[EM] Un Tritone nella Tana

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  1. _MajinZ_
     
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    Ogni città di Endlos ha sicuramente il suo fascino, esse non sono solo importanti per il commercio e gli scambi che intrecciano le persone del semipiano, ma visitarle significa anche immergersi nella storia e nella cultura. Ogni capitale dei presidi era diversa dalle altre, ognuna caratterizzata dal suo stile e da edifici caratteristici, così che fosse bello recarsi in quelle città non solo per lavoro, ma anche per fare un semplice giro turistico... quasi tutte le città attiravano le persone, tutte tranne una.
    Merovish non era quel tipo di posto dove una persona sana di mente decideva di andare, benché fosse a suo modo caratteristica, gli abitanti di quel buco in mezzo al deserto non erano proprio dei cittadini modello, tutt’altro. La delinquenza la faceva da padrone e nessuno, di sua spontanea volontà, avrebbe mai pensato di fare una gita in quei luoghi. Era già tanto che i mercanti vi commerciassero e le carovane prive di protezione in genere non uscivano dalla città, se ne perdevano le tracce, quindi era meglio essere armati e numerosi, se si voleva commerciare nella Tana.
    A volte però non si aveva una grande scelta, recarsi a Merovish era l’unico modo per risolvere un certo tipo di questioni, anche perché ogni delinquente, in un modo o nell’altro, era comunque legato alla Tana, in minima parte al Bloodrunner. Inoltre era un ottimo luogo dove attingere le classiche “informazioni scomode”, con i soldi si poteva ottenere un po’ tutto, dai semplici pettegolezzi agli schiavi, fino ad arrivare a informazioni molto importanti. Ed è proprio per avere delle informazioni che un viso nuovo attraversò i cunicoli di ingresso, ritrovando ben presto al centro del puzzo che caratterizzava la Tana, unito ad un via vai di facce strane, facce tipiche dei criminali più incalliti.
    Zygoin era finito in un luogo ostile, ma non troppo diverso dal Bloodrunner... era solo molto, molto più grande e pericoloso. Le vie sembravano tutte uguali: ai lati delle strade vi erano diversi mendicanti e i vicoli bui erano il covo di bande criminali che non aspettavano altro che qualcuno si avvicinasse, per rapinarlo e nel peggiore dei casi ucciderlo. Però il tritone aveva un’importante dettaglio dalla sua, infatti sapeva bene dove andare, anche se arrivare al Bazar sembrava essere molto più complicato del previsto. Ma vuoi forse un’informazione corrette, vuoi la fortuna di essere trascinato da una folla inferocita, ecco che la creatura si ritrovò nel luogo prestabilito... il distretto centrale del Bazar delle Talpe, quello che rappresentava più di tutti Merovish: il Distretto della Fame.
    Adesso che era giunto a destinazione, però, come avrebbe fatto a trovare l’informatore? Era un po’ difficile, visto che Zyg non conosceva il viso del suo contatto e trovandosi in un luogo totalmente estraneo, ogni punto di riferimento era inesistente. Come se non bastasse, quella folla inferocita non sembrava essere composta da contadini infuriati, infatti tra le mani di quei personaggi era possibile vedere spade, pugnali... pistole. Erano quasi gli stessi arnesi che brandivano gli altri, quelli del gruppo nemico, posizionato proprio davanti agli assalitori e a separarli solo una decina, forse quindici metri. E il tritone si trovava proprio davanti al gruppo di assalitori.
    Quello era il momento della quiete prima della tempesta... un momento utile per fuggire, nascondersi, trovare il contatto... trovare un’agenzia di pompe funebri. Ma non ne ebbe il tempo: le due fazioni presero a correre l’una verso l’altra e chi era armato di pistole e fucili aveva già iniziato a far fuoco, abbattendo diversi esponenti dei gruppi opposti. Sembrava una battaglia all’ultimo sangue quella e se voleva evitare di morire in una faida che non era la sua, beh, Zyg doveva correre ai ripari se non voleva lasciarci le... squame. E proprio in quel momento, quando gli occhi neri della creatura si sarebbero posati sulla pavimentazione della piazza, ecco che avrebbe visto che una lastra di pietra si era appena sollevata e... una mano faceva segno di muoversi in quella direzione.
    Un attimo dopo la mano era già sparita.



    Non mi pare che ci sia molto da dire, descrivi come arrivi a Merovish e come si comporta il pg mentre viene trascinato via XD fermati appena entri nel passaggio :3 poi se hai domande, contattami pure in privato XD
     
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    Resoconto #1 _
    Un tritone nel deserto non è qualcosa che si vede tutti i giorni -un tritone nel deserto è decisamente uno spettacolo inconsueto: vuoi per il caldo capace di stroncare perfino un essere umano in buona salute, vuoi perchè un tritone -lo dice la parola stessa- è un organismo prettamente acquatico -vuoi perchè tra le dune raramente si trova qualcosa di ancora vivo- ma poter osservare Zyg che trascina la coda con una certa fretta -poter ammirare il biomante a rischio cottura su quelle sabbie oscenamente roventi- è un privilegio concesso unicamente a chi viaggia con lui -una carovana come tante se ne vedono, mercanti e affaristi, gente anonima il cui unico scopo è conio sonante che freme di finire sul fondo di tasche altrettanto bieche.
    Sono diretti a Merovish -sono partiti da Kisnoth. Sono molti, forse troppi -una fiumana interminabile di avidità differenti. E sono in viaggio da oltre una settimana; lo Yuzrab li ha costretti a rallentare più volte, i laghi di vetro hanno deciso di espandersi più di quanto previsto. Una meraviglia crudele, un prodigio beffardo quanto le notti gelide e i venti malevoli. Ma se il deserto reclama e ottiene inflessibile il suo tributo di morte, così pure predoni invisibili emergono dal nulla per reclamare il loro ingiusto tributo -laddove la carovana ha saputo affrontare le difficoltà della natura, altri innaturali problemi insorgono a funestare la traversata. E dire che è una rotta abituale, un percorso che vede sempre e comunque ampi traffici: non importa che la capitale del Sud abbia una pessima fama -non importa che quella fama sia ben al di sopra della realtà effettiva: la Tana esporta prodotti richiesti persino nelle splendide corti di cui si fregia il Pentauron -il covo delle bestie offre servigi di cui nessuno può davvero fare a meno, nemmeno la Dama.
    Perciò eccoli lì, tutti indaffarati a superare le sfide che un clima torrido e impietoso presenta loro ad ogni passo -tutti stremati e speranzosi d'intravedere in lontananza la città sotterranea; qualcuno già s'immagina un'intero boccale a dissetare la gola raschiante, qualcun altro più cauto correrà ad assicurarsi un soggiorno sufficientemente sicuro. Ma non Zyg -lui no; lo scopo dell'avventura che l'ibrido ha intrapreso verso quelle lande invivibili -il motivo fondante una decisione apparentemente avventata- è quantomai particolare, frutto di un patto che si trascina da mesi -conseguenza di un Editto promulgato da un'autorità che il tritone più non riconosce come sua: un contatto -un inviato della Casata. Una spia Dimir proveniente da un altro piano, qualcuno cui consegnare il rapporto delle ultime attività che il tritone ha perseguito nel suo esilio su Endlos. E' un incarico che richiede una certa dose di discrezione, una mansione assai delicata; come tale prevede che Zyg raggiunga il luogo d'incontro attirando il minor numero di sguardi., come tale suppone che Zygoin non sappia a chi rivolgersi: sarà lui -l'Agente- a rivelarsi al momento opportuno -sarà lui, individuatolo nel berciante marasma di Merovish, ad indicargli le modalità del colloquio.
    Se non che -dopo aver superato cunicoli tetri, quartieri disfatti, essere infine giunto al Bazaar (quello stesso che ha avuto modo di vedere altre volte, quello stesso che ad ogni nuova occasione rivela dettagli sempre più foschi)- il tritone si ritrova avvolto da una masnada di esaltati, spinto contro la sua volontà vien trascinato da quelli troppo in profondità: il Distretto della Fame non serve conoscerlo per capire di quali nequizie si nutre -il Distretto della Fame è conosciuto come la tana dentro la Tana. E, sebbene sia la meta dell'escursione odierna di Zyg, il biomante avrebbe sicuramente preferito attendere ai margini -senza inoltrarsi nel covo per eccellenza, tenendosi sul limitare delle Luci; saggia scelta sarebbe stata vista la piega che hanno invece preso gli eventi -scelta che però l'estraneo non ha avuto modo di compiere, essendo in completa balia di quella banda. Perchè alla fine -lasciato incredibilmente solo al centro della piazzetta, liberato dall'impeto della folla poc'anzi padrona di ogni suo gesto- armi da fuoco e lame, lacci, fruste e altri strumenti di depravata invenzione guadagnano rapidamente la scena in mano a due gruppi distinti di belligeranti: da un lato i colpevoli dell'equivoco -coloro i quali hanno causato l'intromissione dello straniero in qualunque cosa stia succedendo; dall'altro facce per nulla rassicuranti, brutti ceffi della medesima specie. E Zyg in mezzo, Zygoin a far da bersaglio ai primi proiettili incapaci di rimanere al loro posto.
    Non è una situazione felice, ve l'assicuro. Nessuno vorrebbe trovarsi in quelle condizioni -nemmeno il tritone, nemmeno sapendo che non c'è ferita che il suo corpo non possa rigenerare. Perchè è il fatto stesso di trovarsi invischiato in un regolamento di conti che lo preoccupa -l'assoluta mancanza di riservatezza che lo turba e gli consiglia di sgusciare via il prima possibile: forse lui potrebbe sopravvivere -forse perfino il contatto che attende saprebbe cavarsela- ma nel mezzo di uno scontro violento non è certo possibile tenere un'udienza degna di tal nome -in quel caos che minaccia di scatenarsi non c'è verso di svolgere il proprio compito e pretendere di passare inosservati. No, deve andarsene. Subito. Eppure, solo qualche frazione di secondo prima che il tritone si slanci in disparte -un istante o due prima che Zyg abbandoni definitivamente la contesa arena- i suoi sensi elettrici gli riferiscono di movimenti sospetti sotto di lui: c'è qualcuno -c'è qualcosa- che si muove sotto la superficie -una qualche creatura seppellita viva dalla pavimentazione. Una mano che gli mostra la via.
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  3. _MajinZ_
     
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    Proprio nel momento in cui i due schieramenti stavano per scontrarsi, Zyg notò la via di fuga mostrata da quello sconosciuto, muovendosi subito in quella direzione. Infilandosi nel cunicolo, la prima cosa che l’anfibio avrebbe notato sarebbe stato il buio, un’oscurità così fitta che si poteva affettare con una lama ben affilata... ma per lui non era mica un problema l’oscurità, vero? In secondo luogo, beh, il puzzo avrebbe accompagnato il buio, quasi a completarlo. L’odore nauseabondo apparteneva alle fogne della città, infatti ad appena qualche passo verso destra, rispetto alla posizione della creatura, scorreva un fiumiciattolo dalle sfumature marroni, che emetteva un olezzo terribile.
    Ah, inutile dire che il cemento su cui atterrò Zyg era viscido e umido, insomma, non una gran cosa per un essere che si muoveva strisciando sulla sua stessa coda.
    Comunque, una volta ambientatosi alla scarsa luce del cunicolo, era possibile notare diversi dettagli, come ad esempio l’ampiezza della fogna (larga circa una decina di metri) e diverse altre cose, anche se il Tritone avrebbe visto anche tante altre cose. Diversi campi elettrici si muovevano intorno a lui, erano tutti piccoli e con molta probabilità appartenevano al numero esagerato di topi li presenti, che squittendo ogni tanto rompevano il semplice e monotono scorrere dell’acqua. Ma ad attirare l’attenzione di Zyg, probabilmente, sarebbe stato il campo elettrico fermo ad una decina, forse quindici metri da lui, e quello sembrava appartenere a qualcosa di più grosso, come ad esempio un essere umano.
    L’uomo però non rimase fermo, anzi, un attimo dopo riprese a muoversi, infilandosi nel tunnel che si apriva alla sua destra, ovvero alla sinistra di Zyg. Non si muoveva molto velocemente, ma se non voleva perderlo, l’anfibio doveva muoversi. Una volta imboccato il passaggio, la creatura si sarebbe trovata davanti ad un percorso obbligato che procedeva dritto per un bel po’, ampliandosi di colpo verso la fine, aprendo così un’ampia sala... e arrivato in quel punto, il Tritone avrebbe incontrato un intoppo. In quel punto, infatti, il passaggio si biforcava e l’acqua di scolo scorreva nel mezzo, mentre la via si divideva in due passaggi che si univano dall’altro lato, dopo una decina di metri. Li, sul lato destro, erano visibili due figure intente a estrarre qualcosa dal muro, in un buco ricavato tra i mattoni. Sembravano essere dei contrabbandieri e di certo non avrebbero gradito la presenza di uno scocciatore.
    Zyg però doveva passare dall’altro lato, in qualche modo, possibilmente senza farsi vedere... ma doveva decidere lui cosa fare. Ma doveva fare in fretta, visto che dall’altro lato lo aspettava ancora quella figura, immobile, nascosta nell’ombra... in attesa di una mossa.



    Spero sia tutto chiaro riguardo ambientazione e robe così, se hai dubbi sai dove contattarmi :3
     
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    Resoconto #2 _
    Forse ce l'aveva fatta -forse era riuscito a scampare al disastro; per i primi secondi, infatti, nessuno dava segno di volerlo seguire -non uno che alzasse quella medesima botola in cerca di riparo sotterraneo. A fare compagnia al tritone, però, solo tenebre e gli echi confusi della battaglia, solo il fetore di un impianto fognario. Uno schifo -qualcosa di indescrivibilmente rivoltante. Lerciume in buona parte composto da escrementi -sì, su questo le narici di Zyg non avevano dubbio alcuno- melma viscida che ricopriva probabilmente ogni cosa. Dal lezzo caldo, umido, opprimente che si levava d'intorno Zygoin sospettava che non ci fosse peggior luogo per contrarre ogni possibile infezione -percependo quanto instabile fosse il suo appoggio caudale, calcolò di esservi affondato per almeno uno buona spanna. Ma tant'è, meglio quello che rimetterci le squame sotto il sole impietoso dello Yuzrab -meglio annegare nei liquami che seccarsi dove l'aria ti brucia le branchie: un tritone -questo tritone- sa nuotare abilmente -per quanto orribile, anche in un oceano di deiezioni saprebbe come cavarsela. Va da sè, quindi, che il vero pericolo non riguardi affatto il guano in cui è immerso, ma anzi, è quasi scontato che la reale preoccupazione dipenda dagli inquilini in agguato nel buio: non tanto ratti, pantegane ed ogni sorta di parassita sociale -seccature, più che altro, piccoli intoppi incapaci di arrestare il biomante- bensì, supplendo con altri sensi alla vista fallace, scoprire che come previsto quel mondo è abitato -che nella melma Zyg non è il solo. Qualcuno lo scruta -qualcuno se ne sta accuratamente in silenzio. E Zyg lo comprende -Zyg sa che cosa significa.
    Lo seguirà con cautela -osservando ogni anfratto con tutte le attenzioni del caso si farà strada lungo quella che pare un'ampia tubatura; la sua mente azzarda un canale di scolo, la sua memoria rimembra scenari non proprio felici. Ma diligente, senza fiatare, l'esiliato Simic rincorrerà quel losco figuro sfuggente fino a che altri due corpi popoleranno le sue percezioni -giunto in una cavea tondeggiante constaterà come i liquami finiscano in un pozzo profondo, lasciando invece due consunti scivoli a condurre topi di fogna ed altri bipedi lungo un nuovo condotto. Finalmente, i suoi occhi cupi lo informano di come siano due umanoidi intenti a demolire la parete di destra -il suo udito per nulla eccezionale lo avverte che suddetti individui raschiano la muratura e che la melma continua a scrosciare. Perfino l'olfatto gli dice qualcosa -stolido e costretto ad una condanna infame ripete agonizzante quelle note ingestibili e fetide. La sua guida, invece, è all'altro capo della sala -sommersa dalle ombre rivela soltanto un fugace lampo negli occhi; sta osservando il tritone per l'ennesima volta -lo sta studiando come si fa con una cavia da laboratorio. Non che Zyg abbia intenzione di deluderla -non che lo scopo del test sia tanto oscuro: tenendosi sull'estrema sinistra -aderendo al versante opposto rispetto ai due non-muratori- lo squamoso straniero scivola lungo la leggera salita, abbandona la torbidissime acque, accorcia le distanze con il suo anfitrione; con un pizzico di fortuna, il turbinare caotico della melma coprirà l'avanzata viscida del tritone -con la benedizione di qualche divinità del caso, i giochi di luce che rimbalzano flebili sulle squame di Zyg non desteranno l'attenzione degli altri due intrusi. Altrimenti... beh, tutto dipende dalle loro intenzioni!
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  5. _MajinZ_
     
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    L’accuratezza mostrata dal Tritone si rivelò quanto mai utile, infatti il duo di manigoldi continuava il suo lavoro, scostando i mattoni dal muro e recuperando i piccoli pacchetti dietro di essi, depositandoli poi in un cesto con estrema delicatezza. Sembrava un lavoro in cui bisognava prestare molta attenzione, e la loro concentrazione non era per nulla dedicata a ciò che li circondava, così per l’anfibio fu un gioco da ragazzi superarli e proseguire con il suo cammino.
    Superata la biforcazione, Zyg si sarebbe trovato davanti ad un nuovo tunnel, molto più lungo del precedente ma allo stesso tempo più asciutto, visto che su di esso non era presente... della cacca, ma solo un po’ di acqua sporca che scorreva grazie al piano leggermente inclinato. Proprio li, a pochi passi dal biomante, ecco stagliarsi la figura che continuava a tenerlo sott’occhio. Anche questa volta l’incappucciato non disse nulla, l’unica cosa che Zygoin poteva scorgere era il suo campo elettrico e, proprio come quell’elemento, lo sconosciuto si mosse, svanendo alla vista come un Lampo che attraversava il cielo per poi schiantarsi sul terreno. Al contrario dell’evento atmosferico, però, quella persona non produceva nessun suono: era come un fantasma.
    La figura venne così inghiottita dalle tenebre, uscendo anche dal raggio di percezione dell’anfibio che, stavolta, sembrava completamente solo. Non restava altro da fare che proseguire, avanzare lungo un nuovo percorso obbligato avvolto dal buio e dal silenzio, con solo il ticchettare delle gocce che piovevano dal soffitto a rendere meno monotona la camminata. Alla fine del tunnel, però, qualcosa avrebbe sicuramente attirato l’attenzione del Tritone... quella era luce.
    Essa proveniva dall’unica svolta a destra presente alla fine del canale di scolo, non era molta, ma in tutto quel buio era più che visibile. Svoltando l’angolo lo scienziato avrebbe notato come la luce arrivasse nel cunicolo da una botola aperta, l’unica via per lasciare quel condotto maleodorante, collegata alla superficie per mezzo di una vecchia scala metallica.
    Però c’era un problema.
    Che diamine..?
    Cosa cazzo è successo?

    Un uomo, probabilmente un complice dei tizi visti in precedenza, sostava nei pressi della scala e non sembrava stare molto bene. Continuava a toccarsi la nuca, dolendo al solo sfiorarla... sembrava quasi che qualcosa l’avesse colpito proprio in quel punto, ma non riusciva proprio a capire cosa. Dalle imprecazioni che usava, però, quel bernoccolo pareva molto doloroso. Il ladruncolo dava comunque le spalle al biomante, anche se quest’ultimo per passare doveva per forza superare quel tizio, il quale non sembrava un tipo sveglio e nemmeno forte, però forse un suo urlo poteva avvisare i suoi compari... quindi forse era meglio agire con calma e senza fare rumore.
    Un nuovo bernoccolo in arrivo?



    Non penso ci sia bisogno di spiegazioni, no? XD
     
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    Resoconto #3 _
    No, non se n'erano accorti -troppo impegnati in qualsiasi cosa stessero facendo, troppo presi dalla loro misteriosa attività. Tanto meglio per Zyg, ovviamente, tutto di guadagnato. Perchè il suo contatto -perchè quello che lui credeva tale- era finalmente a portata di braccio -perchè quell'ombra sfuggente era lì all'imboccatura del nuovo condotto: una sagoma scura, un profilo completamente ignoto. Questo e un quadro delle attività nervose eccezionalmente ordinario -qualcosa di assolutamente incredibile per la velocità con cui aveva dimostrato (e avrebbe di lì a poco dimostrato ancora) di sapersi muovere senza incespicare su di una superficie tanto scivolosa. In altre occasioni il tritone si sarebbe preoccupato di trovarsi in compagnia di uno sconosciuto tanto scaltro -in condizioni normali si sarebbe ben guardato dal seguirlo chissà dove; ma ora, sapendo con chi aveva a che fare -sapendo che gli agenti Dimir non esistevano se non per coloro i quali venivano direttamente contattati dalla Gilda stessa- la scelta di cosa fare era essenzialmente ridotta al procedere senza porsi domande -il suo unico ruolo in quella faccenda era dunque di attendere che l'aggancio prendesse l'iniziativa e concludesse la falsa fuga.
    Cosa che non avvenne troppo presto -fatto, questo, che impose una seconda camminata nel buio. Questa volta, però, la traccia da seguire non c'era -scomparsa non si sa come, la sua guida ha lasciato il biomante in balia delle tenebre; certo, il canale di scolo non ha ramificazioni lungo le quali Zyg possa perdersi -dovendo avanzare lungo un'unica via, il tritone non può punto sbagliare. Ciononostante, inoltrarsi verso l'ignoto -muovere passo dopo passo incontro ad un destino improvviso- ha la sua indubbia dose di pericolosità: i sensi elettrici dell'anfibio possono captare solo qualcosa che -effettivamente- abbia un movimento di cariche -contro un'ostacolo inerte o un buco sul pavimento, nemmeno quelli possono alcunchè. Ma quando l'ennesima creatura emerge dal vuoto e si staglia prepotente nel raggio delle percezioni di Zyg -quando il tritone scorge una fioca luce provenire d'oltre uno spigolo, quando una voce riecheggia di parete in parete- nuovi intralci prospettano quell'incontro come sempre più spinoso: c'è un intoppo non da poco -c'è un umano tra lui e l'uscita là in alto. E La botola che conduce in superficie -quella stessa da cui filtra il chiarore- è aperta e in ascolto; un invito a salire lungo la scala che l'affianca -un messaggio altrettanto chiaro (di nuovo) lasciato da chi dovrebbe facilitargli l'incarico più che complicarlo. E invece, sembra tutto predisposto affinchè il tritone debba sbarazzarsi dell'ingombro a dimensione d'uomo -sembra quasi che quell'intruso sia lì con il preciso scopo di infastidire lo squamoso turista. Vabbè, questa volta pochi convenevoli: cercando di non disturbare la quieta profonda del luogo il tritone infilerà la sinistra entro la tracolla che reca con sè -svitando con la medesima mano il contenitore esagonale al suo interno, separerà il tappo dal restante involucro; forse un gesto folle, vista l'immane quantità di rifiuti organici presenti in zona -forse un'accortezza formidabile, considerato che l'occasione è a suo favore. E tuttavia -estraendo una manciata di citoplasti con l'arto libero, risvegliando quella massa amorfa con una ridotta quantità del suo mana- il biomante sa di agire fluido ma rapido con lo scopo di assalire lo sventurato che ha innanzi -tramutando quanto stringe nel palmo, forza con decisione quel composto entro la bocca del suo bersaglio: che urli pure, che ci provi a reagire! Non appena l'acido comincerà a fare effetto -non appena il Bioplasma divorerà gola e dintorni- non ci sarà corda vocale che possa svolgere il suo giusto lavoro. No, oltre la lingua di quell'uomo non ci sarà più niente -nemmeno lo spazio per far giungere ossigeno fino ai polmoni.
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    Perlopiù incompreso e ingiustamente bistrattato -forse per via del suo aspetto tutt'altro che avvenente, forse per il lezzo putrido che solitamente emana- il Bioplasma è una simpaticissima creazione del laboratori Simic, un organismo ideato quale perfetto spazzino -anche e soprattutto per ripulire il sistema viario della città- ma che ben presto è stato rivalutato per la propria innegabile utilità; sorto in seguito alle sperimentazioni su di un'ameba verdognola nota al mondo scientifico per i mirabili enzimi ch'è in grado di produrre, detto Bioplasma risulta invece essere una massa amorfa dalle abitudini terribilmente tranquille, incapace di risultare aggressiva, flemmatica nel moto e viscosa nella composizione: una sorta di gelatina acida -estremamente acida- il cui unico cruccio -sempre che di reali preoccupazioni si possa parlare- è ingozzarsi di tutto ciò che si trovi a portata di fauci, indifferentemente se materia organica o substrato inerte, senza distinzioni tra un individuo vivo o morto che sia. Nonostante le apparenze, però, questo flaccido e indolente compagno è tutt'altro che innocuo -al punto che, lasciato a banchettare liberamente, rischia di sfuggire ad ogni controllo: che sia un cumulo d'immondizie, un pasto di sangue o un prezioso tesoro, il Bioplasma cercherà infatti di inglobarlo al proprio interno sempre e comunque con l'intento di digerirlo, perciò -salvo imprevisti che ne compromettano prematuramente l'attività- esso proseguirà indisturbato fino a pasteggiare con il suo stesso corpo, digerendo perfino quella manciata di citoplasti con il quale Zygoin lo ha generato.


    Edited by AnimeHunter - 10/1/2013, 13:31
     
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  7. _MajinZ_
     
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    Zyg non ebbe la minima esitazione, come un esperto assassino si mosse rapido e prese subito una decisione senza mostrare il minimo scrupolo. Il giovane uomo fece appena in tempo a girarsi, ritrovandosi davanti un essere dalle strane sembianze... quasi spaventato aprì la bocca per dire qualcosa, per avvertire i compagni che non erano soli la sotto. Però non ci riuscì. La gelatina corrosiva si lanciò tra le sue fauci, privandolo di ogni suono e soprattutto del prezioso ossigeno. In una frazione di secondo il misto organico iniziò a divorare le labbra, la lingua e la gola dello sventurato, mettendo così fine alla sua breve e insulsa esistenza, una vita che probabilmente non sarebbe durata ancora molto.
    Così, mentre le piccole creature banchettavano con il cadavere, al Tritone non restava altro da fare che superarlo e salire la vecchia scala arrugginita. Una volta fuori, la creatura si sarebbe trovata davanti un ampio locale, sembrava quasi una taverna vista la presenza di un bancone e diversi sgabelli, oltre a tavoli e sedie. Sulla volta a botte svettava un grosso lampadario, mentre sulle pareti vi erano alcune torce che scoppiettavano. Il lato destro era ricoperto da diversi scaffali sui quali erano posizionate diverse ampolle e erbe di vario tipo, oltre a diversi oggetti dalla strana forma... ma notando quel che era presente sui tavoli, beh, era facile scoprire il loro utilizzo. Sembrava proprio la base dei contrabbandieri, il luogo dove davano vita alla loro speciale polverina gialla.
    Era un posto pericoloso quello, soprattutto per una “persona” che in quel luogo non doveva nemmeno esserci. In quell’istante i sensi dell’anfibio si sarebbero riattivati, un campo elettrico si trovava dall’altro lato della sala, accanto ad un grande portone in legno accostato. La fonte elettrica proveniva dal corpo di un uomo, adagiato su una sedia accanto all’uscita e sembrava dormisse... non era morto. Però vi era anche qualcuno vigile, visto che un altro delinquente, seccato dal comportamento del compare, si stava avvicinando nella sua direzione, pronto a sgridarlo per il suo comportamento.
    HEI!
    Ti pare il momento di dormire?

    Sbraitò l’uomo mentre si avvicinava sempre di più al dormiglione, pronto a sferrargli due ceffoni visto che non si era ancora svegliato. Ma nel caso l’avesse fatto sarebbe stato un problema, vero? Forse era meglio fermarne uno prima che svegliasse anche l’altro, o forse era meglio fare fuori entrambi, tanto alla fine erano delinquenti della peggio specie.
    La scelta spettava solo a Zyg.

     
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    Resoconto #4 _
    Morto? Morto? Ma... il biomante non aveva quell'intenzione -il suo scopo era semplicemente di farlo svenire (sì, beh, anche ammutolirlo irreversibilmente, certo, ma questo è un fattore secondario)! Vuoi vedere che ha esagerato con il mana -vuoi che abbia instillato troppa fame in quella sua creatura? Sembrerebbe di sì -sembrerebbe molto probabile. Oppure... oppure era il tizio ad essere troppo delicato -un umano qualsiasi, niente a che vedere con le meraviglie che sa generare Zyg. Ad ogni modo, qualsiasi sia la realtà -quali i motivi e quali le colpe- bisogna ammettere che il tritone è riuscito pienamente nel suo scopo: l'ostacolo giace a terra svenuto, la sua voce non ha modo di spandersi altrove -la via è libera. Ma della sua guida -di quel figuro che lui continua ad inseguire- nessuna traccia entro il campo sensoriale di cui lo squalo s'avvantaggia; calma piatta riferiscono -vuoto assoluto.
    E' così che il ricercatore Simic si pone con calma ma con animo non troppo paziente -e sfido io! Voi ne sareste capaci?- a risalire piolo dopo piolo con immane fatica, è così che Zyg si trascina a forza di braccia ancorando quando possibile quella coda ai gradini inferiori; e se uccidere un uomo -se commerciare nell'illegalità- non sono di alcuna preoccupazione per lui, affrontare una misera scala verticale è quanto più prossimo ci sia ad un cruccio esistenziale: perchè diamine non si è ancora dotato di appendici conformi a quello schifo di società umanocentrica? Nota mentale, questa, che finisce a pieno diritto nella serie di progetti futuri in attesa di soluzione -imprecazione trattenuta che il tritone rimugina provando a fare forza sulle pinne laterali. Fortuna che quel maledetto affare è alto solo un paio di metri -siano ringraziati gli antichi per aver ridotto al minimo la sua agonia: perchè quando Zyg raggiunge la superficie definirlo ansante e stremato è dir poco -perchè prima di procedere il biomante ha assoluto bisogno di riprendere fiato. Guardandosi attorno, ad esempio, appoggiandosi ad uno di quegli sgabelli malconci per scrutare in quale schifo di buco l'abbiano infine condotto.
    Si trattava di un ampio locale, quasi una taverna vista la presenza di un bancone e diversi sgabelli -si sarebbe detto un luogo abbandonato, considerati tavoli e sedie malridotti. Sulla volta a botte svettava invece un grosso lampadario -ampio, importante, fin troppo luminoso per un covo del genere- mentre sulle pareti vi erano alcune torce che scoppiettavano allegre. Il lato destro, poi, era ricoperto da molteplici scaffali sui quali erano posizionate un'infinità di ampolle ed erbe di vario tipo, oltre a diversi oggetti dalla strana forma; una strumentazione del tutto particolare, sicuramente ignota ai più, eppure, notando quel che era presente sui tavoli -sapendo di che cosa si occupava quotidianamente l'intruso squamoso- era facile scoprire il loro utilizzo: quella era la base dei contrabbandieri, il luogo dove davano vita alla loro speciale polverina gialla. Un posto senza dubbio pericoloso, soprattutto per delle persone che in quel luogo non dovevano nemmeno esserci non avevano idea di quanto potenziale ci fosse in quel luogo. Lì ammassati disordinatamente uno sugli altri c'erano infatti una quantità tale di esplosivi, polveri incendiarie, prodotti tossici, veleni e narcotici da soddisfare anche le esigenze più selettive -combinando con scienza e talento quei pochi reagenti era possibile dar vita ad un'ampia, ampissima gamma di effetti; tutti virtuali -ci mancherebbe- nessuno già pronto per l'uso. Ma con un minimo di oculatezza -distillando questo e quello, riscaldando quell'altro oppure miscelando A, B e C dopo averli opportunamente disciolti- Zyg si sarebbe detto capace di ideare un piccolo arsenale -con le giuste pedine da sacrificare avrebbe potuto dar vita ad un'armata difficile da calmierare. L'ideale per riconquistare un intero distretto -fosse ancora su Ravnica, quello che serve per espandere il dominio della sua Gilda sopra le altre. Ma invece...
    Di colpo, il tritone si ritrova in stato d'allarme -i suoi sensi riattivati d'improvviso: in fondo la sala -là dove svetta un'uscita- il cadavere sulla sedia ha ricominciato a dare segnali di vita -come se fosse risorto, delinea alla conoscenza di Zyg un corpo in ottimali condizioni fisiologiche; un bello addormentato a tutti gli effetti, se non fosse per la stranezza d'essere sfuggito alle percezioni del tritone -un ennesimo fastidio con cui avere a che fare. No, non fraintendete: non c'è modo che l'inefficiente guardiano ostacoli Zyg -e dove sta il problema? Un altro po' di Bioplasma e la faccenda si risolve senza pensieri!- ma piuttosto la preoccupazione del senzagambe sta tutta nell'inibizione cui è soggetto: perchè non se n'è accorto prima, perchè non ha notato nemmeno quello che sta per succedere? A cosa è dovuta l'interferenza -forse a qualcuno di quegli stessi composti? Forse. Forse un locale saturo di sostanze psicoattive come quello può aver influito sulla lucidità del tritone -forse entrando in quella tana Zyg ha inavvertitamente accettato le regole di chi la controlla. E forse non dovrebbe dare loro il tempo di accorgersi di lui -forse dovrebbe raggiungere il complice irritato prima che che riesca a svegliare il compagno accasciato sulla sedia. Ma tant'è: la distanza eccessiva, Zyg non ancora ripreso del tutto dallo sforzo, quei due apparentemente fragili umani... forse è il caso di attendere, di parlamentare; alla peggio, sarà tutto tempo guadagnato perchè il tritone faccia mente locale.
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  9. _MajinZ_
     
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    Il dormiglione fece appena in tempo ad aprire gli occhi, non riuscì nemmeno a tirarsi su, che il suo superiore o almeno così sembrava, si avventò su di lui afferrandolo per il bavero della casacca che indossava, tirandolo su senza nessuna fatica quasi fosse un bimbo.
    Quante volte devo dirtelo che non ti pago per dormire?!
    Se ti becco un’altra volta, una sola, ti strappo via la gola con le mani.
    CHIARO?

    Concluse il tizio nerboruto scagliando senza fatica l’altro ragazzo nuovamente sulla sedia, la quale a causa del peso e del colpo non resse, andando così in pezzi. Colui che l’aveva trattato a quel modo era un uomo alto, ben piazzato fisicamente e soprattutto molto forte... portava i capelli castani a spazzola e una barba incolta gli incorniciava il viso, sfregiato da una piccola cicatrice appena sotto l’occhio sinistro. Particolari erano i guanti senza dita che indossava, con una placca di metallo sulle nocche L’altro invece era un tipo grassoccio, dall’aria per nulla sveglia che, quasi traumatizzato da quell’evento, faticava ancora ad alzarsi... era sicuramente l’ultimo della gerarchia.
    Piuttosto, dove sono quei due idioti?
    Se hanno fatto cadere il carico nelle fogne... giuro che ammazzo anche loro.

    L’omaccione sputò a terra abbastanza seccato da quella vicenda, odiava i contrattempi e soprattutto odiava restare in quel luogo con quei mentecatti dei nuovi acquisti, lui odiava le reclute e più di ogni altra cosa odiava far loro da balia. In quell’istante il lottatore si voltò, i suoi occhi vagarono verso la botola da cui era entrato Zyg e... si, in quel momento le iridi nocciola incontrarono la figura dell’anfibio che ansante, cercava di ricomporsi prima di decidere il da farsi. Avrebbe fatti sicuramente meglio a nascondersi, visto che quel tizio non sembrava molto felice della sua presenza...
    E tu chi cazzo sei?
    Lo guardò un po’ meglio, stringendo gli occhi fino a lasciare due fessure.
    Anzi, cosa sei?
    Nelle fogne ormai si trova di tutto.

    Sorrise con arroganza il tizio, mentre camminava in direzione dello squamoso seguito dal grassoccio che brandiva una sciabola, ma probabilmente non l’aveva mai usata. Più preoccupante invece era il nerboruto, visto che continuava a camminare in direzione del povero Zyg e quando si trovò a circa cinque metri da lui, l’uomo sferrò un pugno nell’aria e... l’impronta del pugno vi rimase impressa, condensando l’aria fino a renderla opaca, mentre il cazzotto si spostava rapido in avanti, puntando dritto al petto.
    Sparisci.



    Dunque, la tecnica è un medio e l'uomo ha due passive che aumentano forza e resistenza del 50% :3
     
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    Resoconto #5 _
    Dire irritabile era dire assai poco -nemmeno nervoso, arrogante e facile all'ira sarebbero stati in grado di delineare l'aggressività ingiustificata con cui il più prestante dei due si avventò contro il tritone. Nè, parimenti, era possibile smentire la perplessità dello stesso riguardo la disturbante originalità di Zyg: non uomo, nè pesce -bensì un misto di caratteri solo lontanamente imputabili ai suddetti gruppi. E poi quegli occhi privi di luce, quella voce gorgogliante ed estranea; non il tipo di essere con il quale hai normalmente a che fare -non il tipo di alieno con il quale scherzi senza montare una certa paura. Eppure, l'omaccio dalle minacce a fior di lingua non sembrava per nulla intimorito -facendosi avanti tramutò quelle offese verbali in un'offesa effettiva: sembrava aver solidificato l'aria con un semplice pugno -aver impresso nel nulla la sostanza e l'impulso dato dalla sua carne.
    Il biomante non si fece comunque cogliere impreparato -attingendo all'unica fonte della sua magia estrasse un quantitativo ridotto di quegli ammassi cellulari dai quali non si separava mai; li istruì lasciando che il proprio mana fluisse fin nel profondo, ordinò loro -se così si può dire- di produrre attorno all'arto destro una sottile pellicola oleosa. E poi, oppose la mano così rivestita contro quell'impronta diretta contro la sua persona -lasciò che un palmo aperto accogliesse un pugno chiuso. Nulla di fatto, semplicemente -l'assalto vanificato e disperso in un urto che non è davvero tale.

    Ne abbiamo tutta l'intenzione...

    La solita voce abissale -il medesimo gorgo di sempre.

    ...ma per farlo è necessario che voi non ci abbiate mai visto.

    A prima vista sembrerebbe una proposta alla pari -un se mi lasciate passare, io sono ben contento di andarmene.

    Mai.

    Eppure... qualcosa nel tono cupo -qualcosa in quell'incomprensibile vorticare di suoni profondi- lascia intendere che non sia così. No, proprio per niente.

    E c'è un solo modo perchè ciò avvenga.

    Conclude, fissando lo sguardo prima sull'ex-addormentato -puntando quegli occhi vacui dritti dritti nelle sue pupille- e poi facendo altrettanto con il rude avversario. Una sorta di sfida -un'imposizione della propria sconosciuta autorità contro quella di chi ha fallito nel colpirlo. Una situazione di stallo nel mentre che la sinistra afferra cauta un matraccio e il suo contenuto liquido -un istante immoto durante il quale il tritone, con padronanza, agita per bene quella miscela giallastra.
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    Benchè sia a dir poco viscido e a detta dei più perfino maleodorante, sin dagli scontri del Decamillennio il Plax Difensivo è considerato quale una delle migliori invenzioni partorite dagli studi ingegneristici dei laboratori Simic: questo biopolimero oleoso -solitamente impiegato come rivestimento protettivo sulle armature delle milizie d'elite- ha infatti la peculiare caratteristica di rendere estremamente scivolosa qualsiasi superficie sulla quale sia applicato, di fatto rendendo la zona così trattata -ed è questo il motivo per cui sia Zygoin che Momir Vig ne hanno progettato un utilizzo in vasta scala- pressochè impossibile da intaccare con mezzi fisici. Non a caso, in natura il Plax si ritrova sotto forma di un'abbondante secrezione mucosa associata alla cute del Ranolingio Sputaplax -un piccolo ranide diffuso esclusivamente su Ravnica, il cui nome, tra l'altro, ben riflette la caratteristica che lo ha reso celebre- ove esplica l'ovvia funzione di garantire all'individuo una pronta fuga ad ogni tentativo di presa da parte dei suoi numerosissimi predatori -si tenga infatti a mente che il suddetto organismo predilige gli acquitrini paludosi e sovrabbondanti di vita di cui sono costellati i quartieri Simic, un ambiente complesso ma, al contempo, ricco d'insidie. A prescindere però dall'effettiva distribuzione nel regno animale -giacchè il composto esprime appieno la propria efficacia non soltanto in quei straordinari frangenti- il biomante risulta capace di far sintetizzare la preziosa sostanza pure ad una colonia di citoplasti opportunamente stimolati, permettendo cioè un'immediata quanto versatile applicazione del Plax e prevenendo di conseguenza tutta una serie di spiacevoli effetti a cui il tritone -o chi per esso- sarebbe altrimenti soggetto. [Protezione dai danni fisici]
     
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  11. _MajinZ_
     
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    Il sorriso presente sulla faccia del barbuto, con il passare degli istanti, si spense fino a diventare una smorfia disgustata e quasi imbarazzata. La bordata d’aria compressa, infatti, invece di colpire l’addome dell’invasore e chiudere subito quella pratica, venne semplicemente fermato dalla mano del Tritone che con il palmo estinse quel colpo senza che questi avesse il tempo di produrre qualche danno. Sembrava quasi che l’intruso non avesse fatto la minima fatica a spegnere l’impeto del pugno, era stato come spegnere una candela semplicemente soffiandovi sopra.
    L’uomo non disse nulla, era visibilmente spiazzato da quel fatto e in quell’istante decise di abbassare il pugno, riportando il braccio lungo il fianco. Il grassoccio a quella vista quasi perse di mano la sua sciabola, sgranando gli occhi incredulo: era la prima volta che vedeva qualcuno fermare uno dei pugni del suo capo a quel modo. Il lottatore, comunque, osservò per qualche istante il Tritone, ascoltando la sua voce gorgogliante per poi aggrottare la fronte: non era solo? C’erano altri tizi come lui? Il castano osservò nuovamente gli occhi privi di luce dell’anfibio, mentre questi finiva di parlare. E quando quegli occhi si posarono sull’imitazione di spadaccino tremante, quest’ultimo fece un passo indietro, quasi spaventato.
    Dovrei anche credere che sei venuto qui per sbaglio? Volevi fare un giro turistico e magari rubarti la mia roba?
    Mi spiace per te, ma io non sono cieco.

    L’uomo fece poi qualche passo avanti, accorciando la distanza che lo separava dall’invasore e mettendo le mani sui fianchi si piegò in avanti, così da guardare dritto negli occhi quel coso, con uno sguardo abbastanza minaccioso.
    Però io non ne avrei nulla dall’ammazzarti, quindi... cos’hai da offrire?
    Se hai qualcosa di interessante passi, altrimenti non posso garantire per la tua incolumità.

    Il pensiero del suo pugno fermato con tutta quella facilità non l’aveva dimenticato, anzi, la cosa continuava a turbarlo. Non era impaurito, ma abbastanza preoccupato si. Comunque in quel momento, si sentirono delle voci giù nel tunnel, erano i due tizi incontrati da Zyg nelle fogne che probabilmente avevano scoperto il corpo... visto che lo chiamavano, ma questi ormai era un po’ troppo morto per riuscire a rispondergli. Infine la coppia risalì la scala, trovandosi davanti a quella scena e subito identificarono il colpevole, infondo non erano così stupidi.
    Ha ucciso Jin!
    Maledetto bastardo!
    Uno di loro fece per estrarre il pugnale, ma il barbuto sollevò la mano, facendo segno al ragazzino e al compare di stare calmi, visto che in quel momento stavano discutendo di affari e gli affari avevano la precedenza su ogni cosa.
    Lo sappiamo tutti che Jin era un coglione.
    Allora, che hai da offrire? Devi pagare il pedaggio se vuoi uscire vivo da qui.

    Concluse infine il capo, senza togliere gli occhi di dosso all’anfibio... era un tipo pericoloso, era meglio non perderlo di vista. E l’ampolla che Zyg stava agitando? L’aveva notata solo il tizio grassottello, ma quello aveva troppa paura per parlare.

     
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  12.  
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    Resoconto #6 _
    In qualche modo le sue parole avevano avuto effetto -vista la leggera inquietudine sorta sui volti dei presenti, un minimo di superiorità Zyg l'aveva dimostrata. E tuttavia, c'era da aspettarsi di poter fare di più: il tritone si accorse di come fossero state soprattutto le sue azioni a convincere l'aggressore -come l'aver dissipato senza sforzo il pugno d'aria avesse colpito il suo autore. Al punto che -non senza uno strabiliante cambio d'atteggiamento- il tipo massiccio prese ad avvicinarsi -piantandosi bene al suolo si sporse faccia a faccia con Zyg. Una scelta pericolosa, quella -un azzardo che gli sarebbe potuto costare molto caro: non è forse la prima regola studiare gli avversari da lontano -non è forse una delle precauzioni più utili tenersi fuori dalla portata di chi non conosci? Perchè lo straniero potrebbe essere in grado di sputare acido direttamente in quegli occhi che tanto si vantano di non essere ciechi -perchè ogni centimetro in meno è un centimetro a favore dello stesso biomante.
    Inaspettatamente, però, il suddetto decide di non reagire, di rimanere anzi calmo come non avesse ricevuto alcuna intimidazione -continuando ad agitare il suo nuovo gingillo, Zyg non risponde alla domanda retorica. Nè alla successiva proposta -no, a questa si lascia anzi sfuggire uno sguardo assai divertito. Epperò -una volta che la sala riacquista popolarità, alle accuse dei demolitori che vedono nel tritone uno spietato assassino- quel medesimo sguardo lascia invece il posto ad una vera risata: ride, ride perchè la situazione si sta complicando. Ride perchè sa che quel suono rauco non promette nulla di buono. Ride perchè a forza di mescolare il liquido biondo ha cominciato ad evaporare, concentrando fumi dalle sfumature fulve: e, senza mai spostare lo sguardo dall'unico che conta, alla risata fa seguire infauste parole.

    Forse dimentichi che non ti ho mai detto di volermene andare...

    Gli occhi brillano di una paura mista a incoscienza -la voce trasuda avventatezza quasi fosse essa stessa una follia.

    ...nè ti ho assicurato potrai fare altrettanto.

    E' un colpo secco, l'ampolla gettata nel più vicino calderone di rame -una parabola in aria della durata di pochi secondi, un lancio estremamente difficile da intercettare.

    Perciò, che hai da offrire?

    Mantiene la posizione, Zyg, affonda soltanto un braccio entro la capsula che la borsa a tracolla trattiene in vita. Non interrompe nemmeno i suoi foschi discorsi -certo che nessuno impedirà alla boccetta d'infrangersi avanza rivelando quanto ha appena compiuto.

    Non pensarci troppo, però: il tempo a tua disposizione è quasi del tutto trascorso.
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    Ok; è acido nitrico sufficientemente concentrato, è intenzionato a reagire col rame del calderone e se non riusciranno ad impedire che il matraccio si rompa libererà vapori bruno-rossastri dalle meravigliose proprietà irritanti e (a lungo andare) cancerogene. Ah, già, il solo odore è soffocante.
    Inoltre, poichè il gas pesando più dell'aria tende ad accumularsi al suolo (ed essendo questo un composto incredibilmente reattivo) dovrai stare attento a tutta la serie di ulteriori reazioni che si sprigioneranno con i vari metalli e non solo -con il carbonio, ad esempio, rischia di esplodere.
    Per finire, a contatto con il sudore e l'umidità della cute si diverte a bruciare la pelle colorando le ustioni di un giallo intenso.

    Ora che sai tutto, vedi tu quali precauzioni prendere; ovviamente se avviene il disastro ne risentirà anche Zyg -è questo il motivo della sua paura folle- ma avendo perfettamente idea di cosa ha da venire il biomante tenterà pure di svignarsela nel caos (e rigenerare nel tempo le sue ferite).
     
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  13. _MajinZ_
     
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    La risata che scaturì dalla bocca del Tritone, lasciò il capo della baracca abbastanza sorpreso, anzi, più che altro confuso. Ai suoi occhi sembrava che quella... cosa, fosse improvvisamente impazzita e la cosa non fece altro che far aumentare il timore del ragazzino robusto, mentre gli altri due presero l’esempio del castano, fissando anche loro l’anfibio con un’espressione stranita. Purtroppo per loro, però, l’intruso non era impazzito o forse si, in un certo senso, ma per quel gruppo di ignoranti stava per arrivare un regalo del tutto inatteso e parecchio doloroso.
    Di un po’, mi stai prendendo per il culo?
    L’aggressivo omaccione non stava prendendo molto bene quelle parole, infatti quella creatura lo stava sicuramente prendendo in giro: era in inferiorità numerica e nonostante avesse annullato uno dei colpi del castano, quest’ultimo aveva ancora numerose frecce al suo arco, oltre al fatto di avere due alleati in più che non facevano mai male. Però un istante dopo, accadde tutto così rapidamente e gli eventi presero una strana piega, anzi, intrapresero una via molto dolorosa per tutti quelli presenti all’interno del magazzino, senza che nessuno potesse far molto per fermarli.
    Così, quando infine lo squamoso sollevò il braccio per tirare l’ampolla, il castano sgranò gli occhi e provò ad allungare la mano verso il contenitore, ma quando Zyg lo scagliò, le sue dita riuscirono soltanto a sfiorare il vetro, facendo si che quest’ultimo si infrangesse sul rame del paiolo, lasciando che il liquido incontrasse il metallo, causando effetti nefasti. La reazione avvenne quasi immediatamente, liberando dei fumi rossastri che si infilarono subito nelle narici dei presenti, i quali a causa del forte odore iniziarono a tossire, boss compreso. I nuovi arrivati, inoltre, completamente sudati a causa del loro lavoro, iniziarono a sentire ben presto gli effetti del gas sulla pelle, facendo si che diverse bruciature si generassero sul corpo degli sventurati resi inermi dall’affetto del composto. E gli effetti si sarebbero ben presto avventati sullo stesso Zyg: doveva muoversi a scappare.
    B-bastardo... ti ammazz..!
    L’energumeno si riprese almeno in parte, ergendosi con tutta la sua possanza proprio di fronte all’anfibio, pronto a colpirlo con i suoi pugni ma... le parole gli morirono in gola. Successivamente l’uomo dai capelli castani cadde a terra: sulla schiena numerosi pugnali bianchi, candidi come la neve più pura, i quali dopo un istante svanirono, riducendosi a semplici granelli di sabbia. In quel momento il portone del locale venne aperto, mostrando così la figura dell’incappucciato che l’aveva guidato fino a quel luogo, il quale faceva al Tritone segno di seguirlo.
    Da questa parte!
    Urlò nella sua direzione, adesso la via era sgombra e Zyg poteva sgattaiolare via senza troppa fatica, sfuggendo così all’effetto del gas da lui stesso generato. Era difficile capire se l’abbattimento del tizio fosse causato dallo sconosciuto, la cosa importante era il fatto che nulla si frapponeva all’uscita da quel luogo, una cosa da fare in fretta visto che qualcosa tra gli scaffali stava reagendo in un modo strano, tanto che una strana schiuma iniziò a scorrere su uno degli armadietti. Era meglio andare via, si, era un’idea semplice ma molto saggia.

     
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  14.  
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    Resoconto #7 _
    Come volevasi dimostrare.
    Dopotutto, se fossero riusciti a sventare il piano del tritone questi si sarebbe dovuto ricredere su quella che invece sembrava in tutto e per tutto feccia -se la macabra idea non si fosse compiuta, Zyg si sarebbe trovato ad affrontare una rissa che lo vedeva in netta minoranza. E invece -esattamente come nei suoi intenti- l'acido fece pronta reazione con il paiolo -crepitando in modo assai vivace cominciò a combinarsi con quanto aveva a disposizione: il contenitore di rame sembrava vomitare -sì, vomitare è quanto di più evocativo ci sia in questo caso- fumi di terracotta che ben presto s'impossessarono di narici e branchie dei presenti -schizzi e nuovi focolai presero avvio un po' dappertutto, tramutando ben presto l'intera sala in un friggere di sostanze corrosive.
    Oh, potere della chimica! E' proprio un bel regalo quello che l'alchimista ha regalato ai suoi avversari -un dono sotto il quale rischia di rimanerci secco pure lui. Fatto sta che Zyg non ha alcuna intenzione di concludere la propria vita in una fogna -men che meno nei cunicoli seppelliti sotto Merovish: senza perdere tempo il biomante attinge al proprio rado equipaggiamento -con quella mano che aveva preventivamente affondato nella gelatina pulsante cui s'accompagna estende il Plax sulle zone sensibili quali la base d'appoggio, il volto e le branchie stesse. Perchè lui non se ne rimarrà fermo immobile a sciogliersi come quegli imbecilli che lo attorniano -sgusciando su di una coda che comincia a subire gli effetti dell'acido tenterà di guadagnare l'uscita.
    Non che sia così facile -ovviamente- non che quei vapori abbiano istupidito i suoi aggressori: quello che finora ha dato ordini tenta infatti di impedire la fuga del tritone -facendosi sotto per l'ultima volta cerca di colpirlo forte di uno sguardo omicida. E se -stando allo straniero- è forse il caso di aggiungere una buone dose di dolore per convincerlo a desistere -un poco di Bioplasma gli avrebbe certo fatto capire di aver sbagliato approccio- tutto ciò non si rende nemmeno necessario: aiutato inaspettatamente dalla guida che l'aveva lasciato solo -tornata questa per dare il colpo di grazia al rude capobanda, tornata per pugnalare alle spalle l'energumeno- Zyg conclude il proprio slancio oltrepassando la soglia della salvezza -si chiude la porta alle spalle notando come pure quella sia destinata a liquefarsi (o peggio, ad essere sventrata dalle esplosioni che di lì a poco sarebbero seguite).

    Smettila di scappare!

    Gli intima, sfogando la tensione accumulata in quei terribili istanti.

    Ma soprattutto, riportami in superficie: fra qualche minuto quel problema si ripresenterà tale e quale!
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  15. _MajinZ_
     
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    Il Tritone fa appena in tempo ad abbandonare la sua posizione, che un’esplosione investi gli scaffali lasciando cadere gran parte del loro contenuto tra la schiuma corrosiva che mangiava il pavimento, distruggendo qualsiasi cosa si trovasse li vicino. E avrebbe corroso anche Zyg, se questi non avesse avuto l’accortezza di proteggersi... ma lo stesso non si poteva dire dei poveri contrabbandieri, i quali avrebbero sofferto parecchio mentre il veleno si impossessava dei loro corpi. In una semplice mossa l’anfibio aveva distrutto ogni possibilità di commercio della banda, stroncando il capo e distruggendo tutta la scorta di droga accuratamente conservata.
    Una volta fuori, lo squamoso richiuse il portone alle sue spalle, aiutato dallo sconosciuto mentre all’interno si potevano udire diverse esplosioni... anche se la cosa più preoccupante era il fatto che il portone, beh, si stava sciogliendo. Il pesce-non-pesce aveva causato proprio un bel macello la dentro, insomma, con una semplice ampolla aveva distrutto un’organizzazione, di sicuro sapeva usare bene la testa e ciò, agli occhi dell’incappucciato, beh, gli faceva guadagnare parecchi punti. Era quindi comprensibile l’irritazione di mostrata subito dopo, in effetti aveva rischiato tanto e l’altro non poteva mica fuggire via, lasciandolo nel bel mezzo dei casini.
    Superficie... è quasi un controsenso.
    Disse con parecchia calma l’uomo dal viso coperto, mostrando un tono di voce calmo ma allo stesso tempo molto freddo, come se l’intera situazione non lo toccasse proprio. Successivamente l’uomo si tirò giù il cappuccio, mostrando due occhi azzurri come il ghiaccio, gelidi e penetranti, oltre a una folta chioma di capelli biondi che ricadevano sulla schiena.
    Seguimi.
    Esordì poi il ragazzo, facendo cenno al tritone di seguirlo, imboccando così una via laterale che per fortuna era priva di scale, ma comprendeva comunque una salita che avrebbe condotto i due fuori da quel quartiere, tirandosi fuori da una situazione abbastanza fastidiosa. Il biondo continuò poi a camminare, imboccando un altro vicolo, sbucando poi in una piazzetta dove erano presenti diverse bancarelle che offrivano spezie e sete. Il giovane trovò quindi spazio per sedersi in una panchina al limitare della piazza, posizionata in un punto tale da non destare sospetti.
    Mi hai tolto l’impiccio di fermare quei tizi, ti ringrazio.
    Commentò il ragazzo incrociando le braccia, portando quindi i suoi occhi azzurri in quelli dell’anfibio, squadrandolo per qualche istante.
    Posso sapere il tuo nome? Il mio è Dimitriy Kozlov.
    Poi fece una pausa di qualche istante, lanciando qualche occhiata in varie direzioni, ma quell’angolo di città sembrava abbastanza protetto, non c’erano ascoltatori molesti.
    Lo so, non sono il contatto che ti aspettavi.
    Ma posso comunque spiegarti l’accaduto.

    Concluse infine l’assassino, continuando ad osservare lo squamoso in attesa di una qualche reazione, per nulla impressionato dalla creatura che aveva davanti. Non era strano, conosceva degli esseri molto più strani del nostro Zyg.

     
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