro mercenari si ritrovarono davanti i quattro aviatori, il memorabile scontro ebbe finalmente inizio. In quel momento era impossibile decretare chi sarebbe uscito vincitore da quel combattimento, solo il fato poteva decidere il finale, ma era un risultato comunque in bilico: tutto dipendeva dalle azioni dei singoli, unite in quelle del gruppo. Tutti avevano obiettivi diversi, ma, in quel preciso lasso di tempo, ad accumularli vi era un solo desiderio... vincere.
    Dimitriy si era completamente estraniato da ciò che lo circondava, non vi erano i suoi compagni, non c’era il mondo circostante, ogni cosa era stata lasciata fuori così da accumulare la concentrazione necessaria per affrontare quello scontro al meglio. Nella sua mente il russo continuava a ripetere gli insegnamenti ricevuti quando era ancora un bambino, recitandoli come un mantra infinito, del tutto simile ad una catena incredibilmente resistente che avvolgeva ogni fibra del suo essere. Quella era la sua vera forza, ma anche la sua difesa più coriacea.
    Lo sguardo di ghiaccio era vuoto, erano come i due profondi crepaci di un ghiacciaio e a fissarlo in quel momento era quasi possibile sentire il gelido vento della Russia d’inverno. L’udito però riuscì a captare qualcosa e furono proprio le parole del Castigo a svegliarlo, catapultandolo in quella che era la realtà... e gli occhi recuperarono la loro coscienza. Adesso l’assassino era veramente pronto.
    Un rapido sguardo venne portato ai quattro avversari, successivamente fu l’ambiente ad essere analizzato. La zona dello scontro era un ampio rettangolo, una luogo da cui era impossibile fuggire, viste le alte cancellate. Di sicuro non era un posto adatto per approntare una strategia, però aveva comunque i suoi lati positivi, almeno per le intenzioni del biondo. Le fiaccole infatti non illuminavano completamente la strada, lasciando delle zone in penombra che si alternavano con i giochi di luce... e quell’ombra poteva proprio tornare utile al ragazzo, ma forse non era ancora il momento di usare la sua arma segreta, anche perché non conosceva le capacità del nemico. Quindi prima era meglio tastare il terreno, così da agire di conseguenza, senza essere troppo avventati o sicuri di se.
    Così, nel momento in cui il cornuto si mosse in avanti, la stessa cosa fece il biondo, che però prese a camminare lateralmente, puntando quasi in direzione del perimetro destro della strada, anche se il suo movimento era più una parabola che altro. E l’intuizione del ragazzo si rivelò ottima, visto che il combattimento era appena iniziato e Bid’daum aveva sferrato la sua offensiva, seguita da quella del bianco cavaliere, il quale lasciò scaturire dal suo corpo una strana nebbia... e fu una vera fortuna quella di ritrovarsi fuori dal raggio di quel gelido attacco. In quel modo Dimitriy era liberissimo di agire.
    Mosse qualche altro passo avanti, puntando quindi gli occhi azzurri sul cavaliere ricoperto di armi... si, era quello il suo obiettivo. Una volta designato il bersaglio, il sicario chiuse per un attimo gli occhi, andando ad attingere alla sua stessa energia vitale. Essa si trasferì rapidamente alle gambe del ragazzo che, una volta riaperti gli occhi, mosse quello che all’apparenza era un semplice passo in avanti, ma quel normalissimo gesto bastò a catapultarlo rapidamente in avanti, bruciando in un istante la distanza che lo separava dalla sua preda.
    E infine eccolo li, l’assassino era giunto ad un passo dal bersaglio e subito si apprestava a colpire, senza lasciargli il tempo di abituarsi all’idea. La mano callosa di quello che era in tutto e per tutto un contadino si mosse rapida, puntando dritta al bicipite del braccio che reggeva la spada, pronto a rilasciare la putrida essenza di Merovish sotto forma di sei pustole purulenti, le quali, nel caso fossero attecchite, sarebbe esplose un secondo dopo, danneggiando abbastanza la parte colpita. Ma, come se non bastasse, il braccio destro del sicario si mosse senza esitazione verso la base del collo dell’avversario, quasi con l’intenzione di colpire quel punto sensibile con il pugno, così da ledere la trachea... ma fu proprio in quell’istante che arrivò la sorpresa. L’artiglio saettò rapido fuori dalla manica, le tre lame cremisi puntavano a squarciare in una sola mossa il collo del nemico, il tutto sfruttando l’effetto sorpresa e la velocità di esecuzione.
    Non vi era nessun rimorso in quelle mosse, Dimitriy era risoluto e conscio dell’importanza dell’esito di quello scontro... era pronto a tutto pur di portare lui e i compagni alla vittoria.



    CITAZIONE
    Stato fisico: Ottimale
    Stato mentale: Concentrato
    Energia: 85%

    Abilità Passive:
    ₪ Vy ne mozhete vzyatʹ ~ Non puoi prendermi
    [Power Up Agilità 50% - Velocità 50%]

    ₪ Vy ne slyshite ~ Non puoi sentirmi
    [Il personaggio non produce nessun suono muovendosi]

    ₪ Krovozhadnostʹ ~ Sete di Sangue
    [La precisione dei colpi è tale da causare danni al sistema circolatorio nemico aumentandone così il sanguinamento.]

    Equipaggiamento:
    ₪ Banket Krovi ~ Banchetto di Sangue
    Si tratta di un'arma all'apparenza semplice che però nelle mani giuste diventa un temibile strumento di morte. Essa si compone di un bracciale che avvolge interamente l'avambraccio ed è composta di una lega di metallo abbastanza leggera così da non divenire un ingombro ma un semplice prolungamento del corpo. La parte finale dello strumento è un guanto di pelle con una placca metallica sul dorso della mano che ovviamente è unita al meccanismo presente nell'avambraccio, con annesso una piccola leva metallica che finisce nel palmo della mano. Nell'istante in cui il biondo eserciterà una certa pressione sulla leva, dal meccanismo presente sul polso fuoriusciranno tre lame di acciaio temprato curiosamente rossastre della lunghezza di circa venticinque centimetri appuntite ed affilate, pronte a colpire il nemico di turno. Un'arma facile da nascondere ma letale se usata nel modo giusto.

    Tecniche utilizzate:
    ₪ Legkostʹ ~ Leggerezza
    Spesso la semplice velocità non è abbastanza in combattimento, il più delle volte infatti si richiedono al corpo dei movimenti differenti, come ad esempio uno scatto rapido quanto imprevedibile. Concentranto il Ki nelle gambe, l'assassino riesce a compiere un veloce movimento da un punto all'altro, superando quella distanza in un lasso di tempo talmente basso da farlo quasi scomparire e riapparire nel punto desiderato. Si tratta di una capacità molto utile in fase offensiva ma anche in fase difensiva. Nel primo caso è utile per portarsi in pochi attimi ad una distanza pressoché nulla dal nemico, sorprendendolo così da attaccare sfruttando proprio quella distrazione. Ovviamente una tecnica simile può essere sfruttata in fase difensiva, rendendosi molto utile per schivare diversi colpi nemici, dal semplice fendente alla freccia più insidiosa, senza riportare alcun danno.
    [Consumo Variabile: Basso]

    ₪ BoleznʹNaemnik ~ Malattia del Mercenario
    Le epidemie di malattie infettive sono state portate più volte dai soldati e dai mercenari che attraversano i territori durante le campagne militari. Queste grandi masse di persone sono state responsabili del diffondersi di malanni come la peste nera, il colera e alcuni ceppi di influenze letali.
    Il Dotto a capo degli Eversori di Merovish, studiando queste epidemie portate dai soldati, ha scoperto un morbo dalle caratteristiche particolari.
    La Malattia del Mercenario si trasmette a contatto con la pelle di un infetto e il contagio può avvenire anche attraverso i vestiti di stoffa (invece le armature proteggono dal tocco venefico). I componenti della gilda criminale sono portatori sani di questo morbo, in quanto vaccinati dallo stesso Raem prima di entrarne in contatto. Il genoma del virus può essere attivato a comando attraverso la spesa di un obolo di energia da parte del portatore.
    Questo morbo possiede alcuni elementi in comune con la peste, pur differendo per il periodo di incubazione, che nel caso della Malattia del Mercenario è istantaneo. Nella zona dell’epidermide avversaria che ha toccato il mercenario si formano sei bubboni purulenti. Il sangue e il pus raggiungono la quantità critica in una manciata di secondi e le pustole esplodono, aprendo ferite sul corpo del nemico.
    Il decorso della malattia finisce con l’esplosione dei bubboni. Questo tipo di peste mutata non genera anticorpi in grado di difendere il nemico colpito da successivi contagi, quindi ogni tocco infetto sarà effettivo come il primo. Il virus non si innesta nel corpo del nemico come avviene per gli Eversori, rendendo impossibile al nemico divenire portatore sano.
    [Consumo Medio: comparsa di sei bubboni nella parte toccata e successiva esplosione degli stessi.]

    Riassunto: In poche parole mi muovo per uscire dal raggio d'azione della tecnica di Grifis, poi uso Legkost' per arrivare velocemente a poca distanza da Firion (aiutato anche dalla passiva), poi in rapida successione uso la Malattia del Mercenario per colpire il braccio che impugna la spada e un attacco semplice mirato alla base del collo (ricordo che in caso di ferita agisce la passiva di sanguinamento+). :geez:
     
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    Death is only the beginning.

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    Le sabbie del tempo.

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    Caos.

    Quella specie di Khutiano a forza di impegnarsi sarebbe riuscito davvero a ucciderlo, dalle risate.
    L’essere dalla pelle rossa e dal grande corno che spuntava dalla fronte credeva di sapere cosa fosse il Chaos, quello con la “C” maiuscola ma non sapeva niente, niente!
    Lui non aveva visto le orde demoniache degli Dei oscuri strisciare fuori da enormi squarci tra le dimensioni per riversarsi sul suo popolo, non aveva visto l’orrore di ciò che potevano fare quegli esseri fatti di male e potere allo stato puro, se si fosse trovato davanti uno dei quei Demoni Maggiori sarebbe stato dilaniato e fatto a pezzi.
    L’idea di vedere quell’essere disgustoso ridotto a brandelli da uno dei servi più imponenti di Khorne gli diede quasi un brivido, sarebbe stato uno spettacolo assolutamente esilarante ma purtroppo non poteva avvenire, avrebbero dovuto pensarci lui e gli altri aviatori ad annientare il folle e il suo gruppo di amichetti.

    Quel luogo in cui spazio e tempo perdevano significato non era mai stato sfiorato da essere senziente che non fosse lui.
    Era sempre stato da solo, lì, fin da quando vi era arrivato alcune migliaia di anni prima e la cosa gli provocava una gioia incontenibile poiché quello era l’unico posto in cui poteva davvero riposarsi e ammirare la Luce in tutto il suo splendore.
    Non esisteva cielo, in quel luogo, ne terra ma solo un infinito pavimento perfettamente piatto e liscio che brillava della stessa intensità del sole, come se stesse camminando sulla superficie di una stella.
    Ciò che non era sotto di lui era nulla, il vuoto riempito dalla luce di milioni, anzi miliardi, di enormi sfere di luce ed energia, troppe per essere contate e ognuna rappresentava una dimensione del multiverso e il suo colore equivaleva a quello dell’energia maggiormente presente là.
    In questo luogo vi era solo una creatura, era antropomorfo ma senza lineamenti e anch’esso brillava della pura energia della Luce ma ora non poteva godere dello spettacolo che lo circondava.
    L’essere era fermo, immobile con le braccia e le mani distese di fronte a se dalle quali si dipanavano lunghi filamenti di energia che puntavano direttamente verso una sfera nel cielo, non una qualsiasi, ma quella più instabile, policroma e bella di tutte: Endlos.

    La creatura si accorse subito che qualcosa non andava bene, un tremito nella perfetta luminosità di quel posto gli fece alzare lo sguardo per notare un colore alieno era appena comparso.
    I lunghi filamenti di energia che si dipanavano dalle sue mani stavano lentamente mutando colore e passando dalla loro dorata bellezza a un orrendo nero che veniva trasudato gocciolando dalle fibre stesse; quando si rese conto che la corruzione si stava impadronendo del suo Legame, l’essere lo sciolse immediatamente ma era troppo tardi.
    Bastò che una goccia di quell’orrendo liquido toccasse il luminoso suolo del Luogo per diffondere la sua piaga mefitica, una larga chiazza di oscurità si propagò dal punto d’impatto e da essere emerse una mostruosità indicibile, un essere bipede costituito di follia, corruzione e oscurità si levò cominciando a rilasciare la sua orribile ulcera.

    La Corruzione si scagliò contro l’Essere e lo scontro fu immenso, lampi di energia tali da annichilire città e fiumi di lordume corrompente cercarono reciprocamente di soverchiarsi in una lotta senza quartiere ed entrambi i contendenti presto vacillarono, gravemente feriti.
    Allora l’Essere raccolse stille di potere da tutto ciò che aveva attorno e le riversò sul proprio avversario, annichilendolo una volta per tutte.
    Il Luogo era quasi in rovina, enormi chiazze di Corruzione ribollivano e grossi crateri fumavano nei punti in cui l’Essere aveva colpito.
    Stanco per la lunga lotta, Khatep si ricollegò dopo quello che parve un tempo interminabile al mondo terreno.

    Era passato solo qualche istante da quando l’Antico era stato investito in pieno dall’assalto del Khutiano, quando si riebbe quasi crollò in ginocchio e fu solo grazie al suo pesante bastone che riuscì a mantenersi in piedi ed era furibondo.
    Quel piccolo, insulso verme schifoso aveva osato infiltrare un pezzo di se dentro di lui, nella sua anima, nel suo santuario personale che aveva mantenuto intatto per oltre duemila anni!
    Non c’era altra soluzione, quel maledetto bastardo e le sue disgustose amichette mercenarie sarebbero morte, tutti sarebbero morti e dopo averli uccisi avrebbe intrappolato le loro anime e si sarebbe divertito moltissimo a torturarle per tutta l’eternità mentre il Luogo avrebbe lentamente risanato le proprie ferite per tornare il posto magnifico era.

    Sfibrato nello spirito ma carico di un livore mai visto prima, Khatep batté due volte il suo bastone a terra con fare imperioso e terrificante ed ecco che davanti a lui comparve un’intera legione scheletrica.
    Sedici soldati armati di spada e scudo vennero evocati, organizzati in quattro file da quattro elementi subito si divisero per andare a impegnare i diversi avversari.

    Quattro soldati si diressero contro il Khutiano provenendo dalla sua sinistra, il primo avrebbe tentato di colpire l’avversario utilizzando lo scudo di legno per tramortirlo o comunque distrarlo e contemporaneamente utilizzare la spada per mirare direttamente alla gola, due sarebbero spuntati dagli immediati lati del primo soldato per colpire con i loro khopesh uno il ventre del nemico e l’altro avrebbe invece tentato di causare una profonda lacerazione dietro il ginocchio, magari tranciandolo di netto.
    L’ultimo scheletro avrebbe continuato a muoversi, passando dietro al nemico, in modo da intercettarlo in caso questo avesse tentato di spostarsi, per tentare di colpirne l’arteria femorale.

    Quattro soldati si diressero contro il contadino che stava assalendo Firion, sicuramente non avrebbero fatto in tempo a difenderlo dall’attacco del nemico ma avrebbero probabilmente fatto in tempo ad accerchiarlo, circondandolo strettamente in modo che non potesse fuggire e a cercare di intingere i proprio khopesh nelle sue carni.
    I due soldati che si fossero venuti a trovare accanto a Firion avrebbero tentato di utilizzare le proprie antiche lame per spiccare di netto la testa del nemico, mentre i due accanto a loro, che avrebbero dovuto essere alle sue spalle, avrebbero invece cercato di infilzarlo all’altezza dei polmoni con quanta più forza avevano.

    Quattro soldati si diressero contro il giovane attraversando la nebbia di Grifis senza risentirne minimamente, poiché l’incanto dell’Aviatore aveva effetto solo sui nemici, si scagliarono in formazione, abbastanza larghi da coprire un’ampia area ma abbastanza stretti da non lasciare spazio necessario affinchè si potesse passate tra di loro.
    La loro strategia era di sfruttare il proprio impeto in modo che quello centrale avrebbe cercato di colpire al viso l’uomo utilizzando lo scudo di legno, possibilmente cercando di fratturargli il naso e farlo cadere, mentre gli altri avrebbero cercato di circondare il bersaglio, due avrebbero mirato a spiccargli la testa dal collo, mentre l’ultimo avrebbe provato a infilare il khopesh direttamente il cuore del nemico.

    Quattro soldati, gli ultimi, si diressero invece contro la donna, una formazione a ventaglio per cercare di tagliarle ogni via di fuga per poi avventarsi su di lei mirando unicamente a punti vitali, due puntarono alle arterie femorali, uno alla testa per staccarla di netto dal corpo e l’ultimo direttamente al cuore.

    Nel mentre di tutto ciò l’Antico indietreggiava quanto più rapidamente poteva, cercando di mettere distanza tra se e i propri avversari e guardando con odio feroce il Khutiano, assaporando il momento in cui avesse appeso quella sua testa cornuta a una picca per poi esporla fuori da casa propria.


    Status Fisico: Illeso
    Status Mentale: Sconvolto, distrutto, dolorante, infuriato
    Mana: 100-20-20=60%
    Riassunto: Mi prendo un alto in faccia, dato che non posso fare niente in proposito, poi evoco un sacagnacco di scheletri e ve li sguinzaglio addosso xD

    Tecniche Utilizzate

    Guerrieri Scheletri
    "La possente armata dei sacerdoti, attende il comando del proprio signore. Tutti valenti soldati, che si svegliano alla chiamata del loro signore e padrone, fedeli ben oltre la morte, per tutta l'eternità..."
    Il Sommo Sacerdote è in grado, in caso di bisogno, di evocare un piccolo gruppo di guerrieri scheletrici, essi sono fondamentalmente i soldati che il clero Khemriano aveva a propria esclusiva disposizione.
    Essi come tutti i soldati giurarono con convincimento di seguire i proprio clericali signori fino alla morte ed oltre, dando così il proprio consenso ai sacerdoti di richiamarli dall'aldilà in caso di bisogno, per poter combattere nuovamente al loro servizio.
    Nel corso dei secoli la pratica di richiamare i guerrieri dall'oltretomba è andata consolidandosi, tanto che negli ultimi periodi i normali guerrieri viventi non erano più in servizio, si preferiva mantenere solo l'elite (le guardie del sepolcro) e utilizzare come normali fanti i guerrieri scheletri, evocandoli al bisogno.
    Questi coraggiosi guerrieri non-morti combattono come facevano in vita, armati di un grande scudo di legno, una armatura leggera e una spada di bronzo, eseguono ogni ordine del proprio signore, non c'è neanche bisogno che lui parli, basta il pensiero per controllare i guerrieri.
    Consumo: 4 x Basso, 6 x Medio, 8 x Alto (due volte) e 10 X Critico
    Durata: 2 turni
    Effetto: i guerrieri scheletri posso essere evocati entro un area di raggio 2 metri da Khatep, tutti con lo stesso equipaggiamento.
    Gli scheletri possono correre e hanno le normali abilità di un umano in discrete condizioni fisiche anche se come tutti i non morti hanno dei riflessi piuttosto scarsi.
    Gli scheletri possono essere equipaggiati con: spada e scudo o lancia e scudo o arco e frecce, in tutti i casi possiedono un armatura leggera, la lancia ha una lunghezza di 2.5m
     
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  14. Amadar Tellan
     
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    Gli altri due che completarono il quartetto di oppositori erano giunti praticamente dal cielo a cavalcioni di due creature alate che l'Assassino non riconobbe e che subito dopo aver mollato il carico umano, se di umanità di poteva parlare anche in uel caso, avevano ripreso il volo ed erano rimasti lì come a voler sorvegliare la situazione.
    *Di bene in meglio... non bastavano quattro buffoni, dovevano portarsi pure dietro due brutti barbagianni!* si era detto lui, analizzando con metodo la situazione. *Ci penserò prima che scappino a chiamare altri uccellacci del malaugurio, ma se interferiranno, finiranno prima alla malora!*
    E per fortuna decise di ucciderli tutti e due più tardi: nel frattempo l'unicornuto era avanzato con i suoi "ostaggi", mentre Amadar era rimasto nella penombra senza avanzare, e da lì iniziò quella che poteva essere una pantomima come l'espressione più equilibrata di una mente sull'orlo dello squilibrio mentale. Ma ancora una volta, vaffanculo al mondo, quell'algido bell'imbusto bardato di corazza e finto onore fece spuntare addirittura le ali da chissà dove e, sebbene ferito subito ad una gamba, si mosse contro il demone, il quale aveva nel frattempo sgozzato il barbone vicino a lui con una crudezza tale da far saltare probabilmente gli stomaci più delicati... ovvero nessuno nei paraggi. E continuando a dimostrare la più totale noncuranza per la vita degli altri ostaggi, cominciò ad attaccare l'unicornuto e fece pure sbucare da chissà dove una sorta di foschia dalla quale l'Alchimista si ritrasse istintivamente, anche se purtroppo non prima che una parte del suo mantello venisse istantaneamente brinata.
    *E che cazzo! Passeri giganti, teste disabitate e ora questo?* avrebbe voluto sbottare, ma si trattenne onde non attirare su di sé più attenzione del dovuto.
    Anche perché nel frattempo quello travestito da contadino si era mosso per conto proprio verso un altro dei nemici, ma il suo ex cliente, che verosimilmente non l'aveva riconosciuto, si mostrò provato da chissà che cosa. Sarebbe stato il momento migliore per infilargli un pugnale in gola e correre a staccargli la testa, anche a costo di farsi congelare qualcosa, ma purtroppo si riprese prima che potesse muoversi... e da grandissimo vigliacco sbatté a terra il suo legnetto decorato e fece uscire più di una dozzina di altri suoi simili!
    *Sì vabbé... e poi? Ci manca solo un fottuto drago e la frittata è proprio fatta, adesso!* si disse Amadar piuttosto scocciato dal rapido degenerare delle cose: tra nebbie agghiaccianti e scheletri sbucati fuori dal nulla, rivolte popolari ed un esercito che prendeva più della popolazione civile senza alcun equilibrio, quella sortita stava diventando ben più pericolosa di quanto non fosse stata prospettata. E se doveva rischiare la pellaccia per qualcun'altro, di solito lo faceva per un equo compenso... che in quel caso dov'era? Un po’ di veleno nel rancio della prigione, ecco cosa sarebbe stato. Un problema a cui non voleva nemmeno pensare: sarebbe già stato fortunato ad uscirne vivo e sapeva anche come... il problema era solo arrivare ad avere abbastanza energia per farlo ed abbastanza calma. E la calma necessaria l'avrebbe potuta ottenere solo ed esclusivamente eliminando quei quattro, a cominciare dal suo vecchio cliente per poi continuare con l'ipocrita dalle orecchie a punta. Gli altri a seguire a seconda di quanto sarebbero stati in grado di farlo incazzare... cosa che poteva essere molto facile in quel momento: quei buffoni dovevano solo morire e dovevano farlo subito, senza opporre resistenza, ma avevano tutta l’aria e l’intenzione di non farlo e di non volersene nemmeno andare. Se fossero scappati, forse gli avrebbero risparmiato la fatica e la scocciatura di farli secchi e lui li avrebbe lasciati andare: non era lì per loro e gli scontri non necessari erano sempre una notevole fonte di scocciatura per lui. Ovviamente a farlo scocciare ulteriormente c’era pure il fatto che tutta la segretezza della missione era clamorosamente a puttane: certo era che sarebbe dovuto succedere prima o poi, date le istruzioni dei clienti… ma non in quel momento e non in quel modo!

    Sapeva che purtroppo non ci sarebbe stato altro da fare che continuare, giunto ormai a quel punto, ma prima di tutto purtroppo doveva fare in modo di liberarsi di quei quattro mucchietti d'ossa che gli erano stati mossi contro: sembravano essere dei combattenti ravvicinati, adibiti per lo più a qualche corpo di fanteria leggera, armati con materiali economici e quindi facili da reperire, ma anche da sostituire e di altrettanto facili da abbattere con un paio di colpi ben assestati. Le ossa sembravano abbastanza robuste da reggere tutta l'attrezzatura ed usarla a dovere, ma gravati in quel modo non avrebbero retto bene agli attacchi, soprattutto alle parti scoperte. C’erano degli scudi a loro protezione, ma erano fati di legno non rivestito, poco più che tavole grezze incapaci di sostenere un vero scontro ravvicinato più a lungo di una decina di secondi sotto i suoi colpi… o sotto qualsiasi cosa di decente per combattere. Inoltre conosceva bene le armature leggere e quali erano i loro pregi ed i loro difetti: esse erano concepite in parti di cuoio o lastre di metallo in modo da proteggere in maniera relativamente efficace le parti vitali, ma lasciavano scoperte fin troppe delle parti non essenziali alla sopravvivenza. Inoltre spesso e volentieri le varie parti o non erano unite affatto o erano unite da guarnizioni di cuoio o altri materiali infiammabili. Adatte alla prima linea, ma contro le risorse incendiarie erano una dannazione e sarebbero stati anche in troppi a morirvi dentro. Quegli scheletri non avrebbero fatto eccezione... ammesso e non concesso che...
    *Ma che…? Io rischiavo di congelarmi le chiappe e loro ci passano così impunemente? E che cazzo, così non vale!* pensò, ancora più scocciato di prima. Ma se qualcuno pensava anche solo lontanamente che lui si sarebbe buttato di nuovo in mezzo a quella nebbia o che avrebbe commesso qualche sciocchezza in preda alla frustrazione, avrebbe dovuto ricredersi.



    Lasciò quindi che quelle teste vuote si avvicinassero ed uscissero dal raggio della nebbiolina gelata. In quel frangente non avrebbe potuto nemmeno fare molto altro, dato che la formazione nemica gli stava sbarrando direttamente il passo e probabilmente quei soldati non-morti non avrebbero fatto altro fino a quando non fossero stati in grado di arrivare ad attaccarlo. Poteva aggirarli, ma solo entrando nella ghiacciaia ambulante del caro elfo pallido e non era intenzionato a farlo... ragion per cui alla fine decise di aspettare e vedere.
    E come pensava, quelle teste vuote di strategia non ne avevano granché molta e facevano del loro numero la loro forza.
    Uno di essi si staccò dal gruppo ed iniziò a caricarlo, con la chiara intenzione di abbatterlo con un colpo di scudo frontale, stordirlo e lasciare che gli altri lo finissero. Una tattica vecchia come il mondo, ma mal portata, perché i tempi erano decisamente appannati: come al solito, se non si trattava di creature di rango superiore, i non-morti erano incapaci ddi grandi movimenti e di buoni tempi di reazione e quindi non erano altro che feccia come gli insetti: preoccupanti in grande numero, semplicemente ridicoli in piccoli gruppi, nient'altro che una seccatura se presi da soli.
    L'Assassino allora lasciò che il primo scheletro si avvicinasse, mantenendosi molle sulle gambe e tenendo d'occhio gli altri nemici, poi, quando fu il momento opportuno, mise le mani sullo scudo nemico e ne sfruttò la spinta non per farsi travolgere, ma per farsi risospingere indietro. Inizialmente il risultato sarebbe apparso analogo, ma l'agilità del Lupo Grigio gli avrebbe permesso di effettuare una capriola all rovescia e ritornare quindi in piedi senza aver subito danni. I soldati nemici non si scoraggiarono, ma non sembrarono neppure reagire di fronte a quel cambiamento di programma, tanto che quegli scheletri semplicemente andarono avanti per quello che erano: semplici automi senza cervello, capaci solo di fare ciò che era stato ordinato loro nell'unico modo che conoscessero. Così i due mostri successivi attaccarono da entrambi i lati ed entrambi i nemici avevano mirato allo stesso punto... senza riflessi sufficienti a colpire il Lupo, che si chinò e lasciò che le due spade cozzassero tra loro sopra di lui. L'ultimo nemico cercò di arrivare ad impalarlo, ma per farlo aveva aggirato l'ariete iniziale e cercato di arrivare quindi ad infilargli un arma nel petto, ma in maniera totalmente scoordinata e soprattutto lasciandogli intatta la via di fuga. La Zampa Artigliata quindi venne sfoderata dal mantello e gli bastò muoverla di piatto da sinistra verso destra mentre il busto ruotava per assecondare il movimento ed imprimere maggior forza alla deviazione dell'arma nemica per riuscire a difendersi ancora una volta dal colpo nemico. La sua prestanza fisica fece il resto e nell'arco di pochi istanti fu di nuovo in grado di sgusciare fuori, lasciando quei quattro scheletri senza il suo sangue e mezzi ingarbugliati tra loro.
    Probabilmente sarebbero riusciti ad uscire da quello stallo, specie se il necrostronzo avesse avuto abbastanza pazienza e prontezza da coordinarli... ma lui non gliene avrebbe lasciato il tempo, perché quello era il suo turno e aveva tutta l'intenzione di scatenare l'inferno. Letteralmente: difatti fece giusto un balzo indietro e diede una rapida occhiata a quello che stava succedendo altrove per scegliere rapidamente la strategia più opportuna. Senza colpo ferire, Amadar prese dal suo sacchetto un po' della polvere di zolfo che portava sempre con sé per occasioni di tal genere e gettò quel pugno di polvere di fronte a sé. A ciò seguì un sigillo alchemico tracciato con la mano destra per dare vita ad un'Ignizione che si sviluppò rapidamente, andando ad espandersi in un cono di fiamme che avrebbe raggiunto i sei metri complessivi. Forse in tal modo avrebbe potuto lambire anche qualcuno degli altri scheletri che stavano circondando nel frattempo l'unicornuto, anche se non ci avrebbe messo la classica mano sul fuoco.
    Quel che era certo però era che in tal modo avrebbe fatto un bel po' di luce ed avrebbe quindi attirato l'attenzione di tutti gli altri come una miriade di falene... ma l'attenzione generale sarebbe stata altrettanto indirizzata sulle fiamme più che sul loro creatore, almeno in un primo istante e fu quell'attimo fuggente che lui sfruttò per cercare di destabilizzare ancora un po' la situazione con un altro tocco di Alchimia. Così, mentre la vampata proseguiva e iniziava forse a rimandare quegli scheletri nelle tombe da cui erano stati fatti uscire, l'Assassino prese uno dei pugnali che aveva cosparso di veleno prima di addentrarsi nel cunicolo e lo scagliò in modo da cercare di perforare un nemico che aveva cominciato a stargli sulle palle fin da subito: l'elfo senza macchia, senza paura e senza coscienza, pronto a rischiare di smembrare uno scudo umano pur di arrivare all'obbiettivo. Un ipocrita come i tanti che si era lasciato alle spalle, uno dei tanti fottuti potenti alti ufficiali bravi a tracciare ed imporre una via di alta morale e ad essere i primi a non seguirla. Uno dei tanti come quelli dell'impero per cui una volta combatteva e che non avevano esitato a cercare di ucciderlo dopo che lo avevano blandito e promesso di aiutarlo dopo l'esperimento cui era stato sottoposto con la forza e per parare il culo a quei traditori. Gentaglia che doveva solo morire.
    Ma l’elfo non sarebbe morto rapidamente: il pugnale lanciato in maniera tale da risultare perforante venne mirato al braccio destro, poco sotto la spalliera. Se fosse andato a segno, sarebbe stato un colpo non letale e per questo spesso sottovalutato, ma che avrebbe impedito alla sua prossima vittima di continuare a combattere e di usare il braccio, peraltro contaminato dal veleno di un Ragno Gigante. Alla peggiore delle ipotesi, il pallido condottiero si sarebbe semplicemente distratto e al resto avrebbe forse provveduto l'unicornuto... non troppo in fretta, sperava.
    Ma mentre andava a nascondersi nelle tenebre della strada, Amadar neppure badò a dove stesse andando il suo pugnale: prima doveva pensare a sopravvivere e ad accertarsi che tutti gli scheletri suoi bersagli finissero inceneriti.

    Energia residua: 70%
    Stato fisico: illeso
    Stato psicologico: scocciato, contrariato, intenzionato a farla finita e ad abbattere Grifis, che vede come una raffigurazione dell'ipocrisia del suo passato; indifferente a Khatep se non per il fatto che ha evocato altri morti in campo.

    Riassunto azioni: Amadar arretra di fronte alla nebbia di Grifis, con alcuni lembi del mantello subito brinati da essa. Vedelo sviluppo della situaizone e pensa inizialemtne a come andarsene da lì, ma capisce che l'unico modo che ha per lasciare Laputa è finire al più presto gli avversari, così si dispone al combattimento.
    Quando gli scheletri di Khatep si avvicinano, il Lupo Grigio, ex militare, ha già analizzato forza e debolezza degli avversari e del loro equipaggiamento ed è quindi pronto a reagire. Scansa così tutti gli attacchi nemici, sfruttando la sua superiore agilità contro i riflessi appannati dei nemici si porta fuori dalla loro portata, quindi li avvolge con la tecnica dell'Ignizione (v. sotto) per ritorcere l'equipaggiamento degli scheletri contro di essi e più in generale travolgerli ed incenerirli.
    Mentre la prima tecnica va presumibilmente a segno contro gli scheletri, data l'ampia area di estensione e la distanza di lancio pari a neanche due metri da loro, Amadar sfrutta l'abbaglio prodotto dall'improvvisa fiammata per cercare di lanciare di nascosto al braccio destro di Grifis, poco sotto il rinforzo della spalliera, un pugnale da lancio cosparso di veleno e per di più scagliato con la tecnica del Lancio Perforante. Lo scopo è sia quello di distrarre Grifis onde coprire Bid'daum sia, se l'attacco va a segno, debilitare enormente Grifis.

    Equipaggiamento in uso:
    CITAZIONE
    Pugnali da lancio
    Come ogni assassino che si rispetti, Amadar dispone non solo di lame adatte all’omicidio ravvicinato, ma anche per quello a distanza. Se la situazione lo impone, infatti, può sfruttare i propri coltelli affilati in maniera tale da penetrare gli organi vitali delle proprie vittime da una distanza di sicurezza, magari anche nell’ombra… L’assassino ha a disposizione tre set di 5 Pugnali da lancio. [Rimasti: 12/15, 2 prestati a Bid'daum e 1 lanciato contro Grifis]

    CITAZIONE
    Veleno di Ragno Gigante
    Com'è risaputo, quello che la gente comune chiama veleno dei ragno, in realtà è il succo gastrico dell'artropode, la cui digestione avviene all'esterno del corpo stesso ottozampe. Indipendentemente dalla taglia del ragno, perché il processo avvenga efficacemente il corpo della vittima dev'essere morto o similtale e comunque in quantità tale da uccidere e sciogliere le interiora della vittima. Ma cosa succede se il veleno non è in quantità tali da portare la digestione del ragno ad uno stadio letale? Amadar ha sperimentato la risposta sui propri nemici: con il giusto dosaggio, il nemico che dovesse essere colpito subirebbe spasmi e contrazioni muscolari muscolari talmente dolorosi e frequenti da ridurne la Velocità e la Forza del 25% per due turni, prima che il sistema immunitario della vittima riesca a smaltire gli effetti dannosi del veleno.
    Amadar ne ha sempre con sé un quantitativo sufficiente per intingervi 5 pugnali oppure per cospargere la propria lama per 2 volte.

    CITAZIONE
    Sacchetto di polvere di zolfo
    Com'è noto, l'Alchimia non crea nulla e nulla distrugge, in senso lato, ma semplicemente modifica gli elementi presenti nell'ambiente, alterandoli e trasformandoli secondo leggi feree, ma non tutte ancora scoperte. Alla luce di questo principio fondamentale, non è possibile creare del fuoco a meno che non vi sia dell'ossigeno e qualche altro componente idoneo alla combustione. Questo sacchetto contiene proprio ciò di cui Amadar ha bisogno per avviare reazioni che gli permettano di realizzare i sigilli che riguardano il fuoco spargendo una delle cinque manciate a sua disposizione. [Rimasti 4/5 dosi]

    CITAZIONE
    Zampa Artigliata
    Un'arma piuttosto singolare, si tratta di una placca di metallo con un'impugnatura anch'essa di metallo e meglio agganciabile alla mano o ad un'altra protezione mediante un'altra cinghia elastica che si può chiudere sul lato posteriore della placca attorno alla mano o all'eventuale guanto di protezione. Dalla placca partono poi 3 lame di metallo parallele, lunghe 50 centimetri ciascuna, abbastanza sottili e allo stesso tempo flessibili per resistere agli urti e acuminate con una doppia punta adatta a lacerazioni e perforazioni. La particolarità migliore di quest'arma è che le lame possono essere avvelenate, tutte o solo una di esse.

    CITAZIONE
    Corazza del lupo
    Così detta per la colorazione affine a quella dei capelli grigi del suo portatore, non è altro che una corazza di cuoio tipica di ogni guerriero e di ogni assassino professionista. La sua colorazione è tale da risultare difficilmente distinguibile di notte, ma l'effetto ottico è dato puramente dalla tintura, in quanto non sussistono incantamenti di sorta.

    Abilità in uso:
    CITAZIONE
    Forza Assassina
    Scopo dell’esperimento che ha visto coinvolto Amadar era quello di creare un uomo dalla forza superiore al normale senza che perdesse al contempo il proprio raziocinio. Il risultato è visibile fin dall’aspetto esteriore dell’Alchimista: i muscoli ben sviluppati, non proprio naturalmente, suggeriscono a chiunque li veda che il giovane ha una Forza superiore del 50% rispetto alla media umana.

    CITAZIONE
    Riflessi Mutanti
    La mutazione indotta dai vari intrugli alchemici che gli sono stati cacciati in corpo ha avuto un secondo effetto imprevisto: lo hanno reso incredibilmente agile di mano e di corpo. Quindi i vari incredibili fasci di muscoli non hanno il naturale effetto di rendere Amadar un tipo grande e grosso dai movimenti ridotti… chi sottovaluta quindi la sua Agilità superiore del 50% commette un grave errore, spesso e volentieri fatale.

    Tecniche usate:
    CITAZIONE
    Ignizione
    Accendere un fuoco è un'operazione spesso semplice, a volte banale, ma sempre utile. Se ciò può avvenire di sorpresa e senza accendini, tanto di guadagnato. Ad Amadar è quindi sufficiente che sussista qualche elemento volatile facilmente infiammabile (come lo zolfo), per scatenare una vera e propria fiammata di grande potenza e portata contro il nemico: resistere ad una vampata conica di quasi sei metri quadrati può infatti risultare a volte problematico.
    Tipo: Alto
    Consumo: 20%
    [usata contro gli scheletri di Khatep]

    CITAZIONE
    Lancio perforante
    A volte utilizzare un pugnale da lancio è una soluzione comoda e pratica per risolvere i problemi, ma non sempre ciò è possibile, specie quando il bersaglio è ben protetto e corazzato. Per questo Amadar ha affinato un metodo personale per risolvere anche un simile problema: mediante l'utilizzo della propria energia alchemica, per affilare ulteriormente l'arma, e della propria Forza, indotta dalla sua mutazione, è possibile scagliare il pugnale non solo più lontano del solito, ma anche con una capacità di penetrazione altrimenti non raggiungibile. Solo una corazza particolarmente robusta o uno scudo molto resistente potrebbero quindi fermare un pugnale da lancio così affilato.
    Tipo: Medio
    Consumo: 10%
    [usata contro Grifis]
     
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    « Nessuno di noi ha mai avuto l'arroganza di definirsi eroe. »

    Gelido lo sguardo ancor più della voce, severo e furioso oltre ogni limite; il sangue ribolliva, la presa sull'elsa della spada diveniva sempre più forte, più sicura, più convinta.
    Di valori aveva parlato, di credo...



    « Ma tu, Kuthiano... conosci il significato delle parole di cui ti osi macchiarti la bocca? »

    I denti si strinsero, digrignarono con violenza dinnanzi al corpo privo di vita di quel pover'uomo, dinnanzi al sangue versato nelle nostre strade, nella nostra terra...
    Digrignarono al punto da causarmi dolore.

    « Qual'è la scelta che ci hai posto oggi?
    Quale la prova, quali i valori... »


    Sgozzato senza possibilità di appello, senza una parola, una richiesta... senza la concreta opportunità di agire, di intervenire o ragionare in alcun modo. Di quali valori osava parlare? Gettare le armi a terra dinnanzi al nemico, dinnanzi a coloro che lottano e vivono per causare distruzione nella nostra terra?
    Era questa la prova a cui desiderava sottoporci?

    « Vermi... sì, è una parola che vi si addice fin troppo bene. »

    E sotto il gelo imperioso del Falco bianco il conflitto ebbe infine inizio.
    L'assassino col corno sulla fronte, l'unico dei nemici finora ad aver sprecato fiato nei nostri confronti, si dedicò proprio al nostro Comandante, mentre il secondo, dagli abiti contadini e dai lunghi capelli scuri, ritrovò in me il suo bersaglio ideale.
    Fu una saetta! Troppo veloce il suo passo, famelica la velocità con la quale divorò l'enorme distanza che ci separava; difficile potersi definire colti alla sprovvista in un conflitto così diretto e frontale, ma dovetti ammettere che fu più l'istinto che non la volontà a portarmi ad incrociare le braccia in difesa dinnanzi al mio corpo. A ben poco poté servire invero se non ad attutirlo, in parte smorzarlo: lo scudo avvinghiato all'avambraccio opposto incrociò la sua mano per un debole e flebile istante, ma questo fu sufficiente a deviarne leggermente la traiettoria, affinché la sua morsa non riscontrasse piena presa sul mio braccio ma vi impattasse soltanto d'un lato, sfiorandolo per proseguire poi oltre. Bastò un istante per comprendere quale prezzo avrei dovuto pagare per la mia ingenuità: una piccola esplosione, poi un'altra ed un'altra ancora, acide e cocenti avvolsero la zona colpita; ma non ebbi il tempo di preoccuparmene, poiché altrettanto rapida ed improvvisa fu la seconda offensiva, che della gola faceva il suo bersaglio.
    Non fu lo scudo stavolta a pararmi, ma il filo cremisi ed affilato della mia spada -la cui presa non sarebbe mai stata allentata, seppur colpito dal dolore-, che nel gesto d'incrociare le braccia della precedente difesa si ritrovò già sollevata e di pronta reazione. Si incastrò nelle tre lame avversarie, improvvise ed immobili a sfiorare la mia pelle, al punto da poterne percepire la freddezza del metallo.
    Lo sguardo cadde allora inevitabile sul mio arto ferito, ricoperto inspiegabilmente da una quantità anormale di sangue.
    Strinsi i denti, e stavolta fu il castano dei miei occhi a scontrarsi con l'azzurro del mio avversario.

    « Ve l'ho già detto e lo ripeterò ancora una volta »

    Quattro scheletri ci affiancarono nel nostro duello, e non mi ci volle molto a comprendere quale fosse la fonte dell'aiuto giunto in mio soccorso: questo erano gli Aviatori.

    « Nesrìn! »

    Un urlo tagliò l'aria, rivolto alla mia compagna Drago più distante. Nel contempo, in un movimento secco, rapido e violento spostai la mia lama -incastrata nell'arma nemica dalla difesa- verso l'alto, in avanti, in un agile e forte colpo volto non a disarmare l'avversario ma a sbilanciarlo, affinché con un arto alzato verso il cielo ed il corpo spinto dall'impeto potesse ritrovarsi spiazzato, senza un'adeguata guardia.
    A quel punto sarebbe giunto finalmente il nostro turno: il mio, degli scheletri, ma sopratutto quello della Rossa, il cui intervento avrebbe svolto un ruolo fondamentale. Non dubitai per un istante che avrebbe compreso ciò di cui avrei avuto bisogno.

    Il mio polso ruotò in maniera secca e precisa, la lama si sfilò dall'incastro con l'arma nemica e la mia mano abbandonò poi d'improvviso l'elsa.
    Si cullò nell'aria la mia Rosa Selvatica, in una caduta non finta ma strategica: era libera ora la mia presa, che scattò come un fulmine alla schiena, laddove l'arco venne sfoderato al cospetto del mio nemico.
    Sì, un'arma dalla lunga distanza sfoderata in un conflitto corpo a corpo, in un raggio d'azione incapace di andare al di là del solo metro; una ne afferrai ma tutte si mossero, simultanee, veloci e furiose animate dalla magia che le pervase, e rapide si disposero a memoria in una posizione che pareva prestabilita.
    Sul legno del mio arco, dal basso verso l'alto fino a ricoprirlo interamente.

    « La vostra strada si interrompe qui. »

    Rilasciai il filo invisibile che a me tutte le collegava, ed in un impeto di una violenza ed una furia eccezionale, tutte le armi si scagliarono brutali contro il corpo del mio avversario.
    Non sarebbe esistita la ben che minima pietà nei loro confronti.
    Non un briciolo, al cospetto di quelle bestie; dall'oscurità erano arrivate, ed in essa oggi stesso avrebbero fatto ritorno.

    Riassunto post: mi difendo dall'offensiva di Majin incrociando le braccia dinnanzi al mio corpo. Nel fare questo lo scudo (supportato dalla tecnica Colpo di scudo) che si trova sull'avambraccio opposto si oppone leggermente al tocco dell'avversario, attutendolo -vista la velocità d'esecuzione- solo in parte e deviando il tocco di modo che non colpisca in pieno il bicipite a cui aveva mirato, ma finisca per colpire-sfiorare il braccio scivolando poi via. Questo non esclude comunque il danno innestato della tecnica avversaria; subentra quindi la passiva di sanguinamento, che porta una copiosa perdita dalla parte ferita.
    Dalle lame dirette alla gola mi difendo invece opponendovi la lama della spada, che dall'incrociare le braccia si ritrova in posizione favorevole.

    Così facendo la mia arma rimane "incastrata" in quella nemica, e sfrutto questo particolare per eseguire un colpo secco volto a sbilanciare l'avversario. A questo punto subentra la combo: gli scheletri di Khatep come da lui detto attaccano il nemico, ma a questo si aggiunge il supporto richiesto a Nesrìn che sarà spiegato nel suo post.
    In tutto questo, da una distanza di un metro, casto il mio critico.

    Stato fisico: dolorante al braccio destro, all'altezza del bicipite, con sanguinamento
    Mana: 100 - 5 - 40 = 55%

    Riassunto delle passive possedute:
    • Maestro d'arme: capacità di usare con maestria qualsiasi arma.
    • Filo incantato: legame magico che gli permette di richiamare a se le sue armi.
    • Volontà del Guerriero: power-up del 50% alla destrezza (NB: con le armi indosso gli consente semplicemente di avere un'agilità normale nonostante il peso, se disarmato rappresenta a tutti gli effetti un +50%)

    Equipaggiamento: (immagine)
    • Arco Lungo + frecce
    • Lancia Lunga
    • Spada ad una mano
    • Ascia Monopenne
    • Morningstar
    • Pugnale [x2]
    • Armatura Completa
    • Scudo piccolo

    Tecniche utilizzate:
    Colpo di scudo.
    Ottima per deviare attacchi fisici, in questa azione Firion intercetterà il colpo avversario con il proprio avambraccio coperto dallo scudo. Grazie ad esso, devierà il colpo rapidamente così da poter rispondere immediatamente all'offensiva.
    Consumo: Variabile. (basso, per attutire l'impatto del primo colpo)

    Fervid Blazer.
    Cosa differenzia il bravo combattente dal genio? L'inventiva, la capacità di osare. Ed infondo è esattamente quello che fa Firion; impugnato il suo arco lungo, il giovane combattente lancerà tutte le proprie armi come se fossero frecce. Ovviamente, questi tiri "insoliti" avverranno in contemporanea, giungendo quindi nel medesimo istante (o quasi) sull'avversario.
    Consumo: Critico.


    Note di supporto-integrazione al post: la disposizione assunta dalle armi nella tecnica Fervid Blazer è questa.
    Quindi,

    COMBO ATTIVA!
    Il prossimo post va a Nesrìn.



    Edit: su segnalazione di Majin, ho sistemato i riferimenti al colore di capelli ed occhi del suo personaggio (camuffati dalla giocata precedente a questa).


    Edited by Firion - 10/12/2012, 14:09
     
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38 replies since 25/11/2012, 15:59   1821 views
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