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-La parola "disturbo" non si addice affatto ad una creatura dolce quanto lei, milady.
così ribattè il Saggio, ma nella sua compostezza la Dama percepì un'eco di distacco
-Partirò oggi stesso e tornerò il prima possibile per riprendere il ragazzo.
Con un elegante e profondo inchino, la Corona di Palanthas le volse le spalle e raggiunse -e oltrepassò- la soglia della Sala delle Udienza senza guardarsi indietro, e nell'osservarne la schiena allontanarsi, la Dama Azzurra non poté far a meno di accusare la sensazione d'esser colpevole di averlo offeso o innervosito in qualche modo; sapeva che ad alcune creature sue simili la vicinanza con lei arrecava disturbo -il piccolo Guardiano di Miséricorde che restava, nei decenni, celato al suo sguardo ne era una prova-, ma... cos'era successo così all'improvviso?
« . . . »
Prima Lord Jason... poi il Amarth Celebliant... e ora anche Sire Arthur...
Un sospiro afflitto le evase dal petto, e la Castellana si ritrovò a pensare che dovesse esserci qualcosa di sbagliato nel modo in cui trattava con gli uomini che incontrava; così, mentre scuoteva leggermente il capo e si riprometteva di parlarne con Drusilia o Quarion alla prossima occasione di salotto, l'Alfiere dell'Est si avvicinò al giovanotto, sperando di avere miglior fortuna. Le bizze dei piccoli, per lo meno, le erano più comprensibili.
« Eccoci qua, finalmente...! »
esordì con tono gentile e gioviale, affiancandolo e sorridendogli
« Mi scuso molto se non ti ho rivolto la parola fino ad ora... »
proseguì, rammaricandosi e lanciandogli uno sguardo dispiaciuto
« Io e Arthur stavamo affrontando questioni un pochino delicate... »
E con una dolcezze tutta materna, gli sorrise.. -
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Trasalendo appena al suono di quella voce melodiosa -ora così vicina-, il Principe Demone smise di addurre dettagli al suo bozzetto e sollevò la testa dal foglio di carta; dal momento che la prima cosa che vide furono due occhi di zaffiro fissi nei suoi, gli ci volle -come al suo maestro- qualche lungo secondo per riuscire a concentrarsi abbastanza da approdare all'idea che dire qualcosa era di vitale importanza per non fare la figura dello stoccafisso... e qualche attimo ancora fu necessario a ricordare e decifrare le parole che aveva appena udito: delle scuse... questioni delicate... Arthur.
Istintivamente, ruotò il capo a destra e a sinistra alla sua ricerca, ma non lo scorse.
« Ehm... Ah. Se-se n'è andato...?»
chiese un po' sorpreso, dispiaciuto di aver perso occasione di farlo partire con il tarlo del dubbio
Era così preso dal suo lavoro, che non si era accorto di nulla:
è proprio vero che il mondo scompare quando stai facendo qualcosa che ti piace.
Tornò ad appuntare le iridi color magenta in quelle blu oltremare della Dama, e anche se quel contatto gli frenò la lingua dall'addurre qualsiasi epiteto all'indirizzo del Pinguino, gli accelerò -e di molto- il bioritmo del nucleo scoprire che l'attenzione di lei era passata dal suo viso alla parte in fondo più vulnerabile di lui: la sua arte. Nessuno -a parte quella ragazza che il Pinguino sosteneva fosse sua sorella- reagiva mai bene quando vedeva le sue creazioni...
« Wow... Sei veramente bravo. »
sospirò ella con sincera ammirazione, osservando i tratti tracciati con la grafite
« Hai davvero un grande talento. »
Esitò, spiandola di sottecchi per assicurarsi che non lo stesse prendendo in giro come era abitudine di quel vecchio stronzo di Raizen o scusante per le punizioni corporali della sua genitrice, ma in mezzo secondo aveva realizzato che una creatura così celeste non potesse proferire menzogna...
« Beh...grazie... »
mormorò, rigirandosi quella parola sulla lingua come avesse un sapore esotico
La separazione da Arthur iniziava già a piacergli..