Sorpresa!

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    Sequerus, Presidio Orientale.
    Endlos.

    Era una splendida mattina soleggiata a Sequerus, estremamente tranquilla rispetto al solito. Tutto procedeva esattamente come era stato programmato, ed alla plancia di controllo il comandante ed i suoi sottoposti avevano perfino trovato il tempo di sorseggiare bevande calde e riprendersi dalla lunga nottata insonne. Tenere la città sotto chiave non era affatto facile, non con quegli sporchi naufraghi che di tanto in tanto rischiavano di caderci dentro, lanciati letteralmente dal Maelstrom. Poco male, comunque: sui loro cieli non erano altro che bersagli di tiro al piattello. Morivano esattamente come tutti i mostri che tentavano di contaminare la loro splendida capitale.
    Eppure la legge del Karma lo diceva, dovevano essere pronti ad un evento inatteso dopo tanta calma; e difatti non ci volle molto che giunse una comunicazione da parte di un uomo valoroso e molto rispettato posto come capo della sorveglianza di una delle entrate.

    angelsanctuaryv13097

    +++ Richiedo un codice 3372 nell'area sotto mia sorveglanza +++

    La voce del sergente Lee-Kad risuonò meccanica nel silenzio di quella sala spoglia, e l'eco che ne seguì fu solo una delle logiche conseguenze di quella richiesta. Che diavolo gli era passato per la testa?

    +++ Ci spieghi perchè dovremmo farlo, Sergente. Abbiamo ricevuto ordini molto chiari riguardo Sequerus +++

    Ne seguì un attimo di silenzio, nulla di abbastanza lungo da generare sospetti da parte degli interlocutori.

    +++ C'è qui una delegazione dell'Est. Dicono di essere in "visita di cortesia" per porgere i saluti del loro Alfiere ai signori locali +++

    Dalla radio della guardia si sentì un'interferenza, eppure Lee-Kad fu certo che dall'altro capo il suo comandante stesse imprecando qualcosa nel suo dialetto.

    +++ Hanno i permessi per entrare? +++

    In quegli istanti il sergente non potè trattenersi dal sorridere; la mano libera dall'apparecchiatura scivolò dal proprio ventre verso il basso, per poi risollevare lentamente la zip dei pantaloni militari, al momento ancora aperta. Si scambiò un'occhiata complice col suo nuovo "compagno di giochi", comodamente seduto sulla sua scrivania.

    +++ Oh si, tutti i permessi necessari +++

    quarionovest

    +++ ...eccome se li hanno +++

    rosadru

    Passeggiava lentamente per le vie della città respirando a fondo quell'aria che sapeva di spezie e fumo di macchina: non era particolarmente piacevole, a dirla tutta, ma aveva un che di esotico. Dietro di lui l'inseparabile Francis, suo assistente, alcuni valletti e Lancelot du Lac come guardia del corpo sotto esplicita richiesta di Lady Kalia: una curiosa combriccola, estremamente diversa sia negli abiti che nell'aspetto dagli abitanti del posto. Non sarebbe stato molto difficile prenderli per gli stranieri che erano.

    -Uff, me la ricordavo più affollata.

    Fu il primo commento dell'Ambasciatore, guardandosi attorno.
    In molti gli lanciarono occhiate sospettose, ma lui le ignorò completamente.

    -Dite che gradiranno una visita a sorpresa?

    Avrebbe lanciato loro un'occhiatina furbetta mentre le labbra rosse, ora strette in un sorriso affilato, assumevano una curva che dire sorniona sarebbe stato puro eufemismo.

     
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  2. -Mille Voci-
     
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    Usama Kuroi
    Il Grande Re Nero

    Poche cose infastidivano "Usama Kuroi" più della maggior parte delle faccende delle quali si era fatto carico, aspirando al controllo totale del Presidio. Una di queste, neanche a dirlo, riguardava il dover sbrigare di persona questioni che esulavano da quella principale: l'annientamento dei Mostri, i Diversi.
    Dover lasciare le redini del Progetto a Kikio Ho sollevava il Corvo Nero dall'incarico ma, nella stessa misura, lo metteva sempre più distante dalla reale portata dei risultati raggiunti.
    Tuttavia, quel giorno, le voci della sua pattuglia di controllo a Sequerus riportavano una segnalazione che esigeva la massima cautela.

    “Salve, forestieri.”

    Per quanto maestro della diplomazia, il fastidio, provocato dalla visione di una così variopinta rappresentanza esterna e di una altrettanto palese indifferenza alla tensione respirabile, non permise ad Usama di nascondere il divario di pensiero fra sè stesso ed i nuovi giunti.
    Riceverli di persona, a sua idea, doveva renderli coscienti di un enorme onore...considerando che, senza poche precauzioni, il Re Nero aveva scelto di raggiungerli
    (intercettarli)
    solamente accompagnato da due soldati semplici.

    “Quale importante missione vi porta qui, nella terra dei Picchi Rocciosi?”

    Col suo sorriso affilato ed arcigno, tagliato e curvilineo fra le labbra sottili, Kuroi notò con disappunto che uno degli individui dinnanzi a lui indossava ancora armatura ed armi, contro ogni ordine che egli stesso aveva diramato alla guardia cittadina.

    "Come diamine ha fatto a passare i controlli?"

    Fu l'unico pensiero che tenne per sè, il Re Nero, in attesa che l'estroso ed estroverso figuro palesasse la propria identità e rispondesse all'appuntita domanda posta dall'Usurpatore di Sequerus.

     
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    "Come diamine ha fatto a passare i controlli?"

    Alcuni minuti prima...

    -Biiiip!-

    La lucina rossa del metal detector lampeggiò per l'ennesima volta.
    Le guardie lì presenti saltarono dalle loro postazioni non appena il pugno del comandante si infranse sulla scrivania metallica proprio lì di fronte, generando una piccola ammaccatura. Quel giorno non sembrava infatti particolarmente di buon umore, anzi, i due soldati sperarono con tutte le loro forze di non essere i prossimi a capitargli sotto tiro.
    Il sergente Lee-Kad ossevò divertito la scena poco più distante, reggendo fra le braccia degli abiti color indaco in prossimità di un'arcata da cui fuoriuscivano numerosi sensori: magia, veleni, armi... qualunque cosa fosse pericoloso era avvertito da quell'apparecchiatura frutto di tanto lavoro, soldi ed altissima tecnologia. Un gioiello di grande vanto per l'esercito occidentale, soprattutto per il comandante lì presente.

    -Oh, evidentemente porto ancora qualcosa che non va- disse un giovanotto dal volto d'angelo ed i capelli azzurrini - si vede che dovrò togliermi anche queste mutandine ♥

    In sette distolsero immediatamente lo sguardo dall'arcata, comandante compreso, e lo tennero ben distante da quell'individuo anche quando, dopo una performance da spogliarellista di professione, il suddetto capo di abbigliamento finì lanciato sulla faccia di uno dei presenti.

    -Allora, riprovo?- cinguettò Quarion tutto allegro -Vada, vada- rispose il comandante vagamente disgustato, continuando a guardare da tutt'altra parte.

    -E' tutta la mattina che siamo qui, ed io ho anche altri compiti da eseguire- commentò Lancelot poco più dietro -qui non otterremo un bel nulla: me ne vado.

    E nonostante il rumore dei passi appesantiti dall'armatura non lasciassero dubbi sul fatto che il cavaliere stesse percorrendo la strada verso l'uscita, in realtà a passare sotto il metal detector fu proprio lui, completamente armato. Questo -ovviamente- suonò di nuovo, ma il cavaliere del lago continuò tranquillo il proprio cammino senza destare il minimo sospetto a chi di dovere, sparendo dietro l'angolo con totale nonchalance.

    -Biiiip!-

    -Ops, è suonato di nuovo, proprio non capisco a cosa sia dovuto!

    Commentò l'Ambasciatore a braccia conserte, ed a quel punto negli animi dei presenti iniziò a dilagare il panico. Che cosa avrebbero dovuto fare?

    -S-signore, è completamente nudo e la macchina continua a suonare. Cosa facciamo?

    La domanda del giovanotto al computer ebbe come unica risposta un grugnito del comandante. Si, forse sarebbe stato il prossimo, dopo la scrivania...

    -Magari ho mangiato qualcosa per cui la macchina reagisce. In questo caso... quali sono le procedure?

    Il sorriso malizioso che gli si dipinse in faccia giunse immediatamente dopo al brivido che percorse la schiena di tutti i presenti. Probabilmente nessuno sapeva cosa fosse peggio, se diventare il prossimo saccone da boxe per il comandante o sottoporre quel tipo ad una visita con sonda anale.

    -Non mi permetterei mai di creare incidenti diplomatici fra i due presidi: da parte mia sappiate che mi sottoporrò a tutte le perquisizioni necessarie...

    ...
    Esattamente sette minuti e quarantacinque secondi dopo erano tutti per le strade di Sequerus, Quarion compreso, completamente rivestito.

    quarionsiveste

    -Forza miei cari, abbiamo perso fin troppo tempo a giocare con le guardie.
    Ora le cose serie.


    rosadru

    Nel tempo presente.

    Passarono ancora alcuni minuti prima che qualcuno rivolgesse loro la parola. I più ingenui avrebbero tratto un sospiro di sollievo, tuttavia Quarion si era già reso conto che quel'incontro e la frase di circostanza non fossero affatto casuali.

    “Salve, forestieri.
    Quale importante missione vi porta qui, nella terra dei Picchi Rocciosi?”


    L'aveva infatti visto sbucare da una strada e dirigersi verso di loro senza perdere tempo, come invece sarebbe accaduto per un qualunque cittadino giunto lì per caso. Probabilmente era uno dei loro obbiettivi, o qualcuno ad essi legato.

    -Salute a voi, signore.

    Pronunciò allegramente l'Ambasciatore, accompagnando il saluto con un leggero inchino.

    -Il mio nome è Quarion Galanodel, l'Ambasciatore del Presidio Orientale.

    Annunciò calmo e pacato, per niente spaventato dalla persona che gli sostava innanzi

    -Sono qui insieme ad una delegazione dell'Est per una semplice visita di cortesia, ovviamente in nome della Dama Azzurra.

    Sorrise docilmente senza mai abbassare lo sguardo di fronte agli occhi scuri e piccoli dello sconosciuto, e con un gesto della mano avrebbe indicato alcune piccole scatole portate fra le braccia di alcuni valletti.

    -Abbiamo anche portato alcuni doni e sapori della nostra terra.

    Infine attese, sicuro che l'altro si sarebbe ben presto presentato come uno dei Reggenti... o li avrebbe condotti da chi di dovere.

    Riguardo al flachback, Quarion si avvale di questa tecnica per falsificare il suono del metal detector durante i suoi primi tentativi di passare. La usa anche per confondere le guardie nel momento in cui, al posto suo, passa Lancillotto: in pratica loro hanno distolto lo sguardo da cosa sta accadendo attorno e su Quarion completamente nudo, ed attraverso i suoni il Galanodel fa credere loro che i passi di Lancillotto vadano verso l'uscita, anzichè l'entrata di Sequerus.
    CITAZIONE
    VOCI FATUE»
    Derivazione: psion
    Descrizione: Il Galanodel è in grado di ricreare effetti sonori inesistenti in un punto da lui scelto in una determinata area attorno a lui. Questi possono essere rumori, musica o anche una voce; se questa è di un personaggio esistente o un png da quest, Quarion potrà ovviamente farla propria ed utilizzarla solo se l'ha già sentita prima. La distanza entro cui può generare l'effetto sonoro è determinata in base al consumo dai parametri delle tecniche ad area nel vademecum del revisore.
    Consumo: Variabile
    Drurata: 1 turno
     
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  4. -Mille Voci-
     
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    Usama Kuroi
    Il Grande Re Nero

    Un intero serpente di scariche nervose percorse la schiena del Re Nero, acuendo l'espressione già di per se stretta e accartocciata; una smorfia, visibile ma non abbastanza maleducata da infastidire i presenti, mutò l'espressione di Usama per una infinitesima frazione di secondo.

    “La gentilezza e l'educazione della Vostra Signora è nota anche nel mio Presidio.”

    Quell'aggettivo possessivo, letto da uno straniero, sarebbe risultato il naturale coinvolgimento e sentimento d'affetto verso la terra natìa.
    Ma per i due sottoposti di Kuroi e per qualsiasi orecchio avesse udito la conversazione, il fonema sarebbe apperso nella sua ineluttabile verità: lui e Kikio Ho avevano l'intero Ovest sotto il proprio dominio.

    “Ed è noto che ogni visita è buona se annunciata dando sufficiente preavviso.”

    Diede una rapida occhiata alla scorta che faceva da coro all'Ambasciatore, quella figura androgina dai lunghi capelli d'un turchese particolare, incatalogabile fra i colori che dominavano la natura di Sequerus.

    “Comunque, il mio nome è Usama Kuroi, uno dei Reggenti della Città dei Picchi Rocciosi.”

    E come se la pietra stessa e la roccia delle cime si vergognasse di quell'affermazione, un placido ma pungente vento si sollevò fra le viscere delle abitazioni, sferzando indistintamente entrambe le fazioni.

     
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    “Ed è noto che ogni visita è buona se annunciata dando sufficiente preavviso.”

    La stoccata dell'unto -questo pensò Quarion di lui osservando il riflesso lucido sul nero pece dei suoi capelli- non sortì l'effetto desiderato sull'Ambasciatore che, anzi, approfittò della terminologia volutamente ambigua per rivoltare totalmente il significato della frase a suo favore.

    -Oh, capisco la premura ma proprio non deve preoccuparsi: non portiamo alcuna cattiva notizia: solo dolci e biscotti!

    Cinguettò gioioso con la voce allegra ed al tempo stesso melodiosa di un usignolo.

    -In ogni caso è una grande fortuna -oltre che un immenso piacere- fare la vostra conoscenza, signor Usama Kuroi.

    Chinò leggermente il busto in una riverenza per rispetto all'uomo.

    -A dire il vero temevamo di rimanere in città a vuoto e non riuscire a ricevere udienza, ma dato che ora siete qui e noi abbiamo dei biscotti, perchè non mangiarli insieme? Alcuni sono stati cucinati dallo stesso Alfiere dell'Est! Sono certo che le nostre parole avranno un sapore ancora più dolce se accompagnate al loro aroma fragrante!

    E rimase lì, il volto sorridente e cordiale, sperando ardentemente che il Reggente li conducesse in qualche luogo più appartato, così da dar loro modo di passare ai "discorsi seri".

     
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  6. -Mille Voci-
     
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    Usama Kuroi
    Il Grande Re Nero

    Il fastidio di avere dinnanzi un uomo (o presunto tale) capace di giocare con l'affilata lama della diplomazia lo colse senza preavviso, trasfigurandolo in piccolo individuo di potere dal viso sgradevole, vestito di un lungo abito nero cinto al ventre da una fascia alta dello stesso colore.

    “Sarei lieto di gustare con voi le prelibatezze che portate, ma al momento siamo molto impegnati con questioni di estrema urgenza.”

    La sola presenza di "testimoni" da altri presidi lì a Sequerus complicava notevolmente la tabella di marcia del Re Nero: sapere di avere una rivolta alle porte, piccolo esercito compreso, dava più agitazione del non essere informato su cosa Kikio Ho stesse facendo con i suoi esperimenti.

    “Mi dispiaccio del fatto di non potervi dare la giusta attenzione, ora come ora.
    Se la vostra comunicazione è breve, possiamo discuterne qui.
    Altrimenti potrei invitarvi alla mia residenza...ma non so per quanto, poi, sareste costretti ad attendere.”


    Si voltò leggermente, il capo inclinato sopra la spalla destra, e non servì che gli sguardi di lui e dei suoi soldati si incrociassero affinchè la scorta comprendesse la volontà del Reggente.
    Qualora avessero insistito, il Laccio Nero sarebbe stato pronto ad intervenire prima che la cosa potesse anche solo degenerare.

     
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    -Oh, è terribile!

    Pronunciò fingendo incredibile sorpresa per quella risposta inaspettata. Si portò una mano al petto e gli occhi aurei si contrassero in una smorfia estremamente addolorata degna di un oscar come migliore attore del semipiano, mentre rimaneva per qualche attimo in silenzio come nella disperata ricerca le parole rassicuranti. In realtà rincuorare un soggetto del genere non era nemmeno il suo fine: sapeva che per il Re Nero la loro presenza era oltremodo sgradita, figurarsi quanto potesse importargli il pensiero dell'Ambasciatore. Però a Quarion serviva farlo parlare, raggiungere il punto focale su cui ruotava tutta la situazione politica dell'Ovest e per cui si erano mossi dal lontano Est sotto ordine dell'Alfiere.
    E per farlo, avrebbe usato la dolcezza.

    -Per rendervi così impegnato, deve certamente trattarsi di un problema estremamente importante!

    Infondo la politica era per lui un pò come la relazione con una donna: cortesia, belle parole, delicatezza nei gesti, perizia nel toccar i punti giusti e, in caso di rifiuto, affermare con faccia di bronzo ciò che lei vuole sentirsi dire. A volte l'amante aveva anche bisogno di qualche affondo, essere maltrattata, ma per Kuroi non era ancora giunto il momento.

    -Beh, a questo punto direi potremmo risolvere ben due problemi.
    Sorriso cordiale e puccioso da emerito bastardo made-in-Quarion.

    kuroi

    -Ci dica pure di cosa si tratta: in nome dell'alleanza con il Presidio Orientale potremmo trovare un modo per aiutarvi a risolvere le questioni che vi tengono così tanto impegnato.

    Infondo il gentil sesso era così facile da comprendere... davvero non capiva come gli altri uomini non ci fossero ancora arrivati.

     
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    Usama Kuroi
    Il Grande Re Nero

    Aveva ampiamente esaurito la propria pazienza. Lo si vedeva negli occhi, ancora più piccoli del solito, o nell'oscura e tetra lucidità della sua pelle, sudata, persino sotto la sgraziata carezza della brezza di Sequerus.

    “La mancanza di ingerenza da parte dell'Est potrebbe risultare un ottimo aiuto da parte vostra, signori.”

    Chinò appena il capo, ruotandolo poi di lato: gli uomini che lo accompagnavano parvero rianimarsi, simili a golem rimasti a riposo dopo un comando del proprio padrone.
    Un sibilo, quasi un borbottìo delle nuvole e del cielo, ruppe la pausa uditiva indotta dalla cadenza di Kuroi.

    “Ripeto: i Reggenti vi sono grati, ma in tempi di crisi c'è bisogno che i grovigli vengano districati dagli stessi ferri che li hanno prodotti.
    Non trovate?”


    Qualche ombra fece capolino dalle abitazioni limitrofe, apparentemente noncuranti d'essere visibili e decisamente incaute qualora le intenzioni fossero state la segretezza delle loro presenze
    Uomini del Laccio Nero.

     
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    Osservò con non tanto celato ribrezzo numerose gocce di sudore bagnare la fronte unticcia del suo interlocutore da cui scendevano capelli neri e lisci ancora più unti, intuendo vagamente quanto la loro visita di cortesia fosse poco apprezzata in quel momento. A dire il vero non gli era ancora ben chiaro cosa desse realmente fastidio a Kuroi, se la tempistica, la loro provenienza dal Presidio Orientale o entrambe le cose: sta di fatto che, se fosse stato per la seconda o la terza opzione, sicuramente c'era qualcosa che non andava affatto.
    Ah, la coscienza umana: davvero fastidiosa anche nel cuore più nero! Il solo pensare di agire in modo errato poteva infatti tramutarsi, nei momenti meno opportuni, in un tasto dolente per chiunque si nascondesse agli occhi del mondo e si sa, le bugie hanno le gambe corte... ed anche qualcos'altro, almeno secondo l'Ambasciatore.

    Povero, povero Kuroi, doveva essere un omino proprio frustrato!

    “La mancanza di ingerenza da parte dell'Est potrebbe risultare un ottimo aiuto da parte vostra, signori.”

    "Frustrato ed agitato!" si corresse mentalmente il Galanodel non appena fu proprio il reggente a confermargli quel sospetto. Evidentemente bolliva qualcosa di grosso in pentola e, a dirla tutta, l'Ambasciatore non aveva assolutamente voglia di lasciare la presa proprio in quel momento: chissà quante "perle" sarebbero potute uscire stuzzicandolo ancora! Sicuramente abbastanza da farci un collier da donare alla Dama Azzurra alla prima occasione.

    “Ripeto: i Reggenti vi sono grati, ma in tempi di crisi c'è bisogno che i grovigli vengano districati dagli stessi ferri che li hanno prodotti.
    Non trovate?”


    Lo sguardo dell'Ufficiale sembrò tuttavia illuminarsi, come eccitato all'idea di essere estremamente vicino a ciò che più bramava in quel momento: informazioni, esplicite e non. Non era così stupido da aver bisogno di un documento scritto per capire cosa stesse accadendo, e d'intelligenza sociale di certo non era carente. Intorno a loro, intanto, figure losche simili ad ombre fecero capolino dalle abitazioni limitrofe, per niente preoccupate di cosa avrebbero potuto pensare i Cavalieri nel vederli sfilare tutti con lo stesso abito nero. Quarion intuì subito che non si trattava certo un corpo di ballo e suppose per logica che lo stesso pensiero fosse balenato anche nella mente di Lancelot, in guardia dietro di lui nonostante la postura rilassata.

    -Oh, capisco.

    Prima di tornare a fissare gli occhi piccoli e neri di quell'omino frustrato, Quarion lasciò vagare lo sguardo sulla sua guardia del corpo e poi sui ragazzi che si era portato dietro; l'uccello appollaiato sulla spalla di Francis reclinò la testolina, curioso di capire cosa stesse pensando il suo padrone.

    -Non immagina nemmeno quanto...

    Le questioni erano due: o abbassava il capo e sfilava via nella speranza assai dubbia di non essere fermato alla dogana oppure... essere arrestato all'istante e portato chissà dove dal Laccio Nero. Non che fosse particolarmente spaventato: per quanto rappresentasse un ospite fastidioso, restava comunque l'Ambasciatore di un Alfiere ed il gemello di un altro. Se gli fosse accaduto qualcosa o se fosse "semplicemente sparito" l'Ovest si sarebbe trovato a fronteggiare una guerra su due fronti e da due presidi estremamente pericolosi: nonostante le sue frustrazioni, Kuroi non si sarebbe imbarcato in azioni così maledettamente stupide. Di positivo, Quarion avrebbe avuto inoltre molto più tempo per indagare a fondo della questione, ovunque fosse stato portato: se fosse riuscito ad andarsene, non avrebbe ottenuto molto.

    quarionovest

    -Devo forse sospettare che nascondiate degli scheletri brutti e cattivi nei vostri grandi e capienti armadi, signor Kuroi?

    Certo, rischiava di far uccidere tutti i suoi colleghi -che certo non rappresentavano un ostaggio prezioso come lui- ma... qualcuno crede ancora che a Quarion importasse davvero qualcosa? Se per ottenere i suoi scopi -gli scopi dell'Est!- sarebbero morti degli innocenti, li avrebbe certamente compianti come gli eroi che erano stati.
    Infondo erano entrati fra i Cavalieri Celesti per questo, no?

     
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    Usama Kuroi
    Il Grande Re Nero

    Persino Kuroi possedeva una certa dose di pazienza...e quel giorno, sotto lo spettacolo della brezza di Sequerus
    -lasciva, superba e senza padrone alcuno-
    il Re Nero aveva esaurito qualsiasi centellinata goccia di tale prezioso liquido.

    “Forse lo scoprirete con i vostri stessi occhi, cari amici.”

    I soldati dietro Usama colsero al volo le intenzioni del loro Signore, imbracciando rapidamente le armi tecnologiche che da quelle parti chiamavano fucili e che spesso avevano messo in fuga alcuni forestieri non abituati a tale visione.
    Affinchè nulla andasse storto nei piani del Reggente, anche il Laccio Nero raggiunse quel gruppetto di uomini dell'Est, circondandoli da tre direzioni differenti. Senza preavviso alcuno, l'influenza di privazione dei poteri calò inesorabile sui presenti, senza che nessun gesto venisse mosso o reso evidente dalla terrificante arma segreta di Kuroi e Kikio.

    “A voi la scelta: seguirmi con le buone oppure morire qui.”

    La minaccia, per quanto sicura e tagliente, nascondeva una certa indecisione da parte del Signore Nero: cosa fare, una volta catturati l'Ambasciatore e il suo entourage?

     
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    Il Re Nero aveva esaurito qualsiasi centellinata goccia di tale prezioso liquido... e no, non era la pazienza; il giovane Ambasciatore non potè non notare con discreto disgusto tutto quel sudore colargli dalla faccia, come se Usama Kuroi gli si stesse sciogliendo davanti agli occhi in una strana sostanza organica dal dubbio odore e consistenza. Seriamente: in quel momento Quarion non era affatto spaventato dall'essere finito agli arresti nel Presidio meno felice di Endlos, nè tantomeno temeva una qualche forma di tortura che sarebbe poi risultata decisamente vana -se non controproducente- sul suo atletico, delicato e meraviglioso corpicino, piuttosto si sentì profondamente inquietato all'idea di dover continuare a guardarlo decomporsi al sole come un budino di carne appena tolto dal congelatore.
    In un certo senso, quando li invitò a seguirlo si sentì sollevato: magari si dirigeva in un posto all'ombra.

    -Siamo dell'Est, noi: non ci piace ricorrere alla violenza, mi sembra ovvio.

    Puntualizzò infine con un'alzata di spalle, sollevando le mani in segno di resa in risposta al non proprio gentile invito del Re Nero a seguirlo chissà dove. Non che lo preoccupasse, comunque.

    -Spero solo che l'Alfiere Orientale e quello Errante non si agitino troppo nel non vedermi tornare.

    E con quest'ultima stoccata cessò di proferir parola, chiudendo le proprie labbra in un sorrisino sadico ed estremamente inquietante: non avevano nemmeno lontanamente idea di chi si erano appena fatti nemici. Mansueto come un agnellino, prese dunque a seguirli, pregustandosi in silenzio il terribile succedersi degli eventi che avrebbe seguito quell'arresto.

    Intanto, nei cieli dell'Ovest, un piccione spaventato aveva appena appena preso il volo, diretto verso l'Est: nulla di apparentemente preoccupante per i soldati che lo avevano lasciato scappare -infondo era solo uno stupido pennuto- a parte che si trattasse di un famiglio del Galanodel.

    E niente al mondo sarebbe mai stato pericoloso quanto lasciare l'uccello di Quarion in libertà.

    Piccione è fuggito autoconclusivamente dopo aver ottenuto il permesso di Nammy x3
     
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