[LAM] I vostri capi? La mummia ed il boggart...

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    Sala del Trono, Mastio.
    Presidio Errante, Endlos.

    Quando si vuole una cosa, l’intero Universo trama a favore.
    Questo, il Guerriero della Luce lo sa.
    Pe tale ragione, presta molta attenzione ai propri pensieri. Nascosti sotto tante buone intenzioni vi sono sentimenti che nessuno osa confessare a se stesso: la vendetta, l’autodistruzione, la colpa, la paura della vittoria, la gioia macabra di fronte alla tragedia altrui.
    L’Universo non giudica: cospira a favore di ciò che desideriamo. Perciò il guerriero ha il coraggio di guardare verso le ombre della propria anima e si domanda se non stia chiedendo qualcosa di sbagliato per sè stesso.
    Il guerriero della luce è signore dei propri pensieri.


    rosadru

    Mentre i raggi del sole appena sorto filtravano dalle ampie vetrate della Sala del Trono, riflettendo sulle superfici ben levigate dei pannelli marmorei ed illuminando l'ambiente, la Dama del Vento sostava pensierosa sul proprio scranno, il capo pigramente reclinato su di un lato e gli occhi socchiusi, reduci di un'altra notte in bianco.
    Da pochi giorni era terminata la Guerra Civile, e la sua terra aveva bisogno di tempo, denaro e manodopera per riprendersi. Certo, al lutto delle famiglie, private dei propri cari, nessun compenso sarebbe bastato, tuttavia Drusilia convenne che una borsa di fiorini era pur sempre meglio di nulla. Infondo era pur sempre un risarcimento, e lei lo avrebbe offerto volentieri a costo di rimaner senza nulla. Sebbene infatti temesse che nemmeno le tesorerie del Mastio potessero far fronte ad una crisi simile c'era da dire che, a seguito del suo primo ordine come Alfiere, un numero elevatissimo di mercanti ed alte cariche di Laputa erano finiti agli arresti e processati, ed in molti avevano scontato la propria pena al patibolo o partendo in esilio dopo aver restituito tutta la merce ed il denaro sporco. E... magia! Se ne trovò molto, molto di più del previsto, ragion per cui tutti riuscirono a far fronte alle spese di ricostruzione.
    Non essendo pratica di politica Drusilia a volte si chiedeva se realmente quelle condanne fossero state giuste o moralmente ammissibili, ma doveva ammettere di non aver mai visto tanti fiorini in vita sua: quando ebbe coscienza di tutti i beni confiscati il Gran Maestro degli Aviatori era infatti rimasto senza parole, sconvolta dall'idea che Laputa fosse in realtà così ricca e nello stesso tempo caratterizzata da un dislivello sociale talmente ampio da ricordarle l'inghilterra vittoriana o la francia del Re Sole.
    Ne convenne che se solo ci fosse stata una maggiore distribuzione dei beni, probabilmente nessuno in quella città avrebbe patito la fame. Eppure il senno di poi, per quanto portatore di grandi verità, serviva comunque poco per chi preferiva un approccio maggiormente... "pratico". Ed in quel momento il Presidio Errante aveva bisogno di muscoli, mattoni e calce. Al cibo ci avrebbe pensato lei, controllando i fenomeni atmosferici così da favorire la coltivazione per quei mesi di rinascita, per niente spaventata dello sforzo mentale costante che questo avrebbe voluto significare.

    cesareduello

    Sospirò, per poi massaggiarsi le tempie.
    Si sentiva stanca, e non vedeva l'ora di tornare a letto, ammesso che avrebbe davvero preso sonno: nonostante fosse stata totalmente guarita da una Toga Blu di Palanthas in seguito allo scontro con Cesare, sentiva ancora le proprie ferite bruciare come se fossero ancora aperte e sanguinanti al punto che non riusciva nemmeno a prendere sonno la notte o a riposare serenamente. Alla fine aveva accettato con passiva rassegnazione quello stato di malessere psichico, giungendo alla conclusione che il proprio fisico e la mente non fossero preparati a quella rapida successione di eventi culminante in un'improvvisa, inaspettata pace. Anche se l'incubo era finito le sarebbe servito del tempo per assimilare totalmente la notizia e riprendere serenamente la propria routine.
    Respirò ancora, profondamente, dunque posò il capo sullo schienale ed attese.



    Edited by Drusilia Galanodel - 24/1/2013, 00:40
     
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    Convocazione.

    Drusilia Galanodel, attuale Gran Maestro dei Liberi Aeris Milites nonché Alfiere dell’Isola nel Cielo, voleva vederlo.
    La convocazione era stata delle sue solite, un misto di dolcezza e autoritarietà, non gli aveva espressamente ordinato di andare da lei ma l’aveva cortesemente invitato, lui semplicemente non aveva diritto di non andarci.
    Comunque fosse era contento, probabilmente la ragazzina si era trovata a fronteggiare impellenze di tipo politico economico di dimensioni assai maggiori al preventivato e quindi voleva il suo consiglio, da che ne sapeva era l’unico su Laputa ad aver mai governato per più di un millennio su una megalopoli quindi era naturale che la sua opinione fosse tenuta in gran conto.
    Sì ricordò, prima di uscire di casa, di mettersi in borsa il piccolo dono che aveva creato apposta per il neo-alfiere, un piccolo gingillo pesantemente incantato che gli ci erano voluti giorni a forgiare, sebbene ne fosse assolutamente valsa la pena.
    Non si sarebbe mai più lasciato fregare da una spia con l’aspetto del proprio comandante, anzi, se il fratello della Galanodel non avesse provveduto personalmente ad eliminarla sarebbe stato più che lieto di utilizzarla per i propri esperimenti meno…sicuri.
    Ma quello non era più un problema.

    Era una splendida giornata di sole e i raggi dell’astro riscaldavano la sua pelle rinsecchita dai secoli, era una sensazione estremamente piacevole essere inondati da quella benevole luce.
    Una luce che avrebbe guidato Laputa negli anni a venire, sotto la guida di Drusilia e il suo consiglio, poiché lo sapeva fin troppo bene, quella donna era decisamente troppo pacata e pietosa nelle sue risoluzioni, era un tipo di comandante che si faceva amare dalle folle e dal popolo ma che, proprio a causa di questi modi di fare lassi, non riusciva a farsi rispettare dai propri nemici.
    Ciò che era successo con il Sodalizio ne era la prova lampante.

    A Drusilia serviva qualcuno con altrettanto acume, poiché nessuno avrebbe potuto darle della sciocca, questo no, ma con carattere un po’ meno bonario e soprattutto un po’ più rigido.
    Ovviamente Khatep riteneva che l’unico che potesse ricoprire un simile ruolo fosse lui stesso.

    Mentre questi pensieri gli ronzavano nella mente, arrivò al Mastio e lo trovò imponente come sempre, l’edificio non era riuscito a proteggere dall’infiltrazione di quella maledetta spia, se non fosse che Drusilia e Quarion erano arrivati giusto in tempo per fermarla, avrebbe potuto agire in modo assolutamente impunito.
    Per quanto detestasse ammetterlo aveva fallito nel compito affidatogli, avrebbe dovuto renderne conto, anche se non si aspettava qualcosa di particolarmente gravoso proprio a causa della natura del proprio comandante.
    Se un suo sottoposto avesse commesso un fallimento del genere, lui probabilmente l’avrebbe fatto uccidere.
    Buona cosa che Drusilia non fosse come lui, tutto sommato.

    Arrivò alla Sala del Trono, l’Alfiere stava lì appoggiata sul suo scranno e aveva l’aria di aver decisamente passato tempi migliori, anzi, aveva l’aria di chi non riusciva a dormire a causa di grami pensieri e del dolore del corpo.
    L’Antico ne aveva visti tanti, regnanti di Khemri susseguitisi nel corso dei secoli che avevano dovuto prendere decisioni difficili, non ancora abbastanza vecchi per abbandonato ogni compassione e senso morale che si rigiravano nei letti in preda ai sensi di colpa.
    Purtroppo non c’erano veri rimedi.

    Entrò nella Sala, mentre il suo bastone batteva rumorosamente sul suolo marmoreo, continuò a camminare finché non fu a una distanza di circa un paio di metri.
    Solo allora parlò.

    Mi hai fatto chiamare, Drusilia?


    Non usò alcuno dei suoi altisonanti titoli, non Maestro, non Alfiere e neanche la chiamò per cognome, questo per farle capire che nonostante lei ora fosse a capo del presidio per lui ciò contava assai poco nel loro rapporto, avrebbe continuato a considerarla una ragazzina scostumata persino se avesse preso il posto dello stesso Lord Aeon.
    Per quanto lo riguardava, nulla era cambiato nelle ultime due settimane e non avrebbe cominciato a rispettarla di più solo perché ora era più in alto, il suo rispetto bisognava guadagnarselo anche se doveva ammettere che la Galanodel era a buon punto.
    Infine, non l’avrebbe mai ammesso nemmeno con se stesso, insisteva a volerla considerare soltanto una pedina nei suoi oscuri piani di dominio ma in fondo non aveva creato quel piccolo oggetto soltanto per salvaguardare una pedina.
    In fondo, molto infondo, le voleva bene.
     
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    Tukariantartruck dei Cunicolisemisepolti, Maestro della quarta centuria dell’esercito Laputense, Avviatore Blu, Generale dell’Esercito Sotterraneo, Cavalcaspirito e Bluastro per nascita era stanco.

    Mortalmente stanco.
    Quella era stata la sua terza guerra.
    L’ormai quasi millenario Boggart era vecchio e stanco, stanco dei conflitti, stanco della morte, stanco di vedere le anime spegnersi sotto il suo dannato sguardo.

    Le ultime due guerre che aveva dovuto affrontare erano state troppo vicine fra loro, e anche se più che vere e proprie guerre sembravano essere più delle schermaglie cittadine, Tukarian ne era spuntato stanco e ferito.
    Il vecchio Boggart tirò un lungo sospiro, sdraiato su uno degli edifici più soleggiati della città alta di Laputa.
    Gli piaceva quella città. Quel galleggiare, placido, nel cielo Endlossiano. Per la prima volta in vita sua, si ritrovò a pensare che finalmente il suo cuore aveva trovato un'altra casa, dopo i Cunicoli.

    La città, ferita dalla guerra civile, gli sorrise oltre il parapetto dell’edificio, mentre il sole caldo gli solleticava la pelle nuda del petto.
    La Masticora, accucciata poco più in la, sospirò tranquilla da una delle tre fauci, ricordandogli con cortesia l’impegno che era chiamato ad assolvere.
    Il Boggart era stato richiamato al Mastio, dalla Dama del presidio errante in persona.

    Tuk non ne conosceva il motivo. Avrebbe dato tutto l’oro dei Boggart (e fidatevi, con tutto quell’ora si poteva finanziare una seconda Laputa) per poter restare per il resto della giornata su quel tetto, leccandosi le ferite.
    La guerra lo aveva segnato. Era vecchio, e mai prima di allora aveva sentito il peso della propria età.
    Il braccio sinistro era solcato da una profonda cicatrice, i punti ancora freschi. Una seconda cicatrice gli solcava le scaglie del viso, tagliandogli per il lungo l’occhio sinistro senza per fortuna ledere il bulbo cieco.
    Gli occhi erano bendati con della garza bianca, che di tanto in tanto si colorava di rosso scarlatto.
    Per un po non avrebbe potuto usare i propri poteri, anche solo camminare gli era precluso al momento.
    La levitazione gli permetteva di muoversi, ma non era consigliabile tentare altezze troppo vertiginose…

    Boggart più giovani di lui se la sarebbero cavata con qualche liquido e un bernoccolo… ma altri sarebbero morti senza poter far niente. Tuk non sapeva se rammaricarsi o rallegrarsi.
    I guaritori di Laputa avrebbero potuto sistemare ogni cosa in un secondo, il Bluastro ne era convinto. Ma altrove, gente più in pericolo di lui richiedeva maggiori attenzioni, quindi aveva rinunciato a qualsiasi cura, cavandosela da solo.
    Andiamo a salutare la nostra signora, amica mia… commentò, sorridendo sghembo, mente si alzava dal tetto e cominciava a levitare verso la strada. La Masticora lo seguì con un balzo.

    Il Mastio li accolse, maestoso come sempre. Avevano dovuto proteggere quel luogo, e per fortuna vi erano riusciti. Il Boggart rivolse una preghiera silenziosa verso i Laputensi che avevano perso la vita fuori da quelle mura, di entrambi gli schieramenti.
    Tukarian levitò a mezz’aria, le gambe incrociate, fino al centro della sala. Avvertì due anime assieme alla sua e quella della sua compagna… una aggraziata e seduta, stanca, sullo scranno. Tre maestose ali le spuntavano dalla schiena, candide come quelle di un angelo. L’altra stava anch’essa in mezzo alla sala, ma più che un anima sembrava un eco lontana, quasi impercettibile, e se il Bluastro non la avesse già incontrata difficilmente l’avrebbe riconosciuta.

    Che il vento sotto le vostre ali vi sostenga fin dove il sole salpa e la luna cammina, mia Signora. Kathep, è sempre un piacere non vedere la sua anima. salutò il Molliccio, chinando il capo.
    La Masticora non si fermò al fianco del proprio compagno, ma proseguì fino allo scranno e si accucciò ai piedi di Drusilia, chiudendo gli occhi e cominciando discretamente a fare le fusa.
    Sembri stanca, Dama di Laputa… possiamo in qualche modo lenirela tua fatica? mormorò la terza fauce dello spirito, decisamente più loquace del solito.





    Edited by TukTuk - 25/1/2013, 13:42
     
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    Aveva atteso l'arrivo dei convocati con occhi socchiusi, e li aprì solo quando l'eco del bastone dell'Antico -battuto sul pavimento ad ogni passo- risuonò per tutta la sala del trono. Come suo solito, Khatep era giunto in perfetto orario, ed a quel pensiero Drusilia sorrise. Era così diverso da Yang... Ad una convocazione simile, l'amico di sempre si sarebbe certamente attardato per prepararle qualcosa di buono: biscotti e leccornie d'ogni sorta così da rendere più dolci le sue giornate. Drusilia lo avrebbe apprezzato, esattamente come apprezzava la puntualità ed il rigore del Magister di fronte a lei. L'Alfiere era infatti ben cosciente che ciascuno degli Aviatori portasse con sè qualità preziose ed insostituibili, e che ciascuno le metteva al servizio della Dama come poteva: preferirne uno ad un altro sarebbe stata una mancanza di rispetto alla loro devozione nei suoi confronti, una scelta che per molti aveva significato anche abbandonare la propria terra.

    -Oh, buongiorno Khatep!

    Rispose gioiosa all'indirizzo del lich, totalmente incurante dell'atteggiamento non convenzionale del mago.

    -Trascorso bene la giornata?

    Proseguì in attesa del secondo membro convocato, che non tardò a raggiungerli. Tukariantartruck dei Cunicolisemisepolti, un nuovo elemento che tuttavia aveva ben presto mostrato il suo valore e la devozione verso il Presidio in numerose circostanze, dall'invasione del cielo a quella del Sodalizio. Eppure, nonostante questo avesse mostrato una tempra non indifferente, mai come in quel momento le sembrò stanco e claudicante. Notò perfino numerose ferite non ancora rimarginate, segno che non avesse accettato dai chierici nessun aiuto. Si intristì a quella vista, ma rispose comunque al suo saluto con un sorriso rassicurante e dolce.

    -Oh, sei così gentile Tuktuk! Sono felice che tu non abbia riportato ferite gravi in guerra e che tutto sommato stia bene... però permettimi di chiamarti un cerusico una volta terminato questo incontro. Mi sentirei meglio nel vederti nel pieno delle tue forze!

    Si sarebbe voltata alla ricerca del banco con le focaccine dolci inviate dall'Est di Dama Kalia e Dama Amelie, ma non fece in tempo ad indicargliele che avvertì qualcosa sfiorarle le gambe: abbassando lo sguardo notò la masticora del bluastro accucciata ai suoi piedi intenta a farle le fusa. La Dama del Vento si addolcì, dunque piegò il busto ed iniziò a carezzarle il dorso.

    ”Sembri stanca, Dama di Laputa… possiamo in qualche modo lenirela tua fatica?”

    Domandò gentilmente questa, ricevendo da Drusilia altre coccole.

    -Oh, non devi preoccuparti: ho solo bisogno di riposare un pò. Però sono certa che se il tuo amico accetterà la proposta che sto per fargli, sicuramente dormirò meglio.

    occhialf

    -Ma prima servitevi, prego.

    Rispose conciliante, mentre con un cenno ordinava a due dame lì presenti di offrire agli ospiti le gustose focaccine, ordinatamente posate sul banco dei doni al nuovo Alfiere, giunte in quei giorni dal Presidio alleato. Solo quando questi avessero accettato o meno Drusilia avrebbe finalmente accennato alla ragione per cui entrambi erano stati convocati, ed allora la sua voce sembrò rattristarsi ancora.

    -Purtroppo devo darvi una brutta notizia: il nostro amato Comandante Yang ha deciso di abbandonare la sua carica per ragioni molto importanti e di cui non desidero discutere in questo momento. Ciò nonostante, la vita deve proseguire, ed inquanto Gran Maestro e fondatrice dei Liberi Aeris Milites ho il dovere di trovare un sostituto ed il suo vice.

    Sospirò afflitta, ed i due presenti avrebbero compreso la ragione: era infondo risaputo che i due fossero molto, molto legati tra di loro. In molti sostenevano addirittura che l'amicizia fra Drusilia ed l'ex-Comandante Blu fosse ancora maggiore della stessa con gli altri suoi pari, di vecchia data oltretutto, probabilmente precedente al loro arrivo su Endlos. Secondo queste considerazioni, era abbastanza evidente quanto per lei la partenza del sacerdote bianco fosse stata un duro colpo al cuore, forse una delle ragioni che ancora non le davano modo di dormire.

    -Ho chiamato voi perchè siete coloro di cui mi fido maggiormente in questo momento. Non ho mai dimenticato la vostra fedeltà ed i sacrifici compiuti, e sono certa che sotto il vostro controllo il ramo blu della gilda possa tornare a risplendere come e più dei suoi albori.

    Li osservò intensamente con sguardo benevolo.

    -In voi oggi ripongo la mia fiducia e parte dei miei sogni: Khatep, sei disposto a prendere il comando del ramo Blu della mia gilda? E tu, Tukariantartruck, accetti la carica di Sergente nella stessa, così da collaborare con il qui presente Magister e fare le sue veci in caso di necessità?

    Dunque attese in religioso silenzio, mentre la mano destra continuava a carezzare il dorso della masticora.

     
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    Esuberanza.

    Oh, buongiorno Khatep!
    Trascorso bene la giornata?


    Rimase sorpreso per un istante, da come l’aveva vista tutto si aspettava tranne che avesse un atteggiamento gioioso e sprizzante, comunque nonostante ciò si vedeva piuttosto bene che ella era molto provata dalle cosiddette “nove giornate di Laputa”.
    Era stata una battaglia sanguinosa e molti ottimi elementi avevano perso la vita, fortunatamente nessuno dei LAM più di spicco era deceduto anche se doveva ammettere che aveva sperato che Yang trovasse la morte durante la rivolta.
    La bontà di quell’individuo gli dava semplicemente sui nervi, senza contare che era il suo capo.
    Era vomitevole.

    Sì, grazie, stavo lavorando a un ritrovato alchemico che ho ideato qualche tempo fa, dovrebbe essere in grado di utilizzare l’energia di chi lo beve per guarirne le ferite ma purtroppo non è ancora pronto.
    I risultati dei test preliminari sono stati piuttosto…deludenti.


    Meglio che non sapesse su cosa venivano eseguiti i test preliminari o come le cavie venivano trattate perché avessero diversi gradi di ferite.

    Per ora sono riuscito solamente a ricavare un tonico piuttosto potente, dovrebbe schiarire la mente e allontanare molte sensazioni spiacevoli, almeno per qualche tempo.
    I test su questo invece sono molto positivi, anche se sconsiglio di abusarne.


    Estrasse una piccola fiala trasparente dalla sua borsa e, avvicinandosi all’Alfiere, la appoggiò su uno dei braccioli del suo trono e lasciò a lei la scelta se berla o meno.
    Lui ne aveva molto altro nella sua cantina.

    Intanto che rifletteva blandamente su eventuali effetti collaterali del suo tonico, senza ritrovarne di particolarmente gravi (a parte quel tizio a cui erano sanguinati gli occhi, ma era successo una volta sola quindi non era statisticamente rilevante) arrivò anche Tukariantartruck dei Cunicolisemisepolti, il Boggart che aveva provveduto lui stesso ad arruolare nei LAM.
    Con il senno di poi era stata assolutamente la decisione più giusta, quel piccoletto si era enormemente distinto durante i giorni della rivolta e doveva ammetterlo, ne era rimasto piacevolmente impressionato.
    Ovviamente con il bluastro arrivò anche la sua bestiolina, l’enorme masticora si mise placidamente ai piedi di Drusilia per poi cominciare a fare le fusa e farsi accarezzare.

    Io ho piacere nel constatare che questa guerra non si è trascinata via il tuo cadavere, anche se a quanto pare ci è andata piuttosto vicino.


    Si rivolse nuovamente a Drusilia.

    Quando la mia pozione sarà completa, propongo che diventi parte integrante della dotazione di ogni aviatore, molte vite potrebbero essere salvate là dove un medico non può essere sempre presente.


    Per una volta era completamente sincero, teneva davvero alla vita degli aviatori, anche perché se ne fossero morti troppi la loro organizzazione si sarebbe indebolita e con essa la sua posizione all’interno delle gerarchie di Endlos.
    Era ancora piuttosto in basso, doveva ammetterlo, ma essere ormai conoscente dell’Autocrate di Laputa faceva una certa impressione, poi aveva tutta l’eternità per scalare la gerarchia.

    Con un gesto seccato della mano allontanò la dama che veniva a porgergli del cibo, come se il semplice fatto che avesse pensato che a lui potesse interessare una cosa del genere lo seccasse enormemente e in effetti era così.
    Era scocciato come quando qualcuno fa una domanda particolarmente ovvia su qualcosa gli hai appena spiegato nel dettaglio, si vedeva piuttosto bene che era morto, diamine, i morti non mangiano.
    Comunque ascoltò con grande attenzione ciò che l’alfiere aveva da dire.

    Purtroppo devo darvi una brutta notizia: il nostro amato Comandante Yang ha deciso di abbandonare la sua carica per ragioni molto importanti e di cui non desidero discutere in questo momento. Ciò nonostante, la vita deve proseguire, ed in quanto Gran Maestro e fondatrice dei Liberi Aeris Milites ho il dovere di trovare un sostituto ed il suo vice.


    Il suo spirito ebbe un sussulto, quasi una vibrazione di eccitazione quando sentì che non avrebbe più dovuto sottostare agli stupidi ordini di Yang, con tutti i suoi dolci e le sue orribili focaccine, ma cominciò quasi a tremare per l’eccitazione quando lei arrivò in fondo alla sua frase.
    Non era difficile immaginare dove voleva andare a parare ma non poteva esserne sicuro, anche se all’esterno era completamente immobile e impassibile, dentro di lui era in uno stato di attesa quasi snervante.

    Ho chiamato voi perchè siete coloro di cui mi fido maggiormente in questo momento. Non ho mai dimenticato la vostra fedeltà ed i sacrifici compiuti, e sono certa che sotto il vostro controllo il ramo blu della gilda possa tornare a risplendere come e più dei suoi albori.
    In voi oggi ripongo la mia fiducia e parte dei miei sogni: Khatep, sei disposto a prendere il comando del ramo Blu della mia gilda? E tu, Tukariantartruck, accetti la carica di Sergente nella stessa, così da collaborare con il qui presente Magister e fare le sue veci in caso di necessità?


    Era estremamente compiaciuto, aveva raccolto non uno, non due ma ben tre piccioni con una fava poiché non solo Yang si era finalmente levato dalle scatole, ma era avanzato di grado prendendone di fatto il posto e Drusilia aveva ammesso che lui era riuscito a conquistarsi la sua fiducia.
    L’Alfiere gli aveva persino trovato un Sergente, sebbene non sapesse se dirsi contento o meno della cosa, Tukariantartruck era sicuramente un individuo capace ma aveva difficoltà a immagine un Boggart a organizzare una cosa complessa come una gilda.
    Avrebbe dovuto dargli almeno una possibilità, all’inizio con cose piccole magari, giusto per vedere se era in grado di non far esplodere tutto quanto.

    Drusilia, io accetto di diventare Comandante Blu dei Liberi Aeris Milites e in quanto tale accetto la fiducia che viene ora in me riposta.
    Ci sono molte cose da fare e per farle mi servirà tempo, ma soprattutto la documentazione che teneva Yang sugli affari dei Blu, progetti, programmi, organizzazione…immagino tu sappia bene a cosa mi stia riferendo.


    Oh da quelle parti le cose sarebbero cambiate, cambiate e molto.
     
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  6. TukTuk
     
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    Tukarian sorrise, lieto di percepire il tono rilassato della dama, nonostante la sua prima impressione. La guerra civile aveva segnato tutti, chi nel corpo, chi nello spirito, ed era bello sentire un tono ottimistico, dopo giorni di guerra e notti di sangue.
    Il sorriso si storpiò io una piccola risata mal trattenuta, quando le parole della Signora di Laputa si fecero preoccupate per le ferite del molliccio, accennando anche una risposta a Kathep, che a modo suo aveva esternato la sua felicità nel vedere il molliccio.
    Perché era felicità quella. Vero?

    Ci vuole più di qualche ardimentoso bipede di superficie per ritrascinare questo Bluastro nei cunicoli. Mia signora, sono più che sicuro che i tuoi guaritori siano impegnati giorno e notte con ferite molto più serie di questi quattro graffi. commentò, alzando il mento al cielo, impettendosi orgoglioso.
    La cultura Boggart, in oltre, ripudiava qualsiasi tipo di magia che non fosse quella dei Cavalcaspirito o quella alchemica dei loro Masticaradice… ma questo trovò opportuno non dirlo ad alta voce.

    In fondo, quella era un udienza ufficiale all’Alfiere del Presidio Errate, doveva tenere un certo comportameHU! FOCACCINE!

    Che volete farci, un Boggart è pur sempre un Boggart.
    Tukarian si sedette, come gli venne chiesto, ma una fitta di dolore lo costrinse a levitare a qualche centimetro dalla sedia. In breve, prese a galleggiare, sdraiato in aria, accanto al tavolo, a testa in giù.
    La notizia della scomparsa del proprio comandante non lo inquietò più di tanto. Non aveva avuto modo di conoscerlo in senso stretto, in quanto era stato reclutato direttamente dal Lich che sedeva a quello stesso tavolo.
    Ne tantomeno si stupì della nomina del suddetto Lich: avendolo conosciuto al colloquio sapeva (o per lo meno immaginava) come quella carica gli calzasse a pennello.
    No, a stupirlo fu quanto riguardava la sua nomina.

    Il Boggart ricadde sulla sedia, sempre rivolto dal lato sbagliato.
    Ouch!
    Quando si rialzò, la sua piramide era tutta storta e pendente, e la focaccina che stava gustando mentre ascoltava gli era andata di traverso.
    Perfino la Masticora pareva sorpresa di quel risvolto.
    (della nomina, non della caduta. A quella, seguì un facepalm, ma sorvoliamo.)
    Si ricompose e si schiarì la gola, discretamente.
    Sono onorato quanto sorpreso, mia signora. Avrà da questo Boggart tutta la fedeltà di cui sarà capace, sono al vostro servizio.
    La Masticora brontolò, compiaciuta, strusciandosi sulla mano della donna, continuando a fare le fusa.

    Se posso esservi di qualsiasi aiuto, non esitate a chiedere, Kathep. aggiunse, annuendo con solennità, mentre ricominciava a sollevarsi in aria, ora composto.

    Esami, che beltà.



     
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    Quando il lich posò il tonico al suo fianco, Drusilia lo analizzò per qualche attimo controllando nella trasparenza della fiala colore e consistenza della pozione. Poi sorrise e, tolto il tappo, bevve tutto d'un fiato, fino all'ultimo sorso, proprio davanti a loro. Una guardia lì presente sbiancò -letteralmente- per quell'azione così avventata della donna, ma sembrò riprendersi quando ebbe l'impressione che l'Alfiere non mostrasse effetti collaterali... come morire, giusto per dirne una.

    mke1

    -Oh, Khatep, sei così premuroso e gentile! Non so proprio cosa farei senza di te!- cinguettò tutta contenta -La prossima volta, però, ti consiglio di metterci un pò di fragole per coprire il retrogusto... Il sapore era davvero orribile, però già mi sento meglio!

    Pronunciato quel consiglio, attese che gli ospiti si servissero o meno di focaccine, ed intanto continuò a coccolare la Masticora ai suoi piedi. Quasi non si accorse del Boggart che cadde dal nulla dalla parte sbagliata... e forse era meglio così. Si sarebbe spaventata, probabilmente.

    Drusilia, io accetto di diventare Comandante Blu dei Liberi Aeris Milites e in quanto tale accetto la fiducia che viene ora in me riposta.
    Ci sono molte cose da fare e per farle mi servirà tempo, ma soprattutto la documentazione che teneva Yang sugli affari dei Blu, progetti, programmi, organizzazione…immagino tu sappia bene a cosa mi stia riferendo.


    Drusilia comprese ciò a cui il lich si riferiva, ed annuì gentilmente al suo indirizzo.

    -Oh, son certa che troverai tutto nel vecchio ufficio di Yang. A tal proposito: è tutto tuo. Scegli tu se lasciarlo così o cambiare arredamento: è giusto che ogni comandante si trovi a suo agio. E per la documentazione e tutto il resto... temo di non avere abbastanza tempo di seguire e controllare tutti i cambiamenti che desideri fare, ma ti lascio comunque carta bianca: confido nelle tue scelte. Controllerò direttamente a lavoro concluso.

    Infine fu il turno del molliccio che, dopo essersi ripreso, si rivolse al Gran Maestro.

    ”Sono onorato quanto sorpreso, mia signora. Avrà da questo Boggart tutta la fedeltà di cui sarà capace, sono al vostro servizio.”


    La Dama del Vento rivolse anche a lui un sorriso, e con la destra continuò ad accarezzare la Masticora.

    -Ne sono certa. Mi fido di te e sono sicura che sarai un'ottimo Sergente.

    Ammise con voce garbata e tono autorevole. Infine parlò ad entrambi.

    -A questo punto, credo che questo incontro possa concludersi qui: siete liberi di tornare ai vostri doveri e faccende in sospeso, e perdonatemi per l'urgenza della convocazione.

    A quelle parole, improvvisamente, le guardie davanti al portone ritirarono le lance disposte ad x così da liberare la strada che li avrebbe condotti al di fuori del Mastio.

     
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    Meraviglioso.

    Il suo tonico aveva funzionato esattamente come da programma, rinfrancando lo spirito stanco dell’autocrate.
    Quanto al sapore della pozione, doveva ammettere con se stesso che tutti i tentativi fatti per renderlo un po’ più piacevole al palato (che pure c’erano stati) erano stati un completo disastro, pareva infatti che i componenti del tonico facessero reazione con le sostanza insaporenti e che il risultato provocasse orribili allucinazioni.
    Effettivamente pensandoci meglio avrebbe potuto essere un ottimo ramo alternativo per la ricerca, estrasse il suo blocchetto e prese qualche rapido appunto prima di rispondere alla Galanodel.

    Eccellente, mi dirigerò subito nel mio nuovo ufficio per vedere di trovare i dati che mi servono per riorganizzare i Blu secondo efficienza.
    Del nostro ex comandante si possono dire molte cose, ma sicuramente non che fosse un individuo che tenesse particolarmente all’efficienza o alla disciplina e ciò è sinceramente intollerabile.

    Ah Drusilia, solo una cosa ancora, prima di congedarci: ho forgiato questo piccolo oggetto per te.


    Avvicinandosi nuovamente allo scranno, estrasse dalla borsa un piccolo Ankh in oro e lo porse alla sua alfiera.

    L’ho creato perché sia per te un monito e un memento degli avvenimenti di questi ultime settimane, per non dire mesi o anni.


    Il sottinteso riguardante il suo comportamento nel gestire la scomparsa di Raylek era piuttosto palese, almeno per lei che sapeva che lui sapeva e aveva sempre saputo.

    Ora dalle tue scelte non dipende più solo la vita dei tuoi aviatori ma quella di un intero presidio, con tutti gli individui che vi abitano.
    La tua forza è la sua forza, la nostra forza e non devi lasciare che sciocchi sentimentalismi ti impediscano di fare ciò che è meglio per quello che ora è il tuo popolo.
    Tu sei una donna gentile, forse fin troppo per essere un capo, ma all’occorrenza ho visto che sai dimostrare una forza di volontà incrollabile.
    Fa che questo oggetto sia un memento per ricordarti che anche sei l’alfiere non devi affrontare i tuoi problemi da sola.


    Nuovo riferimento alla scomparsa di Raylek.

    Ma puoi e devi chiedere consiglio e a aiuto a coloro di cui ti fidi.
    Ah già, inoltre questo piccolo oggetto mi consentirà di sapere dove ti trovi, finché lo indossi, e permetterà a te di lanciare un grido di richiamo nei miei confronti qual’ora ce ne fosse bisogno.
    Non voglio certo essere ingannato come uno sciocco un’altra volta, solo gli stupidi ripetono due volte lo stesso errore.


    Quello non era stato un discorso da un sottoposto a un superiore, considerato anche il fatto che Khatep si considerava solo formalmente sottoposto all’autorità di Drusilia, sebbene la rispettasse molto.
    Era stato un discorso da qualcuno che aveva comandato per millenni a qualcuno che era appena asceso al potere, ovviamente non era un caso che tra le persone di cui si fidasse la Galanodel ci fosse anche lui ma questi erano dettagli.
    Non voleva che Drusilia affrontasse nuovamente da sola delle situazioni così intricate, considerato che aveva la pessima abitudine a farsi trascinare dai sentimenti e a tirare fuori gli artigli solo quando ormai la situazione era palesemente disperata, esattamente come aveva fatto negli ultimi tempi con il fatto del goblin.
    Una sequela infinita di scelte sbagliate terminate in modo positivo più per caso che per altro; se i mercanti avessero deciso di avvelenarla invece di inscenare quella stupida rivolta senza speranze e Cesare non fosse stato l’idiota onorevole che era, avrebbero perso tutto.
    Non poteva permetterlo.

    Quanto a te, Tukariantartruck, certo che puoi essermi di aiuto, anzi, ho giusto un compito adatto a te e alle tue momentanee inferme condizioni di salute.
    Mi serve l’inventario completo di tutto il materiale presente all’interno dei laboratori sotterranei, ovviamente cercherò nell’ufficio di Yang ma non è detto che il rapporto equivalga esattamente alle nostre provvigioni quindi è meglio controllare per poter stilare delle tabelle per i nuovi ordini di oggettistica.
    È un primo compito non impegnativo dal punto di vista fisico ma richiede grande precisione, puoi sequestrare il primo aviatore blu che trovi perché ti aiuti là dove siano presenti delle scritte stampate e per i nomi dell’oggettistica.


    Non sapeva se e quanto un boggart avrebbe saputo orientarsi in un laboratorio pieno delle più diverse stramberie, ma per la squadra blu che aveva in mente era inconcepibile che il vicecapitano non sapesse nulla di vetreria e simili quindi se fosse già stato esperto avrebbe semplicemente fatto il lavoro mentre se fosse stato ignorante in materia avrebbe cominciato a familiarizzare.
    Tutto aveva sempre più scopi.
    Sempre.
     
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  9. TukTuk
     
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    L'acciaccato Boggart trovò la forza di sorridere alle parole del proprio Gran Maestro, lieto di aver suscitato una così buona impressione in un tempo relativamente breve. Come già detto, anche la Masticora era sorpresa da quel risvolto, ma sopratutto ne era compiaciuta. Se il suo compagno guadagnava una posizione di rilievo in quell'organizzazione, la sua missione sarebbe stata più facile.
    Entrambi poi osservarono in silenzio il Lich, ora loro diretto superiore, consegnare quello che doveva essere un monito al futuro ma anche un utile strumento per il presente.

    Il discorso che ne derivò fra i due probabilmente toccava fatti e argomenti antecedenti alla sua entrata nell'Organizzazione, ma in linea di massima si trovava d'accordo con l'opinione del Lich.
    Fra i cunicoli non c'era un vero e proprio ordine gerarchico: i Boggart erano divisi più per mansioni che per livello sociale... tuttavia, fra quelli che risplendevano più in alto di altri, raramente venivano espressi dubbi o preoccupazioni con chi stava sotto di loro, e questo spesso portava alla loro frettolosa capitolazione.
    Tuttavia, la donna gli aveva sempre dato l'impressione di non essere un leader dispotico, ma che anzi prendesse in seria considerazione le opinioni dei suoi sottoposti.

    "Con dei servitori così, mia Dama, quale nemico oserà mai mettersi contro di voi?" commentò la leonessa, alzandosi finalmente sulle quattro zampe e, dopo un ultima strusciata felina contro la donna che fino ad all'ora la aveva coccolata, ricongiungendosi al proprio compagno di viaggio.

    La reggente li rese liberi di abbandonare la sala, ma il Boggart si fermò ad ascoltare la richiesta di quell'eco che era per lui Kathep.

    Quanto a te, Tukariantartruck, certo che puoi essermi di aiuto, anzi, ho giusto un compito adatto a te e alle tue momentanee inferme condizioni di salute.


    Tukarian annuì, galleggiando nell'etere con le gambe incrociate, ascoltando attentamente il proprio primo compito ufficiale.
    L'incarico consisteva, in sintesi, nel rovistare in un luogo poco illuminato, sotterraneo, pieno di cose potenzialmente pericolose.

    Un po come visitare l'archivio dei Cavalcaspirito... se non fosse stato che per quello, oltre che al considerevole rischio d perdersi per sempre in quel labirinto di tunnel e cunicoli, i registri e i reperti potevano letteralmente ucciderti.

    "Mi sembra quasi di essere a Casa. Per sera avrò una prima bozza dei materiali, in un paio di giorni con l'aiuto di qualcuno potrei anche finire. " commentò, muovendo gli occhi sotto le bende e facendo ondeggiare la piramide sopra la propria testa. La Masticora cominciò ad avviarsi verso l'uscita, sperando di non farsi coinvolgere in quella vicenda.
    " Andiamo amica mia. Vediamo chi sarà il fortunato ad offrirsi volontario per assistere un povero Boggart cieco."
    Un sospiro rassegnato si levò dalla creatura.



     
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    La Dama del Vento prese fra le dita affusolate il monile, e lo rigirò fra le stesse analizzandolo in ogni singolo dettaglio. Sembrava di fattura molto, molto diversa dai classici gioielli da lei indossati e perfino il simbolo le sembrava di fattura assai complessa, ai suoi occhi sconosciuta.

    -Oh, grazie Khatep. Prometto di portarlo sempre con me. Potrei farci una graziosa spilla!

    Sorrise gentile, avvicinandola al petto come a voler mostrare le sue intenzioni di riadattarla.

    -E per quanto riguarda la tua volontà di essere d'aiuto, non devi temere: sto approfittando di questa tregua per mettere un pò di ordine nella gerarchia dell'isola così che voi possiate essermi vicini in ogni circostanza, anche in politica. Non voglio rimanere da sola un'altra volta, come allora.


    Ed allora si levò dal trono per poi dirigersi verso l'Antico. Se lui lo avesse permesso, lei lo avrebbe abbracciato, scoccandogli un leggero bacio sul cranio.
    -Grazie di tutto, Khatep!- avrebbe sorriso dolcemente, candida come un angelo. Infine si sarebbe rivolta a Tuktuk, serbandogli lo stesso, tenero ed affettuoso ringraziamento -Grazie anche a te, Tuktuk.

    Infine li avrebbe lasciati liberi dal proprio abbraccio e, voltandosi, sarebbe tornata sul proprio scranno. Il giorno era appena iniziato e l'Alfiere aveva molti altri incontri in programma prima di ritirarsi nelle proprie stanze, avvolte dalla penombra della notte, e crollare esausta nel proprio letto sotto l'invitante abbraccio di Morfeo.

     
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    Spilla.

    Voleva davvero modificare quella spilla che lui, il Sommo Khatep aveva forgiato dalle fiamme di una fornace e incantato apposta per lei usando l’oro più puro, personalmente raffinato nel suo laboratorio personale?!
    Probabilmente non se n’era neanche resa conto ma l’aveva appena offeso fortemente, riadattare un regalo tanto personale o anche solo pensare di modificarlo avrebbe causato le ire del sommo per secoli, anche perché quello era il primo dono che faceva in almeno un migliaio di anni.

    Mantenne la voce ferma quando rispose, anche se si poteva sentire che non era lo stesso tono di poco prima.

    No.
    Non c’è bisogno di deturpare un oggetto di così pregiata fattura, ho raffinato io stesso l’oro di cui è costituito e l’ho incantato in modo che rimanga adeso a qualsiasi abito o parte del corpo a cui tu lo voglia applicare.
    Anche solo l’idea di modificare un dono è una gravissima off…


    Si interruppe a metà della frase, quando la donna che aveva di fronte lo abbracciò e gli scoccò un lieve bacio sul teschio incartapecorito.
    Quel contatto così personale e privato sciolse in un istante tutto il suo livore nei suoi confronti, non seppe mai bene perché smise di essere infuriato con lei, probabilmente fu soprattutto lo shock per quel gesto così innocente che pure nessuno gli rivolgeva più da tantissimo tempo.
    Imbarazzato e preso contro piede fece un passo indietro, sciogliendosi un po’ maldestramente dall’abbraccio del Gran Maestro.

    Beh, comunque non c’è bisogno di apportare nessuna modifica all’amuleto, dovresti imparare ad apprezzare di più i doni.
    Ora…sì…devo andare, ho molto lavoro da fare.


    Detto questo con passo cadenzato, leggermente più rapido del solito, l’Antico si allontanò dalla Sala del Trono per tornare alle sue molteplici faccende.
    Aveva molte cose da fare in qualità di nuovo Comandante Blu, innanzitutto scrivere un codice morale di condotta per Drusilia.
    Al primo punto ci sarebbe stato “non ricevere visitatori in vestaglia” e al secondo “mantenere gli spazi personali”.
     
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  12. TukTuk
     
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    Il Molliccio, nonostante le ferite e la stanchezza, si sforzò di soridere. Portandosi al mano al petto, chinò la testa come in un piccolo inchino, con il risultato di sbilanciarsi per il peso della piramide e roteare per qualche secondo nell'aria ove galleggiava.
    GLi fu dato il via libera, forte ora della sua nuova carica, nei suoi nuovi doveri e responsabilità. Il cuore gonfio di orgoglio per aver portato almeno un Boggart in una posizione onorevole sulla superficie, bluastro e Masticora attraversarono il varco di pietra uscendo finalmente da quella stanza.

    "Ricordati il motivo per cui sei quì, Tukariantartruk." sospirò il felino a tre fauci, facendo ondeggiare la pesante coda in modo esasperato.
    Tuk non rispose, sgranocchiando una delle focaccine offerte dal suo nuovo alfiere.



     
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