[Quest] Sky ~ Prussian Blue

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    ??? {???, Angelo}

    Illuminato dalla luce delle candele, il biondo iniziò ad abbottonarsi la camicia bianca. Arrivato al terzo bottone si bloccò, toccandosi l'orecchio destro dove portava un auricolare. «Baron Münchhausen?» chiese all'uomo mascherato seduto sulla poltrona. «O forse oggi volete esser chiamato Professor Moriarty?» aggiunse trattenendo a stento una risata. «Oh, Angelo, dovresti averlo imparato che non do importanza ai nomi. O forse ti piace stuzzicarmi?» Di fronte a lui, poggiate sopra ad una scacchiera, giacevano due statuette: una in ebano raffigurante un corvo ed una in abete raffigurante un umanoide. «Mi ferite profondamente.» E si profuse in un inchino con tanto di mano sul cuore. «Sarei uno sciocco a dileggiare uno dei Diogene, l'Uomo dai Mille Volti.» L'altro gli fece cenno con una mano di rialzarsi. «Dici? Sarebbe proprio da te, Angelo Odessa. Allora, che novità ti sono arrivate?» Il biondo sorrise, poi afferrò una mela. «Gli Agenti Quindici e Sedici ci hanno confermato l'arrivo dei quattro a Gradia. Sembra siano stati divisi. E loro se ne sono accorti.» L'uomo mascherato rimase silente ad osservare la scacchiera, poi rispose. «Dì loro di continuare con il piano. Nulla è cambiato. Che si tengano pronti.» In fondo anche gli inconvenienti facevano parte di uno spettacolo.

    ??? {Rei, Dimitriy}

    Il mondo viene cancellato con un colpo di spugna. Non vi può essere frase più adatta a descrivere lo sfumarsi di ogni oggetto e persona fino al ritorno del bianco più candido. Un colore così brillante da far chiudere gli occhi, anche se solo per un attimo. Ma è abbastanza. Quando vengono riaperti nulla è più come prima.

    La stanza in cui i due si risvegliano è un cubicolo di due metri scarsi non troppo dissimile ad una cella. Le pareti, il pavimento ed il soffitto sono in lega metallica e l'aria filtra solo attraverso le piccole fessure della porta blindata. Eppure il particolarmente più preoccupante sono le manette in acciaio, con quelle che sembrano rune incise, serrate sui polsi. Prigionieri? E di chi?

    Un vociare sommesso sembra portare la risposta desiderata. La grossa porta blindata viene aperta con un cigolio e, all'ingresso della stanza, si affacciano due persone. La prima è un ragazzo dai capelli ramati che gli arrivano quasi fino alle spalle. La seconda è un altro ragazzo dai capelli neri e con indosso un paio di occhiali. Entrambi portano un lungo pastrano blu con tanto di spada sul fianco sinistro, il tutto insieme ad abiti curati che fanno tanto divisa militare. «I-il g-generale ha c-chiesto di voi.» balbetta il primo, che sulle spalline ha una linea di bronzo. Dal tono di voce non sembra tanto convinto della parole. «Ah, che scocciatura.» aggiunge il secondo, scompigliandosi con una mano i capelli. Sulle spalline ha due linee d'argento. «Forza, sbrighiamoci, che ho di meglio da fare.»

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    Angolo del Master

    xTutti: non avete più il vostro equip e le manette bloccano ogni vostra tecnica attiva (ma non le passive). Vi risvegliate in questa stanza come se aveste dormito (se stavate per terra, appoggiati al muro o via dicendo a voi la scelta). Per dubbi, descrizioni aggiuntive o altro sono sempre a disposizione e sapete come contattarmi.

    Ps: se volete far dialogare i pg è il momento buono (e ammetto che lo apprezzerei). Potete procrastinare l'arrivo dei due dopo un eventuale dialogo tra voi. Anche qui o un botta e risposta nei rispettivi post o una chiacchierata poi riassunta nei post.

    xRei: la sensazione di terrore non è propriamente svanita, ma è la classica sensazione di quando ci si sveglia da un incubo particolarmente sofferto. A te la scelta di come giocartela.

    Scadenza: 3 Febbraio

     
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    Senza perdere la sua solita allegria, Cielo evitò di rispondere alla fatidica domanda, riuscendo tuttavia a giustificarsi riguardo a quella mancanza. Il bambino infatti disse di non essere borioso come la sua controparte femminile, per quel motivo non rispose, facendo presente che sarebbe stata la Creatura dell’Albero a giocare con le fastidiose formiche. All’improvviso, però, la torre di tartine creata dal Cappellaio durante il discorso, crollò miseramente in seguito ad una scossa che fece tremare quel particolare mondo: sembrava essere giunto il momento di andare. Riprendere conoscenza, disse... e ciò significava una sola cosa, quello non era altro che un sogno.
    E subito dopo il bianco investì nuovamente l’assassino, un bianco così intenso da costringerlo a chiudere gli occhi... anche se solo per un singolo, breve istante.
    Quando poi il biondo riaprì gli occhi, l’ambiente intorno era completamente mutato. Non vi era più una lunga tavolata piena di schifezze, non vi erano più i due bambini e nemmeno il giardino... al loro posto si ergevano delle fredde pareti di metallo, così come il soffitto e il pavimento. Il russo portò una mano al viso, strofinandosi gli occhi con le dita cercando di abituarsi al cambio repentino di luminosità, accorgendosi in quel momento che qualcosa non andava. I polsi, infatti, erano bloccati da un paio di manette di acciaio lucente, con alcune incisioni su di esse... era passato da uomo libero a prigioniero in un singolo istante e la cosa non gli piaceva proprio.
    Mh...
    Emise un borbottio abbastanza contrariato, Dimitriy, si era immaginato di tutto, ma di certo non aveva proprio pensato di ritrovarsi una cella, da prigioniero, anche se ormai non doveva più sorprendersi delle stranezze che gli stavano accadendo ultimamente, da quando aveva messo piede a Serendip. Una delle cose più seccanti, però, forse era la mancanza del proprio equipaggiamento... il naufrago si sentiva quasi nudo senza di esso e la cosa lo fece sospirare.
    Un momento dopo il giovane posò la nuca sulla fredda parete, dove già poggiava la sua schiena, sollevando quindi lo sguardo verso l’alto fino ad incontrare il soffitto... in quel momento il ragazzo lasciò che i suoi sensi si amplificassero, soprattutto il sesto che iniziò subito a percepire diverse presenze, di sicuro erano più di dieci e una in particolare era molto vicina, troppo vicina. L’assassino si voltò lateralmente, incontrando la figura di una donna dai capelli rosati, accucciata in un angolo e anche lei, come lui, imprigionata.
    Subito dopo la donna si guardò attorno, fissando poi le manette così come aveva fatto il biondo, per poi sospirare... insomma, una reazione abbastanza normale, vista la situazione. Successivamente la giovane borbottò qualcosa tra se e se, senza dar modo all’altro di capire, anche se poi si voltò proprio verso di lui, facendo per parlare.
    « E tu da dove sbuchi fuori? Che fine ha fatto Mozart? »
    Dimitriy la osservò per un istante, decidendo poi di rispondere, visto che non aveva molta scelta e, soprattutto, era sulla stessa barca di quella ragazza.
    Non so chi sia questo Mozart, ma io mi son svegliato qui dentro, come te.
    Il suo tono era gelido, come spesso accadeva ogni volta che incontrava una persona... purtroppo era fatto così, non riusciva proprio ad essere espansivo alla prima conversazione. Lei però gli lanciò un’occhiata simile, per poi scuotere la testa e rispondere a quelle parole.
    « Bene. A quanto pare quella... ragazzina ha deciso di divertirsi anche con qualcun'altro. Molto confortante. »
    Disse la ragazza con un pizzico di esitazione, per poi alzarsi e iniziare a gironzolare per la stanza... anche se con quella frase attirò la curiosità del biondo, il quale si voltò ancora una volta verso di lei.
    Quale ragazzina?
    Domandò senza sperarci troppo, attirando però l’attenzione della donna che si voltò, rispondendo alla domanda con una certa irritazione. Dimitriy ascoltò con attenzione, parlava di una bimba abbastanza strana che di fanciullesco non aveva molto, anzi, anche lei aveva delle manie di grandezza e si atteggiava a divinità, qualcosa che l’assassino aveva già visto. E poi anche lei era stata a un tea party, proprio come il giovane... non poteva essere una conseguenza, le cose dovevano essere per forza collegate.
    La ragazzina di cui parli... aveva i capelli rosa?
    « Sì, capelli rosa e occhi dorati. »
    Ecco che tutto tornava, la persona che la ragazza aveva incontrato era proprio lei, ormai non vi erano altri dubbi al riguardo.
    Deus Ex Machina.
    Pronunciò quel nome con i denti stretti, ricordando ancora i momenti in cima alla torre, dove le aveva promesso di ucciderla pur di recuperare i ricordi sottratti. Però all’altra prigioniera era toccata una sorte diversa, visto che i suoi ricordi erano ancora intatti... quindi non era stata a Serendip, ma chissà in quale altra situazione scomoda. Ormai l’unica cosa da fare era attendere, aspettare che qualcuno venisse a prenderli e decidere poi il da farsi, al momento non potevano fare altro.
    « Puoi chiamarmi Rei. »
    Concluse poi la giovane donna, presentandosi e facendo si che Dimitriy facesse lo stesso, infondo al momento erano nella stessa situazione incasinata. Per fortuna però non dovettero attendere molto, infatti qualcuno stava giusto arrivando.
    Non dobbiamo attendere molto, arriva qualcuno.
    Esordì poi il sicario puntando lo sguardo verso la porta blindata, percependo prima la presenza di due individui in arrivo, una presenza confermata dal loro vociare. Subito dopo la porta della cella venne aperta, mostrando i possessori delle voci: il primo era un ragazzino dai capelli ramati che gli arrivavano fino alle spalle, mentre il secondo era un ragazzo decisamente più sicuro, aveva capelli neri e un paio di occhiali sul volto. La cosa più particolare, però, era il loro abbigliamento, infatti indossavano quelle che sembravano divise di un qualche esercito, con tanto di spada e gradi sulle spalline.
    «I-il g-generale ha c-chiesto di voi.»
    Disse il ragazzo dai gradi di bronzo, balbettando mentre cercava di far valere la sua posizione, anche se non sembrava proprio esserne capace... infatti il biondo rimase fermo, osservando quel ragazzo per qualche istante, con uno sguardo non troppo convinto. Decisamente di tutt’altro avviso era il moro, il quale non sembrava molto contento del suo compito e non esitò a mostrare la propria seccatura, facendo si che il sicario si alzasse dalla sua posizione. Le manette tintinnarono in seguito a quel movimento, successivamente Dimitriy fece qualche passo in avanti, pronto a seguire quei soldati senza dire una parola: non era nella posizione adatta per protestare.



    Stato Fisico: Ottimale
    Stato Mentale: Confuso
    Energia: 100%

    Passive:
    ₪ Vy ne mozhete vzyatʹ ~ Non puoi prendermi
    [Power Up Agilità 50% - Velocità 50%]

    ₪ Vy ne slyshite ~ Non puoi sentirmi
    [Il personaggio non produce nessun suono muovendosi]

    ₪ Vy ne mozhete vosprinimatʹ ~ Non puoi percepirmi
    [Anti-auspex: il personaggio riesce a eludere gli Auspex spirituali Passivi.]

    ₪ Instinkt ubiĭtsy ~ Istinto dell'Assassino
    [Passiva Auspex - 30 Metri]

    Equpaggiamento: NON PRESENTE
    ₪ Banket Krovi ~ Banchetto di Sangue
    Si tratta di un'arma all'apparenza semplice che però nelle mani giuste diventa un temibile strumento di morte. Essa si compone di un bracciale che avvolge interamente l'avambraccio ed è composta di una lega di metallo abbastanza leggera così da non divenire un ingombro ma un semplice prolungamento del corpo. La parte finale dello strumento è un guanto di pelle con una placca metallica sul dorso della mano che ovviamente è unita al meccanismo presente nell'avambraccio, con annesso una piccola leva metallica che finisce nel palmo della mano. Nell'istante in cui il biondo eserciterà una certa pressione sulla leva, dal meccanismo presente sul polso fuoriusciranno tre lame di acciaio temprato curiosamente rossastre della lunghezza di circa venticinque centimetri appuntite ed affilate, pronte a colpire il nemico di turno. Un'arma facile da nascondere ma letale se usata nel modo giusto.

    ₪ Oskolki Malinovyy ~ Schegge Cremisi
    Nell'addestramento per diventare un perfetto killer, alle giovani reclute viene fatta scegliere un'arma da corpo a corpo e una da lancio con cui addestrarsi. Quel giorno gli occhi di un giovane Dimitriy incontrarono quell'artiglio dalle lame cremisi e, accanto ad esso, quella serie di cinque pugnali da lancio di cui si innamorò. Ben presto iniziò ad addestrarsi nell'uso di quelle armi, recuperando i suoi coltelli dopo ogni uso: non se ne separava mai. Almeno fino al giorno in cui attraversò il portale, ritrovandosi così senza i suoi fidati e silenziosi dardi... anche se non ne fece una tragedia.
    Però quando rivide qualcosa di molto simile ai suoi pugnali, su una bancarella del Bazar, beh, non poté fare a meno di acquistarli.
    Il set è composto da cinque pugnali scarlatti lunghi circa una ventina di centimetri, forse un po' meno. Essi sono posizionati in diversi punti strategici sparsi tra le vesti dell'assassino, così da essere utilizzati in ogni situazione. Uno è situato nella manica del braccio sinistro, ad esempio, un altro nella caviglia e così via. Sono fatti di acciaio, non ha altro di particolare se non un certo valore affettivo.

    ₪ Occhio della Sirena
    L'artefatto si presenta come una biglia di vetro del diametro di una decina di centimetri. Utilizzando un consumo basso e mettendo a contatto un oggetto posseduto da chi si vuole rintracciare (o meglio ancora una parte del suo corpo come un capello), la sfera indicherà, tramite un raggio di luce, la direzione da seguire per raggiungerlo. Più a lungo l'oggetto è stato posseduto da chi si vuole rintracciare, migliore sarà l'effetto dell'artefatto.

    Tecniche:
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    Note: I dialoghi sono stati concordati prima, in privato.
     
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  3. R e i
     
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    DIVIDERPOSTREI
    V



    Le ultime parole di Deus Ex Machina si persero, trascinate nel vortice del nulla assieme alla coscienza della guerriera; ma quando i colori ripresero ad esistere, quando il cuore riprese a battere, tutti i ricordi riemersero e con essi anche la consapevolezza di non essere ancora giunta alla fine di quella strana Storia.

    Si riprese bruscamente in un angolo; sollevò il capo, gettando occhiate confuse a destra e manca provando a capacitarsi di cosa fosse successo. Nonostante risvegliarsi continuamente in posti diversi fosse diventata un'abitudine, ogni nuovo risveglio era sempre un po' traumatico. Quest'ultimo lo fu in particolar modo, dal momento che si riprese ancora provata e ansimante, sudata come lo si poteva essere soltanto dopo un lungo e angoscioso incubo. Forse lo era stato veramente, o forse si trattava solamente di un sogno dentro un altro sogno.

    Non sapeva più onestamente a cosa credere, ma per fortuna - o sfortuna - la realtà la mise dinanzi a nuove difficoltà, privandola della sofferenza di dover pensare troppo a problemi senza soluzione. Manette piuttosto scomode le cingevano i polsi, e solide pareti d'acciaio la circondavano privandola della vista sull'esterno; dopo una breve e rapida controllata, si accorse anche di esser stata privata di tutto l'equipaggiamento e - cosa più importante - di non essere sola. Si lasciò sfuggire un sospiro, quasi sollevata all'idea di non essere più di fronte alla terribile ragazzina.

    « Beh, meglio questo buco che un altro secondo con quella bambina... »

    Mormorò fra sé e sé, piuttosto convinta di aver fatto un cambiamento in meglio - ovunque fosse finita; quindi sollevò gli occhi e puntò lo sconosciuto, trasformando in parole il primo pensiero che le era passato per la testa.

    « E tu da dove sbuchi fuori? Che fine ha fatto Mozart? »

    Una domanda piuttosto legittima, dal momento che si aspettava di averlo al proprio fianco nel corso di quella nuova missione suicida; non che le dispiacesse troppo esser smentita a riguardo, ben chiaro, ma prima che si facesse ammazzare doveva regolare un certo conto con quell'individuo.

    " Non so chi sia questo Mozart, ma io mi son svegliato qui dentro, come te. "

    Rei strinse leggermente le palpebre, fissando il biondo per diversi secondi; se diceva il vero significava che lei e il Cavaliere d'Oro non erano stati gli unici trascinati in quella follia. Non sapeva se esserne felice oppure preoccupata.

    « Bene. A quanto pare quella... »
    troia, avrebbe voluto dire, ma il ricordo sgradevole di ciò che era successo permaneva, facendola desistere
    « ...ragazzina ha deciso di divertirsi anche con qualcun'altro. Molto confortante. »

    Scosse la testa e si alzò da terra, cominciando a girare per la piccola camera alla ricerca di una qualche improbabile scappatoia. Non ci volle molto perché si convincesse di essere in trappola, al che sfogò la frustrazione accumulata nelle ultime ore con un deciso calcione alla porta blindata. Del tutto inutile, ovviamente.

    « 'fanculo. »

    " Quale ragazzina? "

    La voce dell'uomo riattirò la sua attenzione, spingendola a voltarsi nuovamente verso di lui. Avrebbe desiderato senza ombra di dubbio dimenticarsi di quella piccoletta assatanata, ma qualcosa le diceva che prima o poi l'avrebbe rivista. Quindi tanto valeva...

    « Ma che ne so, è probabilmente qualcosa di diverso da una bambina. Le ultime ore mi hanno spinto a rivalutare la mia attitudine nei confronti dei mocciosi. »
    ribatté seccamente, incapace di nascondere la propria irritazione
    « A quanto pare da queste parti il gioco più diffuso è 'fare gli dei' e 'organizzare fottuti tea party'.»

    L'uomo sembrò farfugliare qualcosa fra sé, dopodiché prese nuovamente parola.

    "La bambina di cui parli... aveva i capelli rosa?"

    Difficile dimenticarsi come fosse fatta, specialmente dopo lo spavento che le aveva fatto prendere. La maledisse mentalmente ancora una volta, prima di confermare:

    « Sì, capelli rosa e occhi dorati. L'hai vista anche tu allora? »
    la risposta non si fece attendere troppo
    "Deus Ex Machina." spirò a denti stretti "Mi ha sottratto i ricordi."

    A quanto sembrava l'ipotesi non era più un'ipotesi: altri erano stati catturati nel gioco della falsa infante. E avevano pagato un prezzo anche più alto del loro, a quanto pareva.
    Ma qual'era lo scopo di tutto? Chi erano quegli individui apparentemente onnipotenti?

    « Ti ha... sottratto i ricordi? »
    incalzò un po' perplessa
    « Forse non sono stata così sfortunata allora... »
    si volse, e lo sguardo indugiò su una delle solide pareti

    REIEYES5_zps58bbbcbf

    « ...o fortunata. »

    Vi erano cose che avrebbe effettivamente preferito dimenticare, alcune anche piuttosto recenti. La nauseante sensazione che aveva provato a collaborare all'esecuzione di quei ribelli al terzo distretto le era rimasta appiccicata addosso, e ogni volta che ci ripensava le montava il desiderio di spaccare la testa di qualcuno. Una reazione piuttosto infantile a dei sensi di colpa, e probabilmente ne era anche abbastanza consapevole da infuriarsi ancora di più. Si costrinse a disfarsi di quei pensieri, girandosi nuovamente verso lo sconosciuto.

    « In ogni caso, mi pare evidente che abbiamo ben poco da fare se non aspettare che qualcuno venga a dirci come mai ci troviamo in gabbia. »
    accompagnò le sue parole sollevando le due mani in alto, cercando di attirare l'attenzione sulle strane manette
    « Decideremo cosa fare dopo. Puoi chiamarmi Rei. »

    "Dimitriy." rispose lui ermetico "Non dobbiamo attendere molto, arriva qualcuno."

    E difatti pochi istanti dopo la porta si aprì, lasciando il passo a due figuri armati in divisa militare blu. Rei li squadrò entrambi, rimanendo tuttavia in silenzio anche dopo le loro parole. Si limitò a gettare una fugace occhiata al nuovo compagno, giusto per osservare la sua reazione, dopodiché li seguì a sua volta. Forse a breve avrebbero scoperto qualcosa di più su dove erano, e soprattutto perché si trovavano in quella cella.

    S t a t u s

    ▌Stato fisico: Perfetto.
    ▌Stato mentale: Ancora scossa.
    ▌Mana: 100%

    P a s s i v e

    ▌Swift Bolt Agilità & Riflessi +50%
    ▌Only one way to live Resistenza a manipolazioni emotive & Resistenza al dolore fisico

    N o t e
    Niente da segnalare - i dialoghi son stati concordati in privato, ofc.


     
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    ??? {Rei, Dimitriy}

    Condotti fuori dalla cella, davanti ai loro occhi si staglia un lungo corridoio con decine di porte rinforzate tutte identiche. Non ci vuole molto per comprendere di trovarsi in una prigione. Illuminati dalle fioche luci di neon posti sul soffitto, il gruppo prosegue per una decina di minuti fino alle grosse grate di un un ampio ascensore. Il quattrocchi estrae dalla tasca una tessera che fa passare sopra a qualche strano meccanismo; il risultato è una luce verde ed un biglietto, per ora di sola andata, verso i piani superiori. Con il display che passa da B1 a 2, il viaggio prosegue in silenzio. Quando le porte si aprono di nuovo, i quattro si ritrovano in un grosso spiazzo semicircolare con pavimento in marmo bianco ed arazzi blu con l'effige di un falco d'argento. Poco più avanti, sulle doppie porte in legno pregiato, campeggia una targhetta dorata: “Generale Arthur Lowrence”.

    Due guardie armate, anch'esse con giubba blu e spada al fianco – ma nessuna linea sulle spalline -, portano la mano verso la fronte in un saluto militare per poi aprire i battenti e lasciar passare i due superiori con i prigionieri al seguito. «Maggiore Klaus Swiz al rapporto.» prorompe il moro non appena entrato. Incredibilmente non sembra trapelare quell'aria di insofferenza che lo ha accompagnato fino ad adesso. La stanza è piccola, ma accogliente. Al centro si trova una scrivania in mogano, così lucida da potercisi specchiare, con davanti due sedie imbottite dall'alto schienale. «C-capitano Loren Myter.» aggiunge a ruota l'altro, tenendo a freno il più possibile i balbettii. Dietro alla scrivania sembra esser stato ritagliato un “angolo da meditazione”, con tanto di bambù e cuscini su cui sedersi. «Abbiamo portato i due prigionieri, signore.» I due carcerieri si portano ai lati della stanza, lasciando gli intrusi a tu per tu con un generale insolitamente giovane.

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    «Così siete voi gli ospiti inattesi.» Il tono è serio o almeno non sembra una presa in giro. L'uomo, dopo un'aggiustatina alla montatura degli occhiali, prende in mano una cartella ed inizia a leggerne il contenuto. «Secondo il rapporto siete comparsi questo pomeriggio alle quindiciezeroquattro.» L'aroma di caffè, la cui tazza sulla scrivania è quasi sommersa dalle scartoffie, inonda la stanza. «Non potrei usare termine migliore. Avete eluso i sistemi d'allarme dell'Edificio1 e qualsiasi guardia nel perimetro. Eppure non avete forzato il Cancello Nord né quello Sud. Siete stati trovati privi di sensi nel Giardino delle Orchidee e, secondo la procedura zerocinque, arrestati e tenuti in quarantena per violazione del perimetro nobiliare.» Vi squadra attentamente entrambi. «Chi siete. Chi vi ha mandati e come avete fatto a superare la sicurezza. Se risponderete a queste tre domande richiederò una riduzione della vostra pena.» Poggia la cartella sopra ad una pila di fogli. «Oppure potete marcire in prigione. A voi la scelta.»

    Angolo del Master

    xTutti: Il generale è un'apoteosi di blu: capelli blu, occhi blu, giacca blu. Possiede inoltre un'aura passiva di carisma. Ricordo anche che siete partiti all'alba e, a suo dire, siete arrivati di pomeriggio (sempre se è vero che siete a Gradia). Non ci sono finestre per confermarlo, ma qualcosa non torna.

    Rei: te sei già stato a Gradia e beh, ti sembrano dei mostri? Tutti umani. Strano.

    Scadenza: 5 Febbraio



    Edited by Lùx - 31/1/2013, 23:20
     
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  5. _MajinZ_
     
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    Condotto fuori dalla cella insieme alla sua nuova compagnia di sventure, Dimitriy venne accolto da un lungo corridoio costellato di porte blindate tutte uguali, non gli ci volle molto a capire che quello non era altro che un carcere... ecco perché sentiva tutte quelle presenze intorno a se. Quel luogo gli ricordava tanto la base dell’Organizzazione, solo che li non vi erano i neon sul soffitto, o almeno, non era così ben illuminata e ben tenuta. Però alla fine era come una prigione, le porte delle stanze venivano chiuse e oltre una certa ora era impossibile uscire... erano semplicemente degli strumenti dell’Organizzazione, da usare solo al momento opportuno. Il biondo però aveva avuto il coraggio di scappare, probabilmente gli altri suoi “compagni” erano ancora rinchiusi tra quelle mura... ma ormai non era un suo problema, anche se al momento si trovava in una pessima situazione.
    I pensieri del giovane vennero interrotti quando il gruppo raggiunse davanti alle grate dell’ascensore, facendo si che il ramato tirasse fuori una specie di carta magnetica, passandola poi su uno strano meccanismo che subito dopo emanò una luce verde, lasciando fuoriuscire un biglietto... non era sicuramente una cosa comodissima, quella. Comunque subito dopo entrarono nell’ascensore in rigoroso silenzio, l’unico cambiamento riguardava il piccolo schermo che segnava i piani, che infatti passò dalla dicitura B1 a quella del secondo piano.
    Arrivati al piano prestabilito, le porte si aprirono e il quartetto si ritrovò in un’ampia sala dalla forma semicircolare, pavimentata con del marmo bianco e con le pareti ricoperte da diversi arazzi blu con l’effige di un falco argentato. Infine, sulla doppia porta poco più avanti, svettava una targhetta dorata con il nome del generale... quindi non erano dei prigionieri normali. Una volta giunti davanti alla porta, i soldati semplici fecero un saluto militare a quelli che dovevano essere i loro superiori, visto che sulle spalline avevano i gradi, a differenza di quei due. Subito dopo la porta si aprì, dando modo al gruppo di entrare all’interno dell’ufficio del Generale.
    La stanza non era molto grande, anche se l’ambiente era abbastanza accogliente. Al centro era presente una scrivania in legno scuro, così lucido da potercisi specchiare e, davanti ad essa, due poltrone imbottite dall’alto schienale. Oltre la scrivania però non sembrava esserci molta formalità, con tutto quel bambù e i cuscini comodi su cui sedersi... un luogo perfetto per meditare. Quando il sicario portò lo sguardo sul Generale, il blu lo investì in pieno: quel tizio indossava una divisa blu, aveva i capelli blu e anche gli occhi del medesimo colore. Inoltre si trattava di una persona piuttosto giovane per essere un alto ufficiale, a occhio e croce non sembrava molto più vecchio del russo.
    Quasi immediatamente l’uomo iniziò a parlare, mostrando un tono serio e professionale. Dopo essersi sistemato gli occhiali, l’ufficiale iniziò a leggere una cartella, la quale conteneva diverse informazioni riguardo le mosse degli intrusi... e Dimitriy non si meravigliò più: non ricordava nulla di quella cosa, eppure sembrava proprio che l’avesse fatto. Insieme a Rei poi, una ragazza che aveva conosciuto appena un quarto d’ora prima. Se ne sarebbe ricordato se avesse affrontato una missione di quel calibro insieme a lei, eppure non ricordava nulla di tutto ciò.
    «Chi siete. Chi vi ha mandati e come avete fatto a superare la sicurezza. Se risponderete a queste tre domande richiederò una riduzione della vostra pena.»
    Ordinò poi Arthur Lowrence, posando la cartella sulla pila di scartoffie che occupava la sua scrivania.
    «Oppure potete marcire in prigione. A voi la scelta.»
    Concluse infine, dando così modo ai due prigionieri di parlare. Dimitriy osservò per qualche attimo quell’uomo, squadrandolo con il suo sguardo di ghiaccio, mentre il viso era rilassato, per nulla turbato dalla situazione.
    Sergey Alexandrov.
    Esordì il russo, decidendo di optare per un approccio prudente... quelli non sembravano essere a conoscenza del suo vero nome, così decise di usarne uno falso, visto che la prudenza non era mai troppa. Il suo viso però rimase impassibile, ma infondo era stato addestrato a mentire.
    Beh, o il vostro sistema di sicurezza fa acqua da tutte le parti...
    Stava facendo dell’ironia?
    ...oppure qualcuno, forse qualcosa, ci ha mandato direttamente dentro il perimetro.
    Come dice lei ci avete trovati privi di sensi e non è una cosa normale, durante un’eventuale missione di infiltrazione, perdere i sensi di colpo. E poi, per quanto si possa essere abili, entrare qui dentro senza forzare nessun passaggio... credo sia impossibile.

    Disse il biondo con un tono freddo e serio, per poi fare una pausa e riprendere con un’ultima affermazione.
    Lei non crede?
    Domandò infine al Generale, cercando di fargli capire che non avevano fatto nulla di male, si trattava forse di un’incomprensione. E comunque quella situazione era più che strana, il blu diceva che erano stati rinvenuti nel pomeriggio... ma il biondo ricordava chiaramente che quando si era messo in marcia, era ancora l’alba. Che era successo in quell’ampio lasso di tempo? Non lo sapeva e come al solito la situazione iniziava a ingarbugliarsi sempre di più: gli sarebbe tornata sicuramente l’emicrania.



    Stato Fisico: Ottimale
    Stato Mentale: Concentrato
    Energia: 100%

    Passive:
    ₪ Vy ne mozhete vzyatʹ ~ Non puoi prendermi
    [Power Up Agilità 50% - Velocità 50%]

    ₪ Vy ne slyshite ~ Non puoi sentirmi
    [Il personaggio non produce nessun suono muovendosi]

    ₪ Vy ne mozhete vosprinimatʹ ~ Non puoi percepirmi
    [Anti-auspex: il personaggio riesce a eludere gli Auspex spirituali Passivi.]

    ₪ Instinkt ubiĭtsy ~ Istinto dell'Assassino
    [Passiva Auspex - 30 Metri]

    Equpaggiamento: NON PRESENTE
    ₪ Banket Krovi ~ Banchetto di Sangue
    Si tratta di un'arma all'apparenza semplice che però nelle mani giuste diventa un temibile strumento di morte. Essa si compone di un bracciale che avvolge interamente l'avambraccio ed è composta di una lega di metallo abbastanza leggera così da non divenire un ingombro ma un semplice prolungamento del corpo. La parte finale dello strumento è un guanto di pelle con una placca metallica sul dorso della mano che ovviamente è unita al meccanismo presente nell'avambraccio, con annesso una piccola leva metallica che finisce nel palmo della mano. Nell'istante in cui il biondo eserciterà una certa pressione sulla leva, dal meccanismo presente sul polso fuoriusciranno tre lame di acciaio temprato curiosamente rossastre della lunghezza di circa venticinque centimetri appuntite ed affilate, pronte a colpire il nemico di turno. Un'arma facile da nascondere ma letale se usata nel modo giusto.

    ₪ Oskolki Malinovyy ~ Schegge Cremisi
    Nell'addestramento per diventare un perfetto killer, alle giovani reclute viene fatta scegliere un'arma da corpo a corpo e una da lancio con cui addestrarsi. Quel giorno gli occhi di un giovane Dimitriy incontrarono quell'artiglio dalle lame cremisi e, accanto ad esso, quella serie di cinque pugnali da lancio di cui si innamorò. Ben presto iniziò ad addestrarsi nell'uso di quelle armi, recuperando i suoi coltelli dopo ogni uso: non se ne separava mai. Almeno fino al giorno in cui attraversò il portale, ritrovandosi così senza i suoi fidati e silenziosi dardi... anche se non ne fece una tragedia.
    Però quando rivide qualcosa di molto simile ai suoi pugnali, su una bancarella del Bazar, beh, non poté fare a meno di acquistarli.
    Il set è composto da cinque pugnali scarlatti lunghi circa una ventina di centimetri, forse un po' meno. Essi sono posizionati in diversi punti strategici sparsi tra le vesti dell'assassino, così da essere utilizzati in ogni situazione. Uno è situato nella manica del braccio sinistro, ad esempio, un altro nella caviglia e così via. Sono fatti di acciaio, non ha altro di particolare se non un certo valore affettivo.

    ₪ Occhio della Sirena
    L'artefatto si presenta come una biglia di vetro del diametro di una decina di centimetri. Utilizzando un consumo basso e mettendo a contatto un oggetto posseduto da chi si vuole rintracciare (o meglio ancora una parte del suo corpo come un capello), la sfera indicherà, tramite un raggio di luce, la direzione da seguire per raggiungerlo. Più a lungo l'oggetto è stato posseduto da chi si vuole rintracciare, migliore sarà l'effetto dell'artefatto.

    ₪ Croce della Dama
    La vera particolarità del pendente, però, è un'altra. Entrando in risonanza con essa e spendendo una porzione variabile di energia, si attiva una particolare barriera dalla forma sferica e dalle tonalità cremisi, la quale sarà in grado di respingere qualsiasi assalto magico gli venga scagliato contro, proteggendo il giovane da quell'elemento che non riesce a contrastare.
    [Oggetto + Tecnica Variabile]

    Tecniche:
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    DIVIDERPOSTREI
    VI



    Nel silenzio del tragitto, Rei ebbe modo di ripensare con maggiore lucidità agli ultimi avvenimenti, in particolare il discorso precedente con Deus Ex Machina; la divinità parlava di Alfieri come se conoscesse bene la terra di Endlos, ma cosa ancor più preoccupante, pareva decisamente convinta di poter fare del semipiano quel che desiderava. Purtroppo, la guerriera non aveva alcuna idea su come ostacolare i suoi piani. Come al solito, si trovava nella condizione di non capire niente di quanto stesse succedendo. Troppi eventi si erano susseguiti senza che vi riuscisse a individuare dei punti fermi ai quali aggrapparsi e ragionare; a dirla tutta, non era ancora completamente sicura di essere sveglia. Quante volte aveva riaperto gli occhi in un altro mondo, in un altro spazio, in un altro tempo?

    Troppe cose rimanevano incerte; sembrava quasi ogni passo invece di avvicinarla alla soluzione la portasse ancor più lontano dalla verità. Per esempio ora: come diavolo aveva fatto a finire in una prigione? E quelle pareti d'acciaio? Ascensori, meccaniche elettroniche, soldati in divisa... davvero erano a Gradia? Non era così che rimembrava la città perfetta. Nelle sue memorie erano ancora vivide le strade sudice e polverose del Sesto Distretto, e i suoi abitanti ridotti ad aberrazioni sempre meno umane. Lì invece era tutto ordinato, marzialmente perfetto - una perfezione che la disgustava e che le ricordava cose ancor meno piacevoli della miseria dei bassifondi. Tuttavia le circostanze non le lasciavano molto spazio per manifestare la sua disapprovazione, e una volta nell'ufficio del comandante le cose peggiorarono ulteriormente. Era fin troppo abituata a venire accusata di questo e di quell'altro, ma per lo meno di solito sapeva d'esser o meno colpevole; non che sarebbe cambiato molto in ogni caso, vista la sua particolare avversione all'autorità.

    « Beh, per quello che ne sappiamo potrebbe anche essere possibile. »

    Si inserì gelida, subito dopo che Dimitriy ebbe concluso di parlare, fissando l'uomo dietro la scrivania senza fingere una falsa cortesia. Non aveva idea di chi fosse, e non le sarebbe neppure importato saperlo - se solo non fosse stata l'unica persona dalla quale potevano estrapolare qualche informazione al momento.

    « Risponderò alle sue domande, con ordine. »
    chiuse le palpebre un istante, prendendo respiro
    « Sono una donna in manette che non ha idea del perché si sia svegliata in un buco simile; sono una donna in manette che prima di riprendersi in una cella sconosciuta stava avendo una spiacevole conversazione con una ragazzina che risponde al nome Deus Ex Machina; la donna in manette qui presente presume sia stata lei a spedirla qui, contro la sua volontà. »
    volle marcare le ultime parole, più che sincere
    « La donna in manette non ha neanche idea di che sicurezza lei stia parlando. Anzi, diciamo che non sa proprio niente di quello che le sta capitando ultimamente, ma visto che ormai è diventata quasi routine, si è rassegnata all'idea - è per questo che forse le può apparire così... fredda, nonostante l'evidente situazione sfavorevole. »

    Distolse lo sguardo per un attimo e lasciandolo vagare per il resto della camera. Parecchio ordinata, pulita, proprio come l'atrio precedente. Forse si trovavano in un quartiere di Gradia che non avevano visitato al loro primo giro, uno di quelli più alti per esempio.

    « Sono stata abbastanza esaustiva? »
    gli occhi si spostarono nuovamente sull'ufficiale
    « Ora immagino che ci tocchi un'esecuzione sommaria o una carcerazione a vita, vista l'inarrestabile ondata di belle cose che mi ha travolto in questo strano periodo della mia vita. Quindi suppongo le serva un nome da inserire in un registro o da mettere su una lapide, e 'donna in manette' suona così male... »
    le labbra si distorsero in una smorfia, per un attimo solo
    « ...quindi può chiamarmi Rei. »

    S t a t u s

    ▌Stato fisico: Perfetto.
    ▌Stato mentale: Nervosa.
    ▌Mana: 100%

    P a s s i v e

    ▌Swift Bolt Agilità & Riflessi +50%
    ▌Only one way to live Resistenza a manipolazioni emotive & Resistenza al dolore fisico

    N o t e
    L'influenza del tizio non ha effetto per via della passiva di resistenza psionica.


     
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    ??? {Rei, Dimitriy}

    Alle parole del russo Loren sorride imbarazzato grattandosi la testa, quasi le avesse dette lui, mentre Klaus pronuncia chiaramente a denti stretti un “questo stronzo” e sembra sul punto di estrarre la spada per dirgliene quattro. Per fortuna ad interrompere ogni iniziativa giunge lo sguardo del generale – a dir poco fulminante – in modo che anche la ragazza possa rispondere alle domande.

    «Sergey Alexandrov e Rei, quindi.» Il tono di voce è calmo, per nulla perturbato dalle frecciatine. «Si, credo anch'io che la vostra situazione sia inusuale, specialmente ora che il Primo Distretto è in codice di allarme Prussian Blue. Altrimenti non vi avrei convocato qui per un interrogatorio di persona.» Ticchetta con l'indice sul tavolo. «Una bambina. Non ho mai sentito di nessuna Deus Ex Machina, ma se è una bambina potrebbe essere la Principessa. Se è vero, significa soltanto che dal Secondo Distretto...» Si blocca di colpo a metà della frase non appena il vociare all'esterno si fa più forte.

    Neanche un secondo dopo la porta si spalanca di colpo. Ad entrare di forza è una donna sui venticinque anni dall'intricata capigliatura rosa, ornata di gemme e gioielli, sul cui viso sono state tatuate linee dorate. Con entrambe le mani tiene alzata la gonna di broccato arancione, cosa che le ha permesso di aprire la porta con un calcio. «Contessa Shilfold, non può irrompere così durante un interrogatorio. Si calmi!» le urla dietro un'altra donna con indosso la divisa blu dei soldati. Sulle spalline porta due linee dorate. La frase non sembra fare alcun effetto, anzi, l'espressione della nobile pare ancora più furiosa. Il generale sospira brevemente, poi mostra un abbozzo di sorriso. Da come è rigido sembra più un dovere che un piacere.

    blue2_zps80909e25

    «Se avessimo saputo della vostra visita avremmo allestito il tutto in un ambiente più consono.» Con un gesto della mano blocca ogni altro tentativo della soldatessa di fermare la donna. «Ed è di nuovo senza scorta armata. Mi sembra di averle spiegato che è rischioso girare senza protezione.» La Contessa digrigna i denti. «State per caso ordinando qualcosa a me, Generale Lowrence?» L'uomo scuote la testa. «Non mi permetterei mai. Ma la vostra vita è preziosa per noi e per l'intero Primo Distretto. Apprezzerei molto ci concedesse il privilegio della vostra fiducia e l'onore di poterla proteggere.»

    La nobile sembra pensarci un attimo, poi annuisce. «Ad ogni modo ciò è irrilevante. Sono venuta per requisire i prigionieri.» Loren boccheggia. Klaus si porta la mano al volto e sembra sul punto di svenire. «Capisco.» risponde laconico il Generale «E' un vostro diritto. Ma vi pregherei di portare con voi uno dei miei uomini, in qualità di vostra scorta.» Una proposta che non si può rifiutare ed è una piccola vittoria nella sconfitta. Neanche aspetta un cenno di assenso che prosegue con gli ordini. «Colonnello Maria Rython, scortate la Contessa Shilfold ed i due prigionieri ai suoi alloggi.» La soldatessa replica con un saluto militare ed il gruppo può finalmente muoversi.

    ~

    L'atmosfera non è delle migliori. La Contessa pare una nube temporalesca e procede con passo affrettato, mentre la ragazza bionda sembra tenere un'espressione da paresi facciale. Senza contare lo status di “prigionieri” che causa un po' di occhiatacce dagli altri soldati incrociati lungo il cammino. Dopo aver preso l'ascensore per il piano “1” ed aver attraversato una decina di corridoi, finalmente il gruppo arriva ad un portico che affaccia su di un enorme giardino. Aiuole di ogni colore, intervallate da fontane in marmo bianco, circondano un piccolo palazzo a due piani posto al centro del parco. Quando i quattro giungono di fronte al massiccio portone in legno due enormi guardie in armatura – fin troppo grosse per essere delle normali persone – si fanno da parte e li lasciano passare.

    L'interno non è meno sfarzoso dell'esterno, ma i due fanno appena in tempo ad osservare i candelabri in oro e cristallo o le tende in seta pregiata che vengono fatti accomodare nella prima stanza a destra. Al centro della sala, presumibilmente una camera da letto, è stato posto un baldacchino in ebano ed avorio i cui veli azzurri coprono chi vi è adagiato. Dai piedi del letto si espande un tappeto circolare che copre quasi tutto il pavimento, finemente decorato con fili in oro ed argento e raffigurante delle orchidee che si intrecciano tra loro. Sul muro opposto all'ingresso è stato affisso un enorme quadro raffigurante un giovane nobile, la cui visibilità è compromessa dalla scarsa luce che passa attraverso le tende. La Contessa prosegue, arrivando nei pressi del baldacchino e posizionandosi al lato, mentre Maria rimane accanto ai due prigionieri pronta ad intervenire.

    «Spero comprendiate i metodi non proprio ortodossi.» La voce risuona in tutta la stanza. Nessuna delle due donne sembra fare una piega. «Un anno fa, tre eroi combatterono contro il Gran Prince e lo uccisero. Una morte che ha condotto anche a quella degli altri Alti Nobili. Una morte che ha sconvolto Gradia nel profondo. Si dice che una dei tre fosse una donna dai capelli rosa. Una donna che è giunta nuovamente tra noi con un compagno. Cosa ti ha condotto nuovamente a Gradia?» Poi silenzio. La Contessa squadra i due, poi fissa lo sguardo su Rei. «Il Duca Tristan Byral ti ha fatto una domanda, ragazza.»

    Angolo del Master

    xTutti: Le guardie son fatte così [Link] mentre il quadro raffigura lui [Link]

    Scadenza: 10 Febbraio

     
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  8. _MajinZ_
     
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    Le parole pronunciate con quel briciolo di sarcasmo, da parte di Dimitriy, causarono reazioni differenti negli ufficiali presenti nella sala. Uno di questi, diversamente dagli altri, lasciò che il nervosismo prendesse il sopravvento, lanciando un epiteto poco simpatico nei confronti del biondo che però, dal canto suo, si limitò ad ignorare quei due vocaboli. Tutto quel turbamento venne comunque messo a tacere dal Generale, il quale dopo aver scagliato un’occhiataccia ai suoi sottoposti, diede modo anche alla ragazza di rispondere alle domande poste.
    Arthur Lowrence rimase comunque impassibile davanti alle frecciatine, infatti con un tono calmo iniziò a parlare, dando a suo modo ragione al Russo. Inoltre sembrava che un distretto della città fosse nei guai a causa di un codice d’allarme definito “Prussian Blue”: ovvero l’unico motivo per cui lui e la sua compagna di disavventure si trovavano in quel momento a discorrere con l’alta carica militare. Comunque, quando il discorso cadde sulla Bambina Terribile, il blu ne parve incuriosito ma non solo, infatti secondo lui poteva trattarsi di una certa Principessa... ma un improvviso evento fece finire prematuramente il discorso dell’alto ufficiale, lasciando il biondo abbastanza seccato.
    Ad un tratto la porta si spalancò di colpo, come presa a calci, lasciando entrare all’interno dell’ampia stanza una donna dalla particolare chioma rosata (ancora), seguita da un’altra donna con una divisa dai gradi dorati, che faceva di tutto per cercare di fermala, ma ogni sua protesta si rivelò inutile. Bastò un cenno della mano del Generale Lawrence per fermare la soldatessa, ribadendo come fosse abbastanza pericoloso per la viziata andare in giro senza una scorta. Lei non la prese bene, queste donne erano sempre piuttosto esibizioniste, si ritrovò a pensare Dimitriy. In qualche modo, comunque, le parole dell’uomo tutto blu riuscirono a calmare la donna, la quale dopo averci pensato un attimo annuì... per poi pronunciare alcune parole che fecero inarcare un sopracciglio all’assassino. Doveva requisire i prigionieri e la cosa non andava molto giù al ragazzo, che voleva sapere ancora molte cose.
    Il padrone di casa non poté fare molto, anzi, non fece proprio nulla per opporsi, riuscendo comunque ad ottenere una piccola vittoria riguardo alla questione scorta. In seguito ad una serie di saluti militari, mal sopportati dal sicario, il gruppo lasciò l’ufficio del Generale seguendo la pazza dai capelli rosa e seguiti a ruota dall’ufficiale bionda. Così la donna iniziò a camminare con un passo frettoloso, seguita a ruota dai due prigionieri ai quali venivano rivolte delle pessime occhiate dagli altri soldati, occhiate a cui l’Eversore rispondeva con una fredda indifferenza... a chiudere la fila invece c’era la soldatessa che sembrava quasi la versione femminile dell’assassino.
    In seguito ad un nuovo viaggio in ascensore, per raggiungere stavolta il primo piano, un nuovo dedalo di corridoi accolse il biondo, il quale in quel momento si rese conto del grande numero di presenze che riusciva a percepire: proprio come nel carcere prima, anche quel luogo pullulava di vite. Una volta usciti in un variopinto giardino, i quattro si mossero verso un massiccio portone sorvegliato da due enormi soldati che di umano avevano ben poco, visto che il naufrago non riusciva a percepire nulla... che quelle armature fossero in realtà vuote? Beh, lui non bramava di certo di saperlo.
    Anche quell’edificio era sfarzoso così come gli altri, ma il giovane non ebbe molto tempo per osservare l’arredamento, visto che il suo viaggio si concluse oltre la prima porta a destra. Dimitriy ben presto si rese conto che si trattava di una camera da letto, con tanto di baldacchino e a giudicare dalle percezioni sensoriali, qualcuno riposava sotto quelle lenzuola azzurre. Sul muro opposto all’ingresso, inoltre, era affisso un dipinto che mostrava un giovane dai particolari abiti azzurri e bianchi, mentre i suoi capelli erano biondi e dietro gli occhiali le iridi erano azzurre. Infine la nobile si accostò al letto e poco dopo una voce si fece sentire, scusandosi per il comportamento mostrato.
    Successivamente il dormiglione iniziò a parlare, raccontato di una storia avvenuta un anno prima che, tanto per cambiare, aveva una donna dai capelli rosa come protagonista... anche se quella ragazza sembrava essere proprio quella che il biondo aveva al suo fianco. E fu proprio a lei che l’altro fece quella domanda, anche se non era subito comprensibile e ci volle l’esortazione della... serva? Per esortare l’altra a rispondere. Dimitriy dal canto suo sospirò, restando in silenzio mentre lanciava qualche sguardo intorno a se, per poi soffermarsi sul Duca.



    Stato Fisico: Ottimale
    Stato Mentale: Concentrato, leggermente seccato
    Energia: 100%

    Passive:
    ₪ Vy ne mozhete vzyatʹ ~ Non puoi prendermi
    [Power Up Agilità 50% - Velocità 50%]

    ₪ Vy ne slyshite ~ Non puoi sentirmi
    [Il personaggio non produce nessun suono muovendosi]

    ₪ Vy ne mozhete vosprinimatʹ ~ Non puoi percepirmi
    [Anti-auspex: il personaggio riesce a eludere gli Auspex spirituali Passivi.]

    ₪ Instinkt ubiĭtsy ~ Istinto dell'Assassino
    [Passiva Auspex - 30 Metri]

    Equpaggiamento: NON PRESENTE
    ₪ Banket Krovi ~ Banchetto di Sangue
    Si tratta di un'arma all'apparenza semplice che però nelle mani giuste diventa un temibile strumento di morte. Essa si compone di un bracciale che avvolge interamente l'avambraccio ed è composta di una lega di metallo abbastanza leggera così da non divenire un ingombro ma un semplice prolungamento del corpo. La parte finale dello strumento è un guanto di pelle con una placca metallica sul dorso della mano che ovviamente è unita al meccanismo presente nell'avambraccio, con annesso una piccola leva metallica che finisce nel palmo della mano. Nell'istante in cui il biondo eserciterà una certa pressione sulla leva, dal meccanismo presente sul polso fuoriusciranno tre lame di acciaio temprato curiosamente rossastre della lunghezza di circa venticinque centimetri appuntite ed affilate, pronte a colpire il nemico di turno. Un'arma facile da nascondere ma letale se usata nel modo giusto.

    ₪ Oskolki Malinovyy ~ Schegge Cremisi
    Nell'addestramento per diventare un perfetto killer, alle giovani reclute viene fatta scegliere un'arma da corpo a corpo e una da lancio con cui addestrarsi. Quel giorno gli occhi di un giovane Dimitriy incontrarono quell'artiglio dalle lame cremisi e, accanto ad esso, quella serie di cinque pugnali da lancio di cui si innamorò. Ben presto iniziò ad addestrarsi nell'uso di quelle armi, recuperando i suoi coltelli dopo ogni uso: non se ne separava mai. Almeno fino al giorno in cui attraversò il portale, ritrovandosi così senza i suoi fidati e silenziosi dardi... anche se non ne fece una tragedia.
    Però quando rivide qualcosa di molto simile ai suoi pugnali, su una bancarella del Bazar, beh, non poté fare a meno di acquistarli.
    Il set è composto da cinque pugnali scarlatti lunghi circa una ventina di centimetri, forse un po' meno. Essi sono posizionati in diversi punti strategici sparsi tra le vesti dell'assassino, così da essere utilizzati in ogni situazione. Uno è situato nella manica del braccio sinistro, ad esempio, un altro nella caviglia e così via. Sono fatti di acciaio, non ha altro di particolare se non un certo valore affettivo.

    ₪ Occhio della Sirena
    L'artefatto si presenta come una biglia di vetro del diametro di una decina di centimetri. Utilizzando un consumo basso e mettendo a contatto un oggetto posseduto da chi si vuole rintracciare (o meglio ancora una parte del suo corpo come un capello), la sfera indicherà, tramite un raggio di luce, la direzione da seguire per raggiungerlo. Più a lungo l'oggetto è stato posseduto da chi si vuole rintracciare, migliore sarà l'effetto dell'artefatto.

    ₪ Croce della Dama
    La vera particolarità del pendente, però, è un'altra. Entrando in risonanza con essa e spendendo una porzione variabile di energia, si attiva una particolare barriera dalla forma sferica e dalle tonalità cremisi, la quale sarà in grado di respingere qualsiasi assalto magico gli venga scagliato contro, proteggendo il giovane da quell'elemento che non riesce a contrastare.
    [Oggetto + Tecnica Variabile]

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    DIVIDERPOSTREI
    VII



    Rimase un po' sorpresa dall'accomodanza con la quale il generale rispose alle sue spiegazioni, tanto che arrivò quasi a pensare che forse avevano ancora qualche speranza; almeno fino a quando quella nobile dai modi pericolosamente simili a quelli di Deus Ex Machina fece irruzione nella stanza, reclamando un presunto diritto che aveva su di loro. La cosa non le piaceva molto, ma da quando una 'donna in manette' aveva modo di decidere del suo destino? Al massimo poteva apprendere da quelle spiacevoli esperienze un'inusuale associazione fra il colore dei capelli e il carattere irascibile delle 'rosate', profilo in cui peraltro rientrava a sua volta.
    Si limitò dunque ad esprimere il suo dissenso sbuffando, per poi seguire le due per i corridoi.

    Ripensando alle parole dell'ufficiale, si disse che aveva visto giusto sulla natura dello sfarzo del luogo; erano finiti in un distretto precedentemente inesplorato di Gradia, più precisamente quello dei nobili, anche se rimaneva poco chiaro il come e soprattutto il perché quella pazza furiosa aveva deciso di spedirli proprio lì. Sperava forse che rimanessero imprigionati mentre lei metteva in atto i suoi misteriosi piani? Non poteva essere: se avesse desiderato levarli di mezzo avrebbe potuto farlo facilmente con uno schiocco di dita.

    « ... »

    Giunta dinanzi alle colossali guardie d'acciaio - che le ricordavano tanto i Vigilantes del sesto distretto - Rei si lasciò alle spalle le congetture e superò la soglia di quella che sembrava essere una camera da letto. Poco dopo una voce maschile rieccheggiò nella sala, trasportando parole che la colpirono come dei sassi in faccia. Un anno fa? Impossibile. Al massimo erano trascorsi un paio di giorni da quando la spirale di eventi si era messa in moto; oltretutto lei non aveva ucciso il vero Gran Prince, stando a quello era riuscita a comprendere successivamente. Anche i fatti lo dimostravano: Faustus era un'automa, fatto di ferro e olio da motore, un fantoccio di metallo vestito da principe.

    La cosa la prese comunque alla sprovvista, tant'é che per diversi secondi rimase in silenzio, senza rispondere... almeno fino all'esortazione della Contessa, alla quale Rei ricambiò con un'occhiataccia.

    « Non ricordo di aver ucciso nessun Gran Prince. »

    Rispose seccamente, lasciando trascorrere diversi secondi dopo quell'affermazione - in maniera tale che il concetto fosse ben metabolizzato dalle persone che si trovavano in quella camera, e dalle quali con tutta probabilità dipendeva sia il suo destino che quello del biondo.

    « Ricordo bene invece di aver staccato la testa a un automa particolarmente determinato a uccidermi.»
    fissò i tendaggi del baldacchino, nel tentativo di cogliere qualche movimento aldilà
    « Ma tutto questo non è successo più di un paio di giorni fa. »

    Altra pausa, altro scambio di sguardi con la contessa - nel tentativo di decifrarne le espressioni.
    Odiava ammetterlo, ma doveva stare attenta a quel che diceva.

    « Ho in seguito scoperto che si chiamava Faustus e che era un falso. E no, prima che ve lo chiediate, non sapevo fosse un impostore quando ho cercato di eliminarlo. Ma del resto è anche vero che è stato lui ad attaccare per primo, quindi se l'è cercata. »

    Aggiunse leggermente innervosita; sentiva le manette sfregare sui polsi, e sapeva che non avrebbe potuto fare lo stesso se la "scorta" della contessa avesse deciso di replicare.

    « Non so altro, ho già detto tutto quello che potevo al vostro generale. Non è stata una mia scelta ritornare qui, e a dirla tutta un viaggio dimensionale non era previsto neppure la prima volta. »
    abbassò un poco lo sguardo
    « Dovevamo soltanto investigare un'anomalia. »

    Era la verità, sicuramente, ma lei aveva sempre sperato di imbattersi in qualche tipo di varco nel corso della spedizione; era per quello che aveva inizialmente accettato. Ora forse, ripensandoci, sarebbe stato meglio non aver mai seguito i Saggi in quella missione. Rischiare la pelle era normale nel suo lavoro, ma se davvero era trascorso un anno in un così breve frangente, significava che era rimasta intrappolata in qualche dimensione dove il tempo scorreva diversamente.
    Il pensiero la rendeva irrequieta.

    S t a t u s

    ▌Stato fisico: Perfetto.
    ▌Stato mentale: Nervosa.
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    ??? {Rei, Dimitriy}

    «Nessun falso.» La voce sembra quasi titubante. Forse non erano le parole che avrebbe voluto sentire. «Faustus è stato l'unico Gran Prince che io ricordi. E la stessa certezza la ho sul tempo. La sua morte è avvenuta oltre un anno fa ed ha sconvolto l'intera Gradia. Ora ho la conferma che sia stata la tua mano e per questo ti sono grato. Sei giunta qui di nuovo con un compagno e non posso che accogliervi come miei ospiti. Liberateli.»

    Maria per la prima volta ha un accenno di reazione – un'alzata di sopracciglio – ma esegue rapidamente un inchino, poi estrae dalla tasca del pastrano un piccolo cubo di metallo. Le basta avvicinarlo alle manette che le rune si illuminano ed eccole cadere a terra divise in due parti. Nonostante tutto continua a fissare i due con l'attenzione di chi si aspetta di tutto. «Non so perché sei tornata o dove siano gli altri due tuoi compagni, ma non poteva accadere in un momento migliore.» Un sussurro proviene dalla tenda e la Contessa sgrana gli occhi, poi scuote la testa in segno di diniego. Risponde sottovoce, poi ascolta di nuovo e questa volta fa leggermente segno di si. Gli occhi sembrano carichi di tristezza. «E' giusto così, amore. Se devo chieder loro un favore è giusto che mostri a loro la verità.» Lei sospira, poi scosta i veli del baldacchino.

    duca_zps1f6e3b4c

    Disteso sul letto vi è un uomo, immobile come una salma e con indosso una veste di raffinata seta azzurra. Ogni centimetro del suo corpo è ricoperto da bende, mentre il sul volto è adagiata una maschera d'argento. La nobile gli sfiora dolcemente la mano. «Quando Faustus impazzì mi opposi strenuamente a lui, guidando una coalizione con lo scopo di deporlo. Per questo decise di mettermi a tacere e, non potendo uccidere pubblicamente un nobile, avvelenò i miei pasti fino a rendermi in questo stato. Dapprima sembrò un comune malessere, ma rapidamente divenne ciò che potete vedere: il mio corpo si decompone ogni minuto che passa. Quando non ebbi più la forza di fronteggiarlo mi esiliò dal Castello e mi lasciò qui, nel Primo Distretto, a morire. Eppure è stato lui il primo ad andarsene; ironia della sorte. Con lui deceduto ed il Castello attualmente inaccessibile, sono io a rivestire la carica più alta su Gradia. Ma la situazione non è per nulla limpida. Tormentati dalle angherie del Gran Prince, i cittadini di Gradia vogliono spargere il caos. Ora più che mai abbiamo bisogno di voi. Ci aiuterete ancora una volta?»

    Angolo del Master

    xTutti: senza più le manette avete di nuovo la possibilità di usare tecniche attive.

    Scadenza: 13 Febbraio

     
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    Dimitriy rimase chiuso nel suo silenzio mentre assisteva a quegli eventi, visto che nessuno al momento l’aveva ancora interpellato... i suoi occhi di ghiaccio si posarono quindi sulla ragazza al suo fianco, la quale dopo un attimo di esitazione iniziò a parlare, anche se la risposta non era proprio adeguata a quella domanda. Tutta quella situazione sembrava un grosso equivoco, eppure le parole dell’allettato sembravano piuttosto sicure, non vi erano dubbi in esse. Però non si poteva essere sicuri che fossero vere, visto che da quando aveva avuto inizio l’intera storia, erano accadute numerose cose strane... per quel che non potevano sapere, magari tutta quella storia era opera di quei pazzi che si atteggiavano a Dei.
    Rei comunque diede la sua versione dei fatti, anche se quella versione non sembrava soddisfare il Duca, il quale subito dopo aggiunse che l’uomo... l’essere eliminato non era un falso. Lo ammise con una voce titubante, probabilmente si aspettava una risposta differente. Tuttavia l’uomo sembrò quasi sollevato da quella notizia, felice che fosse stata la rosa ad aver compiuto quel gesto così estremo, una cosa che tornò utile anche al russo. Infatti il nobile ordinò all’ufficiale li presente di liberare i prigionieri e la guardia, dopo qualche attimo di sorpresa, eseguì gli ordini tirando fuori un piccolo cubo metallico che, dopo essere stato accostato alle manette, le rune incise sopra reagirono e la costrizione della manette venne meno, facendo si che cadessero al suolo divise in due parti.
    L’assassino si massaggiò i polsi con le mani, non era proprio abituato ad essere ammanettato... anzi, forse era meglio dire che aveva perso l’abitudine. Comunque la voce continuò a parlare, sembrava proprio che la loro presenza si fosse rivelata propizia. Successivamente ci fu uno scambio di sussurro tra l’uomo a letto e l’altra donna dai capelli rosa, la quale sgranò gli occhi e fece segno di diniego con la testa... alla fine però sembrò cedere e anche se con gli occhi carichi di tristezza, scostò le tende del baldacchino rivelando così il possessore della stanca voce.
    Quello disteso sul letto, immobile, aveva quasi l’aspetto di un cadavere. Indossava una veste di una raffinata stoffa azzurra e ogni centimetro del suo corpo era ricoperto da bende, infine il suo volto era nascosto da una maschera d’argento. Il russo osservò la donna sfiorare la mano del malato, questo iniziò a raccontare di come fosse finito in quello stato. Sembrava il risultato di un subdolo e lento tentativo di omicidio, perpetrato tramite l’infido uso del veleno, un metodo di omicidio che il biondo aveva sempre disprezzato: era come colpire alle spalle. Ma, ironia della sorte, era stato proprio il mandante a morire per primo. Sulle spalle di quell’uomo vi erano le sorti dell’intero regno, il quale versava in condizioni critiche e il reggente aveva bisogno di aiuto.
    Dimitriy volse lo sguardo prima in direzione della donna accanto al letto, puntando infine il ghiaccio sul barone, per poi prendere la parola.
    Per quanto mi riguarda... Rei può anche aiutarvi, ma io ho bisogno di certezze.
    Il sicario fece una pausa, rivelandosi freddo davanti alla situazione di chi chiedeva aiuto: aveva visto situazioni peggiori, ciò non lo spaventava. Però alla fine lui era un mercenario e, visto che quella situazione non lo interessava da vicino, il suo aiuto andava pagato, in qualche modo.
    Cosa avrò in cambio decidendo di aiutarla?
    Il suo sguardo si assottigliò appena, poteva sembrare spietato ma in ballo c’era la sua stessa vita... inoltre aveva una missione da compiere, non poteva lasciarsi prendere dai sentimentalismi come aveva fatto a Serendip, dove aveva davvero sfiorato la morte.
    Mi dispiace, ma io non lavoro gratis.
    Concluse infine, mostrandosi abbastanza distaccato. In realtà non gli importava molto della ricompensa, il suo scopo era capire quanto ci si poteva fidare di quelle persone, evitando di farsi impietosire dalla condizione del Duca: era fin troppo semplice cedere alle richieste di un moribondo, ma in quel caso non poteva permettersi di essere troppo buono.



    Stato Fisico: Ottimale
    Stato Mentale: Concentrato
    Energia: 100%

    Passive:
    ₪ Vy ne mozhete vzyatʹ ~ Non puoi prendermi
    [Power Up Agilità 50% - Velocità 50%]

    ₪ Vy ne slyshite ~ Non puoi sentirmi
    [Il personaggio non produce nessun suono muovendosi]

    ₪ Vy ne mozhete vosprinimatʹ ~ Non puoi percepirmi
    [Anti-auspex: il personaggio riesce a eludere gli Auspex spirituali Passivi.]

    ₪ Instinkt ubiĭtsy ~ Istinto dell'Assassino
    [Passiva Auspex - 30 Metri]

    Equpaggiamento: NON PRESENTE
    ₪ Banket Krovi ~ Banchetto di Sangue
    Si tratta di un'arma all'apparenza semplice che però nelle mani giuste diventa un temibile strumento di morte. Essa si compone di un bracciale che avvolge interamente l'avambraccio ed è composta di una lega di metallo abbastanza leggera così da non divenire un ingombro ma un semplice prolungamento del corpo. La parte finale dello strumento è un guanto di pelle con una placca metallica sul dorso della mano che ovviamente è unita al meccanismo presente nell'avambraccio, con annesso una piccola leva metallica che finisce nel palmo della mano. Nell'istante in cui il biondo eserciterà una certa pressione sulla leva, dal meccanismo presente sul polso fuoriusciranno tre lame di acciaio temprato curiosamente rossastre della lunghezza di circa venticinque centimetri appuntite ed affilate, pronte a colpire il nemico di turno. Un'arma facile da nascondere ma letale se usata nel modo giusto.

    ₪ Oskolki Malinovyy ~ Schegge Cremisi
    Nell'addestramento per diventare un perfetto killer, alle giovani reclute viene fatta scegliere un'arma da corpo a corpo e una da lancio con cui addestrarsi. Quel giorno gli occhi di un giovane Dimitriy incontrarono quell'artiglio dalle lame cremisi e, accanto ad esso, quella serie di cinque pugnali da lancio di cui si innamorò. Ben presto iniziò ad addestrarsi nell'uso di quelle armi, recuperando i suoi coltelli dopo ogni uso: non se ne separava mai. Almeno fino al giorno in cui attraversò il portale, ritrovandosi così senza i suoi fidati e silenziosi dardi... anche se non ne fece una tragedia.
    Però quando rivide qualcosa di molto simile ai suoi pugnali, su una bancarella del Bazar, beh, non poté fare a meno di acquistarli.
    Il set è composto da cinque pugnali scarlatti lunghi circa una ventina di centimetri, forse un po' meno. Essi sono posizionati in diversi punti strategici sparsi tra le vesti dell'assassino, così da essere utilizzati in ogni situazione. Uno è situato nella manica del braccio sinistro, ad esempio, un altro nella caviglia e così via. Sono fatti di acciaio, non ha altro di particolare se non un certo valore affettivo.

    ₪ Occhio della Sirena
    L'artefatto si presenta come una biglia di vetro del diametro di una decina di centimetri. Utilizzando un consumo basso e mettendo a contatto un oggetto posseduto da chi si vuole rintracciare (o meglio ancora una parte del suo corpo come un capello), la sfera indicherà, tramite un raggio di luce, la direzione da seguire per raggiungerlo. Più a lungo l'oggetto è stato posseduto da chi si vuole rintracciare, migliore sarà l'effetto dell'artefatto.

    ₪ Croce della Dama
    La vera particolarità del pendente, però, è un'altra. Entrando in risonanza con essa e spendendo una porzione variabile di energia, si attiva una particolare barriera dalla forma sferica e dalle tonalità cremisi, la quale sarà in grado di respingere qualsiasi assalto magico gli venga scagliato contro, proteggendo il giovane da quell'elemento che non riesce a contrastare.
    [Oggetto + Tecnica Variabile]

    Tecniche:
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    Note: \\
     
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  12. R e i
     
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    DIVIDERPOSTREI
    VIII



    Quando le manette caddero a terra Rei emise un sospiro di sollievo; per fortuna aveva scelto le parole giuste.
    Oh beh, più o meno, a giudicare dal tono di voce del Duca. Ma poco importava: erano liberi e non condannati a qualche morte atroce.

    « Grazie, cominciavano a dar fastidio. »

    Disse con voce neutra alla soldatessa, massaggiandosi i polsi e ascoltando con attenzione il discorso dell'individuo che un tempo doveva essere stato un uomo, e che ora non era altro che una salma parlante sempre più vicina al disfacimento terminale. Una sorte terribile, alla quale lei avrebbe senza alcun ombra di dubbio preferito la morte. Chissà se il Duca persisteva perché terrorizzato dall'oblio che lo attendeva, o se invece per pura e ostinata determinazione nel voler onorare il proprio dovere di regnante. Ad ogni modo, quando terminò di parlare, Rei si prese qualche istante di raccoglimento, incrociando le braccia sotto il petto e riflettendo attentamente sulla situazione.
    Quando Dimitriy ebbe finito di elencare le proprie brevi condizioni, prese parola.

    « Io so già cosa chiedere in cambio. »
    esordì con espressione seria, fissando la maschera del duca lì dove si sarebbero dovuti celare gli occhi
    « Sono disposta ad aiutarvi a una semplice condizione.»

    REIFACE9_zps7cb42b67

    « Voglio avere accesso al vostro archivio informazioni. Desidero sapere la storia di Gradia dall'inizio alla fine, tutto quello che è successo nel corso degli anni fino ad oggi. E ne voglio una copia da poter tenere con me. »

    Una richiesta insolita? Forse, ma per lei era diventata una questione estremamente importante. Intrappolata in un vortice di eventi senza capo né coda, era indispensabile che avesse con sé gli strumenti per comprenderne le dinamiche, oltre a una prova fisica che le consentisse di aver la certezza di non essere in un sogno. Per niente scontato, vista la rapidità con la quale tempo e spazio venivano rivoltati con lei al centro. Non poteva e non voleva arrivare alla fine di quella Storia senza neppure la consapevolezza di averla vissuta veramente. Era assolutamente fuori discussione.

    « Nelle mie attrezzature ho quanto serve per immagazzinare i dati in formato digitale, quindi non è necessario che mi forniate cartacce varie. Sarebbe gradito poterle riavere indietro. Oh, e mi servirebbe anche una nuova arma. Ho come l'impressione che mi servirà per fare quello che mi state per chiedere... »
    sorrise largamente, con fare sardonico
    « ...o sbaglio? Voglio sperare che non intendiate spedirmi a potare le vostre Orchidee qua fuori. »

    S t a t u s

    ▌Stato fisico: Perfetto.
    ▌Stato mentale: Tranquilla.
    ▌Mana: 100%

    P a s s i v e

    ▌Swift Bolt Agilità & Riflessi +50%
    ▌Only one way to live Resistenza a manipolazioni emotive & Resistenza al dolore fisico

    N o t e
    Nessuna.


     
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    Primo Distretto, Stanze del Duca {Rei, Dimitriy}

    Dallo sguardo di ghiaccio della Contessa, le risposte non sembrano essere quelle desiderate. Ma chi può biasimare i due ex-prigionieri nel non voler “lavorare” gratis? «Purtroppo ora non ho molto da offrirvi. Travolta dalla morte del Gran Prince, Gradia è in rivolta. Un fuoco che presto la consumerà da dentro e che non porterà altro che distruzione fine a se stessa. I rivoluzionari, i Red, dopo aver fagocitato i Runners si sono spinti fino al Terzo Distretto. Ciò che li separa da noi è solo il Secondo Distretto ed i rapporti che abbiamo con la Principessa non sono dei più rosei. Come biasimarla in fondo, quando è stato il Gran Prince ad esiliarla dal Primo Distretto non appena la mutazione ha intaccato il suo corpo? Presto otterranno i permessi per salire da noi e, nonostante tutto ciò che abbiamo sia stato utilizzato per rafforzare le difese ed armare le Guardie Reali, lo scontro volge a nostro sfavore. Eppure, sono convinto che la vostra presenza possa cambiare le sorti di questa triste storia!» Il tono di voce si fa all'improvviso più forte. La voce troneggia in tutta la stanza. «Così come l'Eroe comparve all'arrivo delle Bestie e così come voi siete comparsi per liberarci dal Gran Prince, cambierete ancora una volta il destino! Sono certo che non sarà necessario lottare per...»

    stanza_zps26c28d8f

    E la voce si tronca di colpo per tramutarsi in una tosse convulsa. Il corpo bendato si inarca, preda di dolorosi spasmi. La donna non può far molto. Gli accarezza la mano guardandolo con tenerezza, poi gli sussurra un “continuo io, amore” ed eccola rivolgersi ai due eroi. «Mio marito crede che possiate sovvertire le sorti di un possibile scontro. Se i rivoluzionari venissero a conoscenza della vostra presenza tra le nostre fila, forse si potrebbe trattare una tregua. Come ha affermato, non abbiamo molto da offrire nello stato attuale, ma il denaro e le terre non saranno un problema nel caso in cui il nostro sia un successo. Per le armi avrete accesso all'armeria reale, così come ovviamente a tutto ciò che vi è stato confiscato al vostro arrivo. Per l'archivio, invece...» Si muove verso una delle tende, spalancandola di colpo ed inondando la stanza di luce. I vetri danno su di un piccolo balcone in marmo bianco. «...presumo sia impossibile. Qualcuno afferma sia una maledizione, qualcun altro che sia dovuto allo shock che ci ha colpiti quando i corpi hanno iniziato a mutare. Ad ogni modo, ciò che ricordiamo non sono che dieci anni in cui Faustus è stato Gran Prince. C'è chi dice che egli sappia qualcosa a riguardo, ma ormai è morto e...» Apre i vetri e fa qualche passo fuori dalla finestra. Indica verso nord, dove una gigantesca crisalide di cristallo bianco si erge dal terreno. «...il Castello è inaccessibile da mesi. Il corpo del Gran Prince, così come quello dei nobili che dimoravano con lui sono stati inghiottiti dal cristallo. C'è chi si aspetta che prima o poi si sfaldi, ma il cristallo sembra indistruttibile ed i soldati che presiedono il Cancello Nord non hanno mai riscontrato una sola anomalia.» Infine si volta di nuovo verso i due arrivati. «Allora, avete deciso?»

    Angolo del Master

    xTutti: -

    Scadenza: 26 Febbraio



    Edited by Lùx - 2/3/2013, 19:22
     
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  14. _MajinZ_
     
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    Mostrando una sicurezza sicuramente maggiore del Russo, Rei fu molto più specifica riguardo la ricompensa... tutto l’esatto contrario di Dimitriy che era totalmente indifferente verso la storia di quel luogo, l’unica cosa che voleva riottenere indietro erano i suoi ricordi e se tutto quello l’avrebbero aiutato a raggiungerli, beh, avrebbe in ogni caso aiutato quelle persone: non aveva poi molte alternative.
    Ancora una volta l’assassino si ritrovava in mezzo ad un conflitto che non era il suo, una battaglia dove l’unica cosa veramente importante era quella di badare alla propria vita... ma infondo quella era la sua solita vita, aveva scelto la strada del mercenario e non doveva meravigliarsi più delle richieste che riceveva, visto che lui stesso aveva deciso di intraprendere quel percorso.
    Quando il tono dell’uomo si fece più alto e forte, il sicario abbandonò i suoi pensieri per puntare lo sguardo verso quella figura, improvvisamente animata da una nuova energia. Lui credeva fermamente che l’arrivo di quelle due persone significasse qualcosa e lo stesso Eversore sapeva bene che il Destino, a volte, si poteva cambiare. Il destino del mascherato, però, sembrava in ogni modo segnato: una tosse convulsa lo colse all’improvviso e il corpo venne scosso da dolorosi spasmi... e la consorte fu costretta a prendere la parola, riprendendo da dove il marito aveva lasciato.
    Purtroppo Dimitriy benché ultimamente fosse diventato un po’ ottimista, era anche un realista e non era molto convinto che bastasse così poco per evitare uno scontro. Loro erano semplici esseri umani, non Dei, quindi forse gli stavano semplicemente sopravvalutando... ma decise comunque di restare in silenzio, non voleva avere sulla coscienza un morto per il dispiacere.
    Osservò quindi la donna avvicinarsi alle tende, per poi aprirle lasciando filtrare la luce all’interno. Successivamente continuò a rispondere alla richiesta della rosa, aprendo quindi la finestra e uscendo sul balcone, per indicare poi come fosse impossibile recuperare quelle informazioni. Il castello a nord era come avvolto da un bozzolo di cristallo, il quale rendeva impossibile l’accesso eppure non mostrava nessuna anomalia... era tutto abbastanza strano.
    «Allora, avete deciso?»
    Domandò infine la nobile volgendo lo sguardo verso i due ragazzi, e il biondo ricambiò quello sguardo con i suoi occhi di ghiaccio, infine sospirò.
    Sinceramente non ritengo che sia possibile ottenere una tregua in questo modo...
    Però non vedo alternative se non aiutarvi.

    Rispose quindi il russo mentre lanciava un’occhiata all’uomo malato, quasi affascinato dal fervore dimostrato per quella causa... e per ora avrebbe seguito lo scorrere degli eventi. Prima di tutto, però, aveva bisogno di qualcosa di fondamentale, senza la quale si sarebbe sentito quasi nudo.
    Dov’è l’armeria?
    Domandò infine il ragazzo, aveva bisogno di recuperare il suo equipaggiamento a cui era molto legato. Attese quindi di conoscere la reazione della ragazza, mentre aspettava di venir accompagnato per riprendersi le armi, così da iniziare subito a sistemare quella faccenda.



    Stato Fisico: Ottimale
    Stato Mentale: Concentrato
    Energia: 100%

    Passive:
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    [Power Up Agilità 50% - Velocità 50%]

    ₪ Vy ne slyshite ~ Non puoi sentirmi
    [Il personaggio non produce nessun suono muovendosi]

    ₪ Vy ne mozhete vosprinimatʹ ~ Non puoi percepirmi
    [Anti-auspex: il personaggio riesce a eludere gli Auspex spirituali Passivi.]

    ₪ Instinkt ubiĭtsy ~ Istinto dell'Assassino
    [Passiva Auspex - 30 Metri]

    Equpaggiamento: NON PRESENTE
    ₪ Banket Krovi ~ Banchetto di Sangue
    Si tratta di un'arma all'apparenza semplice che però nelle mani giuste diventa un temibile strumento di morte. Essa si compone di un bracciale che avvolge interamente l'avambraccio ed è composta di una lega di metallo abbastanza leggera così da non divenire un ingombro ma un semplice prolungamento del corpo. La parte finale dello strumento è un guanto di pelle con una placca metallica sul dorso della mano che ovviamente è unita al meccanismo presente nell'avambraccio, con annesso una piccola leva metallica che finisce nel palmo della mano. Nell'istante in cui il biondo eserciterà una certa pressione sulla leva, dal meccanismo presente sul polso fuoriusciranno tre lame di acciaio temprato curiosamente rossastre della lunghezza di circa venticinque centimetri appuntite ed affilate, pronte a colpire il nemico di turno. Un'arma facile da nascondere ma letale se usata nel modo giusto.

    ₪ Oskolki Malinovyy ~ Schegge Cremisi
    Nell'addestramento per diventare un perfetto killer, alle giovani reclute viene fatta scegliere un'arma da corpo a corpo e una da lancio con cui addestrarsi. Quel giorno gli occhi di un giovane Dimitriy incontrarono quell'artiglio dalle lame cremisi e, accanto ad esso, quella serie di cinque pugnali da lancio di cui si innamorò. Ben presto iniziò ad addestrarsi nell'uso di quelle armi, recuperando i suoi coltelli dopo ogni uso: non se ne separava mai. Almeno fino al giorno in cui attraversò il portale, ritrovandosi così senza i suoi fidati e silenziosi dardi... anche se non ne fece una tragedia.
    Però quando rivide qualcosa di molto simile ai suoi pugnali, su una bancarella del Bazar, beh, non poté fare a meno di acquistarli.
    Il set è composto da cinque pugnali scarlatti lunghi circa una ventina di centimetri, forse un po' meno. Essi sono posizionati in diversi punti strategici sparsi tra le vesti dell'assassino, così da essere utilizzati in ogni situazione. Uno è situato nella manica del braccio sinistro, ad esempio, un altro nella caviglia e così via. Sono fatti di acciaio, non ha altro di particolare se non un certo valore affettivo.

    ₪ Occhio della Sirena
    L'artefatto si presenta come una biglia di vetro del diametro di una decina di centimetri. Utilizzando un consumo basso e mettendo a contatto un oggetto posseduto da chi si vuole rintracciare (o meglio ancora una parte del suo corpo come un capello), la sfera indicherà, tramite un raggio di luce, la direzione da seguire per raggiungerlo. Più a lungo l'oggetto è stato posseduto da chi si vuole rintracciare, migliore sarà l'effetto dell'artefatto.

    ₪ Croce della Dama
    La vera particolarità del pendente, però, è un'altra. Entrando in risonanza con essa e spendendo una porzione variabile di energia, si attiva una particolare barriera dalla forma sferica e dalle tonalità cremisi, la quale sarà in grado di respingere qualsiasi assalto magico gli venga scagliato contro, proteggendo il giovane da quell'elemento che non riesce a contrastare.
    [Oggetto + Tecnica Variabile]

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  15. R e i
     
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    DIVIDERPOSTREI
    IX



    Figuriamoci, quando mai le cose andavano per il verso giusto in quella storia?
    La sua era una richiesta semplice, diamine, non desiderava neanche denaro quella volta; eppure non era qualcosa che i nobili potevano concederle. C'era da chiedersi per quale ragione non dubitassero anche del resto, dal momento che stando a quanto loro stessi ammettevano, la memoria era stata danneggiata in qualche modo; e Rei scometteva che lo fosse ben più di quando se ne rendessero conto, dal momento che era certa di aver combattutto Faustus pochi giorni prima - e non certo anni.
    Ma preferì non dibattere sull'argomento: probabilmente così facendo avrebbe solamente gettato altra confusione nelle loro teste.

    « Capisco. Quindi tanto per cambiare mi toccherà rischiare la pelle per niente. »

    Commentò fredda, ripensando a quanto ben poco fosse riuscita a cavare da quelle esperienze e da quanto invece avesse penato per evitare di crepare in qualche maniera orribile. Ora non era tanto diverso. Le toccava combattere perché non aveva altra alternativa, nessuna via di uscita secondaria da quel mondo.

    « Se non le dispiace, gradirei almeno avere un resoconto degli ultimi dieci anni. Dovrete pur avere qualche archivio qui, dove avete registrato tutto quanto è successo. »
    gettò un'occhiata al compare, per poi fissare nuovamente la donna
    « Altrimenti mi dovrò accontentare delle armi. Ben inteso, comunque, che alla fine della corsa voglio comunque le mie informazioni. »

    S t a t u s

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