Onorare le Alleanze

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    Con una calma che -per la prima volta- tradì un certo sforzo, la Castellana congedò il messaggero con un sorriso gentile ma preoccupato, e mentre il giovane girava sui tacchi per allontanarsi in fretta a diramare le ultime disposizioni della sovrana, gli occhi blu zaffiro della donna tornarono a spaziare sulla città che si stendeva oltre la sua finestra, e la verde valle di Chediya, oltre le mura.

    Presto avrebbe ricevuto la visita della sua vecchia amica e da poco “collega” Drusilia Galanodel -da poco salita al rango di Alfiere Errante-, ma tarda era l'ora e infauste le circostanze, tanto che mai in cuor suo avrebbe voluto che quell'incontro avesse luogo per quelle ragioni... perché ciò che il Destino aveva sempre risparmiato al Presidio per lunghi anni stava ora per accadere, abbattendosi sulla sua terra e la sua casa come una catastrofe.

    Un'invasione da un altro mondo era alle sue porte,
    una guerra inevitabile incombeva sull'Est; a rammaricarla principalmente era il fatto che non era stato in alcun modo possibile discutere la questione con il tiranno usurpatore di Endolas, seguendo le vie della diplomazia... e a render ancora più pesante il soccombere all'uso delle armi, stava la consapevolezza che -a distanza di tempo- il mondo era cambiato, privandola di molti dei suoi appoggi -Jason, Raylek, Amarth e gli altri Guardiani-... e tuttavia donandogliene altri.

    jpg
    « . . . »

    Un sospiro mesto e foriero dei suoi tormenti evase la prigione delle labbra rosse al pensiero di ciò che avrebbe dovuto fare e di quello che avrebbe dovuto chiedere alla popolazione e agli Alleati -e agli Spiriti!-, e fu allora che un paggio si affacciò alla soglia dei doppi battenti spalancati sulla Sala delle Udienze: la delegazione di Laputa era arrivata.

     
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    Un Guerriero della Luce non assiste ad un'ingiustizia con indifferenza.
    Sa che tutto è una cosa sola, e che ogni singola azione colpisce tutti gli uomini del pianeta. Perciò, quando si trova dinanzi alla sofferenza altrui, usa la spada per mettere le cose in ordine.
    Ma, benchè lotti con l'invasore, non cerca mai, in nessun momento, di giudicarlo. Ciascuno risponderà delle proprie azioni dinanzi a Dio.
    Terminato il proprio compito, il Cavaliere della Luce non fa alcun commento; è presente nel mondo per aiutare i suoi fratelli, non per condannare il prossimo.


    rosadru

    Lordaeron, Maniero della Dama Azzurra.
    Presidio Orientale, Endlos.

    Quella chiamata era giunta totalmente inaspettata.
    La Guerra Civile era terminata da alcuni giorni, e Laputa aveva appena iniziato a respirare aria pulita, o che comunque non sapesse di cenere e sangue. Tutti gli oppositori del neo-incoronato Alfiere Errante erano stati messi agli arresti e processati secondo la legge del Presidio, mentre tutti i soldati rimasti in vita avevano ricevuto ricompense ed onori, nel limite del possibile: la città sospesa aveva infatti bisogno di fondi per riprendersi economicamente e, dove i risarcimenti strappati ai colpevoli del Sodalizio non bastavano, era la tesoreria del Mastio a fare la sua parte. Eppure, nonostante tutto, Drusilia aveva perfino abbassato la guardia: dopo un conflitto del genere dubitava che a qualcuno fosse mai venuta voglia di darle seriamente fastidio.
    In quei giorni di tregua non le sarebbe mai e poi mai venuto in mente che i problemi sarebbero giunti dall'Est.
    Diciamocelo, già in condizioni normali una cosa simile aveva un che di estremamente fantasioso: Kalia era indubbiamente un Alfiere potentissimo, ed il suo regno era consolidato da secoli. Vero era che non combatteva di spada, ma solo un altro Arcano come Drusilia poteva immaginare cosa fosse davvero in grado di fare la Papessa, qualora la situazione fosse degenerata.
    In quel caso, non avrebbe mai voluto essere al posto dei suoi nemici.

    drukaliauriel

    -La Dama Azzurra ci sta attendendo oltre questa porta.

    Annunciò Drusilia al suo nuovo protetto.

    -Non essere agitato: l'Alfiere Orientale è una donna estremamente gentile e disponibile. La sua sola presenza è come una benedizione degli dei. Non accadrà nulla di brutto, finchè ci sarà lei.

    Avrebbe sorriso dolcemente per poi scoccargli un leggero bacio sulla guancia e, dopo averlo abbracciato con fare materno, l'avrebbe preceduto varcando la soglia della sala e procedendo verso lo scranno su cui era seduta l'eterna principessa dai lunghi capelli azzurri.

    -Amica mia, spero di non essere in ritardo per sentire ulteriori spiacevoli notizie.


    L'avrebbe salutata con un sorriso malinconico ed un leggero inchino.

    -Ho portato con me il mio nuovo Ambasciatore: si chiama Uriel ed è un ragazzo molto capace. Spero che la sua presenza non sia un disturbo, ma ci tenevo a presentartelo.

     
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    Laputa: Città Alta
    Quartieri residenziali




    Dopo essere stato convocato al Mastio dall'Alfiere ed eletto Ambasciatore dallo stesso, Uriel era corso a casa a preparare i bagagli come suggeritogli dalla Dama del Vento.
    Raggiunse la propria abitazione in tutta fretta, euforico -sebbene non lo desse a vedere- e si gettò di peso sul letto, disteso a fissare il soffitto.
    Le parole della Dama rieccheggiavano nei suoi ricordi, accompagnati dal tenero bacio che ella stessa gli aveva dato sulla fronte.

    -Allora torna pure nella tua dimora e prepara le valige.
    Domani stesso partiamo.
    -Così potrò presentarti all'Alfiere Orientale come il mio nuovo Ambasciatore.



    Chiuse gli occhi e sorrise timidamente, come se Drusilia fosse lì con lui a ripetere la scena che poco prima si era svolta tra le pareti del Mastio.

    Lordaeron: Maniero della Dama Azzurra
    Presidio Orientale



    Il giorno seguente, il giovane semidio raggiunse al Mastio la dolce Drusilia e assieme partirono verso il Presidio Orientale, più precisamente verso la dimora dell'Alfiere Kalia.
    Una volta entrato a palazzo, Uriel cominciava a sentirsi agitato man mano che si avvicinavano alla Sala del Trono.
    Sapeva che la Dama Azzurra era famosa per la sua bontà, ma era pur sempre una figura assai importante per l'intero semipiano e una certa soggezione avrebbe potuto mettergliela.

    -La Dama Azzurra ci sta attendendo oltre questa porta.



    La sua voce gentile ruppe i pensieri di Uriel, e probabilmente aveva notato quanto il ragazzo fosse teso, dato che non perse tempo a tranquillizzarlo.

    -Non essere agitato: l'Alfiere Orientale è una donna estremamente gentile e disponibile. La sua sola presenza è come una benedizione degli dei. Non accadrà nulla di brutto, finchè ci sarà lei.



    E un altro bacio della Dama sfiorò la sua candida pelle sulla sua guancia, accompagnato da un caldo abbraccio materno, prima di anticiparlo varcando la soglia che portava alla Sala del Trono.
    Il semidio non riuscì a trattenere un sorriso, mentre imbarazzato volgeva lo sguardo altrove.

    L80N7
    Quella Drusilia.





    -Amica mia, spero di non essere in ritardo per sentire ulteriori spiacevoli notizie.



    La ragazza e il semidio si avvicinarono allo scranno su cui sedeva la Dama cerulea, e quando l'Alfiere di Laputa fece un breve inchino, Uriel la imitò rapidamente, porgendo a terra lo sguardo, ancora lievemente teso.
    Dopotutto si trovava al cospetto di ben due Alfieri.

    -Ho portato con me il mio nuovo Ambasciatore: si chiama Uriel ed è un ragazzo molto capace. Spero che la sua presenza non sia un disturbo, ma ci tenevo a presentartelo.



    Una dolce fragranza di giglio cominciava a inebriare il semidio, riappacificando i suoi pensieri. Così rapidamente che riuscì a incrociare le sue iridi violacee con quelle perfettamente azzurre della Dama senza provare tensione alcuna. Riuscì anche a sorriderle mestamente.
    Non era riuscito a farlo al primo incontro con Drusilia, quindi ora avrebbe cercato di rifarsi con lei.

    « E' un piacere per me fare la Vostra conoscenza, Lady Kalia. »
    pronunciò con tono pacato e pulito. Poi, temendo di essere stato forse un po' troppo breve, pensò rapidamente a cos'altro avrebbe potuto dire, sperando di non sfociare nel ridicolo.
    « Uriel, semidio di Tetros e nuovo Ambasciatore di Laputa. »



    Ecco, aveva appena fatto una figuraccia.
    Perché presentarsi ancora una volta se lo aveva appena fatto la Dama del Vento per lui?
    Avrebbe voluto sprofondare.
     
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    -Amica mia, spero di non essere in ritardo per sentire ulteriori spiacevoli notizie.

    La familiare voce di Drusilia la raggiunse dall'altra parte della Sala delle Udienze, e allora -levando sovrappensiero lo sguardo verso l'ingresso,gli occhi di zaffiro della Castellana si posarono sulla figura sinuosa ed elegante della Dama del Vento intenta a rivolgerle un inchino, e persino nell'ombra che si addensava intorno a lei per avvincerle il cuore con foschi pensieri, la Papessa riuscì a sorridere all'Amore... tuttavia, reclinò un poco la testolina cerulea da una parte -incuriosita- quando si accorse che la sua ospite non era sola.

    -Ho portato con me il mio nuovo Ambasciatore: si chiama Uriel ed è un ragazzo molto capace.
    anticipò l'Alfiere Errante, presentandole il giovanotto che l'accompagnava
    -Spero che la sua presenza non sia un disturbo, ma ci tenevo a presentartelo.

    « E' un piacere rivederti dopo tanto tempo, mia cara Drusilia... »
    replicò la donna celeste, alzandosi dallo scranno per restituire la riverenza ai nuovi venuti
    « ...così come sono lieta di incontrare i tuoi nuovi collaboratori. »
    aggiunse, facendosi incontro ai due e rivolgendosi all'albino che fissava timidamente il suolo
    « Mi duole soltanto che le circostanze siano così infelici. »

    Un sospiro malinconico le evase il petto sottile, velando di amarezza il suo volto angelico;
    stavolta, invece di thè, cioccolata e piccoli gioielli di pasticceria assortita avrebbe dovuto costringere gli ospiti ad intrattenersi con mappe, strategia e logistica... una cosa che, per quanto avesse dovuto ben apprendere negli anni di gioventù nel suo mondo natale, non era mai riuscita a apprezzare.
    C'è qualcosa di più sordido del decidere e disporre di altre vite come fossero nulla più che numeri in un'equazione...?

    « E' un piacere per me fare la Vostra conoscenza, Lady Kalia. »
    la voce limpida del giovane dai capelli d'argento la richiamò alla realtà
    « Uriel, semidio di Tetros e nuovo Ambasciatore di Laputa. »

    Nonostante il giovane si fosse presentato una seconda vota -per propria voce, come etichetta richiedeva-, la Dama Azzurra ebbe di che rimaner sorpresa... perché davanti a lei si ergeva una creatura in parte divina, e il suo pensiero non poté che correre -con un lampo di dolore- al ricordo del Celebliant, Eru Elen Amrth, sacerdote, araldo e incarnazione del Destino. Quasi un dio tra i mortali.

    « E'.. E' per me un onore incontrarvi, Lord Uriel. »
    riuscì a spiccicare, riscuotendosi dalle emozioni e dal silenzio cui l'avevano indotta
    « Siete qui per prendere parte alla guerra...? »

    E nel porre quella domanda, un certo cipiglio dubbioso le attraversò lo sguardo,
    mentre gli occhi blu cercavano gli smeraldi della Dama del Vento.

     
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    « E' un piacere rivederti dopo tanto tempo, mia cara Drusilia... così come sono lieta di incontrare i tuoi nuovi collaboratori. »

    Pronunciò la Dama Azzurra giungendo loro incontro, e l'intenso profumo di gigli che riempiva l'aria portò l'amica a sorridere timidamente, nonostante tra le due vi fosse molta più confidenza di ciò che mostravano.

    « Mi duole soltanto che le circostanze siano così infelici. »

    A quelle parole seguì un lungo momento di silenzio a cui pose fine la stessa Kalia, rivolgendo la parola ad Uriel. Drusilia, intanto, sarebbe rimasta ad osservarla: non le piaceva quell'espressione avvilita; mal si intonava con la persona che la indossava.

    urielkalia

    -Dal tuo volto sembra quasi che hanno la vittoria in pugno. Avanti, Kalia, fammi un bel sorriso.

    In realtà era cosciente di quanto quell'espressione sul volto della Papessa non indicasse sconfitta, e non le fu difficile intuire che la sola idea della guerra in casa propria potesse portarle un tale sconforto. Infondo l'Est non era abituato alla morte... non a quella cruenta, comunque. Rari erano i soprusi ed altrettanto occasionali le tragedie. In più non vigeva nemmeno la pena di morte... resa quasi inutile considerando quanto la musica della Valle del Vento rendesse placidi e tranquilli gli animi di chi abitava quei luoghi felici. Un paradiso in terra, ecco cosa era, e vederlo bruciare sarebbe stato un duro colpo per tutti.

    -Vedrai che le cose si sistemeranno.
    Non permetteremo a nessuno di conquistare la nostra terra.


    Con la coda dell'occhio notò la postura del Semidio, evidentemente emozionato, e con un movimento fluido gli avrebbe cinto le spalle con il proprio braccio così da averlo vicino a sè e rassicurarlo con il proprio contatto.

    -E poi ricorda che siamo obbligate ad essere forti.
    Dobbiamo esserlo per i nostri cari.


    Perchè un Alfiere non poteva permettersi insicurezze o sconforto: il tempo che così sprecavano si sarebbe rivoltato contro il loro presidio. Drusilia lo sapeva, lo aveva sperimentato sulla propria pelle prima e durante la Guerra Civile.

     
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    « E'.. E' per me un onore incontrarvi, Lord Uriel. »



    G-Gli aveva risposto in modo gentilissimo e carinissimo, ignorando totalmente la figura da totano che il semidio aveva fatto.
    Un sorrisino sbarazzino gli si palesò in volto, ma mutò subito in una smorfia triste non appena incrociò lo sguardo cupo della Dama.

    « Siete qui per prendere parte alla guerra...? »



    Ci pensò su per un momento, in cerca delle parole giuste.

    « Ho sentito che questo Presidio custodisce una fonte quasi inesauribile di conoscenza...
    Mi riferisco a Palanthas, la Grande Biblioteca.
    E da amante del sapere non posso permettere che un tesoro così prezioso subisca profanazioni di alcun tipo. »
    disse, inspirando profondanmente.
    « Così, come feci col Magisterium durante la Guerra Civile, chiedo l'autorizzazione di difendere Palanthas e tutto quello che vi è al suo interno. »



    E attese trepidante una risposta -possibilmente positiva- da parte dell'Alfiere Orientale. Ma forse, anche senza autorizzazione si sarebbe comunque trovato a difendere la Biblioteca per conto suo. Perché nulla era più prezioso di quello che i libri custodiscono.

    -Dal tuo volto sembra quasi che hanno la vittoria in pugno. Avanti, Kalia, fammi un bel sorriso.



    Uriel posò per un momento il suo sguardo su Drusilia, per poi affrontare ancora una volta la tristezza dell'Alfiere.
    Trovava anche lui che un'espressione simile stonava su un volto così aggraziato e leggiadro, custode soltanto di felicità e gioia.
    Il semidio poteva solo immaginare cosa le stesse passando per la testa. Rovina, distruzione, sangue innocente... e tanta disperazione. Il suo Presidio -la sua casa, i suoi figli- stavano per pagare la propria libertà a caro prezzo, colpevoli soltanto di trovarsi nel mirino di un folle che non desiderava altro che la conquista.

    Dnsvo

    -Vedrai che le cose si sistemeranno.
    Non permetteremo a nessuno di conquistare la nostra terra.

    disse la Dama del Vento, cercando di rassicurare l'amica.



    Dopodiché si avvicinò ad Uriel e lo cinse in una specie di abbraccio, volendo rassicurare anche lui. E dopo un primo momento di imbarazzo ci riuscì, avvertendo la sicurezza della Dama.

    -E poi ricorda che siamo obbligate ad essere forti.
    Dobbiamo esserlo per i nostri cari.



    E infine volle essere di aiuto anche lui, afferrando timidamente la mano dell'Alfiere Errante che poggiava sulla sua spalla, come a voler dar forza alle sue parole.

    « Faremo il possibile per salvare questo paradiso.
    Glielo prometto. »




    Edited by _Maffy_ - 13/2/2013, 00:11
     
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    « Ho sentito che questo Presidio custodisce una fonte quasi inesauribile di conoscenza...
    Mi riferisco a Palanthas, la Grande Biblioteca. »
    rispose il giovanotto albino dopo un momento di ponderato silenzio
    « Da amante del sapere non posso permettere che un tesoro così prezioso subisca profanazioni di alcun tipo. Così, come feci col Magisterium durante la Guerra Civile, chiedo l'autorizzazione di difendere Palanthas e tutto quello che vi è al suo interno. »

    Nell'udire quelle parole e la forza del sincero desiderio che veicolavano, la donna celeste non poté evitare che un barlume di commozione le velasse lo sguardo blu, perché -per quanto diverso nelle apparenze e meno maturo nei modi timidi- la sincera e solenne devozione dimostrata da Uriel verso la conoscenza le riportò ancora una volta alla mente il vivido ricordo di Amarth. Se il Guardiano fosse ancora stato tra loro, la Castellana lo avrebbe subito condotto da lui.

    « Il momento non sembrerebbe certo il più adatto per una visita turistica della biblioteca... »
    esordì la Signora dell'Est, rivolgendo all'Ambasciatore un flebile sorriso
    « ...ma dal momento che si tratta di una delle roccaforti della città, credo sia saggio condurti là: la popolazione convergerà al suo interno in cerca di protezione,
    e sareste di molto aiuto nella difesa. »

    sospirò di malinconia al pensiero della distruzione che vi si sarebbe infranta come un'onda
    « Almeno la gente deve essere al sicuro... »

    -Dal tuo volto sembra quasi che hanno la vittoria in pugno.
    Avanti, Kalia, fammi un bel sorriso.

    la rimproverò gentilmente Drusilia, per riscuoterla dallo sconforto
    -Vedrai che le cose si sistemeranno.
    Non permetteremo a nessuno di conquistare la nostra terra.

    proseguì la Dama del Vento, cingendo le spalle del semidio per incoraggiarlo
    - E poi ricorda che siamo obbligate ad essere forti.
    Dobbiamo esserlo per i nostri cari.


    « Faremo il possibile per salvare questo paradiso. »
    confermò giovane, rinvigorendo la sua fiducia
    «Glielo prometto. »

    « Io... non so davvero come ringraziarvi. »

    Rincuorata dalla determinazione dei suoi alleati, l'Alfiere Orientale si portò una mano al petto morbido per sentire la calma tornare a scandire i battiti del suo cuore, e dopo aver tratto un profondo e calmo respiro si decise a mettere ordine nei suoi pensieri e stilare una lista di priorità: il tempo a loro disposizione era troppo poco per sprecarlo rimuginando. Bisognava agire.

    jpg
    « Drusilia, vorresti discutere i dettagli strategici e logistici con Lord Belmont...? »
    chiese, rivolgendo alla donna dagli occhi di smeraldo il sorriso che le aveva chiesto
    « Io vorrei accompagnare questo giovane alla Biblioteca di Palanthas... »

    Così passò lo sguardo dall'uno all'altra, e attese un assenso.

     
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    Drusilia tirò un profondo sospiro di sollievo quando si rese conto che la Dama Azzurra, grazie alle parole amiche dei due alleati, sembrò in parte rincuorata. Il sorriso da lei mostrato -anche se non del tutto sincero- fu un chiaro segno che, sebbene non si fosse ripresa del tutto, almeno aveva compreso ed assimilato il messaggio.
    Che poi, Drusilia non aveva nè avrebbe mai dubitato della fanciulla, in parte perchè era un Alfiere decisamente più esperto e saggio di lei, in parte perchè la conosceva personalmente e sapeva dello spirito saldo che celava dietro l'aspetto di un fiore delicato, pronto a spezzarsi alle prime intemperie. Però sapeva anche quanto la castellana fosse intrinsecamente buona e quanto la sofferenza si facesse acuta se a tormentarsi erano cuori colmi d'amore e dolci sentimenti.
    Lo sapeva, lo aveva visto, poteva immaginarlo: per questa ragione si era permessa di proferir parola ed era giunta in suo soccorso così da sostenerla. A Drusilia importava particolarmente che ciascun Alfiere, Kalia compresa, mantenesse un certo contegno davanti agli altrui sguardi e che talvolta mostrasse forza oltre ogni misura, anche quando questa era assente. Si trattava di una questione psicologica più che altro, mentale ma estremamente reale e concreta se si ritrovava in concomitanza di un'invasione di quella portata.
    Non aveva alcuna intenzione che un alleato cedesse, non desiderava che l'Est subisse danni.
    Non voleva che Kalia soffrisse.

    -Oh, figurati! Per me non ci son problemi!

    druaatrachia

    -Però... ehm... ho lasciato una mia Aviatrice fuori da Lordaeron,
    e mi chiedevo se poteva partecipare... sai, non vorrei che si annoiasse.


    Disse la bella, portando le mani in avanti e fissando la Papessa con l'aria di chi negava l'evidentissima colpa di una marachella. In effetti i metodi della Dama del Vento erano un pò bislacchi, ma per tirare un pò su l'amica -non conoscendo nemmeno tutte le cause di quel malessere- non avrebbe saputo cos'altro fare se non ricorrere al dialogo ed una mimica facciale per lo più buffa.

    -Dici che per Leon sia un problema?



    Edited by Drusilia Galanodel - 15/2/2013, 22:41
     
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    « Il momento non sembrerebbe certo il più adatto per una visita turistica della biblioteca... »
    esordì la Dama mostrando un flebile sorriso, mentre Uriel deglutì in quel piccolo momento di silenzio. Ma...?
    « ...ma dal momento che si tratta di una delle roccaforti della città, credo sia saggio condurti là: la popolazione convergerà al suo interno in cerca di protezione,
    e sareste di molto aiuto nella difesa. »

    continuò, provocando così un lieve sorriso sul volto del semidio.
    « Almeno la gente deve essere al sicuro... »



    Il ragazzo fece un breve inchino alla Dama in segno di ringraziamento e comprensione. La guardò in volto, volendone cogliere l'umore, che sperava si fosse rasserenato.

    « Lo sarà, Mia Signora. »



    Dopodiché fu la volta di Drusilia, e una volta rincuorato gli animi era giunto finalmente il momento di agire; il momento per cui alla fine i due Alleati si trovavano lì ad Est.

    « Drusilia, vorresti discutere i dettagli strategici e logistici con Lord Belmont...? »
    « Io vorrei accompagnare questo giovane alla Biblioteca di Palanthas... »



    -Oh, figurati! Per me non ci son problemi!



    Il semidio allora si avvicinò all'Alfiere dell'Est, volgendo lievemente lo sguardo verso Drusilia.

    t9CXW


    « Allora... io vado. »
    avvertì la sua Signora con un velo di insicurezza. L'idea di dover combattere cominciava a farsi spazio nella sua mente, e per quanto potesse essere pronto era comunque un dispiacere per lui.
    « Vi auguro buona fortuna, Mia Signora... »
    disse, una volta raggiunta la Castellana e voltatosi verso la Dama del Vento. Si chinò solennemente al suo cospetto per ringraziarla di tutto.
    « ...e abbiate cura di voi.
    A presto. »




     
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    « Lo sarà, Mia Signora. »
    promise Uriel, già volgendo la sua determinazione a Palanthas

    Con quella replica, il semidio rivolse un inchino alla Castellana, illuminando il bel volto con un sorriso prima di affiancarla e prendere congedo dall'Alfiere Errante, che gli aveva fatto da madrina, scortandolo sotto la sua ala benevola fin nel cuore delle terre dell'Est.

    -Oh, figurati! Per me non ci son problemi!
    garantì in risposta Drusilia, mostrandosi raggiante -di nuovo- per incoraggiarla
    -Però... ehm... ho lasciato una mia Aviatrice fuori da Lordaeron,
    e mi chiedevo se poteva partecipare... sai, non vorrei che si annoiasse.

    spiegò spigliata, la donna dagli occhi verdi
    -Dici che per Leon sia un problema?

    « No davvero, Leon non è tipo da farsi problemi simili. »
    assicurò la Dama Azzurra, sorridendo all'amica e muovendo un assenso col capo
    « Sono sicura che la tua seguace sarà più che benvenuta. »

    jpgAvanzando di un passo per portarlesi dirimpetto, la Dama Azzurra sollevò lentamente le braccia e le cinse attorno alla Dama del Vento, tenendola stretta a sé per qualche istante, posando il mento nell'incavo del suo collo e respirando il profumo dei suoi lunghi capelli castani, che sapeva di forza, libertà e terre lontane.

    « Fa attenzione quando sarai sul campo, Drusilia... »
    le raccomandò con voce dolce e materna, prima di scostarsi da lei
    « ...se ti succedesse qualcosa, non mi perdonerei di averti lasciata andare. »

    Così dicendo, l'Alfiere Orientale arretrò di un passo, ritraendosi come fanno le onde di risacca dopo aver lambito la battigia con le loro carezze, e -continuando a rimirare il volto dell'Amore in silenzio- attese che il Figlio di Laputa prendesse congedo da sua madre.

    « Allora... io vado. »
    esordì l'albino un po' titubante, inchinandosi profondamente
    « Vi auguro buona fortuna, Mia Signora... e abbiate cura di voi.
    A presto.»

    Regalando un ultimo sorriso a Drusilia, Kalia rivolse una riverenza all'amica, prese sottobraccio il semidio, e con lui si diresse ai corridoi che lì avrebbero più rapidamente condotti a Palanthas; la guerra sarebbe iniziata senza preavviso, e lei avrebbe dovuto essere al più presto di ritorno al suo maniero per attivare l'estremo sistema di difesa della città... e risvegliare gli Spiriti Dormienti.

    « Ti mostrerò Palanthas... »
    fu ciò che mormorò la donna, lasciandosi la Sala del Trono alle spalle
    « ...e il potere dei suoi Custodi. »

     
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